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Autore: murderbaby    20/09/2018    0 recensioni
Sei a scuola, un luogo in cui dovresti solo temere di prendere di perdere un brutto voto, o magari una nota per un ritardo. Sei a scuola, e dovresti essere salvo dai pericoli del mondo. Sei a scuola e dovresti sognare il tuo futuro, ma sei in una scuola americana e due psicopatici decidono che, quelle aule, saranno l'ultimo luogo che vedrai in vita.
Genere: Drammatico, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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20 Aprile 2018, Bath Township
 
“Ciao mamma, è arrivato Daniel, ci vediamo questo pomeriggio!” - disse Gwen, scendendo di fretta le scale della piccola casa in cui viveva con la sua famiglia sin da quando ne aveva memoria. Lanciò un bacio al volo alla madre, passando davanti alla cucina dove la donna era impegnata in una lotta contro il figlio minore che, come al solito, si rifiutava categoricamente di andare a scuola. Osservò per qualche secondo il proprio riflesso nel vetro di un mobile all’entrata e poi, con un sorriso quasi più splendente del sole che le aveva accarezzato la pelle non appena uscita fuori da casa, aprì la porta, trovando il suo splendente ragazzo aspettarla in macchina, come ogni giorno. Una bellissima routine di cui non si sarebbe mai stancata.
Daniel e Gwen si erano conosciuti su un gruppo online, circa due anni prima di quel 20 Aprile. Lui le aveva consigliato un posto dove mangiare, e lei aveva subito capito che quel ragazzo era diverso da tutti gli altri. Insomma, chi è che ti consiglia dove mangiare alla prima conversazione?
Avevano subito instaurato un meraviglioso rapporto di amicizia che poi era sbocciato in una giovane storia d’amore, sebbene fossero distanti chilometri, ma la distanza è un problema solo se la si vede come tale. Parlavano ogni giorno e si raccontavano tutto ciò che li passava per la testa, persino le cose più stupide, anzi, soprattutto quelle. Quando Daniel, che era due anni più grande di Gwen, si era diplomato, l’aveva raggiunta nella sua città, dove lavorava come programmatore di giochi in un’azienda. Probabilmente il loro amore sarebbe durato per sempre.
La ragazza salì in macchina, schioccando un bacio sulle labbra del fidanzato. Ogni mattina, prima di andare a lavoro, Daniel andava a prendere la ragazza a casa per accompagnarla al liceo e iniziare la mattina nel modo giusto. Dopo esser stati distanti per più di un anno, i due giovani erano riusciti a comprendere l’importanza di ogni singolo momento, di come un momento sono insieme e, qualche giorno dopo, tornano a essere due androgini separati.
“A che ora finisci oggi?” - chiese lui a lei, che aveva lo sguardo rivolto verso la strada di fronte a lei e la mano su quella del ragazzo. Alzò gli occhi al cielo, arricciando le labbra.
“Dovrei finire verso le 14, ma se sei libero prima posso saltare qualche lezione.” - rispose subito lei, quasi sperando che le dicesse di saltare le lezioni. Inutile dire che, ad Aprile, la sua voglia di studiare e seguire le lezioni era ormai sepolta insieme alla sua voglia di fare qualsiasi cosa. In realtà, se fosse stato per lei, avrebbe passato le sue giornate insieme a Daniel, le bastava solo che ci fosse lui.
Girò lo sguardo verso di lui, e un sorriso si formò sul suo viso.
Daniel e Gwen erano completamente diversi, e lei amava ripeterlo. Erano l’uno l’opposto dell’altro e per questo si completavano. Non riuscivano a vedere una Gwen senza il suo Daniel e un Daniel senza la sua Gwen.
Gwen aveva dei lunghi capelli ricci che le si appoggiavano soffici sulle spalle, cadendole lungo i fianchi e circondandole il viso, chiaro, adornato da due occhi neri e grandi. Daniel, invece, era il famoso principe azzurro che ogni bambina ha sognato almeno una volta: alto, biondo e occhi blu mare, “e delle bellissime spalle larghe”, avrebbe aggiunto Gwen. La ragazza era la persona più negativa del mondo, sarebbe riuscita a vedere un lato negativo anche nell’arcobaleno; il ragazzo, al contrario, riusciva a vedere il bicchiere sempre mezzo pieno. Lui, informatico, completamente dedito alla sua passione; lei, fedelissima ai libri, sognava di essere una bibliotecaria. Insomma, tanto diversi quanto innamorati.
“No, piccola, già non vado così a genio a tua madre, se ti faccio anche saltare le lezioni, non mi accetterà mai come tuo marito.” - entrambi risero, mentre Gwen socchiudeva gli occhi e immaginava il bellissimo matrimonio che avrebbe organizzato insieme all’amore della sua vita. Avrebbe avuto un vaporosissimo vestito bianco con lo scollo a cuore, e lui si sarebbe commosso una volta che sarebbe entrata in chiesa. Si sarebbero guardati negli occhi e, con un bellissimo “sì”, avrebbero distrutto qualsiasi distanza che li avrebbe mai potuti separare.
“Mh, sì, hai ragione - disse, con lo stesso sorriso sulle labbra - come sempre.” - Aggiunse, poi, volgendo lo sguardo dal volto del suo fidanzato a quello della strada del suo liceo. C’erano diversi studenti che camminavano sul marciapiede, con fin troppa calma, considerando che la campanella sarebbe suonata a breve.
I genitori di Gwen erano sempre stati molto apprensivi, sia perché era la loro primogenita che perché era una ragazza, per cui avevano sempre voluto conoscere tutte le persone con cui usciva, anche solo per amicizia. Quando la ragazza gli aveva riferito di aver iniziato una relazione con un ragazzo conosciuto online due anni più grande di lei, non ne erano stati molto felice, ma si fidavano della scelta della figlia. Tuttavia, la madre ancora non vedeva di buon occhio quel ragazzo che, in qualche modo, era riuscito a cambiare la sua bambina in un modo in cui nessuno, neanche lei, era mai riuscito. E in effetti, era proprio così. Senza farla apposta, il biondo aveva completamente sradicato la vita della riccia, che ne era completamente entusiasta. Si sentiva quasi debitrice nei suoi confronti.
“Allora vai piccola, ci vediamo questo pomeriggio.” - disse lui, allungando il collo e il busto verso di lei per darle un ultimo bacio prima di andare a lavoro. Lei ricambio il suo bacio, sorridendo sulle sue labbra e lasciandogli una carezza sulla guancia. Uscì poi dall’auto, chiudendosi lo sportello alle spalle e salutandolo con la mano, per poi seguirlo con lo sguardo, finché la sua macchina non sparì dietro l’angolo. Sorrise, sospirando. Era davvero innamorata di quel ragazzo, non aveva mai amato nessuno nel modo in cui amava lui. Talvolta pensava di amarlo persino più di se stessa.
“Ma buongiorno principessa, ti ha accompagnata il tuo principe?” - Gwen sorrise, girandosi verso la voce della sua amica, annuendole.
Alyssa e Gwen erano diventate amiche il primo anno di liceo, durante la classe di letteratura. Entrambe erano appassionate, così avevano iniziato a leggere libri e commentarli insieme. Era un bel passatempo che le legava e che continuavano a coltivare anche dopo tre anni.
”Proprio lui, non mi sembra ancora vero.” - disse G., finendo la frase con un sospiro. Non era stata molto fortunata in amore, per quanto, alla sua giovane età, potessimo parlare di amore, ma con Daniel si sentiva davvero bene ed era convinta fosse quello giusto per lei. La sua amica scosse il capo, ormai disperata per quanto la sua compagna di lettura non facesse che parlare di lui. A volte, per quante cose sapeva di lui, pensava di essere lei la sua ragazza.
La spintonò, e in quell’istante la campanella avvertiva gli studenti di entrare nell’edificio.
 
8.30 a.M., aula di matematica, II piano.
 
Le due appassionate di letteratura sarebbero volute essere in qualsiasi altro posto, tranne che lì. A nessuna delle due piaceva la matematica, sebbene si sforzassero in tutti i modi per accettarla, almeno, giusto per studiare con più piacere e magari riuscire a ottenere voti discreti nei test. Ma sembra che fossero come due calamite dello stesso polo. Più provavano ad avvicinarsi a quella materia figlia di Satana, più lei le respingeva.
Sulla lavagna sembravano esserci dei geroglifici, che Gwen aveva ricopiato per filo e per segno sul suo quaderno, accompagnati anche dall’iniziale del suo amato, che intanto correva nei suoi pensieri come sempre. Sentiva già la sua mancanza sebbene si fossero salutati appena 30 minuti prima. Ah, l’amore!
Tuttavia, i suoi pensieri accompagnati da cuoricini disegnati sul foglio in cui ci sarebbero dovuti essere solo appunti, furono interrotti da... dei botti? Stavano facendo dei fuochi d’artificio in pieno giorno? Tutti gli studenti si gettarono verso la finestra, più curiosi di scoprire cosa stesse succedendo fuori piuttosto che interessarsi di quello che il povero professore Sanders cercava di spiegare, con lo sguardo verso il cielo. Gwen, però, andò verso la porta e, quando sentì le urla dei suoi compagni di classe e vide un ragazzo con un fucile a pompa puntato verso di lei, era ormai troppo tardi. Uno sparo, le urla della sua amica e il professore che trascinava il suo corpo all’interno dell’aula.

 
  
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