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Autore: Ciuffettina    20/09/2018    4 recensioni
Uno dei primi concorsi di bellezza della storia. Il premio in palio, diventare regina.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Adassa era divenuta regina di Assuero dopo una specie di concorso di bellezza, neanche avrebbe voluto parteciparvi che cosa avrebbe fatto a corte una fanciulla semplice come lei?
Ma suo cugino Mardocheo che era al servizio del re e che l’aveva allevata da quando era rimasta orfana, aveva insistito, raccomandandole però di non svelare a nessuno che era ebrea, essendo al momento il loro un popolo ridotto in schiavitù, il re non l’avrebbe mai scelta come sposa. «Chissà, forse sarai tu a liberarci» le disse scherzando.
Appena la vide, Assuero decise che sarebbe stata la sua sposa, solo il nome Adassa, “mirto”, non gli piacque, perciò l’aveva ribattezzata “Ester”. «Perché la tua bellezza rifulge come una stella.»


Da allora erano passati cinque anni ed Ester era riuscita a farsi benvolere da tutti.
Un giorno Mardocheo le fece sapere che doveva parlarle con urgenza, quando le comparve di fronte, era vestito con un sacco.
«Ma come ti sei conciato?» gli chiese la cugina, sorpresa.
«Son vestito a lutto. Ti ricordi Aman?»
«Sì, quel macedone cui il mio sposo ha conferito una carica elevata e ora pretende che tutti gli s’inchinino davanti» rispose Ester, con una smorfia di disgusto.
«Proprio lui. Sai che non mi sono mai inchinato, insomma è solo un uomo, e lui l’ha preso come un affronto personale; ma invece di prendersela solo con me, è andato a dire al re che noi ebrei siamo sediziosi e che non rispettiamo le loro leggi.»
«Ma non è vero! L’unica cosa è che non adoriamo i loro falsi idoli.»
«Già ma il tuo sposo ha creduto alle sue falsità e gli ha ordinato di risolvere lui la faccenda come avesse ritenuto più opportuno e Aman ha emanato un decreto per cui il giorno 13 di Adar, verremo tutti sterminati, devi parlare al re e convincerlo a revocare quell’editto.»
«E come faccio? Tutti sanno che se qualcuno, uomo o donna che sia, entra dal re, senza essere stato chiamato, dev’essere messo a morte, a meno che il re non stenda verso di lui il suo scettro d’oro. E sono già 30 giorni che non sono stata chiamata per andare da lui» obbiettò Ester.
«Non metterti in mente che tu sola scamperai fra tutti i Giudei solo perché sei nella casa del re. Se oggi tu taci, soccorso e liberazione potrebbero arrivare dal Signore; ma tu sarai cancellata dal libro della vita; e chissà se non sei diventata regina appunto per impedire questa legge infame?»
«Va’, raduna tutti i Giudei che si trovano a Susa, digiunate e pregate per me. Anch’io con le mie ancelle digiunerò per tre giorni; e dopo entrerò dal re, sebbene ciò sia contro la legge; e se io devo perire, che io perisca!» si rassegnò Ester.
Il terzo giorno, quando ebbe finito di pregare, Ester si tolse le vesti da schiava e si vestì come il suo rango richiedeva. Dopo aver, di nuovo, invocato il Signore, prese con sé due ancelle. Era splendida e cercava di mostrarsi gioiosa, ma il suo cuore era stretto dalla paura. Attraversate una dopo l’altra tutte le porte, si trovò al cospetto del re. Era seduto sul trono e aveva un aspetto terrificante, anzi a Ester sembrò di vederlo incollerirsi, tuttavia avanzò verso di lui, a testa alta, non troppo lentamente, non troppo in fretta, non doveva lasciar vedere quanto fosse spaventata. “Dio, ti prego, dammi la forza.” Ma si sentì piegare le ginocchia e cadde svenuta.
Assuero s’impressionò e tutta la gente del suo seguito cercò di rianimarla. Allora il re la prese fra le braccia, sostenendola finché non si fu ripresa, e le disse: «Che c’è, Ester? Io sono il tuo sposo; fatti coraggio, non devi morire. Il nostro ordine riguarda solo la gente comune.» Alzato lo scettro d’oro, lo posò sul suo collo, la baciò e le disse: «Parlami!»
Ester gli disse: «Ti ho visto, signore, come un angelo di Dio e il mio cuore si è agitato davanti alla tua gloria. Perché tu sei meraviglioso, signore, e il tuo volto è pieno d’incanto»
«Che vuoi, Ester, qual è la tua richiesta? Fosse pure metà del mio regno, l’avrai!»
Allora la regina rispose: «Se ho trovato grazia agli occhi tuoi, o mio re, la mia richiesta è che sia risparmiata la mia vita e quella del mio popolo, perché siamo stati venduti per essere sterminati. Se fossimo stati venduti solo per diventare schiavi, non avrei parlato; ma il nostro avversario non potrebbe riparare al danno fatto al re con la nostra morte.»
«Chi è che ha tanta presunzione da far questo?» domandò irato Assuero.
«L’avversario, il nemico, è quel malvagio di Aman» rispose Ester, indicandolo.
Aman fu colto da terrore e cominciò a balbettare, cercando di giustificarsi ma Assuero adirato lo fece arrestare e condannare a morte.
Poi Ester gli si gettò ai piedi e lo supplicò di revocare l’editto contro il proprio popolo.
Assuero non solo annullò l’ordine ma decretò che dal 13 al 15 di Adar di ogni anno si festeggiasse perché quelli che avrebbero dovuto essere giorni di lutto, si erano trasformati, invece, in giorni di gioia e la festa si sarebbe chiamata “Purim”, perché grazie a un sorteggio, “pur”, era stata scelta quella data.

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Racconto ispirato al Libro di Ester.
   
 
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