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Autore: Yutsu Tsuki    22/09/2018    2 recensioni
VioletxCastiel. Sarà possibile?
"Mandy era tutto ciò che tu non eri. Spigliata, carismatica, audace.
Aveva sempre l’insopportabile capacità di monopolizzare l’attenzione con chiunque e ovunque si trovasse. Ma da dove derivasse questa sua forza, nemmeno tu te lo spiegavi. E la conseguenza di questo suo essere al centro di ogni discorso finiva, tuo malgrado, per eclissare proprio te.
Ma ad essere sinceri ciò non ti avrebbe creato tanti problemi, se non fosse stato per una piccola verità che all’apparenza poteva sembrare insignificante, ma che in realtà cambiava tutto.
Mandy eri tu."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexy, Ambra, Castiel, Lysandro, Violet
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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V - Addio Mandy




Dicono che gli opposti si attraggono. Ma non dicono mai per quanto tempo.
- Sex and the city



È ormai passata una settimana da quello spiacevole evento con Ambra e tu ti sei ripromessa di lasciarti alle spalle ogni singola cosa riguardante Mandy.
Non hai raccontato a nessuno del passaggio delle tre oche alla “modalità bullo”: né ad un professore - come aveva suggerito Lysandro - né a tuo padre, e neppure ad Alexy. E da quel giorno non hai mai più rimesso piede in quel bagno maledetto.

Volevi tornare alla vita di sempre. Dimenticare quella stupida sfida, quella stupida sfilata e quello stupido Castiel.
Ma non era facile.

Alexy ha passato l’intera settimana a cercare di tirarti su di morale, a convincerti che devi combattere, rifiutare di darla vinta ad Ambra. Ma tu, ogni volta che sentivi quel discorso, gli ordinavi, senza mezzi termini, di smettere. E lui ad ogni tua reazione rimaneva per un po’ in silenzio ad osservarti. Era chiaro che sospettasse che la bionda ti avesse minacciato o qualcosa di simile. Ma non ce la facevi in alcun modo a riferirgli tutto. Perché sarebbe significato rivivere quei dannati momenti.

Per lui era terribile tanto quanto per te doversi sorbire i teatrini di Ambra, mentre si vantava con tutta la scuola di essere la ragazza amata da Castiel. Era arrivata persino a platinarsi i capelli pur di far passare la famosa parrucca di Mandy per la sua naturale chioma. Era incredibile come avesse scoperto ogni cosa di lei in così poco tempo. Li e Charlotte dovevano aver assunto la nuova “modalità Peggy” per investigare e conoscere tutti i dettagli della serata di Leigh.
Inoltre, si era formata una sorta di fan club della coppia CastielxMandy, una schiera di sostenitori, probabilmente tutta gente pagata da Ambra per ronzarle attorno cosicché potesse sentirsi ulteriormente apprezzata.

Era chiaro, però, che l’arpia si fingesse Mandy per fare un dispetto a te, oltre che per lavorarsi Castiel. Non neghi, a proposito, di aver voluto sapere come lui avesse reagito a quella rivelazione. E da come era diventato d’un tratto più silenzioso e riflessivo, sembrava quasi ne fosse rimasto turbato. Che sospettasse qualcosa? Dopotutto il carattere della Mandy che aveva conosciuto era di gran lunga diverso da quello arrogante di Ambra.

Tuttavia i primi segni di avvicinamento fra lui e l’arpia c’erano stati. Ogni tanto ti capitava di scorgerli insieme durante l’intervallo o persino all’uscita della scuola, dopo le lezioni. E tu ti sforzavi sempre di ignorarli e distogliere lo sguardo da loro. Ma chissà cosa si dicevano. Chissà se parlavano della sfilata. In quel caso la verità sarebbe potuta facilmente venire a galla…

A questo punto le cose certe erano due.
La prima, che l’unica ad avere il potere di cambiare tutto eri tu.
La seconda, che non avresti mosso un dito per farlo.




Manca solo una manciata di minuti al termine dell’ultima ora di quel venerdì. Pure il professor Faraize sembra attendere con ansia la fine della lezione, così da dare il benvenuto ad un nuovo agognato week end.
Ad un tratto senti qualcosa di piccolo colpirti la nuca. Ti volti e cerchi di capire cosa sia stato, tanto il prof. sta pensando a tutto meno che a te.
Dietro di te Peggy ti fa segno con l’indice di guardare in basso. C’è un bigliettino appallottolato.

Lo afferri rapidamente e lo srotoli. È un messaggio di Alexy: “Questo pomeriggio. A casa mia. Non si discute.”
Speri che non sia l’ennesimo tentativo del tuo compagno di convincerti a protrarre la tua lotta contro Ambra, perché davvero non ne puoi più.

Lo raggiungi nel tardo pomeriggio. Ad aprirti la porta è Armin.
«Ehi, Violet, ti trovo in gran forma», esordisce, sondandoti da capo a piedi.
«G-grazie. Tuo fratello…?» mormori confusa.
«Sì, è…» Non ha il tempo di rispondere, che ecco Alexy sbucare da dietro di lui, afferrarti per il polso e sequestrarti dentro casa.

Ti trascina fino alla sua camera da letto. «Senti, se è ancora uno dei tuoi piani, sai qual è la mia risposta», dichiari con aria alterata, dopo esserti liberata.
«Tranquilla, questa volta non ce ne sarà bisogno» borbotta velocemente, rivolgendoti un grande sorriso.
Sospiri di fronte a quella risposta criptica, ma che tu sai decifrare bene. Ormai lo sai: Alexy non rinuncerà mai ad aiutarti.

«Giuro che non farò il nome di Mandy», pronuncia solennemente.
«Beh, l’hai fatto», puntualizzi simulando un’aria imbronciata.
«Mandy? L’avete incontrata?!» dalle tue spalle si leva la voce di Armin, che, sgattaiolando nella camera, si frappone tra voi due speranzoso di una risposta, come un cagnolino in attesa di un biscotto.

«Non gli hai detto nulla?» domandi stupita ad Alexy. Eppure sai che i due gemelli sono molto legati.
«Volevo prima avere il tuo permesso, siccome è una cosa seria», dice osservando con diffidenza il fratello, il quale per poco non si mette a fare le capriole, dilaniato com’è dalla curiosità.
Il tuo sorriso però si affievolisce. Se Armin dovesse scoprire la verità, in un attimo tutta la scuola lo verrebbe a sapere. E tu ti sei ripromessa di lasciarti alle spalle quella storia. «Mi spiace, ma hai appena detto che non ne avremmo più parlato», è la tua decisione.

Nella faccia di Armin si forma un velo, anzi un tendone, di delusione. Non lo facevi così interessato ai pettegolezzi!
«Ditemi almeno se vi siete conosciuti. Se è davvero così perfetta come sembra. Voglio dire, una che piace a Castiel dopo un solo incontro dev’essere la dea della Perfezione. È vero che ha vissuto per quindici anni in Giappone!?»
«Ma cosa…!» Possibile che in quella scuola dovessero sempre venire inventate bufale sul conto degli altri?

«Aspetta un attimo, ma…» è in quel momento che ti viene in mente un piccolo dettaglio. «Ma come, tu non credi che sia Ambra?»
«Nah, troppe cose non tornano. Ad esempio: com’è possibile che per ben due giorni i suoi capelli non fossero platinati? Sembra li abbia tinti apposta dopo aver scoperto che Mandy ce li aveva così!»

Rimani per un attimo a bocca aperta. E domandi ad Armin se solo lui la pensasse in quel modo o anche altra gente.
«Diciamo che un po’ tutti in classe sospettiamo che Ambra stia mentendo», risponde lui, col tono di uno che la sa lunga. «Castiel non potrebbe non averla riconosciuta, dai. Eppure lui sembra come inebetito da lei.» Poi, guardandosi freneticamente a destra e a sinistra, sussurra: «Io ed Iris crediamo che lo abbia drogato.»

Non sai come reagire a quelli che paiono i deliri di un Armin un po’ troppo preso dal gossip, ma decidi di assecondarlo con un: «Beh, penso proprio che abbiate ragione.»

«Comunque,» riprende poco dopo, «sarei dovuto venire anch’io a quella sfilata… La prossima volta fatti dare tre biglietti. Okay, Alexy?»
«Non preoccuparti, ne basteranno due», pronunci seria. «Non ho intenzione di ripetere l’esperienza.»
«Perché? È andata male? Ricordo che mio fratello», esclama poggiando una mano sulla spalla di Alexy, che per tutto quel tempo era stato zitto, «ti aveva vestita molto bene. Eri proprio carina con quella parru…»

La bocca di Armin rimane semi-aperta, nello sforzo di completare la frase, che però gli si strozza nella gola. È fermo, lo sguardo vitreo, puntato verso il vuoto.
Dal momento che non sembra più essere in grado di emettere altre sillabe, suo fratello Alexy gli ripone con delicatezza la mano che gli aveva messo sulla spalla, sussurrandogli qualcosa all’orecchio, e lo accompagna fuori dalla camera nello stesso modo in cui si sposta una statua di marmo.

«Mi auguro che ora non riveli a tutti la verità», sospiri dopo che Alexy ha richiuso la porta.
«Non preoccuparti, l’ho minacciato a dovere», sogghigna lui. «Comunque, c’è un motivo preciso per cui ti ho chiesto di venire.»
L’osservi con aria interrogativa. Ad un tratto lui apre il suo armadio per recuperare la giacca. «Vieni, ti porto in un posto.»
«Ma non è tardi?»
«Fidati di me», dichiara col suo solito tono fiero e irremovibile.

Usciti di casa, vi recate alla fermata dell’autobus più vicina. Per tutto il tragitto Alexy non rivela nulla di ciò che ha in mente e questo non fa che aumentare la tua curiosità. Dove ti starà portando?

Dopo più di un quarto d’ora di viaggio è finalmente arrivato il momento di scendere. Quando metti piede fuori dal mezzo ti ritrovi in un quartiere della città mai visto prima: le case sono molto più basse di quelle del centro e nell’aria si respira un profumo di salsedine.
Alexy ti fa strada lungo una via stretta, al termine della quale vi ritrovate su quello che sembra un lungomare. Sulla vostra destra numerosi grattacieli sono schierati in fila come soldati ed il loro riflesso brilla fra le onde del mare.

«Che vista pazzesca», commenti, catturata da quel panorama, e appoggiandoti sul muretto che ti divide dalla spiaggia.
«Il bello deve ancora venire», precisa il tuo compagno di classe avvicinandosi a te. «Vieni, sediamoci qui.»
Vi mettete comodi su una panchina poco distante e per un’altra manciata di minuti continuate ad ammirare il paesaggio.

Ed ecco che, come per magia, l’area attorno al sole comincia ad assumere un tono sempre più caldo, infuocato; più in alto mille nuvolette rosa esplodono ricoprendo l’intera volta celeste e moltiplicandosi in infinite sfaccettature sui vetri tremanti dei grattacieli. Sotto, l’increspatura del mare assume lo stesso colore del cielo, cosicché le onde sembrano sottili nuvole che si posano delicate sulla sabbia.

Nessuno può rimanere impassibile di fronte alla meraviglia di quel tramonto. Nemmeno tu.
«Come hai scoperto questo posto?» sussurri senza staccare gli occhi di dosso ai palazzi in fiamme.
«È una lunga storia», farfuglia vago Alexy. «Ma sei la prima a vederlo. Ci tenevo a condividerlo con qualcuno di speciale.»
Ti volti a guardarlo. Il tuo cuore non può che scaldarsi nell’udire quelle parole. Di tutti i suoi amici, lui ha scelto te. Non Rosalya, non suo fratello Armin. Te.
«Oh, Alexy…» dici arrossendo. Vi sorridete l’un l’altra e non aggiungete altro.

Restate ad assistere a quello spettacolo finché il sole non tocca l’orizzonte. Nella sua discesa sembra inghiottire a poco a poco ogni nuvola.
«Violet», pronuncia ad un certo punto il tuo compagno con voce inespressiva. «Se Ambra ti avesse infastidito, me lo diresti?»

In un attimo il cielo si spegne e i grattacieli tornano ad essere freddi pilastri di pietra.
Ecco qual era lo scopo di Alexy.
Rimani seria. «Non c’è nulla che puoi fare.»

«Quindi è successo. Violet, non puoi arrenderti! Devi fargliela pagare.»
«Ti ho chiesto di smetterla con questa storia di Mandy. Non ne posso più!»
«Lascia perdere Mandy. Se Ambra ti ha minacciata non puoi permettere che la passi liscia!»
«Ma non lo capisci che è inutile?» scoppi, stravolta, lasciando andare le lacrime. «Anche se ne avessi le prove, la scuola non alzerebbe un dito contro di lei.»
«Le prove di cosa? Cosa ti ha fatto?» insiste lui gettando occhiate su ogni parte del tuo corpo.

Ti mordi un labbro. Hai detto fin troppo. Guardi dritto davanti a te in silenzio.
Alexy ti prende per le braccia, costringendoti a girarti e ti fissa con intensità. Ma tu non ce la fai a sostenere il suo sguardo: ti liberi dalla sua presa e ti volti di nuovo verso la spiaggia grigia.

Passano diversi minuti, poi ad un tratto ti senti cingere da dietro da due braccia forti ma gentili e senti il contatto fra la tua schiena e il suo petto. Tenti con tutta te stessa di calmare il battito che in un istante è accelerato, ma è tutto inutile. L’abbraccio di Alexy non fa che procurarti altra sofferenza, perché è solo un abbraccio da amici. Lui non lo sa, non hai mai osato dirgli che ti piaceva, prima di scoprire che il tuo sentimento non sarebbe mai stato corrisposto. Altrimenti non sarebbe stato così crudele.

Avvampi di vergogna e dolore, e piangi, ancora di più. Subito senti il bisogno di liberarti da quella stretta.
Cerchi di fare respiri profondi e speri che Alexy non insista più. Lui fortunatamente accetta il tuo volere, così restate in silenzio per un po’.

Quando il sole è quasi scomparso e il cielo è ormai scuro, il tuo battito è tornato alla normalità e le lacrime che ti rigavano il volto si sono seccate.
Fissi con sguardo freddo il muretto del lungomare. Poi, dopo un lungo respiro, gli riveli tutto.

Nell’ascoltare i dettagli del tuo scontro con Ambra, Alexy rimane attonito, a bocca aperta.
Seguono lunghi minuti di silenzio.

«Violet, ti prego», pronuncia ad un certo punto, calmo. «Devono essere punite per quello che hanno fatto. Ti starò accanto per tutto il tempo, ma tu fai qualcosa.»
«Che dovrei fare?»
«Comincia col dire la verità. Hai sentito Armin: nessuno crede che Ambra sia davvero Mandy, neanche Castiel. Immagina la reazione che potrebbe avere contro di lei nello scoprire che gli stava mentendo. È il modo migliore per farla soffrire, non credi?»

Alzi gli occhi al cielo. Possibile che per Alexy sia tutto un gioco? Perché vuole per forza vendicarsi contro quel mostro di Ambra? Quel che è successo fa parte del passato. Tu ora vuoi solo lasciarla in pace ed e dimenticare ogni cosa.

«Peggiorerebbe solo la situazione. La farebbe accanire ulteriormente su di me», emetti con voce spezzata.
«Questa volta ci sarò io a proteggerti. Dai, non puoi avere paura di lei!» esclama lui con decisione.
E invece è proprio così. Non glielo confesserai mai, ma la verità è che tu hai paura di Ambra.

Senza rispondere, ti alzi dalla panchina. «È tardi. Torniamo a casa, adesso.»
«Va bene. Ma tu stai tranquilla; ti prometto che risolveremo tutto.»
Annuisci poco convinta e in silenzio vi avviate verso la fermata dell’autobus.

«Forse è quello che tu credi, ma ti assicuro che Mandy non è stata un errore», dice Alexy di punto in bianco.
Sbuffi, ormai stufa di quella storia, ma decidi di lasciarlo continuare.
«Mandy è la vera Violet», pronuncia in un sorriso. «Ti ho osservata bene, quella sera. Non hai bisogno di una maschera per essere te stessa.»

Lo guardi senza dire nulla. A poco a poco ti tornano in mente brevi flash della sfilata. Le persone affascinate dai racconti di Alexy, lo schifosissimo champagne offerto da Castiel, il modo da improbabile gentiluomo con cui l’aveva versato, il momento in cui aveva preso posto affianco a te per assistere alla sfilata, il suo sguardo ipnotico che non si staccava dal tuo viso mentre ballavi, e infine quel piccolo impercettibile attimo in cui il suo volto si era fatto più vicino al tuo di quanto non lo fosse mai stato.

Era stata la serata più felice della tua vita. La tua vita.
Forse Alexy aveva ragione.
Forse Mandy non era altro che la tua vera indole, liberata dalla gabbia opprimente della timidezza.
Che bastasse credere quello per lasciarsi andare?

Ti ritrovi a fissare il suolo. Qualche granello di sabbia è arrivato fino a lì dalla spiaggia, portato dal vento.
Alzi gli occhi e incontri quelli del tuo compagno di classe che ti sorridono.

E infine gli sorridi anche tu.
«Grazie, Alexy.»




Il lunedì mattina arrivi a scuola in ritardo. A dieci minuti dall’inizio delle lezioni percorri di corsa il corridoio del piano terra e spalanchi in modo brusco la porta della classe, trafelata.
Tutti gli sguardi dei presenti si posano su di te, ma riesci a sostenerli. Anzi, cerchi quello di Ambra e resti per pochi secondi ad osservarla, inespressiva. Poi alzi gli occhi su Castiel e fai lo stesso.

«Scusi, prof.», sospiri, sedendoti in fretta al tuo banco.
«Violet che arriva in ritardo?» esclama con stupore la professoressa di matematica. «Non mi vorrai diventare discola come Castiel, spero.»
Stringi le labbra nell’udire quel nome. Ma non ti scomponi. «Chi lo sa?» domandi dopo aver gettato un’altra occhiata verso di lui.
La professoressa scoppia a ridere, mentre qualche bisbiglio si leva nella classe.
Sorridi.

La lezione riprende da dove si era interrotta. Per tutto il tempo ascolti con grande interesse ed attenzione le parole dell’insegnante, prendendo più appunti del solito e ponendole anche qualche domanda, di tanto in tanto.
La stessa cosa si ripete per tutte le successive ore di scuola, finché non è il momento di tornare a casa.

Mentre ti stai avviando verso il cortile, ti affianca Alexy.
«Ehi, oggi non ci siamo visti. Ti trovo bene!» proclama adocchiandoti con curiosità.
«Sì, direi di sì. Ho riflettuto su quello che hai detto venerdì. Capelli platinati o meno, sono io la vera Mandy.»
Lui sembra quasi incredulo, ma ti sorride con energia. «Sono fiero di te, socia.»
E ridacchi anche tu.

Una volta fuori, vi imbattete nel solito crocchio di persone che bloccano l’uscita. Gli ammiratori della coppia CastielxMandy. In mezzo a loro, Castiel e Ambra si stanno passando di bocca in bocca un’unica sigaretta e parlano con gli altri come due VIP con i loro fan.
Stai per tirare dritto, ma senti la mano di Alexy afferrarti il polso.

«Facciamola finita, una volta per tutte», pronuncia guardando fisso davanti a sé e trascinandoti con lui.
Un tuo piccolo, insignificante muscolo della gamba destra cerca di opporre resistenza, ma tutti gli altri lo ignorano, finendo per portarlo via con loro.

Mentre vi fate largo tra la folla, venite scorti da Armin, il quale corre subito verso di voi con un sorriso di ammirazione stampato in faccia.
Finalmente giungete di fronte alle due celebrities.

Castiel ha un’espressione abbastanza seria, a tratti sconsolata. La finta Mandy lancia occhiate di superiorità a tutti, appoggiata con un braccio sulla spalla del rosso.
Quando ti vede, getta a terra la sigaretta e la pesta più volte col piede, lo sguardo glaciale.

Non ce la fai a trattenerti. «Non ti vergogni, Ambra?»
«Prego?» insorge lei, staccandosi da Castiel.
«Dì la verità: tu non sei Mandy», la provoca Alexy, incrociando le braccia al petto, sicuro di sé.
«Questo qui è fuori di testa», sbotta lei sorridendo nervosamente e gettando occhiate ai presenti.
«È Violet, Mandy!»

Alla dichiarazione euforica di Armin segue un silenzio tombale.
Per un istante ti senti sprofondare, ma non appena vedi la faccia incredula e stupita di Castiel, ti fai forza e tenti di allontanare il disagio.
Ambra e qualche altro studente scoppiano a ridere. «Non dare retta a questa matta», comunica al suo amato, prendendolo per il braccio con l’intenzione di portarlo via.

Ma, inaspettatamente, lui interviene, liberandosi della sua presa. «Aspetta. Dalle la possibilità di provarlo.»
A quelle parole tutti gli sguardi si posano su di te.
«Ecco, vi farò una domanda», continua Castiel severo. «Chi risponde in modo giusto è sicuramente Mandy.»

Ambra, in preda all’agitazione, sta per aprir bocca ed esprimere tutta la sua contrarietà, ma tu la precedi svelta. «Ci sto. Tu ci stai, Ambra?» In questo modo, se rifiutasse, ammetterebbe in automatico la sconfitta.
Sentendosi osservata, la tua rivale stringe le labbra e annuisce in un sorriso forzato.

«Dunque, vediamo…» comincia Castiel. Qualche momento dopo l’angolo sinistro della sua bocca si inarca e lui, sghignazzando, domanda: «Che avevo detto a Mandy a proposito dei Bleu Collins, la sera della sfilata?»

Il volto di Ambra diviene terreo e subito il suo sguardo corre verso quelli di Charlotte e Li, che però scuotono la testa, mortificate.
Ti concedi qualche secondo per goderti quella sua impagabile espressione sconcertata. Poi finalmente rispondi: «Avevi detto che ci avevano aggiunto una sostanza stupefacente.» E scoppi a ridere da sola, al ricordo di quella scena.

I presenti si guardano l’un l’altro confusi, ma tu incroci con prontezza gli occhi di Castiel, che ti sta fissando attonito.
Accanto a te Alexy ti dà una pacca sulla schiena, sussurrandoti nell’orecchio: «Non è stato difficile, visto?»

Mentre un brusio generale si leva per tutto il cortile, Ambra interviene ancora con fare stizzito. «Vabbè, chissene frega. In ogni caso io sono migliore sia di Mandy che di questa sfigata.»
«Sei una merda, Ambra», prorompe Castiel. «Chiedi scusa a Mand… cioè, a Violet, e poi vattene.»

Gli occhi di Ambra divengono rossi all’istante. Sta per scoppiare a piangere. «Tu sei ancora più cretino di lei!» esclama prendendolo a pugni sul petto.
Il tuo compagno di classe l’afferra per un polso e, allontanandola da sé, la abbassa a terra. Tutti, attorno a loro, ridono.

«Chi è il verme, adesso?» non puoi fare a meno di domandarle, contemplandola dall’alto.
Liberatasi dalla presa, l’arpia indietreggia di qualche passo, confusa, il labbro inferiore stretto fra i denti.
Proprio quando la situazione sembra essersi placata e Castiel sta per venirti vicino, ecco che dalla tua destra scorgi con la coda dell’occhio il corpo di Ambra slanciarsi contro di te. D’istinto porti le braccia davanti al volto per proteggerti dall’impatto, ma non ce n’è bisogno. Castiel si è frapposto in tempo fra voi due e ha bloccato gli arti di Ambra di nuovo.

Ulteriori risate si levano fra tutti gli studenti e questa volta la tua rivale scappa via in lacrime, seguita da Charlotte e Li.
Castiel si volta verso di te. «Stai bene?» domanda osservandoti con apprensione.
«Sì, grazie», rispondi arrossendo leggermente.
«Senti, possiamo parlare… in privato?» chiede lanciando qualche occhiata alla folla attorno a voi, che non sembra proprio volersi disperdere.
Annuisci felice.

Mentre uscite dal cancello principale, noti che i tuoi compagni di classe ti stanno guardando con stupore e ammirazione. Riesci a fare un cenno ad Alexy e a scorgere per terra la mandibola di Rosalya, prima di giungere sulla strada.

Finalmente soli, Castiel poggia i suoi occhi su di te, scrutandoti con intensità.
«Violet…» pronuncia scandendo bene le sillabe. È bellissimo, ha lo stesso sguardo che aveva quando guardava Mandy.

L’osservi dolcemente. «Davvero non ce l’hai con me?»
«Perché mai dovrei?»
«Ti ho mentito. Mi son finta qualcun altro.» Lo sai che non è così, ma vuoi sentirtelo dire.
«Non ha importanza. Quello che conta è averti trovata.»
Il tuo cuore sta scoppiando dalla gioia. Hai ottenuto quello che volevi. I tuoi sogni si sono realizzati. Che cosa succederà, adesso?

Dopo averlo contemplato ancora per un po’, ti viene da ridere pensando alle sue confessioni riguardo a Mandy.
«Quindi è vero che mi “sbavi dietro”?» sogghigni nel tentativo di provocarlo.
Lui, incredibilmente, arrossisce. «Beh, Mandy non era affatto male. Vorrei rivederla ogni tanto.»
Ridi.

«Senti, ti va di uscire?» esclama subito dopo, solenne.
«D’accordo, ma senza nessun travestimento», puntualizzi. «Sarò solo Violet.»
«Violet?» domanda. «Ma a me piace Mandy», dichiara deluso.

Poi, con aria supplichevole, continua: «Non ti dispiace… diventare lei, quando sei con me?»
Ridi ancora, ma nervosamente. «No.»
«Eddai, Viò. Potrai tornare te stessa per tutto il resto del tempo.»

Quest’ultima frase ti lascia turbata. L’ha pronunciata con un tono seccato.
Come se Violet e Mandy fossero due persone distinte. Come se Violet non andasse bene lo stesso.

Ma Castiel è serio e non sembra intenzionato a cambiare idea.
«Quindi, se restassi Violet, non ti piacerei?» domandi con la paura di sentire la risposta.
Sbuffa. «Non è quello, è che… Avanti, cosa ti costa?!» Ora è decisamente arrabbiato.

E in un attimo capisci.
È chiaro, a lui non piace la tua vera essenza, ma un’altra persona.
Lui ha chiesto di uscire a Mandy, non a te. Non a come sei realmente.

Sei stata per tutto il tempo a convincerti che Castiel fosse interessato al carattere socievole e spontaneo di Mandy, mentre invece quello che contava per lui era soltanto il suo aspetto fisico!
Sorridi.

«Allora mi vedo costretta a rifiutare l’offerta.»
E, così dicendo, ti volti e t’incammini verso casa tua, la testa alta e il viso riscaldato dal sole, lasciandolo da solo e confuso in mezzo alla strada.
















Muahahhahahahah!
Ma quanto sono diabolica?!
Lo so, lo so, mi vorrete uccidere dopo quello che avete letto. Ma io onestamente ho adorato questo finale non appena l’ho immaginato. Sia per la morale in sé, sia perché finalmente posso essere io a scrivere finali del genere e, in un certo senso, vendicarmi di tutte le volte che me li son dovuta beccare nelle fanfiction che leggevo xD Cioè, non ce l’ho con voi, poveri. Ma magari qualcuno l’ha apprezzato, chi lo sa?
Son curiosissima di sapere che ne pensate!

Ammetto che è stato cattivo dare a Castiel il ruolo del superficiale, ma non potevo concepire altro finale per questa storia, sorry <3
Ultimo momento-curiosità: ho inserito un easter egg. Il posto in cui vanno Alexy e Violet è lo stesso del finale di Stop Joking e la panchina su cui si siedono è la stessa di quella di Castiel e la dolcetta :3 L’universo però non è il medesimo, perché qui la dolcetta non esiste. Ma mi è piaciuto lasciare un indizio quando Alexy risponde “È una lunga storia” riferendosi a come ha scoperto quel posto.
(non so neanche io quale sia questa storia, se ve lo state chiedendo x°D)

Ringrazio tutti coloro che hanno seguito questa breve fic fino alla fine (principalmente Claire DeLune, che ha trovato il tempo per recensire e darmi il suo parere, che è preziosissimo :))
Per ora non ne ho altre in programma di questo fandom (se escludiamo le millemila idee mai concluse *coff coff*)
Beh, non ho altro da aggiungere. Ciao a tutti :*

Yutsu Tsuki


   
 
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