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Autore: fede97    20/09/2018    0 recensioni
Una ragazza normale, con una vita noiosa e una morte violenta. Chi ci sarà dietro al suo omicidio?
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nella vita, le insicurezze fanno parte della quotidianità. Un giorno ci sei, l'altro no. Un giorno sei vivo, un altro no. Ed è così che inizia la mia storia.
"Quel giorno che non mi sentivo viva".
Fu un giorno come tanti, uno di quelli dove il mattino incombe con le sue luci che svegliano tutta la città.
Odio il mattino, odio svegliarmi presto.
Apro gli occhi, guardo la sveglia che segna le sei e cinquantanove.
Sempre un attimo prima, giusto per sentirmi dire "svegliati", quando lo sono già.
Solo per farmi irritare.
Entro in cucina ed uno strano odore pervade le mie narici. Toast bruciati.
Avanti a me un ragazzo, alto quasi quanto me, che li prepara canticchiando "la canzone della vita", un misto di strane note che non formano una melodia ma quasi un lamento.
Non lo saluto, ho dei problemi evidenti con la gentilezza di prima mattina. Ugualmente sembra infischiarsene della mia barriera di negatività, mi porge un toast bruciato ricoperto della crema di nocciole che amo, mi sorride e mi chiede "dormito bene?".
Faccio un cenno col capo, in segno d'assenso. Non ho voglia di parlare dei miei incubi, di come sogno sempre di essere una vittima sacrificale della società, ma il tutto sempre contornato da tanti fiori. Io adoro i fiori, rendono tutto più magico e tranquillo.
Mi sorride e mi fissa, forse aspettando una risposta. Finisco di mangiare il mio toast, mi alzo e vado in bagno, senza degnarlo di uno sguardo ne di una risposta.
Sono un mostro per essere una persona così scontrosa già di prima mattina.
Sospetto già la giornata sarà uno strazio. Mi aspetto urla in ufficio, reazioni esagerate e ramanzine di ogni tipo. Perché sono la nuova stagista, perché voglio fare carriera, perché un giorno vorrò scrivere un libro tutto mio. Insomma ci sono tanti perché. Ed infatti, una volta arrivata alla mia scrivania, dopo aver portato il caffè al mio capo, dopo aver sbrigato ogni compito che solo uno schiavo avrebbe fatto, mi siedo e mi chiedo il perché.
La scalata sociale non è semplice, soprattutto in una società così competitiva. Eppure rischiano solo di creare individui frustrati se sfruttati come vengo sfruttata io. E poi di fronte a me c'è la scrivania della "bella".
Giudico spesso dalle apparenze, ho una critica per ogni cosa. Per questo non mi risulta difficile pensare a  come sia arrivata ad un livello superiore al mio in meno tempo di me. Forse muovendo i suoi ricci biondi al battito delle sue lunghissime ciglia? Forse per quella vocina stridula piacevole quasi quanto  il suono della frenata di un'auto, che usa quando vuole fare colpo? Mi saluta con un sorriso che fa invidia alle pubblicità dei dentifrici. Contraccambio con un mezzo sorriso e un cenno della testa, abbasso subito il capo e leggo il lavoro quotidiano da svolgere. Bene, oggi si prospetta un'interessante colloquio con tre compagnie di pulizie locali, una chiamata al fioraio per l'anniversario di matrimonio del capo e un'interessantissima lettura di un saggio breve inviatoci da una scuola per l'inserimento annuale dei giovani talenti sul giornale. Stupendo.  
 
E' sera, ormai sto tornando a casa, aspetto il tram, con le cuffiette nelle orecchie e una busta della spesa tra le dita. Stasera mangeremo petto di pollo e insalata. Non sono a dieta ma ieri ho mangiato incredibilmente tanto e oggi mi sentirei in colpa se mangiassi normalmente come gli altri giorni. La psicologia femminile su questo argomento è sempre la stessa. Non sono la tipa che va in palestra ma se ingrasso mi sento in colpa con me stessa. Solo che non riesco a rinunciare al cibo, è uno dei piaceri della vita.
Vedo le luci del tram nella galleria, sento il rumore ed il vento che mi sposta. Sta arrivando e già so che sarà affollatissimo e pieno di persone che probabilmente non hanno idea di cosa sia una doccia. Una signora aspetta accanto a me, con in mano una busta simile alla mia. Ad un certo punto le scivola da mano e arance e mele si sparpagliano un po' ovunque. Queste schifose buste biodegradabili che non tengono nemmeno un grissino.
La faccio la buona azione o aspetto il tram che è quasi arrivato?
La guardo, mi sembra persa, nell'incombenza dell'arrivo del tram deve scegliere: portare la spesa a casa o aspettare il prossimo treno?
Non ho molta scelta, con le ultime forze che mi rimangono mi chino a prendere ciò che rimane della sua spesa. Vedo alcune cose vicino al bordo, le prendo per prime. Mi chino, sono sul bordo, intenta a fare l'unica buona azione della giornata.
Arriva il tram, mi spingono, buio.
  
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