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Autore: T612    18/09/2018    2 recensioni
“Peg, Jarvis sa che sei in grado di fare 107 flessioni su un braccio solo?”
Credo che Howard possa esserne a conoscenza solo grazie ad una scommessa, troppi bicchieri di bourbon ed una notte londinese del 1944.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'M.T.U. (Marvel T612 Universe)'
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Aprile 1944, pub di Londra, 02:18 AM

Circolava troppo bourbon. 
Era l’unica spiegazione plausibile per spiegare ciò che si ritrovava sotto gli occhi.
L’aria imperniata di fumo le faceva girare la testa, si era lasciata alle spalle gli ufficiali mentre si recava fuori in strada a prendere una boccata d’aria fresca.
 La porta chiuse fuori la musica dell’orchestra, le urla e le risa.
Bucky aveva provato a fermarla, le aveva chiesto se voleva seriamente perdersi lo spettacolo che stavano offrendo i soldati, puntando lo sguardo in direzione di Howard e gli Howlings che sfidavano Steve a turno a braccio di ferro. 
-E un ballo me lo concedi? -testardo fino alla fine.
Aveva scosso di nuovo la testa, mentre Bucky le apriva la porta.
-Se balli con me non è tradimento, sai? –si era messo fuori portata, ridacchiando, mentre chiudeva la porta d’entrata.
Howard era ritornato al pub un’ora prima, dell’oca giuliva con cui era sparito a inizio serata non c’era traccia. Constata la carenza di donne all’interno del pub alle due di notte, lei esclusa, si era messo ad offrire da bere a chiunque riuscisse a battere Captain America a braccio di ferro. 
Era palese che Steve li lasciasse vincere sempre, le uniche persone sobrie lì dentro erano loro due. Gli Howlings erano alticci e Dum Dum Dugan si era già lanciato in una dimostrazione canora, seguito dai commilitoni altrettanto ubriachi, in un mix ben riuscito tra note stonate e risa. 
La brezza d’aprile le scompigliava i capelli mentre alzava lo sguardo al cielo cosparso di stelle. Tra una missione e l’altra le serate al pub vicino alla base militare erano una necessità d’obbligo, tutti loro si guadagnavano un momento di respiro tra un bicchiere e un ballo in pista.
Dopo la prima sera, quando si era presentata al pub con l’abito rosso, gli Howlings con Bucky ed Howard in testa, cercavano un pretesto dopo l’altro per trascinarla al pub con loro… doveva ammettere che con loro si divertiva sul serio. 
Quella sera, quando aveva staccato il turno alla base, Howard l’aveva trascinata al pub con la scusa di offrirle un bourbon per rilassarsi dalle scartoffie dell’ufficio, per poi lasciarla al bancone con Steve mentre lui spariva dalla porta in compagnia della prima donna che era riuscito a rimorchiare. 
Tipico di Howard e dei suoi punti deboli, tipico di Bucky impicciarsi nella vita sentimentale di Steve. Quei due insieme erano un accoppiata pericolosa, soprattutto a discapito suo e dell’imbarazzatissimo e ingenuo Steve Rogers… prima o poi quei due gliela avrebbero pagata cara.
La camicetta bianca era troppo leggera per la brezza londinese, ringraziando mentalmente di avere un paio di pantaloni al posto della gonna, fece per rientrare dentro al caldo andando a sbattere contro Steve.
-Mi fai compagnia? –lo sguardo limpido aveva accompagnato il gesto, mentre le posava sulle spalle la giacca della divisa per riscaldarsi. 
-Grazie. Come mai qui fuori?
-L’idiozia di Howard va somministrata a piccole dosi.
La risata le sfuggi genuina, mentre il sorriso di Steve faceva capolino sulle sue labbra.
-Cos’ha proposto ora?
-Non ne ho idea, approfitto del momento di pausa prima che qualcuno venga a trascinarci di nuovo dentro.
-Idee? –chiese curiosa mentre si sistemava meglio la giacca sulle spalle, il profumo di Steve che le invadeva le narici. Aveva il sospetto che dietro a quella galanteria ci fosse lo zampino di Bucky, probabilmente l’aveva spedito a calci fuori dalla soglia appena Howard si era distratto un attimo. Oppure era seriamente scappato dall’ultima impresa alcolica proposta da Stark, rifugiandosi fuori all’aria fresca, lontano dal fumo e dal casino causato da una ventina di uomini ubriachi. 
-Nulla di buono, considerato il terzo giro di bourbon in meno di mezz’ora.
Lo scampanellio della porta d’ingresso li fece voltare entrambi.
-Mi dispiace per l’interruzione… -il sorriso malizioso di Bucky fece capolino dalla soglia. -… ma Howard pretende la presenza di entrambi.
-Cosa ha combinato stavolta? –chiese Steve alzando gli occhi al cielo, varcando la porta con i due al seguito.
-Ho aperto le scommesse. –rispose tempestivo Howard rigirando tra le mani una mazzetta di banconote. –Vince il malloppo chi riesce a fare il maggior numero di flessioni su un braccio solo. Per la cronaca, partecipate entrambi, non ammetto repliche.
Aveva stroncato sul nascere tutte le proteste, ma Peggy continuava a fulminarlo con lo sguardo mentre Dugan e gli altri spostavano i tavolini per fare spazio.
-Cosa c’è Peg? Paura di non farcela? -Howard sapeva esattamente quali tasti toccare.
-Ma per favore, mia nonna è più vitale di tutti voi messi insieme, pace all’anima sua… di certo meno ubriaca.
Si era rimboccata le maniche sfilandosi i tacchi, si era stesa sul pavimento in fila, mentre Howard dava il via iniziando a contare le flessioni. 
Il primo a crollare fu Dum Dum, troppo ubriaco per farne più di venti, intorno alla cinquantina gli Howlings iniziarono a dare segni di cedimento, alla novantacinquesima Bucky abbracciò il pavimento e Steve si arrese alla numero 106. 
Margaret Carter si rialzò di tutto punto dal pavimento alla flessione numero 107, il braccio indolenzito e lo sguardo truce che minacciava di far scomparire il sorriso di Stark a suon di schiaffi.
-Peg questi sono tuoi.
Afferrò la mazzetta di contanti con un gesto rabbioso, raccolse la borsa e infilò nuovamente i tacchi, dirigendosi a passo spedito verso la porta.
Passando davanti al Capitano gli lanciò addosso la mazzetta di banconote, per poi puntargli il dito contro.
-Mi hai lasciato vincere.
Non attese risposta, sfilando dalla sedia la giacca di Steve e raggiungendo la porta tenutale aperta da Howard, al quale pestò il piede di prepotenza con il tacco.
-Buonanotte signori. -atto finale della serata, le ultime parole in scena.
Passando davanti alle vetrate riuscì a sentire distintamente la risata di Bucky rivolta ad un Howard Stark che saltellava con la scarpa in mano.
-Ti sta bene, ad una donna le si chiede di ballare, non di farle fare le flessioni in mezzo ad una banda di ubriachi.
-Tra la banda di ubriachi ci sei anche tu, e comunque mi ha fatto male. -replicò infastidito Howard.
-Ci credo che ti ha fatto male, lei è perfettamente in grado di seguirmi sul campo di battaglia in tacchi a spillo. -commento Steve alzandosi e porgendo le banconote al barista. -È tardi, ora tutti a dormire, come ha detto Peggy.
L’agente Carter non poté fare a meno di sorridere.




Commento dalla regia:

Spinta dal rewatch di Agent Carter mi sono soffermata su questa citazione di Howard:
“Peg, Jarvis sa che sei in grado di fare 107 flessioni su un braccio solo?”
Il che presuppone che ci sia stato un precedente che certifichi la cosa, è stato relativamente semplice immaginare la scena descritta qui sopra.
Commenti/opinioni/critiche sono ben accette ;)
_T
   
 
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