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Autore: Believer98    22/09/2018    0 recensioni
Uno degli aspetti più belli delle fanfiction è il poter far tornare in vita qualsiasi personaggio.
E se ... Oberyn Martell non fosse mai andato ad Approdo del Re? Se invece Doran avesse mandato suo fratello a Meereen da Daenerys? Sarebbe cambiato qualcosa?
Buona lettura!
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E, mentre si allontanavano da soli senza nessuno alle calcagna, Oberyn dimostrò di essere un uomo attento, oltre che libero.
« I vostri occhi sono lucidi, Altezza » sussurrò, accarezzando il palmo morbido della sua piccola mano con il proprio, decisamente più grande e calloso.
« Profumi di casa » replicò lei, commossa e senza vergogna. E persino la spavalda Vipera Rossa fu colta di sorpresa. « Comunque puoi chiamarmi Daenerys. »
Genere: Guerra, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Barristan Selmy, Daenerys Targaryen, Jorah Mormont, Oberyn Martell, Tyrion Lannister
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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1. Il piano di Fuoco e Sangue


Il sole abbagliante di Dorne batteva sulle mura del castello a Lancia del Sole. Il pomeriggio aveva portato un vento afoso e il profumo di limoni inondava e inebriava i corridoi.
Intanto il principe Oberyn Martell vagava indisturbato senza alcuna meta, in compagnia di Areo Hotah il capitano delle guardie, e intanto semplicemente rimuginava.
Suo fratello Doran non gli aveva permesso di andare alla Fortezza Rossa, dove un rappresentate di Dorne si sarebbe dovuto recare in vista delle nozze di Joffrey Baratheon con Margaery Tyrell. Il rappresentante avrebbe avuto il piacere – a detta di Oberyn, il dispiacere - di unirsi al Concilio Ristretto.
Ovviamente Oberyn non era interessato a nessuna di quelle cose, né al Concilio né tanto meno a quello pseudo Re seduto su un trono che non gli spettava.
Tuttavia aveva un conto in sospeso con i Lannister: la morte di sua sorella Elia Martell e dei figli di lei. Sapeva che erano stati i leoni, in particolare Tywin Lannister, a organizzare quel massacro e avrebbe tanto voluto ottenere una confessione.
Il principe Doran, però, era saggio e conosceva benissimo il modo di pensare di suo fratello minore. Oberyn gli era molto fedele ma, allo stesso tempo, era dotato di un carattere spietato e determinato e aveva una grande abilità per mettersi nei guai. Questo fu il motivo per cui non venne mandato nelle Terre della Corona. Doran gli aveva preferito suo figlio Quentyn, di appena vent’anni, dicendo che il ragazzo avesse bisogno di fare esperienza. 

Areo sentì il principe sbuffare e si voltò verso di lui, costringendolo a fermarsi. « Siete ancora arrabbiato con vostro fratello? »

« Non sono arrabbiato » replicò Oberyn con tono saccente, « penso semplicemente che Doran abbia preferito un ragazzino a me, ovvero un uomo adulto e pieno di esperienza. »

Il comandante sorrise bonariamente: « Onestamente se ha mandato un ragazzino e non voi è perché fa più comodo un burattino che un ribelle. » Il principe ascoltò quelle parole in silenzio. « Il giovane Quentyn ci tiene parecchio a non deludere suo padre quindi non farà nulla, a parte tentare di renderlo orgoglioso. Inoltre gli servirà davvero come esperienza. Il principe Doran vuole farlo maturare in vista di un'importante unione matrimoniale. »

Oberyn ridacchiò al sol pensiero: Quentyn sposato, una visione da non perdere. O meglio, si trattava di una visione allucinogena e utopica che non avrebbe mai visto. Il secondogenito di Doran era ancora troppo immaturo per sposarsi e preferiva pensare alle fantasticherie piuttosto che alla conquista del cuore di una donna.
Quentyn Martell non si sarebbe mai sposato in effetti, ma per ben altri motivi. Ser Areo vide un alfiere dei Martell correre verso di loro.

Il soldato, madido di sudore, si inchinò a Oberyn e disse: « Mio principe il giovane Quentyn tuo nipote è morto, ucciso dalla Montagna alla Fortezza Rossa. »

 
 

Più tardi i membri della famiglia Martell si radunarono nella Sala Centrale insieme alle persone di Corte. Doran stava seduto sulla sua sedia a rotelle con grande dignità e decoro, i figli Arianne e Trystane accanto a lui e la piccola Myrcella Lannister, dietro di loro, fissava il pavimento con timore. Sapeva di non essere vista di buon occhio a causa della morte di Quentyn. Tutti sapevano che la Montagna obbediva alla sua famiglia.
Oberyn si appoggiava a una colonna dalla parte opposta della stanza a braccia incrociate e circondato dalle sue figlie Tyene, Elia, Obara e Nymeria. Tutte è quattro bastarde Sand, avute da tre donne diverse e chiamate ‘Serpi delle Sabbie’ avevano gli occhi del padre e vantavano differenti abilità. Come Arianne, loro cugina, pensavano malinconicamente a Quentyn.
Non ci volle molto prima che qualcuno rompesse il silenzio che si era creato e fu proprio Doran, rivolgendosi a suo fratello minore.

« Se hai intenzione di dirmi “te l’avevo detto” fallo ora e togliamoci il pensiero. »

Oberyn scosse il capo. « Non ne avevo alcuna intenzione fratello, non mentre piangi tuo figlio. »

« Cosa avresti fatto al posto di Quentyn? » domandò Doran con gli occhi lucidi, domandandosi se fosse stato tutto un suo errore di giudizio. « Saresti diventato il Campione di Tyrion Lannister per affrontare Gregor Clegane? Magari avresti persino vinto, Quentyn non è paragonabile a te con le armi. In effetti pochi sono paragonabili a te. »

Il più giovane sospirò e replicò: « Non so cosa avrei fatto onestamente. »

« Mio figlio è nato alla morte di Elia, non ha mai conosciuto nostra sorella. Ha scelto di combattere solo perché voleva rendermi orgoglioso, ha semplicemente colto un’occasione. »

« Dove vuoi arrivare? »

« Voglio che i Lannister capiscano che sono pacifico e cauto ma non stupido » mormorò il capo famiglia a denti stretti. I presenti trattennero il fiato, consapevoli della quantità di rabbia che potesse provare un padre che perde un figlio. « Neanche io dispongo di pazienza infinita. Sono stanco dei loro uomini, della Montagna, stanco delle lotte di potere, degli intrighi e degli interessi personali dei Lannister. Il popolo dei Sette Regni non può prosperare sotto questi despoti ricchi e immeritevoli. »

Tutti i presenti si scambiarono sguardi di stupore e di perplessità: nonostante condividessero i pensieri di Doran non avevano mai sentito il principe di Dorne parlare in quella maniera. Sembrava aver abbandonato i soliti modi garbati e pacati, non era arrabbiato ma risentito e addolorato.

« Trystane caro, accompagna Myrcella fuori a fare una passeggiata » disse. Il figlio più piccolo annuì e tese un braccio alla ragazza per uscire dalla stanza insieme a quest’ultima. « Chiunque non sia Ser Areo Hotah, mio fratello, mia figlia Arianne o le mie nipoti lasci anche esso questa stanza. »

Quando i membri della Corte furono usciti Oberyn sorrise. Suo fratello era un uomo astuto e riservato, se aveva cacciato quelle persone doveva avere in mente qualcosa. « So che hai un piano, di solito non minacci a vuoto. C’entra qualcosa il matrimonio segreto che progettavi per Quentyn? »

« Il matrimonio che avevo pianificato non è più possibile, come avrai notato. Adesso tocca a te. »

« Dovrei sposarmi? Io? » chiese Oberyn interdetto. Nymeria rise a quel pensiero e Obara le assestò una gomitata per farla tacere.

« Per adesso no » rassicurò Doran, « ma dovrai partire il prima possibile. Puoi portare Obara, Nymeria e Tyene con te oltre a Lord Archibald Yronwood, che ha già accettato, e un altro Lord di tua scelta. »

« Per andare dove? Non fare il misterioso. »

Doran intrecciò le mani sul grembo e guardò con garbo suo fratello: sapeva che Oberyn gli voleva bene, lo rispettava come nessun altro e, nonostante avesse un testa propria, avrebbe accettato qualasiasi sua decisione. « Uno dei Lord che hanno soggiornato alla Fortezza Rosa è riuscito a raccogliere delle informazioni. Daenerys Targaryen, dopo aver conquistato Yunkai e Astaport, si dirige verso Meereen. »

« Quella ragazzina si sta dimostrando più capace di suo fratello. »

« Quella ragazzina, come dici tu, è una ragazza ora, una giovane donna. Ha un esercito di Immacolati, oltre a due grandi combattenti come consiglieri, Ser Jorah Mormont e Ser Barristan Selmy » continuò. « Per non parlare dei suoi tre draghi, ma di quello ormai sanno anche i muri. »

« Gli Immacolati? Quelli sì che sanno combattere, li ho visti durante il mio viaggio a Essos. Ser Barristan Selmy è stato l’unico in grado di disarcionarmi durante un torneo. Oltre a Rhaegar Targaryen ovviamente » commentò Oberyn avvicinandosi a suo fratello. « Mi mandi da lei quindi? »

Doran annuì. « Con lei volevo maritare Quentyn perché credo sia ora che Martell e Targaryen tornino a collaborare. Vai a Meereen e proponi un’alleanza. »

« E poi? »

« Stalle vicino, sii una spalla su cui fare affidamento e aiutala a compiere i suoi piani. Quando sarà pronta tornerà e noi ci uniremo a lei per battere una volta per tutte i Lannister e i Baratheon. I bastardi di Cersei verranno spodestati e Daenerys siederà sul trono che è sempre appartenuto a suo fratello Rhaegar. »

Oberyn sogghignò e disse: « Eri diventato troppo silenzioso e inerte fratello. Sono felice che tu sia finalmente rinsavito. »

« Anche io fratello, anche io, e adesso sarà fuoco e sangue per i Lannister di Castel Granito. »

 
 

Il mattino seguente una nave venne attrezzata e fornita di scorte in vista della partenza. I Martell si erano radunati al porto e ora scambiavano gli ultimi saluti. La primogenita di Doran, Arianne, abbracciò suo zio e salutò le cugine con un augurio di buona fortuna. Myrcella Lannister, invece, era stata lasciata ai Giardini dell'Acqua con Septa Eglantine: i Martell non volevano scoprisse in alcun modo il loro piano o anche solo della partenza di Oberyn per via marina. La prudenza non era mia troppa.
Doran si preoccupò di lasciare a suo fratello degli ultimi avvertimenti nonostante Oberyn potesse già vantare una buona conoscenza di Essos.

« Non ti chiedo di diventare una candida septa, però per quanto riguarda i bordelli … da oggi in poi comincia un poco a limitarti » fu il suo ultimo suggerimento. « Fallo per lei, e per me. »

« Ci proverò. Per te soprattutto. »

« Noi ci vendicheremo Oberyn. »

« Con Fuoco e Sangue, proprio come hai detto. »

Finiti i saluti, parte della famiglia salì sulla nave insieme ai Lord Archibald Yronwood e a Ryon Allyrion, scelto personalmente dalla Vipera Rossa. Oberyn rimase fermo a poppa mentre il vascello si allontanava dalla riva e guardò suo fratello mentre quest’ultimo diventava sempre più piccolo e lontano, fino a quando non si dissolse insieme alla terra di Dorne e non rimase altro che una mera visione dell’orizzonte.
Oberyn conosceva bene Essos, vi era già stato e in particolare si era fermato Lys dove aveva imparato l’arte dei veleni e altri segreti occulti. Tuttavia Lys era molto vicina a Dorne, subito oltre il mare si trattava della prima città in cui si poteva fare tappa. Meereen invece …

« Padre » chiamò dolcemente Tyene. Ognuna delle Serpi aveva ereditato, oltre agli occhi neri, il carattere pungente e focoso del padre. Quando si rivolgevano a Oberyn però trasudavano grande affetto e rispetto, un lato della loro personalità concesso solo a lui. « Tutto bene? »

« Il fatto che a volte mi fermi a riflettere non implica che sia diventato improvvisamente depresso, sono in grado di pensare anche io ogni tanto sai » affermò lui con un sorrisino ironico. Tyene ricambiò il sorriso e si avvicinò appoggiando i gomiti sul capodibanda.

« Cosa pensi del viaggio? »

« Che sarà lungo e che faremo un bel numero di nuove esperienze. »

« No intendevo dire, ci sei mai stato in quei posti? Ci hai raccontato di aver esplorato in lungo e in largo Essos. »

Oberyn sospirò: « Ho viaggiato molto, è vero. Ho visto Astaport e gli Immacolati, ho visto anche Meereen ma sono passati tanti anni e qualcosa sarà cambiato. »

« Ho sentito dire che lei ha abolito ogni forma di schiavitù. Durerà questa pace? »

« Non credo che durerà, e tu sei molto sveglia per pormi questa domanda » osservò il principe. « Penso che faremo meglio a non fidarci di nessuno, a parlare il meno possibile. Se ci sarà da combattere siamo tutti bravi, combatteremo. »

« Io, Obara e Nymeria combatteremo per te. Sempre. »

« Certo, per questo siete con me » disse Oberyn accarezzando i capelli della sua terza figlia. In realtà ne aveva cinque di Sand ma Sarella era lontana da Dorne, nessuno sapeva bene dove, mentre Elia aveva solo quattordici anni e Doran non l'aveva ritenuta pronta per quel viaggio.
Quindi con Oberyn viaggiavano Obara, maschile nel fisico e negli atteggiamenti e abile con la lancia come suo padre; Nymeria bella, elegante e raffinata combatteva utilizzando una frusta e nascondeva nei propri vestiti delle daghe affilate; infine Tyene era abile con i veleni come il principe dorniano e combatteva utilizzando pugnali lunghi e seghettati. L’ultima delle tre sembrava tranquilla ma, in realtà, quella maschera nascondeva il suo carattere vivace e spietato. Delle tre era quella più legata a Oberyn.

« Caro Oberyn » disse Ryon Allyrion, spuntando alle sue spalle. « Io e Archibald ti aspettiamo nelle tue stanze per discutere del viaggio. »

« Certo caro il mio buon vecchio Ryon, è il motivo per cui ti ho scelto. Cosa avrei fatto in questo viaggio senza la tua mania per il controllo? »
I due compagni di viaggio si sorrisero furbamente e Lord Ryon scese sotto coperta.

« Tyene chiama subito Obara e Nymeria e poi raggiungeteci nelle mie stanze. Dobbiamo pianificare con largo anticipo, i giorni passeranno in fretta e una volta a terra ci sarà poco da parlare vedrai. »

 
 

« Prima di tutto, è di obbligo precisare che una volta attraccati indosseremo tutti dei cappucci. Non possiamo permettere che qualche spia dei Lannister ci riconosca, metterebbe in pericolo mio fratello. »
Oberyn aveva raggiunto i due Lord amici sotto coperta, precisamente nelle proprie stanze dove vi era un grande tavolo rotondo ricoperto da cartine, bussole e svariati oggetti. Subito dopo era stato seguito dalle tre Serpi e ora i sei viaggiatori studiavano la carta generale di Essos.
Ser Archibald Yronwood, di famiglia nobile e fedele ai Martell, era un omone grande e grosso dai modi rozzi che sedeva accanto a Oberyn ascoltandone attentamente ogni parola. Si fidava del suo principe.

« Il punto è questo Oberyn, dove attraccheremo? » chiese Lord Ryon. « Ci conviene navigare fino alla Baia degli Schiavisti o sarebbe meglio fare tappa a Volantis e poi procedere per via terrena? » e, mentre parlava, indicava i luoghi di interesse sulla mappa.

Oberyn osservò il disegno e ragionò. « Non è saggio fare tappa a Volantis. Per arrivare a Meereen via terra da lì ci occorrerebbe attraversare una delle Strade Valyriane, ovvero la Strada del Demone. Troppo pericolosa. Dunque meglio attraversare la Baia degli Schiavisti in nave e attraccare poco prima di Astapor, poiché non è astuto navigare troppo in profondità verso il cuore della Baia. »
Obara, Nymeria e Tyene ascoltarono attentamente il padre, ammirate dalla sua conoscenza del continente, e intanto annuivano per evidenziare il loro sostegno.

« Da Astapor in poi cosa faremo? »

« Compreremo dei cavalli e spereremo di non incappare in spiacevoli inconvenienti lungo il tragitto » asserì il principe. « Lord Archibald cosa dice il capitano della nave sui venti? »

« I venti sono a nostro favore » affermò il Lord della famiglia Yronwood, « quindi forse riusciremo ad arrivare prima di quanto abbiamo previsto. »

« Nessun forse, arriveremo di certo prima. Anche perché non intendo circumnavigare inutilmente Valyria, ci passeremo attraverso. »
I presenti si guardarono stupiti, Lord Ryon preoccupato. Nessuno di loro era mai stato a Essos, a parte il principe di Dorne, ma tutti conoscevano i racconti riguardanti le coste di Valyria. Molti navigatori che avevano attraversato quello stretto con le proprie imbarcazioni non avevano fatto una bella fine. Secondo queste storie i malati di Morbo Grigio vennero spediti in quel luogo ormai inospitale per evitare il contagio ma, soprattutto, poiché erano diventati uomini con dei comportamenti quasi animaleschi, quindi pericolosi.
Uomini di pietra, venivano definiti. Il Morbo Grigio era una delle peggiori sciagure che potessero cogliere una persona, per questo persino i più coraggiosi avrebbero preferito evitare quelle zone.

« Sono risaputi i racconti che parlano degli uomini di pietra fuori controllo a Valyria » osservò Lord Ryon, « non sarebbe meglio impiegare qualche giorno in più e fare il giro largo? »

Oberyn, però, fu irremovibile. « Siamo tutti bravi a combattere, amico mio. Se si avvicineranno li respingeremo. Il nostro obbiettivo è arrivare a Meereen il prima possibile ed è ciò che voglio fare. »
Tyene sorrise tristemente e abbassò il capo: Oberyn non aveva mai davvero superato ciò che era successo a Elia e ai suoi figli, nonostante fossero passati tanti anni il suo desiderio di vendetta non si era assopito e la sua fretta di arrivare a Meereen ne era la prova. Dentro di sé aveva bisogno di trovare un porto sicuro, un luogo in cui placare questa rabbia per fare della vendetta non un’esigenza impetuosa, ma un puro atto di giustizia.







 

Ciao, per quanto mi piacciano le coppie delle serie o dei libri, mi ritengo soddisfatta semplicemente da quello che vedo e leggo.
Preferisco scrivere di coppie non realizzate, o persino difficili da pensare e forse neanche collegabili per creare qualcosa di punto in bianco.
Detto questo, spero che la mia storia possa piacervi e in tal caso fatemelo sapere con un recensione, se vi interessa o vi incuriosisce, se avete intenzione di continuare a leggere.
Intanto vi dico "a presto"
Believer

 

  
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