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Autore: Khailea    19/09/2018    0 recensioni
Un'avventura action con trame avvincenti e personaggi unici e caratteristici!
Saghe appassionanti e ricche di colpi di scena, special divertenti e di ogni genere!
Unisciti alle stravaganti avventure degli studenti della Werewolf Shadow!
I personaggi di cui si parla in queste storie sono inventati da un gruppo di role chiamato Werewolf's Shadow 2.0.
Questo è il secondo progetto di fiction scolastica del gruppo fatto con l'approvazione dei suo componenti.
Non ci sono collegamenti con il precedente progetto e la trama é molto diversa.
Il logo del lupo appartiene al nostro gruppo esattamente come i personaggi e l'ambientazione.
Se volete unirvi a noi potete fare richiesta qui https://www.facebook.com/groups/660949357417726/members/
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Personaggi in questo capitolo: 
Jack 
Daimonas 
Ailea
Khal 
Lighneers 
Zell 
Astral 
Lacie 
Hope 
Grace 
Milton 
Seraph 
Alexander 
Johanna 
Samantha 
Diana 
Nadeshiko 
Vladimir 
Ayame 
Ryujin
 
 
 
 
Daimonas- Ailea :
 
 
Dopo ciò che era successo con Seraph, Ailea era subito corsa fuori dalla classe, evitando di sbatter la porta solo per non farsi rincorrere dalla professoressa, ma colpendo ad ogni angolo i muri fino a quando non ebbe raggiunto la porta del terrazzo.
Spalancandola la prima cosa che fece fu urlare, nessuno sarebbe comunque arrivata per lei a disturbarla, e non se ne sarebbero accorti, ma ne aveva bisogno.
Era tutto così frustrante…la sua mente poi continuava ad ingigantire tutto ciò che era successo, quindi forse non riusciva a ragionare con lucidità ma solo con rabbia.
-Ailea…-
Lentamente la ragazza, paralizzata sentendosi chiamare, si voltò vedendo così Daimonas. Il ragazzo aveva assistito al suo urlo di rabbia, ma non gli importava e nemmeno lo infastidiva, capiva lei avesse bisogno in qualche modo di sfogarsi.
Realizzando l’aveva seguita la ragazza si fece leggermente rossa, e si voltò nuovamente imbarazzata per non guardarlo.
-Perché sei uscito dalla classe? Potrebbero darti noie.-
-Stessa cosa a te. Sono uscito però perché l’hai fatto anche tu.-
-Ahah, se saltassi in un pozzo tu verresti?-
Chiese lei ironica ridacchiando leggermente, per intendere comunque lui non doveva far necessariamente le stesse cose che faceva lei.
-Sì, per aiutarti ad uscirne.-
Quella risposta lasciò la ragazza visibilmente sorpresa, le sopracciglia s’erano abbassate mentre le labbra erano leggermente schiuse. Quella frase sembrava aver ben più d’un senso, ed era così per Daimonas.
Riprendendosi la ragazza sospirò spostandosi verso la recinzione di ferro, e sedendosi colpì delicatamente il pavimento per far cenno al ragazzo di venire lì, e così lui fece.
-Sei troppo buono per questo mondo…-
-Questo mondo ha bisogno di persone buone. Come voi d’altronde.-
-Ahahahah.-
La risata della ragazza fu forte, talmente piena che dovette tenersi la pancia e delle piccole lacrime scesero dai suoi occhi, ma solamente per quella “battuta”.
-Credo tu debba rivedere il tuo concetto di buono amico. Io soprattutto, sono la persona meno indicata.-
-Perché dici questo? Quando tu e Seraph mi trovaste con il naso sanguinante mi hai subito aiutato, sistemandomelo e cercando di pulirmi il viso.-
-Una buona azione non fa di me una brava persona, se per questo ho anche rotto il naso alla ragazza a cui ho preso il posto.-
-A mio parere, buono e cattivo sono pensieri soggettivi. Tu per me sei tra le persone più buone, ti importa dei tuoi amici, ti preoccupi, ti fai del male, per aiutarli.-
Continuò Daimonas fermo nelle sue convinzioni, ricordando la volta in cui lei prese perfino dei proiettili per evitare lui si facesse male.
Tra tutte le persone che c’erano in quella scuola lei era tra le più importanti, lo proteggeva, lo aiutava, e Daimonas sapeva di potersi fidare.
“Non esser troppo ingenuo o potrebbe ferirti.”
Disse Mostro stranamente tranquillo, ma lui sapeva non doveva temere nulla.
Ailea del frattempo era rimasta a lungo su quel pensiero, soprattutto perché poteva incastrarsi anche con i suoi attuali e su ciò che era successo con Seraph.
-Sono così stanca Daimonas…ci sono giorni in cui tutto questo è insopportabile…-
Sospirò abbracciando le proprie gambe e nascondendovi per metà il viso.
-Cosa intendi?-
Domandò il ragazzo, preoccupato per la piega che le cose stavano prendendo.
-Voglio dire tutto, questa città, questa vita. Rookbow mi ha fatta crescere in un modo violento e sanguinario, e se uscissi da qui non potrei vivere una vita normale dopo tutto ciò che ho visto. Ma certe volte sono anche stanca, dovermi ricucire le ferite, dover uscire armata, e la soluzione più drastica in certi momenti mi sembra quasi la migliore. Ma sono solo una ragazzina Daimonas, e questo fine settimana stavo quasi per morire, e tremavo come una foglia. Non ho il coraggio per farlo. Questa vita mi sembra quasi una punizione di Dio…
Una debole lacrima scese dalla sua guancia, che non venne nascosta ma si mostrò senza quasi timore, era la prima volta che si apriva così sinceramente con lui, e questo in parte gli fece piacere, si sentì come se anche lui fosse importante per lei.
-Ailea, hai davanti a te il figlio di un demone. Quasi tutti mi volevano morto e in molti ci hanno provato in mille modi. Abusi, torturi, esperimenti, la paura di essere un mostro, so quanto deve questa vita possa essere crudele e punitiva. Eppure Alberi mi ha sempre detto di continuare a vivere, che sarebbe andata meglio. Che avrei trovato degli amici e mi sarei battuto per loro per proteggerli. Se la vita ci butta giù noi ci rialzeremo insieme, siamo forti e vogliamo vivere.-
La ragazza rimase in silenzio a quelle parole, tremando alla parola abusi, guardò poi Daimonas e senza aggiungere altro tirò un braccio verso di lui, avvicinandosi ed abbracciandolo in quella maniera goffa ed imprecisa.
Il ragazzo non si oppose, non provava fastidio per quel contatto ed usò a sua volta una mano per accarezzarle la testa, come per dirle sarebbe andato tutto bene.
-Mi dispiace molto…-
-Anche  a me, ma le cose andranno per il meglio. Lo so.-
-Come fai a dirlo…guardaci, tu ora con questa coda, io con questi occhi…-
-Ailea, tu rimani una ragazza bellissima. Questi occhi ti rendono ancor più speciale di quanto già non sei. Anche i miei poi non sono normali, ma ho imparato che l’aspetto non vuol dire più di tanto, soprattutto quando si hanno degli amici vicino, ed io ci sarò per te.-
Per la ragazza tutta questa situazione era tremendamente strana ed ingiusta, lui aveva patito così tanto eppure la stava consolando come se fosse una specie di fratello maggiore.
Però la stava veramente aiutando, mostrandole oltretutto quali erano i veri problemi nella vita. Non certo delle sciocchezze come quelle tra lei e Seraph.
-Tu sembri fare tutto facile…ma il mondo temo ci vedrà sempre come dei mostri.-
A quella frase al ragazzo tornò in mente ciò che gli aveva detto Jack, al riguardo appunto sulla loro esistenza, e sentì come…un formicolio, allo stomaco, piacevole ma allo stesso tempo inusuale. Non ne comprendeva l’origine, e nemmeno il motivo per cui rivedeva nella sua mente l’intera scena avuta con lui, in particolare il suo tono di voce, ed il viso, ma il ricordo gli provocò un calore che sentiva di voler condividere per poter alleviare le preoccupazioni della sua amica.
-Allora saremo dei mostri tutti insieme.-
 
 
Dopo ciò che era successo durante le lezioni, sia per quanto riguardava l’espulsione di Diana, che ciò che era accaduto mesi prima sull’isola, tutti quanti non avevano fatto altro che cercarsi in quei pochi minuti che la campana concedeva per il cambio dell’ora. Anche Ailea e Daimonas avevano deciso di tornare in classe, ma certo non potevano aspettarsi che l’intero altro gruppo arrivasse da due parti diversi come una furia.
-Non promette bene…-
Sussurrò Ailea pochi istanti prima arrivassero tutti.
-Nya eccolo lì! Facciamogliela pagare per quello che ha fatto a Daimons nya!-
Urlò Lacie indicando Khal, che subito corrugò la fronte guardando sia verso il ragazzino che su suo fratello. Ailea fu altrettanto sconvolta e guardò l’amico ed il compagno, ma ci pensò Milton ad intervenire.
-Calmati Lacie, non sappiamo ancora se sia veramente andata come ha detto Jack…-
Non voleva certo insinuare che l’altro avesse mentito, ma in fin dei conti per sapere la verità occorrevano tutte le campane.
-Non c’è tempo per queste cose! Dobbiamo dirvi una cosa importantissima!-
Disse invece Grace riferendosi alla faccenda di Diana, ma Lacie non l’ascoltò.
-Mai importante come la nostra nya! Khal, sappiamo hai quasi fatto bruciare vivo Daimonas nya!-
Tutti i presenti s’ammutolirono per quella frase, compreso Khal che, nonostante capì immediatamente dove la gatta voleva andare a parare, si finse vago.
-Non ho mai fatto nulla di simile.-
-E’ vero Lacie, Khal non mi ha mai…-
Daimonas voleva intervenire nel discorso, visto lo riguardava ed effettivamente il bianco non aveva mai fatto nulla di simile volontariamente, ma il fuoco lo terrorizzava talmente tanto, senza contare anche la faccenda del ponte, che non riuscì a terminare la frase.
-Si può sapere di che state parlando?-
Chiese allora Ailea corrugando la fronte, sentendo il battito del cuore accelerare per l’agitazione, fu Seraph a risponderle.
-Jack ci ha riferito che, quando andammo tutti sull’isola, e la capanna in cui Khal e Daimonas dormivano, solo uno uscì da lì.-
Ailea rimase immobile, come d’altronde gli altri che volevano capire la situazione, certo fu un duro colpo anche per Hope, Johanna e Sammy sentire una cosa simile, che tra tutti certamente erano tra coloro vedevano meglio il ragazzo, ed anche Nadeshiko e Ryujiin, nonostante fossero i membri recenti del gruppo, non seppero cosa dire.
Ma a questo pensò Khal.
-Le cose non andarono come credete voi. Quella notte mentre dormivamo Jack venne per ucciderci, e diede fuoco alla capanna. Io sono sì uscito, ma non per abbandonare Daimonas, ma perché non potevo aiutarlo. Le travi del soffitto erano cadute, e le fiamme hanno ferito anche me. Non avevo scelta se non uscire ma confidavo nella forza di Daimonas, pregando uscisse in tempo.-
Ailea sentendo questa spiegazione si rasserenò, non avrebbe certo potuto vederlo allo stesso modo se le cose fossero andate diversamente. L’altro interessato, Daimonas, ricordava quel giorno, e non c’erano menzogne nella versione di Khal, anzi aveva fatto bene ad uscire da lì perché altrimenti…avrebbe potuto ucciderlo nelle condizioni in cui era.
Anche se poi l’avesse abbandonato non l’avrebbe biasimato, infondo la sua vita non valeva nulla, ma il ragazzo tempo prima l’aveva salvato dall’affogamento, quindi non lo vedeva come una minaccia imminente.
Anche Johanna, Ryujiin e Nadeshiko furono sollevate, il gruppo stava iniziando pian piano a legare, ma scoprire che qualcuno aveva tentato d’uccidere qualcun altro sarebbe stato un duro colpo. A Grace invece interessava solo che la verità venisse a galla, ed a giudicare dal fatto Daimonas non replicasse Khal non sembrava mentire. Zell anche la pensava come lei, se il bianco si fosse rivelato una minaccia non avrebbe esitato ad allontanarlo, ma da quando lo conosceva non aveva mai fatto nulla a suo parere da poterlo reputare così, anzi aveva rischiato perfino la vita venendo avvelenato e più volte s’era mostrato gentile nei confronti degli altri.
Certo, all’inizio le cose erano diverse, era più aggressivo e sembrava pensare solo a lui o ad Ailea, ma tutti i presenti infondo s’erano presentati in un modo diverso rispetto agli inizi, e si erano dimostrati in grado di cambiare.
Milton invece guardava il suo amico tristemente, ricordando tutte le fatiche che aveva dovuto sopportare, il fuoco in particolare, se avesse potuto avrebbe volentieri cancellato ogni ricordo legato ad esso...
Non tutti però erano così interessati, ad esempio Vladimir e Lighneers. Entrambi stavano dimostrando un atteggiamento distaccato, soprattutto perché, in verità, quella questione non li riguardava minimamente. Il verde in particolare preferiva agire così perché troppe volte s’era rovinato il fegato con paranoie rivelatesi inutili, e quel teatrino a suo parere era solo il frutto di stress.
Jack d’altra parte nemmeno si stava dimostrando aggressivo o simili, non voleva mentire, aveva tentato di ucciderli ed aveva visto una cosa, ed era stata raccontata l’altra versione. Ma anche se fosse corrisposta al vero il suo atteggiamento nei confronti di Khal non sarebbe cambiato, già prima non lo interessava e non lo faceva nemmeno ora, aveva detto quella cosa solo perché era saltata fuori.
C’erano però alcuni che non mostravano uno sguardo gentile, soprattutto Lacie, che non credeva ad una sola parola di Khal, suo fratello l’aveva notato ma non sapeva come calmarla, lui non aveva nulla contro il bianco, perché non aveva visto fargli far nulla per renderglielo antipatico, ma non per questo gli era anche simpatico, era in realtà indifferente. C’era poi anche Seraph, che invece diffidava di chiunque, soprattutto se maschio.
Per questo teneva un atteggiamento rigido, entrambi i ragazzi potevano aver mentito. Il silenzio che però quella situazione aveva causato, e gli sguardi di alcuni spinsero Ailea a parlare.
-Spero non vogliate dargli contro per una cosa simile! Khal non ha fatto nulla contro Daimonas, gli salvò perfino la vita quella volta in piscina! Se abbiamo perdonato Jack, che aveva tentato volontariamente, e sottolineo, volontariamente, di ucciderci, che senso avrebbe non farlo ora per una cosa involontaria per giunta!-
-No Ailea…non vogliamo incolparlo, tutti noi abbiamo fatto degli sbagli in passato…-
Disse Hope avvicinandosi alla ragazza, non volendo i rapporti nel gruppo si rompessero. Khal nel frattempo continuava a guardare verso il basso con sguardo dispiaciuto ed afflitto, ma tutto ciò non faceva altro che nascondere la sua furente rabbia, rabbia per quel cadavere schifoso, per quegli abomini con la coda che dovevano sempre mettersi in mezzo, per quegli idioti che davano fiato alla bocca, e per quell’incompetente di suo fratello, che non aveva prevenuto nulla. Alexander s’era quasi allontanato dalla scena, per il terrore d’incontrare anche solo per sbaglio lo sguardo del fratello, ma la conversazione ormai era iniziata.
-E allora perché…-
Prima che Ailea potesse terminare la frase Lighneers alzò le braccia al cielo, sbottando per quella situazione che non aveva altro che del ridicolo.
-A chi frega, ok? Abbiamo reagito in un modo, perché non avevamo sentito anche lui, siamo umani, e se fosse successo qualcosa a loro in un modo o nell’altro Jack sarebbe morto di nuovo. Tutte le azioni che avete fatto vi hanno reso un ottimo gruppo, invece di spalarvi merda addosso, cercate di conoscervi a vicenda, e non fate gruppettini.-
Tutti quanti interruppero sia i loro pensieri che le parole, per la frase di Lighneers, e lo guardarono sorpresi di una simile uscita, il verde notando d’esser fissato corrugò la fronte e voltandosi si allontanò.
-Bah, ma che mi fate dire…fate come vi pare. Ma guarda te…-
Veramente non capiva perché fosse intervenuto, magari perché nonostante buona parte di lui non volesse, ad alcuni nel gruppo s’era affezionato. Ma le sue parole avevano fatto centro in praticamente ciascuno di loro.
Che stavano facendo?
I veri problemi erano degli altri, quelli che avevano affrontato tutti insieme, non certo delle cretinate simili. Khal, per cercare di chiudere questo argomento a suo favore, si rivolse dopo tutto ciò a Daimonas.
-Daimonas, anche se non ho volontariamente fatto qualcosa contro di te, mi dispiace. Avrei dovuto fare di più quella notte, e non lasciarmi sopraffare dal timore per le fiamme…in futuro mi farò del mio meglio per dimostrarmi una persona migliore di quel che sono. E…spero tra noi non ci siano rancori, e che si possa condurre le giornate di sempre. Ma ti chiedo scusa.-
“Non c’è da fidarsi dei leccapiedi”
Fu la diretta risposta di Mostro, che però solo Daimonas poté sentire visto comunicavano nei suoi pensieri, al suo contrario il ragazzo rispose annuendo.
-Accetto le tue scuse, possono capitare situazioni simili. Non preoccupatevi.-
Disse poi rivolgendosi agli altri presenti, in particolare a Jack, che gli si avvicinò.
-Ehi, non volevo scatenare questo putiferio e metterti al centro dell’attenzione, scusa.-
La frase però era rivolta solo a Daimonas, visto dell’altro non gli importava, l’altro sorrise molto debolmente per quella frase, ma l’apprezzò.
Lacie però, nonostante la situazione per tutti sembrò ormai sistemata, non la pensava allo stesso modo, non si sarebbe mai fidata, ma non volle parlare per non far stare altri male.
C’erano però ancora due persone che dovevano chiarire, Seraph ed Ailea, e tutti sapevano erano troppo testarde per poter dir molto.
-Mh…è stato un comportamento…un po’ da bambini eh?-
Seraph sospirò leggermente socchiudendo l’unico occhio visibile.
-Devo aver presto da te.-
Non si poteva vedere, ma da sotto la maschera stava sorridendo, Ailea aprì leggermente la bocca sorpresa per quella risposta, ma provò molta felicità nel vedere il loro rapporto non era stato rovinato per così poco.
Certo, non le faceva piacere non le piacesse Khal, ma era lei che doveva starci insieme, non la sua amica, e con lei le bastava sapere era tutto ok.
Si conoscevano da molto, ma stavano iniziando a saldare il loro legame solo nell’ultimo periodo, e per questo Ailea volle rinunciare ad un po’ del suo orgoglio, e prendendo la bionda alla sprovvista l’abbracciò sollevandola perfino di qualche centimetro, prima di lasciarla andare con una risatina.
-Ahah, andiamo a lezione forza.-
Seraph durante questo gesto era rimasta più rigida di un palo, non era abituata a gesti d’affetto, ma nei confronti di nessuno in verità, eppure non fece o disse nulla per scacciare l’altra. Andava bene così, poteva permetterle un po’ di manifestazioni fisiche affettive, sempre non diventassero un’abitudine.
Le venne però in mente qualcosa che aveva detto a Daimonas molto tempo prima, sul fatto del diventare sua amica, eppure ancora non aveva fatto molto per riuscirci.
Purtroppo, come s’era ben visto, gli esseri umani spesso sbagliano, ma per lo meno si può imparare e rimediare.
-Aspettate!-
A fermare tutti era stata Sammy, che nonostante fosse felice avessero sistemato rapidamente quel problema sapeva bene ce ne fosse un altro. Ed era qualcosa che, non appena aveva sentito, avrebbe voluto cancellare all’istante, e trovare dall’altra parte della porta la sua amica.
-C’è qualcosa che non va?
Chiese Milton guardandola preoccupata, l’espressione della piccola era tutto tranne che serena, ci pensò però Grace a rispondere.
-In effetti…anche noi avevamo una brutta notizia, riguarda Diana.-
Nuovamente, tutti furono costretti a fermarsi, anche Lighneers che, seppure non voleva prestar molta attenzione, non amava ritrovarsi con una pulce nell’orecchio.
Non capitava spesso che Grace avesse un tono cupo, e questa era un’ulteriore prova fosse qualcosa di grave. Forse non si notava molto, ma la rossa era turbata dal discorso, sentiva le mani formicolare e desiderava colpire in faccia sia il preside che il professore coinvolto nella faccenda. In quella scuola spesso erano dei bastardi, e se avesse istigato Diana solo per farla metter nei guai…l’avrebbe pagata.
-Cosa ha combinato?-
Chiese subito Vladimir incrociando le braccia. Qualcuno però aveva già capito, ed aveva perso di colore, si trattava di Ryujiin. Lui era l’unico che aveva assistito alla scena, e che non aveva fatto nulla…si sentì come se non meritasse d’essere insieme a quelle persone, e sperare oltretutto di poter condividere con loro dei legami…
-E’…stata espulsa.-
-Cosa?!
Urlò Ailea non riscendo a credere a quello che aveva appena detto la rossa. Diana per lei era…era come un dolce cucciolo che vuole sempre giocare e di cui non vorresti mai liberarti, con la sua spontaneità, la sua grinta, la sua voglia di mostrare al mondo quanto valeva.
Era unica.
Milton invece, che aveva posto la domanda, era senza parole, tanto che s’era portata le mani alla bocca sussultando. Si sentiva come se fosse stato tutto un terribile scherzo, ma gli sguardi di tutti confermavano solo la situazione.
-Stai scherzando vero nya?!-
Disse a sua volta Lacie, la quale aveva preso molto in simpatia l’altra ragazza. Nadeshiko istintivamente guardò il suo compagno, per vedere se stava male ed in caso dargli il suo sostegno, ma lui rimase impassibile. Da parte sua la ragazza manteneva un certo contegno perché era anche fiduciosa in lui, non era all’oscuro del perché fosse lì, e cioè la richiesta del padre di controllare Diana, e la speranza potesse risolvere tutto faceva sì l’agitazione si concentrasse solo su una piccola parte di lei. Ma se la ragazza non fosse tornata…non era certa di come avrebbe potuto reagire, se sfondando la porta del preside o correndo da lei per abbracciarla, e forse piangere insieme per il fatto non si sarebbero riviste così spesso.
-E’ così, a quanto pare ha aggredito un professore.-
Continuò Johanna abbassando tristemente la testa, mentre parlava si sentiva come se un nodo si creasse allo stomaco. Anche se avevano passato poco tempo insieme, Diana s’era mostrata molto gentile e disponibile, ed anche divertente, qualcuno che in futuro si sarebbe sempre dimostrata una buona amica.
Astral nel frattempo s’era avvicinato alla sorella per confortarla, non voleva stesse male. Ovviamente però anche lui s’era sentito colpito dalla faccenda, non se lo aspettava minimamente, ma la preoccupazione maggiore rimaneva rivolta al modo in cui Lacie avrebbe reagito.
-Potremo comunque vederla.-
-Ma…nya…-
Lacie però non era certo sollevata, a scuola passavano la maggior parte del loro tempo, e voleva che tutti i suoi amici fossero con lei.
Non tutti però ebbero delle reazioni così, Alexander e Khal erano in cima a questa lista, per il primo Diana era ininfluente, mentre per il secondo valeva meno di un sasso.
In realtà nemmeno Ayame fu particolarmente toccata, quella ragazza era spesso testarda, e quel genere di persone la irritava perché dovevano sempre ribattere alle sue affermazioni. Ma Diana s’era anche dimostrata una persona con cui era in grado di parlare, quindi fu irritata dall’accaduto, come poteva poi fare amicizia e soddisfare il suo amore se questi andavano via?
Lighneers trovò sciocco più che altro il modo in cui s’era fatta mandar via, anche se pensò un “poveretta”, visto era evidente aveva legato con molti nel gruppo. Jack anche ebbe una reazione simile, Diana era una tipa esuberante e che poteva creare situazioni divertenti, quindi la maggior delusione in lui derivava dal perdere tutto questo. Daimonas invece ne fu dispiaciuto, perché sapeva quanto la ragazza teneva ed era apprezzata.
Invece quando Zell aveva sentito di ciò che era successo, l’unica cosa aveva fatto era stato fissare il suolo, come se la sua stessa mente non volesse credere potessero capitare così tante sfortune in poco tempo.
Anche Hope la pensava così, non poteva esser possibile un tale tempismo, e che ci fosse anche così tanta ingiustizia, Diana aveva appena affrontato e superato una grave situazione, avrebbe dovuto esser lì con loro a ridere ed a divertirsi, e invece…non poté non chiedersi come stava, stringendo le mani tra loro.
-Questo è ridicolo! Qui accadono ogni genere di cose, alcuni si ammazzano pure, e la mandano via per una cosa così stupida!?-
Urlò Ailea, con un leggero tic all’occhio destro che tremolò.
-Anche in questa scuola ci sono delle regole, ed i professori sono intoccabili.-
Commentò invece Seraph mostrandosi distaccata, era certamente dispiaciuta per Diana, ma non avevano legato abbastanza per provare dolore.
-Non agitatevi, non è nulla di che.-
La frase che fece voltare tutti quanti era stata pronunciata da Vladimir, il ragazzo era completamente sereno, anzi forse quasi scocciato.
Lui era stato mandato lì dal padre per controllare quella ragazza, e ad esser sinceri s’aspettava che con il suo temperamento qualcosa di simile sarebbe potuto accadere. Non gli mancavano però i modi per rimediare.
-Come sarebbe a dire, non è nulla di che?-
Chiese Zell perplesso da quella reazione.
-Credetemi, basterà un’ora e la riavremo qui.-
Con questa semplice frase il ragazzo iniziò ad incamminarsi, dirigendosi all’insaputa degli altri verso l’ufficio del professore. Nadeshiko sorrise leggermente guardandolo, apprezzava quando il suo ragazzo si mostrava così con gli altri, ma il motivo per cui non lo seguiva era perché era certa sarebbe andato a risolvere la faccenda, forse in modo noioso.
Gli altri però erano rimasti alquanto perplessi.
-E dovremmo star sereni così?-
Borbottò Grace grattandosi la testa.
-A mio parere no.-
Commentò Ailea già pronta a seguirlo, venendo però fermata da Khal.
-Penso che dovremmo fidarci, infondo, ha dimostrato di avere molte risorse. Sono sicuro risolverà veramente tutto.-
Disse il ragazzo sorridendo, in realtà lo infastidiva solo il pensiero Ailea potesse correre dietro a qualcun altro, che non fosse per ferirlo o simili. L’idea quindi aveva provocato della gelosia in lui, ed aveva preferito bloccarla. Il suo gesto però sembrò funzionare.
Ryujiin comunque s’avvicinò per parlarne, visto che il bianco oltre a Vladimir sembrava il più fiducioso, escludendo comunque Nadeshiko, ma preferì non disturbarla temendo poi sarebbe stata mancanza di rispetto visto il suo ragazzo era appena andato via.
-Ecco…io ero con lei quando è successo. Sembrava una scelta definitiva da parte del preside…-
-Posso immaginarlo, ma una persona capace di chiamare delle navi per combattere sicuramente può convincere un uomo comune. Non preoccuparti Ryujiin, presto la vedrai di nuovo qui.-
Sorrise Khal guardandolo, evitando di alzare gli occhi al cielo irritato quel ragazzo gli parlasse.
“Lo schifo deve essersi allenato molti anni per leccare i piedi così bene”
Daimonas, se non ci fossero stati anche gli altri, avrebbe detto a Mostro che Khal non era uno schifo, forse certe volte era esagerato con parole ed elogi, e li utilizzava per tener buone molte persone, ma era comunque un modo per sopravvivere. In un mondo di bugiardi e malvagi anche la gentilezza se ben usata era un’arma.
-Anche volendo poi abbiamo lezione, all’intervallo potremo capire meglio la faccenda senza alcun rischio.-
Così dicendo, Seraph fu la prima ad iniziare ad incamminarsi, e presto fu seguita anche da tutti gli altri.
 
 
 
Vladimir:
 
Procedendo a passo calmo il ragazzo s’era spostato lungo i vari piani dell’edificio per raggiungere l’ufficio del preside. Di rado spostava l’occhio dalla sua strada, non v’era infondo altro che ipocrisia e sciocchezze a circondarlo, e nulla che potesse risultargli utile, ma preferendo esser previdente di tanto in tanto controllava.
Non gli dava fastidio il fatto d’aver lasciato Nadeshiko sola in quel gruppo, infondo lei era un essere vivente non una bambola di porcellana, tenendola chiusa in una cupola di vetro non avrebbe mai potuto crescere e vivere. Ovviamente il timore di perderla c’era, ma anche se fosse mai capitato preferiva fosse felice, e non avrebbe mai potuto odiarla. Ma non era questo il caso e lo sapeva, infondo nel gruppo tutti avevano più o meno i propri interessi per l’altro sesso, certo, dopo i recenti fatti avrebbe dovuto tener d’occhio alcuni per esser certo al cento per cento non fossero pericolosi, ma bene o male era neutrale verso ciascuno di loro, e non avrebbe agito da immaturo senza presupposti come qualcun altro.
La questione di Diana come aveva già detto non era nulla di grave, ciò a quanto pare era capitato da più di qualche ora quindi suppose, visto non aveva ricevuto chiamate, che suo padre non ne fosse a conoscenza, ma sarebbe stato qualcosa solo di passaggio.
Arrivato davanti all’ufficio del preside bussò alla porta un paio di volte, prima di ricevere risposta.
-Avanti.-
Superando la porta si poteva subito vedere un cambiamento dei toni, tutti aveva un’aura tetra ed oscura, perfino lo stesso uomo seduto dall’altra parte di una scrivania, intento a scrivere su alcuni fogli, era tutt’altro che capace di mettere a proprio agio.
-Mi scusi per il disturbo, ma dovrei parlarle di una questione importante.-
Iniziò subito Vladimir che già sapeva come trattare con certe persone, il rispetto era essenziale.
-Prego, allora.-
Facendo qualche passo avanti il giovane studente iniziò a parlare, non ricevendo però nemmeno un’occhiata.
-Si tratta della studentessa che recentemente è stata espulsa, vorrei che ciò fosse annullato.-
-E sulla base di cosa dovrei accettare?-
Chiese l’uomo rivolgendogli un’occhiata annoiata.
-Posso darle una giusta somma di denaro, in compenso, alla scuola farebbe comodo.-
-Alla scuola non servono altri soldi.-
Ci fu un breve momento di silenzio, se di solito non erano i soldi, la faccenda poteva complicarsi.
-Ho molte conoscenze che possono darle ciò che desidera, tutti hanno il loro prezzo, mi dica il suo e lo pagherò.-
Continuò Vladimir determinato a chiudere quella faccenda.
-Ne possiedo forse altrettante di conoscenze, oltretutto godo di una buona posizione sociale, ed il mio ruolo mi permette di far ciò che voglio con voi studenti.-
Non era facile trovare un accordo con questo tipo di persone, era vero, tutti hanno il loro prezzo ma quello di certi può rivelarsi dannoso…
Durante il silenzio che andò a crearsi il preside sembrò comunque riflettere, come se cercasse qualcosa che poteva veramente essergli utile, fino a quando non riprese a parlare.
-Forse, c’è qualcosa…-
 
 
 
 
Diana:

Nel mentre a scuola stava accadendo tutto questo, Diana, ignara, aveva continuato la propria mattinata come meglio credeva, cioè conciliando allenamenti con piacere.
Dopo aver trasportato la barca a largo vi era salita nuovamente, solo per poter far meglio un perfetto tuffo, da cui partì la sua immersione.
Visto il padre da piccola la portava spesso in barca con il passare del tempo aveva imparato ogni suo segreto, dalle correnti alle maree, oltretutto visto lui non era gran ché come nuotatore aveva spinto perché lei invece fosse capace, e così tutto questo le era tornato utile una volta cresciuta.
Muovendo semplicemente i piedi ad un ritmo costante ma sereno riusciva a far metri e metri, e fu proprio ciò che fece in quel momento, tenere gli occhi aperti poi era ormai un’abitudine anche se per certi era più difficoltoso.
L’acqua cristallina ed il bel tempo le permettevano di vedere ogni cosa, dalla sabbia agli sporadici coralli, ed i suoi polmoni allenati le davano modo di resistere tutto il tempo necessario ad ammirarli.
Anche se s’era allontanata c’era sempre da tener conto la bassa marea, quindi anche a quella distanza le bastava poco per raggiungere il fondo, almeno dal suo punto di vista.
Riuscì però già a vedere alcuni pesci nuotare in armonia, alcuni in banchi mentre altri singolarmente, ciascuno comunque aveva i propri colori e se si fosse portata una rete o un arpione forse avrebbe potuto anche catturarne qualcuno.
Ma infondo erano pesci troppo piccoli, anche per una sola persona, soprattutto se questa aveva il suo stomaco.
Il mare era fantastico, aveva l’innata capacità di portar via qualsiasi cosa e sostituirla con un pizzico d’allegria. Quando fu il momento di tirare la prima boccata d’aria tornò altrettanto rapidamente in superficie, facendosi accompagnare dalla schiuma delle onde. Nei momenti in cui doveva immergersi però lo faceva sempre in grande stile, in particolar modo tuffandosi. Questo era un altro buon motivo per la presenza della barca, se avesse voluto avrebbe potuto pure farne a meno, ma era ottima per i salti più spettacolari!
Il secondo tuffo fu meno elegante però, visto fu fatto di tutta fretta con l’unico scopo di poter tornare subito in profondità.
Questa volta la ragazza si spinse verso dei coralli che aveva notato in lontananza, il colore era sul violaceo mentre le alghe erano rossastre, questi colori erano impossibili da non notare e così l’avevano attratta.
Sembrava avessero fatto lo stesso anche con altri pesci, visto la maggior parte nuotava in quel preciso punto, uno di loro s’infilò perfino tra i capelli della ragazza la quale, trattenendosi dal ridere per non perder fiato, lo aiutò a liberarsi. Le venne in mente d’aver lasciato la spada a riva, se l’avesse portata avrebbe potuto fare un allenamento che, da quanto sapeva, facevano anche nelle piscine.
Lì consisteva nel lasciar affondare degli oggetti da recuperare, lei invece lo divideva in due fasi, la prima consisteva nel lanciare con quanta più forza la spada in acqua, ed in caso d’infilzamento di pesci erano punti doppi, e di vedere in seguito in base alla sua profondità nella sabbia com’era andata, poi c’era il recupero, forse più facile rispetto a prima.
Per questa volta però la sua nuotata sarebbe stata più rilassante che altro. Avvicinandosi ai coralli li ammirò giocando anche quando ne aveva l’occasione con i pesci vicini, da quando era bambina questi non avevano mai avuto problemi con lei, nonostante come piatto fossero deliziosi.
Forse perché capivano quando non aveva alcuna intenzione aggressiva, ma poco importava in verità, visto stava ormai esaurendo tutto il fiato.
Nuovamente tornò sulla propria barca, rischiando quasi di rovesciarla però vista l’energia con cui vi risalì.
Per il seguente passo  stavolta voltò le spalle al punto in cui voleva saltare, poi con una capriola s’immerse partendo dalla testa nuotando però stavolta solo con le braccia, non volendo mancar d’allenare anche loro. Certo, forse sarebbe stato il caso di riposare, ma l’acqua le dava una certa carica ed era piacevole sentirla muoversi lungo il corpo e tra le dita.
Stavolta riuscì ad arrivare a toccare perfino il fondo, era divertente come la sabbia non avesse minimamente forma nella sua mano, ma allo stesso tempo luccicasse come se fosse il contenuto d’uno scrigno. Il paragone le fece venire in mente un vecchio racconto di suo padre, in cui un uomo originariamente viveva sulla riva del mare con la sua famiglia, aveva tutto ciò che l’animo potesse desiderare ma una notte intravide un luccichio dall’acqua. Incuriosito s’avvicinò e dalla superficie gli sembrò di vedere un intero tesoro.
Spinto dalla smania di possederlo tutto aveva venduto casa, cacciato la propria famiglia per timore volessero rubargli il suo tesoro, e passato giorni interi a pianificare su cosa farci e come trasportarlo. Presa una barca aveva raggiunto il punto migliore e s’era tuffato, raggiunto il fondo poi s’era riempito le tasche di quelle che sembravano monete, ma una volta tornato in superficie e sulla sua barca s’era reso conto che le sue tasche erano solo piene di sabbia.
Ciò che aveva visto brillare non furono monete, ma appunto quella chiara sabbia che tra le onde ed i riflessi di luce l’avevano incantato. Aveva quindi rinunciato a tutto per una chimera.
In effetti quella storia era tutt’altro che gioiosa, ma suo padre gliel’aveva raccontata perché un giorno capisse il valore delle cose, e si rendesse conto di ciò che era veramente reputabile un tesoro. Per lui, da quanto gli aveva risposto, era la “famiglia” che s’era costruito, indipendentemente dal fatto fossero o no figli suoi riempivano la sua vita di gioia.
Era veramente una brava persona…
Questi ricordi le avevano preso un po’ di tempo, durante il quale lei era rimasta sul fondo a giocare con la sabbia, ma al termine si rese conto l’ossigeno stava ormai per esaurire e così, dandosi una spinta dal terreno, s’affrettò a riemergere. Non serviva dirlo, ma il calore del sole era sempre piacevole quando s’usciva dall’acqua, soprattutto al mattino quando la temperatura non era ancora particolarmente alta.
Per questo motivo Diana volle concedersi qualche secondo di piacere prima di riemergersi, se non l’avesse fatto  però, forse si sarebbe resa conto che il telefono di casa aveva iniziato a suonare…
 
 
 
 
 
Per la seguente lezione tutto il gruppo si sarebbe dovuto spostare nello stesso posto, ovvero nella palestra.
La professoressa Dumb come sempre stava già aspettando gli studenti, mentre costringeva quelli della lezione precedente a ripulire tutto prima che la lezione riprendesse. All’arrivo degli altri come prima cosa li fece mettere in fila al centro della palestra, camminando davanti a loro.
-Oggi, pallavolo. Vi dividerò io in squadre, così non farete scherzi.-
Per qualche motivo la donna sembrava più irritata del solito, ma nessuno obbiettò.
-Tu e tu, andate a prendere la rete!-
Urlò la donna a Grace e Ryujiin, la rossa fu la prima a muoversi, visto che per il ragazzo era il primo giorno, nel frattempo gli altri iniziarono ad esser divisi.
In silenzio i due arrivarono fino al grande sgabuzzino dov’erano conservati tutti gli oggetti, la rete si trovava in prima fila quindi non fu difficile prenderla.
-Tu sollevala da quel lato, io invece farò da questo.-
-Ma certo.-
Al loro ritorno anche loro vennero divisi insieme agli altri. Il loro gruppo comunque bene o male non era stato separato, semplicemente diviso e messo l’uno contro l’altro. La prima squadra era quella di Jack, Ailea, Khal, Astral, Hope, Johanna, Nadeshiko, Ayame e Ryujiin, di conseguenza nella squadra avversaria ci furono Daimonas, Lighneers, Zell, Lacie, Grace, Milton, Seraph, Alexander e Sammy.
Le due squadre si sistemarono verso la prima parte della rete, non erano gli unici studenti infondo quindi i gruppi erano di più.
Prima però di fischiare l’inizio dei giochi la professoressa volle avvisarli di una piccola modifica nel gioco…
-Ascoltate bene! Ogni volta che la squadra avversaria segnerà un punto,  a turno dovrete andare a combattere con un altro perdente di un’altra squadra, non necessariamente quella con cui state giocando. E potrete tornare a giocare solo quando avrete vinto! E’ tutto chiaro?-
-Sì signora!-
Ryujiin a quella spiegazione fu leggermente stordito, ma guardandosi intorno tutti sembravano d’accordo…
S’avvicinò però comunque ad uno della sua squadra, Astral, per parlarne e rassicurarsi.
-Ma…sta dicendo veramente?-
-Purtroppo sì, credo te lo abbiano già detto, ma qui impariamo a lottare ed a sopravvivere, quindi le lezioni sono tutt’altro che normali.-
-Si ma...arrivare a farci combattere tra noi non è estremo?-
-Aspetta di vedere quando accadrà.-
Rispose il ragazzo dandogli dei leggeri colpetti sulla schiena per spronarlo, andando poi a mettersi al suo posto.
I primi ad aver la palla erano la seconda squadra, ed al primo tiro c’era Alexander.
Il ragazzo se la cavava bene negli sport, ma dall’altra parte della rete c’era suo fratello, che lo guardava in un modo tutt’altro che allegro, per questo motivo distogliendo lo sguardo fece sì che il proprio colpo arrivasse sì dall’altra parte del campo, ma senza alcun tipo di forza.
-Mia!-
Nadeshiko intercettò subito la palla e con un bagher la passò a Johanna, la quale si trovava vicino alla rete ed a sua volta la bionda la passò ad Ayame.
Questa aveva tutta l’intenzione di fare una schiacciata, ma quando davanti a sé trovò un muro da parte di Lighneers l’intenzione svanì del tutto, sostituita dal desiderio di tentare di baciarlo.
-Il mio amoruccio non può far a meno di starmi vicino?-
Chiese lei aggrappandosi alla rete e lasciando cadere la palla, che toccò terra segnando il primo punto della squadra avversaria. Lighneers però sospirò alzando gli occhi al cielo, già esasperato da quella ragazza.
-Tu! Vai a combattere!-
-Ow ma io ed il mio tesoro potevamo usare questa rete come una speciale altalena…-
Rispose Ayame lasciando ben intendere il tipo d’oggetto a cui si riferiva, ma con agilità scese dalla rete andando verso l’angolo opposto della stanza, dove stavano avvenendo i combattimenti.
La partita comunque doveva continuare, ed il prossimo a lanciare sarebbe stato Daimonas, il ragazzo non aveva mai fatto molti giochi nell’infanzia, ed il motivo era ovvio visto il suo passato alle suore, dove non subiva altro che torture…ma gli bastò dare un’occhiata in giro per capire come dovesse fare, ed il suo tiro finì proprio al centro del campo avversario.
Nuovamente fu Nadeshiko a respingere con un altro bagher ma stavolta lo lanciò dagli avversari.
-Questa è mia nya!-
Urlò Lacie saltando sulla schiena del fratello per darsi uno slancio ancor più alto, facendo così sì che la palla non iniziasse nemmeno a cadere.
Avrebbe potuto fare molte cose, una schiacciata perfetta all’angolo scoperto, un passaggio semplice che destabilizzasse, ma le bastò dare la giusta occhiata agli altri membri della squadra per capire la soluzione migliore…
Bisogna comunque concedere la giusta attenzione anche a coloro che sono stati momentaneamente esclusi dal gioco però.
Ayame non aveva dovuto attendere il suo turno, doveva combattere contro un giovane ragazzo dai capelli biondi e gli occhi verdi, con una muscolatura nella norma e nessuna arma. In verità comunque per la pallavolo non era permesso utilizzarne, per questa volta, lei aveva lasciato la sua motosega nello spogliatoio, come Ailea i suoi coltelli e Seraph la sua spada, o Astral le pistole.
Ma andava bene anche così.
Gli studenti che dovevano attendere il proprio turno avevano dovuto formare un cerchio attorno ai due, come se fossero appunto degli spettatori innocenti.
-Cercherò di non farti troppo male…-
Disse il ragazzo mettendosi con le mani in una posizione d’attaccò, al contrario invece, Ayame con molta tranquillità scrollò un paio di volte le spalle, lasciando le braccia molli.
-Che peccato.-
Le bastò un solo salto per raggiungerlo e spostarsi poi al suo fianco, dove lo colpì con un pugno talmente forte da fargli perdere il fiato. Il ragazzo tentò comunque d’afferrarla con una mano ma lei glielo impedì piegando la schiena all’indietro, poi, con un salto lo colpì con un calcio al viso. Si sentì il suono di qualcosa di rotto, ma lei non si sarebbe fermata. Doveva far bella figura davanti a Lighneers che magari la stava guardando!
Non lasciò che l’altro cadesse a terra ai suoi piedi, ci doveva finire il suo amore non uno qualunque, e lo colpì al viso con un altro calcio, tenendo la gamba ben sollevata anche quando l’altro cadde a terra. Non lo fece solo per mostrare quanto era elastica, ma anche perché riteneva il suo fondoschiena fosse da ammirare in qualsiasi posizione, vista la sua perfezione.
Con questo colpo comunque segnò la sua vittoria, e poté tornare indietro dal gruppo giusto in tempo per vedere la schiacciata di Lacie.
La ragazza portando il braccio quanto più indietro possibile caricò il proprio colpo, colpendo senza pietà il viso della persona che si trovava a sinistra del centro, ovvero Khal.
Il colpo lo prese in pieno viso, facendogli fare qualche passo indietro e producendo un suono talmente forte da farsi sentire in tutta la palestra. La palle sembrò perfino restare qualche attimo attaccata al suo viso e quando si decise a cadere c’era un bel segno rosso, accompagnato dal sangue che scendeva dal suo naso.
-Khal!-
Ailea sentendo e vedendo l’urto aveva subito fatto per avvicinarsi, ma il ragazzo aveva scosso la testa alzando la mano per fermarla.
-Va tutto bene, stiamo giocando infondo. Bel colpo comunque.-
Disse poi sorridendo anche a Lacie, che la guardò storcendo il naso, non era certo ottenere un sorriso da lui ciò che desiderava. Il ragazzo però dietro quell’espressione nascondeva una rabbia tale che nessuno poteva immaginare, forse nemmeno il fratello.
Prima l’accusa, ed in parte l’esser stato scoperto, ora questa umiliazione di fronte alla sua compagna…quella stronza l’avrebbe pagata cara…mostrandosi però sempre sereno s’allontanò, mentre Ayame tornava al proprio posto.
Lacie invece ricevette una brutta occhiata da parte di Ailea, ed uno sguardo dispiaciuto e confuso da parte di Hope, Milton e Johanna, le quali non reputavano l’azione giustificata solo dall’antipatia.
La ragazza però non ci volle far caso, anche se corrugò la fronte, non voleva avere tutti contro solo per colpa di quello stupido, ma non era una falsa. Purtroppo però, un sospiro da parte di Astral le fece intuire che anche a parere suo avrebbe potuto mostrarsi un po’ più matura nella situazione.
Stavano per riprendere la partita quando una serie di palloni vennero lanciati contro Lacie, che riuscì a schivarli solo per poco vista la sorpresa. A lanciarli erano state un gruppo di ragazze che la guardavano con odio.
-Riprova a ferire il suo splendido viso e ti staccheremo le orecchie a morsi.-
La ragazza che aveva parlato per farsi capire ancor meglio dall’altra, che comunque non ebbe la minima paura, le lanciò un altro pallone, ma Astral portandosi davanti alla sorella lo prese con una sola mano e lo fece scoppiare stringendolo come fosse un mandarino.
-Riprovaci, e la tua testa farà la stessa fine.-
La voce del ragazzo era talmente profonda da sembrar quasi arrivasse dall’inferno, ed il suo sguardo mostrava una rabbia tale che avrebbe potuto bruciare all’istante la ragazza, questa però si fece forza della vicinanza con le altre, ma non poté non tremare qualche istante.
In gruppo cercarono nuovamente di colpirli entrambi, ma ben tre palloni colpirono le più vicine, e la loro potenza era forse ancor più forte di quella usata da Lacie contro Khal, perché i segni furono molto più evidenti, a lanciali erano state Seraph, Grace ed Ailea, la quale quasi ringhiando fece un passo avanti.
-Provateci…e vi apriamo il collo come delle luride galline.-
La frase fu accompagnata da un macabro sorriso, ed il suo occhio destro guizzò improvvisamente a destra e sinistra facendo urlare alcune delle ragazze, che disgustate ma anche impaurite dall’intero gruppo che le stava guardando s’allontanarono.
Perfino Sammy aveva mostrato un’occhiataccia, anche se lei poteva far più tenerezza che altro, invece a sorpresa c’era stata anche Hope ad incutere un certo timore, Alexander che al contrario era rimasto impassibile l’aveva notato ed aveva provato quasi un brivido, non di piacere come quelli che provava il fratello con la sua compagna, ma del genere di sottomissione, non avrebbe mai voluto vedere un tale sguardo di disgusto su di sé. Anche Johanna aveva fatto lo stesso, ma più che dall’intero viso erano gli occhi a dimostrarlo, conosceva quel tipo di persone, bulli che facevano i grandi solo in gruppo, erano veramente il peggio del peggio, ma non avrebbero vinto contro di loro.
Pure Grace conosceva il tipo, ma se Johanna risolveva in passato le cose con maturità e calma lei invece non aveva mai avuto problemi a farlo a parole o mani, queste ultime soprattutto visto la gente agisce prima di pensare, ma con lei c’era sempre stato poco da fare, perdevano dopo poco.
Ayame invece aveva riso per quella scena, quel momento aveva certamente permesso apprezzasse di più il gruppo, visto pure lei era disgustata da quelle ochette, ma non provava ancora quel senso di protezione per Lacie. Lighneers invece era un discorso più complicato, il fastidio provato non derivava solo da una piccola simpatia per Lacie, derivata più che altro dalla sua dolcezza, ma dal puro disgusto che provava su simili soprusi, non tutti sono in grado d’aver degli amici a difenderti, ed in quei casi si può arrivare perfino a rovinar delle vite…
Zell poi anche non sembrava certo inoffensivo, ma non aveva voluto colpirle per il fatto erano tutte donne, e se poteva evitare preferiva non ferire il gentil sesso, anche se di gentile quelle non avevano nulla…
Anche Jack non aveva certamente simpatia per quel genere di persone, ma come Ayame aveva quasi riso per le loro facce, pensò oltretutto che ad Halloween Ailea sarebbe certamente stata utile per fare degli scherzetti divertenti.
Daimonas invece, con i suoi glaciali occhi, s’era mostrato allo stesso tempo sia impassibile che furente, e nel gelo del suo sguardo si vedevano delle fiamme oltre ogni misura, ancora un gesto e certamente non sarebbe rimasto indifferente a quelle bullette. Milton invece tra tutti era stata forse tra le più, gentili, anche se pure lei in quella nuova espressione avrebbe potuto far tacere facilmente chiunque, non aveva però lo sguardo omicida degli altri, ma questo poteva appunto derivare dal fatto lei era un’anima pura, che non arrivava a pensare alle cose peggiori pur di vendicarsi.
Colpito dall’intera scena Ryujiin provò una certa ammirazione per l’unione di quel gruppo, nemmeno mezz’ora prima sembravano aver pesantemente litigato ed ora invece si stavano proteggendo a vicenda, forse infondo era questa l’amicizia, il fatto che nonostante si possa litigare il bene reciproco che si prova è più importante del proprio orgoglio, infondo in una vera amicizia ben poche cose sono irreparabili, a patto si tenti di sistemarle. Sentì anche un profondo dispiacere per quelle ragazze che, nonostante la loro bellezza, dentro erano così vuote.
Nonostante ciò che era successo, Lacie non poté non guardare anche la bruna con dolcezza, significava forse che non ce l’aveva con lei ed erano ancora amiche?
Sperava di sì.
Astral era altrettanto contento, perché erano state subito pronte a difendere la sorella, anche Seraph, la quale mai avrebbe permesso che capitasse qualcosa a Lacie, non lo meritava.
Il suo sguardo involontariamente si soffermò più a lungo del previsto sulla bionda, che imbarazzata distolse lo sguardo, e tutti si prepararono per continuare a giocare.
Alla scena comunque aveva assistito anche Khal, il quale ancora non aveva potuto lottare, ma ne era stato felice. Il tono di Ailea, il suo occhio, il suo sorriso, tutto di lei l’avevano eccitato ed in parte distolto la sua attenzione dalla rabbia che provava. Ma avrebbe avuto modo di sfogarsi a dovere più avanti, ora era il suo turno di combattere.
Scrocchiandosi il collo il ragazzo osservò il suo avversario, un altro studente dai capelli castani con una muscolatura ben definita, questo però lo guardava già con paura, come se sapesse cosa stava per accadere.
Da lontano poteva sentire alcuni schiamazzi di quelle oche che gli andavano dietro, ma si sarebbe voltato solo per la voce del suo piccolo giocattolo, e nessun’altra.
Quando venne il momento d’agire la prima cosa che il ragazzo fece fu con una scivolata portarsi davanti all’altro, colpendolo poi con un violentissimo calcio al ginocchio e nel momento in cui l’avversario si piegò in avanti ne seguì un pugno sul viso ed alle costole.
Quella scena gli riportò alla mente una delle prime lezioni con Ailea, in cui aveva desiderato mostrargli in una lotta con un altro verme di cosa fosse capace, ma stavolta le cose sarebbero andate diversamente perché sapeva che stava guardando.
Afferrando per il collo il ragazzo, che già perdeva sangue, lo colpì con numerose ginocchiate allo stomaco senza mai permettergli di cadere, e solo quando si fu stancato glielo lasciò fare afferrandolo però per il braccio, spostandosi dietro di lui iniziò una presa che lo avrebbe spezzato facilmente, e così infatti fu.
Il suono dell’osso rotto fu chiaro, ed il suo urlo ancor più forte.
Per farlo tacere spinse il piede sulla sua testa con forza, facendola scontrare con il suolo, rompendogli dei denti per la pressione.
La lotta era già conclusa e Khal camminò sulla testa del ragazzo dolorante superandolo, sorridendo quando vide Ailea fissarlo.
Mentre lui combatteva la partita era andata avanti.
A battere stavolta era stato Ryujiin, che aveva mandato la palla nell’altro campo puntando leggermente a sinistra, dando la possibilità a Daimonas d’evitare andasse fuori dalle righe.
Nella squadra di quest’ultimo ci fu un rapido passaggio tra Grace, la quale con un piccolo passaggio la fece arrivare a Zell, il quale però prese in braccio Sammy in modo tentasse una schiacciata.
La piccola si stava divertendo, ma difficilmente avrebbe potuto far molto contro Astral, che però non agì con troppa forza facendo semplicemente spostare la palla a metà del proprio campo.
Hope con un bagher la fece andare dall’altra parte, ma venne intercettata da Lighneers che  tentò una schiacciata contro Ailea.
La ragazza avrebbe potuto parare, in un modo o nell’altro, ma durante tutto quanto era rimasta ferma a fissare il suo compagno con le labbra leggermente aperte. La violenza con cui colpiva, la precisione, era tutto così…bello.
Quando lui la guardò macchiandosi di sangue provò un brivido lungo tutta la schiena, non certo di disgusto, ma nella sua distrazione finì per farsi colpire dalla palla dritta sulla testa.
-Accidenti…-
Disse abbassando lo sguardo imbarazzata, Seraph accanto sospirò alzando lo sguardo al cielo, mentre l’altra andava verso la zona dei combattimenti. Nel breve attimo in cui la coppia passò l’una accanto all’altro ci fu una breve carezza da parte di lui sulla coscia, ed un rossore come risposta, dopo di che la ragazza andò per prepararsi sotto l’ennesimo sguardo d’odio d’altre ragazze.
Dovette aspettare molto poco almeno per combattere, contro un’altra ragazza stavolta dai capelli biondi tenuti in una coda di cavallo. A ben pensarci non ricordava l’ultima volta che aveva combattuto in quel modo, senza effettivamente rischiar nulla e per piacere personale. Non aveva i suoi pugnali questo era vero, ma non per forza doveva essere un male.
All’inizio della lotta la prima cosa che fece fu schivare alcuni pugni dell’altra, e sentì crescere dentro di sé una sensazione ormai dimenticata.
Il divertimento.
Era divertente vederla impegnarsi per ferirla e veder deluse le sue aspettative, ma colpirla lo fu anche di più. Mirò direttamente al naso colpendola tre volte di fila, e colpo dopo colpo un sorriso sbocciava sulle sue labbra.
Lottare era qualcosa che la faceva star bene…no…era lo sparger sangue.
Come aveva detto prima a Daimonas, in una città normale non avrebbe mai potuto vivere, combatteva e feriva perché in quel modo la sua mente era distratta dalla realtà dei fatti, perché altrimenti avrebbe solo sofferto nei dubbi e nella consapevolezza.
Chinandosi caricò la ragazza afferrandola per i fianchi e spingendola a terra, ed a quel punto iniziò a colpirle il viso a ripetizione unendo perfino le mani, l’altra cercò di difendersi tenendo le braccia alzate e così Ailea in quei casi passava a tirarle delle testate, anche lei in parte si faceva male, ma certamente non quanto l’altra. Vista anche la resistenza dell’avversaria la ragazza Ailea interruppe quella strategia alzandosi e passando ad una serie di calci sulla rivale a terra, solo quando fu chiaro per tutti la vittoria fosse sua si fermò, e come lei aveva guardato il suo compagno con una punta d’eccitazione anche lui non aveva smesso di guardarla, leccandosi le labbra quando si guardarono a vicenda.
Nel frattempo a lui era toccato battere per il continuo della partita, il suo colpo però fu tenue tanto che arrivò alla rete dalla parte della sua squadra, ma questo aveva permesso a Nadeshiko di tentare una schiacciata, che venne ricevuta  da Lacie la quale la mandò abbastanza in alto da lasciar qualche secondo prima tornasse da loro.
Fu Hope, dall’altro campo, a prenderla con un passaggio che ne diminuì la forza, passandola però a Jack per schiacciare.
Stavolta venne il turno di Grace d’evitar di perdere il punto, che la passò a Seraph che  riuscì a lanciarla dall’altra parte sia della rete, proprio dove si trovava Johanna.
In quel momento preciso momento Ailea concluse la sua lotta e tornò verso il gruppo, giusto in tempo per assistere alla schiacciata più forte che Johanna riuscì a fare, la quale, purtroppo, finì direttamente contro Daimonas in pieno viso…
   
 
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