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Autore: Astral Trinity    24/09/2018    0 recensioni
non tutti sono felici durante le feste, indipendentemente da quanto il mondo possa essere addobbato, però, delle volte ci facciamo trascinare nonostante il nostro umore e i nostri occhi incominciano a brillare.
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vigilia di Natale, come al solito la neve non cenna a cadere, anche quest’anno resterà nero come ogni altro, per quanto sia assente la voglia Arata pensò che restare a casa ancora un altro giorno gli sarebbe costata la sanità mentale dato che ormai erano svariate le settimane che non usciva di casa. La sua stanza era diventata il suo rifugio, la sua fortezza, l’unico pensiero era avvolto su di una cosa sola…il cielo unico soggetto della sua bramosia, scrutato come se si anelasse alla sua conquista.
Cammina e ancora cammina, prima un piede e poi l’altro, il nostro protagonista cercava di distrarsi per evitare di pensare alle medesime cose di ogni giorno, pensieri che lo tormentavano in ogni momento della sua giornata da recluso, ecco che comincia….<questa città è davvero caduta in basso e ancor più la gente che la vi abita, come si fa a cadere in una trappola tanto ovvia?! Il natale è solo una stupida menzogna raccontata con dolcezza>.

Le luci della città addobbate per rallegrare si estendevano a perdita d’occhio per la via principale del centro luogo strategico dove si poteva ancora trovare qualche occasione per fare un bel regalo all’ultimo momento, un’azione che differiva di molto da Arata, a lui bastava una panchina vicino la strada, un luogo per riposare quel corpo che ancor se pur giovane oramai risentiva del periodo di inattività. I pensieri torbidi assalirono la sua mente appena si sedette a riposare per un istante, ma che per lui non ebbe quasi fine e ritornarono tutti i pensieri più oscuri che aveva dimenticato, continuando a camminare, in quel momento una luce riaffiorò nel suo buio, una luce così fioca eppure davvero intensa, proveniva da una vetrata dall’altra parte della strada.

Seppur ancora stanco ma incuriosito, facendo molta attenzione attraversò quella strada molto trafficata con macchine che passavano ad alta velocità incuranti dei pedoni che la attraversavano, arrivato anche se con difficoltà dall’altra parte la sua curiosità crebbe moltissimo difronte quella vetrata di un semplice negozio di oggettini illuminata con alberelli, candele, luci e ghirlande, eppure lui rimase lì fermo ad ammirare una coppia di fedi, dei meri pezzi di metallo né di oro né di argento ma ai suoi occhi così preziosi.

. pensò.

Il negozietto non era nulla di che eppure era molto moderno, vendeva praticamente di tutto ad un prezzo molto conveniente, dopo essersi dato un’occhiata veloce in giro e aver evitato di salutare il commesso si avvicinò di nuovo a quelle fedi, e tanto era il suo interesse per quei pezzi d’acciaio altro non potevano essere dato il misero prezzo, che li prese fra le mani senza pensarci. Li osservò per un po’ e di istinto si provò l’anello da uomo, subito il telefono iniziò a squillare e senza volerlo rispose e nello stesso istante arrivò pure Rito il suo miglior amico che lo aveva visto nel negozio da fuori la vetrata mentre era in giro a fare compere.

  Rito era un ragazzo davvero solare e unico che aveva condiviso con Arata tanti momenti, e per quante siano state le cose brutte i due si sono sostenuti a vicenda sempre, fin dalle scuole medie fino all’università o almeno fino a qualche tempo prima che il suo amico sparì. Da lì il volto di Arata cambiò quasi come non fosse più il suo, quasi come non fosse più lui ma un'altra persona. Per un attimo ignorò Rito e continuò la telefonata, era la madre che era ormai da giorni che lo cercava per invitarlo alla festa di natale organizzata da lei, ma senza mai ricevere una conferma,

<Mi dispiace mamma ma ho avuto molto da fare e adesso sono con Rito che siamo usciti a fare una passeggiata e a prendere qualche regalo, comunque lui ti saluta e ti fa gli auguri scusa ma adesso devo chiudere ciao a presto>. Preso dalla fretta e dal panico disse le prime parole che gli vennero in mente, questo scatenò però una risposta nei confronti del suo amico.

<Ancora non sei riuscito a dimenticarla vero? Cosa ti trattiene ancora? È finita Arata, se ne è andata ha fatto le valige e se ne è andata, non tornerà, perciò è inutile che ti rinchiudi in casa ad aspettarla…..ti ha abbandonato!> con queste parole il suo amico si congedò augurandogli ancora buone feste.

Arata al sentir quelle parole ripensò a ciò che accadde non poco tempo fa, ripensò a quei momenti in cui era giovane e ancora andava alle superiori e incontrò una bellissima ragazza che si chiamava Momo, una ragazza che lo fece innamorare al primo sguardo e che non poco dopo scoprì ricambiare anche lei questi suoi sentimenti, passarono molto tempo assieme più di 8 anni e per il loro anniversario che cadeva l’ultimo del mese di novembre lui si fece coraggio e gli chiese di sposarlo e anche se rispose con il sorriso più smagliante, la mattina dopo di lei restò solo un biglietto con delle scuse.

. Queste parole nella mente lo condussero verso l’uscita, ma vennero interrotte da un suono molto forte quasi assordante quelle dell’allarme del negozio che suonò perché alla mano portava ancora l’anello che non aveva tolto, però questo lui non lo sapeva e di quanto era assorto nei suoi pensieri tutto questo lo confuse e lo spavento facendolo inciampare e cadere fuori dal negozio e finendo in mezzo alla strada e senza che possa reagire o anche solo accorgersene una macchina che per la troppa fretta stava superando di molto il limite di velocità lo travolse, scaraventandolo di molto lungo l’asfalto, stranamente rimase cosciente e allora tra se e se si mise a ridere non credendo che ciò che non è riuscito a fare da solo nei innumerevoli giorni rinchiuso in casa era accaduta nel poco tempo che aveva trascorso fuori, in fine al suo spegnersi si aggiunse la beffa al danno, un piccolo fiocco di neve si posò sulla sua mano sinistra.
   
 
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