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Autore: Daistiny    19/09/2018    0 recensioni
Della principessa che era stata un tempo ve ne rimaneva ben poco, nient'altro che l'ombra e la polvere. Ondine B'nargin Dalmasca non esisteva più.
Di lei era rimasto solo un vecchio vestito sgualcito e sporco, ridotto a brandelli, buttato in un vecchio baule.
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Ashe, Basch, Un po' tutti
Note: AU, Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Follow your heart and find your destiny

As time goes by I know you’ll see


I loved you enough to let you go free




**Rabanaste -Appartamento di Amaya**

Lentamente Amaya si stava svegliando dal suo torpore, una volta sveglia ne approfitto per fare colazione, per poi vestirsi e recarsi al Clan Centurio per vedere se c'erano novità sui ricercati. Ce ne erano sempre di nuovi, soprattutto ricercati riguardanti la zona di Rabanastre e dintorni.
Una volta fuori casa la cacciatrice si recò al clan, fece la solita strada una volta li Amaya chiese quello per cui era lì.
Monblance vedendola tornare di nuovo le corse in contro salutandola.

-Come mai di nuovo qui? Ancora alla ricerca del Krachot?- domandò il capo clan.
-No!- esclamò seccata Amaya. -Sono qui per vedere se ci sono per caso nuovi ricercati che danno problemi, possibilmente in torno a Rabanastre e dintorni. Io e il mio patner abbiamo deciso momentaneamente di fermaci qui per un po' e ci servono liquidi.

-Ok, allora abbiamo qualcosa che fa al caso tuo, cinque nuove ricercati e tutti di classi differenti. Ti va bene kupò?- propose il moguri.

Amaya guardo la piccola bestiola e disse che per lei non c'erano problemi, che quei ricercati era ciò che stava esattamente cercando.

Montblance spiegò ad Amaya dove poteva trovare i cinque committenti riguardo i cinque ricercati. Il primo committente si trovava alla taverna Mare di Sabbia ed era il locandiere, il secondo si trovava vicino alla fontana delle porte mentre il terzo, un bangaa si trovava all' aerodromo.
Il quarto era una guarda imperiale e in fine il quinto era un soldato della guardia reale.

Amaya ascoltò con grande attenzione ciò che le disse il leader del clan, raccolse i volantini e le informazioni che aveva appena avuto, e senza perdere tempo decise di mettersi alla ricerca dei cinque committenti.

Il primo luogo che la donna decise di raggiungere fu il locandiere della taverna Mare di Sabbia, per tutto il cammino Amaya rilesse più volte i volanti.
Filò dritta fino alla taverna, la raggiunse in circa mezzora di camminata a passo svelto.

Varcata la soglia della locanda, Amaya buttò un'occhiata al locandiere, si spostò verso di lui, spiegandogli perchè era li e cosa cercava. 
Il pover uomo spiegò alla cacciatrice che aveva registrato un mostro come ricercato, perchè questi aveva attaccato più volte alcune carovane che portavano con se alcune cose che gli servivano per la taverna e che stava disperatamente aspettando.

Accetto questo richiesta Amaya si dedicò al secondo committente, che le racconto che doveva occuparsi di un mostro che aveva rubato un prezioso anello, con il quale lui voleva chiedere alla fidanzata di sposarlo.

Il terzo committente, il bangaa invece chiese ad Amaya di occuparsi di un mostro nelle fogne che stava disturbando alcuni lavori di restaurazione, i quali non stavano avanzando.

Il soldato imperiale, che era il quarto committente, pregò Amaya di abbattere un mostro che stava causando non pochi problemi nella zona della pianura di Giza, più precisamente al villaggio dei nomadi.

E quando fu il momento di fare visita al quinto ed ultimo committente, Amaya non brillava affatto dalla voglia di dirigersi a Palazzo. Ma considerato il tempo passato lontano e quanto fosse cambiata, forse non l'avrebbero riconosciuta.
Amaya si diresse nella zona non principale del palazzo reale, ma nella zona che ospitava le caserme dell'Ordine dei Cavalieri di Dalmasca.

Conosceva la strada, filò diritta mentre sguardi curiosi si venivano a creare a torno alla sua figura, che veniva scambiata per una rozariana visto il colore scuro dei suoi capelli e dalla foggia dei suoi vestiti.

Amaya si meravigliò quando scoprì chi era il quinto committente, un cavaliere dell'Ordine, e non uno qualsiasi.Un Azelas, più accuratamente il figlio di Vossler.
Altan Dunya Azelas.

La ragazza non ci voleva credere che un membro di casa Azelas stesse chiedendo l'aiuto di alcuni cacciatori, considerato il loro sconfinato orgoglio. Quella doveva un'emergenza.

Amaya osserva un gruppo di giovani cavalieri esercitarsi nella spada e con altri armi, per tanto la ragazza decise si richiamare la loro attenzione interrompendo la loro esercitazione.
Emise un forte e lungo fischio che echeggiò per tutto il cortile e nelle varie sale adiacente. Chiunque lo sentì, e per qualche secondo tutti lasciarono perdere quello che stavano e si girarono nella direzione di dove avevano sentito partire il fischiò.

Tutti fissarono silenziosi la figura di Amaya, tutti si guardarono tra loro come per chiedere se qualcuno la conoscesse, a quel punto l'ex principessa fece un passo avanti una volta ottenuto l'attenzione di tutti, domandò dove potesse trovare il Capitano Azelas.

Alcuni giovani cavalieri facendosi avanti verso la figura della donna, le chiesero chi fosse e cosa cercasse dal capitano.

-Sono una cacciatrice del Clan Centurio e sono qui perchè il vostro Capitano a richiesto l'aiuto del clan per un ricercato di cui evidentemente non è riuscito ad occuparsi. -Puntualizzò seccata Amaya.

-Deve essere per quella banda di banditi vicino alle caverne del Zertinan.-si pronunciò un giovane soldato del gruppo.

-Infatti ho richiesto l'aiuto del Clan Centurio, proprio per questo motivo!- esclamò una voce possente da dietro a tutti i presenti. Il gruppo di cavalieri si voltarono di spalle, mentre man mano alcuni iniziarono a dividersi e a farsi da parte lasciando passare colui che aveva parlato.

Il misterioso individuo camminò fino a trovarsi faccia a faccia con Amaya. La guardava con aria interrogativa, quel volto gli era molto famigliare ma non aveva tempo da perdere in vecchi ricordi, doveva capire cosa voleva quella cacciatrice e subito.

-Quindi siete voi che avete interrotto e disturbato l'allenamento dei miei uomini.- Buttò uno sguardo ai suoi soldati, per poi posare l'occhio su Amaya.

-Si!- fu la risposta secca e decisa di Amaya che stava iniziando ad assumere un espressione abbastanza seccata.

-Avete fegato.-riconobbe l'huma che le stava d'avanti doveva avere qualche anno in più rispetto a lei, massimo quattro. 
-Voi siete?- chiese in fine il cavaliere rivolgendosi alla donna con un aria di sufficienza.

-Amaya...- La cacciatrice si limitò solo a pronunciare il suo nome, che un brusio in torno a loro si sollevò. "Amaya" non era di certo un nome comune...

-Singolare... vi si addice. Io sono il Capitano Azelas, colui che state cercando.- si presento lui, facendo una riverenza alla giovane cacciatrice.

-Noto che siete un tipo diretto, quindi non le dispiace se non perdiamo tempo e ci mettiamo subito d'accordo?- domandò con una certa ansia Amaya al capitano, il quale rispose no, che al momento poteva, stava allenando alcune reclute.

La risposta non piacque affatto ad Amaya, per tanto dovette sopportare dopo qualche ora, quando il Capitano Azelas fu finalmente libero dai suoi impegni si affrettò a raggiungere la sua ospite.

Il Capitano Azelas era l'esatta copia di Vossler, salvo qualche differenza. Aveva i capelli appena più lunghi ed invece della barba potava un pizzetto.
Amaya lo conosceva bene, o almeno conosceva di lui, il "Dunya" di vent'anni che soleva scherzare con lei quando aveva sedici anni.
Ma di quel ragazzo ora sembrava non rimanere più alcuna traccia, di fronte si trovava un nuovo di trentadue anni uguale in tutto a Vossler.
Col tempo poi loro due si erano persi.

A ben guardarlo Amaya pensava che il figlio di Vossler, non doveva avere la stessa forza del padre, se questi si era rivolto al Clan Centurio per sistemare una banda di banditi.
Il suo pensieri al riguardo trovarono subito forma, e dalle sue labbra l'ex principessa espresse un pensiero tanto sprezzante quanto provocatorio.

-L'Ordine dei Cavalieri di Dalmasca deve essere caduto in basso, per non riuscire più a sistemare una semplice banda di ladri

Tali parole non piacquero affatto a tutti i presenti. Ma chi si crede di essere quella... per venire qui e giudicarci.- Un soldato pensò con ferocia, mentre stava schiumando di rabbia.

Altri pensieri simili si fecero largo nella mente dei presenti, anche lo stesso Capitano non ne era immune. Si sentiva ferito e punto nel vivo.
Non potendo tollerare una tale affermazione meschina, il Capitano rispose solo come un vero Azelas sapeva fare.

-Noi non siamo codardi! Se abbiamo richiesto l'aiuto del clan e perchè abbiamo molte cose di cui occuparci. Non riusciamo a gestire il tutto. Noi non siamo come te, non combattiamo per denaro!- la sua voce ruggì echeggiando per l'intero cortile.

-Già... voi servite una volontà più grande!- il tono nella sua voce fu quasi ironico, Amaya non nascondeva tutto il suo disprezzo per loro. Il suo tono di voce quasi acuto era fortemente irritante così pure quella specie di sorrisetto compiaciuto sulle sue labbra.

-Esatto! -Esclamò Atlan.
-Certo anche se che le parole di un Azelas vango quanto quelle del regicida.... Tutte e due hanno lo stesso identico valore.- il gelo scese nell'intero cortile.
Nessuno stava capendo a cosa Amaya si stesse riferendo con quel commento, ma paragonare un membro della famiglia Azelas a colui che invece si era rivelato essere un infame traditore risultava presso che un insulto, ma di quelli gravi.

Comunque...- Amaya continuo a parlare con assoluta tranquillità.- Vorrei poter riprendere il discorso inerente ai ricercati.

Atlan Azelas era quasi furente per quelle parole, mantenne il sangue freddo e cercò di dare alla cacciatrice tutte le informazioni, su cui era impossesso riguardo ai banditi.

-La banda è composta da sette elementi, huma, bangaa. Da diverso tempo stanno facendo razzie in varie zone, tutte situate in torno alle caverne di Zertinan. Usano le caverne come nascondiglio oltre come mezzo per spostarsi.
In precedenza ho mandato anche alcuni uomini, ma questi hanno avuti molti problemi a causa dei mostri che infestano quelle zone, ci sono stati anche dei problemi quando hanno cercato di avanzare nelle caverne.
Fosse solo questo il problema, con la date delle nozze reali che si stanno avvicinando sempre più, a palazzo c'è più richiesta della presenza di soldati per rafforzare i ranghi. Oltre ciò, ai soldati è continuamente richiesto anche di occuparsi di altre mansioni, e per queste cose alla fine abbiamo al riguardo poco personale.
Comprendi ora perchè mi sono rivolto a voi cacciatori?. 


È il vostro futuro re al riguardo non fa nulla per il suo futuro popolo e la sua "amata" regina? -chiese Amaya sollevando un sopracciglio, curiosa di sapere cosa il capitano potesse risponderle.
Infondo tra un po, Dalmasca e Archadia avrebbero fatto parte di un unico impero.

-Beh... ancora no, lui non è ancora il nostro re! A causa di questa situazione non tutti sono felici di queste nozze e sono scoppiati dei disordini. Nessuno vuole come re, un imperiale. Molti di noi ancora non hanno dimenticato l'affronto subito e non sono disposti a perdonare.

Amaya fece finta di ascoltare le parole del Capitano Atlan, in realtà non voleva saperne nulla di quello che stava succedendo a Dalmasca. Meno sapeva, meglio era.
La cacciatrice si limitò semplicemente a dire che accettava il mandato, e che sarebbe stato facile sconfiggere quei ricercati. Atlan si mostrò abbastanza scettico difronte alla sicurezza ostentata, il Capitano dubitava fortemente che quella ragazza potesse riuscire nell'impresa.

-Siete sicura di riuscirci? Non sembrate molto adatta a tale professione.-chiese l'huma sollevando un sopracciglio dubbioso, Amaya si mostrò leggermente infastidita da tale insinuazione, ma preferì ribattere a parole a tale insinuazione.

-Ti consiglio di non sottovalutarmi, sarebbe un grave errore.- Sibillo la cacciatrice mentre sulle sue labbra comparve un ghigno.

La sfacciataggine e la determinazione mostrate da Amaya, colpirono non poco Atlan, detto ciò la cacciatrice salutò il capitano e così come era arrivata se ne andò.




**Archades- Ufficio del giudice Gabranth**


Gabranth nel suo ampio ufficio della nona divisione stava dando le ultime direttive prima della partenza per Rabanastre. Aveva ricevuto l'incarico dal giovane Imperatore di occuparsi della sicurezza e per tanto stava valutando diverse opzioni per quanto riguardava le misure da adottare per il matrimonio con la Regina dalmasca.

Quell'evento sarebbe stata di grande importanza per l'intera Ivalice. Il giudice Magister aveva fatto anche valutare e ricontrollare tutte le informazioni in suo possesso, che i suoi informatori gli avevano fatto pervenire.
Per tanto era informato non solo dell'attuale situazione che vigeva nella capitale imperiale ma anche in quella dalmasca.

Le cose di cui occuparsi erano talmente tante che il Gabranth da solo non riusciva ad occupasi di tutti, decise di far convocare Sebastian che in quegli anni si era dimostrato un valido assistente e braccio destro. 

Anche se tra i due giudici c'era dell'inimicizia dovuta alla scomparsa di Ondine, Sebastian aveva deciso di rimanere al fianco di Gabranth per ragioni sue personali.
Nonostante tutto il landisiano svolgeva senza problemi il suo lavoro come giudice.

-Per quale ragione mi avete fatto convocare?- Rispose abbastanza seccata il giovane Sebastian, mentre guardava con disprezzo il suo capo.

-Desidero che ti occupi di alcuni incarichi. Dovrai recarti a Rabanastre e recare le mie ultime disposizioni per quanto riguarda la sicurezza e lo schieramento delle nostre forze. Infine dovrai portare un messaggio da parte mia a sua altezza. Tutto chiaro? -Domandò il giudice da dietro il suo elmo oscuro, mentre i suoi occhi erano fissi su Sebastian.

Il tono in cui Sebastian rispose al Magister mostrò quanto rancore il giovane landisiano provava nei riguardi di Gabranth. 

-Non sarebbe il caso che tu faccia da reggicandele? Da quello che mi risulta io non ho mai giurato fedeltà a tale cagna, che non so con quale coraggio di faccia chiamare Regina, ne tanto meno che io non la ritengo tale.

Da quando Sebastian aveva preso servizio come giudice e vice di Basch, non c'era stato momento in cui lui non avesse ricoperto di insulti apertamente Basch e la regina Ashe.
Basch aveva silenziosamente sopportato le ingiurie sul suo conto, e mal sopportava quelle sue Ashe. Ma la verità non era dalla sua parte, era dalla parte di Sebastian. 
Se avesse reso pubblica la storia di Ashe e del giudice beh... ci sarebbero stati solamente problemi. Di Ondine si era detto che era scomparsa senza una vera e propria ragione.
Era noto però che qualcosa tra lei e il giudice Gabranth non era andato come doveva. Un giudice Magister lasciato dalla donna che aveva dichiarato di amare... non si era mai visto.
Ondine era diventato un fatto molto conosciuto alla corte imperiale. Prima era stata nota come la sposa di un traditore, poi ancora quella di un Giudice Magister... ma che aveva piantato in asso. 

Gabranth mal volentieri decise di passare sopra la frecciata di Sebastian, quello non era il momento per fare storie. Aveva molto di cui occuparsi.

Nonostante l'insulto, visto la sua posizione Sebastian fu comunque costretto anche se con aperta riluttanza ad obbedire agli ordini di Basch. Non volendo essere il solo ad occuparsi di questa faccenda Sebastian ordinò ad altri suoi sottoposti di aiutarlo nel suo incarico.

Il giudice contatto Armel, Solona e Olean anche loro giudici come lui, ma di rango più basso.
Armell era un nobile di Archades come pure il resto dei tre, aveva 28 anni, così pure gli altri forse anche qualche anno di più, ma la media degli anni era quello.
Armell aveva capelli castanni corti, ed occhi nocciola, e lineamenti decisi.
Era una persona molto gioviale cosi come pure gli altri due.

Solona era un giudice esperto di magia, e dei tre era il membro più giovane oltre a mostrare una personalità decisamente fin troppo maliziosa. Solona aveva lunghi capelli rossi, occhi verdi e lineamenti molto delicati.

Olean dei tre giudici era quello più grande e con una personalità decisamente più calma e meno casinista. Aveva i capelli scuri e mossi, gli occhi neri e la pelle molto olivastra.
Questo giudice parlava con uno spiccato accento rozariano, in effetti poteva vantare radici appartenenti all'impero di Rozaria. Sua madre era una nobile rozariana che quasi trentanni prima era fuggita con un nobile di Archadia col quale aveva finito con lo sposarsi.

I tre erano molto amici di Sebastian, e quando si videro convocati da lui, gli chiesero il motivo di tale convocazione se riguardava un'altra questione con Gabranth.
-Come mai questa convocazione?- domandò Armel molto incuriosito dalla richiesta del suo amico.

-Beh preparate i bagagli partiamo per Rabanastre tra qualche ora, e voi verrete con me. Siete gli unici di cui mi fidi.- Esclamò Sebastian abbastanza annoiato da tale situazione, sventolando alcuni fogli che riportavano gli ordini del capo della nona divisione.

-Ordini di Gabranth?-chiese Solona notando la mancanza di entusiasmo del suo amico.

-Già. Vuole che riportiamo le sue ultime disposizione per quanto riguarda lo schieramento delle otre unità, non finisce qui... desideri che io conferisca con la regina dalmasca riguardo le misure di sicurezza per il giorno delle sue nozze.

-In pratica ti ha mandato a fare da babysitter, visto che lui non può. Bella rogna amico.- Commentò molto ironicamente  Olean, conoscendo la profonda avversione che il suo amico Sebastian aveva per la regina Ashelia.

-Olean, preferisco morire che avere a che fare con quella cagna dalmasca.- Sebastian non riuscì a tenere e freno nuovamente la lingua, l'odio per la regina dalmasca era ben evidente.

-È per via di quella vecchia storia SebastianMa in tutto questo cosa centra la regina?- Un sorriso malizioso comparve sulle labbra di Solona, curiosa come era di conoscere la verità al riguardo.

-Si riguarda quella storia.- Si limitò a rispondere Sebastian.

-Però non mi hai risposto se è vero ciò che si disse sulla regina e Gabranth, quella volta.- Solona continuò a tempestare il landisiano di domande, finchè questi non decise di risponderle.

-È tutto vero, a dispetto a chi dice che siano solo voci infondate. Per dirtelo io che ero vicino a sua altezza, Lady Ondine. Non puoi dubitare della mia parole.

-Quindi non è di certo una buona idea, quella di Gabranth di mandarti a Rabanastre da Lady Ashe.- Armell aveva fatto notare la decisione al quanto discutibile di Gabranth, ma forse c'era un perchè a questa decisione apparentemente illogica.

-Mi pare ovvio, Armell.- Sebastian rispose in maniera abbastanza annoiata, allora il suo amico Armell gli chiese come mai non abbia rifiutato l'incarico visto i pessimi rapporti.

Sebastian rispose che stava facendo il suo lavoro e secondo perchè aveva le sue ragioni. Infine pesantemente stanco di tutti quei discorsi Sebastian, esorto i suoi tre amici a chiudere li il discorso e a dedicarsi ai nuovi ordini di Gabranth.





**Rabanastre - In giro per le vie della capitale dalmasca** 

Brace si era da poche ore svegliato, dopo Amaya, con grande stupore l'huma si era sorpreso nel apprendere che la sua socia si fosse alzata prima di lui.

Il cacciatore imperiale si chiese dove Amaya si poteva trovare, ipotizzò abbastanza sicuro che la ragazza si trovasse al Clan Centurio a controllare le cacce.

Brace era abbastanza preoccupato e in ansia per ciò che riguardava l'umore della sua socia. Tanto da cercarla al clan, ma una volta lì, il giovane imperiale apprese che la sua socia se ne era già andata da un pezzo.

Prima di lasciare il clan, l'imperiale si fa dare i volantini delle cacce a cui Amaya si era mostrata interessata, Brace vuole provare a chiedere ai committenti di quelle cacce se per caso hanno visto la sua patner.

Quella è la prima volta per Brace che si ritrovava a vagare da solo per Rabanastre, per lui era una città molto diversa rispetto ad Archades. C'era solo da perdersi, ma conoscendo una particolare invenzione che si trova solo in quella città Brace decise di usare il Moguxi, per spostarsi rapidamente.

Il Moguxi portò Brace esattamente dove voleva, alla Taverna Mare di sabbia, rivolgendosi direttamente al locandiere, chiedendogli se avesse parlato con la sua amica. 
L'uomo gli chiese come mai stesse cercando la donna, Brace gli risponde che quella donna è la sua patner. 
Mentre Brace stava discutendo con il locandiere, avvertì una voce familiare provenire alle sue spalle.

-Non sapevo fosse ritornati e per di più tra tutti i posti proprio qui.

Brace sapeva bene a chi apparteneva quella voce bassa e rugosa, erano tanti anni che non la sentiva, ma non si era mai dimenticato del suo proprietario, quella faccia da schiaffi di Baltheir.
Nemmeno a distanza di otto anni, l'avio pirata sembrava essere chissà quanto cambiato. Le uniche differenze erano un orrendo pizzetto, che secondo il pirata faceva più uomo vissuto e alcune piccole rughe.

Per gli dei, Brace notava quanto il pirata fosse simile a suo padre, sempre con quel suo sorrisetto compiaciuto. Per Brace non era una bella visita, se lo avesse visto Amaya come minimo un pugno gli avrebbe dato, e uno di quelli belli forti.

Il pirata portava sempre una camicia di seta bianca, pantaloni in pelle, e una fusciacca stretta a torno alla vita. Brace non fu affatto felice di rivedere quella vecchia conoscenza.

-A causa tu, io e Amaya ci troviamo in questa situazione. Di la verità lo hai fatto di proposito.Solo perchè non vuole avere nulla a che fare con voi. -La voce del cacciatore ruggì per tutta la locanda, mentre Balthier sornione faceva finta di cadere dalle nuvole. Lui si dipingeva come estraneo ai fatti.

-Balthier puoi fare l'ironico quanto vuoi. Ma dovete lasciarla una buona volta in pace. -Gli urlò contro l'arcadiano, afferrando Balthier per la camicia in un moto di rabbia.

-Io ti inviterei a calmarti amico. Certo ce siete invecchiati male tu e Amaya. - La voce del pirata si era fatta seria, e per nulla amichevole. Balthier non voleva avere noie specialmente di prima mattina.

-Parli proprio tu, che nella tua vita non hai fatto altro che scappare. Non sei proprio nella posizione di giudicarci.

Mentre sia Brace che Balthier discutevano animatamente, Fran osservava da debita distanza la discussione dei due huma, era seccata da tutta quella situazione tanto da alzare gli occhi al cielo.
Nono era della stessa opinione della viera, entrambi sapevano che Balthier una volta che si trovava in situazioni simili non avrebbe smesso di provocare l'altra parte.

Fran si chiese se anche al matrimonio di Ashe, Balthier avrebbe potuto mettersi in una simile circostanza, Nono ipotizzò che era possibile sia che Balthier fosse sobrio che da ubriaco.

Come se non bastasse a tutto ciò, alla taverna Mare di sabbia, giunse anche Vaan che saputo che il suo Balthier si trovava in città, era deciso a salutarlo. 
Vaan trovò il suo caro amico aviopirata, intento a litigare vistosamente con un individuo.
Incuriosito il giovane dalmasco, si avvicino a Fran e Nono per capire bene cosa stava capitando.

-Perche Balthier sta litigando con quel tipo?- domando il ladruncolo a Fran.

-Non ti preoccupare Vaan, Balthier sta solo discutendo con un caro amico.

-Quello?! A me non sem...-La voce di Vaan si bloccò, quando vide in volto l'huma con il quale Balthier stava litigando.

-BRACE!? -Esclò con tono acuto Vaan, prima di proseguire con le domande. -Loro sono qui?! -disse rivolgendosi con incredulità verso la viera. Fran senza scomporsi annui al giovane dalmasco.



**Rabanastre -Palazzo reale**

Ashe si era alzata di buon ora, si era appena finita di vestire per poi recarsi a fare colazione, come sempre la giovane reale era sempre circondata dalle sue cameriere che la stavano aiutando a scegliere il vestito che Ashe avrebbe dovuto indossare più avanti per alcuni eventi.

Quella mattina la sua dama di compagnia e sua confidente Lady Arla, una donna di di dieci anni più grande di Ashe, dai lunghi capelli neri e gli occhi azzurri. 
Elencò ad Ashe quali erano i suoi impegni per la giornata, i quali comprendevano parlare con alcuni ministri.

Arla ricordò ad Ashe che quel giorno sarebbero arrivati alcuni giudici inviati da Gabranth, con gli ordini del giudice riguardo le disposizioni di sicurezza e lo schieramento delle forze imperiali il giorno delle sue nozze.
E in ultimo Arla accenno ad Lady Ashe le prove del suo abito nuziale.
  
Ashe annuì alle parole di Lady Arla, ma era visibilmente stanca di sentire la lunga lista dei suoi impegni che ormai da diverso tempo conosceva a memoria.
I preparativi del suo secondo matrimonio, la stava prendendo molto, stava organizzando  ormai da quasi un anno, da quando Larsa gli aveva fatto la proposta. 
Una sera che lei si trovava in visita diplomatica ad Archades.

Lady Ashe stava parlando con Arla degli ultimi dettagli, quando si presentò d'avanti alla regina, un messaggero reale che avvisò la sua signora che l'ambasciatore proveniente da Rozaria era giunto a palazzo per rendere omaggio e far visita a sua Altezza.

Al avviso del messaggero, Ashe non si scompose minimamente mentre Lady Arla e varie domestiche non smisero un attimo di commentare quell'arrivo così inaspettato del diplomatico rozariano.
Al-Cid era giunto a far visita a sua Altezza Lady Ashe, ed ogni volta che il principe rozariano veniva in visita, molte dame dalmasche non potevano se non ammirare il nobile rozariano in tutto il suo fascino latino.

Le maniere di Al-Cid gli avevano valso una certa fama, e nonostante i suoi trentasei anni rimaneva sempre un uomo affascinante e focoso come ben pochi.Molti si rammaricarono del fatto che Ashe non si fosse risposata con lui invece che con Larsa.
Rozaria era sicuramente ben vista rispetto ad Arcahadia la quale ancora godeva di una pessima reputazione, in territorio dalmasco.

Per incontrare il principe Al-Cid, Ashe decise di indossare un abito color crema e una volta pronta si preparò ad incontrare il nobile rozariano.
Al-Cid entrò negli appartamenti della regina, portandole un omaggio un grosso mazzo di rose gialle, difronte alla regina il principe rozariano fece un teatrale inchino.

-Maestà siete splendida, spero che il mio piccolo omaggio possa allietarvi per il vostro splendido avvenire. 

Tutte le ancelle di Ashe, compresa anche Lady Arla erano visivamente compiaciute dal gesto del rozariano e da quel enorme mazzo di rose, ritenendo la loro signora molto fortunata nel ricevere attenzioni di questo tipo. Ashe invece non sembrava mostrare lo stesso entusiasmo delle altre dame, più tosto era interessata ad altro.

-Lord Al-Cid è un piacere rivedervi dopo la nostra ultima visita a Rozaria.

-È un vero peccato che voi, non abbiate accettato la mia proposta. Ritengo però che il giovane Larsa sia anche un'ottima scelta nonostante la differenza di età.- Gli rispose il nobile rozariano.

-Sapete che per me la differenza di età non è un problema.- Fece Ashe non scomponendosi minimamente, ma quella frase che aveva appena detto non era sfuggita ad Al-Cid che invece l'aveva interpretata in altro modo.

-Già, una particolarità che avete in comune con vostra sorella.-Il riferimento ad Ondine non era casuale, anzi era fortemente voluto.

Ashe si senti invadere da una forte sensazione di fastidio, non poteva ignorare quell'allusione, ma non poteva permettere a se stessa ne tanto meno al rozariano di farsi trovare in difficoltà.

-Non è assolutamente vero!

Al-Cid non sembrava convinto, Ashelia stava invece diventando rossa per l'imbarazzo, mentre quella situazione non faceva che aumentare il suo crescente disagio.
Lady Ashe ipotizzò che Al-Cid per tanto sapesse della storia che aveva avuto con Basch. La regina notò anche l'espressione che fecero Lady Arla e le altre dame quando sentirono uscire il nome di Ondine dalle labbra del rozariano. Le diedero di pensare molto.

In quell'esatto momento la regina dalmasca chiese a tutti i presenti di lasciarla sola, eccetto Al-Cid, col quale voleva conferire in privato.
Rimasti solo la regina e il rozariano, Ashe poté togliersi la maschera da regina che da più di otto anni si era abituata a portare e si preparò ad affrontare Al-Cid a viso aperto. In pochi secondi il suo atteggiamento cambiò, facendosi più severo ed autoritario.

-Il matrimonio con Larsa non è una farsa, è vero Al-Cid. Non c'è nessun secondo fine. Io amo Larsa e non v'è alcun sotterfugio a volto scoperto al quale sembrate alludere.

Il principe rozariano fece spallucce, fingendo di non sapere a cosa Lady Ashe si stesse riferendo. In quest'arte Al-Cid era un maestro.
  
-Non ho insinuato nulla, vostra Maestà!- continuò sornione lui. -Ho semplicemente notato che forse la vostra decisione è sembrata quasi irrazionale. Si, Larsa è giovane, ed entrambi avete condiviso delle esperienze simili... ma siete certa che il vostro popolo approverà tale unione?- Riferendosi agli eventi di otto anni prima.

Ashe prontamente ribatte alle parole del diplomatico rozariano, difendendo a spada tratta il suo futuro sposo.-Larsa non è da ritenersi responsabile dell'operato di suo padre o di suo fratello Vayne. Per tanto trovo inutile fargli pesare qualcosa che lui non merita.

-Calma mia Regina. Non sono qui per fomentare, ma sono qui solamente per parlarvi. So cosa avete fatto!-Le disse Al-Cid, prima di dire ad Ashe il vero motivo per cui si trovava lì. Lui sapeva tutto, Ashe non poteva mentirgli era così evidente.




*Mia bella gente eccoci dopo mesi al terzo capitolo di Kiss me Good Bye ecc, capitolo abbastanza lungo (in verità volevo puntare a scrivere 9000 parole ma non ce l'ho fatta, rischiavo l'esaurimento).
Questo capitolo è più tosto lineare, vedrò migliorare le descrizioni le trovo un po' scialbe, ma si sa avvolte mi vengono dei bei capitoli, altre volte sono così così.
Vi aspetto al prossimo capitolo e buona fortuna.
   
 
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