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Autore: NicoleInWonderland    30/09/2018    0 recensioni
È impossibile scrivere una trama alla storia di una vita, specialmente quando la vita in questione è quella di Soraya. Una ragazza che fino ai 5 anni aveva vissuto tra Sud America,Africa, Asia ed Europa. Potrete pensare che in quegli anni abbia vissuto le migliori avventure,ma in verità l'avventura più importante,la vita, per lei ebbe inizio in un posto preciso: Beaumont,Texas.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Scolastico, Universitario
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Più che una camera da letto, la stanza di Soraya pareva un museo. Un museo abbandonato a sè stesso,visto com'era disordinata. Le pareti erano dipinte di un verde smeraldo molto pallido e coperte da teli egiziani, persiani e turchi con diversi motivi e colori. La libreria di fianco al grande letto traboccava di cimeli e libri  provenienti da tutti i viaggi e i posti dove aveva vissuto prima di stabilirsi a Beaumont a sei anni per via del lavoro di David,suo padre. Essere chiamato per lavorare alla NASA era stato all'inizio fonte di grande vanto per David e Luz, la madre di Soraya; ma con il passare dei mesi il lavoro lo assorbì tanto da passare sempre meno tempo con la figlia e la moglie. Quando Soraya iniziò le elementari ci mise tempo ad abituarsi. I bambini la prendevano in giro per il modo in cui parlava. Dicevano che aveva un accento strano e che i suoi genitori erano vagabondi perchè erano stati in tantissimi posti. Il fatto che fosse nata in Egitto, avesse vissuto in Francia, Italia, Sud America e Asia e che sapesse parlare spagnolo,italiano e un pò di giapponese era fonte di beffa per i compagni. Poi il suo nome. Dio, odiava il suo nome. Lo storpiavano sempre: Soria, Sorala, Soriria,  nessuno che lo azzeccasse al primo colpo. Aveva un bruttissimo ricordo dei primi anni di scuola. In più i genitori iniziarono a litigare, poi a lanciarsi oggetti, poi a non parlarsi più. Poi. Poi. Poi. Poi rimase sola con suo padre. E da lì la sua vita iniziò a declinare. O così pareva a lei.

 « Scusami tu sei Sorascia?»  chiese una voce femminile mentre Soraya frugava nel suo armadietto in cerca di un assorbente. Merda erano finiti,e ora cosa faceva? Avrebbe dovuto spendere 2 dollari al distributore in bagno. Che palle.
 « Oi ci sei? Parlo con te»  chiuse l'anta dell'armadietto e davanti a Soraya apparve una ragazzetta bionda con scintillanti occhi verdi e l'apparecchio. 
 « Sono Soraya,non Sorascia»  rispose a denti stretti.
 « Giusto, si, scusa. Mi spiace se ti disturbo, avrei un pò di domande da farti. Oddio aspetta detto così sembro una stalker.-la ragazza arrossì visibilmente- Allora, io sono Audrey e sono al secondo anno non so se ci siamo mai viste in ogni caso io faccio parte del giornalino della scuola e dovrei trattare del tema del viaggio nel giornale di fine anno e visto che si dice in giro che sei una che ha girato il mondo ho pensato di venire a parlare con te»  parlò in modo tanto veloce che quando finì aveva il fiatone.
Audrey non le fece una buonissima impressione all'inizio. Sembrava una tipa svampita e lunatica, però da quando aveva iniziato le medie l'anno prima, non aveva fatto amicizia con nessuno quindi non vedeva perchè rifiutare un tentativo di socializzazione.
 « Mmmh, si va bene.» 
 « Davvero? Cioè, bene! Ci troviamo in caffetteria in fondo alla strada?» 
 « Se vuoi puoi venire a casa mia dopo scuola. Non c'è nessuno in casa» 
 « Grande! Allora ci becchiamo a fine lezione,Ciao!» .
E se ne andò così com'era venuta,saltellando come un coniglio.

Soraya era un pò ansiosa di avere ospiti. Le volte in cui aveva invitato qualcuno nella sua dimora si potevano contare sulle dita di una mano. Audrey rimase esterrefatta dalla casa. Era nuovissima e maestosa, in stile vittoriano. L'interno era luminoso con ambienti grandi,ma la parte che preferì fu camera di Soraya. Era grande ma non troppo e ovunque piena di oggetti. 
 « Hai una casa meravigliosa! Questo letto è grosso quanto camera mia!»  disse Audrey mentre rimbalzava sul materasso. Soraya non gradiva molto il suo letto. Era troppo grande per una ragazzina di 13 anni ed in inverno moriva di freddo.
 « Allora. Cosa mi vuoi chiedere?» 
 « Oh giusto. Scusa mi sono distratta.» 
Si misero comode nel lettone ed Audrey tirò fuori dal nulla un taccuino e una matita. 
 « Dunque Sora...ya» 
 « Chiamami Sora»  le disse sorridendo.
 « Sora! Mi piace!» 
Le fece domande su domande: quanti posti aveva visitato, quante lingue parlava,cosa ricordava e altro ancora. Soraya si stupì di quanto potesse essere bello e liberatorio parlare con qualcuno. Nonostante le due fossero così diverse divennero grandi amiche, tanto da decidere di iscriversi allo stesso liceo e magari di andare allo stesso college.
 

Gli anni passarono, qualche volta velocemente, altre decisamente meno. Al liceo Audrey divenne Cheerleader ed iniziò ad uscire con i "popolari". Rispecchiava a pieno le tipiche Barbie nelle serie tv:bionda, bel fisico, labbra provocatorie e denti bianchissimi. Soraya, invece, per il suo aspetto un pò 'disfatto' per via di un delicato dread sotto i capelli mori,la frangia corta,qualche orecchino di troppo e i vestiti larghi entrò nel gruppo dei frichettoni. Non che volesse essere alternativa, era finita lì e basta. La cosa non la disturbava più di tanto, e ad ogni modo immaginava che sarebbe successo visto che gli adolescenti avevano un bisogno impulsivo di etichettare qualsiasi cosa. Nonostante la differenza tra le due ragazze che sembravano provenire da due mondi diversi, erano vincolate da un'amicizia pura ed imperitura che avrebbe impedito a qualsiasi etichetta di separarle.

Era un venerdì pomeriggio e le lezioni erano finite d'un pezzo. Soraya era seduta sugli spalti mentre aspettava che Audrey finisse gli allenamenti. Era autunno inoltrato ma nonostante il freddo, il cielo era limpido e il sole regnava sovrano. Soraya attendeva fumando una "sigaretta speciale" in compagnia del libro 'orgoglio e pregiudizio' mentre si stringeva nel felpone di lana. Fumava in modo aggressivo, più per riscaldarsi che sballarsi.
 « Dovresti darti una calmata,ragazzina.» 
Era un ragazzo alto e magro a parlare. Si sedette di fianco a Soraya con fare sicuro. Lei si guardò attorno poi lo fissò e gli sorrise cercando di nascondere la "sigaretta".
 « Come scusa?» 
Lui indicò ciò che lei tentava di eclissare.
 « La canna. Se fumi cosi velocemente te ne pentirai tra non molto. Ti inizierà a girare tutto, vedrai un pò a rallentatore e probabilmente vomiterai» .
Soraya si fece seria e con fare brusco buttò la canna per terra,la pestò con lo stivale e raccolse le sue cose.
 « Non so cosa pensi che stessi facendo,ma se lo dici a qualcuno giuro che..giuro che ti faccio diventare pelato. Ragazzina poi??? avremmo si e no la stessa età!» .
Iniziò ad incamminarsi verso il campo di gioco dove si trovava Audrey quando un braccio la bloccò.
 « Ehi,aspetta! Non volevo inportunarti. E  cos'è sta storia del pelato? »  chiese lui sghignazzando.
 « Sono sicuro che potevano venirti in mente minacce migliori» .
Soraya sfilò il braccio dalla sua presa.
 « Si può sapere che vuoi?» 
 « In verità niente. Giravo da queste parti e ho sentito un odorino famigliare,così mi sono avvicinato pensando di trovare dei miei amici. Ma eccoti qui. Sinceramente all'inizio pensavo fossi una teppistella delle medie» .
Soraya lo fissò arrossendo leggermente, le capitava spesso che le persone dicessero che appariva più piccola della sua età. Il ragazzo era affascinante con quei capelli ramati lunghi quasi fino alle spalle e il naso leggermente all'insù. Soraya avrebbe dato qualsiasi cosa per un naso come il suo,anche se non si poteva lamentare.
 « Ho sedici anni comunque.Ora, visto che abbiamo chiarito il malinteso..Ciao» 
 « Aspetta...ti va?> disse lui mostrando una sigaretta fatta a mano che sigaretta non era.
 « Mi dispiace di averti fatto buttare l'altra,quindi ho pensato di farmi perdonare così» 
 « Non so nemmeno chi sei nè cosa ci hai messo lì dentro,quindi no. Grazie» 
E si rimise sui suoi passi.
 « Mi chiamo River- gridò lui-sono al secondo anno qui alla Beaumont United High School e vorrei diventare veterinario. Mi piace la pizza e ho un cane che si chiama God» 
Ancora oggi a pensarci Soraya non sa dire perchè si fermò per poi tornare da lui. Insomma, quello che aveva detto non aveva molto senso. 
 « Che cane?» 
 « Cosa?» 
 « Il cane. Di che razza è?» 
 « Oh,è un meticcio. Però assomiglia molto ad un pastore tedesco» 
 « Ho sempre voluto un animale,ma mio padre non me l'ha mai permesso» 
Soraya non sapeva spiegare come si sentisse, ma era certa che ciò che stata vivendo sarebbe stato un inizio. 
 « Spero per te che sia buona»  Disse lei mentre il ragazzo le porgeva la 'sigaretta'.
Quando i due si sedettero negli spalti una pioggia improvvisa iniziò a precipitare.
In perfetta sincronia sollevarono la testa verso il cielo perfettamente limpido e poi si guardarono sorridendo per la magia del momento.
 « Piove col sole!» .

È la prima storia che pubblico. Amo leggere cosi come amo creare storie dal nulla.  Spero che il mio racconto vi piaccia anche se in sostanza non è nemmeno cominciato!
   
 
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