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Autore: DarkSoul001    17/09/2018    1 recensioni
“Sei un cacciatore”
la voce di Bobby era secca e con un tono di rabbia che non sfuggì all'altro.
“Non hai risposto alla mia domanda” rispose Argent sorridendo, ma non c'era niente di allegro nel suo sguardo. Entrambi gli uomini avevano ancora le armi puntate l'uno sull'altro, nessuno dei due accennava a dare un briciolo di fiducia o a fare la prima mossa per dimostrare le sue buone intenzioni.
Genere: Avventura, Azione, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Bobby, Castiel, Claire Novak, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
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La notte era calata da un pezzo ormai, il freddo pungente e l'umidità cominciavano a farsi sentire.
Dean stava camminando in mezzo a rovi e cespugli, non sapeva dove si trovasse, tutto ciò che riusciva a vedere erano alberi e oscurità. In ogni caso riusciva a intuire dei segnali di civiltà, intuendo di trovarsi vicino ad un luogo abitato. Presto sarebbe arrivato a casa, presto avrebbe rivisto quella strana famiglia che si era ricostruito negli ultimi anni. Un demone, un angelo, suo fratello Sam e, perché no, una strega approfittatrice. Non vedeva l'ora di poterli riabbracciare, non vedeva l'ora di potergli dire che era tutto finito e che lui era miracolosamente vivo. Amara, la sorella di Chuck, o meglio Dio, se n'era andata. Il mondo era salvo. Esatto il mondo, le persone erano ignare di ciò che era appena successo e nessuno conoscerà mai il nome dei Winchester, nonostante ciò quei due fratelli dagli amici improbabili avevano salvato il mondo dalla distruzione. Un'altra volta.
Un sorriso involontario fece capolino dalle sue labbra. Ora era veramente finita. Niente avrebbe potuto spaventarli ormai.
I pensieri di Dean vennero improvvisamente interrotti da una voce in lontananza. Una voce familiare.
No non era possibile...
Mi hai dato quello di cui avevo più bisogno... voglio fare lo stesso per te.
Le parole di Amara lo fecero bloccare sul posto, riempiendo il suo cuore di speranza.
Non ci credo...
Cominciò a correre nella direzione da cui proveniva quella voce, cercando di costringersi a non illudersi, una piccola parte della sua mente gli diceva che era solo un'illusione, ma Dean non riusciva a darle ascolto.
Arrivò finalmente alla fine di quella distesa di vegetazione e si trovò davanti la persona da cui proveniva quella voce.
Un uomo, dai vestiti logori, uno sguardo smarrito e accigliato che lo stava squadrando da sotto un vecchio cappello blu, che aveva decisamente visto giorni migliori, andò verso di lui con un passo pesante e deciso.
“Dean! Dove diavolo sono? Che diavolo avete fatto voi due idioti questa volta?”
Il sorriso di Dean si allargò a dismisura, e un silenzioso respiro di incredulità, gratitudine e felicità uscì dalle sue labbra. Gettò le braccia in torno al collo dell'uomo, stringendolo a sé, sotto agli occhi confusi dell'altro che però ricambiò l'abbraccio. Una risata di pura gioia gli uscì dal cuore mentre pronunciava il suo nome.
“Bobby!”

 
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La macchina stava sfrecciando sotto il sole caldo del pomeriggio. La strada era completamente libera, interrotta da qualche accenno di vegetazione qua e là. La cartina era abbandonata sul sedile del passeggero, insieme ad alcuni resti di cibo d'asporto che giacevano a terra e sul cruscotto. Aleggiava un'aria chiusa e stagnante, testimone del lungo viaggio che stava facendo. Bobby non ci faceva caso, ormai abituato a quella sensazione di chiuso. Era tornato in vita da un mese ormai, ma ancora non si era abituato alla “vita” vera e propria.
Era troppo bello per essere vero, di nuovo sulla terra, di nuovo con i suoi ragazzi, aveva paura che tutto questo potesse finire da un momento all'altro e, anche se non l'avrebbe mai ammesso, la cosa lo terrorizzava.
Aveva bisogno di rendersi conto che era tutto reale, aveva bisogno di tornare ad una vita normale, all'unica vita che conosceva. Aveva bisogno di andare a caccia.
Si sentiva in colpa ad aver abbandonato Sam e Dean, ma in fondo sarebbe stato solo per qualche giorno. Nonostante il tempo passato con loro c'erano momenti in cui credeva ancora che fosse tutto un sogno. Aveva bisogno di un po' di tempo da solo per schiarirsi le idee e convincersi finalmente che fosse tutto reale.
Assorto nei sui pensieri quasi non vide il cartello che indicava la sua uscita. Finalmente era arrivato: Beacon Hills 5km.
La cittadina sembrava abbastanza tranquilla, c'erano molti giovani, le case erano le classiche villette di provincia, ben decorate, con un grande giardino molto curato e almeno due piani. Sembrava tutto perfetto. Poco lontano dal centro della città si poteva vedere un fitto bosco.
Bobby, dopo aver preso una camera in un motel a basso prezzo, si mise uno stretto e scomodo completo provvisto di distintivo del' FBI, e si diresse verso la stazione di polizia del posto.
Aveva visto sui giornali molte leggende su questa città, molte storie. E molte morti. Non sapeva perché nessuno fosse ancora andato a verificare, ma era molto felice della cosa, in quanto gli aveva procurato un caso.
Forse la causa erano quei cacciatori di cui si sentiva parlare, gli Argent. Si diceva fossero specializzati in lupi mannari e avessero scoperto nuovi modi per ucciderli.
Perché complicarsi la vita? Un proiettile d'argento e hai fatto. Idioti sbruffoni.
Appena arrivato alla stazione chiese di poter parlare con lo sceriffo, gli indicarono il suo ufficio, nel quale, però, stava discutendo con un ragazzino, che a quanto pare non si faceva troppi problemi a parlare animatamente con lui. Lo sceriffo Stilinski, così avevano detto si chiamasse, non sembrava rimproverarlo come un'agente di polizia farebbe con un delinquente, ma più come un padre esasperato farebbe col foglio.
L'agente con cui Bobby aveva parlato bussò per avvisarlo del suo arrivo. Il cacciatore sotto copertura osservò attentamente le reazioni dei due, che si guardarono dubbiosi e, non poté esserne sicuro, ma gli sembrò di scorgere della paura nei loro occhi. Si girarono verso di lui e lo squadrarono attentamente, mentre lo sceriffo aveva uno sguardo autoritario e sicuro di sé, anche se un po' preoccupato, il ragazzo aveva il terrore che gli si leggeva in faccia, e distolse velocemente lo sguardo dicendo qualcosa al capo della polizia. Quest'ultimo gli intimò di uscire e fece ceno a Bobby di entrare. Lui si avvicinò alla porta potendo sentire le ultime parole che, ormai ne era sicuro, il padre del ragazzo gli disse prima che se ne andasse definitivamente.
“Vai Stiles e lasciami fare il mio lavoro!”
Il ragazzo uscì. Aveva uno sguardo indagatore, ma di certo non si poteva essere intimiditi da lui. I capelli erano corti e castani, come gli occhi, fisico non molto atletico, quasi mingherlino. Era un ragazzo che ispirava simpatia al primo sguardo, non sembrava essere una minaccia, e sicuramente nulla di soprannaturale, Bobby lo fissò attentamente prima accomodarsi sulla sedia di fronte alla scrivania.
“Prego si sieda, cosa posso fare per lei?” lo sceriffo si dipinse un sorriso di circostanza sulle labbra, ma il cacciatore riusciva ancora a intuire un accenno di sospetto. I suoi occhi, più chiari di quelli del ragazzo, tendenti al verde, non smettevano un secondo di studiarlo.
“Vorrei farle alcune domande sugli eventi accaduti recentemente”
“Sì, è stato un periodo movimentato, ma ce la stiamo cavando piuttosto bene al momento” La voce dello sceriffo era tranquilla e controllata, ma si poteva cogliere una nota di sconforto, come se non vedesse l'ora che quell'uomo burbero e invadente se ne andasse dal suo ufficio.
“Quindi ci sono state diverse morti nella sua città e non avete trovato il colpevole, ma la cosa non la preoccupa?”
“Non c'era alcun colpevole da identificare, quelle morti possono essere state causa solo di un animale, nessun essere umano avrebbe potuto fare una cosa del genere” una risata forzata gli uscì dalle labbra, mentre lo sceriffo si chiedeva se non avesse esagerato.
Bobby alzò un sopracciglio sospettoso “E che tipo di animale ne sarebbe capace, invece?”
Il sorriso dell'altro si abbassò lentamente, mentre pensava ad una buona risposta da dare a quel federale, che aveva più un aspetto da cacciatore di taglie.
“Non saprei, di questo se ne occupa la protezione animali...” sul suo volto era sparito ogni segno di disponibilità, si era fatto più serio.
“Capisco... avrò bisogno dei file di tutti gli omicidi”
Dopo un attimo di tensione Stilinski sembrò rilassarsi.
“Certo nessun problema, PARRISH!”
Un uomo giovane, con un volto che sembrava non aver ancora abbandonato del tutto quell'aria infantile, ma dallo sguardo deciso e sicuro di sé, entrò nella stanza, guardando il suo capo con aria preoccupata.
“L'agente... scusi agente?”
“Smith” rispose velocemente Bobby, con fare superficiale.
“L'agente Smith ha bisogno dei fascicoli sui casi... della Bestia” il ragazzo alzò le sopracciglia, aprendo la bocca per ribattere, ma lo sceriffo lo fermò, con un semplice sguardo. Doveva avere un grande rispetto dai suoi sottoposti.
“La Bestia?” chiese Bobby quando l'agente se ne fu andato.
“Sì l'abbiamo soprannominato così, non c'era altro modo per descrivere un essere capace di tali crimini”
Bobby uscì dalla centrale con tutto il materiale di cui aveva bisogno, ma molte più domande che risposte.
Perché lo sceriffo era stato così evasivo? Era coinvolto in qualche modo? E quel ragazzo, Stiles, certo non sembrava brillare di intelligenza, che fosse a causa sua? Magari era entrato in possesso di qualche oggetto maledetto, o scatenato qualche creatura.
Stupidi ragazzini.
In ogni caso, come poté constatare poco dopo lui stesso dai verbali, le morti erano definitivamente cessate da un momento all'altro. Che ci fosse stato un altro cacciatore nei paraggi? No, l'avrebbe saputo, conosceva quasi tutti i cacciatori in attività. Certo essere morto per qualche anno forse gli aveva fatto perdere un po' di contatti, ma riteneva improbabile che un altro cacciatore fosse intervenuto, non aveva prove concrete, ma il loro passaggio in una cittadina del genere non poteva essere stato ignorato. Anche se si fosse trattato degli Argent.
Ma allora perché quegli omicidi si erano interrotti così all'improvviso?
Dopo qualche ora passata al computer e in biblioteca Bobby decise di recarsi, in veste di agente, alla scuola della città, dove sembravano originarsi tutti quegli eventi inspiegabili.
Parlò con alcuni studenti per sapere se avessero visto qualcosa di strano o inspiegabile, ma tutti negarono con decisione. La velocità con cui lo liquidavano però era esagerata e inquietante, in quanto, non appena Bobby cominciava a chiedere cose che accennassero solamente al soprannaturale, tutti si chiudevano in sé stessi, non guardandolo più negli occhi, e cercando di sviare la conversazione o di evitarla completamente. Certo un uomo grosso e minaccioso come lui di sicuro li intimoriva, ma non a tal punto.
“Cos'hai fatto alla mano?”
“Oh... niente mi sono tagliato...”
era una domanda di routine ormai, quasi tutti i ragazzi della scuola avevano una fasciatura alla mano, alcuni addirittura ricoperta di sangue, che si preoccupavano bene di coprire il più possibile.
In quel posto stava succedendo qualcosa di strano.
Dopo molte ricerche a vuoto riuscì finalmente a trovare qualcuno che non sembrava aver paura della propria ombra. Un ragazzo, sicuro di sé e che tutti guardavano impauriti, cercando di non avvicinarcisi troppo, riuscì a dargli qualche risposta soddisfacente.
“C'è qualcosa di strano in questa città. Eventi inspiegabili, omicidi irrisolti, esseri che si aggirano fra di noi come se fossero esseri umani, ma che in realtà nascondono un mostro dentro di loro”
“Di cosa stai parlando? Come se fossero posseduti?”
“No come se fossero... anzi sono... dei lupi mannari”
Bobby aggrottò le sopracciglia e, per una volta, si trovò in difficoltà a credere alle dicerie cittadine.
“So che sembra assurdo” disse il ragazzo, vedendo la sua espressione “Ma lei deve credermi! Ci sono dei mostri in questa città! Scott McCall è il loro capo, Liam, Kira, Lydia, fanno tutti parte della stessa specie”
Bobby si segnò i nomi che disse il ragazzo, ma senza troppe speranze, così tanti lupi mannari avrebbero già ucciso mezza città.
“Va bene... ti ringrazio, continuerò ad indagare”
“Faccia pure le sue ricerche, vedrà che arriverà alla nostra stessa conclusione”
“Nostra?” Bobby non fece in tempo ad avere una risposta che il ragazzo si era già defilato.
Lupi mannari? E come era possibile? Gli omicidi erano avvenuti anche nelle notti in cui non c'era la luna piena, e nessun cuore era stato strappato alle vittime. Che fossero vampiri? No anche questo era impossibile, c'era ancora sangue nei loro corpi. Allora che creatura poteva essere?
Trovandosi senza altre piste, il cacciatore andò a cercare questo “capo” di cui aveva parlato il ragazzo. Lo trovò facilmente, e si avviò verso casa sua.
Era una normalissima casa come se ne vedevano tante in città, ma ormai la cosa non faceva più dubitare Bobby, che per troppi anni aveva visto normalissime famiglie venire uccise da demoni e mostri.
Suonò al campanello e un ragazzo giovane e di bell'aspetto, dai capelli folti e scuri e gli occhi taglienti gli aprì la porta. Non troppo, solo di uno spiraglio.
“Salve sono l'agente Smith...” tirò fuori il distintivo distrattamente, ormai era diventata un'abitudine.
“Vorrei parlare con Scott McCall” il ragazzo alzò le sopracciglia e, dopo un attimo di esitazione, fece entrare lo sconosciuto, che cominciò subito a studiare l'ambiente.
Come si aspettava la casa non aveva segni particolari: un ampio salotto, una cucina di cui non aveva la piena visuale, e una scala che portava al piano di sopra, dove probabilmente si trovavano le camere da letto. Il ragazzo sembrava un po’ nervoso, ma non esageratamente. Come lo sarebbe stata una persona normale ritrovandosi un federale in casa insomma.
“Sono io Scott, cosa posso fare per lei?”
“Reggi questo un attimo ragazzo” gli porse un normale cucchiaio. Lo sapeva non era la cosa più professionale al mondo, ma la scelta era fra quello e una pallottola d'argento, quindi dovette accontentarsi. La mano di Bobby era già pronta ad estrarre la pistola, ma tutto quello che ottenne fu uno sguardo confuso e sempre più sospettoso, ma decisamente meno preoccupato.
Quindi non era un lupo mannaro. Ah lo sapevo. Che palle.
Il cacciatore riprese il cucchiaio, cercando di sorridere, in un modo che risultò troppo forzato anche per i suoi standard.
“Allora... vivi da molto qui?”
“Da sempre, ci sono nato e cresciuto”
“E hai mai notato niente di strano?”
Il ragazzo sembrò pensarci per qualche istante prima di rispondere.
“E' sempre stata una città strana, dovrebbe essere più specifico” Un sorriso innocente si formò sulle sue labbra, ma lo sguardo restò concentrato.
“Omicidi Scott, parlo di omicidi. Hai notato niente di sospetto?”
Alla schiettezza di Bobby il ragazzo rimase leggermente sconcertato ma si riprese velocemente.
“Non saprei... sì sono state cose orribili, ma io non centro, non capisco perché sia venuto da me a fare queste domande”
Si stava mettendo un po' troppo sulla difensiva? I suoi occhi si erano fatti decisamente più seri.
“Vedi Scott...” Bobby venne improvvisamente interrotto da un rumore proveniente dalla cucina. Il ragazzo sospirò, quasi se l'aspettasse, mentre l'altro rimise velocemente la mano alla pistola, ma prima che potesse agire, una voce conosciuta dichiarò la sua presenza.
“Scusate, colpa mia” Il figlio dello sceriffo fece capolino nella stanza, con le mani alzate, in una delle quali si trovava una pentola, la probabile origine del rumore.
“Non volevo interrompere, continuate pure”
A quel punto anche a Bobby sfuggì un sospiro esasperato.
“Perché non ti unisci a noi... Stiles giusto?”
Il ragazzo fece per dire qualcosa e, dopo aver gesticolato qualcosa di incomprensibile, si avvicinò a testa bassa.
“Sì signore”
Si vedeva che era familiare con l'idea di autorità.
Per scrupolo Bobby fece il test anti-lupo mannaro anche a lui, ovviamente senza successo.
“Sapete qualcosa sugli omicidi?”
“No”
“Avete visto qualcosa?”
“No”
“Avete qualche sospetto?”
“No”
Bobby a un certo punto si spazientì, aveva fatto buon viso a cattivo gioco anche troppo a lungo.
“Ok, se non sapete niente allora come mai nella vostra scuola tutti i ragazzi hanno un taglio su una mano, e sembrano dei coniglietti impauriti, mentre i pochi con un po’ di spina dorsale vi accusano di essere lupi mannari?”
I due ragazzi sbiancarono, si scambiarono uno sguardo preoccupato. Il primo a parlare fu Stiles
“Be sa come sono i ragazzi di adesso, si inventano storie sempre più assurde e… per non parlare del bullismo! Una volta ci si limitava a rubarsi i soldi della merenda, se lo ricorda? Oddio non so in quale epoca lei sia andato a scuola, ma a me i ragazzi più grandi facevano così, insomma ovviamente ero uno di quelli preso di mira, probabilmente perché non ero molto bravo negli sport, ora faccio lacrosse, sa è…”
“Stiles!” Scott lo interruppe bruscamente, l'altro rimase qualche secondo con la bocca aperta, guardando prima il suo amico, poi l'agente, per poi richiuderla, mimando la chiusura di una zip su di essa, che però si aprì poco dopo per dare voce ad un flebile “Scusi”
Bobby rimase perplesso per qualche secondo, la quantità di parole che uscivano dalla bocca di quel ragazzo senza che avesse la necessita di recuperare ossigeno l'aveva sconvolto.
Odio i ragazzini
Aveva bisogno di una pausa da tutto questo, il prima possibile.
“Bene... cercherò di... raccogliere altri dati e mi terrò in contatto, buona giornata”
Il cacciatore evase da quella casa per rifugiarsi nel bar più vicino e sfogare tutta la sua frustrazione in una birra.

 
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ 

 
“Allora Bobby, come procede da quelle parti?”
La voce dei suoi ragazzi al telefono era rassicurante, e sfogarsi con loro della pessima giornata lo aiutò.
“Un vicolo ceco, non capisco con cosa ho a che fare e tutti sembrano non saperne niente, anche se c'è di sicuro qualcosa di strano”
“Vuoi che veniamo a darti una mano?” era la voce di Sam che parlava, e Bobby riusciva già ad immaginarsi lo sguardo rimproverante di Dean.
Non è un bambino, sa cavarsela da solo!
Un sorriso spuntò sul volto burbero del cacciatore, ma la sua risposta uscì ugualmente scontrosa come al solito
“Per un lupo mannaro? No mamma non serve che vieni fin qui”
“Dove sei esattamente? Quando sei partito non ci hai dato molte informazioni”
“Il posto si chiama Beacon Hills, sembra una città normale, ma tutt'altro che tranquilla. Ci sono stati molti omicidi e penso che anche lo sceriffo sia coinvolto” il suo pensiero tornò a quello strano ragazzo che aveva conosciuto poco prima, Stiles, se il padre fosse stato coinvolto sicuramente anche lui doveva centrare qualcosa
“...ma forse mi sbaglio, voi avete trovato qualcosa da fare?”
“No nulla” la voce di Dean era particolarmente seccata e annoiata
“Be godetevi questo momento di pausa, di solito le nostre vacanze non durano molto”
“Parlò l’uomo che ha passato gli ultimi mesi a bere whisky in paradiso”
“Idiota”
la telefonata si chiuse lì. Il cacciatore finì la sua birra e uscì dal locale.
L'aria frizzante della sera gli punzecchiava il volto, la luna era composta solo da un piccolo spicchio che, nonostante la luce dei lampioni, era incorniciata da una miriade di stelle.
Be, se si tratta di lupi mannari questa sera non si faranno vedere.
Cominciò a camminare per la città. La sua meta era il motel, ma senza volerlo si ritrovò a girovagare in mezzo ai negozi e alle casette a schiera.
Pensò al caso, ai diversi tasselli che non volevano unirsi in un unico puzzle sensato. In realtà nemmeno ne aveva di pezzi, l'unica cosa di cui era certo era la presenza di cadaveri squarciati e ridotti a brandelli. Poteva essere qualsiasi creatura, e nessuno sapeva dargli informazioni utili. Forse aveva semplicemente sbagliato pista. Doveva tornare al punto di partenza, parlare con le famiglie delle vittime e...
“Kira no!”
Una voce forte, quasi come un ruggito, attirò la sua attenzione. Andò nel vicolo da cui sembravano provenire le urla e si trovò di fronte la più strana e inquietante scena che avesse mai visto. Una ragazza giovane, probabilmente cinese o giapponese, stava letteralmente andando a fuoco, e si stagliava sopra a tre ragazzi impauriti, il più grande dei quali teneva un misero coltellino in mano, che al confronto con la katana che impugnava lei sembrava quasi ridicolo.
Insieme a lei c'erano il ragazzo con cui aveva parlato quel pomeriggio, Scott, e un altro tipo, capelli lunghi, anche se con un'elegante piega che li teneva indietro, e chiari, quasi ramati. La corporatura era abbastanza possente per la sua età ma il suo viso aveva ancora un'aria infantile.
Bobby stava per intervenire, la pistola già alla mano, quando Scott si frappose fra la ragazza, Kira probabilmente, e i tre idioti che dovevano aver cominciato quel... aggressione? Inutile prova di coraggio che si sarebbe trasformata in morte certa? Non sapeva come definirli se non idioti. Ma il suo sguardo non era concentrato su di loro, bensì sul ragazzo che con un ruggito profondo si era fatto spuntare due canini enormi e i suoi occhi erano diventati rossi e inquietanti. La ragazza si calmò improvvisamente e sembrò rendersi conto solo in quel momento di quello che stava accadendo. I tre idioti corsero via più veloci del vento e Scott si girò preoccupato verso di loro. Fu a quel punto che, con la coda dell'occhio vide il cacciatore, la pistola puntata su di loro, e lo sguardo più confuso e irritato di cui fosse capace. Si avvicinò a loro, ma prima che potesse dire qualsiasi cosa i tre avevano già cominciato a correre in tre direzioni diverse, nemmeno si fossero messi d'accordo.
Bobby guardò le tre direzioni sconsolato, avendoli già perso di vista e si ritrovò di nuovo da solo, sotto le stelle, con sempre più domande e nessuna risposta.
“Che palle!”
 

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Erano passate alcune ore, ovviamente le ricerche per la città e a casa del ragazzo erano state vane, e Bobby se ne stava tornando abbattuto al motel. Non riusciva a capire cosa fossero quegli esseri. Non potevano essere lupi mannari. Forse degli dei? No anche quello era impossibile. Delle strane creature di cui lui non aveva mai sentito parlare? Ormai erano poche quelle che non conosceva.
Non potevano essere lupi mannari. Non potevano...
Bobby scosse la testa che quasi gli faceva male, fece per mettere la chiave nella serratura, quando sentì uno strano rumore provenire dall'interno della stanza. Non era un suono forte, ma il cacciatore esperto riuscì comunque a coglierlo. C'era qualcuno in casa.
Aprì rumorosamente la porta, tenendo la pistola con l'altra mano. Entrò apparentemente tranquillo, facendo credere all'intruso di essere ignaro della sua presenza. Accese la luce e si aspettava di trovare la camera sottosopra, invece era ben ordinata, niente sembrava essere stato toccato.
Figlio di puttana sei bravo.
A quel punto Bobby alzò la pistola e controllò tutti gli angoli della stanza con cautela. Prima di riuscire ad arrivare al bagno una voce calma e matura uscì proprio da quella stanza.
“Proiettili d'argento? Sei rimasto un po' indietro con i tempi”
Il cacciatore aggrottò le sopracciglia.
“Chi sei?”
Dal bagno uscì una figura alta, sicura di sé, gli occhi azzurri trasmettevano uno sguardo criptico, da persona che avrebbe potuto facilmente ucciderti o salvarti la vita. Impugnava una pistola che teneva puntata sul cacciatore.
“Chris Argent” rispose pacatamente l'uomo “E tu saresti?”
   
 
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