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Autore: Mushi    16/09/2018    0 recensioni
Mi ci vedrei benissimo con un mantello rosso fiammante e con una di quelle tutine aderenti che mettono in risalto i muscoli. Sognavo di avere poteri paranormali tipo lo sguardo laser o l'invisibilità, e di diventare il fedele braccio destro del grandissimo supereroe Akira. Come Batman e Robin, tanto per intenderci.
Genere: Demenziale, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Akira Nikaido, Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Salve a tutti! Bando alle ciance, quello che state per leggere è un breve racconto estrapolato dalla mente del nostro amato Kengo Asamura, che quest'anno, assieme al manga, compie ben 10 anni, Yeeee!!! Immaginatevelo seduto sul lettino di uno psicologo, o meglio ancora, davanti ai suoi migliori amici. Conosciamo Kengo,  farebbe di tutto per farli ridere (anche inconsciamente). Perciò tutto vorrebbe essere questa storia tranne che intellettuale, ampollosa e ridondate...
Auguro buona lettura sperando che vi piaccia!

 





 








Come si diventa un Supereroe?

 

Quando andavamo alle medie mi soprannominavano tutti “l’ombra al guinzaglio”.
Era un modo abbastanza stupido per prendermi in giro, ma a me non interessavano gli scherzi della gente finchè potevo stare al fianco di Akira. Lui era il mio padrone ed io la sua ombra al guinzaglio. Così potevo vedere il nostro rapporto, o meglio, così era come ci vedevano gli altri. Per me invece, Akira era invece un amico, un fratello, o un padre. Lui era tutto nella mia mente, così come io non ero niente nella sua. O almeno, così credevo.
Ci eravamo incontrati per la prima volta all’ultimo anno delle elementari. Akira si era trasferito da poco nella mia scuola, non parlava con nessuno, stava sempre da solo. Durante la ricreazione non faceva altro che leggere. Una noia! Era di una noia assurda! Io ho sempre detestato leggere, soprattutto leggere in inglese - cosa che a lui andava molto-. Mi dava la nausea. Però anch’io a quei tempi restavo sempre da solo. Venivo canzonato e deriso, specialmente dai maschi. Un giorno poi, ero stato picchiato da dei ragazzi delle medie. Mi ricordo che mi avevano dato un pugno così forte alla bocca dello stomaco da farmi quasi rimanere paralizzato a terra.
Proprio allora era arrivato Akira a salvarmi! Me lo ricordo come se fosse ieri, che emozione. Non so chi sia rimasto più sconvolto in quel momento, se io a vederlo o gli altri. Però era forte! Cavolo se era forte! Li aveva cacciati tutti, tutti. Per me. Non sono sicuro che in quel momento stesse proprio pensando al mio bene, anche perché dopo averli fatti scappare mi disse -Odio quelli che se la prendono con i frignoni come te. Non c’è gusto a picchiarvi se piangete… Come ti chiami?-
Kengo! Kengo! Kengo! Mille volte Kengo! Quello era il mio nome, e avrei voluto che Akira se lo ricordasse per tutta la vita. Fa sorridere che poi sia andata davvero così.
Comunque da quel giorno cambiai tutto in me stesso.
Mi ossigenai i capelli fino al collo, per farmi riconoscere in lontananza da lui, ovvio. E iniziai a fare attenzione a tutto ciò che gli piaceva: CD coreani, musica di strada, o anche film storici (in inglese).  Lo so, li odiavo tutti, però se potevo imparare a vivere basandomi sullo stile di vita del mio “maestro”, allora tutto sarebbe stato possibile. Il mio sogno di diventare forte come lui si sarebbe realizzato, non avrei avuto più paura di niente e di nessuno. Per quanto a sua insaputa mi buttassi spesso in risse pericolose, ma proprio perchè poi sapevo che sarebbe arrivato, e allora, avremmo combattuto assieme. Come due veri compagni di squadra. Anche se in realtà, da lui venivo totalmente ignorato. E chissà perché, dalle risse io uscivo sempre dolorante mentre lui no. Ho come il sospetto che di nascosto, mentre non lo vedeva nessuno, si divertisse a tirare qualche calcio pure a me. Che ci crediate o meno, se gli raccontassi di tutto questo ora, direbbe che non è vero, o forse, che non se lo ricorda affatto. Buffo, ma in ogni caso ma fa lo stesso... infondo, fa bene.
Fu così che passammo anche tutto il liceo: a combattere contro altri ragazzi, nel cortile della scuola o nei parchi. E a causa di tutto questo il mio cervello, dicevano, ne aveva risentito parecchio, distruggendo i pochi neuroni che mi rimanevano e costringendomi ad avere una media scolastica scarsissima. Ma non importa, quello per me era diventato un vero lavoro e mi faceva sentire un eroe, come i protagonisti dei fumetti che leggevo nel tempo libero. Anche ora, mi ci vedrei benissimo con un mantello rosso fiammante e con una di quelle tutine aderenti che mettono in risalto i muscoli. Sognavo di avere poteri paranormali tipo lo sguardo laser o l'invisibilità, e di diventare il fedele braccio destro del grandissimo supereroe Akira. Come Batman e Robin, tanto per intenderci. Esatto, sarebbe stato bello veder realizzarsi un sogno del genere... Ma a chi importa in fondo! Quelli erano altri tempi!
Quello era il passato dove, per quanto ci odiavamo, ritornavamo sempre a fare pace. Ora è tutto diverso. Non è che abbiamo litigato o altro, ma siamo cresciuti. Ed è come se non li riconoscessi più, lui e tutti gli altri. Sono assurdamente gentili con me... e sento che c'è qualcosa sotto. Insomma, è da anni che non vedo nemmeno l'ombra di un pugno. E mi rendo conto che se nessuno “si prende la briga” di rassettarmi un po' i neuroni, c'è qualcosa che non va. È normale che mi vengano dei sospetti, no?! Anzi, temo che si aspettino qualcosa in cambio: i miei genitori, mia sorella, i miei compagni... e pure Akira. Chissà che cosa poi, da uno come me? Akira in particolare viene a trovarmi spesso, si confida e ride con me, e a volte, non so come, riesco addirittura a commuoverlo. Che abbia finalmente accettato la mia vena comica, o che abbia riconosciuto i miei veri talenti... voglio dire, era anche ora! Però mi fa piacere, lo ammetto. Perché così vuol finalmente dire che sono forte quanto il mio maestro! Io? Forte quanto lui? Forse mi sto montando un po' troppo la testa.
Però è cambiato tutto, ancora non so come. Spesso, quando mi annoio, mi chiedo cos'è che ci abbia trasformati così. Se a quindici anni nessuno dei due avesse voluto a tutti i costi la “giustizia” e quella famosa “pace nel mondo”, ora il nostro rapporto non sarebbe tanto diverso. Ma ve l'ho detto, Akira era una di quelle persone forti sul serio. Era lui quello dai grandi ideali, che sognava, che aveva speranza nel potenziale dell'umanità. Io no, figurati! Non so neanche cosa significhi la parola “potenziale”. Per questo dico che prima mi stavo montando troppo la testa. Io, lui, lo stimo davvero.
Dopotutto nelle battaglie so di essere stato sempre inutle, non facevo paura nessuno, e non ero neppure così intelligente da potermi vantare di condividere la sua fede per un futuro migliore. Lo forzavo solamente a credere che avrei potuto sorreggerlo standogli accanto. Cosa, che alla fine, ho fallito ugualmente. Ma non c'è verso di confessare adesso queste cose ad Akira, no signore! Sarebbe l'unico argomento che lo farebbe arrabbiare ancora. E rieccoci, vedi che è cambiato? Non sono masochista (forse anche un po' sì), ma sono rimasto uguale, lo giuro. Il vecchio, solito, stupido Kengo. Da non fraintendere che a me andava benissimo rimanere come prima! Non mi sarei offeso! Sarei stato io, come al solito, a stargli incollato ai piedi e non lui a venirmi a trovare ogni giorno. In questo modo non si sarebbe dovuto preoccupare di nulla, non avrebbe dovuto sopportare tutte le pene che gli ho causato. So di essere stato uno stupido, so che è colpa mia. Però, bisogna guardare anche i lati positivi. Ho scoperto che non è così cattivo e asociale come voleva far credere, che mi considera davvero suo amico e che il mio nome, alla fine, se lo ricorda meglio di chiunque altro. È come se adesso non ci fosse più bisogno di sembrare un supereroe per esserlo davvero. È cambiato tutto. Da un paio d'anni, da quando ci fu quell'incidente che mi tolse la vita.

 

Fine




 
 

Perchè? Ma-? Chi-? Allora, allora, allora... fermi tutti! Mi ripresento, sono Mushi e sono trascorsi 5 anni dall'ultima volta che mi è passato per la mente di pubblicare un mio lavoro su una piattaforma digitale. Dunque sono stata rapita dagli alieni e mi hanno fatto il lavaggio del cervello? Non ancora, per fortuna non è quello il motivo per cui sono qui. Sono stata piuttosto improduttiva da allora e delle poche scartoffie che ho accumulato, al momento davvero poche sono affatto pubblicabili. Tranne, oh oh oh e qui c'è un ma, tranne qualche reliquia ripescata magicamente dai vecchi quaderni di scuola (ragazzi non fate come me, prestare attenzione in classe è importante). Perciò dopo aver terminato gli "scavi", nell'afa soffocante di agosto nel mio studio, ho pensato: " Al posto di studiare Perché non sistemare queste vecchie storie e provarne a cavar fuori il famoso ragno dal buco?"  o più stringatamente: "Perché no?" Ci sarò riuscita? Non ci sarò riuscita? è meglio che torni a bere il tè con E.T:? A voi l'ardua sentenza!
E così, come sono ricomparsa dal nulla, nel nulla ritorno.
Chissà, magari mi rivedrete prima di quanto pensi. Fino ad allora, 
A presto.

Mushi

  
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