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Autore: Shade Owl    24/09/2018    3 recensioni
La musica è un'arte, e chi la coltiva sa bene quanto sia complessa e gratificante. Un violino, poi, è tra gli strumenti più difficili di tutto il mondo della cultura sonora.
Questo lo sa bene Orlaith Alexander, che fin da bambina ha sviluppato un'autentica passione per il violino e la musica. Il giorno in cui Dave Valdéz, uno dei migliori produttori discografici di New York, scopre il suo talento, la sua vita cambia drasticamente, e da lì comincia il successo.
Tuttavia, il successo ha molte facce, proprio come le persone. E per scoprirle, Orlaith dovrà prima conoscere aspetti della sua musica che prima ignorava lei stessa...
Genere: Fantasy, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Epic Violin'
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Allwood lasciò cadere le braccia con aria rassegnata mentre Fakhri avanzava nel salone, tenendola per la caviglia a quasi un metro da terra. Orlaith cercò di divincolarsi, ma la sua presa legnosa era così stretta e solida che, per vincerla, avrebbe avuto bisogno di un paio di cesoie. La teneva tanto saldamente da farle male.
- Credevo di averti detto di aspettare di sopra.- sospirò Jayden.
- Lo so, ma adesso aiutami!-
- Silenzio!- esclamò Fakhri. Aveva un lieve accento francese, ma c'era anche qualche sporcatura mediorientale - Chi siete? Cosa fate in casa mia?-
Guardò Jayden, e i suoi occhi si soffermarono sul quaderno che teneva in mano.
- Uno stregone e la sua apprendista?- chiese - Avete qualcosa a che spartire con il mio padrone? Siete suoi nemici?-
Orlaith cercò di liberarsi con ancora più energia, arrivando a prendere a calci il suo stesso piede nel tentativo di rompere il legno. Fakhri le prestò la stessa attenzione che avrebbe riservato a un acaro.
- Capisco.- disse - Quindi è questa la motivazione del vostro maldestro tentativo.-
Lentamente, anche l'altra mano si affusolò, la pelle si ingrigì. Divenne una lunga lama metallica, che premette sulla gola di Orlaith; la violinista si irrigidì subito a quel contatto gelido, smettendo di scalciare. Una goccia di sudore le colò tra i capelli.
- Lascia andare il quaderno e qualsiasi cosa tu possa usare per scrivere.- ordinò l'Homunculus - Poi mettiti al centro della stanza e tieni le mani sopra la testa, lontane tra loro. Conosco la magia, stregone, so come agiscono quelli come te.-
Allwood aggrottò la fronte, guardando per un momento Orlaith negli occhi. Lei si lasciò scappare un'occhiata di supplica, senza osare nemmeno muovere la mandibola per parlare.
Ti prego, tirami fuori di qui...
Tuttavia, l'altro rimase impassibile e incrociò le braccia, senza fare nulla di quanto richiesto.
- No.- rispose - Ammazzala. È comunque destinata a morire. Quando avrò finito con voi Suggelli mi occuperò di lei.-
Orlaith trasalì: il suo tono era gelido, privo di emozioni, così come i suoi occhi. Stava dicendo sul serio?
Anche Fakhri parve crederci, perché alzò un sopracciglio.
- Come, prego?-
- Non è la mia apprendista. È un'arma di Vaněk. Gliel'ho sottratta per usarla contro di lui, poi dovrò liberarmene, è troppo pericolosa per me.-
- Stai mentendo.-
- Ah beh, se ne sei convinto tu...- sospirò lui, alzando il blocco degli appunti.
Istintivamente Fakhri alzò il braccio che aveva tramutato in lama, alterandone la forma fino a renderla uno scudo. Una folgore scaturì dal piccolo Cerchio Magico di Jayden, folgore che baluginò verso di loro, colpendo la protezione.
L'elettricità attraversò il corpo di Fakhri, sbalzandolo indietro, verso le scale, spezzando al tempo stesso la pianta che le legava la caviglia.
Orlaith ricadde a terra, battendo la testa. Non svenne, ma si fece un male d'inferno.
- Alzati! Suona qualcosa!- gridò Allwood, scagliando un'altra folgore contro Fakhri.
La ragazza rotolò di lato, portandosi al centro del salone, vicino al divano, ancora sconvolta e spaventata. Guardò l'Homunculus, e vide che stavolta si era protetto con uno scudo di pietra, su cui l'elettricità era inefficace.
Mise il violino in posizione, l'archetto sulle corde, le dita sulla tastiera. Qualsiasi cosa sarebbe successa, doveva provare.
Scelse un brano a caso, il più energico che le venisse in mente; la musica, rapida e acuta, si diffuse per la casa, mescolandosi ai suoni delle saette e di Fakhri che si rialzava con movimenti pesanti.
Quando riuscì a vederlo bene si interruppe, a bocca aperta.
Non aveva eretto uno scudo di pietra... tutto il suo corpo era coperto di pietra.
Aveva rivestito se stesso per essere immune alle magie elettriche di Allwood, guadagnandone in stazza. I suoi tratti somatici erano scomparsi, sostituiti da scaglie granitiche che lo rivestivano come un'armatura. Avanzò nel salone sfondando la cornice della porta come se fosse fatta di carta, scheggiando le mattonelle e ignorando i colpi dello stregone, che si infrangevano inefficaci sulla sua corazza.
- Cosa fai? Rimettiti a suonare!- gridò Jayden.
Orlaith si riscosse, ricominciando a far scorrere l'arco sul violino, concentrandosi su Fakhri, cercando di immaginare la pietra che si sgretolava e si tramutava in sabbia...
La musica non ebbe alcun effetto, e l'Homunculus fu si di lei in fretta, sollevando un braccio grosso come il tronco di un albero. Orlaith fece appena in tempo a scansarsi mentre quello si abbatteva sul pavimento, spaccandolo ancora di più.
Perché non funziona? Eppure mi sto concentrando!
Forse era la paura? La stava bloccando in qualche modo? No, anche quando aveva contrastato il Cerchio Magico di Vaněk aveva paura, stava per farsela addosso. Magari dipendeva dal brano, forse solo alcuni funzionavano.
Si rimise in posizione, scegliendo lo stesso pezzo di quella volta, ma ebbe a malapena il tempo di suonare le prime note: Fakhri era troppo vicino, e gli bastò spazzare l'aria con il braccio per colpirla alla spalla e scaraventarla a ridosso del divano.
Non fu una botta particolarmente forte, per fortuna, complice il fatto che Jayden, intervenuto tempestivamente, aveva usato la propria magia per proteggerla, avvolgendola completamente in una sorta di alone luminoso che certamente smorzò il colpo, permettendole di cavarsela con poco e di non rompere il violino.
Colpì i cuscini e rotolò dall'altro lato, stringendosi lo strumento al petto nel tentativo di proteggerlo, poi rimase a terra, cercando di rimettere in ordine i propri pensieri che, furiosi, si agitavano nella sua testa come animali feroci.
Doveva essere una cosa semplice, toccata e fuga, ma Jayden aveva sottovalutato il nemico, che era riuscito a tramutarsi in sabbia per sfuggire all'agguato e a prenderla in ostaggio. E ora si era trasformato in un golem.
Jayden era in evidente difficoltà, e lei non riusciva a fare niente di più che strimpellare.
Mentre i due si davano battaglia dall'altro lato del divano, Orlaith ripensò a tutte le altre volte in cui la sua musica aveva effettivamente funzionato, a quello che aveva fatto, al modo in cui si era concentrata sulle note, a come aveva ignorato...
Un attimo... cos'è che ho fatto?
Quando aveva suonato nel parco, facendo piovere lacrime dal cielo, si era estraniata da tutto. Lo stesso si poteva dire di qualche tempo dopo, quando aveva fatto fiorire un albero, e di quando aveva fermato il Cerchio Magico al concerto.
Non si era mai concentrata su quello che voleva o su ciò che aveva intorno, ma aveva suonato le proprie emozioni e pensato solo a quello. Forse per uno stregone la concentrazione era tutto, ma questo non voleva dire che fosse lo stesso per lei. Doveva fare l'esatto contrario di ciò che le aveva insegnato Jayden.
Sentì Allwood lanciare un grido di dolore, poi ci fu uno scoppio, e Fakhri ruggì di rabbia. Qualunque cosa stesse succedendo dall'altra parte del divano stava andando male, e il suo amico non avrebbe resistito a lungo.
Ma Orlaith non se ne curava più.
Nella sua mente c'era solo musica.

Qui il brano

Divenne un tutt'uno con il violino, e la stanza sparì dalla sua vista. Lei non era più Orlaith Alexander la violinista, non era neanche più umana. Non c'era confine tra lei e la musica, dire dove iniziava l'una e finiva l'altra era ormai impossibile.
Il brano che aveva scelto era di nuovo uno dei tanti respinti da Dave, uno che più di tutti sentiva come importante e inviolabile, perché lo aveva scritto pensando al diritto che avevano le persone di far sentire la propria voce, per quanto fioca essa fosse.
Le note scaturirono a cadenza regolare e costante, cominciando con relativa lentezza, scivolando nell'aria e nelle sue orecchie. Le sue palpebre chiuse divennero lo schermo su cui venivano proiettati gli eventi di un'altra realtà, fatta di suoni e di magia.
Si trovava in una stanza semibuia, in mezzo a enormi giocattoli senza vita: orsetti di peluche, bambole di pezza, carillon, soldatini e automobiline a molla. Giacevano tutti sugli scaffali, disposti in bell'ordine, gli occhi di vernice che scintillavano nella penombra.
Alle note del suo violino un orsetto cominciò a muoversi, sbattendo le palpebre, e cautamente si mise in piedi, sulle zampe tozze. Sorpreso e confuso si guardò le braccia, il busto, le gambe, e la sua bocca cucita si piegò in un sorriso.
Poco lontano la ballerina di un carillon cominciò a danzare al ritmo della musica di Orlaith, volteggiando con grazia sulle punte dei piedi.
Anche lei ballava, si muoveva seguendo le proprie note e il proprio istinto, mentre piccoli rumori intorno a lei le dicevano che tanti altri giocattoli stavano prendendo vita.
Uno dopo l'altro si animarono tutti e abbandonarono i rispettivi posti, scendendo sul pavimento vicino a lei e formando un grande cerchio, prendendosi per mano. La violinista, al centro di quel girotondo, aumentò lievemente la velocità dell'archetto sulle corde, spostandosi da una parte all'altra, accarezzando con il suono orsetti, soldatini, bambole...
Ogni volta che le note toccavano qualcuno, questo era come percorso da una nuova ventata di energia e, dopo essersi separato dagli altri, iniziava a ballare insieme a lei, seguendo i suoi passi. Molto presto tutti i giocattoli erano intorno a Orlaith, e i loro corpi erano prolungamenti del suo, i loro movimenti aggraziati come quelli di un'ombra.
E quando la musica sfumò, lasciando un vago eco acuto nell'aria, i giocattoli tornarono a dormire, soddisfatti, in attesa di essere svegliati ancora.

Ehm... sì, scusate, ieri mi sono scordato.
Ringrazio J
ohn Spangler, Old Fashioned, Fan of The Doora, _Alexei_, Kira16, Fiore di Girasole, Sahara_2, Queen FalseHeart, Marz97, Aelfgifu e Roiben, che mi seguono. A presto!
 

   
 
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