CAPITOLO
8
Mai
sbatté le palpebre più e più volte. La
prima cosa di cui
ebbe sensazione fu l’umido dell’erba e della terra
tra le dita. Spalancò gli
occhi e rimase a fissare il verde intenso su cui era a gattoni. Erano
tornati a
Gran RoRo.
“MAI!”
Fece
appena in tempo ad alzare la testa e sollevare il
busto, prima di ritrovarsi stretta tra le braccia di Kenzo e di
trattenere un
smorfia di dolore quando il ragazzo le urtò il fianco.
“Non
azzardarti a farlo mai più!”
Mai
ricambiò immediatamente l’abbraccio e gli occhi le
si
inumidirono, dimentica dei muscoli sofferenti. Hideto fu subito accanto
a loro
e le posò una mano sulla spalla, ridendo. La ragazza,
nonostante gli occhi
lucidi, scoppiò a ridere a sua volta e allungò un
braccio per attirare anche il
secondo amico a sé. Quando anche Yuuki si
inginocchiò accanto a loro, scambiò
con lui un sorriso e gli strinse la mano. Si sentiva esplodere dalla
felicità e
si sentiva una stupida per le lacrime che invece uscivano.
“Scusatemi.”
Kenzo
si staccò da lei, obbligando anche Hideto a spostarsi
leggermente. Gli occhi erano rossi e carichi di lacrime dietro alle
lenti degli
occhiali e il ragazzo tirò su con il naso un paio di volte,
prima di riuscire a
parlare.
“Se
non tornavi, non ti avrei perdonata.”
Mai
annuì, passandosi il dorso della mano sugli occhi. Yuuki
le posò una mano sulla spalla e la strinse delicatamente.
“Siete qui. Ci sei
riuscita.”
Ricordandosi
solo allora di cosa significava il ritorno di
Mai, lo sguardo dei quattro si spostò poco oltre e
un’inattesa commozione
impedì loro di muovere un muscolo, i respiri interrotti
bruscamente e le parole
che morirono in gola.
Perché
Mai non era l’unica uscita dal portale.
Perché
c’era un ragazzo, con i capelli rossi scompigliati,
disteso sull’erba a pochi passi da loro.
Perché
lì, come mai avrebbero creduto possibile, c’era
Dan.
Dan
era di nuovo lì con loro.
Kenzo
scoppiò di nuovo a piangere, ripetendo agli altri di
non azzardarsi a prenderlo in giro. Mai strinse un braccio attorno
all’amico,
per confortarlo e per avere ancora la conferma di essere veramente
tornata.
Di
non averli persi per sempre.
Sorrise,
serena come non si sentiva da tanto tempo.
Hideto
e Yuuki si scambiarono uno sguardo e una pacca sulla
spalla.
Magisa,
poco oltre, non si era mossa dal fianco di Aileen,
scivolata a terra non appena il portale si era chiuso. Ma se la
più giovane
fissava i due riapparsi dalla dimensione con un misto di
incredulità e di
orgoglio, stringendo la mano dell’altra per sfogare la
propria euforia, la
seconda ricambiava la stretta per trovare in essa un appiglio alla
realtà. La
Maga aveva gli occhi lucidi e due rivoli che le rigavano le guance. Pur
incapace di mettere a tacere la vocina che le ricordava il suo scarso
contributo
a quel successo, sentiva riaffiorare la speranza che la morte del
giovane
Mazoku aveva quasi spento.
Dan,
invece, ignaro dell’attenzione che stava ricevendo,
rimase a fissare il limpido cielo azzurro che sovrastava la foresta e
la
radura. Annusò l’aria umida, si lasciò
accarezzare dalla leggera brezza e ne
ascoltò il frusciare tra le foglie, si concesse il tempo di
godere della
sensazione dell’erba e della terra tra le dita. Non riusciva
a capire come
potesse aver sentito la mancanza di qualcosa di cui non ricordava
l’esistenza
fino a pochi istanti prima, di qualcosa che era inciso nella sua mente
e nel
suo cuore con soltanto un nome. Qualcosa che risvegliava un desiderio
immenso
dentro di lui.
Gran RoRo.
Tese
la mano verso l’alto e studiò il gioco di luci e
ombre.
Strinse le dita a pugno.
“Gran
RoRo”, sussurrò quelle parole assaporando il suono
della sua voce, che solo ora si rendeva conto di quanto gli suonasse
nuova,
come se non l’avesse usata da tanto tempo. E come quel nome
sembrasse così
familiare sulla sua lingua.
Sorrise.
“Sono
tornato.”
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Nonostante
la zona della scala dell’orizzonte fosse, come
assicurato da Aileen, ormai abbandonata da decenni, questo non la
rendeva un
luogo sicuro. I resti, ormai completo dominio della vegetazione e delle
creature della foresta, si trovava infatti sulla piana più
abitata di tutto il
regno, fatta esclusione per quello che un tempo era stato il piccolo
regno
indipendente di Kakao. La stessa capitale, Selveya, diventata centro
nevralgico
del potere del Governatore, non si trovava che a poche ore di viaggio
in
astronave.
Per
quel motivo, una volta accertato che sia Mai sia Dan
stessero bene, il gruppo era tornato velocemente
all’astronave, accolti da un
sollevato Serjou e da M.A.I.A. Sfruttando le vie nascoste nel
sottobosco, la Limoviole si era
indirizzata nuovamente
verso gli altipiani più selvaggi e disabitati, che neppure
il Governatore aveva
avuto grande interesse a controllare, se non per ricavarne preziose
materie
prime, fonti principale della ricchezza del regno.
Hideto
si sistemò ai comandi ma lasciò la maggior parte
della
guida al sistema automatico di M.A.I.A., preoccupandosi soltanto di
essere
pronto in caso venissero intercettati. Ciò gli permise di
riposare la gamba
che, maltrattata come l’aveva durante la precedente fuga,
aveva ripreso a
dolergli. Serjou, con il braccio in una fascia a tracolla, aveva
ripreso a
spiegargli i comandi della Limoviole.
Sui
divanetti posteriori, Aileen, visibilmente sfinita, si
era tolta le scarpe e si era sistemata in un angolo con blocco da
disegno e
carboncino e prestava solo parziale attenzione ai discorsi di Magisa,
Yuuki e Kenzo.
I tre cercavano di capire se esistesse un modo per aiutare Dan a
recuperare i
suoi ricordi. Quest’ultimo, una volta salito a bordo e
presentatosi agli altri impacciati
Maestri della Luce, aveva chiesto di poter riposare un po’.
Una volta uscito,
tutti si erano voltati preoccupati verso Magisa ma la donna li aveva
rassicurati: era normale per qualcuno che era stato appena riportato
“in vita”.
A quel punto, anche Mai si era allontanata verso il retro
dell’astronave
chiedendo agli amici di lasciarla un po’ sola.
“Ma
raccontargli tutto, no?”, chiese esasperato Kenzo,
lanciando uno sguardo speranzoso verso Magisa.
Quest’ultima
rimase qualche istante a sfogliare
svogliatamente le pagine del libro, risultato alla fine inutile, che
aveva
fatto apparire per ultimo.
“A
cosa servirebbe?”, rispose infine, sospirando e chiudendo
con forza il volume. “Fornirgli un resoconto di
ciò che ricordate voi sarebbe
incompleto e certamente non imparziale. Nessuna esperienza è
vissuta uguale da
due persone.”
La
granroriana si alzò e scosse la testa. “Voglio
bene a
Dan, ma ve lo avevo detto che sarebbe stata un’idea
azzardata.”
“Sono
fermamente convinto che il Dan che conosciamo è ancora
dentro di lui”, replicò il Guerriero Bianco con
decisione. “E se c’è qualcuno
che ha la possibilità di vincere contro ogni pronostico
è proprio Dan.”
A
quelle parole, anche Aileen alzò lo sguardo dai suoi fogli
e lo spostò su Yuuki per poi voltarsi verso Magisa, che
sorrise dolcemente.
“Se
c’è qualcuno che può farcela,
è proprio Dan.”
Nei
successivi istanti di silenzio, il gruppo di umani e
granroriani si limitò a osservare il paesaggio che scorreva
oltre le vetrate.
La foresta si era infittita ulteriormente nell’ultima ora e
la Limoviole viaggiava molto
più
lentamente. Hideto, dal suo posto vicino ai comandi, lanciò
uno sguardo agli
amici e poi, appoggiandosi allo schienale, si alzò cercando
di sforzare la
gamba il meno possibile.
“Quanto
manca per essere in un luogo sicuro?”
Il
granroriano al suo fianco fissò per un attimo il radar e
poi abbozzò un sorriso tirato.
“Nessun
luogo è veramente sicuro, ma non dovrebbe mancare
molto a una zona in cui potremmo fermarci per la notte, Guerriero
Blu.”
Il
ragazzo annuì e si avviò zoppicando verso i
divanetti.
“Non
mi sono interessato mai molto di questi traumi, ma
negli anni ho letto qualcosa.”
Quel
spiraglio riaccese l’entusiasmo nello sguardo di Kenzo
che, come nelle sue ricerche, non riusciva a farsi andare a genio la
possibilità che non ci fossero strade da poter percorrere.
Il
Guerriero Blu arrivò al divanetto e si posò allo
schienale.
“Secondo
molti può essere d’aiuto stare in luoghi familiari
o fare attività che un tempo appassionavano.”
Yuuki
alzò un sopracciglio. “Quindi essere a Gran RoRo e
combattere a Battle Spirits sarebbe la cura che suggerisci?”
“Ridotto
molto all’osso”, confermò ridendo il
ragazzo mentre
si sedeva. Kenzo sbuffò e posò il volto sulle
mani, gomiti puntellati sulle
ginocchia.
“Vorrei
ci sia qualcosa che possiamo fare.”
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Dan
aprì gli occhi e smise di illudersi: non sarebbe
riuscito ad addormentarsi. Si rigirò stancamente nel letto e
si fermò a pancia
in su, lasciando vagare lo sguardo sul soffitto. La stanza era avvolta
dalla
penombra e il ronzio dei motori, appena percettibile, lo avrebbe
cullato fino
al sonno in qualunque altra situazione. Chiuse gli occhi e si
coprì il volto
con le mani. Erano quei pensieri che lo confondevano, che si agitavano
nella
sua mente senza dargli possibilità di riposo. E la cosa che
più lo spazientiva
era che, per quanto cercasse, per quanto scavasse nella sua testa, non
trovava
nulla.
Il
vuoto più assoluto. Per quello che ricordava,
così poche
cose che poteva contarle sulle dita, avrebbe potuto soffrire di
insonnia.
Era Dan Bashin,
Maestro della Luce, il Guerriero Rosso e duellante di Battle Spirits.
Aveva liberato Gran
RoRo sconfiggendo in duello il Re del Mondo Altrove.
Aveva salvato la Terra
del futuro scarificandosi sulla Rampa di Lancio.
Era stata risvegliato,
dopo quanto non sapeva, dalla Guerriera Viola.
E non aveva la più
pallida idea di che fine avesse fatto il suo mazzo.
Per
quanto avesse continuato a ripetersele fino alla nausea,
non gli erano servite a niente. Non una scintilla, un mezzo indizio. Il
resto
era solo confusione, un insieme impalpabile di emozioni e ombre appena
tracciate che gli sfuggivano non appena cercava di afferrarle. Era
più che
sicuro di avere una famiglia da qualche, un padre, una madre, ma la sua
convinzione nasceva più da istinto che da ricordi.
E
poi c’erano i Maestri della Luce. Doveva necessariamente
aver combattuto insieme a loro per sconfiggere il Re del Mondo Altrove.
Dovevano
essere diventati amici, non
riusciva
a pensare che non fosse stato così. Ma lui non li ricordava.
Corrugò
la fronte e riportò di nuovo le braccia sul
materasso. Tutta quella autocommiserazione non lo stava portando da
nessuna
parte. Non c’era niente che potesse fare, se non accettare la
situazione così
com’era e ripartire da lì.
Presa
quella decisione, Dan si spinse sul materasso e si
sedette al bordo del letto. Cosa fosse successo nel passato, ora non
aveva
importanza: era certo che prima o poi tutti i ricordi sarebbero tornati
a
galla.
Sorrise
e si mise in piedi. Le due cose più importanti erano
capire che cosa stesse succedendo a Gran RoRo e ricreare un legame con
gli
altri Maestri della Luce. Rasserenato, il Guerriero Rosso
uscì dalla stanza e
si mise in cerca della cucina. Si era accorto solo in quel momento di
star
morendo di fame e, arrangiarsi a trovare qualcosa da mangiare, sarebbe
stato il
primo passo per ricominciare.
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“Credo
che andrò a controllare come sta Dan”,
esordì Magisa
rompendo il silenzio che era calato nei minuti precedenti. La donna si
sgranchì
la schiena e afferrò il libro dal tavolino. “Non
dovrebbero esserci strascichi,
ma meglio essere sicuri. Così starete più
tranquilli anche voi.”
Il
gruppo annuì, sperando che avesse ragione.
L’amnesia di
Dan era giù un tal grattacapo che preferivano non si
aggiunsero ulteriori
complicazioni.
Dopo
che la Maga era scomparsa al piano inferiore, Hideto
spostò lo sguardo su Aileen. La ragazza alla sua sinistra
stava picchiettando
il carboncino sul mento, scrutando con leggero disappunto il foglio. Il
ragazzo
si sporse in avanti tentando di sbirciare al contenuto. La Guerriera
Verde,
però, si accorse del suo tentativo. Aggrottò la
fronte e strinse il blocco al
petto, cercando allo stesso tempo di spingerlo via con un piede.
“Sciò.”
Conscio
del fallimento, il Guerriero Blu sghignazzò e
tornò
a posarsi allo schienale. Fu allora che fece fermare il suo sguardo
sulla
terrazza esterna della Limoviole,
visibile oltre la porta.
“Mai
è rimasta là fuori tutto il tempo,
vero?”
Kenzo
sussultò e sgranò gli occhi, saettando
immediatamente
lo sguardo verso il retro. Yuuki, invece, si posò allo
schienale e incrociò le
braccia.
“Questa
situazione non è facile per nessuno di noi. Anche se
ciascuno di noi vorrebbe riavere l’amico di un tempo, dovremo
tutti ricordarci
che lui non ha idea di chi siamo noi.”
“E
per lei poi…”, sussurrò Kenzo. Non
avrebbe mai
dimenticato il volto di Mai, quando lui, Stella e Angers li avevano
raggiunti
sulla Magnifica Sophia: sfigurato
dal
dolore, pallido e rigato di lacrime. Ma erano stati gli occhi che gli
avevano
stretto il cuore: spenti, quasi vacui. Il ragazzo sospirò e
tornò a voltarsi
verso il tavolo. Fu allora che gli tornò in mente sua madre,
seduta in
soggiorno con una tazza di tè fumante, e Shizuko che la
consolava ricordandole
che una conferenza andata male non avrebbe messo a repentaglio la sua
carriera.
Il volto del ragazzino si illuminò: perché non ci
aveva pensato prima?
“Aileen
pensi che potresti andare a parlarci?”
L’entusiasmo
di Kenzo colse alla sprovvista la granroriana
che vergò una riga sul foglio, inveendo nella sua lingua.
Fissò per qualche
istante il foglio per poi serrare il blocco sbuffando. Quindi si
voltò verso
l’umano, convinta di essere stata vittima di uno scherzo. Ma
l’espressione
eccitata del Guerriero Verde fu una risposta sufficiente. Non
provò neppure a
vedere le reazioni degli altri due.
“Sei
serio? Perché
dovrei?”
Kenzo
non colse subito il significato di quelle parole. Ci
vollero alcuni secondi prima che sbattesse le palpebre e abbassasse le
spalle
deluso.
“Sei
una ragazza. Cioè, non vi sfogate tra di voi
quando-”,
Kenzo iniziò a mordicchiarsi un’unghia lanciando
mute richieste di soccorso ai
due amici con lo sguardo. Nessuno dei due però pareva
intenzionato a dargli una
mano e, anzi, Hideto sembrava sul punto di scoppiare a ridere.
“Sì, tutta la
faccenda dei… sentimenti?”
“Per
l’amor del Nucleo, la conosco appena”,
sbottò Aileen
alzando gli occhi al cielo. “Siete o no i suoi amici?
Dovreste andare voi a parlarci. Le ragazze non mordono mica.”
La
ragazza riaprì il blocco con tutta l’intenzione di
ignorare i compagni di squadra.
“Ma
che ho detto?”, protestò Kenzo voltandosi verso il
Guerriero Blu che, a onore del merito, riuscì a imbastire
un’espressione
sufficientemente seria e a non scoppiare a ridere in faccia
all’amico. Ma lo
sforzo non venne apprezzato dal più giovane, che lo
fissò oltraggiato.
“Mia
mamma lo fa sempre con Shizuko!”, farfugliò tutto
rosso
in volto e incrociando le braccia al petto.
Yuuki
si spinse su dal divano e infilò le mani in tasca.
“Se
aspettiamo ancora un po’, dubito che Mai avrà
ancora
bisogno del nostro aiuto.”
Colto
il messaggio, Hideto passò un braccio attorno alle
spalle di Kenzo, ancora lievemente offeso, trascinandolo con
sé verso il retro.
Poi, lanciò oltre la spalla un’occhiata divertita
al Guerriero Bianco.
“Tutti
a parlare di sentimenti!”
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Appena
attraversata la soglia, la vista che li accolse fu
quella di Mai, semi distesa su una delle sdraio, la testa appoggiata
pigramente
sulla mano piegata e l’altra mano quasi a sfiorare la
superficie del lettore
digitale. I lunghi capelli, raccolti alla meglio sulla nuca, si
dibattevano nell’aria
mossa dal moto dell’astronave. Ci fu un attimo di esitazione
da parte della
ragazza, poi flette il dito vicino allo schermo portandolo nella mano a
pugno.
Solo allora alzò la testa e incrociò il loro
sguardo, regalando loro un sorriso
incerto e vagamente divertito che faceva risaltare di più il
segno rimasto
dalla fortezza.
“Non
pensavo mi avreste lasciato così tanto tempo.”
Hideto
sorrise a sua volta e, favorendo leggermente la gamba
sinistra, attraversò i pochi metri che li separavano e si
sedette ai piedi
della sdraio.
“Ne
vuoi parlare?”
Kenzo
e Yuuki lo seguirono a ruota, il primo si sedette su
uno dei seggiolini contro il muro mentre il secondo si sedette sulla
seconda
sdraio.
Mai
sospirò e posò il lettore in grembo.
“Che cosa volete
che vi dica?”
Quella
contro domanda dritta al punto presa alla sprovvista
i tre ragazzi, con Hideto e Kenzo che lanciarono allarmate richieste di
soccorso a Yuuki, con il messaggio sottinteso del di
qualcosa, eri tu quello con una sorella. Il Guerriero Bianco,
in
risposta, si limitò ad alzare un sopracciglio e a
intrecciare le mani. Lo
sdegno dei due ragazzi al presunto tradimento,
però, fu tagliato breve da Mai, che afferrò una
ciocca di capelli iniziando ad
avvolgerla attorno alle dita.
“Volevate
pianti e grida? Che mi strappassi i capelli perché
non si ricorda di me? Pensavo che la mia fase di disperazione tornati
dal
futuro vi fosse bastata.”
Nonostante
lo sguardo basso, a fissare un punto indefinito
della superficie liscia del pavimento, le ultime parole furono
pronunciate con
una punta d’ironia.
“Non
è quello che intendevamo”, fu
l’immediata reazione di
Kenzo che fermò il leggero roteare sul seggiolino.
La
Guerriera Viola, in compenso, alzò lo sguardo e li
fissò
con improvvisa serietà, facendo preoccupare non poco gli
amici.
“Magari
dovevo prenderlo a schiaffi, sperando che gli
facesse ripartire la memoria?”, Mai faticò a
trattenere il sorriso e i tre
risero a quell’inattesa uscita. “O magari un bel
bacio, stile favola del
vissero tutti e felici e contenti?”
Hideto
scosse la testa. “Ok, adesso ci stai prendendo in
giro.”
La
ragazza si appoggiò allo schienale e si picchettò
con il
dito una guancia. “Forse.”
“L’hai
presa meglio di quanto potessimo immaginare”,
commentò
conciso Yuuki, portando alla luce le perplessità che anche
gli altri due
Guerrieri provavano. Non avevano la minima idea di che cosa avevano
pensato di
trovarsi davanti, ma non di certo quello. La sola reazione di Mai fu
quella di
aggrottare la fronte e lasciare vagare lo sguardo verso
l’alto, dove cielo e
fronde filavano sopra di loro.
“Se
devo essere sincera, me ne sono sorpresa anche io.”
La
ragazza non elaborò oltre e per lunghi istanti si
tormentò un labbro, quasi in cerca del modo di esprimere
quel poco di cui era
riuscita a far chiarezza, dalla prima iniziale confusione e
guazzabuglio di
emozioni.
“Quando
si è risvegliato davanti di me, non stavo in me
dalla gioia.”
Mai
sorrise e chiuse gli occhi. “E poi lui mi ha chiesto chi
ero.”
“Figurarsi,
è proprio da Dan rovinare in questo modo
l’atmosfera”, si intromise sogghignando Hideto.
“E
ci sono rimasta male”, proseguì la Guerriera Viola
tornando ad aprire gli occhi e cercando ancora una volta lo sguardo
degli
amici. “L’avevamo previsto, ma affrontarlo nella
realtà…”
La
sua voce scemò fino a spegnersi del tutto in un sospiro.
Yuuki annuì lentamente, Kenzo si portò
l’unghia del pollice tra i denti e
Hideto abbassò lo sguardo. Nessuno di loro aveva saputo
veramente come
comportarsi, con l’unica certezza che gettarsi ad abbracciare
Dan come avevano
fatto con Mai sarebbe stato fuori discussione. E, anche se in modo
diverso,
avevano avuto l’orribile sensazione di star rivivendo la
perdita di Dan
un’altra volta.
“Ma
non mi ha fatto male come pensavo”, riprese la ragazza dopo
aver recuperato coraggio. “Ho continuato a pensarci tutto
questo tempo. E penso
di essere arrivata a darmi una risposta.”
L’attenzione
dei tre ragazzi tornò a concentrarsi
completamente sul volto della ragazza, che lasciò la presa
sulla ciocca di
capelli e si mise a sedere con una luce determinata che brillava
timidamente
nel suo sguardo.
“Mi
sono detta: e se Dan si fosse ricordato tutto? Se avesse
ricordato me? E per un attimo sono
stata sollevata che non fosse successo.”
Le
ultime parole furono pronunciate con una tale foga da
lasciare completamente basiti Hideto, Yuuki e Kenzo, che veramente tutto si erano aspettati tranne che
quello. Kenzo, in particolar modo, aggrottò la fronte come
faceva quando un
problema nelle sue ricerche lo lasciava perplesso, con tanto di
occhiali che
gli scivolarono sul naso. Rimpiangeva tanto che non fosse stata Aileen
a
prendere il loro posto. Tornato a casa, avrebbe dovuto prestare
più attenzione
alle interazioni tra sua madre e Shizuko. O quelle tra le sue compagne
di
scuola.
“Ok.
Qui mi hai perso.”
“Sono
passati quattro anni. Quattro”, esclamò
sciogliendo i
capelli e risistemandoseli con gesti secchi in una coda più
ordinata, elastico
stretto in bocca. “Sono cresciuta, sono cambiata. Non sono
più la Mai di
allora. Non sono più la ragazza che si era innamorata di
lui.”
Prima
che uno degli altri potesse dire qualcosa, la ragazza
si alzò in piedi e, braccia strette al torso, ai
allontanò di alcuni passi e
lasciò vagare lo sguardo sui contorni confusi della foresta.
“Dan
avrebbe ricordato lei”, esclamò Kenzo drizzandosi,
cominciando a intuire quale fosse l’inaspettata, ma per nulla
assurda,
conclusione di Mai. Lei ruotò su sé stessa e
tornò a sedersi, sospirando. “E
non avrebbe la più pallida idea di chi sono ora. Che farsa
sarebbe, se anche
ora mi dicesse che mi ama?”
Hideto,
che certo non riusciva a immaginare cosa i due
avrebbe potuto fare in tale situazione, si sporse e strinse una delle
mani
dell’amica. La sua lucida e pacata determinazione gli
ricordavano terribilmente
l’incontro avvenuto tra di loro nel futuro, quando tutti
temevano che Mai li
avesse traditi. Quando la verità era, semplicemente, che la
Guerriera Viola
aveva dimostrato più coraggio di tutti nel non restare in
disparte, nello
scegliere la strada più difficile per aiutare tutti, umani e
Mazoku.
“Sembra
proprio che tu non abbia bisogno di una spalla su
cui sfogarti.”
Mai
aggrottò ancora la fronte per poi distenderla e sgranare
gli occhi, un’espressione di puro stupore che prendeva forma
sul suo volto.
“Ho
davvero voltato pagina”, sussurrò spostando lo
sguardo
sugli amici, quasi in cerca di conferma. “E ho dovuto
rivederlo per rendermene
conto.”
Lentamente,
si liberò dalla presa del Guerriero Blu e
strinse le mani al collo, la voce vibrante di dubbio. “Sono
una persona
orribile per questo?”
“Mai,
sei solo un essere umano”, esclamò Hideto con
mormorii
di approvazione da parte degli altri due.
“E
non devi sentirti in colpa”, proseguì il Guerriero
Bianco
lasciando vagare lo sguardo verso l’interno della Limoviole, dove Aileen continuava a
vergare con foga tratti scuri
sul foglio che teneva tra le mani. “Nessuno ha il diritto di
chiederti di
restare ancorata a ciò che provavi nel passato.”
Mai
si morse un labbro e abbassò leggermente lo sguardo,
picchettando con le dita sulla sdraio. “Lo amavo. Tanto. Gli
voglio ancora
bene… ma in modo diverso. Ed è strano.”
“Che
poi, a dirla tutta”, riprese Hideto con tono allegro,
“quanti
nostri coetanei incontrano l’amore della loro vita da
adolescenti? Si mettono
insieme e si lasciano dopo due mesi, anche se doveva essere
l’anima gemella.”
“Per
poi trovare qualcun altro e ricominciare da capo”,
commentò Kenzo ricordando fin troppo bene una simile storia
che aveva rischiato
di far saltare la consegna di un lavoro del suo gruppo. Riprese a
ruotare sul
sedile, più per sfogo che per altro. Hideto
allungò la gamba destra,
massaggiandola distrattamente con la mano.
“E
poi, in tutta sincerità, la parte della disperata, che
per tutta la vita piange sulla foto del ragazzo scomparso, non ti si
addice
proprio.”
Mai
inspirò chiudendo per un breve istante le palpebre.
Quando riaprì gli occhi, rivolse ai tre un enorme sorriso e
una risata appena
trattenuta.
“Avete
ragione. Non so perché mi sono fatta tanti
problemi.”
“Perché
non c’è niente di normale in tutto quello che
viviamo”, asserì Kenzo spingendosi gli occhiali
più su sul naso. “Avere dei
dubbi è sola la prova che non siamo ancora del tutto usciti
fuori di testa!”
I
quattro scoppiarono a ridere, spazzando via le ultime
tracce di tensione e malinconia. Yuuki fu il primo ad alzarsi e si
avvicinò per
posare una mano sulla spalla di Mai, che piegò la testa per
incrociare il suo
sguardo.
“Te
la senti di rientrare? Abbiamo molto da decidere.”
La
ragazza annuì determinata, rimettendosi a sua volta in
piedi e lasciando scorrere lo sguardo sui tre amici.
“Mi
sento molto meglio, anche grazie a voi”, rassicurò
per
poi sorridere dolcemente. “Vi voglio bene, ragazzi.”
“Ook”,
si intromise con foga il Guerriero Blu spingendosi in
piedi e rifiutando, con il pollice alzato, il tentativo di aiuto di
Mai.
“Fermiamoci qui che se no andiamo troppo sul sentimentale. E
poi mi commuovo. E
non va bene. Non sono mica Kenzo!”
Kenzo
saltò giù dal seggiolino e fissò
indignato l’amico che
ghignò imperterrito. “E con questo che intendi
dire?”
“Niente.
Ma non sono io chi è scoppiato a piangere poche ore
fa.”
“Mi
avete promesso di non prendermi in giro!”
“Non
è una presa in giro. Riportavo semplicemen-”
“Va
bene”, intervenne Mai prendendo a braccetto i due
ragazzi e scambiando uno sguardo esasperato con Yuuki.
“Torniamo dentro.”
Il
Guerriero Verde sbuffò lanciando un’occhiataccia a
Hideto, che si degnò di smettere di sogghignare solo quando
Mai gli rifilò una
gomitata nel fianco. Yuuki rimase alle loro spalle, scuotendo
rassegnato la
testa.
Appena
messo piede all’interno, però, si fermarono di
scatto, deglutirono e si sforzarono di non far risalire le speranze. La
ragazza
strinse con più forza la mano stretta al braccio
dell’amico. Magisa,
accorgendosi di loro, ricambiò i loro sguardi con un sorriso
emozionato.
Dan
era seduto sul divano, un bicchiere d’acqua sul tavolino
e un piatto colmo di riso al curry tra le mani. Il ragazzo fece un paio
di
bocconi prima di accorgersi dei nuovi venuti. Quando li vide,
ridacchiò
imbarazzato e si portò la mano con la forchetta dietro alla
testa. Aileen, con
un’espressione inorridita, arretrò di scatto
contro lo schienale per impedire
che il sugo finisse sui suoi fogli.
“Scusate
se non vi ho aspettato per mangiare. Ma quando mi
sono svegliato… in cucina ce n’è una
pentola piena, se volete.”
I
quattro Maestri della Luce in piedi si scambiarono uno
sguardo veloce, rendendosi conto chi fosse l’artefice di quel
regalo a Dan: Zungurii. Lui che
doveva
averci creduto fin in fondo, anche se il successo di Mai non era stato
certo in
nessuno momento. Anche quando nessuno di loro era ancora stato neppure
sicuro
che avrebbe rischiato il salvataggio.
“Tranquillo”,
sussurrò Mai e si passò velocemente un dito sugli
occhi per togliere le lacrime che minacciavano di uscire.
“È
buonissimo”, aggiunse il Guerriero Rosso per poi
ridacchiare un’altra volta. “Non che il mio parere
conti molto, mi sa. Non
ricordo neppure se l’abbia mangiato prima.”
“Il
riso al curry è sempre stato uno dei tuoi piatti
preferiti, Dan”, replicò Yuuki. Il Guerriero
Bianco non si sarebbe mai scordato
il giorno, ormai ben cinque anni lontano, in cui loro avevano pensato
che la
sua cucina fosse il luogo ideale per provare a preparare da soli il
piatto.
Aveva trovato macchie di sugo per le successive tre
settimane. Non si sarebbe mai aspettato potessero cambiare
così
tante cose da allora.
Dan
infilò in bocca un’altra forchettata e rimase
pensieroso
a fissare il piatto. Dopo qualche secondo, sorrise.
“Penso
di capire il perché.”
Posò
il piatto e tornò ad alzare lo sguardo su di loro.
“Dobbiamo
ancora trovare il Guerriero Giallo, giusto?”
Mai
sorrise, incapace di trattenere l’ottimismo crescere
dentro di lei, e scambiò un’occhiata con Hideto,
Yuuki e Kenzo. “Ci stiamo
lavorando”.
…
TO BE
CONTINUED …
SPAZIO AUTRICE:
E siamo arrivati alla fine
di
questo episodio. Non penso sia tutto andato come ve lo immaginavate, ma
spero
che, nonostante questo, l’episodio sia riuscito ad
appassionarvi e a farvi
emozionare. I nostri Maestri della Luce devono ancora farne di strada...
Prima di passare ai
ringraziamenti e ai mazzi di carte, voglio confermare una cosa:
sì, Mai ha
veramente superato la storia d’amore che alla fine di Brave
era appena
iniziata, e no, non ci saranno nell’imminente futuro le scene
del lo guardo/mi
guarda – mi pensa/non mi pensa – cosa provo per
lui/lei? Mai in questo momento
della sua vita veramente non è più innamorata di
Dan cosa che, secondo me, per
il suo personaggio è la cosa più naturale. Mai,
come ci ha mostrato Brave, è
stata una che è più volte caduta, ma che si
è sempre rialzata e a ripreso in
mano la propria vita: come dice lei, sono passati quattro anni. E certo
il
primo problema di Dan non sarà quello di innamorarsi
(suvvia, quel ragazzo non
ha veramente la più pallida idea e adesso ha problemi
più importanti! XD).
Posso solo chiedervi, se mi
seguite, se vi appassiona la mia scrittura: fidatevi che la storia che
vi
voglio raccontare sia quella che meritano i nostri eroi e non quella
facile. Io
farò del mio meglio.
Detto ciò
ringrazio davvero dal
più profondo del cuore tutti coloro che hanno letto (anche i
lettori
silenziosi, a cui ricordo che io sono qua: anche due righe sono in
grado di
rendermi felice). E un grazie speciale va a:
Aiko_Miura_36, Elinacrisant,
FantasyAnimeManga96, HikariBashin12,
kd03, lalla20fairy
e _Mamoru_.
Se continuo a scrivere
questa
storia è anche un po’ grazie a tutti voi.
Visto che mi sto dilungando, vi lascio qui i turni e i mazzi di questo episodio:
*(TURNO
1) Energia Big Bang,
Balam, Guerriero
delle Tenebre, Oscura
Strada Demoniaca, Ciclone
Fiammeggiante
+ Triste Mietitore
*(TURNO
2) Grande Albero
della
Vita, Elginius,
Drago da Battaglia,
Specchio
Magico, Pozione
della Salvezza + Mccoy,
Mastro Carpentiere
*(TURNO
3) Siegwurm,
Possente Dragone
Imperatore del Tuono
*(TURNO
4) Gashabers,
Bestia
della Prigionia
*(TURNO
5) Demonosso
*(TURNO
6) Gai-Asura,
Supremo Drago
della Terra
*(TURNO
7) Pesca della Rinascita
*(TURNO
8) Mccoy,
Mastro
carpentiere
*(TURNO
9) Ciclone Fiammeggiante;
(Drago della Pioggia,
Martello
Demolitore; Demonosso)
+ (Gale-Fokker,
Bestia Volante di Ferro)
*(TURNO
10) Izuna, Gemma
Donnola + Barriera Delta
*(TURNO
11) Siegwurm-Nova, Drago
Supernova
*(TURNO 12) Shine-Blazer, Drago Lucente
*(TURNO 13) Cattedrale Purpurea
(MAI) Asmodeo dei Sette Shogun 1x, Siegwurm-Nova, Drago Supernova 1x, Belzebeat dei Sette Shogun 1x, Siegwurm, Possente Dragon Imperatore del Tuono 1x, Berith Artigli Micidiali 2x, Lagunaspada, Drago Lamanuvola 2x, Mur, Musico Infernale 3x, Balam, Guerriero delle Tenebre 3x, Zom-Sauru, Drago Zombie 3x, Mietitore d’Ossa 3x, Demonosso 3x, Drago della Pioggia 3x, Ciclone Fiammeggiante 2x, Martello Demolitore 2x, Pesca della Rinascita 3x, Riesumazione 3x, Energia Big Bang 3x, Sarcofago Trafitto 3x, Triste Mietitore 3x, Strada Oscura 2x, Creazione Stellare 2x, Cattedrale Purpurea 3x(GUARDIANO DELLA DIMENSIONE) Gai-Asura, Supremo Drago della Terra 1x, Gale-Fokker, Bestia Volante di Ferro 3x, Mccoy, Mastro Carpentiere 3x, Re Gorgo, Drago Serpente 2x, Gashabers, Bestia della Prigionia 2x, Sekkohkiji, Volatile della Foresta 3x, Izuna, Gemma Donnola 3x, Elginius, Drago da Battaglia 3x, Cavallo Spettrale 3x, Morgersauro 3x, Ramificazione Fulminante 3x, Barriera Delta 3x, Specchio Magico 2x, Pozione della Salvezza 3x, Trappola d’Erba 3x, Creazione Stellare 3x, Grande Albero della Vita 3x, Shine-Blazer, Drago Lucente 3x, Spineed-Hayato, Volatile Lanciere 3x
Ovviamente, il mazzo di Mai
evolverà nel tempo e alcune variazioni ci saranno
già dal prossimo episodio.
Ed ecco qui che le
anticipazioni
del prossimo episodio (in fase di scrittura). Lascio la parola al
nostro
Guerriero Blu, Hideto:
Riavere
indietro Dan non è stato esattamente come
immaginavamo, ma ora non ci resta altro che andare avanti, guardando al
futuro.
E per farlo dovremo dividerci. Yuuki andrà a cercare sulla
Terra il nuovo
Maestro della Luce, nella speranza che venga a Gran RoRo con noi. Io e
gli
altri, invece, andremo a recuperare l’unica cosa che
potrà veramente darci un
vantaggio sull’effetto dominato dai nostri nemici: i Brave.
Tutto questo nel
prossimo episodio: IL FUTURO DEL GUERRIERO GIALLO.
Con questo vi saluto, vi
ringrazio ancora e vi do appuntamento con la versione revisionata
dell’episodio
0 (essendo una revisione, mi aspetto che forse non tutti voi la
rileggeranno ma
se troverete il tempo di lasciarmi un pensiero mi farete comunque
felice. La
storia in sé rimarrà la stessa, ma alcuni
dettagli saranno modificati e
nell’insieme, spero, scritta meglio). Per qualunque
novità sugli aggiornamenti,
buttate l’occhio sulla mia pagina autrice!
Varco Apriti, Energia!
Alla prossima, HikariMoon