Crossover
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Autore: fenris    27/09/2018    9 recensioni
[Moon Infinity][Kamen Rider] Dalla penna di Xephil e Fenris, tutta per voi la nuova grande cronaca di un incredibile viaggio e della battaglia che ne seguì: Il Male universale ha generato un nuovo figlio, un essere formidabile e spietato tramite il quale minaccia di far sprofondare il mondo nelle tenebre. Due gruppi di guerrieri (uno famosissimo, l'altro un pò meno) si uniscono per fronteggiare questa nuova terribile minaccia. Le due squadre, divise, dovranno però imparare prima a fidarsi l'una dell'altra e combattere insieme per poter vincere. Ma il loro avversario è il vero pericolo? Oppure l'oscurità nasconde molti più segreti di quanti se ne possa immaginare? Venite a scoprirlo, KAMEN RIDER ABOMINATION!
Genere: Avventura, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Film, Libri, Telefilm
Note: Cross-over, Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il capitano e l'amichevole professore dello spazio, Fourze

Sul tetto dell'Amanogawa High School, un misterioso individuo era seduto sulla ringhiera del tetto, mangiandosi un piatto di uova fritte. Era una figura umanoide vestita con un lungo mantello nero a ricoprirlo quasi totalmente, lasciando vedere solo una gamba grigiastra con brutte cicatrici, mani artigliate e una sorta di spuntone sulla spalla sinistra. Si trovava nella scuola da un paio di settimane, osservando sia studenti che professori, soprattutto i componenti dello Space Kamen Rider Club, un gruppetto che cercava di mettersi in contatto con gli alieni. Se solo avessero saputo di averne uno invisibile vicinissimo… Gli veniva da ridere al solo pensiero.

“Saga”, lo interruppe a un certo punto una voce nella propria mente, “Sei a cazzeggiare o stai lavorando?” L'essere, riconoscendo la voce del suo padrone, si sbrigò a ingoiare le uova e rispondere.

“Ai vostri ordini, Lord Astaroth, sempre e comunque. Se volete sapere di Fourze, è alla consegna dei diplomi, che è stata interrotta da un lampo bianco.” Sentì una sorta di tuono provenire dall'altra parte della connessione mentale e un conseguente dolore alle ossa. Si portò una mano alla bocca cercando di calmarlo.

“È una delle Warrior Planet o quella cyborg che sta sempre sotto le loro sottane. Trovala e uccidila!”

“Una di loro?! Che ci fa qui?!”

“Tuo fratello minore ha anticipato involontariamente il suo scontro con loro e anche Decade si è mezzo in mezzo. Anche le altre devono essere sparse in giro per il pianeta, ma ci penseranno gli altri. Ora sbrigati e dimostrami che ho fatto bene a risparmiarti.” E chiuse quindi la comunicazione tornando ai suoi affari, mentre Saga si trasformò in un'ombra, scivolando in tutti gli angoli bui della scuola che riuscisse a trovare. Dentro di sé provava una notevole soddisfazione: lui e i suoi nove fratelli erano stati considerati dei fallimenti e relegati al ruolo di spie, mentre tutta l'attenzione era andata a Diablo. Se fosse riuscito nel suo compito, avrebbe avuto il piacere di poterlo sbeffeggiare e magari Lord Astaroth gli avrebbe donato una vita vera.

                                                                                                                                      *****

Mentre Saga cercava Martina, la suddetta stava sperimentando un mal di testa peggiore di quando aveva sfidato sua sorella a una gara di bevute. Si accorse di essere sdraiata e di avere gli occhi chiusi, quindi decise di assecondare la parte più pigra di lei che non voleva alzarsi, anche per paura di trovarsi di fronte la maschera inquietante di Diablo o qualsiasi altro incubo. Non poté però fare a meno di sentire delle voci attorno a lei. Fece un rapido check agli armamenti, trovandoli funzionanti in caso di bisogno, e aprì gli occhi positronici, ritrovandosi in una stanza bianca, un colore che le ricordava un po’ l'accademia, mentre sulla parete accanto a lei c'era uno striscione con scritto 'Space Kamen Rider Club', raffigurante un elmo simile a un razzo, identico a quello di una delle trasformazioni di Tsukasa. Si voltò quindi, alzandosi lentamente, verso un gruppo di persone dall'altro capo della stanza che parlavano tra di loro.

“Me tapina, che è successo?”, esplose infine, sentendo la testa sul punto di spaccarsi per la confusione.

“Oh, ti sei svegliata finalmente!”, esclamò l’individuo che più spiccava in mezzo a quel gruppo, un giovane uomo con una curiosa acconciatura a pompadour che vestiva di un completo elegante fatto da giacca e pantaloni grigi, camicia bianca e cravatta nera a strisce bianche. Con passo svelto, le fu accanto.

“Come ti senti?”

“Sul punto di andare in cortocircuito”, replicò Martina squadrando le altre persone presenti, tutte studenti e studentesse in un’uniforme nera che sembrava quella usata nelle cerimonie liceali per la consegna dei diplomi, prima di tornare sull’uomo davanti a sé.

“…E tu saresti…?”

“Kisaragi Gentaro!”, rispose l’altro sfoggiando un sorriso tutto denti talmente gioioso da sembrare risplendere. “Il professore che diventerà amico di tutti quelli presenti in questa scuola!” E concluse puntandole contro il dito indice sinistro. Quella presentazione lasciò Martina completamente scioccata. Quel tipo doveva essere un montato.

“…Ok…” Poi, qualcosa che aveva detto la agitò: “Aspetta, scuola?! Ma-ma dove sono?!”

“Come sarebbe dove?! All’Amanogawa High School, ovvio!”, replicò Gentaro.

“Tu invece chi sei? Sei comparsa di colpo al centro del nostro campo da football, in un lampo bianco, per giunta!” -In un…lampo bianco?! Oh no- pensò la cyborg connettendo mentalmente i pezzi del puzzle. -Quella distorsione che ci ha risucchiate…era un buco dimensionale. Vuol dire che sono stata teletrasportata in un luogo sconosciuto? Oh me tapina! E ora cosa faccio? Dove saranno le altre?- Confusa e agitata, fece per rimettersi in piedi, ma era ancora troppo stordita dal viaggio dimensionale e rischiò di cadere a terra.

“Ehiehiehi! Non sforzarti, sembri ancora ridotta male!”, la fermò Gentaro aiutandola a mettersi seduta. “Hai l’aria di chi è stato in un mare di guai… Non preoccuparti, sei allo Space Kamen Rider Club, qui tutti quelli che hanno bisogno d’aiuto sono i benvenuti!”

-Kamen Rider?- Quelle due parole catturarono subito l’attenzione di Martina e, in quel momento, le ultime parole di Tsukasa le tornarono in mente: Fidatevi di coloro che portano il titolo di Kamen Rider. -Allora dovrei fidarmi di lui?- Osservò attentamente Gentaro: certo, sembrava un tipo decisamente strano ed eccentrico con quei capelli e il suo modo di fare, ma per chissà quale strano motivo sentiva di potersi effettivamente fidare di lui.

“Sei stato tu allora ad aiutarmi?”

“Certo! Tutti noi!”, rispose lui indicando gli studenti intorno a sé, tutti con un gran sorriso in volto. Stavolta anche Martina non poté non sorridere.

“Grazie mille davvero. A tutti… Ah giusto! Io sono Martina Florence, piacere!” E tese la mano destra.

“Piacere!” Gentaro ricambiò la stretta di mano per poi, con stupore della cyborg, trasformarla in una presa a braccio di ferro, lasciarla e colpire la sua mano ancora semichiusa col suo pugno prima frontalmente, poi sopra e infine sotto. Tutto senza mai perdere il sorriso. Sì, era proprio un tipo strano.

“Allora, come sei arrivata qui? Eri tu quel lampo bianco, vero?”

“Sì, esatto. Purtroppo, però, non so come spiegarvelo, sicuramente vi sembrerebbe una storia assurda…”

“In tal caso, questo è il nostro pane quotidiano!” All’occhiata interrogativa di lei, Gentaro rispose indicando lo stendardo sul muro.

“Siamo lo Space Kamen Rider Club! L’assurdo è parte di tutti i giorni per noi!”

“Tu…sei davvero un Kamen Rider?”

“Puoi scommetterci! Ka-” Martina si alzò in piedi e lo guardò con occhi quasi supplichevoli.

“Ho bisogno del tuo aiuto. Ti prego.” Gentaro sembrò rimanere interdetto per qualche secondo, ma poi il suo sorriso tornò a farsi ampio e genuino.

“Ho capito. Spiegami tutto per bene e ti aiuterò sicuramente!”

                                                                                                                               *****

Pochi minuti dopo, la cyborg e l'uomo erano in sala mensa, a condividere un piatto di gamberetti fritti, mentre gli studenti stavano facendo delle chiamate. Le avevano rimediato una divisa della scuola, giacca azzurra con camicia bianca, gonna rossa, calze e scarpe nere, in modo da farsi passare per una studentessa che doveva finire i suoi ultimi progetti prima delle vacanze. Martina aveva cominciato a parlargli della flotta lunare e del suo mondo, oltre che ovviamente dello scontro con Kamen Rider Diablo.

“Me tapina, non riesco a credere di essere in un'altra dimensione, prima il Medievo e ora questo.”, commentò la ragazza tenendosi le mani sulla fronte. Le sembrava di ripetere l'esperienza di pochi mesi prima, quando si era ritrovata bloccata nell'Europa Medioevale insieme a tutto l'equipaggio del Nautilus, con l'eccezione delle Warrior, trovandosi al comando e dovendo addirittura risolvere una questione di anelli magici alieni trovati da un imperatore fuori di testa.

“Questo è niente. Una volta il grande leader di Shocker ha riscritto la nostra storia uccidendo Ichigo e Nigo nel passato e facendo il lavaggio nel cervello a quasi tutti noi. Fidati, non è una bella esperienza essere controllati mentalmente”, disse con un brivido ripensando a quell'esperienza.

“Eh, temo potrebbe succedermi prima o poi. Tempo fa, ho ricevuto un avvertimento da un mio simile che era...dall'altra parte della barricata, diciamo.”

“E quanto può essere stato terribile per spaventarti? Sembri una ragazza coraggiosa”, chiese il Rider, che rivedeva in lei un po' della sua amica Yuki.

“Io non sono umana, non più almeno. In seguito a un incidente, sono stata trasformata in un cyborg dal mio superiore, l'Ammiraglio Moonlein. Però, già diversi millenni fa, alcuni miei simili erano impazziti e questa pratica era stata proibita.” Si interruppe un attimo per lasciare a Gentaro il tempo di processare il tutto. “Poi, alcuni mesi fa, ho trovato alcuni di loro che erano sopravvissuti, alleati con i nostri nemici. Siamo riusciti a batterli, ma uno di loro mi ha detto che entro un anno sarei impazzita. Me tapina, ho una fifa boia di rivoltarmi contro coloro a cui tengo!” Gentaro la guardò un momento, senza dire niente, per poi darle un colpetto sulla fronte.

“EHI!”, esclamò Martina. La parte esterna del suo corpo era interamente in titanio lunare, quindi non si era fatta male sul serio, ma che cavolo pensava Gentaro?

“Questi dubbi sono inutili!”

“Non puoi dire sul serio!”

“Ovviamente no, sarebbe strano se tu non li avessi, ma tu hai fiducia nei tuoi amici, vero?”

“Certo.”

“Quindi pensi che lascerebbero che ti accada qualcosa del genere? O che non proverebbero comunque a salvarti?”

“…Sì, mi aiuterebbero.”

“Lo immaginavo. Anche le creature che ho combattuto io, gli Zodiarts, erano solo persone che cercavano aiuto e sono diventati tutti amici miei. Per un sacco di cosiddetti mostri è lo stesso, come anche gli altri Rider potranno confermarti.” Saga, che osservava dall'altro lato della stanza nascosto sotto l'ombra di uno studente, considerava il tutto un'immensa stronzata. I mostri come lui esistevano solo per distruggere e conquistare, se venivano 'aiutati' dai loro nemici allora erano solo un fallimento. -Avanti, cosa avete in mente? Che aspettate a parlarne?- pensò impaziente. Avrebbe voluto mandare subito i suoi due obbiettivi al creatore, ma non era così stupido: Martina non era diventata capitana del Millennium solo perché era la cocca di Anastasis e Gentaro era un veterano di decine di battaglie. Affrontarli insieme ora e senza un piano equivaleva a un suicidio in piena regola, soprattutto perché non poteva neanche chiamare rinforzi. Doveva attendere la sua occasione. In quel momento arrivò un membro del club, che corse verso il professore.

“Gentaro-sensei, sono arrivati. Vi aspettano fuori.”

“Grazie, Yuri-kun. Martina, andiamo.” Il trio (più Saga, sempre ben nascosto) andò ai cancelli della scuola, dove c'erano cinque persone che vennero loro incontro sorridendo. I nuovi venuti erano un uomo in camice dai capelli biondo scuro a caschetto, uno con lo stesso colore di capelli ma molto più disordinati e tenuti con una molletta, una giovane donna con i capelli neri tenuti in una coda, una con un trucco lievemente pesante sugli occhi, una molto carina con i capelli castano scuro, un uomo piuttosto massiccio accanto a lei e, infine, un altro giovane uomo dai capelli neri e vestito un po' alla ‘man in black’.

“Kengo! JK! Yuki! Tomoko! Miu! Shun! Ryusei! Quanto tempo!”, esclamò Gentaro salutandoli uno ad uno con pacche amichevoli sulle spalle o abbracci prima di ripetere con ognuno di loro quella curiosa stretta di mano che aveva fatto anche a Martina poco prima. -Che sia una sorta di loro rito dell’amicizia? O è proprio un tic di Gentaro, in particolare?-, si chiese lei osservandoli incuriosita. Anche se perplessa, al tempo stesso, sentì un notevole calore diffondersi dal petto al resto del corpo, un calore che i suoi circuiti non potevano percepire ma del quale la sua parte umana non avrebbe mai potuto fare a meno. Il legame che univa quel gruppo era un’amicizia splendente e incrollabile, proprio come quella che la legava alle Warrior. Era talmente presa da quel pensiero che manco si accorse che Gentaro era tornato da lei finché questo non le mise una mano sulla schiena e la spinse forzatamente in avanti fino a che non si trovò di fronte ai nuovi arrivati.

“Lei è la ragazza alla quale serve una mano della quale vi ho fatto informare. Vi presento Martina Florence!” La ragazza in questione fu così imbarazzata per quella presentazione improvvisa che non riuscì a presentarsi formalmente per un paio di secondi, tempo durante il quale Gentaro aggiunse con totale calma: “Sapete, è anche il capitano di un’astronave e una cyborg!”

L’interpellata guardò Gentaro con occhi larghi come piatti per lo stupore. Delle informazioni tanto importanti e delicate…dette come se niente fosse, come se non fossero potenzialmente disturbanti per dei normali esseri umani?!

“Gentaro!”, protestò. “Non dovresti dire certe cose con tanta leg-” Venne interrotta bruscamente da due mani che le afferrarono la sua destra e si voltò per vedere la ragazza chiamata Yuki osservarla con occhi scintillanti come stelle.

“Davvero sei il capitano di un’astronave?!”, domandò con la voce squittente di ammirazione. “Allora sei andata nello spazio! Che dico, tu vivi nello spazio! Giusto?! E com’è? E la tua astronave com’è? Come si chiama? Quanto grande è? E il tuo equipaggio? Quanti sono? Come sono? E…” Il resto delle domande divenne come un fiume inarrestabile nelle orecchie di Martina, incapace di sentire e rispondere a così tante domande consecutivamente e per questo rimasta di sasso dal confronto con quella ragazza fin troppo emozionata.

E la situazione non migliorò di certo quando anche gli altri membri del gruppo la circondarono per ricoprirla di altre domande… Almeno non finché il ragazzo simile a un ‘man in black’, ora noto come Ryusei, parlò sovrastando le altre voci: “Credo sia il caso che la lasciate respirare adesso, prima che possiate farle venire un collasso…” Un altro dei ragazzi, quello col camice che rispondeva al nome di Kengo, sembrò rinsavire dal suo improvviso colpo di curiosità e si fece indietro di un passo attirando l’attenzione anche degli altri.

“Sì, giusto. Ora è meglio concentrarci sul motivo per cui siamo stati convocati e riuniti, avremo tempo per parlare più tardi.” La sua voce era carica di serietà e saggezza. S’inchinò leggermente. “In ogni caso, molto piacere, Florence-san. Sono Utahoshi Kengo.”

“Sakuta Ryusei.", si presentò quello che aveva calmato tutti.

“Jojima Yuki! È un vero onore conoscerti, Martina-san!”, fece la ragazza iperattiva.

“JK! Molto lieto!”, disse il ragazzo con la molletta sorridendo allegro.

“Kazashiro Miu. Piacere di conoscerti”, disse la bella ragazza dai capelli castani.

“Nozama Tomoko. Piacere”, disse quella col pesante trucco sugli occhi. Pareva proprio una ragazza goth.

“Daimonji Shun! Molto piacere!”, esclamò infine il giovane imponente facendo un cenno con la mano.

“Mo-molto piacere”, riuscì solo a dire la povera cyborg. “So-sono Martina Florence. Molto piacere di conoscervi.”

“Yosh! Ora conosci tutto il Kamen Rider Club originale!”, esclamò Gentaro, allegro come una Pasqua prima di farsi più serio.

“Amici miei, come vi è stato accennato, abbiamo un altro grosso problema da affrontare. Qualcosa che riguarda non solo lei e noi, ma l’intero pianeta.”

“E qual è la novità, Gen-chan?”, domandò Yuki in tono fin troppo tranquillo. “Se non fosse stato qualcosa del genere, dubito ci avresti riconvocati tutti con tanta urgenza”, continuò Kengo.

“Abbiamo avuto degli accenni, ma ci servirà sapere tutto nei dettagli. Florence-san? Puoi illuminarci a tal riguardo?” Martina sembrò perfino più turbata di prima.

“E-ecco… Sì, certo. Ma voi…ecco…e io… Oh me tapina, ma perché ora mi sento così agitata?!” La verità era che non le era mai capitato di incontrare un gruppo di persone come quello, ad eccezione delle sue compagne: avevano saputo fin da subito della sua identità e natura, eppure non ne erano stati minimamente toccati. E nemmeno la minaccia di una possibile crisi planetaria sembrava anche solo agitarli. Ma chi erano davvero quelle persone? Una mano le si posò gentilmente sulla spalla e si voltò per incrociare lo sguardo di Gentaro.

“Va tutto bene, Martina”, disse il professore, sempre col suo sorriso largo e incoraggiante. “Ho detto che ti avrei aiutata sicuramente e intendo farlo. E loro sono gli amici più fidati e importanti che ho, proprio come lo sono le guerriere tue compagne. So che la tua situazione è grave ed è importante risolverla, dunque farò tutto ciò che è in mio potere per aiutarti e so che anche loro lo faranno.” Un breve sguardo verso il gruppo ottenne un cenno deciso di tutti come risposta. “Dunque, non avere paura. Puoi fidarti di noi.” Martina lo fissò esterrefatta per diversi secondi, alternando poi lo sguardo tra lui e i suoi amici; alla fine, sorrise a sua volta.

“Ti credo, Gentaro. Grazie.” I due si sorrisero ancora, poi la cyborg si voltò verso il resto del gruppo e, ringraziatoli con un inchino, iniziò: “Dovete sapere che...”

                                                                                                                             *****

“…ecco come stanno le cose. Per questo mi serve il vostro aiuto”, concluse Martina alcuni minuti dopo. Mentre raccontava tutta la sua vicenda, il gruppo più lei si era spostato su alcune sedie vicine per stare più comodi mentre ascoltavano. Le loro facce variavano dal sorpreso al preoccupato, ma nessuno sembrava dubitare di lei.

“Un Kamen Rider oscuro capace di usare i poteri degli altri Rider e al servizio di un signore dei diavoli malvagio. Heh, pare quasi un racconto fantasy…”, commentò Ryusei stringendo i pugni, l’espressione visibilmente indignata “…se non fosse per la parte del Kamen Rider. Odio quando gettano fango sul nostro nome.” 

“Un bel problema, invero”, osservò Kengo grattandosi il mento, pensieroso. “La prima cosa da fare per contrastare questa minaccia sarebbe permetterti di riunirti con le altre Warrior e, possibilmente, portare dalla vostra parte non solo Gentaro, ma anche gli altri Rider… Ma come possiamo fare per contattarli se non sappiamo nemmeno dove sono? Non abbiamo nemmeno un modo per comunicare. Ci servirebbe un qualche mezzo che possa raggiungere il mondo intero se non oltre…” Lo scienziato si fermò un attimo a riflettere, quando Martina si ricordo di un progetto a cui stava lavorando insieme alla sorella.

“Forse ho qualcosa. È solo un prototipo, ma dovrebbe funzionare.” Prese un portatile messo lì sul tavolo e, accesolo, ci mise una mano sopra, mentre sui suoi occhi passavano decine di codici. Pochi secondi dopo, sul computer era apparso un nuovo file, 'Richiamo', che si trasformò nell'immagine di una torre con quattro basi dall'aspetto molto tecnologico con diversi dati ai lati dello schermo. Gli altri si avvicinarono per vedere e Kengo, dopo aver guardato con attenzione il progetto, non poté che annuire impressionato.

“È incredibile, ci hai lavorato tu?”.

“Insieme a mia sorella, lei è molto più brava di me. Non per niente ha preso il mio posto come primo ufficiale del Nautilus Princess Xana”, rispose la ragazza in piena sincerità. “Abbiamo cominciato il progetto dopo una piccola disavventura nel Medioevo, ma non abbiamo molto tempo libero di recente. Dovrebbe riuscire a comunicare sia con gli abitanti di questo pianeta che con l'Arcadia nella mia dimensione, a patto di avere i materiali giusti.”

“Quelli non sono un problema”, disse Gentaro. “I ragazzi stavano lavorando a un congegno per comunicare con gli alieni, abbiamo costruito diversi prototipi. Smontandoli e riadattandoli un po', dovremmo riuscire a costruirlo.”

Yuki, però, restava perplessa: “Ma se quello che vedo qui è corretto al 100%, non abbiamo l'energia per attivarlo, neanche con le ultime scoperte sulla Cosmic Energy. Dovremmo mandare tutti gli Astroswitch in corto per attivarlo.” Ryusei annuì concorde.

“E se Diablo è pericoloso quanto dice Martina-san, non possiamo permettercelo. L'ultima volta che si sono rotti, sistemarli è stato un incubo.".

“Cosa sono gli Astroswitch?”, chiese l'ufficiale. In tutta risposta, Miu prese una sorta di interruttore portatile da uno scaffale lì vicino, mostrandoglielo chiaramente.

“Sono gli strumenti che Gentaro usa per trasformarsi in Kamen Rider Fourze, oltre che i contenitori di tutto il suo arsenale. Sono carichi di Cosmic Energy, il potere stesso dell'universo. Anche i mostri che combattevamo, gli Zodiarts, ne utilizzavano una sottospecie, gli Zodiarts Switch.” A quel punto Kengo parve come risvegliato, prese JK per un braccio e si diresse verso l'uscita in tutta fretta, ignorando i lamenti dell'amico e gli sguardi degli altri.

“Forse ho trovato una soluzione. Ragazzi, voi cominciate a lavorare, noi torneremo il prima possibile!”

“Ma che gli è preso?”, chiese Shun, stupito come gli altri, abituati da sempre a un Kengo calmo e posato, se non in rare eccezioni.

                                                                                                                                    *****

Sebbene straniti dal comportamento dello scienziato, i membri del Kamen Rider Club e Martina non erano tipi da scoraggiarsi, così cominciarono a lavorare. Con l'aiuto degli studenti di Gentaro, portarono i loro progetti in una zona desolata non molto distante dall'Accademia, dove lui era solito portare i nemici per evitare danni, e presero a smontare i vari congegni e rimontarli secondo le istruzioni di Martina. Miu organizzava il tutto, Shun e Ryusei facevano il lavoro pesante, Tomoko aiutava i suoi kouhai a smontare i loro prototipi, mentre Yuki e Gentaro montavano il radiofaro insieme alla loro ospite, che tra una pausa e l'altra veniva deliziata dai racconti delle avventure del Kamen Rider Club... Che tradotto significa: tutti i maschi vennero costretti a riascoltare le loro figuracce, mischiate alle risate degli studenti più giovani e delle ragazze.

“Ha davvero provato a fare amicizia con un satellite?!”, esclamò l'ospite del club, con le lacrime agli occhi.

“E ci è riuscito!”, rispose Yuki.

“E ho salvato la Terra!”, chiarificò il povero Gentaro, sperando di salvare almeno un po' la propria dignità con quel ‘dettaglio’ non così ‘dettaglio’.

“E quando Shun gli ha dato del trash, e lui ha pensato fosse un complimento?!”, s'intromise Miu.

“Avanti, eravamo tutti delle teste di cazzo all'epoca!”, si difese a sua volta Shun, null'affatto fiero della sua carriera scolastica prima di unirsi al club. Ryusei era tentato di intervenire a favore dei suoi amici, ma era troppo divertente.

“E Ryusei si metteva a complottare a volte, pensando che nessuno lo sentisse.” Ok, ora era un po' troppo.

“Martina, scusa, prima avevi nominato l'Arcadia. Esiste Capitan Harlock nel tuo universo?”, chiese sistemando una scatola di transistor accanto al gruppo, sia per curiosità che per allontanare l’attenzione della discussione da lui e dal suo passato.

“Che...? Ah no, mi riferivo all'ammiraglia della flotta lunare. È che da noi l'autore è il discendente di alcuni abitanti della Luna che si erano stabiliti sulla Terra. Probabilmente aveva sentito alcune leggende sull'Arcadia(1)”, gli rispose la bionda cyborg, sistemando il carico al posto giusto. Decisamente questo Space Kamen Rider Club le piaceva sempre di più: le ricordavano sia alcuni dei suoi vecchi compagni dell'Accademia Moon Space, sia il gruppo delle Warrior.

“Sul serio?”, domandò Yuki, meravigliata dal collegamento. Figurarsi d'altronde se una maniaca dello spazio come lei non fosse una grande fan del capitano più affascinante della storia.

“ Già. E il nostro leader, l'Ammiraglio Michael Moonlein, se l'è vista tutta.”

“Allora diventerò a tutti i costi amico di tutta la flotta lunare!”, affermò Gentaro sicuro di sé, prima che arrivasse una macchina da cui scesero Kengo e JK, il primo con una scatola in mano. Il secondo sembrava volersi tenere alla larga da essa, come se fosse stata un bidone pieno di scorie radioattive.

“Gentaro, per favore, dì a Kengo che è uscito fuori di testa”, implorò il biondo. Kengo sbuffò.

“Ignoratelo, è solo scettico. Qui dentro abbiamo la batteria per il nostro capolavoro.” Mostrò quindi con orgoglio l'interno della scatola...facendo fare diversi passi indietro a quasi tutti i suoi compagni (eccetto Gentaro, Ryusei e Yuki) e anche agli studenti. Martina, incuriosita, guardò nella scatola, trovando degli strani oggetti a forma di pupa rossi e neri, con alcune decorazioni argento e oro e quello che sembrava un grosso pulsante rosso cerchiato d’oro in cima. Aguzzando la vista, si accorse che su ognuno di quei pulsanti c’era il simbolo di una delle 12 costellazioni dello Zodiaco.

“Cosa sono?”, chiese osservandoli curiosa.

“Hai presente gli Switch usati dai nostri nemici citati da Miu?”, cominciò Tomoko reprimendo a stento un brivido. Era un'amante dell'horror come qualunque goth, ma questo era troppo.“Questi sono quelli che appartenevano ai più potenti tra di essi, gli Horoscopes Switch.”

“Ti prego, Kengo, dimmi che non vuoi fare quello che penso”, lo implorò Miu, ma il ricercatore controbatté proprio ciò che temeva.

“Non possiamo rischiare i nostri Astroswitch e collegandoci alla normale rete elettrica potremmo causare un blackout, o peggio, senza aver ottenuto niente. Questi Switch sono la nostra unica speranza, di certo anche il direttore sarebbe stato d'accordo.”.

Gli altri, anche se non erano molto convinti, annuirono di malavoglia e tornarono al lavoro, quando a Martina venne un dubbio: “Però, scusa, Kengo, so come trovare l'Arcadia, ma come pensi di contattare gli altri Rider?”

“Ho avuto modo di studiare le documentazioni di altri scienziati che hanno lavorato sui loro Driver. Anche se usano tecnologie o fonti d'energia molto diverse da quelle di Gentaro e Ryusei, ci sono comunque degli elementi di base. Attraverso essi, credo di poter far arrivare loro il messaggio  senza problemi.”

“Quindi ci riuniremo e troveremo le tue compagne”, rispose contento Gentaro, proprio quando Yuki diede loro il segnale di fine lavoro. Kengo annuì e presi gli Switch, li inserì in una scatola collegata al radiofaro, mentre Martina cominciava a preparare il segnale. Non sapeva quanto sarebbe durato, quindi doveva essere rapida e concisa. I preparativi erano quasi pronti, quando una figura indistinta arrivò a velocità incredibile contro Kengo, scagliandolo via e afferrando nel contempo la scatola con gli Horoscopes Switch, per poi saltare su una roccia poco distante.

“Scusate, signore e signori del Kamen Rider Club, ma non posso permettervi di contattare l'Ammiraglio Moonlein”, disse il misterioso nuovo venuto, coperto dal mantello e con la scatola sotto il braccio.

“E tu chi saresti, stronzo?!”, urlò Gentaro irato, mentre gli altri soccorrevano Kengo, il quale, per fortuna, aveva ricevuto solo un piccolo urto.

“Mi presento, Fourze: sono Saga, una delle migliori spie di Lord Astaroth. E fratello di Diablo.”

“Non sapevo che anche voi demoni aveste un concetto di parentela”, commentò Martina, preparando il suo arsenale. Il nuovo avversario per tutta risposta strinse i pugni.

“Diciamo che è qualcosa che mi è stato imposto, capitano Florence, ma non importa.” Si tolse quindi il mantello, rivelando ai presenti uno dei mostri più deformi che avessero mai visto. La somiglianza con Diablo c’era, notò Martina, ma era come se qualcuno avesse preso le varie parti del suo corpo e le avesse malamente rimodellate: la pelle era totalmente grigia e piena di piaghe, rughe e cicatrici su tutta la sua superficie, una corazza opaca e violacea incrinata e spezzata in più punti copriva a malapena busto e parte degli arti, due ali da pipistrello, una più piccola dell'altra, spuntavano dalla sua schiena e la mano sinistra aveva solo tre dita anziché cinque come la destra. Il suo volto era altrettanto deforme e sfigurato da rughe e cicatrici, privo delle lenti di Diablo che rivelavano così un paio di occhi bianchi privi di pupilla e iride e una bocca con labbra screpolate e denti aguzzi, mentre sopra la testa spuntava un solo corno rivolto verso sinistra. Alzando la mano destra, il demone generò una forza telecinetica che sollevò in aria gli Horoscopes Switch dalla scatola e, uno dopo l'altro, li fece volare dentro il suo corpo, come se fosse stato fatto di burro, cominciando poi a illuminarsi e trasformarsi. Quando la luce svanì in una nuvola di energia viola gassosa simile ad una nebulosa planetaria, l’intero Kamen Rider Club non poté non trattenere un sussulto.

“Non può essere…”, mormorò Kengo incredulo e sconvolto. Sì perché davanti a loro, ora stava una creatura umanoide avvolta in una corazza a piastre simile all’esoscheletro degli scorpioni, di un colore dal bianco al grigio e con diverse decorazioni verde acqua sul busto che parevano formare una costellazione. Lunghi pungiglioni acuminati spuntavano da sopra il dorso delle mani, dai piedi, dalle spalle e dalla nuca dell’essere, la cui testa presentava diverse protuberanze laterali simili a zampe di scorpione e una corazza dorata frontale dov’erano visibili i suoi cinque occhi rossi e sotto la bocca piena di denti aguzzi.

“Vi dice qualcosa, vero?”, sghignazzò l’ormai trasformato Saga.

“Se non sbaglio, lo scorpione fu il primo Horoscopes che affrontaste…” Malgrado la sorpresa e il disagio dovute alla ricomparsa di un vecchio nemico, il gruppo non parve perdersi d’animo. Ryusei fu il primo a farsi avanti.

“Dovremo sistemarla alla vecchia maniera, Gentaro”, commentò prendendo una cintura argentata, con degli strani pistoni, una levetta sul lato destro e al posto della fibbia, quello che sembrava un meteorite nero. Gentaro lo imitò prendendo un'altra cintura, apparentemente di plastica trasparente, con una leva laterale simile a quella dell’altro, vari Switch inseriti in altrettanti scompartimenti e uno schermo al centro. Martina si mise accanto a loro, mentre Kengo prese un computer.

“Meteor, Ready?”, fu il suono proveniente dalla cintura di Ryusei quando questi azionò la levetta, insieme a della strana musica, mentre da quella di Gentaro partì un conto alla rovescia dopo che quest’ultimo ebbe attivato tutti gli Switch presenti su di essa.

“Three! Two! One!”, scandì, prima che i due Rider attivassero le cinture, rispettivamente facendo roteare il meteorite e azionando la leva laterale, mentre pronunciavano allo stesso tempo la stessa parola come decine di altre volte, sempre e comunque per combattere chi osasse minacciare la pace sulla terra: ““HENSHIN!”"

Un raggio di energia azzurra discese dal cielo e investì Ryusei avvolgendolo in una cupola di luce multicolore, da cui uscì indossando una tuta nera con puntini bianchi, vari cerchi dello stesso colore un po' su tutto il corpo, uno strano congegno sul polso destro, una sorta di corazza blu sulla spalla destra che scendeva fino alla cintura e un casco dello stesso colore, con una decorazione che ricordava la scia di una cometa e occhi da insetto viola. Gentaro invece venne avvolto da una colonna di energia argentea generata dalla cintura e ne emerse avvolto dalla stessa armatura in stile astronauta che era stata usata da Decade, ma a differenza del calmo Tsukasa, assunse una stranissima posa sotto lo sguardo di Martina. Si abbassò portando i pugni al petto...

“UCHUU” …per poi rialzarsi, alzandoli al cielo, imitato da Yuki “KITAAA! Kamen Rider Fourze! Risolviamola uno contro uno!”, disse sicuro puntando il proprio pugno contro il demone avversario.

Ryusei invece fu più pacato, ma non meno intimidatorio: “Kamen Rider Meteor. A decidere il tuo destino, sarò io.” E partì all’attacco insieme al compagno. Martina si fermò un istante ad ammirare il loro gioco di squadra: i loro stili di combattimento non potevano essere più differenti, eppure erano perfettamente coordinati tra loro. Da una parte, Gentaro attaccava con una serie di attacchi più simili a quelli usati nelle risse da strada quali pugni, ganci, calci e pure testate in un caos solo apparente, visto che ogni colpo era ben mirato a destabilizzare la guardia nemica o sfondarla quando meno se l’aspettava. Dall’altra, Ryusei utilizzava un curioso stile marziale che non aveva mai visto, molto simile e nel contempo diverso dal kung fu, incredibilmente preciso e letale in quanto ogni tecnica sembrava concentrarsi sul colpire i punti più deboli del corpo per distruggerli brutalmente; ad ogni colpo, il Rider rafforzava l’efficacia della sua tecnica con un Kiai forte e deciso.

Tuttavia, anche Saga non era da meno: il demone balzava a destra e a sinistra con un’agilità impressionante e colpiva con pugni e calci da ogni angolazione, a volte persino da dietro il suo corpo, riproducendo perfettamente la modalità di attacco di uno scorpione. Più di una volta, inoltre, il pungiglione sulla sua nuca si allungava e colpiva in avanti rapido come un fulmine, proprio come la coda del medesimo animale, e ogni volta che accadeva, i due Rider si facevano indietro, come se fossero intimoriti da quella parte del corpo. Che fosse avvelenata? Decisa a non restare in disparte e aiutare i suoi nuovi amici, Martina si scagliò in avanti e ingaggiò Saga nel corpo a corpo insieme a Gentaro e Ryusei, colpendo duramente il nemico con le combinazioni che aveva studiato durante gli allenamenti, ma la corazza di quest’ultimo resistette bene ai suoi pugni.

“Martina, fai attenzione! Quei pungiglioni sono molto velenosi!”, la informò Gentaro confermando i suoi sospetti precedenti. Tuttavia, non fece in tempo a reagire di conseguenza che il demone le bloccò un braccio e la tirò a sé afferrandole anche l’altro e immobilizzandola, mentre il pungiglione sulla nuca cresceva in una lunga coda di scorpione, pronta a colpirla a morte. Il colpo fatale fu evitato da Ryusei, il quale balzò sopra di loro e colpì con un doppio calcio prima il pungiglione spingendolo via, poi il volto di Saga, costringendolo a lasciarla. Martina colse subito l’occasione e centrò con un tremendo montante il mento dell’avversario, facendolo barcollare indietro.

“Ben fatto! E ora tocca a me!”, esclamò Gentaro tirando fuori due nuovi Switch e inserendoli al posto di quelli posizionati più all’esterno del Driver, per poi premerci sopra come su dei pulsanti.

“Claw! Claw On!”
“Spike! Spike On!”

Sull’avambraccio destro di Fourze apparve un triplo artiglio ricurvo lungo più di mezzo metro di colore viola, mentre sulla gamba sinistra si materializzò intorno al polpaccio una sorta di corazza verde scuro ricoperta di grosse spine. Gentaro si scagliò contro Saga, colpendolo ripetutamente con gli artigli sulla destra e costringendolo ad arretrare, poi assestò un pesante calcio con la gamba sinistra e, in quel momento, le punte presenti si allungarono a dismisura trasformandosi in enormi aculei conici che danneggiarono visibilmente il nemico. Subito, anche Ryusei tornò alla carica e lo attaccò dalla direzione opposta con le sue arti marziali. Prima che anche Martina arrivasse, però, Saga spiccò un balzo per allontanarsi dai Rider e, con un urlo furioso, venne avvolto di nuovo da un’aura violacea simile ad una nebulosa.

“Non sottovalutatemi!” Quando l’energia svanì, era cambiato di nuovo: ora la sua armatura era composta da placche più spesse e grosse color bronzo con intricate decorazioni dorate sopra, due grandi corna spiraleggianti da ariete spuntavano ai lati del volto coperto sugli occhi da una maschera dorata e sulla bocca da tre curiose strisce di corazza che pendevano dal labbro superiore, sulla schiena portava un lungo mantello di pelliccia bianca con all’interno dei disegni romboidali rossi e neri e, nella mano destra, una lunga staffa che terminava in un curioso cilindro dorato che pareva composto di tessere semoventi su cui erano stati impressi degli strani simboli.

“L’Aries Zodiarts!”, esclamò Ryusei, sentendo improvvisamente la propria rabbia montare a dismisura.

“Martina-san, fatti indietro subito! Se quella staffa ti colpisce, verrai addormentata all’istante!” Tuttavia, Martina si limitò stavolta a sorridere.

“In tal caso, non lascerò che mi colpisca!” E per sommo stupore di tutti i presenti, scomparve nel nulla proprio quando l’arma di Saga stava per colpirla, che così impattò sul pavimento incrinandolo per la violenza del colpo.

“Cosa?! Dov’è andata?!”, esclamò Saga confuso, prima che qualcosa centrasse il suo volto con tanta forza da minacciare di farlo cadere. Cercò di rimettersi in equilibrio, ma altri colpi dal nulla lo fecero barcollare ancora di più.

“Incredibile, si è resa invisibile!”, osservò Kengo con sommo stupore.

“Wow! Ma che figata!”, commentò invece Gentaro, entusiasta. “Allora mi unisco a lei!” E tirò fuori altri due Switch, rimpiazzando stavolta quelli posizionati più all’interno nel Driver.

“Stealth! Stealth On!”
“Hammer! Hammer On!”

Una strana placca dalla forma simile a un jet rovesciato comparve sul suo polpaccio destro, mentre la sua mano sinistra veniva racchiusa all’interno di un enorme martello cilindrico.

“Andiamo!”, dichiarò battendo il piede destro a terra e, in un istante, scomparve nel nulla pure lui.

“Che cosa?!”, urlò Saga ancora impegnato a difendersi dagli attacchi invisibili di Martina e da quelli visibili ma implacabili di Ryusei, il quale sembrava più inferocito che mai da quando aveva assunto quella forma. D’un tratto, un nuovo colpo invisibile, come artigli affilati che gli sferzavano il ventre, lo fece piegare in avanti, prima che un altro violentissimo, come di un martello dritto in faccia, lo faceva volare all’indietro. In quel momento, Martina e Gentaro riapparvero uno accanto all’altra.

“Wow! Anche tu puoi usare poteri stealth? Fantastico, Gentaro! C’è qualcosa che i tuoi Switch non sanno fare?!”, chiese la cyborg ammirando l’armamentario di Fourze con lo stesso entusiasmo dimostrato poco prima dal Rider.

“No, non c’è!”, rispose lui allegramente. “Perché ognuno di loro è nato dal legame che ho coi miei amici e questo li rende unici e inimitabili!” Martina ricambiò il sorriso che era sicura avesse sotto la maschera.

“E allora andiamo, Gentaro!”

“Yosh!” Ed entrambi sparirono. Subito dopo, Saga venne investito da una sequenza di attacchi invisibili così martellanti e numerosi che non poté non retrocedere, incapace di reagire a tanti attacchi invisibili mentre allo stesso tempo si difendeva da Ryusei. Quest’ultimo, inoltre, leggeva così bene i suoi schemi di movimento che, anche se visibile, non riusciva a colpirlo con la staffa nemmeno una volta.

“Usare l’Horoscopes che mi ha costretto a tradire i miei compagni… Mossa sbagliata, demone!”, urlò Meteor prima di premere un pulsante sul congegno posto sul suo avambraccio destro.

“Jupiter, Ready?”, disse la stessa voce metallica di prima. Ryusei poggiò l’indice su una specie di spazio di lettura delle impronte digitali accanto ai pulsanti. “Ok, Jupiter!” Un’enorme energia si concentrò intorno al suo pugno destro assumendo la stessa identica forma e aspetto del pianeta Giove, solo in formato ridotto. Con un altro urlo di battaglia, Ryusei balzò avanti e affondò il colpo nello sterno di Saga; il pianeta esplose con una forza tanto devastante che il demone volò all’indietro atterrando rovinosamente con il petto fumante. Malgrado tutto, si rialzò rapidamente.

“Dannati umani! Non crediate di poter vincere! Ho appena iniziato a scaldarmi!”, ruggì furibondo mentre l’aura nebulosa lo avvolgeva ancora una volta. Questa volta la sua corazza divenne più sinuosa e femminile, colorandosi di azzurro, nero e oro e decorandosi con simboli di onde e acqua, sulle spalle apparvero degli spallacci a forma di anfora, il volto venne coperto da un elmo con una visiera piatta color oro e argento e una lunga chioma azzurra simile ad acqua che spuntava dalla nuca; infine, la staffa di Aries venne rimpiazzata da una lunga frusta a nove code simili ai tentacoli di una medusa. Senza esitare un attimo, Saga unì le mani sparando un potentissimo getto d’acqua ad alta pressione contro il trio nemico, ma Gentaro si portò davanti a loro col suo reattore e attivò un altro Switch.

“Shield! Shield On!”
Uno scudo simile al suo elmo sostituì il martello sul braccio sinistro e assorbì l'urto senza troppi danni, mentre Martina ne approfittò per attaccare Saga con una raffica di laser, che si incrociarono con diversi altri getti d’acqua. Venne colpita da alcuni di essi, ma continuò a sparare e centrò a sua volta l’avversario alcune volte, trapassandolo da parte a parte; con sua somma sorpresa, però, dell’acqua emerse dalle anfore sulle spalle e ricoprì le ferite guarendole all’istante.

“Niente male, miss Florence. Quei tuoi patetici prototipi sarebbero caduti al primo colpo”, riconobbe Saga, dopo essersi infine tolto dalla traiettoria con una serie di capriole, solo per venire attaccato da Ryusei con un calcio basso. Evitato il colpo, fu lui stavolta ad assalirlo con una serie di frustate, ma Meteor riuscì a schivare ogni attacco prima di premere nuovamente lo strano congegno sul suo polso: “Mars, Ready? Ok, Mars!”

Una riproduzione del pianeta rosso in fiamme si generò intorno al suo pugno e, con esso, colpì violentemente Saga. Il demone, seppur urlante per il dolore, riuscì a scagliare via Ryusei con un'onda di potere demoniaco; si circondò quindi con una barriera d'acqua e usò di nuovo il potere dell’Aquarius Zodiarts per curare le sue ferite, tuttavia sembrò visibilmente affaticato dal processo.

“Gentaro, attiva il Giant Foot e l'Elec Switch e usali per aprire un varco nella barriera! Ryusei e Martina, appena la distrugge, mirate alle anfore sulle spalle! Sono quelle la fonte del suo potere rigenerativo!”, urlò Kengo ai suoi amici, svolgendo come sempre il suo ruolo di stratega del gruppo. Gentaro annuì e preparò i suddetti Switch, mentre Saga accelerò il processo di guarigione, cercando di stabilire a sua volta una strategia. Alla fine, decise di rischiare il tutto per tutto e ancora una volta si trasformò, ottenendo stavolta un'armatura bianco-grigiastra e decorata con gioielli azzurri ben più massiccia delle precedenti, tre possenti artigli che spuntavano da sopra il dorso di ciascuna mano e una testa felina con mascelle armate di denti aguzzi e una criniera grigio scura, simile a quella di un leone.

“Avanti, Fourze, sono pronto!”, ruggì il demone alzando le braccia armate. Gentaro, nonostante la provocazione, non si buttò a capofitto e attivò i due Switch, in attesa della prossima mossa dell'avversario o dei due compagni. Il Giant Foot, come indicato dal nome, era un enorme stivale che si materializzò sul suo piede destro, mentre l'Elec Switch lo trasformò nuovamente: la sua corazza divenne giallo oro con simboli neri di saette e nella mano destra gli comparve una strana spada, simile a un parafulmine e con un manico arricchito da delle prese. Intanto, Kengo, dato il cambio di forma Horoscopes di Saga, si trovò costretto a cambiare rapidamente strategia. Per fortuna, le precedenti esperienze contro gli Zodiarts gli vennero incontro: il Leo Zodiarts era il più forte e resistente fisicamente tra gli Horoscopes, ma era capace di muoversi rapido solo se prendeva velocità nel correre o scattare. Da vicino, era piuttosto lento.

“Gentaro, tienilo sul posto! Martina, Ryusei, prendetelo alle spalle!”, ordinò infine, mentre gli altri guardavano col fiato sospeso. Saga sparò una palla di fuoco dalla bocca contro gli ultimi due combattenti, prontamente parata da una barriera generata da Martina, mentre Gentaro si mosse contro di lui, pestando ripetutamente l’enorme stivale a terra. Ad ogni impatto, un gigantesco pestone interamente composto di un’energia elettrica dorata dalla potenza inaudita si materializzò sopra Saga per poi schiacciarlo come avrebbe fatto con una formica; il demone riuscì a resistere, ma l’elettricità lo intorpidì e stordì visibilmente. Ovviamente Ryusei e Martina non si lasciarono sfuggire l'occasione e gli furono subito addosso con una serie di attacchi rapidi e implacabili; Saga cercò di difendersi e contrattaccare con gli artigli, ma ogni volta Ryusei sembrava prevedere il suo stile di combattimento e deviava ogni colpo aprendo anche nel processo la strada ai pugni di Martina che così andavano tutti a segno.

D’un tratto, il demone sembrò sul punto di scatenare un’altra onda demoniaca per liberarsi, ma i due saltarono ai suoi lati opposti, mentre Gentaro sferrava un calcio davanti a sé: di nuovo, un enorme stivale di pura elettricità si materializzò dal nulla e si schiantò con forza contro Saga, spingendolo indietro. Martina ne approfittò e investì in pieno il demone con un doppio laser che lo spedì proprio verso Meteor, il quale premette un pulsante sul suo Driver, che rilasciò l’urlo riecheggiante: “Limit Break!”.

“Addio, Saga”, pronunciò Ryusei con un tono che prometteva una sola cosa e: “Starlight Shower!” Le mani del Rider si ricoprirono di una lucente energia azzurra e, con una velocità incredibile, centrò il demone con un potente montante mentre era ancora a mezz’aria, enfatizzato dal suo tipico Kiai. Il nemico si beccò il pugno dritto nella mascella e poi dovette parare alla bell'e meglio la raffica successiva di pugni, che, anche quando venivano bloccati, rilasciavano un urto tremendo sul suo corpo, tale da tenerlo sollevato dal suolo. L'ultimo attacco fu il più tremendo di tutti, un gancio ben mirato allo stomaco, velocissimo e dalla grande potenza, che scagliò Saga contro una roccia poco distante, frantumandola all’impatto. Il demone cercò di rialzarsi e sembrò volersi avvolgere ancora dall’energia nebulosa, ma qualcosa sembrò andare storta: l’energia svanì e lui cadde di nuovo in ginocchio, reggendosi sulle braccia e sputando una grossa boccata di sangue a terra.

-Merda, dovevo saperlo che non potevo affrontarli tutti e tre con un potere appena acquisito-, pensò il mostro, pulendosi il labbro da un grumo di sangue. -Urge una ritirata strategica-. Sbatté i pugni uno contro l’altro, facendo apparire dal nulla una serie di figure umanoidi vestite di nero molto simili a ninja armati di spade corte, per poi emanare con un certo sforzo l’energia nebulosa e sparire nel nulla.

“Dov'è finito?!”, esclamò Martina, seccata.

“Ci pensiamo dopo, sistemiamo questi Dustroid prima che possano attaccare qualcuno.”, le rispose Gentaro, cambiando forma ancora una volta con uno Switch rosso che emise un “Fire On!”. Il suo costume diventò rosso vivo, con protezioni argentate sulle spalle e tra le mani gli apparve uno strano fucile rosso simile a un estintore e collegato al jet pack sulla schiena, con cui cominciò a sparare potenti palle di fuoco contro i nuovi mostri. Martina, Ryusei e il resto del Kamen Rider Club si unirono subito, liberando in breve la zona.

“Però, non immaginavo che anche voi poteste combattere così bene”, commentò Martina dopo il breve scontro, in cui anche gli altri avevano dimostrato un'ottima conoscenza di combattimento corpo a corpo, nel caso degli studenti molto simile al loro professore.

“A furia di incappare in almeno un mostro a settimana, ci si fa l'abitudine, Martina-san. D'altronde, anche gli altri Kamen Rider hanno avuto bisogno più volte di un piccolo aiuto”, ridacchiò JK che, in quanto giornalista, aveva avuto modo di intervistare anche gli altri 'colleghi'.

“E siamo sempre fieri di avervi al nostro fianco”, concordò Ryusei, dandogli una pacca sulla spalla. Kengo, però, non era esattamente contento e, dando un'occhiata prima al suo telefono e poi al radiofaro, digrignò i denti.

“Brutte nuove: qualunque cosa Saga abbia fatto, ha annullato qualsiasi segnale. Non so come, ma temo che sia riuscito a isolarci dal resto del mondo.” D’istinto, il gruppo controllò cellulari e telefoni e tutti notarono la totale assenza di campo o segnale

. “Quindi se vogliamo inviare il messaggio...”, cominciò Shun. “…dobbiamo prima occuparci di lui”, concluse Miu, per poi rivolgersi a tutti, compresi gli studenti. “Andate subito a cercarlo, ma tenetevi a debita distanza. La prima cosa strana che vedete, chiamateci.”

“Bisogna trovarlo prima che faccia del male a qualcuno”, concordò Yuki, stringendo un portachiavi a forma della sua mascotte, un satellite con occhioni da cartone animato chiamato Hayabusa-kun.

“E a sé stesso”, aggiunge Gentaro, che ricevette un'occhiata strana da Martina.

“In che senso?”

“Ricordi che ti ho detto stamattina? Dietro certi mostri, c'è solo una persona che sta chiedendo aiuto ed è quello che sento da lui. Sta soffrendo e io lo aiuterò.” Martina lo fissò come se stesse delirando.

“Gentaro, cosa stai dicendo? Quello non è semplicemente un essere umano corrotto, è un demone! Un essere di pura malvagità e malizia! Non si può ragionare con lui, non si può salvare! Si può solo eliminare una volta per tutte!” Nonostante le sue parole, Gentaro non vacillò minimamente, anzi le rispose con un largo sorriso.

“Sai quante volte le ho sentite queste parole? E ogni volta ho fatto la cosa che so fare meglio: ho dimostrato con le azioni che tutti possono diventare amici. Anche se ho dovuto sconfiggerli per proteggere la Terra, nessuno dei miei nemici era malvagio fino in fondo, tutti avevano ancora un barlume di luce dentro di loro e, facendo leva su quello, sono riuscito a divenire loro amico. In questo modo, ho potuto almeno salvare la loro anima dal baratro di oscurità e solitudine in cui rischiavano di precipitare. E intendo fare lo stesso con quel Saga.”

Seppur colpita dalle parole del Kamen Rider, Martina non sembrava ancora convinta: “Gentaro, non dubito delle tue capacità e delle tue imprese, ma stavolta è diverso. Quelli che hai affrontato, a quanto mi hai detto, rimanevano comunque umani nel profondo, quindi avevano ancora del buono in loro. Ma questo è diverso: è un demone. Loro non hanno luce dentro di loro, né bontà o altri buoni sentimenti. Non si possono-” La mano alzata di Gentaro la fermò. Questi continuava a sorridere gentilmente, intoccato dalle sue parole dubbiose.

“Forse a parole potrà sembrarti impossibile, è per questo che te lo dimostrerò coi fatti. Fidati di me, Martina, ti dimostrerò che posso diventare suo amico e aiutarlo. Dopotutto, che sia un demone o meno…” I suoi occhi divennero apparentemente malinconici. “…nessuno merita di morire nella sofferenza. Tantomeno nella solitudine assoluta.” Si allontanò poi insieme ad alcuni studenti per cercare Saga, lasciandosi dietro una Martina a dir poco esterrefatta.

“Lui è fatto così”, disse la voce di Kengo, messosi di fianco a lei. “Qualunque cosa accada, Gentaro non perde mai il suo ottimismo e non abbandona mai nessuno al suo destino, amici o nemici che siano. Forse ai più potrebbe sembrare ingenuo o addirittura stupido, ma è proprio questa sua capacità di vedere sempre il buono in chiunque la sua più grande forza. È ciò che ha unito tutti noi, persone che non avrebbero mai potuto o voluto avere niente a che fare le une con le altre, nel Kamen Rider Club originale. Se siamo diventati una squadra tanto forte e affiatata, è tutto merito suo.” La cyborg lo guardò con una notevole sorpresa prima di riportare lo sguardo sulla figura di Gentaro che correva e rideva insieme ai suoi studenti. Aveva capito fin da subito che era un individuo notevole, ma non fino a questo punto. Davvero era convinto di poter riuscire nell’impresa di diventare amico di un demone?!

-Eppure, non so perché, ma più ci penso, più sento che se c’è qualcuno che può farcela, quello è lui- si ritrovò a pensare.

“Fidati, può farcela.” Si voltò per vedere Ryusei che si allontanava insieme a Tomoko. “Dopotutto, ha accettato come amico anche me senza problemi, e io l’ho tradito e pure ucciso prima di unirmi alla squadra. Che vuoi che sia un demone intenzionato a distruggere il mondo?”

“Capisco. È davvero una persona unica, mi ricorda…” Martina s’interruppe di colpo quando le parole di Ryusei affondarono completamente in lei. “Aspetta, tradito e ucciso?! Come sarebbe ucciso?!” Ma l’altro Kamen Rider si era già allontanato.

“Ecco, è un’altra storia molto lunga”, le disse Kengo mentre lavorava al computer affiancato da Yuki. “Ti va di ascoltarla mentre ci dai una mano a capire cosa ha fatto Saga per bloccare il segnale di ogni dispositivo elettronico?”

“Eh, cosa?! Oh, beh, ecco… S-sì, certo. Come no…”, rispose la ragazza, più confusa e stupita che mai mentre raggiungeva gli altri due e si metteva a guardare il computer a sua volta.

                                                                                                                                    *****

“…Una cupola elettromagnetica”, fu infine il resoconto dei tre dopo un’analisi attenta dell’atmosfera al di sopra della scuola. “Deve averla creata quando ha assorbito gli Horoscopes Switch”, osservò Kengo scocciato.

“Quel maledetto. Ecco perché non sembrava preoccupato all’idea che potessimo in qualche modo dare energia alla torre di comunicazione una volta completa”, fece Martina stringendo i pugni. “Dalle analisi, poi, sembra che non solo la scuola, ma anche l’intera città ne sia completamente ricoperta. Siamo isolati.”

“In parole povere, finché non sconfiggeremo Saga, non saremo in grado di chiamare aiuto, né di cercare le compagne di Martina-san o gli altri Kamen Rider”, disse Yuki in tono demoralizzato.

“E Saga non si trova.” Sollevarono gli occhi per vedere che Gentaro, Ryusei e gli altri membri del Kamen Rider Club originale erano ritornati. Era stato il secondo a parlare. “Dovunque si stia nascondendo, lo sta facendo maledettamente bene.”

“Hmm… È possibile che stia occultando la sua presenza con qualche suo potere, forse in modo analogo a come ha creato la cupola elettromagnetica che ci sta isolando dal mondo”, osservò Martina accarezzandosi il mento.

L’unico che sembrava non demoralizzato era Gentaro: “Non importa. Alla fine della fiera non abbiamo davvero bisogno di cercarlo. Sarà lui a venire da noi.” Gli altri lo guardarono sorpresi.

“Che intendi, Gen-chan?”, domandò Yuki.

“L’ho compreso dal nostro precedente scontro: quel Saga non mira semplicemente al potere degli Horoscopes Switch o a impedirci di inviare il messaggio di aiuto, lui vuole affrontarci e sconfiggerci con le sue mani. Vuole dimostrare di essere più forte di noi al suo capo, ma prima di tutti a sé stesso, per questo è probabile che sarà lui a venire da noi appena si sentirà pronto a riaffrontarci.”

“Probabile, ma così ci ritroveremo ad affrontare un nemico molto più forte di prima perché per allora saprà controllare il suo potere”, protestò Ryusei. “Dobbiamo assolutamente riuscire a trovarlo ora e-”

Una voce familiare tuonò all’improvviso da ogni direzione, come un eco: “FOURZE! METEOR! CAPITANO FLORENCE! RISPARMIATEVI LA FUTILE IDEA DI FERMARMI PRIMA CHE POSSA RIPRENDERMI! È GIÀ TROPPO TARDI ORMAI! MA SE CI TENETE COSÌ TANTO AD AFFRONTARMI, VENITE AL CANTIERE ABBANDONATO POCO LONTANO DALLA AMANOGAWA HIGH SCHOOL! LO RICORDERAI DI SICURO, FOURZE, VERO? VI CONSIGLIO DI VENIRE ENTRO CINQUE MINUTI O IL PRIMO BERSAGLIO DELLA MIA NUOVA POTENZA SARÀ LA VOSTRA AMATA SCUOLA E I SUOI STUDENTI!” Quando ricalò il silenzio, tutti erano sconvolti o furiosi, tranne Gentaro, il quale sembrava solo parecchio nervoso.

“Tsk! Credo proprio che sia ora di insegnare a quel demone che nessuno può minacciare i miei studenti!” Si voltò verso gli altri.“Andiamo, ragazzi! Martina, mi raccomando, osserva bene!” Lei lo guardò interrogativa e lui rispose con un sorriso. “Intendo mostrarti coi fatti la sincerità delle mie parole: io diventerò amico di Saga e lo aiuterò!”

                                                                                                                                            *****

Cinque minuti dopo, l’intero Kamen Rider Club originale più Martina si trovavano all’entrata della fabbrica abbandonata. Dentro di essa, in mezzo a diversi macchinari in disuso e scatoloni sparsi o malamente impilati, stava Saga nella sua forma iniziale. Tuttavia, l’aura che il demone emanava era completamente diversa da prima e il suo potere era diventato tanto grande da traboccare fuori dalla sua pelle, avvolgendolo in vapori violacei pervasi di scariche elettriche e scintille.

“Siete venuti davvero. Ammiro il vostro coraggio, dico sul serio, ma questo non basterà a salvarvi. Non ora che ho tutto questo potere per me”, disse alzando la mano con cinque dita, flettendole e ammirando il potere che emanavano.

“Sarai anche diventato più forte, ma non t’illudere che questo basti a fermarci! Noi ti sconfiggeremo, demone immondo!”, esclamò con forza Martina, muovendosi avanti insieme a Gentaro e Ryusei, mentre gli altri si disponevano poco lontano da loro e iniziavano ad analizzare il nemico col computer di Kengo.

“No, miss Florence. Non stavolta!” E il potere esplose dal suo corpo, trasformandolo completamente in una terrificante amalgama di tutti gli Horoscopes. Il suo busto divenne un incrocio tra gli Zodiarts di Leo e Scorpio, le gambe divennero simili al Gemini Zodiarts con sopra le cosce la corazza di Taurus, le braccia si ricoprirono delle scaglie di Pisces e sull’avambraccio sinistro dal suo bracciale pinnato, la mano sinistra venne sostituita dalla chela di Cancer, mentre intorno all’avambraccio destro si formò un bracciale che rispecchiava la testa della staffa onirica di Aries e sopra il dorso della mano destra uno dei pungiglioni di Scorpio, le spalle furono avvolte dagli spallacci corazzati di Aquarius e sopra di essi crebbero le corna di Taurus sul sinistro e quelle di Aries sul destro, dalla schiena spuntarono le bianche ali piumate di Virgo e, infine, la testa divenne quella di Sagittarius ma con la criniera di Leo che spuntava dalla nuca insieme alle antenne di Libra e le corna di Capricorn che crescevano invece dalla sommità. Nella mano destra reggeva una lunga staffa che da un lato presentava il simbolo avvolto da piume e oro di Virgo e dall’altro l’anello con pendenti delle catene spezzate di Libra, mentre il corpo centrale era largo e attraversato da corde tese, come l’arma-chitarra di Capricorn.

“Quanto potere… Davvero… STRAORDINARIO! MI SENTO INVINCIBILE! AHAHAHAHAHAH!”

“Se pensi che quel potere ti darà ciò che desideri davvero, ti sbagli di grosso”, disse Gentaro. “La tua sofferenza non svanirà grazie ad esso.”

“Pensi forse di potermi influenzare, Fourze? Che io sia come i nemici da te affrontati in precedenza? Non illuderti: non riuscirai a farmi vacillare”, replicò Saga allargando le braccia con un ghigno sadico. “Ora fatevi sotto, Kamen Rider e capitano del Millennium! È tempo di concludere ciò che abbiamo iniziato!” Martina si mosse in avanti caricando due potenti raggi laser sulle braccia, mentre Gentaro e Ryusei riattivavano le rispettive cinture.

“Three! Two! One!”

“Meteor, Ready?”

““HENSHIN!!””, urlarono in coro trasformandosi nelle loro forme Rider.

“UCHUU KITAAA! Kamen Rider Fourze! Risolviamola uno contro uno!”

“Kamen Rider Meteor. A decidere il tuo destino…sarò io.” Saga non perse tempo e, sollevato il braccio sinistro, fece comparire ai lati della chela le due estremità di un arco, che i due Rider riconobbero subito come quello di Sagittarius, e attaccò sparando dalle pinze una raffica di frecce infuocate, che i due schivarono agilmente per poi portarsi davanti a lui e colpirlo, mentre Martina respingeva le altre frecce coi suoi laser. Tuttavia, Fourze venne sbattuto indietro da un colpo della staffa nemica e Meteor afferrato dalla chela, ma ne approfittò per colpirlo con una serie di calci al fianco, mentre Gentaro attivava due dei suoi Switch:

“Claw On!”

“Scissors On!”
Insieme agli artigli sul braccio destro, un paio di enormi forbici apparvero sul suo braccio sinistro e le usò per liberare il compagno e dare battaglia corpo a corpo al demone, che incrociò la sua nuova arma con quelle di Gentaro ancora e ancora, in una lunga serie di combinazioni volte a far cadere l'avversario per primo. Nel frattempo, Kengo diede le sue istruzioni a Martina: “Florence- san, prendilo di sorpresa con la tua invisibilità!”

La cyborg annuì e, resasi invisibile, si spostò rapida dietro Saga per poi sparare uno dei suoi laser e colpire l'avversario dritto sulla schiena. Non ebbe apparentemente un grande effetto, ma Saga si rallentò per un istante e venne distratto abbastanza da permettere a Gentaro di attivare un altro Switch: “Chainsaw On!” Sulla sua gamba destra apparve un’enorme motosega con cui diede un calcio fortissimo all’addome dell'avversario; le lame dell’arma si attivarono e sembrarono scavare a fondo nella corazza. Ben presto, però, Saga sembrò averne abbastanza e sferrò un violento manrovescio con la chela, sbattendo via Gentaro. Ryusei, intanto, ne approfittò per riattivare il suo strano bracciale: “Saturn, Ready? Ok, Saturn!”

Al secondo pulsante premuto, una riproduzione del pianeta Saturno con tanto di anelli si generò intorno al suo pugno destro, dopodiché, con un rapido movimento della mano, Ryusei li scagliò in forma di lame rotanti contro Saga. Il nemico, tuttavia, se ne avvide e rispose scagliando un'enorme palla di fuoco dalla bocca che respinse gli anelli e colpì Meteor in pieno, scagliandolo indietro. Subito dopo, Saga scagliò una serie di palle infuocate contro Martina e Gentaro, costringendoli a indietreggiare. Il secondo estrasse allora uno strano cellulare, composto da due metà di due colori diversi, rosso e blu.

“Se ti piace così tanto sparare, impazzirai per questo!”, esclamò dividendo poi con un gesto il cellulare in due metà. “Divisione e inserimento!” E li inserì negli spazi per gli Switch più esterni. “N/S Magnet! N/S Magnet On!” A quell’annuncio, il suo costume mutò divenendo grigio argenteo e pesantemente corazzato sul busto, con due strisce che lo attraversavano ai lati, una rossa e l’altra blu, due bracciali simili alle estremità di una calamita avvolsero gli avambracci e due enormi cannoni comparvero ai lati della sua testa, ora chiusa in un elmo più grande e spesso. Gentaro afferrò poi le due metà del Magnet Switch e le manovrò come manopole per puntare i cannoni su Saga.

“Fuoco!” Premuti i grilletti, scariche elettromagnetiche rosse e blu vennero scagliate dai cannoni contro Saga, facendolo retrocedere. Martina si unì subito a lui e prese a sparare senza tregua raffiche di raggi laser sul nemico. Questi ringhiò di rabbia prima di spiegare le enormi ali piumate e alzarsi in volo.

“I miei complimenti per il lavoro di squadra, Rider e capitano, ma dubito basterà!”, commentò il demone sparando una raffica di curiose sfere simili a buchi neri per contrastare gli attacchi di Fourze e Martina. Ogni laser o scarica che le colpiva, veniva risucchiato e annullato all’istante e, alla fine, i due dovettero smettere di sparare per scansarsi dall’attacco in arrivo. Con orrore, la ragazza vide che, dove le sfere colpivano il terreno, intere porzioni di terra sparivano completamente, come se fossero state davvero risucchiate da dei buchi neri in miniatura.

-Che potere spaventoso…- non poté non pensare. Nel frattempo, Ryusei aveva deciso di fare sul serio: prese uno strano Switch azzurro con una specie di girandola dorata sulla sommità e lo inserì nel suo Driver per poi far girare la trottola con un gesto secco.

“Meteor Storm! Meteor On, Ready?” Un fortissimo vortice di energia oro e azzurra venne generato dalla rotazione dello Switch e avvolse completamente Meteor. Quando ne uscì, anch’egli era cambiato: la sua tuta era diventata blu, la corazza dorata e ricopriva ora entrambe le spalle e i pettorali, gli occhi erano cambiati da viola a rossi e la decorazione sull’elmo era raddoppiata e diventata anch’essa dorata. In mano, teneva un lungo bastone da combattimento.

“Kamen Rider Meteor Storm! Il mio destino è richiamare una tempesta!”, urlò prima di inserire il Fire Switch in una delle estremità del bastone. “Ehi, Saga! Se sei un uomo, torna a combattere a terra, invece di scappare con i poteri del mio maestro!”, minacciò prima di roteare l’arma e generare un potentissimo turbine fiammeggiante che il demone schivò appena, solo per poi essere colto di sorpresa e afferrato da Martina, la quale aveva utilizzato il suo meccanismo di volo. I due sfondarono il tetto del magazzino e si ritrovarono sopra di esso, dove iniziarono una furiosa lotta corpo a corpo.

“Perché combatterci, Martina Florence? In fin dei conti siamo piuttosto simili!”, affermò il demone dandole un gancio e lanciandola contro il buco creato poco prima. Lei usò di nuovo il meccanismo di volo per fermare la caduta e rialzarsi senza danni apparenti; correndo, rispose con una ginocchiata al petto che Saga parò facilmente.

“Di che diavolo stai parlando?”, chiese allo stesso tempo. Saga fece una risatina malefica e le diede una spallata, per poi afferrarla da una gamba e sbatterla a terra più volte.

“Entrambi siamo stati creati in laboratorio dai nostri cosiddetti leader, delle parodie del mostro di Frankenstein con lo scopo di combattere in una guerra eterna. Le uniche differenze sono che io non vivrò abbastanza a lungo da vederne la fine, come potresti tu, e che l'Ammiraglio Moonlein ha avuto almeno la decenza di darti una scelta apparente.” La Florence non ci vide più e si liberò creando una barriera con così tanta velocità che l'urto spinse via Saga.

“Io non sono come te. L'Ammiraglio mi ha dato la possibilità di scegliere se continuare a combattere o riunirmi ai miei genitori, accanto a Colui che tutto sa. Anche tu avresti potuto avere una scelta, se solo avessi provato a guardare un po’ più in là!”, gridò caricando e placcando il nemico con tanta furia che questi non ebbe il tempo di reagire e venne schiantato con tanta violenza sul tetto da sfondarlo di nuovo. I due precipitarono verso terra per diversi metri, prima che Saga si liberasse dalla presa e spingesse via Martina con un calcio, fermando poi la propria caduta con un battito d’ali e atterrando perfettamente. In quel momento, però, il demone si fermò a riflettere sulle parole della cyborg, ripensando ai suoi primi giorni di vita: preso in giro dai suoi simili e da altri esseri solo per essere un fallimento, con unici compagni i propri fratelli, non gli era mai stata data una vera scelta. Era stato creato per uno scopo e, quando avevano scoperto che non era idoneo per esso, era stato scartato senza pensarci su due volte, insieme a tutti gli altri come lui imperfetti o difettosi. Quando percepì Gentaro, Ryusei e gli altri arrivare e riaffiancare Martina, si riscosse: “Forse hai ragione, capitano Florence, ma ormai per me è tardi. Almeno mi assicurerò di vivere quanto mi è stato concesso come si deve!”

Quelle parole colpirono soprattutto Gentaro: “Come sarebbe a dire quanto ti è stato concesso? Stai forse per..?!” Stavolta Saga gli rivolse non uno sguardo di sfida o scherno come i precedenti, ma uno distaccato.

“Non te l'ho detto, Fourze? Io sono solo uno dei tanti esperimenti falliti prima del mio fratellino Diablo, l'unico davvero perfetto. Come tale, la mia vita è destinata a finire presto, che vinca contro di voi o meno. Anche avere assorbito questi Switch sta accorciando il mio tempo.” In quel momento, diverse scariche elettriche uscirono dal suo corpo e della polvere luminosa iniziò a cadere dai suoi arti.

“Io e i miei fratelli fummo creati con lo scopo di assorbire i poteri dei Kamen Rider o altri esseri e renderli nostri, ma solo uno risultò essere un successo. Gli altri, assorbito un potere estraneo, vedono la loro vita scivolare via inesorabilmente, tanto più velocemente quanto più quel potere è grande. E questi Horoscopes Switch sono così forti che stanno già mettendo a dura prova la mia stessa esistenza... Fourze, Meteor, l'aver sconfitto nemici tanto potenti vi rende degni di tutta la mia ammirazione... E proprio per questo vi sconfiggerò. Che viva o muoia non m'importa in realtà, quello che voglio davvero è dimostrare che anche un fallimento può dare significato alla propria vita!” Un'incredibile energia esplose dal suo corpo, totalmente diversa da prima, al punto che Martina rabbrividì.

“Non stava facendo sul serio...?!” Invece di rispondere, Saga scattò in avanti brandendo la sua staffa. Gentaro fece di nuovo fuoco coi cannoni, ma l'altro roteò la sua arma deviando ogni colpo contro Martina e Ryusei che vennero scagliati indietro, per poi colpire violentemente Fourze con tre potenti stoccate e sbatterlo via con un fendente. Mentre Gentaro ancora roteava in aria, Saga gli scagliò contro una palla di fuoco, facendogli sfondare una parete e annullando nel processo il suo Magnet States, dopodiché respinse uno dopo l'altro i colpi del risubentrato Ryusei, prima di bloccare il suo bastone con la chela e strapparglielo di mano. Con un altro colpo della propria arma, Saga sbatté via pure Meteor, prima di venire attaccato alle spalle da Martina, la quale lo centrò con due potenti pugni senza però avere alcun effetto; allora scagliò un doppio laser da distanza ravvicinata che perforò il petto di Saga, ma questo venne invaso dall'acqua di Aquarius e guarì all'istante.

“Inutile! Non puoi uccidermi, Martina Florence!”, urlò prima di generare una frusta d'acqua da una delle estremità della staffa e colpirla più volte prima di mandarla a ruzzolare per terra con un affondo dell’altra estremità. “Vi ucciderò e allora avrò finalmente dimostrato di non essere un semplice fallimento!” E scagliò una raffica di frecce di fuoco sulla ragazza inerme. In quel momento, però, Gentaro si mise in mezzo e la protesse con il suo corpo, gemendo e urlando quando le sentì esplodere sulla sua schiena.

"Gentaro! NOO!!", gridò Martina piena di orrore. Il Kamen Rider, però, non cadde a terra. Seppur barcollante e chiaramente ferito, Gentaro si raddrizzò e voltò verso Saga.

“Sapevo che soffrivi, ma non credevo fino a questo punto”, mormorò avanzando verso di lui. “Posso capire il tuo desiderio, ma non è così che lo realizzerai. Credi che morendo in battaglia darai valore alla tua vita? Ti sbagli! Solo vivendo puoi darle valore! Realizzando i tuoi obiettivi e sopravvivendo per trasmetterli agli altri! Non ti permetterò di buttare via la tua vita così!” Saga era esterrefatto.

“Che cosa t'importa della mia vita? Siamo nemici! Sto cercando di ucciderti! Perché vorresti aiutarmi?!” Gentaro estrasse in risposta uno strano Switch, azzurro e ben più grande degli altri, con uno strano bottone rosso dentro una teca di vetro sulla cima.

“Perché sei mio amico, Saga! E io aiuto sempre i miei amici!” Inserì lo Switch nello spazio a destra, aprì la teca e premette il pulsante. “Cosmic! Cosmic On!” Tutti gli Switch di Fourze volarono in aria e penetrarono all'interno del suo corpo, trasformando ancora la sua uniforme di Rider: divenne azzurra e nera, corazzata su busto ed elmo, che divenne anche di una forma analoga a un razzo con tanto di razzi minori attaccati ai lati, e con due grossi spallacci argentei che ricordavano le ali di un jet sulle spalle; tutti i numeri degli Switch si materializzarono sul suo petto e in mano gli comparve una curiosa arma simile a una spada a forma di missile. “E se per aiutarti, dovrò prima sconfiggerti...” Afferrò una leva sopra la nuova arma e, tirandola, il missile si aprì rivelando un'enorme lama azzurra coi bordi arancioni all'interno. “...allora così sia!”

I due incrociarono più volte le loro armi, lottando furiosamente per prevalere, ma Saga, alla fine, riuscì a sbatterlo via con un colpo fulmineo, anche se Gentaro usò il suo jet pack per rimanere in piedi e tornare all'attacco. Premette due pulsanti sul suo petto: “Launcher/Freeze On!” Sulla sua gamba destra apparve un lanciamissili che scagliò una serie di razzi congelanti contro Saga, il quale li evitò tutti. Prima che potesse contrattaccare, però, venne fermato da Ryusei, che aveva recuperato il bastone, e Martina, che si era resa ancora invisibile, e stavano cercando di colpirlo in tutti i modi possibili. Intanto Gentaro premeva altri tasti: “Spike/Elek/Winch On!” La corazza chiodata, ora avvolta in scariche elettriche dorate, riapparve sul suo polpaccio sinistro, mentre uno Switch verde scuro appariva nel suo palmo e lo inseriva in uno spazio in fondo all'impugnatura della spada.

Con un movimento successivo, questa generò un gancio attaccato a una corda fatti di pura Cosmic Energy, che si avvolse intorno a Saga immobilizzandolo; Gentaro lo tirò poi a sé e lo colpì ripetutamente con calci sinistri, ferendolo grazie alla combinazione di spine e fulmini. Il diavolo, però, sempre più intenzionato a vincere, riuscì a creare un'ondata sonora dalla sua staffa che lanciò via Gentaro, fece poi apparire gli artigli di Leo sopra la sua mano destra e si alzò infine in volo. Il Rider era atterrato vicino ai compagni del club e strinse a sé la sua arma.

“Gentaro, cerca di bloccargli le ali e poi lancialo in aria con più forza che puoi!”, gli ordinò Kengo prima di rivolgersi agli altri: “Martina, Ryusei, cercate di farlo avvicinare!” I due avevano sentito e si lanciarono contro Saga, il quale però mollò la staffa e prese ad assalirli con feroci picchiate durante le quali colpiva con artigli e chela, più che deciso a restare fermo nella propria posizione. Con un paio di poderosi attacchi, stese entrambi gli avversari prima di alzare il braccio destro in aria e far sparire gli artigli.

“ E tutto INUTILE!”, urlò atterrando e schiantando il pugno al suolo, creando così una potente onda d'urto dal bracciale di Aries che minacciò di addormentare tutti i presenti. Ryusei, però, prima di cadere, riuscì ad attivare il suo Limit Break.

“METEOR STORM PUNISHER!”, ruggì mentre la trottola sul suo bastone girava vorticosamente e veniva lanciata da un suo fendente contro il demone, girandogli poi attorno e danneggiandogli le gambe. L’attacco sembrò annullare anche l’onda soporifera e Martina ne approfittò per unirsi alla trottola di Meteor Storm e bersagliare Saga con una scarica di pugni, impedendogli di volare via. Alla fine, quella serie di colpi fu troppa anche per lui e Gentaro ottenne la sua possibilità, trovandosi le ali del nemico proprio di fronte.

Premette allora subito due pulsanti sul petto: “Net/Magic Hand On!” Dalla sua spada si generò una mano trasparente di energia con cui gli afferrò le ali. Saga la distrusse con una semplice esplosione di energia, ma scoprì subito di essere rimasto intrappolato in una rete energetica che era al suo interno e che non gli permetteva di muovere neanche gli arti. Oltre al danno la beffa.

“Ora, ragazzi!”, gridò Kengo, vedendo l'occasione che aspettavano. Gentaro si lanciò contro il nemico inserendo il Claw Switch nella spada e attivando poi dal petto il Fire Switch; la Cosmic Energy fluì impetuosa avvolgendo la lama e formando tre enormi artigli di fuoco intorno ad essa.

“Prendi questo!”, urlò menando un fendente che squarciò verticalmente il corpo di Saga e mandò in frantumi le due anfore sulle sue spalle. Senza fermarsi, iniziò a tempestare di colpi il nemico, ora incapace di rigenerarsi dopo la distruzione delle parti di Aquarius.

“Anche così, non puoi BATTERMI!”, ruggì Saga spezzando la rete e bloccando le tre lame con la staffa, ma subito Martina e Ryusei lo colpirono ai fianchi facendogli mollare la presa. Gentaro continuò a colpire, la corazza del demone che finalmente cedeva e si spezzava sempre di più ad ogni impatto. Fiotti di sangue scuro iniziarono a schizzare in aria e sul terreno circostante, mentre Saga barcollava visibilmente provato. “DA-DANNATIIIIIIII!!!” Quell’urlo furioso venne stavolta accompagnato da un’emanazione di energia tanto potente da scagliare indietro i suoi tre avversari, i quali rovinarono a terra con un tremendo schianto, mentre il potere del demone pareva letteralmente schizzare alle stelle, visto che le gemme sul suo corpo avevano preso a brillare e sembrava trasformarsi di nuovo. La corazza danneggiata iniziò a riformarsi e divenne nero pece, allo stesso tempo il suo corpo si fece più snello e le piume delle ali mutarono colore diventando anch’esse nere, come di un angelo caduto.

“Assurdo… Ha liberato il potere della Supernova?!”, mormorò Kengo, incredulo. La Supernova era l’arma più potente degli Horoscopes e permetteva loro di liberare un potere a dir poco incredibile. Se l’avesse rilasciato tutto lì… Di colpo, però, Saga barcollò e sembrò sul punto di cadere in ginocchio, mentre dal suo corpo altra polvere e cenere continuavano a formarsi. “Ma certo! Gentaro, Ryusei, Florence-san! Non fermatevi, continuate a incalzarlo ora! Il potere della Supernova sta mettendo ancora più in crisi il suo corpo! Non può resistere ancora per molto!”, esclamò rivolto ai tre combattenti che si stavano rimettendo in piedi.

“ANDIAMO!”, urlò Gentaro scagliandosi all’attacco insieme a Ryusei e Martina. I tre strinsero Saga in una morsa a triangolo, ma il demone rispose scagliando una tempesta di frecce di fiamme nere in ogni direzione e costringendoli così a fermarsi per difendersi. Il numero di attacchi era tale che i tre furono costretti a indietreggiare mentre i loro corpi si ricoprivano di bruciature o ferite.

“NON RIUSCIRETE A SCONFIGGERMI! È INUTILE CHE INSISTETE! PRIMA DI MORIRE VI PORTERÒ ALL’ALTRO MONDO CON ME!”, ruggì scagliando ancora più frecce.

“TI SBAGLI, SAGA! NOI NON PERDEREMO! ABBIAMO TROPPO IN GIOCO PER POTER PERDERE!”, replicò Gentaro infilando lo Shield Switch nella spada e generando uno scudo di energia argentea per respingere i colpi.

“PER IL MONDO IN CUI VIVIAMO…”, disse Ryusei innescando di nuovo il Limit Break della sua arma e, una volta attivata la trottola, invece di scagliarla fece roteare l’asta per deviare ogni freccia in arrivo.

“PER LE PERSONE CHE AMIAMO…”, continuò Martina generando dalle mani due raggi energetici che si opposero alla raffica in arrivo e la bloccarono. “““NOI NON PERDEREMO!!!””” E tutti e tre si scagliarono in avanti, parando o ignorando qualunque altro attacco provenisse dal nemico. Insieme, si schiantarono su Saga colpendolo con un triplo colpo e facendolo urlare di dolore; il demone cercò allora di colpirli con la sua arma, ma Gentaro e Ryusei sferrarono un colpo simultaneo con le proprie e la spezzarono in tre parti. Subito, Martina sfruttò l’occasione e centrò petto e addome dell’avversario con una raffica di pugni in cui aveva concentrato tutta la sua energia interna, facendolo indietreggiare rapidamente. Alla cyborg, si sostituì poi Ryusei, il quale colpì Saga più volte con la trottola ancora girante ad alta velocità sul suo bastone prima di scagliarla all’urlo: “METEOR STORM PUNISHER!” contro il suo petto. Mentre le lame della trottola scavavano nel torso di Saga, Ryusei colpì un pulsante sul Driver, che scandì ancora: “Limit Break!” “METEOR STORM STRIKE!”, gridò lanciandosi contro Saga con un calcio volante, mentre una potentissima energia azzurra e oro lo avvolgeva.

Il demone riuscì solo a liberarsi della trottola prima che il calcio del Kamen Rider lo centrasse in pieno sterno, distruggendo completamente la sua corazza e ferendolo gravemente. Ansimanti, sia Saga che Ryusei crollarono in ginocchio.

“Ora, Gentaro! FINISCILO!”, gridò quest’ultimo al compagno.

“Ricevuto!”, rispose questi spingendo la leva sulla sua spada verso l’alto e riconfigurandola così nell’originaria forma a missile; poi estrasse il Cosmic Switch dalla cintura e lo inserì nella spada. “Limit Break!”, provenne dall’arma e, nello stesso tempo, un portale spazio-temporale sembrò aprirsi dietro Saga. Sparandosi in avanti con il jetpack, Gentaro estese la mano verso Martina: “Martina! Vieni!”, le urlò. La ragazza sembrò sorpresa per un attimo, ma poi obbedì e gli afferrò la mano mentre le passava accanto. Insieme, i due impattarono contro il demone a tutta velocità e lo trascinarono nel portale, ritrovandosi, per somma sorpresa di Martina, nello spazio fuori dall’atmosfera terrestre.

“Ma questo… Siamo nello spazio?!”, esclamò la cyborg, sbalordita.

“Esatto! Questo è il potere del nostro legame! Del Kamen Rider Club!”, rispose Gentaro spingendo via Saga e ritirando la leva della spada verso il basso, liberando di nuovo la lama al suo interno, ora pulsante di energia azzurra. “Estrarre e reinserire!”, disse poi estraendo e reinserendo nel processo il Cosmic Switch. “Limit Break!” A quelle parole, l’energia della spada aumentò esponenzialmente. “Martina, ora anche tu ne sei parte! Quindi…INSIEME!” Con un forte cenno della testa, Martina afferrò la spada di Fourze, sovrapponendo le proprie mani a quelle di Gentaro. D’un tratto, dal corpo della ragazza cyborg iniziò a fuoriuscire una potente energia identica alla Cosmic Energy, che fluì proprio nell’arma che stringeva, incrementandone ancora di più il potere.

“Ma che…che succede?! Mi sento piena di energie!”

“Anch’io! Proprio come pensavo! La tua energia è proprio come la mia Cosmic Energy! Il tuo potere è il nostro! E ora siamo una squadra a tutti gli effetti!” Martina sollevò gli occhi per incrociare le lenti gialle dell’elmo di Gentaro e un senso di enorme calore e sollievo la pervase. Era proprio come quando era insieme alle Warrior. Insieme a dei veri amici.

“Non…è ancora…FINITA!”, ringhiò però Saga concentrando davanti a sé tutto il suo potere residuo e generando un’enorme sfera di pura energia oscura.

““Sì che è finita invece!””, ribatterono Gentaro e Martina insieme, prima di muoversi in perfetta sincronia roteando su sé stessi di 360° e menando un fendente con lo stesso identico movimento delle braccia. ““RIDER FLORENCE SUPER GALAXY FINISH!!””, urlarono in coro, scagliando dalla spada una gigantesca lama di energia cosmica azzurra che tagliò in due prima la sfera oscura di Saga e poi il suo stesso corpo, ora non più protetto dalla corazza distrutta da Ryusei. Una fortissima esplosione di energia proruppe poi dal demone quando il potere della Supernova venne rilasciato tutto d’un colpo e lo lasciò con un corpo martoriato e bruciato che si stava rapidamente sfaldando. A un gesto di Gentaro, un altro portale si aprì e riportò lui, Martina e ciò che restava di Saga sulla Terra. Quest’ultimo, troppo debole persino per muoversi, precipitò verso il suolo, ma il primo lo afferrò per un braccio e lo fece atterrare delicatamente.

“Sei ancora vivo, vero?”, gli chiese. Con un notevole sforzo, il demone raddrizzò l’ormai sola parte superiore del corpo puntellandosi sui gomiti.

“Ma perché…Fourze? Perché…sembri ancora…volere aiutarmi? Sono…un tuo nemico.”

“I nemici di oggi possono essere gli amici di domani. È una cosa che ho imparato e visto tante volte nella vita”, rispose l’altro annullando la trasformazione e rivolgendo a Saga un sorriso. “E poi te l’ho già detto: non esiste che permetta ad un amico di buttare via la sua vita così. Tu hai detto di voler dare significato alla tua vita, di essere vivo, no? Bene! Allora in questo caso, vivi, Saga! Se non hai trovato il tuo posto da quel lato del mondo, prova da un altro! Sono sicuro che anche tu puoi trovare un luogo a cui appartenere!” Gli tese una mano. “Perché non cominci ricambiando la mia amicizia? Potrebbe piacerti avere amici, dopotutto!” Il demone lo fissò esterrefatto, prima di spostare gli occhi sulla mano protesa verso di lui. Era sincero in ogni sua parola, l’aveva sentito benissimo, ma com’era possibile?

“Sei…davvero un tipo strano… Fourze…no, Kisaragi Gentaro.” E per sommo stupore di Martina, Saga alzò lentamente una mano verso quella di Gentaro. Davvero stava per accettare?! Lo schiaffo, leggero ma incredibilmente sonoro, sorprese Gentaro, il quale vide l’arto di Saga raggrinzirsi e disintegrarsi subito dopo che la mano di lui aveva colpito la sua sul dorso per allontanarla. Il demone sorrideva malizioso. “Bella offerta…ma no. Ormai per me è già finita, dunque non ha senso riconsiderare le mie posizioni. E, inoltre, sappi una cosa, Kisaragi Gentaro: io non mi pento né vergogno delle mie scelte e di come ho vissuto. Sono nato come demone al servizio di Lord Astaroth e morirò come tale, questo è il mio onore. È stato un piacere avere voi Kamen Rider e te, capitano Florence, come miei ultimi avversari. Mi avete dato la battaglia che desideravo da tutta la vita, in cui ho potuto dare tutto me stesso, quindi ora non ho più rimpianti.”

Mentre parlava, dal suo corpo iniziarono a fuoriuscire gli Horoscopes Switch e la sua disintegrazione divenne sempre più rapida. In quel momento, Martina, forse perché ispirata da Gentaro o forse perché in quel momento persino quel demone le faceva pena, si avvicinò e parlò gentile: “Saga. Se in Paradiso c'è un posto anche per voi demoni, cerca il mio fidanzato, Paolo Martini, e salutamelo. Sono certo non gli dispiacerebbe bere qualcosa con un guerriero forte e onorevole come te.” Saga la guardò sorpresa, ma poi sembrò sorridere a sua volta.

“Altamente improbabile questa possibilità per un demone, temo… Ma se mai dovesse essere così, non dispiacerebbe affatto anche a me. In tal caso, lasciate che anch’io vi dica un’ultima cosa: avete sconfitto me, ma sappiate che voi, da soli, non sconfiggerete mai né Diablo né Lord Astaroth. Questa guerra è appena cominciata e battaglie ben più dure vi aspettano. Vi consiglio di diventare più forti e trovare i vostri alleati o non vincerete mai. Dubito che possiate farcela in ogni caso, ma vi auguro buona fortuna. Addio, Martina Florence e Kisaragi Gentaro.” E con quelle parole, il suo corpo si disintegrò del tutto lasciando dietro solo i dodici Horoscopes Switch. “Addio, Saga. È stato un piacere anche per me.”

                                                                                                                                 *****

Dopo la battaglia, il gruppo tornò al luogo del loro esperimento, stupito da ciò che avevano visto.

“Ehi, Martina, dici che Saga riuscirà davvero a riposare in pace?”, chiese Shun mentre stringeva le spalle di Miu.

“Non posso saperlo, ovviamente, ma come ha detto Gentaro, nessuno merita di morire in solitudine e soffrendo. Perciò, spero che possa trovare la felicità, ovunque sia ora.”

“E prima hai parlato di un certo Paolo Martini. Chi era?”, chiese JK. Martina fece un sorriso malinconico, pensando a quel meraviglioso ragazzo che le aveva rubato il cuore.

“Il mio fidanzato, primo ufficiale macchine del Nautilus Princess Xana, sacrificatosi per salvare me e tutta Tokyo dall'ennesima follia del Male universale. Ma ora è tempo di pensare ai vivi.” Andò al radiofaro assieme a Kengo, il quale sistemò gli Horoscopes Switch al loro posto e lo accese. Lo scienziato, però, fece subito una smorfia.

“Dannazione, non è ancora sparita!” Martina lo fissò confusa.

“Che cosa?”

“La cupola elettromagnetica. La morte di Saga non l’ha cancellata all’istante. Certo, sta gradualmente sparendo, ma è ancora molto forte, troppo per il nostro dispositivo. Se non troviamo un modo di accelerare il processo, finiremo per-” Venne di colpo interrotto da una luce azzurra fortissima che scese dal cielo e si schiantò su quella che sembrava una cupola invisibile sopra la città. Dopo pochi secondi, la cupola scomparve e la sfera luminosa atterrò proprio davanti a loro. Martina fece per mettersi in posizione d'attacco, ma vedendo le espressioni contente degli altri si rilassò. La luce si affievolì, rivelando infine una Kamen Rider dal costume argentato, ma con meno parti corazzate rispetto a Gentaro, un casco bianco con delle piccole antenne blu e occhi dello stesso colore, così come alcune decorazioni sul resto della corazza e la cintura, che aveva inoltre uno schermo e due scompartimenti per gli Astroswitch invece di quattro come Fourze.

“Nadeshiko! Ma che ci fai qui?!”, esclamò Gentaro andandole incontro. L'armatura della Rider sparì a sua volta, lasciando posto a una ragazza dai capelli castani piuttosto carina, che abbracciò forte Gentaro.

“Passavo per il Sistema Solare e ho percepito anch’io la vostra battaglia e il potere che vi imprigionava. Ho capito subito che avevate bisogno d’aiuto e dunque non potevo lasciarvi soli.”

“Ehm, scusate… Lei sarebbe…?”, chiese Martina, confusa.

“Oh, sono Kamen Rider Nadeshiko. Molto piacere”, rispose la ragazza con un gran sorriso.

“Piacere, io sono Martina Florence. Ma da dove vieni?”

“Dallo spazio! Sono una sostanza extraterrestre detta SOLU che è diventata una Kamen Rider!”

“Wow… E io che credevo la mia vita fosse strana già quando sono diventata un cyborg…”, commentò Martina, trattenendosi dal saltarle addosso per analizzarla.

“È anche la fidanzata di Gentaro”, le sussurrò un JK selvatico, prima di essere inseguito dal suddetto professore, urlante insulti. -Una fidanzata dallo spazio. Chissà perché non mi sorprendo già più di nulla con questo gruppo…- pensò divertita. Kengo, intanto, spinse diversi pulsanti sul dispositivo di comunicazione prima di annuire soddisfatto.

“Ottimo lavoro, Nadeshiko-san. Grazie a te, la barriera è scomparsa del tutto. Ora puoi procedere, Florence-san, ma come ho detto prima, ricorda che non avrai molto tempo, quindi sbrigati.”

“Ma cosa devo dire? Di trovarci tutti qui?”

“Avevo preparato un discorso speciale per il nostro primo incontro con gli alieni, ma dubito sarebbe adatto qui”, commentò Tomoko, indecisa. Gentaro stava per dire a Martina di stabilire appunto l'Amanogawa come punto d'incontro, ma proprio in quel momento giunse uno dei suoi studenti accompagnato da un uomo di mezza età dai capelli neri leggermente stempiato, vestito con pantaloni dotati di bretelle, una camicia e una cravatta.

“Gentaro! Ho trovato una lettera per te!”, urlò l'uomo a squarciagola.

“Professor Ohsugi!”, salutarono l'uomo gli ex studenti andando da lui e facendo la tipica stretta di mano del Kamen Rider Club.

“Oh, anche voi qui. Potevate pure venire a salutarmi”, disse il professore in un tono fintamente severo, per poi rispondere allegramente al saluto. “E lei dev'essere la ragazza caduta dal cielo. Piacere, professor Chuta Ohsugi”, concluse rivolgendosi a Martina.

“ Piacere”, rispose lei stringendogli la mano. “Con chi ho l'onore?” Il professore per tutta risposta gonfiò il petto e tirò le bretelle.

“Professore di economia domestica e primo consigliere del Kamen Rider Club”, disse prima di lasciar andare le bretelle ed emettere un gemito di dolore. Gentaro intanto aveva preso la busta dalle mani del professore, aprendola per prendere la lettera, ma rimase subito dopo a guardarla con uno sguardo confuso.

“Ehm, sulla busta c'è scritto 'da Angelica per il professor Kisaragi', ma la scrittura è incomprensibile. Qualcuno capisce il latino?”, chiese imbarazzato, prima che Martina prendesse a sua volta la busta.

“È la mia lingua madre(2), non dovrei avere problemi, ma…” Notò che Shun e JK stavano per dire qualcosa“…Se la cosa che sta per uscire dalle vostre bocche è una citazione a 'Ritorno al futuro', giuro che prima vi do una medaglia, poi vi sbatto per una settimana a pulire il Nautilus Millennium da cima a fondo(3).” I due si zittirono, mentre Yuki si avvicinava invece alla cyborg, con lo sguardo da cucciolo più supplicante della storia.

“Posso farlo io il mozzo, per favoreeee?!” Martina sbuffò fintamente seccata, incapace però di resistere.

“Ok, Yuki, te lo meriti. Comunque vediamo... 'Cara Martina, blablabla, purtroppo stavolta non potrò essere dei vostri, ma sapendo cosa state passando, ecco qui le coordinate dove riunirvi', siamo a cavallo!”, esclamò, per poi correre al radiofaro, dove gli studenti di Gentaro avevano riattaccato gli Horoscopes Switch.

“Vai pure, Martina-san”, disse Miu porgendole il microfono. La ragazza lo accettò e, accesolo, se lo avvicinò alla bocca.

“Mi ricevete? Sono il capitano Martina Florence, chiamo dall'Amanogawa High School. C'è qualcuno in ascolto?” Per un lungo istante nessuno rispose e i presenti pensarono di aver fallito, ma poi dalla radio partì una voce femminile molto conosciuta al capitano del Millennium.

“Martina, sei tu?”

“Katia?!”, esclamò la cyborg riconoscendo la voce di sua sorella maggiore.

“Ah, sorellina, non finisci mai di stupirmi. Come hai fatto?”

“Ho avuto molto aiuto. L'Ammiraglio è con te?”

“Sì, ora te lo...”
“Martina? Sei proprio tu?!”

“Elena!”, esclamò la cyborg, stupita di trovare già una Warrior. Gentaro si avvicinò a sua volta al microfono.

“Elena- san, giusto? Mi chiamo Kisaragi Gentaro. Hai incontrato un Kamen Rider per caso?”

“Sì, un detective rompip...”, cominciò la figlia di Urano, prima di essere interrotta da una nuova voce: “Ehi, a chi hai dato del rompipalle? Ti ho appena salvato la vita da quell'affare!”

“Shotaro-san!”, esclamò Gentaro, felice di sentire la voce di uno dei suoi colleghi Rider.

““E ci siamo anche noi!””, esclamarono altre due voci.

“Emu!”

“Inori!”

“Ehilà, Gentaro! È da un po’ che non ci si sente”, fece una nuova voce maschile, gentile e pacata.

“Wow! Ci sei pure tu, Haruto?! Ma è fantastico!”

“Martina, non smetterò mai di benedire il giorno in cui ti ho reclutata”, disse anche la voce di Shizu.

“Ma...questo messaggio era inteso per arrivare ai Kamen Rider… Non ditemi che tutte ne avete trovato uno!”, esclamò Gentaro, stupito di quell'incredibile disegno del fato. Per qualche secondo ci fu assoluto silenzio, poi...

“SÌ!”, pronunciò un coro femminile e maschile all'unisono.

“Fatemi indovinare, avete sconfitto un mostro anche voi?”, chiese Martina, cominciando a immaginare lo schema del Male universale.

“Già”, rispose una voce femminile che riconobbe come quella di Itsuki. “Quello che ho trovato io era particolarmente sanguinario, ma anche molto triste.”

“Martina, ti restano due minuti”, la ammonì Kengo, guardando i contatori che si scaricavano.

“Ah, giusto. Katia, chiama subito l'Ammiraglio!”

“Sono qui, capitano Florence. Dica pure.”, rispose Michael.

“Bene, dobbiamo trovarci in questo luogo. Ho ricevuto le coordinate da Angelica. Latitudine: 34.6937400°. Longitudine: 135.5021800°.”

“Ricevuto, capitano. Dirigerò l'Arcadia nella dimensione dove vi trovate attualmente e prenderò chi di dovere, poi ci vedremo tutti lì.”

“Grazie, Ammiraglio. Ragazze, buon viaggio a tutte. Sono certa ci ritroveremo!”

“Non osare mancare!”, risposero tutte le Warrior al completo insieme a Katia.

“Tranquilla, le proteggeremo noi. Vero, signori?”, disse un altro Rider che Martina non riconobbe.

“Ovvio, per un detective la sicurezza del suo cliente è una priorità”, concordò quello noto come Shotaro. In quel momento il macchinario perse potenza e il segnale cadde. La capitana del Millennium si rivolse verso i suoi nuovi compagni, assumendo per un momento il ruolo che le competeva.

“Ok, io e Gentaro andremo al punto di incontro, che è...”

“Osaka, Florence-san”, le disse Kengo dopo aver fatto due calcoli sul telefono.

“Grazie, quindi noi ci dirigeremo per primi a Osaka, mentre voi aspetterete l'Arcadia e vi farete imbarcare dall'Ammiraglio per poi raggiungerci. Ci rivedremo tutti lì.” Poche ore dopo, Martina e Gentaro si erano presi ognuno uno zaino pieno di provviste ed erano saliti sulla moto di lui, un bellissimo modello bianco e nero in tema col suo costume, pronti a partire per Osaka.

“State attenti, ragazzi. Noi vi raggiungeremo il prima possibile”, disse Ryusei, stringendo la mano a Gentaro, mentre Martina riceveva le ultime raccomandazioni dalle ragazze e la promessa che, quando si sarebbero rincontrate, avrebbe sentito tutte le altre figuracce del Kamen Rider Club.

“Signore, signori, professore” –“Ehi!”, urlò lui- “Sappiate che per me ora siete tutti degni del titolo di membri della flotta lunare. Arrivederci, non vedo l'ora di combattere ancora insieme a voi!”, concluse la bionda ufficiale. Per tutta risposta, Gentaro le si mise di fronte.

“E tu sei un membro a tutti gli effetti dello Space Kamen Rider Club. Nonché nostra amica!” E le porse la mano. Martina stavolta capì al volo e scambiò con il giovane professore la tipica stretta di mano del Club. Dopodiché, i due salirono sulla moto di Fourze e partirono a tutta velocità verso la loro meta.

“Pronta a gridarlo, Martina?”, chiese Gentaro.

“Ci puoi giurare!”, rispose lei.

““UCHUU KITAAA!!””, urlarono entrambi alzando i pugni al cielo.

                                                                                                                                        *****

Nel frattempo, in un luogo ai confini dell'Universo, nella dimensione delle Warrior Planet, stava avvenendo un altro scontro, avente come partecipanti Diablo e un gruppo di demoni alti due metri e armati con diverse armi. Il campo di lotta era un'arena di roccia totalmente nera sotto un cielo dello stesso colore, con qualche sporadica stella a illuminare, non che loro ne avessero bisogno per vedere.

“Sicuri che questo allenamento sia per me? Dagli spaventosi Heartdevil mi aspettavo molto di meglio”, commentò Diablo in tono annoiato. Uno dei suoi avversari, sentendo quella provocazione, attaccò con furia cieca calando l'ascia su di lui, ma il Rider oscuro schivò senza troppi problemi ed evocò Abraxas, facendogli saltare un corno con uno sparo, per poi bloccare il pugno di un altro demone tra il braccio e il fianco. Quando anche gli altri demoni si unirono all'assalto, inserì una croce nella sua cintura: “Kamen Rider Abomination: Black RX!”Questa volta buona parte della sua armatura si trasferì sul torace, lasciando braccia e gambe più libere, mentre l'elmo s'ingrossò mischiando nuovamente i tratti di pipistrello e insetto, più diversi artigli e speroni su mani, piedi, ginocchia e gomiti.

“Smettila di usare quegli sporchi trucchi e combatti come un demone!”, gli urlò un nemico, lanciandogli contro un raggio di pura tenebra, che venne schivato facilmente con un salto, mentre il demone precedentemente intrappolato veniva steso con un calcio e Diablo gli atterrava sulla schiena. A quel punto, colpì la cintura e scatenò un altro cambiamento: “Bio Rider!” Alcune parti della sua armatura si fecero di un blu molto scuro e gli occhi si arrossarono ulteriormente, quindi si trasformò in una massa d'acqua solida e strisciò tra i suoi avversari ad altissima velocità, colpendoli a più riprese; infine, ritornò solido dietro il più grosso di loro, puntandogli una spada laser alla gola.

“Brutto...”

“Vi arrendete?”, chiese Diablo, muovendo la spada ulteriormente verso la gola.

“...”

“Vi arrendete?”, domandò di nuovo, stavolta con un tono più minaccioso.

“E va bene, ci arrendiamo. Rimetti a posto quello stuzzicadenti.” Il Rider demoniaco fece come ordinato e ritornò alla sua forma base. Lo scontro era nato da un piccolo patto tra Astaroth e il leader degli Heartdevil: il primo voleva che Diablo padroneggiasse i poteri degli altri Kamen Rider, mentre il secondo voleva che i suoi soldati riprendessero la mano in combattimento. Erano stati scagliati dall'ammiraglio Moonlein ai confini dell'Universo prima della caduta dell'Amor Dei, ma finalmente avevano trovato la via di casa per Gaia e stavano pregustando il momento in cui sarebbero tornati al loro passatempo preferito: sgranocchiare umani dall'alba al tramonto.

Ma un incontro di Shizu con un diavolo aveva dimostrato quanto dovevano prepararsi. Diablo, comunque, aveva concluso il suo allenamento e stava per tornare alla missione, ma prima si girò verso di loro per un piccolo avvertimento: “Avevo sentito che uno di voi Heartdevil, poche settimane fa, era riuscito a mettere in difficoltà Moon White, ma lasciatemelo dire: la principessa Anastasis picchia molto più duro di tutti voi messi assieme. Se volete affrontare lei e le altre Warrior così, provo pena per il vostro signore.” Il leader del gruppetto si alzò in volo inferocito e gli atterrò davanti, guardandolo con occhi fiammeggianti.

“Cos'è, bastardo, ti credi tanto superiore solo perché hai quelle croci strane, o perché voi Heartdemon avete distrutto l'Eden, o entrambi?” Dal canto suo, Diablo rimase impassibile, ma mentalmente maledisse la rivalità di Astaroth e l'altro signore dei demoni. Milioni di anni e ancora i loro eserciti non potevano lavorare insieme.

“La mia stirpe conta poco, così come le mie croci. Quello che conta in un guerriero è solo la volontà. Se millenni fa fossimo stati noi Heartdemon a finire qui, mi sarei allenato ancora di più, con o senza croci. E poi...siamo entrambi creature dell’oscurità, combattiamo dalla stessa parte. Non si può lavorare insieme senza azzannarci a vicenda?” Gli altri demoni per tutta risposta risero a squarciagola.

“Ma cosa credi, che siamo tutti compagni che si sostengono l'un l'altro?!”

“Se lo fossimo non solo noi, ma tutte le specie dell'alleanza, forse a quest'ora avremmo già vinto!”, urlò, decidendo che discutere con quelli era inutile. L'unica cosa che gli interessava al momento era ritrovare Decade-senpai e gli altri Heisei Rider, poi avrebbe lavorato su quella parodia di un esercito.

(1) Omaggio canon di Silvio al grande Leji Matsumoto.

(2)Il latino era la lingua principale del regno dell'Eden e la parlano ancora su Luna spenta, dove vivono i discendenti dei sopravvissuti del regno lunare, inclusa ovviamente Martina.

(3) Non ho potuto resistere.

Gentaro Kisaragi, aka Kamen Rider Fourze: protagonista indiscusso della serie “Kamen Rider Fourze” e tredicesimo degli Heisei (=post 2000) Rider a vestire i panni di uno degli eroi mascherati al servizio dell’umanità. Rimasto orfano in terza elementare, Gentaro venne cresciuto dal nonno, un meccanico e pilota di moto, il cui mestiere li costrinse a spostarsi di continuo da circuito a circuito. Ritornato infine nella città in cui viveva insieme ai genitori, Gentaro s’iscrisse all’Amanogawa High School con lo scopo di diventare amico dell’intero istituto e potersi così avvicinare al suo obiettivo di farsi mille amici. Qui, dopo essersi riunito alla sua amica d’infanzia Yuki Jojima, tramite lei venne in contatto anche con Kengo Utahoshi e, per un misto di caso e curiosità, scoprì gli studi che questi stavano eseguendo sugli Zodiarts e il Fourze Driver, che decise presto di usare per diventare Kamen Rider Fourze e aiutare i suoi nuovi compagni e l’intera città contro la minaccia di quelle creature. A tale scopo, in seguito, venne fondato da lui il Kamen Rider Club, al quale presto si aggiunsero diversi altri studenti con il suo stesso desiderio di proteggere la pace a scuola e in città. Dall’apparente aria di un delinquente a causa del suo abbigliamento e della strana acconciatura, Gentaro è in realtà un ragazzo dal cuore d’oro, gentile e disponibile ad aiutare chiunque; la sua empatia è tale che sa capire subito quando qualcuno mente o soffre senza darlo a vedere ed è pronto a versare lui stesso lacrime e provare dolore pur di aiutare tale persona. Desideroso di fare amicizia con chiunque sia capace di provare emozioni, Gentaro non si tira mai indietro, nemmeno con le persone più ritrose o i nemici, convinto di poter sempre trovare e tirare fuori il meglio da chiunque, umani, Zodiarts, macchine o altri esseri che siano e quasi sempre la sua perseveranza e il suo buon cuore riescono a far breccia nella corazza degli altri e renderli così suoi amici. Per gli stessi motivi, non è in grado di sopportare quando qualcuno maltratta o minaccia i suoi amici e non si arrende né ferma mai per proteggerli o salvarli dalla minaccia di turno. Pur non brillando per intelligenza, Gentaro è un formidabile combattente che mescola un rozzo quanto imprevedibile stile di combattimento da strada alla sua incrollabile determinazione e, in seguito, ai poteri di Fourze derivanti dal Fourze Driver e dagli Astroswitch, trovando spesso modi di utilizzarli e loro possibili funzioni che nemmeno le menti più geniali come Kengo erano anche solo riusciti a immaginare. Diversi anni dopo aver sconfitto gli Horoscopes, leader degli Zodiarts, è diventato un professore alla sua stessa scuola ed è ammirato e apprezzato da tutti gli studenti sia per le imprese compiute come Fourze che per il suo carattere solidale e amichevole, ben diverso dalla maggioranza degli insegnanti comuni.

Ryusei Sakuta, aka Kamen Rider Meteor: protagonista secondario e secondo Kamen Rider della serie di Fourze. Studente trasferito all’Amanogawa da un’altra scuola, Ryusei era in realtà parte dell’organizzazione segreta detta Unione anti-Zodiarts sotto il suo principale Tachibana, colui che gli diede il Meteor Driver e fu anche suo maestro. Trasferitosi con l’obiettivo di avvicinarsi in segreto al Kamen Rider Club e a Gentaro Kisaragi/Fourze e sfruttarli per localizzare l’Horoscopes dell’Ariete, Ryusei inizialmente tenne nascosta la sua identità segreta e finse di supportarli in modo da poter trovare lo Zodiarts in questione. Quando questo si rivelò, Ryusei gli chiese in segreto di aiutare il suo migliore amico, un ragazzo di nome Jiro, che aveva disgraziatamente usato uno Zodiarts Switch non compatibile ed era così caduto in coma. L’Aries Zodiarts accettò di risvegliare Jiro, ma solo a patto che Ryusei uccidesse Gentaro. Seppur riluttante, Ryusei accettò e, nella battaglia successiva, si oppose a Fourze come Meteor e lo uccise con un devastante colpo al petto, ma quando poi Aries risvegliò Jiro come promesso, questi rimase talmente scioccato dal gesto dell’amico per lui che si attribuì la colpa e le sue condizioni peggiorarono. Disgustato da sé stesso e realizzato che in realtà lui stesso voleva essere amico di Gentaro, Ryusei (privato del potere di Meteor da Tachibana come punizione) si gettò contro Aries in una battaglia suicida per proteggere i rimanenti membri del Club, ma venne salvato all’ultimo dal redivivo Gentaro, resuscitato dal legame coi suoi amici del Club uniti al potere del più potente degli Switch, il Cosmic Switch. Da allora Ryusei divenne a tutti gli effetti un suo amico e un membro del Club. Diversamente da Gentaro, Ryusei è un tipo che non si fa problemi a mentire e giocare sporco per raggiungere i suoi obiettivi, ma solo se questi riguardano uno scopo a fin di bene; inizialmente freddo, calcolatore, arrogante e disinteressato agli effetti collaterali delle sue battaglie, iniziò a cambiare stando a contatto con Gentaro e gli altri e, alla fine, divenne un amico affidabile e insostituibile, pronto a tutto pur di aiutarli e ricambiare l’enorme favore fattogli da Gentaro. Sempre a differenza di quest’ultimo, Ryusei è un guerriero esperto e disciplinato, che combatte con un fittizio stile di arti marziali molto versatile e potente detto Seishin Darinken, simile al kung fu di Bruce Lee con tanto di urlo di guerra "HWATCHA!"; unendo a questo i poteri di Meteor, è un avversario incredibilmente pericoloso e temibile. Dopo la sconfitta degli Horoscopes, Ryusei è diventato un agente dell’Interpol e, anche se mai dichiarato ufficialmente, ha chiaramente iniziato una relazione con Tomoko Nozama.

Nadeshiko Misaki, aka SOLU, aka Kamen Rider Nadeshiko: il SOLU era originariamente una sostanza extraterrestre analizzata dalla malvagia organizzazione Fondazione X, intenzionata a sfruttarne l’enorme Cosmic Energy contenuta al suo interno. A seguito di una caduta accidentale sulla Terra, però, il SOLU prese le sembianze della studentessa Nadeshiko Misaki e cadde letteralmente tra le braccia di Gentaro Kisaragi, il quale ebbe per lei un colpo di fulmine. Quando poi gli Zodiarts attaccarono, la nuova Nadeshiko usò la sua energia cosmica per copiare il Fourze Driver di Gentaro e usarlo per trasformarsi in Kamen Rider Nadeshiko e combattere al suo fianco, apparentemente perché interessata a quello strano umano e ai suoi poteri. Quando in seguito la Fondazione X cercò di ricatturarla, i sentimenti di Gentaro fecero breccia nell’apparente mancanza di empatia di Nadeshiko e divennero compagni a tutti gli effetti. Questo, purtroppo, non impedì ai membri dell’organizzazione di rimprigionare la ragazza, distruggendo nel processo il suo corpo umano. Gentaro, coadiuvato dai Kamen Rider W e OOO, riuscì infine a sconfiggere il capo della Fondazione X(o uno dei tanti capi) e liberare Nadeshiko, la quale, nella sua forma SOLU, decise di partire alla volta dell’Universo per esplorarlo e scoprire di più di esso, lasciando però Gentaro con la promessa che sarebbero sempre stati amici e compagni e che sarebbe sempre tornata per aiutarlo. Agli inizi solo una forma di vita extraterrestre che copiava tutto ciò che vedeva e toccava ma totalmente disinteressata a qualsiasi stimolo esterno e apparentemente taciturna e priva di sentimenti, Nadeshiko sviluppò una propria empatia grazie alla vicinanza con Gentaro e alla sua sincerità e buon cuore, che le permisero di divenire umana a tutti gli effetti dal punto di vista emotivo. È una persona dolce e disponibile, sempre pronta ad aiutare i suoi amici, Gentaro in particolare, ma sa essere anche molto combattiva e determinata se la situazione lo richiede. Come Rider, riesce a usare poteri molto simili a quelli di Fourze, che combina con un suo personale stile di combattimento molto atletico e agile che sfrutta perfettamente il suo fisico minuto e flessibile e la rende un’avversaria da non sottovalutare.

Salve a tutti, scusate per il ritardo. Io e Xephil avremmo voluto aggiornare prima, ma motivi di salute, studio o altro ci hanno ritardato. Mi auguro che questo capitolo, e lo scontro tra i Rider e Martina contro Saga(prima che qualcuno chieda, sì, ho preso il nome da un certo cavaliere dei gemelli che ha fatto la nostra infanzia) vi abbia appassionato, mentre mi scuso se il nakama power in qualche punto risulta un pò fastidioso. Dopo averne visto fin troppo in certi tempi, preferisco evitarlo, ma sono(siamo, perchè credo Xephil la pensi come me) intenzionato a mostrare cosa dei VERI legami possono fare. Ringraziamo chiunque abbia letto fin qui e vi invito a lasciare almeno un commento, per quanto piccolo. A presto!

Prossimo capitolo: ' Warrior Plutonis e il monaco spettrale, Ghost!'

 
  
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