Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: KuroHeart    29/09/2018    0 recensioni
"Non c’è altro modo… Se vuoi continuare a vivere allora dovrai diventare come me. Ma ti avverto: una volta che avrai fatto questa scelta, non potrai tornare indietro."
Una voce maschile mi parla, ma io non capisco il significato di quelle parole. Provo a guardare in volto la fonte di questa voce, ma è sfocata e confusa. Cerco di chiedere chi lui sia, ma non riesco a dire nemmeno una parola… Ad un certo punto, l’oscurità si attornia a me e tutto scompare, facendo vedere sangue sparso qua e là. Mi guardo intorno per cercare una via d’uscita, ma rimango paralizzata sul freddo pavimento.
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ciel Phantomhive, Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Mi trovo nel cortile della villa. È notte fonda e la luna piena illumina l’ambiente circostante. Io indosso l’abito viola che mi è stato dato il primo giorno in cui ero giunta nella magione Phantomhive. L’aria autunnale carezza la mia pelle facendomi rabbrividire leggermente. C’è una cosa che però non capisco: il motivo per cui mi trovo qui a quest’ora della notte. Alzo lo sguardo verso il la luna piena parzialmente coperta da alcune nuvole. Ad un certo punto sento due mani dietro di me che si appoggiano sulle mie spalle, accarezzandole.
Volto la testa di poco notando che queste sono coperte da un paio di guanti neri. Alzo lo sguardo per vedere di chi si possa trattare: è un ragazzo corvino completamente vestito di nero che porta una maschera del medesimo colore, con una decorazione dorata come quella della giacca. Scruto il suo volto che ha assunto un sorriso malizioso.
<< Sebastian? >> lo chiamo, confusa dal suo strano comportamento.

https://www.youtube.com/watch?v=RChMZ59iRzY

Lui mi guarda negli occhi rimanendo in silenzio e continuando a sorridere. Poco dopo abbassa lo sguardo sul mio collo, scostando da una parte i miei lunghi capelli sciolti. Cerco di liberarmi dalla sua presa, ma lui mi stringe di più con entrambe le mani, impedendomi così di muovermi.

[Sento le tue dita
Fredde sulla mia spalla 
Il tuo tocco agghiacciante
Mentre scorre lungo la mia spina dorsale]


Avvicina le sue labbra al mio collo lasciandomi alcuni baci carichi di desiderio. Sussulto al contatto delle sue labbra sulla mia pelle e faccio scappare un piccolo gemito. Il corvino continua a baciarmi facendo scorrere le mani lungo i fianchi, attirandomi a sé.

[Piaceri proibiti 
Che ho paura di far miei]
 
<< Lasciami andare… >> gli ordino mettendo le mani sulle sue che ora si trovano sul mio ventre e afferrandole per provare nuovamente a liberarmi.
<< Non ostinatevi a resistermi. So che mi desiderate, così come lo sapete anche voi.  >> mi sussurra all’orecchio per poi leccarne il lobo e mordicchiarlo.
<< S-smettila… ah! >> gemo di nuovo rabbrividendo di piacere e stringendo le mani guantate del maggiordomo. Ormai sono avvolta da lui, incapace di oppormi a quella forza oscura.
Il corvino avvicina il suo viso al mio guardandomi. << Voi siete mia. >> sorride di nuovo mentre i suoi occhi si illuminano di un color cremisi e le sue pupille si restringono come quelle di un felino. Sebastian mi fa girare verso di sé, come per farmi vedere meglio quegli occhi. Sbigottita, comincio a indietreggiare per poi correre lontano da lui.
<< Scappate pure lady Katreena, tanto non riuscirete mai a sfuggirmi. >>
Ignoro le sue parole e continuo a correre addentrandomi nel bosco per poi ritrovare il maggiordomo di fronte a me.
Sorride e si avvicina in modo seducente. Senza accorgermi, mi afferra per il polso facendomi fare una giravolta su me stessa per poi attirarmi a sé.
<< Ve l’ho detto, non avete via di scampo. >>
Mette una mano sul mio fianco e fa mettere la mia mano sulla sua spalla, mentre con l’altra prende la mia mano nella sua. Sorride di nuovo con quegli occhi cremisi così belli e spaventosi allo stesso tempo e poi inizia ad avanzare, come a voler ballare un valzer immaginario. Mi lascio trasportare dai suoi passi e dalle sue movenze, ormai incapace di reagire. Mentre continuiamo a danzare, comincio a percepire una strana sensazione in tutto il corpo; una sensazione purtroppo a me familiare: quella della sete di sangue. Sento il profumo che emana Sebastian e non riesco a fare a meno di trasformarmi in vampiro.
Stringo la mano nella sua e mi appoggio al suo petto, cercando di trattenermi dal mordergli il collo. Il corvino si ferma all’improvviso e mi circonda in un abbraccio.
<< Fatelo. Nutritevi di me. >> sussurra quasi impaziente
<< No, non voglio… >> dico scuotendo la testa
<< Ma dovete farlo. >> insiste lui
Alzo la testa e vedo una vena pulsare con prepotenza nel suo collo. Ne sento il battito, così come il sangue che scorre in essa. Perdo completamente il controllo: metto una mano dietro la nuca di Sebastian afferrandolo per i capelli, mentre con l’altra stringo il tessuto della giacca. Mi avvicino al suo collo e lo mordo senza esitare per poi nutrirmi del suo sublime sangue..
 
[È un gioco pericoloso!]
 
<< No! >>
Mi sveglio di soprassalto ansimante e subito dopo mi accorgo di essere nella mia stanza quasi buia per via delle tende.
“Fortunatamente è stato solo un sogno, al contrario di ciò che è accaduto ieri notte.”
Sono stata attaccata da un dio della morte, ho avuto una specie di visione di ciò che è accaduto quella volta, scoprendo così che Thomas è vivo ed è un vampiro, in più mi ha fatto diventare come lui perché ero in pericolo di vita.
Ancora non riesco a credere che il mio amico sia vivo… dovrei esserne felice e lo sono, però sapere che non è più umano ed è anche nei guai, non mi rassicura molto.
Oltre alla necessità di bere sangue prettamente umano, i vampiri posseggono altre debolezze, come i paletti di legno se conficcati nel cuore, il contatto con la luce del sole…
“Dannazione”
Mi butto subito giù dal letto con la paura che quel poco di sole che entra e si proietta sulla mia mano, possa uccidermi all’istante, incenerendomi.
Mi guardo la mano colpita dal sole ma questa non presenta alcuna bruciatura.
“Che sia un falso mito?”
<< Signorina, va tutto bene? Vi ho sentita urlare. >> Chiede preoccupata Meyrin dall’altra parte della porta.
<< Sì, tutto a posto. >> le rispondo tranquilla mentre mi alzo dal pavimento.
<< D’accordo. >> dice per poi andare via.
Provo a rimettere la mano sotto la luce ma non accade nulla come prima; a questo punto direi che ci siano due possibilità: o sono totalmente immune a questa teoria, oppure il mio corpo reagisce quando mi trasformo.
Non mi resta altra scelta se non quella di provare ora. Comincio a concentrarmi in qualche modo, cercando la vampira che è in me. Dopo alcuni minuti la temperatura del mio corpo si abbassa gradualmente, la mia pelle diventa sempre più pallida e i canini e le unghie si allungano. 
“Bene, direi di essermi trasformata del tutto.”
Tendo la mano verso la luce del sole e questa si comporta allo stesso modo. Subito dopo però sento un leggero pizzicore che si trasforma poi in un dolore vero e proprio. Ritraggo immediatamente la mano digrignando i denti per evitare di urlare.
“A quanto pare non era affatto un falso mito…”
Abbasso lo sguardo sulla mano e noto con grande sorpresa che si sta rigenerando in fretta dall’ustione.
“Incredibile!”
Penso a quali altri miti potrei provare senza rischiare la vita ovviamente. O non vita?
“Davvero divertente.” Scuoto la testa e cerco di ricordare ciò che avevo letto anni fa sui vampiri.
Se non sbaglio, queste creature temono il crocifisso e l’acqua santa, essendo una specie di demoni e quindi ostili al Signore; odiano l’aglio e la loro immagine non può riflettersi su alcuna superficie vitrea.  
“Quest’ultima cosa la posso verificare.”
Mi alzo e vado verso l’armadio che c’è a lato della stanza. In teoria anche questo dovrebbe essere munito di un paio di specchi verticali. Apro una delle due ante e trovo ciò di cui ho bisogno. Noto con grande sorpresa che riesco a riflettermi sulla superficie dello specchio come quando sono nella mia forma umana.
Osservo la mia immagine e mi accorgo che i miei occhi hanno cambiato colore: dal loro colore castano sono passati ad un azzurro chiaro. Digrigno i denti per vedere i due lunghi canini superiori.
<< Quindi è così che appaio agli occhi degli altri. È questo ciò che sono diventata, anzi… che mi hai fatto diventare, Thomas… >>
Torno nella mia forma umana continuando a guardarmi allo specchio e ad un certo punto realizzo che l'immagine riflessa non ha cambiato aspetto. Rimango a fissarla e poco dopo un mezzo sorriso si dipinge sul suo volto. Metto una mano sul vetro ma quella riflessa non si muove di un millimetro. L’immagine di me stessa guarda la mia mano e poi mi fissa negli occhi.
<< Ciao Katreena. >> dice continuando a sorridere.
Sgrano gli occhi e ritraggo la mano dallo specchio, spaventata.
<< Chi sei tu?  >>
Lei inclina la testa guardandomi dall'alto in basso.
<< Ma come, non lo hai ancora capito? >> domanda delusa mantenendo sempre quel sorriso.
<< Io sono te, o meglio, la tua versione vampira. >>
<< Che cosa? Quindi eri tu la scorsa notte? >>
La ragazza annuisce << Proprio così. E anche quella volta in cui avevi visto quel cadavere nel vicolo. >>
<< Allora sei stata tu ad esortarmi a nutrirmi del sangue di Sebastian >>
Solleva l'indice in aria e lo scuote. << Io non ti ho affatto esortato a fare quello: ci hai pensato da sola, mia cara. >> ridacchia appoggiando il dito alle labbra.
<< Non è vero! >> esclamo stringendo i pugni.
<< Lo hai sognato, dico bene? E com'è finito quel sogno? In un abbraccio? In un bacio forse? Io non direi. >> continua lei, beffarda.
<< Io… >>
<< Puoi negarlo quanto vuoi, ma alla fine sai anche tu che è così >> dice facendo spallucce.
Cerco di farmi coraggio e la guardo negli occhi con aria di sfida. << Quindi mi stai dicendo che non ti nutrirai mai di sangue umano? >> mi domanda con tono derisorio.
<< Proprio così. >> rispondo determinata.
Lei si mette a ridere di gusto.
 << Allora preparati a nutrirti di sangue di ratti e altri animali che troverai in giro. Sappi comunque che non sopravvivrai a lungo. >> dice lei continuando a ridere. << Bene ora ti saluto mia cara “lady". >> agita la mano << No aspetta! >> ma l'immagine si è ormai dissolta, lasciando la vera me stessa attonita e spaventata riflessa allo specchio. Sentendomi le gambe cedere per lo shock, vado a sedermi sul letto. Rimango a fissare il vuoto, riuscendo ad avere mille pensieri e allo stesso tempo il nulla totale. Non riesco a credere di aver appena parlato con l'oscurità che è dentro di me. Lei mi ha detto che sono stata io a desiderare di nutrirmi di Sebastian: in poche parole significa che sarà difficile riuscire a capire il confine tra il mio lato umano e quello di vampiro. Come farò a reprimere quel desiderio? Non posso di certo rischiare di uccidere degli innocenti, ma come potrei mai fare? Se non mi nutro, morirò e non potrò salvare Thomas. Giusto, anche lui è come me; mi chiedo chi possa averlo trasformato, donandogli così una vita di eterno tormento. Io però dal canto mio non posso di certo biasimare il mio amico, dato che lo ha fatto per salvarmi da morte certa. Ad un certo punto mi torna in mente un’altra cosa che mi aveva detto Thomas: i miei genitori sono stati uccisi da alcuni vampiri seguaci dell’organizzazione.
 Dopo dieci minuti abbondanti, mi alzo dal letto ancora un po' tremante e mi vesto.
 “Devo verificare di persona se le cose stanno davvero così.”
 Una volta vestitami mi dirigo verso la porta e la apro, trovandomi davanti l'ultima persona che al momento volevo vedere.
<< Buongiorno miss Katreena. Vi siete alzata presto. >> mi saluta il maggiordomo.
<< Sì ecco, non riuscivo a dormire. >> rispondo celando le mie preoccupazioni ed evitando di guardarlo negli occhi.
<< State bene? >> Annuisco mentendo così alla sua domanda. << E tu? >>
<< Perché me lo state chiedendo? >> mi domanda meravigliato, come se avesse dimenticato ciò che era accaduto solo alcune ore prima.
<< Volevo sapere come va la ferita che ti ho inferto ieri notte. >> abbasso la voce per evitare che qualcuno ci possa sentire, dato che ci troviamo nel corridoio.
<< Nulla di cui vi dovete preoccupare. >> risponde semplicemente liquidando la faccenda.
<< Io direi di sì invece. >> replico abbassando lo sguardo.
Sebastian mi osserva con un’espressione meravigliata e poi sorride.
<< Siete in pensiero per un mero servitore come me? Ciò mi lusinga, ma non è necessario. >>
Perché non capisce? Io gli ho fatto del male e mi sono nutrita del suo sangue! Avrei potuto ucciderlo se non mi avesse fatto tornare in me.
<< Se ho fatto del male a qualcuno voglio sapere come sta e se posso fare qualcosa! Non do importanza al rango sociale. >> ribatto ad alta voce trovando finalmente il coraggio di guardare il maggiordomo negli occhi. Lui rimane in silenzio per qualche secondo, per poi parlare.
<< Capisco. Comunque sto bene, vi ringrazio. >> risponde infine per poi tirare fuori l'orologio da taschino e guardare l'ora.
<< Tra poco andrò a svegliare il signorino e sicuramente mi chiederà cosa sia successo ieri notte, dato che c'è stato molto rumore, quindi sarò costretto a raccontargli tutto. Se volete posso omettere il momento in cui vi siete trasformata e quando vi siete nutrita di me, così che siate voi a dirglielo.  Vi andrebbe bene? >>
<< Sì, mi sembra giusto. >> rispondo leggermente titubante.
<< La colazione sarà pronta a momenti, quindi se volete vi posso condurre alla sala da pranzo. >>
<< A dire la verità non ho molto appetito. >>
<< Capisco. Bene, sarà meglio che vada a svegliare il mio padrone. Con permesso, lady Katreena. >> fa un piccolo inchino e si dirige nella stanza del Conte.
È vero, lui deve sapere questa storia, ma ci crederà? Ne dubito. Temo proprio di dovermi rassegnare all'idea che non avrò più il suo aiuto e dovrò andarmene.
<< Non vi preoccupate, il mio padrone è di larghe vedute. >> dice il maggiordomo, girandosi verso di me.
“Ma come ha fatto?”
Lo guardo sorpresa e lui mi sorride leggermente per poi riprendere a camminare.
Dopo un’ora vengo chiamata da Sebastian per andare nello studio del Conte a raccontargli i fatti accaduti ieri notte.
<< La mia mente ha rievocato le immagini della notte in cui sono finita davanti alla vostra magione. So che tutto questo vi sembrerà assurdo e difficile da credere, ma io e il mio maggiordomo siamo stati attaccati da due vampiri. Queste creature esistono per davvero e ho scoperto che Thomas è vivo ed è un vampiro, perché mi ha fatto diventare come lui, dato che uno dei due vampiri mi aveva inferto una ferita mortale. >> gli racconto tutta la storia senza tralasciare alcun dettaglio e cercando di trattenere i tremiti alle mani nel ricordare quella vicenda e la me stessa che ho visto poco fa riflessa allo specchio.
Ciel rimane impassibile a ciò che gli ho appena detto e rimane in silenzio per un po’, forse per elaborare questa serie di fatti.
<< Dunque il barone Hill è vivo, fa parte di quell’organizzazione di vampiri governata da una donna ed è colui che vi ha trasformata. >>
<< Proprio così. >> annuisco.
Il giovane sospira pensieroso. << Sembra che la situazione si sia complicata. Sebastian chiudi le tende. >>
Il maggiordomo obbedisce e la stanza si fa improvvisamente buia.
“Cos’avrà intenzione di fare?”
<< Ora trasformatevi. >> Sgrano gli occhi a quella strana ma soprattutto pericolosa “richiesta” del conte.
<< Spero stiate scherzando! >> esclamo allibita stringendo i braccioli della sedia su cui sono seduta.
<< Avete forse paura? >> mi provoca lui con un mezzo sorriso.
<< Che domande, certo che ne ho! Non riesco a controllare ciò che sono diventata. Non ancora, almeno. >>
<< E quindi? >> mi chiede come se non capisse la gravità della cosa.
<< Non avete ancora capito che potrei uccidervi? >> ribatto io ancora confusa dal suo comportamento.
<< Non accadrà. >> risponde sicuro, ma subito dopo la sua espressione sembra cambiare, assumendone una sorpresa, mentre il maggiordomo al contrario non accenna il minimo cambiamento.
<< Cosa c’è? >> la mia lingua sente qualcosa di appuntito. Abbasso immediatamente lo sguardo sulle mie mani che ora sono più pallide e le unghie si sono allungate.
<< Vi siete trasformata senza rendervene conto. Dico bene? >> dice il corvino continuando a guardarmi.
Sebastian, il quale si trova vicino al suo padrone, mi osserva, scrutando ogni singola fibra del mio essere. Non riesco a capire come abbia fatto a trasformarmi senza aver avuto il tempo di concentrarmi. Mi sento così strana nel farmi vedere dal conte e colui di cui mi sono nutrita per la prima volta. I due non sembrano aver paura di me, anzi: il ragazzino è incuriosito mentre il corvino è impassibile ma penetrante al tempo stesso; sembra quasi che stia cercando di decifrare la mia anima e l’oscurità che si è insidiata in essa.
<< Bene, ora potete annullare la trasformazione. >>
<< Sì. >> mi concentro per tornare umana ma subito dopo ecco che torna quella voce odiosa a sibilare nella mia mente.
“Oh no, non te lo permetterò!”
Chiudo gli occhi concentrandomi più che posso mentre le tempie cominciano a pulsare violentemente, i canini mi fanno male per il loro forte desiderio di dilaniare della carne e la gola si fa secca.
“Avanti, nutriti del ragazzino! Il suo sangue è così dolce. Lo senti, non è vero?”
<< Miss Katreena, vi ho detto di… >>
<< Sta’ zitta! Lasciami in pace! >> esclamo stringendo i pugni fino a conficcarmi le unghie nella carne.
<< Sono io che controllo me stessa, solo io! >> a quel punto la voce si mette a ridere di gusto, rimbalzando nella mia mente. Digrigno i denti cercando di riacquisire il controllo di me stessa.
“Fallo, ora!”
Ormai schiava della volontà di quella voce, mi alzo di scatto dalla sedia e urlo avventandomi su Ciel.
<< Signorino! >> esclama Sebastian mettendosi davanti a lui e afferrandomi per i polsi. Mi dimeno cercando di liberarmi dalla sua presa. << Miss Katreena, fermatevi per favore. >> non gli do ascolto e continuo a muovermi cercando di raggiungere il collo del corvino con i canini. Sebastian si volta di poco verso il conte. << Fallo Sebastian! >> il corvino annuisce e si gira verso di me. << Yes, my lord. >> risponde mentre i suoi occhi cambiano dal loro color castano rossiccio passando ad un rosso cremisi e le pupille si assottigliano simili a quelle di un felino. << Guardatemi. Ora calmatevi e tornate in voi. >> i miei occhi azzurri incontrano i suoi cremisi, sentendomi come ipnotizzata. Dopo un po' la mia sete svanisce e sento di star riacquistando il controllo, per poi riuscire a calmarmi definitivamente e a tornare umana. Il maggiordomo mi lascia andare i polsi e continua a guardarmi con quegli insoliti occhi.
“Dunque ieri notte non ho immaginato di vederli! Inoltre anche il sogno che ho fatto ha cercato di mostrarmi che Sebastian non è un essere umano.”
<< Tu, cosa… cosa sei? >> gli domando massaggiandomi i polsi. Lui mi guarda e poi si volta verso il suo padrone che sembra annuire. << Diglielo Sebastian. Ha il diritto di sapere dato che si trova in questa condizione. >>
<< Molto bene. >> il corvino torna a guardarmi negli occhi con quel suo sguardo magnetico.
<< Lady Katreena, dovete sapere che io sono un demone. >> a quelle parole sento il sangue gelarmisi nelle vene. Sgrano gli occhi spaventata ma anche meravigliata. << Un… demone? >> sono queste le parole che escono dalle mie labbra tremanti. << Proprio così, miss Katreena. >> risponde Ciel alzandosi dalla sedia e andando vicino al corvino.
“Non è possibile. O forse sì?”
Ciò che i miei occhi stanno vedendo è reale, ne sono sicura. In effetti ora tutto quadra: Sebastian è sempre stato perfetto e impeccabile in qualsiasi cosa ed è sempre riuscito ad evitare qualsiasi danno gli altri suoi servitori avrebbero potuto fare. Capisco come fosse riuscito a tener testa a un dio della morte e capisco anche perché poco fa mi ha detto di non preoccuparmi della ferita. Infine anche il fatto che Ciel non abbia battuto ciglio per quanto riguarda ciò che ho fatto al suo maggiordomo la notte appena scorsa.
Mi siedo sulla sedia per evitare di svenire da un momento all'altro. Ora cosa ne sarà di me? Verrò semplicemente allontanata? Mi verrà fatto del male? Oppure peggio ancora, verrò uccisa?
 “Temo che molto probabilmente si tratterà della terza opzione.”
Il conte torna alla sua scrivania come se nulla sia accaduto. << Sebastian è un demone al mio servizio sotto spoglie di maggiordomo. Ho fatto un patto con lui tre anni fa. >> mi rivela tranquillo tenendo lo sguardo fisso verso di me.
<< Quindi la benda che copre il vostro occhio destro… >> Ciel annuisce << contiene il simbolo del patto tra me e lui, così come lui lo ha sul dorso della sua mano sinistra. >> conclude rimuovendo la benda e mostrandomi il simbolo di colore nero: questo è formato da due cerchi in cui all'interno vi è presente una stella a cinque punte e la scritta “Tetragrammaton" ai lati divisa in sillabe. Sebastian rimuove il guanto sinistro con l'altra mano mostrandomi anche lui il simbolo.
“Non ci posso credere…”
<< Ora che lo sapete vi raccomandiamo di non rivelare tutto ciò ad anima viva, compresi i servitori. >> mi raccomanda il conte.
<< Certamente, non lo dirò a nessuno… >> rispondo tremante continuando a guardare Ciel, Sebastian e il simbolo che li lega.
<< Sebastian, ti è mai capitato di incontrare un vampiro? >> il maggiordomo scuote la testa << No, mai. Per questo ero preoccupato per la vostra sicurezza, signorino. >>
Il giovane annuisce. << Certo capisco. >>
Non riuscendo più a contenere l’ansia decido di fare la domanda tanto anelata quanto temuta: << Ora cosa ne sarà di me? >>
<< Dato che siete divenuta un vampiro vi raccomando di non rivelare la vostra identità a nessun altro. Vi aiuterò a trovare il vostro amico e voi mi aiuterete a risolvere il caso. In poche parole ciò che è accaduto questa mattina rimarrà solo tra noi tre. >>
<< Vi ringrazio infinitamente, Conte. >> accenno un inchino.
<< Ma se doveste causare anche solo il più piccolo dei problemi, Sebastian provvederà ad eliminarvi senza troppi complimenti. >> aggiunge infine confermando così la mia paura.
Annuisco. << Sarò più cauta possibile. >>
<< Inoltre lui vi aiuterà a controllare la vostra oscurità. >> dice guardando il corvino.
<< Che cosa? >> domando spiazzata
<< Dato che lui è un demone direi che sia la scelta giusta da fare. >> spiega
<< Yes, my lord. >> risponde il maggiordomo senza scomporsi minimamente, o almeno credo: il suo sguardo sembra lasciar trasparire un leggero disappunto.
<< Capisco… >> sussurro
<< Bene lady Katreena, ora che abbiamo chiarito la questione, potete andare. >> parla Ciel dopo un paio di minuti di assoluto silenzio.
Annuisco e mi alzo dalla sedia ma subito dopo mi ricordo di ciò che mi sono promessa di fare.
<< Conte, avrei una richiesta da farvi. >>
Lui mi guarda aspettando che continui.
<< Vorrei fare una telefonata se possibile. >> il giovane annuisce
<< Immagino che sia per i vostri genitori. >>
<< È così. >> rispondo tormentandomi le mani.
<< D’accordo. Sebastian, accompagna lady Katreena. >>
<< Certamente signorino. >>
Io e il maggiordomo ci dirigiamo all’uscita dello studio.
<< Se fossi in voi non riporrei troppe speranze che il barone Hill vi abbia mentito a riguardo. Ve lo dico perché so in prima persona che le speranze portano soltanto delusioni. >>
Le parole del giovane mi colpiscono come una pugnalata al petto e io mi immobilizzo davanti alla soglia della stanza, tormentata dall’infausta affermazione che i miei genitori siano davvero morti.
<< Venite con me, miss Katreena. >>
Nel sentire la voce di Sebastian riesco a riprendere il controllo delle funzioni motorie del mio corpo – ma non dei sentimenti contrastanti che avverto dentro di me – e mi incammino verso quella fioca speranza.
Certo sarebbe stato uno scherzo di cattivo gusto da parte di Thomas mentire su una cosa così importante, ma magari potrebbe essersi sbagliato: forse i miei genitori potrebbero si sono salvati e ora saranno preoccupati per me, visto che non ho più mandato loro delle lettere da quando mi sono ritrovata alla villa della famiglia Phantomhive.
<< Prego. >> il corvino indica il telefono che si trova in una piccola stanza.
Entro e prendo la cornetta per poi cominciare a digitare il numero di casa.
<< Con permesso. >> si congeda il maggiordomo. Una volta digitato il numero, aspetto con impazienza che la domestica risponda.
Uno, due, tre, quattro squilli…
“Avanti!”
<< Pronto? >> Dopo il quinto squillo sento una voce maschile a me familiare rispondere al telefono: si tratta dell’ispettore White, che aveva indagato sulla morte dei genitori di Thomas.
Rimango in silenzio mentre il cattivo presagio comincia a prendere forma nella mia mente.
<< Chi parla? >>
 Stringo la cornetta e mi faccio coraggio.
<< Salve ispettore White. Sono Katreena Handwar. >>
<< Salve miss Handwar. >> si limita a dire
<< Come mai vi trovate a casa dei miei genitori? È successo qualcosa? >>
Non dice una parola.
<< Ispettore White? >> lo chiamo per avere la sua attenzione.
<< Ecco… riguarda i vostri genitori… >>
<< È accaduto loro qualcosa? >> insisto.
L’ispettore sospira e continua la frase: << Loro sono… >>
<< Sono? >> lo incito a continuare pur temendo la risposta.
Sento l'uomo fare un respiro profondo per poi rispondere: << Sono stati uccisi. >> fa una piccola paisa. << Sono tremendamente dispiaciuto per l’accaduto. >>
Sgrano gli occhi e sento le gambe cedere. Nonostante Thomas mi avesse già dato la notizia, ho comunque voluto sperare che non fosse vero.
<< Non è possibile… >> sussurro con le labbra tremanti. Ciel ha ragione: non avrei dovuto aggrapparmi troppo ad una futile speranza. Mi auguro solo che non sia lo stesso con Thimas; non sopporterei di perdere anche lui.
<< Quanto tempo fa è successo? >> gli domando cercando di nascondere l’angoscia e la tristezza che continuano a crescere ad ogni secondo che passa.
<< Tre settimane fa. Stiamo indagando da allora per trovare i colpevoli. >>
Il periodo in cui sono arrivata a Londra: giusto, dopotutto sono stati alcuni dei vampiri seguaci dell’organizzazione in cui è finito Thomas. Ora devo resistere e fare un’ultima domanda all’ispettore per avere l’assoluta certezza: << Come sono stati uccisi? >>
<< Non dovrei dirvelo… >> risponde titubante
<< Ispettore White, loro erano i miei genitori, quindi ho il diritto di sapere. >> replico con voce rotta.
<< La prego. >> aggiungo per farlo cedere.
L’uomo sospira. << D’accordo. Entrambi i cadaveri presentano alcune punture sul collo e altre sulle braccia, oltre ad alcune ferite dovute molto probabilmente al fatto che hanno opposto resistenza. La cosa strana riguardo quelle punture è che sembra che il sangue sia stato prelevato, forse con alcune siringhe. >> fa una pausa per poi continuare: << Purtroppo non ne sappiamo il motivo e inoltre questa modalità di uccisione mi ha riportato alla mente quella dei genitori del barone Thomas Hill. >>
Anche lui come il conte Phantomhive ha il sospetto che si tratti delle stesse persone, quindi quest’organizzazione esiste già da otto anni o forse più!
<< Capisco. >> rispondo
Ovviamente non ho alcuna intenzione di rivelare all’ispettore queste informazioni per non coinvolgere persone innocenti.
<< Noi della polizia troveremo i colpevoli, ve lo prometto. >> dice determinato.
<< Sì, lo spero tanto. La ringrazio per aver risposto alle mie domande. Arrivederci ispettore White. >> lo saluto
<< Arrivederci miss Katreena. >> riattacco mettendo a posto la cornetta.
Durante il pomeriggio, Sebastian si è recato alla London University, la scuola che ha frequentato Thomas, per ordine del Conte. Io ho cercato di convincere Ciel ad andare con il maggiordomo, ma lui mi ha risposto di non volermi esporre a troppi pericoli, o di non provocare danni a causa della nuova natura che si è svegliata in me. Così ora mi trovo nella libreria con in mano uno dei tanti libri sulle leggende dei vampiri per approfondire ciò che prima leggevo per divertimento. Ma purtroppo non trovo nulla di nuovo: so già che questi sono vulnerabili alla luce del sole, ai paletti di legno e infine che dormono di giorno in una bara per poi svegliarsi di notte. In più il pensiero dei miei genitori uccisi da quei seguaci continua a perseguitarmi facendomi perdere lucidità. Ciò che so è che l’organizzazione si chiama Brimstone Society e che è guidata da una donna vampira di cui ancora non conosco il nome. Spero solo che Sebastian riesca a trovare altre informazioni, altrimenti rimarrò bloccata senza poter far nulla per Thomas e questa è una cosa che non sopporterei. Per aiutarlo devo sì indagare ma anche capire ciò che sono ora e cercare di controllarlo, anche se molto probabilmente il mio amico ne sa più di me. Ho così tante domande che vorrei fargli: chi sia stato a trasformarlo, perché quella notte mi abbia lasciato, come mai non abbia cercato di fuggire e tornare da me. Sospiro e chiudo il libro guardandone la copertina in pelle nera con il titolo “Miti e leggende sulle creature sovrannaturali.” Leggendo le ultime due parole mi torna alla mente ciò che è accaduto questa mattina con Sebastian: ho visto i suoi veri occhi e lui mi ha rivelato di essere un demone. Ciò mi dovrebbe spaventare e infatti è così, almeno in parte, ma non riesco a fare a meno di sentirmi affascinata da lui. Potrebbe essere una sua caratteristica: ho letto che i demoni sono esseri ripugnanti i quali però possono assumere sembianze di uomini o donne talmente belli da venir addirittura definiti degli angeli, e lui può tranquillamente essere definito così. Questo mi ricorda una frase che avevo sentito tempo fa: “Una volta i demoni erano angeli.” Mi domando se sia davvero così. Inoltre mi chiedo come mai Ciel abbia fatto un patto con uno di quegli esseri barattando così la sua anima. Forse a causa della morte dei suoi genitori?
 “Non è su questo che devo indagare al momento.” mi rimprovero mentalmente.
Tornando a me, le esperienze che ho vissuto in queste tre settimane hanno stravolto ancora di più la mia visione del mondo: terrificante e bellissimo allo stesso tempo. Ora però sapendo dell’esistenza di queste creature lo reputo solo terrificante.
Ad un certo punto sento il rumore di una porta che si apre per poi venir chiusa. Alzo lo sguardo verso la porta della libreria, ma non è entrato nessuno nella stanza.
<< Signorino, sono tornato. >> Sento una voce echeggiare
Ma è Sebastian! Com’è possibile che riesca a sentirlo da qui?
Mi alzo e vado ad aprire la porta ma senza trovare il maggiordomo. La richiudo e mi appoggio a questa ascoltando la conversazione.
<< Hai fatto in fretta come sempre. >> dice una seconda voce, appartenente dal conte.
<< Ho raccolto alcune informazioni dal preside della scuola. >>
<< Molto bene. Vai a chiamare lady Katreena. >>
<< Certamente. >>
Sento i suoi passi in lontananza che man mano si avvicinano sempre di più. Il corvino arriva davanti alla porta e bussa.
<< Miss Katreena, siete qui? >>
<< Sì. >> rispondo
<< Ci sono novità. >> si limita a dire.
Io e il maggiordomo ci dirigiamo nello studio di Ciel.
<< Sebastian, condividi con noi ciò che hai scoperto. >> Il corvino annuisce e inizia a parlare: << Mi sono recato alla London University come ordinato e ho raccolto alcune informazioni dal preside della scuola. Mi ha riferito che la struttura è finanziata dalla contessa Valentine Brimstone, nonché leader dell’organizzazione chiamata “Beginning of a New Era”. Oltre alla scuola, finanzia anche qualche piccolo ospedale, quindi ha molti collegamenti per ottenere del sangue fresco, oltre al traffico illegale. Ovviamente nessuno sa che ne fanno parte dei vampiri e che la stessa contessa lo è. >> Il giovane sorride beffardo. << Quindi in poche parole le persone credono che questa sia un'organizzazione formata da benefattori pronti ad aiutare il prossimo. >> << La struttura dell’organizzazione si trova fuori Londra a nord, in una villa circondata da un fitto bosco. >>
continua il maggiordomo. << Quindi ora che sappiamo dove si trova possiamo andare a salvare il barone Thomas! >> esclamo contenta.
<< Non così in fretta, lady Katreena. L’organizzazione sarà presieduta da molti seguaci, in più avremo bisogno di un piano accurato per non cadere in mano loro. >> obietta Ciel smorzando il mio prematuro entusiasmo.
<< Giusto… >> sussurro in imbarazzo per aver esultato in quel modo. Se non saremo cauti ci faremmo solo uccidere.
<< Inoltre ho un’altra informazione: il visconte Aleistor Chamber terrà un ballo in maschera nella sua villa e indovinate un po’ chi sarà l’ospite d’onore? >>
<< La contessa Brimstone! >> rispondo
Sebastian mi guarda e annuisce. << Esattamente: lei riceverà un premio di riconoscimento per aver finanziato alcuni degli ospedali che altrimenti sarebbero andati in rovina. >>
<< Questa sarà la vostra occasione per avvicinarvi a lei >> si rivolge a me e al corvino.
<< Inoltre il barone Thomas potrebbe essere presente al ballo. >> quest’ultima frase mi fa sollevare il morale. Nonostante si tratti di un'incertezza, mi aiuta sapere che potrei rivederlo e finalmente salvarlo.
<< Conte, voi non verrete? >> gli domando
<< Mi esporrei troppo se lo facessi. >> si limita a dire con un leggero imbarazzo nel suo tono di voce.
<< Capisco. >>
<< Quando si terrà il ballo? >> chiede il giovane.
<< Il 31 Ottobre alle nove di sera. >> risponde leggendo il foglio su cui ha scritto tutte le informazioni ricavate.
Il giorno di Halloween... che ironia! << Abbiamo due settimane di tempo per pensare a un piano. Sebastian, durante questo periodo, allenerai lady Katreena come già ordinato. >>
<< Certamente. Ho intenzione di cominciare questa notte stessa. >> risponde guardando il suo padrone e poi me. Ricambio lo sguardo nervosamente e il maggiordomo inarca le labbra in un mezzo sorriso compiaciuto.

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Salve a tutti! Sì sono viva e sono finalmente riuscita a finire il settimo capitolo! Meglio tardi che mai, giusto? Se vi va lasciate una recensione per dirmi cosa ne pensate ^^
Ci vediamo!
KuroHeart
   
 
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