Fumetti/Cartoni americani > Altro
Segui la storia  |       
Autore: MeinfridBlackforest    20/09/2018    0 recensioni
[US]
La fine del lungo percorso di Ulysses Solomon Archer e dei suoi compagni.
Genere: Avventura, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Era passato un anno da quel giorno e in ricorrenza Xavin era ritornata sulla tomba di Us per rendergli omaggio.

Non disse nulla, nemmeno una parola, si limitò a rimanere ferma, sospirando e osservando la lapide con tristezza.

Il ricordo del suo salvatore era ancora forte nella sua mente e finì con l’addormentarsi al suo fianco.

Furono le prime luci dell’alba a svegliarla e a malincuore decise di volare via, temendo che Taryn e Al si sarebbero preoccupati per la sua assenza.

Ritornò all’agenzia senza svegliare nessuno, tranne Al, che era già sveglio.

“Già a lavoro?”

“Si, bisogna mantenere tutto pulito è la regola.”

“Giusto…”

“Come sta Taryn?”

“Sta bene, sta coccolando Kathleen.”

La bambina di appena un anno aveva ereditato gli stessi capelli biondi del padre.

 “Vai pure a dormire Xavin, il letto è lindo e caldo.”

“Ok…Grazie Al, buon lavoro amico.”

Xavin tornò in camera sua e si mise a letto.

Cerco di addormentarsi, ma le lacrime continuavano a scendere comunque.

“Perché…Perché non ti ho fermato?” pensò Xavin

“Perché sono stata così stupida? Così debole?”

“Perché…sei morto?”

“Ho deluso tutti, ho deluso te, Al e soprattutto Taryn.”

Questi pensieri continuavano a passarle per la testa, fino a quando non vennero interrotti da una voce familiare.

“Non fare così verdina.”

Xavin si alzò di scatto e si guardò intorno.

Quella voce così familiare.

“Ehi Xavin, guarda che io sono qui.”

Si girò dietro di se e lo vide, con la tuta da battaglia, la spada e il cappotto rosso.

“U…US?”

“Ciao Xavin.”

L’aliena gli volò contro e lo baciò.

“Sei vivo!”

“Shhh, abbassa la voce.”

“Ma cosa dici?”

“Sei vivo, dobbiamo dirlo a tutti!”

“Questo non è possibile Xavin.”

“Cosa? Perché?”

“Perché devi aiutarmi.”

“Dobbiamo svolgere una missione, talmente importante che ho dovuto fingere la mia morte per poterla accettare.”

“Di che cosa si tratta?”

“è una missione per conto dello S.H.I.E.L.D.? è lo S.H.I.E.L.D. vero? Oh ti prego, dimmi che non è lo S.H.I.E.L.D”

“Controlla nel cassetto e lo scoprirai.”

Xavin andò a controllare il cassetto della sua scrivania e trovò un fascicolo, con sopra un nome.

“Il salame…che scompare?”

“Sul serio?”

“Proprio così, che ne dici? Mi aiuterai?”

“Il titolo del fascicolo è stupido…andiamo.”

“Bene, allora andiamo.”

I due fuggirono dalla finestra e si avviarono verso il luogo del caso.

La denuncia era partita dalla salumeria da Tony, un venditore di prodotti italiani che era stato derubato di interi rifornimenti.

L’aliena e il camionista si fecero dare l’accesso per la camera frigorifera.

A prima vista sembrava tutto normale, se non per una stranissima sostanza verde, presente su alcuni elementi della merce.

“Le cose sono due: o i controlli sanitari si sono dimenticati di fare visita a questo tizio oppure qualcosa di appiccicoso ha toccato questa roba.”

“Prendo un campione da analizzare.” Disse US

Gli scanner della tuta fecero in fretta e i risultati furono inconcludenti, qualunque cosa fosse, non veniva dal pianeta terra.

“Dovrai essere un pochino più preciso di così, qua sulla terra abitano alieni, mutanti, inumani e un buon repertorio di creature strane e sconosciute, mi rende un po’ difficile credere che…”

US si accorse di un rumore insolito dentro la camera e puntando la luce su un angolo, videro una cosa verde e strisciante sparire nella fessura di un muro.

Riuscirono a seguire le tracce della creatura grazie al rintracciatore genetico di US e scoprirono che la creatura si era rifugiata nella fogne vicino al negozio.

“Le conviene buttare via la merce.” Disse Xavin al proprietario.

I due poi si inoltrarono nelle fogne di Las Vegas.

Erano fetide.

L’acqua sporca sgorgava e i topi ci nuotavano dentro.

Il buio poteva anche essere d’intralcio, ma non è un problema quando sei una torca ambulante e hai un metal detector per gli esseri organici.

“È vicino.” Disse US

I due continuarono a camminare, seguendo il ticchettio del rintracciatore genetico che continuava ad aumentare.

“Quindi…questo caso ha che fare con lo S.W.O.R.D? Stanno provando a realizzare un’altra invasione segreta?”

“Informazione riservata.”

“Come prego?”

“È un informazione riservata Xavin.”

“Ma te mi dici sempre tutto, cosa è questa novità?”

“Shhh, è qui, dietro l’angolo.”

I due si appoggiarono al muro e lo videro.

Era alto due metri.

Il suo aspetto era quello di una armatura invasa da un centinaio di tentacoli, con dei grandi occhi rossi che spuntavano fuori dall’elmo.

Stava lavorando a un misterioso marchingegno circolare e per dargli energia stava sfruttando la corrente elettrica sotterranea della città.

“Quindi è quella cosa.”

“Xavin, rimani calma, ci serve un piano.”

“Il piano ce lo abbiamo sempre, improvvisiamo!”

Xavin attaccò la creatura con una vampata, ma il fuoco non fece il minimo danno contro l’alieno e rispose all’attacco di Xavin con una frustata allo sterno.

Xavin venne colpita, mentre US riuscì a tagliargli alcuni tentacoli.

Sfruttando i multidisci della tuta, US riuscì a catturarlo in una rete elettrica e a farlo parlare puntandogli la Route 1 alla gola.

Xavin si era ripresa dal colpo e raggiunse US per l’interrogatorio.

Le parole del alieno assomigliavano più a una serie di mugugni e ringhi e quando meno se lo aspettavano, l’alieno esplose, riducendosi in poltiglia.

“Che schifo!” disse Xavin

Ma l’esplosione aveva avuto un effetto secondario, aveva scatenato una parte della sua energia anche dentro il macchinario.

US capì che quello non era il meccanismo principale, era la base serviva per un altro meccanismo, non stava sfruttando la corrente elettrica per alimentare quel affare, la stava usando per mandare energia fuori da Las Vegas, nel deserto.

Xavin uscì in fretta dalle fogne e vide un grande lampo di luce verde che partendo dalla terra andava verso il cielo.

US la raggiunse poco dopo e le ordinò di andare verso la luce, mentre lui avrebbe chiamato i rinforzi.

“Quali rinforzi?” chiese Xavin

“Tu vai e basta!”

La Skrull partì alla carica e poco prima che arrivasse a destinazione, vide una serie di classici dischi volanti scendere e puntare dei coni di luce sulla terra.

I coni servivano a teletrasportare le truppe a terra, erano tutti identici all’alieno che avevano affrontato poco fa.

“Ok…questo non sarà un problema.”

Poco dopo dietro di Xavin, arrivarono US insieme a tutti gli eroi che avevano conosciuto.

“Ma…ci sono tutti quanti!”

“Ho detto che portavo i rinforzi.”

“Ma hai detto che…”

“Gli avrei portato.”

“Odyssey, addosso!” gridò US

Al, She-Hulk, Deadpool, Rocket Raccoon, i Runaway, tutti riuniti per fermare l’invasione.

Poltiglia verdi che schizzavano, navi che venivano distrutte, raggi laser e spade che colpivano e uccidevano.

E continuarono, fino a quando non rimase la gigantesca nave madre, che venne tagliata in due dalla Route 1 di US.

Un enorme esplosione coprì il cielo e le grida di vittoria aumentarono quando US tornò a terra.

“Grazie amici, ringrazio tutti voi per averci aiutato.”

 “Si, ok, molto bello, come mai tutti voi sapevate della sua falsa morte e io no?”

Gli altri però sembravano ignorare Xavin e l’aliena non capiva il perché.

Così si limitò a girarsi e a lasciare perdere.

“Bene…nessuno mi risponde, va bene, non importa.”

“Quello che importa è che ora sei qui con me.”

Xavin guardò US dritto negli occhi e disse:

“Bene, adesso che sei tornato, possiamo andare da Taryn, devi conoscere Kathleen, avrete tante idee per il futuro.”

“Si hai ragione.” Disse US

Ma la cosa insospettì Xavin.

“Aspetta…come?”

“Ho detto che hai ragione.”

“No…aspe…Tu detesti il futuro.”

“Non mi dici una delle tue solite frasi enigmatiche sul fatto che non hai idea di cosa succederà?”

“E perché dovrei? Sto per vedere mia figlia.”

“Perché dirai che il presente è il vero tempo da vivere, il futuro è incerto e il passato è nulla, e che se voglio vivere al meglio la mia vita devo pensare al qui e ora.”

“Sai, frasi da US.”

US le accarezzò la guancia e gli sorrise con rammarico.

“Xavin…quel presente non c’è più, è passato da una vita.”

Xavin non capiva cosa volesse dire.

“Il caso del “Salame che scompare” è successo una vita fa, lo abbiamo risolto e abbiamo scoperto che era Rocket il colpevole.”

“è solo un ricordo.”

“E tutto il resto? L’alieno, la battaglia, la riunione con tutti i nostri alleati…non è mai accaduto.”

“In questo momento Al sta preparando la colazione, Taryn si sta prendendo cura di Kathleen e gli altri tre idioti stanno svolgendo i loro affari in giro per il mondo e per lo spazio.”

“Tu sei venuta nel deserto solo perché non hai idea di come affrontare la mia morte nonostante sia passato più di un anno.”

Xavin non riusciva a credere a ciò che sentiva.

“Guardati intorno…sei sola Xavin.”

Guardandosi intorno, Xavin si rese conto della verità, era veramente sola e in mezzo al deserto.

Dopo quella rivelazione, L’aliena riprese fuoco e volò via, tornando a Las Vegas.

Per entrare e non farsi vedere passò dal tetto e una volta arrivata in camera, si gettò sul letto.

“Era tutto un sogno?”

“E anche ben realizzato.” Disse US

Xavin lanciò un gridò.

“Ma come?”

“Perché sei ancora qui?!”

“Non lo so…questa è casa mia.”

“Il caso vuole che sia camera mia, perciò sloggia.”

“Perché? Hai paura che mi presenti a te mentre sei nuda?”

“Smettila.”

“Stavo solo scherzando.”

“Io no, perché sei ancora qui davanti a me?”

“Forse perché ti ho toccato nel profondo.”

“Grazie mille Sherlock.”

“Pensavo di aver accettato la tua morte dopo quella mega allucinazione.”

“A quanto pare no.”

Xavin si rivoltò nel letto.

“Vai a farti fottere.”

US si avvicinò al suo letto.

“Sai…forse non accetterai i consigli di un morto, ma…perché non provi ad andartene per un po’?”

“Per un po’?”

“Si, ti fai un viaggetto, magari in un posto caldo e poi torni qua, per quel tempo io me ne sarò già andato.”

“Oh certo, ottima idea, e questo quello che dovrei fare?”

“Fare un viaggio, divertirmi, per poi tornare e ricordarmi che tu non ci sei e che sono di nuovo sola?!”

US la spostò i capelli per poterle vedere bene il viso.

“Xavin…è inutile continuare a tormentarsi per ciò che è stato o per ciò che poteva essere…le cose non cambieranno, ma sappi questo…io ci sarò sempre.”

Dopo quella frase US scomparve di nuovo e Xavin capì cosa doveva fare.

Più tardi quella mattina Al andò a bussare alla porta di Xavin, ma trovò la porta aperta e sul letto un biglietto e lo portò a Taryn:

“Cari Taryn e Al.

Forse non lo sapete, ma un mese prima dell’attacco del HYDRA, US ha inserito i vostri nomi nel contratto per la proprietà dell’agenzia.

Sono sollevata, perché oggi, il mio nome non c’è più.

Tutta l’agenzia, i laboratori, i soldi, le stanze, sono tutte vostre.

E penso che la mia ex camera da letto sarebbe ideale per Kathleen.

Oramai questo posto per me era abitato solo da fantasmi.

Per un lungo periodo di tempo, pensavo si trattasse di quello di US.

Ma poi ho capito che il fantasma…era il mio.

Una fantasma non ha pace se non si stacca dalla vita precedente.

Ho bisogno di cambiare, come tutti del resto.

Questa casa ha bisogno di una vita nuova, quindi Taryn, fai dell’agenzia Odyssey, la tua nuova casa.

I fantasmi oramai non ci sono più.

Con affetto,

Xavin.”

Mentre Al e Taryn leggevano quella lettera, Xavin era tornata sulla stazione spaziale “Il Picco”, pronta ad arruolarsi nel nuovo programma Alpha Flight.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Altro / Vai alla pagina dell'autore: MeinfridBlackforest