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Autore: Saturn_moon    21/09/2018    1 recensioni
Questa storia parla di Sailor Saturn e Sailor Pluto, in ambienti e momenti privo di collegamenti tra loro.
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Sussurrai allungando una mano verso di lei ed allo stesso tempo al vento, come se un'altra, la sua, potesse toccare di nuovo la mia, ma ovviamente l'unica cosa che strinse fu l'impalpabile aria, il niente, lei non aveva mosso la sua verso la mia, non sarebbe stata compassionevole. Non si poteva afferrare il vento, e lei era tale. Era il vento della passione, dell'amore che mi aveva scaldata fino a quel momento. Scesi dalla macchina, mentre le prime gocce d'acqua bagnavano il mio volto ed assieme alle lacrime il primo incerto passo, il secondo, il terzo, acquistai sempre più sicurezza, correndo via, allontanandomi da lei, da quella mano che mai più avrei toccato.
Un suo grido, un urlato dove vai, ma senza il coraggio di seguirmi, o forse non le importava nemmeno, non mi aveva mai seguita dopo un litigio, mai era venuta a riprendermi, forse solo una volta mi aveva stretta a se, impedendomi di
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Hotaru/Ottavia, Setsuna/Sidia
Note: AU | Avvertimenti: PWP | Contesto: Nessuna serie
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Prologo:

Una cosa dimenticata, un vuoto incolmabile, un sentimento trasportato dalle onde del mare.
"L' illusione di poterti vivere ancora solo per una volta"
" Dimenticata"

Dal tuo cuore dimenticata

Dalla tua anima sparita

Dalla tua mente omessa
Da te allontanata.


 

Mi guardo nuovamente allo specchio, in questa calda giornata di agosto e, penso. Penso e ripenso a quante cose mi hai insegnato in questi mesi assieme a te Setsuna, a quante cose ho potuto vivere grazie a te, cose di cui inconsapevolmente mi ero privata, una piccola parte di me pensa che magari è solo quello che si prova di norma quando provi amore per qualcuno, eppure, una parte di me è convinta che in realtà provo tutto questo proprio perché sei tu, magari era destino cosi. Era destino che fossi tu a farmi emozionare cosi tanto.

Forse non saresti d' accordo con queste mie parole ma tu mi hai insegnato la bellezza di ricevere un bacio all'improvviso, la bellezza di vedere arrivare la persona che ami sotto casa, anche solo per trascorrere assieme pochi minuti, la bellezza di un "voglio vederti" e vederti davvero. La bellezza di un abbraccio nel quale perdersi ed essere libera di sentirsi fragili e forti allo stesso tempo grazie a quel contatto, che apparentemente, potrebbe essere niente ma che a volte può significare tutto. Tutto perchè sei con la persona che per te rappressenta l'intero universo, perché accanto a lei niente potrebbe farti paura, perché essere li, tra le sue braccia per te è cosi giusto, perché non hai bisogno di nient'altro che lei, sinonimo di pace, sinonimo di amore, sinonimo di "tutto". "Tutto" racchiuso in un solo nome: il tuo.

Finalmente sei arrivata, attendevo il tuo arrivo, dopotutto dovevamo andare in spiaggia insieme, come sempre, anche se tu non lo ricordi, eppure, certe abitudini sono dure a morire. Siamo di nuovo qui, stesso orario, stessa spiaggia, stesso tratto, col volto rivolto alla luna che si specchia nelle acque cristalline sulla quale mi ero specchiata fino a poco tempo prima, in attesa del tuo arrivo.

Non ti ricordi di me, se non il mio nome, se non i nostri primi dialoghi, eppure non posso fare a meno di cercare di correggere le imperfezioni, cerco sempre di piacerti, perfino ora che vorresti solo io stia alla larga da te.


<< Che ci fai qui? >>

 

<< Che domanda stupida, ti aspettavo. >>


<< Stalker. >>


<< Psicopatica. >>

 

Ti siedi accanto a me, un lieve sorriso sul viso di entrambe, per quei dialoghi che hanno sempre fatto parte del nostro rapporto, ancora prima di qualsiasi altra cosa, quella costante che mai cesserà di fare parte di noi, forse perché ancora prima, fanno parte del mio, del tuo, nostro carattere.

Una volta mi dicesti che nessuno osava rispondere o disubbidire ad una tua richiesta. In realtà sentirti rispondere ti diverte, ti sprona a rispondere, vuoi sempre averla vinta e zittire gli altri, anche questo fa parte di te eppure per questa volta non controbatti, semplicemente stai seduta al mio fianco, in silenzio ad ammirare il cielo, e non ho il coraggio di disturbarti, chissà dov'è la tua mente adesso, a cosa pensi. Osservo anche io il cielo sopra di noi, rivelo i miei dubbi alla luna che brilla lassù, nella speranza che possa ascoltarmi e dare una risposta ai miei timori o realizzare il mio muto desiderio.
Mi riporta alla realtà il tuo tocco, mi hai scostato una ciocca di capelli corvini dietro l' orecchio, nemmeno mi ero accorta che mi desse fastidio o forse ti stavi solo annoiando. Riporto la mia attenzione su di te, accarezzando per un attimo la tua mano ancora tra i miei capelli, per poi guardare davanti a me iniziando a parlare, un tono basso, sommesso, quasi inudibile, ad attanagliarmi la paura che andassi via e forse un monologo a cui non avrei avuto risposta, non ne avevo idea.
 

<< Sai, inizialmente non la sopportavo minimamente, aveva sempre qualcosa da controbattere, odiavo non riuscire a sopraffarla o tenerle testa nel modo adeguato o riuscire a risponderle alla meno peggio. Era davvero...saccente. Doveva avere ragione per forza lei. Alle volte riusciva perfino a convincermi a fare qualcosa, convincendomi a suon di battutine ironiche, riusciva sempre a portarmi dove voleva. Riusciva sempre a spuntarla, alla fine l'ha spuntata, anche quando, credevo di aver vinto io. Quel giorno mi ha insegnato che anche un momento, un gioco, uno scherzo, una "punizione" possono cambiare tutto, possono cambiarti la vita. Mi ha preso per mano, mi ha guidata, mi hai fatto sentire a disagio, in imbarazzo, rassicurata, mi ha fatto sentire bella, mi ha fatto sentire nulla e tutto allo stesso tempo. Eppure nessuna delle due, saprebbe dire com'è iniziata davvero, cosa ci ha spinto l'una tra le braccia dell'altra, ricordo di averle chiesto, ed ora come allora la sua risposta fu "non chiedermelo, non so perché tu." E lo stesso vale per me, dopo tanti no, come sarebbe dovuto essere con lei, soprattutto con lei, è stato tutto cosi naturale, eppure se ci penso adesso, è come se quello, fosse stato davvero il mio posto.
Non saprei dire com'è iniziata, come sono nati questi sentimenti che ora provo, so solo che insieme ad essi nacque anche un' attrazione assurda nei suoi confronti, attrazione che la mia adorata, pensava non fosse reale, aveva paura mentissi per non addolorarla, nonostante le mie parole, ci volle tempo per farle comprendere questo nonostante ci scherzasse sopra, a volte sembrava averne ancora paura, come se ancora alle volte, questo andasse ad oscurare quei momenti insieme. A volte, gli unici che potevamo concederci. "

- Feci una piccola pausa, osservando di sottecchi il volto dell'altra, con lo sguardo puntato sulle acque del mare, eppure, sapevo che stava ascoltando, in silenzio, ogni singola parola. -


Era difficile che lei parlasse di sé, di sua iniziativa, eppure, ogni tanto riusciva a dirmi qualcosa di sè, a volte a parole, altre con i suoi comportamenti, altre lasciava parlare i silenzi che calavano tra di noi, a volte anche quelli, mute conferme, mute parole, cessate da una stretta di mano, da dita intreccate, da un muto " voglio restare con te, in assenza di tutto, per un pò. " Era difficile capire come comportarmi con lei, superare le paure, i dubbi, il sentirmi "niente" rispetto a lei, ed accettare di non poterla proteggere, di non poter ricambiare quello che lei faceva costantemente per me, non sapere cosa dirle quando lei andava in battaglia, non sapere se trasmettere la fiducia che avevi per lei e la paura nel sapere lei li, cosa dire quando tornava, cosa dirle per incoraggiarla prima di recarsi li, la paura di perderla. Paura che una volta si è quasi avverata, eppure so di non poterle impedire di andare se riaccadesse, eppure sai che vorresti andare li o darle energia o supporto morale ma forse un modo non c'è. Forse sarebbe stato più facile scegliere la via più semplice, forse sarebbe stato facile scegliere un'altra, una qualunque ma forse una cosa qualunque non sarebbe per me, per quanto sarebbe più facile, a volte la strada giusta è quella più complicata. Dopotutto non l'affronto da sola, lei è con me sempre, è con me anche quando non mi vuole attorno, e penso che nemmeno per lei sia cosi facile, come alle volte invece ho creduto, alla fine non è stata la via più facile per nessuna delle due, non so dire con certezza che tutto questo ne valga la pena, non per lei, non ha mai voluto dirmi cosa ci vedesse in me. Posso solo dire in parte quello che ho visto in lei: Determinazione, Dignità, Forza, Eleganza, Raffinatezza, Fragilità, Dolcezza, Amore, Amicizia. Un cuore a volte duro come la roccia, ma solo per non essere ferita, cauta e controllata per natura, per proteggere se stessa e le persone a cui tiene, a volte anche da sé stessa e da ciò che potrebbe dire. Alle volte anche spontanea, rare, che si possono contare sulle punte delle dita, eppure quando è sè stessa, la sua espressione si distende, è cosi bella in quei momenti, avrei potuto innamorarmi di lei semplicemente cosi, con quel suo sorriso e gli occhi chiusi. Solo perché era lei.
 

Mi azzitiii quasi in imbarazzo a quelle parole, avrei voluto continuare a parlare, ma non ci riuscivo, mi ero bloccata, persa in quel bellissimo ricordo che avrei voluto solo rivivere. Sentii sollevarmi il viso, i suoi occhi puntati sui miei, mi guardavano in silenzio, impenetrabili. Impenetrabili eppure cosi morbidi in quell'istante, sembrava agitarsi qualcosa. Portai una mano ad accarezzarle una guancia, in un gesto che avevo fatto più di mille volte. I suoi occhi si chiusero, assaporando quel gesto che non smisi di compiere, non potevo spiegarlo, eppure anche quel piccolo gesto, quasi insignificante, mi era mancato. Mi appoggiai a lei, chiudendo gli occhi anche io, rimanendo cosi, in un semi abbraccio, per un tempo indefinito, con un silenzio rilassato tra di noi, felice di essere nuovamente tra le sue braccia. Un bacio, improvviso, sulla fronte, mi fece sollevare le palpebre e riaprire gli occhi, ritrovando i suoi vicini i miei, quegli occhi che in passato guardavano solo me, quello sguardo dolce e profondo che mi riservava.

"Con i tuoi occhi mi hai insegnato che si muore "

Un pensiero veloce mi attraversò la mente, prima che le sue labbra baciasserò le mie, assaporandole con dolcezza, lentamente, senza alcuna fretta, conoscendosi nuovamente, come se si stessero risalutando dopo tanto tempo, passate lontane l'una dell'altre ed era proprio cosi.

<< Non posso dirti che ricorderò, però posso provare a darti una possibilità, ma non sarà facile. Non ho un carattere accondiscendente . >>


Risi di cuore a quelle parole, un luccichio complice nello sguardo che ci lanciammo, le nostre labbra ancora vicine, come se non volessero separarsi del tutto.

<< Oh credimi, lo so meglio di quanto tu possa immaginare mia adorata >>

Un nuovo bacio mise fine a quello scambio di battute che avevamo iniziato.

 



<< Sei davvero una piccola idiota Saturn. >>

<< Ah ma davvero Setsuna? Chi ha perso i ricordi di noi? >>


<< Devo zittirti ? >>


<< Provaci. >>

Un bacio.
Un bacio che forse avrebbe suggellato un nuovo inizio, o forse nulla, forse sarebbe finita ancora prima di un nuovo inizio, forse non avrebbe mai davvero ricordato, forse avremmo creato una nuova storia insieme, o forse sarebbe finita quella sera stessa o pochi giorni prima, forse non era più la Setsuna di cui mi ero innamorata, o forse, avrei potuto innamorarmi anche di Lei, anzi ne ero certa, infondo era pur sempre Lei per me. Il vero problema era: Saremmo riuscite a stare insieme dopo tutto quello che avevamo passato? Poteva accettare una stupida idiota, forse più piagnucolona di prima accanto? Sarei divenuta più forte per lei? Bè, speravo davvero di si.

Lasciammo quella spiaggia, mano nella mano, sicure che ci saremmo tornate, in quel luogo, solo nostro, ci saremmo sempre ritrovate, una,due, cento, mille volte.

   
 
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