Ciao a tutt*.
Vorrei innanzitutto scusarmi, perchè ciò che, spero, state per leggere non è una poesia, ma una lettera d'amore; o almeno, così è come la vedo io.
E' una piccola riflessione, uno sfogo, su una parte tremendamente importante, se non fondamentale, dell'amore: la confessione dei propri sentimenti alla persona amata.
Buona lettura.


Confessione


Ci sono centinaia e centinaia di libri, film e serie tv che parlano d’amore.
E, quasi sempre, al centro di queste storie c’è quel momento, il momento della confessione: quando uno dei due protagonisti dichiara il proprio amore all’altro.
Ma per quanto la storia dei due innamorati possa essere travagliata, quell’istante sembra sempre incredibilmente naturale, come se confessare i propri sentimenti fosse semplice, quasi una liberazione, un bellissimo sollievo.
Forse, poi, lo è.
Ma dichiararsi alla persona amata non è affatto semplice; la maggior parte delle volte ci vogliono anni e tantissime delusioni prima che qualcuno riesca ad avere abbastanza coraggio per fare un passo del genere.
E poche volte finisce come si vorrebbe. Nella vita reale è improbabile che i due “protagonisti” si amino reciprocamente.
No, la verità è che c’è sempre chi rimane deluso. E poi ci sono le conseguenze; perché dopo una confessione del genere non si può più tornare indietro.
E quindi cosa si può fare?
Semplice, si reprime tutto completamente dentro di sé. E si soffre. Ma puoi continuare ad avere quella persona accanto; non è forse quella la cosa più importante?
Alla fine, l’amore è una giostra che va su e giù e che un giorno potrebbe rompersi e fermarsi per sempre; così invece non c’è bisogno di preoccuparsi di tutti quei problemi che fanno finire una relazione.
Basta essere abbastanza bravi a reprimere ciò che si prova e continuare a sorridere.
Anche quando la persona che ami arriva sorridendo come non mai per dirti che ha conosciuto questo ragazzo, bello come il sole, e che ha fatto sesso per la prima volta. E tu sorridi, ti congratuli, gli chiedi i dettagli e lo ascolti per ore e ore; non puoi lasciare che veda quanto soffri in realtà.
È solo quando esce da quella porta che puoi finalmente lasciarti andare e cominciare a piangere.
Ma va bene così.
Perché la cosa importante è che, mentre quel ragazzo non lo rivedrà mai più, è te che chiamerà per andare al cinema, per andare a fare compere, a pranzo fuori, in libreria e per parlare dei suoi problemi e di quelle cose di cui non riesce a parlare a nessun altro.
Sì, sono disposta a soffrire per il resto della mia vita, chiedo soltanto che continui a guardarmi e dirmi “Sei l’unica con cui potevo confidarmi, perché sapevo che non mi avresti mai giudicato. Ti voglio bene”.
Sì, credo valga la pena soffrire per questo.
Anche se io, in realtà, non ti voglio bene. Io ti amo.