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Autore: SweetPaperella    24/09/2018    3 recensioni
Dal testo: Erano ancora sdraiati sul lettino della stanza in cui per tutto il giorno erano stati, avevano appena fatto l’amore per dirsi addio, dopo aver parlato a lungo della loro relazione, del loro matrimonio finito, eppure non riuscivano ad allontanarsi l’uno dall’altra, nonostante Allison avesse già detto “devo proprio andare” ma non l’aveva ancora fatto.
Stava così bene tra le sue braccia, si era sentita nuovamente viva, al sicuro, amata. Aveva visto negli occhi di suo marito una nuova luce, forse semplicemente entrambi in quei quattro mesi in cui erano stati separati, erano finalmente adulti e realmente consapevoli dell’importanza del loro legame. Allison Cameron questo non poteva saperlo, sapeva solo che una parte di sé non voleva lasciare quel lettino, ma l’altra voleva nuovamente scappare da Princeton e tornare alla sua vita, nonostante il piccolo segreto che si portava dentro e che avrebbe dovuto dire a Robert, ma non ci riusciva.

Ispirata all’episodio 6x17.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Allison Cameron, Robert Chase | Coppie: Allison Cameron/Robert Chase
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sesta stagione
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- Questa storia fa parte della serie 'La vita di Allison Cameron e Robert Chase (nel futuro) '
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Parte 1

 

Erano ancora sdraiati sul lettino della stanza in cui per tutto il giorno erano stati, avevano appena fatto l’amore per dirsi addio, dopo aver parlato a lungo della loro relazione, del loro matrimonio finito, eppure non riuscivano ad allontanarsi l’uno dall’altra, nonostante Allison avesse già detto “devo proprio andare” ma non l’aveva ancora fatto.

Stava così bene tra le sue braccia, si era sentita nuovamente viva, al sicuro, amata. Aveva visto negli occhi di suo marito una nuova luce, forse semplicemente entrambi in quei quattro mesi in cui erano stati  separati, erano finalmente adulti e realmente  consapevoli dell’importanza del loro legame. Allison Cameron questo non poteva saperlo, sapeva solo che una parte di sé  non voleva lasciare quel lettino, ma l’altra voleva nuovamente scappare da Princeton e tornare alla sua vita, nonostante il piccolo segreto che si portava dentro e che avrebbe dovuto dire a Robert, ma non ci riusciva. Il passato le faceva ancora male e non riusciva a guardare avanti, a fidarsi nuovamente di lui. 

Mossa da una forza di volontà a lei sconosciuta, decise di alzarsi e rivestirsi. I suoi vestiti erano sparsi per terra, mischiati a quelli di Chase e arrossì al solo ricordo di ciò che avevano appena fatto. 

«Allison» la voce di lui la riportò alla realtà, ad allontanarsi dai suoi pensieri.

Alzò lo sguardo verso di lui e Chase colse l’occasione per continuare a parlarle, nonostante per un breve attimo si perse nuovamente nei suoi occhioni verdi, che tanto gli erano mancati e che per mesi avrebbe voluto rivedere. Quella mattina quando l’aveva vista ad aspettarlo in sala d’attesa, aveva capito subito che lei fosse lì per i documenti che lui non aveva ancora firmato. Se inizialmente le aveva detto che voleva solo qualche chiarimento sulla loro relazione prima di firmare, ora non era più sicuro di volere solo questo. Lui voleva lei, l’aveva sempre amata, anche se a volte non era stato facile per lui dimostrarglielo, nonostante la sua continua gelosia nei confronti di House, lo stesso House che aveva rovinato il loro matrimonio, facendolo, a detta di Cameron, diventare come lui, rovinando la sua persona, il suo vero essere. Robert Chase non l’aveva mai vista così, fino a che lei non se ne era andata lasciandolo solo e allora aveva cominciato a riflettere, ma anche a chiedersi se lei, sua moglie, l’avesse mai veramente amato. 

«Non te ne andare.» le chiese dolce, quasi in un sussurro. Incastonando nuovamente i suoi occhi in quelli di lei.

«Robert io...» non sa nemmeno lei cosa voglia dirgli, forse semplicemente la verità o forse si sono già detti tutto e non c’è altro da aggiungere, anche se questo non è vero. Voleva veramente tornare alla sua vita tenendosi quel peso sul cuore? Non lo sapeva, in quel momento l’unica cosa certa era che voleva uscire da quella stanza che improvvisamente si faceva sempre più stretta, quasi le faceva mancare l’aria.

Raccolse la sua borsa e i documenti firmati da Chase in fretta, non accorgendosi però che un foglio le fosse scivolato via.

Robert non fece in tempo a fermarla, lei era già sparita, lasciandolo solo, di nuovo.

Raccolse il foglio che le era caduto e un occhio finì su di esso quasi involontariamente. 

Erano delle analisi del sangue, le sue analisi del sangue e il risultato era positivo.

Allison era incinta.

Era incinta di quattro mesi.

Era incinta di suo figlio. 

Infilandosi il foglio nel camice raggiunge l’ufficio, House aveva un nuovo caso tra le mani e il suo cerca persone non gli dava modo di continuare a tormentarsi, di allontanare i pensieri su ciò che aveva appena scoperto.

 

Allison si accorse solo quando era arrivata alla macchina delle analisi mancanti e immaginava che Chase senza dubbio avesse visto il foglio e che soprattutto l’avesse letto.

Un sospiro di sollievo e l’ansia l’accompagnarono di nuovo verso l’ospedale, in fondo era felice che ora lui sapesse, ma era  altrettanto consapevole che si sarebbe arrabbiato e che non sarebbe stato facile spiegargli le ragione sul perché non fosse stata in grado di dirglielo, o meglio le sue ragioni le erano ben chiare, solo che l’avrebbero fatto arrabbiare ancora di più e avrebbero finito per litigare ancora, cosa che lei sinceramente avrebbe evitato volentieri di fare, voleva semplicemente una vita più semplice, senza troppe complicazioni, drammi o preoccupazioni che per tutto il resto della sua vita aveva dovuto subire, per una volta sentiva in cuor suo di avere il diritto all’anestesia, ma nemmeno stavolta sarebbe stato così. 

Decise di aspettarlo nello spogliatoio, le sue cose erano ancora appese all’attacca panni.

Si ritrovò a sperare di vederlo presto, affrontare quello che avrebbe dovuto e andarsene, non voleva nemmeno imbattersi in House, non si erano lasciati troppo positivamente in fondo e il suo sarcasmo non l’avrebbe sopportato proprio quella sera. 

 

Robert si era diretto in ufficio dove l’aspettava una nuova analisi del quadro clinico del paziente, con Foreman, Tredici e Taub, sinceramente però  la sua testa era totalmente da un’altra parte.

Nonostante si fosse imposto di ascoltare la conversazione dei suoi colleghi, il suo pensiero era tornato prepotente alla notizia appena appresa, Allison e il loro bambino.

La rabbia aveva anche preso piede nel suo cuore, lei non glielo aveva detto, aveva avuto tutto il giorno per farlo, ma non l’aveva fatto, era rimasta silenzio su qualcosa di così importante per il loro futuro, gli aveva fatto firmare i documenti nonostante sapesse di aspettare il loro bambino, non poteva sopportare ciò. L’avrebbe chiamata e sarebbe andato da lei per parlarle, anche a costo di litigare, di urlarsi contro e magari di rovinare tutto ulteriormente. La cosa certa era che lui ci sarebbe stato per lei e quel bambino, ne era sicuro, non era mai stato tanto sicuro di qualcosa come in quell’istante. Amava Allison, l’amava da impazzire e già sentiva di amare quel piccolo esserino che cresceva dentro di lei. Era arrabbiato, furioso a dire il vero, ma ci sarebbe stato e avrebbe continuato ad amarla. L’aveva sempre fatto. Non poteva resistere ai suoi occhi verdi, al suo sorriso dolce, alla sua insicurezza nascosta dietro a un carattere forte, ne aveva affrontate tante di battaglie, aveva dimostrato  al mondo che non era solo una bella ragazza, che dietro al suo aspetto fisico c’è molto altro e lui lo sapeva... Si era innamorato di lei perché intelligente, pronta allo scherzo, ma anche a essere seria se la situazione lo richiedeva. Ma ora non era più da sola,lui era al suo fianco.

Si maledice di non esserle rimasto accanto in quei mesi, per aver gettato tutto al vento per rimanere nel team di House, per essersi fatto manipolare da lui. La verità é che a lui piace lavorare con quello scorbutico, antipatico e manipolare di Gregory House, ma non doveva metterlo prima del suo matrimonio, non doveva lasciare sola Allison. Lei aveva sempre avuto ragione, avrebbero dovuto andare via quando lui aveva iniziato a diventare esattamente quello che non voleva. Lei era riuscita a scappare da quei giochi, forse si era anche divertita a tenergli testa un tempo, ma aveva smesso di pensare come lui, ora pensava con la sua testa e lui, Robert Chase, non ci era ancora riuscito. Lei era maturata, cresciuta, diventata più forte. Lui si era solo indebolito, lasciato manipolare e commesso un omicidio. Aveva ragione Allison era una persona orribile e solo ora iniziava davvero a rendersene conto.

Ora lei era incinta e lui sarebbe diventato il papà migliore del mondo, non avrebbe fatto gli stessi errori che aveva commesso nel suo matrimonio. 

Allison era incinta e lui sperò inconsciamente che lei potesse perdonarlo, per il bene di quel bambino che era il frutto del loro amore. Non glielo avrebbe mai chiesto o forse si, l’avrebbe fatto, ma senza pretendere nulla, sperando solo che lei dicesse di sí.

La voce di House che lo canzonava per non aver risposto e fatto ancora nessuna ipotesi, lo riportò alla realtà, ma non disse niente riguardo al caso, dalla sua bocca uscì un: «é incinta.» facendo alzare tutti gli occhi su di lui.

«É un uomo e ha più di 50 anni, non credo proprio» lo prese in giro House, capendo perfettamente che con la mente era da un’altra parte, ma divertendosi troppo a punzecchiarlo, non sarebbe stato lui se non l’avesse fatto, se si fosse lasciato sfuggire quell’occasione che gli era stata servita su un piatto d’argento. 

«Ma é evidente che tu non stavi parlando del caso. Chi hai messo incinta? Oh, ho capito, l’infermiera bionda, quella con un sedere pazzesco... Somiglia a Cameron, capisco che ti piaccia. Certo però che ti sei consolato subito eh.» Continuò a punzecchiarlo, vedendo che il ragazzo non dicesse niente a riguardo, forse imbarazzato per la figuraccia appena fatta.

«Non...» Si stava giustificando, ma House lo interrompe nuovamente: «Chase cosa ti fa credere che mi interessi? Volevo solo servirmi della tua gaffe per prenderti in giro, come al mio solito. Era troppo divertente» Disse prima che il biondo potesse dire la sua, Chase lo guardò male, ma evitò di replicare ulteriormente, anche se in quel preciso istante gliene avrebbe dette più di quattro. Era esausto e non aveva voglia di mettersi anche a discutere con il suo capo, voleva semplicemente che quella riunione finisse e lui potesse andare a casa da Allison.

Per fortuna i suoi desideri vennero esauditi abbastanza velocemente, senza altre battute. Fu proprio Chase a lasciare l’ufficio per primo, voleva cambiarsi il più velocemente possibile, chiamarla e dirle che l’avrebbe raggiunta, ovunque fosse.

Ma a quanto pare era stata Cameron a raggiungere nuovamente lui. La vide seduta davanti al suo armadietto, assorta nei suoi pensieri. Era bellissima e per un attimo, si dimenticò che era in realtà furioso con lei.

Lei notò la sua presenza poco dopo alzando lo sguardo incontrò i suoi occhi, la guardava con un misto di amore e rabbia, non riuscì però a sostenere il suo sguardo troppo a lungo, sapeva che il sentimento della rabbia aveva  preso il sopravvento, lo conosceva bene.

«Sei tornata per me o per questo?» Disse prendendo il foglio dal suo camice e mostrandoglielo, apparentemente era calmo, ma dai suoi occhi provenivano scintille. Non voleva urlare e farsi sentire dall’intero ospedale, per questo stava cercando di mantenere un certo controllo.

«Entrambi» disse quasi in un sussurro, sapeva che avrebbe dovuto dire altro, ma in quel momento non ci riusciva proprio, le parole erano come congelate in gola.

«Perché non me l’hai detto? Abbiamo avuto tutta la giornata e tu, tu te ne stavi andando come se niente fosse... Mi hai fatto firmare le carte del divorzio, nonostante sapessi di aspettare un figlio da me.» ora il suo tono era accusatorio. 

«Volevo dirtelo, ero venuta qui con la scusa dei documenti per farlo... Ma poi ho capito che io non riesco più a fidarmi di noi.» rispose sincera, alzando finalmente lo sguardo verso di lui, verso colui che in fondo era ancora suo marito, anche se nessuno dei due portava più la fede al dito.

«Allora é questo il punto? Nonostante ciò che ci siamo detti, nonostante avessimo abbassato per un attimo l’ascia di guerra, tu comunque non ti fidi di me, di noi!»

Cameron si ritrovò ad annuire, nuovamente con le lacrime agli occhi. Pensò che per quel giorno avesse pianto anche fin troppo.

«Ma avresti dovuto dirmelo lo stesso che stai aspettando nostro figlio. Nostro Allison, non tuo, NOSTRO.» marcò attentamente la parola “nostro” quasi a farle capire che lui era lì, c’era per lei e per il bambino, lei doveva capirlo che ci sarebbe stato.

«Lo so. L’avrei fatto, magari non oggi, ma l’avrei fatto... Non lo so da tanto, l’ho scoperto un mese fa.» 

«Un mese fa? E tu me lo dici solo ora?» Non riesce davvero a crederci come lei possa reputare poco tempo un mese, un mese era tanto tempo.

«Robert...» 

«No Allison, parlo io adesso, tu hai detto fin troppo, anzi in realtà non hai parlato affatto quando avresti dovuto e quindi ora è meglio che non dici più nulla.» I suoi occhi azzurro chiaro erano  furiosi ed erano diventati quasi blu. 

Cercò di riprendere il controllo delle sue emozioni, non voleva continuare ad aggredirla, così non sarebbero di certo arrivati a una soluzione.

«Io lo voglio questo bambino, voglio crescerlo insieme a te» Disse non appena si era sentito pronto a dirglielo, quando la rabbia era un po’ scemata e lui era decisamente un po’ più calmo.

«Possiamo parlarne fuori da qui?» Disse lei, guardandolo dritto negli occhi, ancora velati di lacrime.

Lui annuì, sapeva perché non voleva continuare quella discussione in ospedale ed era per lo stesso motivo per cui anche lei voleva andare via da lì. House. Lui ci avrebbe ricamato sopra se li avesse visti e nessuno dei due era dell’umore adatto per affrontarlo.

Arrivarono a casa di Chase poco dopo, lui le offrí qualcosa da bere, ma Cameron rifiutò decisa, non aveva voglia di nulla, il suo stomaco era come sotto sopra, lo sentiva schiacciato, come se un enorme macigno si fosse depositato su di esso e non volesse andare via. Per non parlare delle parole, quelle stupide maledette parole che ancora una volta non volevano decidersi ad uscire, si sentiva una scema a rimanere in silenzio, mentre gli occhi di Robert, la guardavano insistentemente, aspettando un qualcosa da parte sua. Lui in fondo gli aveva già detto che cosa volesse, voleva il bambino e voleva crescerlo insieme a lei.

«Allison... Cosa vuoi tu? Perché cosa voglio io credo che ormai sia chiaro.» Vedendo che lei non proferiva parola, ancora una volta aveva fatto lui la prima mossa, a quanto pare era destino fosse sempre lui a farla nelle decisioni più importanti, quando gli aveva chiesto una storia seria oltre il sesso, quando lei non era ancora pronta a dedicargli un piccolo angolo di casa sua, quando voleva vivere con lei come moglie. Era sempre stato lui a fare un passo avanti e sapeva che anche stavolta doveva essere lui a farlo.

«Non lo so cosa voglio Rob, io so solo che sono felice di avere questo bambino, ma ho tremendamente paura e soprattutto so che non voglio tornare a lavorare qui.» Nel tirare finalmente fuori le sue paure si sentiva più leggera. Forse quel macigno non era poi così grande da sconfiggere.

«Non devi per forza tornare a lavorare con House.» capendo le sue paure, non voleva far sì che lui rovinasse anche una cosa bella come la gravidanza, poi il loro rapporto era già piuttosto complesso così a dire il vero.

«Non voglio lavorare nemmeno al pronto soccorso, non voglio proprio mettere piede in ospedale.» disse decisa, facendogli capire che non avrebbero più lavorato insieme, per quanto fosse stato bello. Il vedersi tutti i giorni era piacevole, il condividere le giornate lavorative pesanti era bello, ma forse anche lo stare un po’ distanti avrebbe giovato al loro rapporto e a quello del loro bambino.

«Non so nemmeno se riuscirò a passare sopra a tutto, hai preferito il tuo lavoro al nostro matrimonio, ero disposta a perdonati ciò che era successo con Dybala, ma tu ti sei lasciato convincere da House, hai lasciato che lui mettesse bocca sul nostro matrimonio... Potevamo ricominciare quattro mesi fa, ora forse è troppo tardi.» Finalmente stava riuscendo a tirare fuori tutto ciò che sentiva, tutto ciò che la faceva stare male e ciò che la bloccava nel rivelargli della sua gravidanza. Lui aveva gettato il loro matrimonio perché uno psicopatico come House si era permesso di dire che il loro legame sarebbe colato a picco, che lei non sarebbe mai riuscita a perdonare Chase, ma in realtà l’aveva solo manipolato per farlo rimanere nel suo team, cosa che aveva provato a fare anche con lei, ma non gli era riuscito. Cameron lo conosceva bene House, per un periodo era stata innamorata di lui, ma poi aveva capito che lui prendeva tutto come un gioco, che lui non avrebbe mai ricambiato il suo sentimento e aveva guardato avanti. Aveva smesso di corrergli dietro come un cagnolino e aveva imparato a farsi rispettare per ciò che era, per ciò che valeva. Ma lui non era il tipo di persona che si lasciava comandare e allora attaccava sulla vita privata delle persone per metterle in difficoltà e piegarle. Con Chase ci era ancora una volta riuscito, conosceva il suo punto debole, con Cameron non era stato più in grado, il suo punto debole non esisteva più. Era un buon amico, un genio della medicina, ma nulla di più di questo e non si sarebbe mai più piegata al suo volere. L’aveva amato House, ma nemmeno un amore forte può rovinare come lui era riuscito a rovinare lei, Chase e il loro matrimonio. Per fortuna l’aveva capito in tempo che la sua infatuazione non sarebbe arrivata al capolinea ancora prima di cominciare e che a rimetterci sarebbe stata solo lei, la sua salute mentale, il suo cuore, la sua carriera. Gli piacevano i puzzle da risolvere durante i casi di House e questi senza dubbio l’avevano fatta crescere, ma ora era molto più soddisfatta nello svolgere il suo lavoro da immunologa, ciò per cui aveva studiato.

Chase non era dello stesso avviso, o meglio lo era eccome, sapeva bene come House avesse rovinato il loro rapporto, ma nonostante ciò, si era lasciato manipolare, lui aveva toccato il suo punto debole, sapeva quanto fosse vulnerabile dopo la morte di Dybala, sapeva e conosceva bene il suo senso di colpa, sapeva che lo stava distruggendo interiormente e aveva giocato tutto ciò a suo favore per non farlo allontanare dal team. Si sentiva un idiota ora che aveva scelto lui a sua moglie, sapeva anche che non sarebbe potuto tornare indietro, il tasto rewind non esisteva nella vita, ma sapeva che forse poteva rimediare qualcosa adesso, la vita gli stava dando una nuova opportunità e lui non l’avrebbe sprecata.

Allison aveva ragione, si era comportato da vigliacco, forse era stato il primo a non credere in loro, a sentirsi confuso e spaventato da ciò che era successo, dall’omicidio che aveva commesso, perché di questo si trattava di omicidio, bello e buono, anche se lui era un dittatore schifoso che massacrava la gente che riteneva diversa. Lui l’aveva ucciso e Cameron aveva sempre avuto ragione in merito, lui era diventato un altro dopo tali fatti, si era trasformato in qualcuno che non era mai stato. Lei aveva ragione a non fidarsi più a non voler condividere nuovamente la sua vita con lui. Il suo insistere nell’andare via gli aveva fatto credere che lei volesse solo scappare, che lei volesse allontanarsi da House, non aveva capito che invece lo stava facendo per loro, per salvare ciò che avevano costruito con fatica. In quei quattro mesi aveva creduto che lei non lo amasse, aveva creduto che lei non avesse mai veramente messo se stessa nel loro matrimonio, ma l’aveva fatto eccome, aveva creduto in lui, in ciò che era sempre stato e lui l’aveva tradita. Si perché proprio di tradimento si trattava, ed é forse il tradimento più grave. 

«Hai ragione, ma io non ho mai smesso di amarti e ora che so di questo piccolo bambino che cresce dentro di te, che è frutto del nostro amore, riesco a capire che il nostro matrimonio qualcosa di buono l’ha prodotta no? Ti amo Al, ti ho sempre amata e amo già il nostro bambino.» Le disse posando una mano sul suo ventre.

Gli occhi di Cameron tornarono a lacrimare, si disse che probabilmente erano gli ormoni della gravidanza, perché mai come quella sera aveva pianto così tanto. O semplicemente le parole di Chase erano arrivate dritte al suo cuore.

«Io ho solo bisogno di tempo»

«E nel frattempo che facciamo? Torniamo a vivere di due città diverse? Io voglio esserci alle ecografie, voglio esserci in ogni momento per te e per lui o lei. Ci sono Al, mettimi alla prova se è questo che ti farà cambiare idea. Non possiamo dimenticare il passato...» gli disse, continuando ad accarezzarle il ventre e guardandola dritta negli occhi, i suoi occhi verdi che sono diventati leggermente un po’ più chiari per via delle lacrime, continuando poi a parlare: «Non si può dimenticare e credimi lo cancellerei se solo potessi, tornerai a quel maledetto giorno in cui ho ucciso Dybala e non lo rifarei... Ma non posso, non posso tornare indietro e scegliere te, invece che il mio lavoro, non posso tornare indietro e cancellare i miei sensi di colpa, le mie paure e ciò che ho fatto... Ma possiamo guardare avanti, ora, esattamente come volevamo fare quattro mesi fa.» 

«E se ti chiedessi di venire con me, lo faresti Rob?» Gli chiese infine lei, volendo capire fino infondo le sue intenzioni, se fossero solo parole o se fosse sincero. Non se ne faceva nulla delle belle parole, lei voleva i fatti ora, quegli stessi fatti che non ci erano stati nel momento in cui lei glieli aveva chiesti. 

Lui non rispose subito, lei senza dubbio l’aveva preso alla sprovvista, nonostante tutto a lui piaceva lavorare in team con House nonostante lui fosse ancora adesso scontroso, narcisista, impossibile, gli aveva dato modo di imparare tante cose e anche di farsi valere. Sapeva anche che se non l’avesse mai ammesso, apprezzasse il suo lavoro, si sentiva davvero confuso, ancora una volta era di fronte a una scelta.

«Lascia perdere Robert, non te l’avrei mai chiesto...» Avendo visto il cambiamento del suo sguardo, come lui ancora ci stesse pensando, lo conosceva abbastanza bene da sapere che non avrebbe mai voluto lasciare il Princeton Plainsboro. 

«Hai ragione, non voglio lasciare il mio lavoro, ma so anche che voglio te. Voglio e dobbiamo trovare una soluzione.» le disse.

Gli occhi di Allison annuirono, anche lei voleva trovare una soluzione e la voleva trovare insieme a lui. Non si fidava ancora, ma voleva provarci per il bene del loro bambino o della loro bambina. Non sa perché, ma si sentiva che sarebbe stata una bambina. 

 
   
 
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