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Autore: JeanGenie    30/09/2018    5 recensioni
[Post - TLJ]
"Ci affronteremo là, dove la Luce e l'Oscurità si incontrano"
Genere: Avventura, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Chewbacca, Finn, Kylo Ren, Poe Dameron, Rey
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Lindòrea'
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10

Loving and fighting the mirror I need
Dearest I'm down on the ground
Waiting to see where to the storm leads
It's my blood that bleeds from your wounds
Dearest you're all that I need
Forever yours, forever yours
I'm here to stay
Cause in your arms, in your arms
I feel so safe

(Xandria, Forever Yours)

 

 

Se lei è una Jedi, allora sta per perdere del tutto la giusta direzione. Dolore, rabbia, rancore. Non ha con sé la sua spada e sta morendo avvelenata. In estrema sintesi, la sua situazione fa davvero schifo. Il suo carceriere la consegnerà a Hux viva o morta. E lei sarà morta fra pochi minuti. Lo sa, lo sente. Il suo corpo si ribella, si rifiuta di obbedirle. È solo dolore. Non ha scelta. Per uscire da quella situazione ha una sola possibilità. Il weequay ha una mente pensante. Il suo cervello non è troppo diverso da quello di un essere umano. Lei lo vede. Gangli, materia grigiastra, vene pulsanti, cellule. E la Forza, che fa funzionare quel perfetto meccanismo. La Forza unisce e la Forza disgrega. Rey percepisce, definisce, ordina. Focalizza il proprio potere e colpisce come farebbe un seguace del Lato Oscuro.

Devo sopravvivere, si ripete, mentre i polmoni del suo rapitore si bloccano, incapaci di espellere aria. Non emette un lamento mentre muore, ma il braccio che la tiene ferma si fa inutile e inerte. Deve liberarsi del pilota, ora. Sa bene che quello che sta facendo è sbagliato, che un Jedi deve usare i propri poteri unicamente come difesa. Uccidere a sangue freddo, con premeditazione, potrebbe farla smarrire per sempre. Ma non ha chiesto lei di essere ferita, avvelenata, sequestrata.

Farò in fretta. Non sentirà niente, si giustifica mentre il cuore del pilota, sussulta, diventa freddo e poi si blocca in un ultimo battito.

Adesso devo…

Stringe i denti tentando di arrancare verso i comandi. Ogni volta che il braccio sinistro urta un ostacolo, una fitta lancinante la lascia senza fiato, ma deve prendere il controllo del caccia o rischia di schiantarsi contro la nave di appoggio o di precipitare contro una delle lune di Tatooine.

Spintona via il cadavere e si siede al suo posto. Non è certa di essere nelle condizioni di pilotare, ma almeno non è più prigioniera.

Riesce ad usare solo la mano destra e per arrivare ai pedali deve allungarsi in modo innaturale.

Ma quanto misurano le gambe di Ben dall’anca alla caviglia? si chiede tentando di schiarirsi la vista. Il Silencer ruota su se stesso. La sagoma che ha davanti di sicuro è la nave ammiraglia dei pirati e intorno a lei vede i loro caccia ingaggiare battaglia con una flottiglia di X-Wing della Resistenza. E poi c’è il Falcon. E il Falcon fa fuoco.

E io sto impazzendo. Il veleno è arrivato alla testa e io sto avendo solo una serie di assurde allucinazioni.

Come uno sciame di insetti su una carogna, le navi si affollano intorno alla Finalizer come se si stessero contendendo un succoso bottino.

Deve fare qualcosa. Sta morendo. Deve comunicare con il Falcon, avvisarli che ha due cadaveri a bordo e che deve essere salvata. Deve farlo prima di perdere conoscenza. Ma ha una sola mano utile e non riesce a usare i comandi alla sua sinistra. Il suo braccio, gonfio e nerastro, sembra ormai una forma totalmente aliena al suo corpo.

Il ragazzino…

Cerca Han con il pensiero, scava e fruga nello spazio di fronte a lei, oltre le pareti del Falcon. Lui sa usare naturalmente la Forza. Forse riuscirà a sentirla. Invece non accade nulla. Le risponde solo il silenzio. Si chiede dove sia Ben e perché lo senta tanto vicino. Forse è tornato sulla Finalizer. Ma, se così fosse, avrebbe già fatto fuoco dallo Star Destroyer contro i caccia all’attacco.

Ed era su Tatooine, poco fa. E io sono sul suo Tie. Sto perdendo la cognizione del tempo. Non può essere qui. Eppure… Ben?

Una vibrazione nella Forza le squassa lo stomaco. Possibile che sia sul Falcon? Lo sente. Lo sente chiaramente. Non lo sta immaginando.

Ben…

Si focalizza su di lui. Non ha la forza di parlargli in modo diretto. Può solo offrirgli immagini dell’abitacolo del caccia e lasciare che le elabori da sé. Due cadaveri, e lei, preda di una cancrena divorante. Sì, tra un istante sarà morta, ma farà fuoco contro i cacciatori di taglie, anche se sarà costretta a sparare alla cieca, perché anche i suoi occhi funzionano male. Non vuole morire nell’apatia. Non vuole morire affatto. Ma non ha molta scelta. Fra poco non riuscirà piu a usare neppure un dito.

Poi ricorda le parole di Luke. Emergono improvvise da un pensiero nascosto come se fossero una scialuppa di salvataggio. La Forza è ovunque. Compenetra ogni cosa.

Ogni cosa?

Non sa se sia possibile, ma cos’ha da perdere? Deve tentare e mettere a frutto gli ultimi scampoli di concentrazione che le restano.

Se ne esco viva, giuro che la smetto di farmi domande stupide. Se ne esco viva… non avrò più paura di nulla.

 

****

 

Aveva immaginato di dover combattere ma non avrebbe mai pensato di trovarsi nel mezzo di un’autentica battaglia. Manovrare il Falcon è un’impresa. È abituato all’estrema sensibilità dei Tie e quella carretta ha bisogno di una mano pesante.

Va revisionato da cima a fondo. È rimasto per troppo tempo ad arrugginire nel deserto di Jakku.

I due schieramenti si stanno sparando addosso intorno alla Finalizer. È probabile che vogliano appropriarsene ma averla non sarà facile per loro . Gli scudi sono attivi, i droidi artiglieri sono pronti a fare fuoco non appena lui darà l’ordine. Non ha passato mesi a rendere la nave indipendente da ogni presenza umana solo per noia. Solo lui puoi inviare i codici per sbloccare le vie d’accesso. Fino a quel momento la Finalizer è perfettamente protetta dai deflettori. Lui deve concentrarsi su altro. Ciò che conta è che, da un lato, ci sono i pirati che hanno preso Rey, dall’altro un manipolo di ribelli sbucati dal nulla. Si sparano addosso ed entrambe le fazioni vorrebbero vederlo morto. Il Silencer, intanto, procede verso un incrociatore Gozanti.

Una farsa. Una nave del genere in mano ai pirati. Fantastico. Ci mancava solo questa.

Deve raggiungere la Finalizer e attirare il Silencer a bordo ma sarà dura passare attraverso il fuoco incrociato.

Ripetiti che è ancora viva. Chiunque altro sarebbe già morto. Ma non lei. La mia Rey è viva.

Due X-Wing stanno facendo fuoco addosso al Tie. Non sanno che a bordo c’è una di loro, gravemente ferita. Proteggere il Silencer è l’unica cosa importante. La nave d’appoggio dei ribelli è un’Acclamator rimodernata e quasi irriconoscibile rispetto al modello di partenza ma i pirati sono più numerosi.

“Prendi i comandi” dice a Chewbacca, alzandosi. “Han, sulla torretta inferiore.”

“Cosa? Ma io non l’ho mai fatto.” Il ragazzino sembra in preda al panico. Prevedibile. Ma non hanno scelta.

“Allora stai per imparare. Prendi la mira e fai fuoco. Tutto qui. Dobbiamo proteggere il Silencer. Chewie, dobbiamo arrivare all’incrociatore. Vedrò di sgombrarti la strada.”

Chewie… Uno nomignolo che non ha usato più da una vita. Il Wookiee non protesta. Se sta ancora pensando che desidera la sua morte, allora non lo dà a vedere. Sa benissimo anche lui che proteggere Rey è la priorità.

Kylo Ren sale sulla torretta e dà inizio al suo gioco preferito. Ha come l’impressione che il Falcon gli si sia ristretto intorno. Dopo tutto, non sale lassù da quando aveva tredici anni ed era alto trenta centimetri di meno. Una comunicazione in ingresso gracchia nei suoi auricolari.

“Millennium Falcon? Chi c’è a bordo? Chewbacca?”

Conosce quella voce. È invecchiata ma inconfondibile. Negli altoparlanti sente Chewbacca rispondere a grugniti entusiasti.

“Chewie! Vecchio mio! Che diamine ci fai qui? Non eri in giro con la ragazza di Jakku?” chiede il nuovo arrivato.

Chiacchiere inutili. Non è il momento giusto.

Kylo Ren si inserisce. Deve chiarire la situazione immediatamente. Quei due avranno tempo dopo per le loro idiozie.

“Lando…”

Per un attimo gli risponde solo il silenzio, poi la voce di Lando Calrissian si fa brusca.

“Chi è? Identificati.”

“Non dovete fare fuoco sul Tie” risponde lui, schivando la domanda piu spinosa. “Non dovete assolutamente fare fuoco sul Tie. C’è una dei vostri a bordo. Ed è ferita.”

“Con chi sto parlando? Chewie, chi è?” insiste Lando.

È il momento di decidere. “Lando… Sono Ben. Fai come ti ho detto. Dovete proteggere il Tie a tutti costi. Farò fuoco dallo Star Destroyer non appena sarò a bordo.”

Ha usato il suo nome. Ha detto “Sono Ben” e la lingua gli brucia. Non ha avuto scelta. Non sa cosa sappia Lando. Non importa. Salvare Rey è l’unica cosa importante. Al resto penserà dopo.

Continua a fare fuoco, spalleggiato egregiamente dal piccolo artigliere alla torretta inferiore. Poi, quando sono abbastanza vicini, entra in comunicazione con la Finalizer e fa sollevare gli scudi.

“Chewie, portaci a bordo…” grida nell’interfono.

Si avvicinano a velocità massima. In quel momento il Silencer, inaspettatamente, fa fuoco sul cargo pirata.

Cosa?

Un’altra voce in entrata gli fa l’effetto di uno schiaffo.

“Ben... Non mi sento per niente bene…”

“Rey!” È lei alla guida. Non sa come sia possibile, ma è libera. E riesce a pilotare e a sparare.

Per tutte le stelle, piccola … io lo sapevo. Lo sapevo. Tu non molli mai. Adesso torna da me.

Dovrebbe essere già morta. Dovrebbe. Ma lei è speciale. Troppo speciale per piegarsi alle leggi naturali. Se si è mai sentito tanto felice prima di quel momento, Kylo Ren non lo ricorda. Si scopre a ridere in preda all’euforia. Rey. Rey, che si salva da sola. Rey, che non conosce momenti critici. Il Falcon sale a bordo della Finalizer. I motori non sono ancora spenti quando Kylo Ren scende e si mette in comunicazione con i droidi in plancia e ordina di fare fuoco sulla nave pirata. Deve far attivare il raggio traente. Deve…

Con una doppia piroetta disastrosa il Silencer entra nell’hangar senza bisogno di essere trascinato. Ruota, urta contro le paratie, scatenando cariche elettrostatiche e un principio di incendio. Un attimo dopo anche due X-Wing salgono a bordo ma lui non ci bada. Non conta la faccia invecchiata di Lando Calrissian. Non conta il resto dell’equipaggio del Falcon. Non contano i piloti della Resistenza che si guardano intorno spaesati. Lui si getta sul Silencer mentre i droidi spengono le fiamme.

Apre l’abitacolo e tira fuori Rey, ignorando gli altri due corpi senza vita. Respira ancora e le vene nerastre le arrivano al collo. Il veleno avrebbe dovuto ucciderla da un pezzo. Il suo colorito è terreo, le labbra livide e crepate.

“Un droide medico! Presto!” urla nel comunicatore. La prende in braccio tentando di non farle male e la porta a terra. È al limite dell’incoscienza. Il braccio sinistro, completamente annerito, è del tutto inerte.

“Che sta succedendo? Cosa hanno fatto a Rey?” Lando è di fronte a lui e ha l’espressione di chi nutre un sospetto ma vorrebbe celarlo.

Kylo Ren si chiede come la conosca. Non sapeva che Lando fosse con la Resistenza. Non importa. La stringe in attesa che la portino in infermeria e continua a dirle che andrà tutto bene ma non è certo che lei riesca a sentirlo.

Perché non dovrebbe? Niente potrebbe mai impedire ai nostri pensieri di trovarsi.

La fa stendere una barella, mentre due droidi iniziano a praticarle le prime cure.

“Fa male. Fa male.” Lei sta trovando la forza di parlare ma la sua voce è debole.

“Lo so, Rey, lo so. Tieni duro. Presto starai meglio.” I droidi le iniettano immediatamente l’antidoto. Non gli resta che sperare che non sia troppo tardi.

“Ben… il braccio. Non farmelo tagliare, per favore.” Lei lo sta pregando. Deve mentirle? L’arto è gonfio e nero. Deve farle un’altra promessa che non potrà mantenere?

Kylo Ren le accarezza i capelli e le bacia la fronte ricoperta di sudore gelido. “Stai tranquilla.”

Non è solo il braccio il problema. Il veleno potrebbe aver gia attaccato gli organi vitali. “Tu devi solo tenere duro un altro po’. Abbiamo un duello in sospeso, non dimenticarlo.”

La stanno sedando. Presto dormirà e i droidi potranno agire sul suo corpo e ripulirla a dovere. I suoi begli occhi si fanno opachi. Non vuole perderla. Non vuole. La vuole vicina. Lei deve esistere. Ne ha bisogno. Un mondo senza Rey non ha ragione di essere. “Salvatela” ordina ai droidi. “E lasciatela perfettamente integra. Non deve perdere nemmeno un’unghia, mi sono spiegato?”

Le sta ancora tenendo la mano ma deve lasciarla andare.

“Ti amo, Ben…”

Quelle parole gli fanno gelare il sangue. L’ha detto prima di chiudere gli occhi. Non l’ha fatto coscientemente. Eppure quella frase ha il suono di un cataclisma.

Non farlo. Non farlo, Rey.

Lui distrugge ciò che ama. Lei non deve. È pericoloso. La guarda scomparire nell’ascensore, ormai addormentata. Non può essere quella l’ultima immagine che avrà di lei in vita. Non possono essere quelle parole sbagliate le ultime che le ha sentito pronunciare.

Nell’hangar della sua nave ci sono caccia ribelli. Feriti ribelli, piloti ribelli. Cosa è andato storto? Non hanno preso la Finalizer. Gliel’ha consegnata. Stanno sfruttando le sue risorse, riparando i loro mezzi, infestando il suo ponte di lancio principale. Una cosa del genere non sarebbe mai dovuta accadere.

“Ben…” Kylo Ren sobbalza quando avverte una mano sulla spalla. Lando, ovviamente. Con una tuta da pilota addosso abbellita da una sciarpa viola che brilla a ogni minimo movimento. Non importano le rughe intorno ai suoi occhi e i baffi diventati grigi. Per Lando sarà sempre una questione di stile. “Mi spieghi cosa sta succedendo?”

Lui scrolla via la sua mano. Ha addosso gli occhi di Chewbacca e del ragazzino. Perfino dei due droidi di sua madre. È l’equipaggio piu strano con cui abbia mai avuto a che fare.

Non ha tempo da perdere con loro. Deve assicurarsi che l’ammiraglia pirata venga distrutta. Nessuno può permettersi di trattarlo come una preda. Dal suo comunicatore contatta il ponte principale ordinando di raddoppiare il fuoco. Gli piacerebbe assistere. Ma risparmiare tempo è la priorità.

“Sei impazzito? Rischi di colpire i nostri” protesta Lando.

I nostri? È una situazione grottesca. I nostri…

“Allora falli rientrare in fretta” risponde Kylo Ren impassibile. Lando esita solo un istante, poi dà l’ordine ai suoi uomini ancora in volo di salire a bordo dello Star Destroyer o di ritirarsi sull’Acclamator. Dopo pochi istanti il cargo pirata viene polverizzato. Il silenzio che segue è di quelli sospesi fra dubbi, menzogne e domande, ed è Lando a spezzarlo.

“Abbiamo dei feriti” dice.

“Lo vedo.” Kylo Ren si chiede se davvero Calrissian pensi che quello possa essere un suo problema.

Lando fa un gesto plateale, come per dire che è seccato. “Non hai altra attrezzatura medica, a bordo?”

Kylo Ren, con la coda dell’occhio, osserva il Silencer accartocciato su se stesso. Quella vista gli provoca un nuovo moto di rabbia. “Fai curare i tuoi uomini. E sgombra il ponte di lancio appena puoi.”

Non sa come mai si senta tanto generoso. Probabilmente ha solo fretta di togliersi da quel fastidioso impiccio.

“Sta bene, Altezza?” domanda C-3PO mentre Lando e Chewbacca trovano finalmente il tempo di abbracciarsi. “Che sollievo rivederla sano e salvo. Sapevo che prima o poi avrebbe ritrovato il senno. Anche la principessa lo sapeva.”

Kylo Ren lo incenerisce con lo sguardo. È un vero peccato che i droidi non avvertano la tensione.

Adesso cosa accadrà? Ha i nemici a bordo. Non ha idea di come uscirne. Ma, al momento conta solo Rey. Ha bisogno di sapere come sta, invece di perdere tempo lì.

E poi… loro potranno prendersi cura di lei.

“È completamente automatizzata. Solo droidi. Come riesce a operare?” chiede Lando guardandosi intorno.

Le sue domande non sono quelle che Kylo Ren si aspettava. Lui resta zitto, aspettando una mossa falsa. Non si lascerà prendere facilmente.

“Comunque… questa è stata una sorpresa. Cosa ci fai qui?” insiste Calrissian con un sorriso fasullo sotto i baffi curati. Da quanto tempo non si vedono? Era un bambino adorante, allora. Zio Lando gli portava sempre dei regali magnifici. Ha dovuto lasciare tutto quando è andato via con Luke.

“È una domanda che dovrei farti io. Non sapevo che stessi con la Resistenza.” Kylo Ren lo studia con attenzione. Il suo nome non compare nelle liste dei ricercati ma non lo sorprende affatto ritrovarlo schierato con i ribelli. Quell’uomo ha partecipato alla guerra contro Palpatine. Per quanto faccia, non riesce a non farsi coinvolgere.

“Cos’altro potrei fare, secondo te?” risponde con un’alzata di spalle. “Tua madre mi ha chiesto aiuto dopo la disfatta su Crait. E ho fatto ciò che ritenevo giusto.”

Ovviamente...

“Ci hanno segnalato questa magnifica ammiraglia in orbita vicino a una delle lune di Tatooine” continua Lando. “Una volta appurato che non c’erano forme di vita nei paraggi abbiamo tentato di prenderla. E quella gente ha avuto la stessa idea. Ma, a quanto sembra, avevi già provveduto tu.”

Sei fasullo come il tuo mazzo di carte truccate…

Kylo Ren si aspetta un grugnito di disapprovazione da parte del Wookiee, ma Chewbacca non lo smentisce. Ed è la cosa piu assurda dell’intera faccenda.

“Ma veramente, signore …” inizia C-3PO.

“Spegniti!” ordina Kylo Ren.

Il droide tace e finisce in stand by. Perfetto. È bello vedere come il comando che ha settato sulla sua impronta vocale funzioni ancora. È un trucchetto di cui neppure sua madre è mai stata a conoscenza. Ma c’erano dei momenti della sua infanzia in cui la parlantina del droide protocollare gli risultava intollerabile.

“Dovrò avvisare gli altri che Rey sta bene” prosegue Lando senza badare troppo al droide. “Eravamo in ansia per lei. Temevamo che Kylo Ren l’avesse uccisa. E tu? Tua madre mi ha detto che eri in viaggio e che non ti vedeva da anni. Mi dispiace per la tua perdita. Mi dispiace moltissimo. Lei e tuo padre…”

“Ne parleremo piu tardi” taglia corto Kylo Ren. “Rimetti in piedi i tuoi uomini. E poi tornate su Tatooine o ovunque vogliate andare. Non vi voglio qui.” Poi lascia il ponte di lancio mentre Han gli corre dietro urlando “Aspetta, maestro!”

Deve comunicare ai remoti e ai droidi armati di fare fuoco su chiunque mostri atteggiamenti ostili. Ci sono troppi nemici a bordo e non si fida di nessuno di loro. I suoi sistemi di difesa dovranno colpire per uccidere alla prima mossa falsa.

 

*****

 

 

Rey avverte qualcosa di freddo contro la testa che pesa sullla fronte come un morsetto gelato. Stringe i denti mentre qualcos’altro le penetra nel braccio sinistro. Ma, se sente tutto quel dolore, allora vuol dire che è ancora viva. Sta sudando e ha freddo, un freddo umido e insinuante, che le penetra fin nelle ossa. È stesa in una capsula. È un’altra esperienza nuova che avrebbe evitato volentieri di fare. Il muso metallico di un droide medico è chino su di lei e le dice “Ora dormirai. Dobbiamo intubarti, sedarti e ripulire il tuo organismo dalle tossine.”

Vivrò? vorrebbe chiedergli Rey, ma non importa. Se dovesse morire, accadrà nel sonno e non si accorgerà di nulla. Ha importanza? Dopo tutto, sta bene. Ha la testa leggera. Non sente piu niente. E la mano di sua madre è poggiata sul suo viso.

Solo che tu non sei mia madre.

L’ha già vista. L’ha sognata. È la donna con i fiori fra i capelli. Rey pensa di nuovo che al mondo non possa esistere nulla di più bello. Le labbra perfette hanno una piega triste. Le piacerebbe davvero vedere il suo sorriso.

Vieni con me” dice la bellissima creatura mentre si china su di lei e i lunghissimi e morbidi capelli scuri le sfiorano il volto.

Dunque è così che si muore. È così che vengono a prenderti. Rey si solleva a sedere o almeno crede di farlo. Scivola via dalla capsula medica, poi si volta e vede il suo corpo. Un tubo nella gola. Aghi nelle braccia che trasportano un liquido scuro e infetto per rimpiazzarlo con qualcosa di rosso, sintetico e sano. Il coperchio della capsula cala su di lei. Rey si osserva con distacco e nostalgia, poi si volta di nuovo verso la donna e si lascia prendere per mano. È minuta, sottile, splendida. Sembra la grazia fatta persona. Dietro di lei, c’è solo luce. Rey prova il desiderio di respirare quel bianco abbagliante. Dovunque lei voglia portarla, la seguirà senza fare storie.

“Sto morendo, vero?” chiede, ma non ha paura. Prova solo un velo di tristezza per le persone che ama e che dovrà lasciare indietro.

Non se possiamo impedirlo” risponde la sua guida e finalmente Rey scorge l’ombra di un sorriso.

“Eri una Jedi anche tu?”

Nel momento stesso in cui formula quella domanda, si rende conto che non è così. È solo una donna che non riesce a riposare, che ritiene di avere ancora qualcosa da fare. Non è un Fantasma della Forza. È solo uno spirito gentile.

No. Stai solo sognando” le risponde la sconosciuta. È una risposta semplice che non le dice molto, ma Rey decide di non insistere. “Sai cos’è quella luce, Rey?”

“Lindòrea?” Un luogo splendente dove tutto è in armonia.

La donna sorride e diventa ancora più bella. “È così che la immagini?”

“Non lo so. Non ci ho mai pensato davvero. Se muoio, non la vedrò mai.” Non può dirle che tutto ciò che immagina, quando pensa a Lindòrea, sono le sue dita che sfiorano quelle di Ben.

Rimpianto e rimorso. Lei li ha provati. Chiunque sia, li ha provati. E li sto provando anch’io. Non posso ancora andarmene.

La donna si volta e le prende il viso fra le mani. “Tu puoi farlo. Puoi raggiungere Lindòrea. Nessuno è mai arrivato alla fine del viaggio.”

Rey chiude gli occhi. Il dolore torna. La Forza le offre immagini di un passato che non è il suo. Quello è Anakin. Con lui ci sono un uomo e una ragazza Togruta. La parola Mortis le sfiora la mente ma sa che non conta. Lindòrea è oltre.

“Lui non vuole.” Ben. Come potrà trovare quel luogo senza Ben? Ha detto di voler raggiungere il centro della Forza. Ma sta sbagliando strada. Mortis? Non sa che quel luogo è perduto. Che non è lì che dovrà cercare.

Lui ha paura” mormora la donna.

“Paura? Kylo Ren? Lui fa paura agli altri.” Conosce le sue debolezze, i suoi timori, ma non lo hanno mai frenato. Piuttosto che ammetterli, diventa distruttivo e pericoloso.

Anche a te?” chiede la donna rivolgendole uno sguardo gentile.

Rey si ferma. La risposta che vorrebbe darle le si strozza in gola. Non può mentirle. Quello è il motivo per cui tra loro due non ci sarà mai pace. Ci sono momenti in cui lui continua a terrorizzarla. Nonostante tutto, non riesce a dimenticare che il suo Ben altro non è che la parte migliore della creatura con la maschera. “A volte” risponde alla fine. È facile volere bene a Ben. Ma c’è l’altro aspetto di lui. Il mostro che lui nutre e accarezza come se fosse un angolo in cui rifugiarsi. Lei non potrà andare oltre finché non lo accetterà del tutto.

E io? Perché continuo a dirmi che in me non esiste l’ombra?

Cammina con me , Rey. Volevo parlarti da tempo.” La donna le prende la mano e la esorta a proseguire. Non sono sole. Evanescenti come un ricordo memorie in forma umana le circondano. Rimasugli di anime di storie. Sussurri. Gli occhi pieni di lacrime di un bambino nato su Dathomir, due giovani contadini che si sposano sotto i due soli di Tatooine, una ragazza bruna che si aggira tra i vicoli sporchi di Corellia. E di nuovo la fanciulla Togruta, non più bambina, senza più speranza, invecchiata, sapiente, ferita. Il tempo non conta. Un ragazzo cammina. Un ragazzo ascolta. O forse è già successo. E la sente. La sente arrivare da un’altra era. La Forza chiede. La Forza ordina. In quanti hanno già tentato? L’equilibrio è così complesso? Il Lato Oscuro cerca sempre di violarlo.

“Sono tutti morti?” chiede Rey.

Pensi che questo sia l’Oltretomba? Questo è solo un riflesso del mondo attraverso i mondi” le spiega la sua guida. “Quando ti sveglierai, dovrai lasciarti indietro tutto. Lo sapevi. Ne eri consapevole. Sei pronta a dire addio?”

Rey non ha bisogno di pensare. La sua risposta è dura e decisa. “No”.

Si dimenticheranno di lei. Le loro vite non si incroceranno mai più. La sola idea la fa sentire di nuovo male.

Lo immaginavo. Per questo sono qui. Guarda” la donna punta l’indice di fronte a loro. Rey riconosce immediatamente una delle sale riuniono della Finalizer. Ben. Il viso stanco, un holopad davanti a sé e, seduto vicino a lui, c’è Lando Calrissian, il vecchio compagno di battaglia del generale Organa. Stanno parlando animatamente ma i pensieri di Ben sono altrove.

Rey…

I pensieri di Ben sono con lei. Vorrebbe toccarlo ma sa di non poterlo fare perché lei non è davvero lì.

E non è davvero su Jakku. Nell’ufficio caotico e sporco di Unkar Plutt. Il suo vecchio datore di lavoro sta bevendo. Un rivolo di saliva gli cola dalla bocca. Borbotta qualcosa, pronuncia un nome che lei non capisce. L’aria fetida è impregnata di qualcosa che assomiglia all’infelicità.

Così come è infelice la donna che da una vita lavora le pietre su Garel. Senza prospettive, senza futuro. Quel futuro che suo figlio Han è andato a prendersi senza neppure salutare. Han è solo un bambino. Vorrebbe solo essere certa che stia bene. Invece non può. Può solo aspettare e sperare.

A Mos Eisley, il Ladro, si cura le ferite. La maschera minacciosa messa da parte, il volto di qualcuno che ha sempre idolatrato Ben Solo. Che ha scelto di seguire Kylo Ren. E ora si sente tradito. Ma tornerà, vero? Saranno di nuovo i temibili e magnifici Cavalieri di Ren, com’era prima che l’ultima Jedi lo infettasse con la sua luce.

E intanto Armitage Hux pianifica lucidamente. Non può permettersi di mostrare stanchezza. Leggergli l’anima le fa uno strano effetto. È complesso, consapevole, convinto di essere nel giusto. E…

Ha ucciso suo padre. E non ha mai provato il minimo rimorso. Nessun conflitto. Solo obiettivi da raggiungere.

Deve fuggire da lì. Non vuole sapere. Ha bisogno di calore, di sincerità, di speranza.

Quella che solo i suoi amici sanno darle. Stringe piu forte la mano della sua guida e respira l’aria densa di verde di Batuu. Avrebbe tanto voluto vederlo. Ma è tardi. È andata via. Accarezza con lo sguardo i suoi compagni. E vede volti sconosciuti, con loro. Persone che non incontrerà mai, mentre la Resistenza si riforma e cresce. E lei non ne fa più parte. Poe che sorride a una ragazza. Un legame che nasce e, più in là, qualcosa che si sgretola.

Kaydel. Kaydel che si ripete che sono in guerra e non è il momento giusto per sentirsi a pezzi. Kaydel che non riesce a non cercarlo con gli occhi. Che non gliel’ha mai detto e che ora pensa che sia troppo tardi.

Quante cose non ha visto mentre era con loro. E perché quella sensazione è piu forte perfino della gravità che impedisce ai pianeti di precipitare? Avrebbe potuto capirla, se avessero parlato. Ma perché mai Kaydel avrebbe dovuto confidarsi con lei?

I miei amici…

Che la guardano sempre come se non fosse reale. Che la considerano una sorta di simbolo. Che non riescono a comprenderla e forse neppure ci provano. Perché dovrebbero? Ha voluto essere una Jedi. Non ha avuto scelta, in realtà. Si chiede se anche Luke si sia mai sentito così.

Chissà se anche lui aveva una spalla su cui piangere…

Qualcuno sta lucidando un’arma. Rose. E lui è lì, poco più in là. Non ha mai ammesso con se stessa che, all'inizio, prima di imparare a volerle bene, ha provato gelosia nei confronti di Rose e si è sentita messa da parte. Erano sentimenti puerili. Finn non li meritava. Adulto, serio. Il primo vero amico di cui abbia mai avuto memoria. Il primo ad averle voluto bene. No, Ben non conta. Lui era un ricordo svanito . Quindi non conta. Continua a ripeterselo. Perché pensare a Ben la riporterebbe indietro. E lei non ha ancora detto addio.

Finn è stato il primo a tendermi la mano. Finn non mi ha mai lasciata sola. Finn...

Non può vederla mentre lo abbraccia. Non può neppure sentirla. Ma Rey gli lascia un ultimo dono.

Starò bene. Non preoccuparti. Non ti dimenticherò mai. Grazie di tutto. Fratello che non ho mai avuto. Non dimenticarmi nemmeno tu.

Le lacrime sul suo viso sono fredde. È certa di se stessa e del tragitto che ha deciso di compiere. Si sente in pace.

“Voglio vivere” mormora.

La sua guida annuisce.

“Se lui non fosse altro che oscurità, come potrei salvarci entrambi?” Non può muoversi alla cieca deve sapere come comportarsi quando saranno a destinazione.

La donna sorride. “Non smettere mai di guardarlo negli occhi.”

Rey sa. Il Lato Oscuro arde e consuma, ma Ben non ha mai avuto occhi iniettati sangue.

Gli occhi di Ben sono…

La prima cosa che ha notato di lui. La profondità del suo sguardo. Una tristezza infinita. Solitudine.

La donna le prende di nuovo la mano. “La via che attraversa il Deep Core è aperta. Ma esistono altri sentieri.”

Rey sa anche quello. Lo ha visto. Forse ha perfino attraversato uno dei Portali, su Ahch-To.

“Non sarà facile, vero?” chiede, ma la paura è svanita.

Non lo è mai. Ma voi dovrete proteggere tutti noi da ciò che ha atteso per ere e ora sta tornando. Buona fortuna, Rey. ” Il bellissimo spettro sta svanendo, ma prima le lascia l’immagine di una bambina, e Rey sa che sta guardando un frammento dell’infanzia della piccola Leia. La donna con i fiori fra i capelli è un fantasma luminoso che accarezza il volto della principessa di Alderaan. Intorno a loro, quel mondo verde, ormai scomparso risplende nel calore della primavera. La madre defunta, ma sempre presente, parla alla bambina. Le racconta di un regno chiamato Lindòrea. Poi si dissolve nell’aria mentre l’alba avanza.

Predestinazione. Per tutti noi. Siamo l’asse portante.

I suoi pensieri si fanno confusi. Odore di medicinali. Un dolore pulsante. Difficoltà a respirare.

Una voce metallica le rimbomba nella testa. “Un’altra dose di sedativi. Si sta svegliando.”

Poi c’è solo un sonno profondo e un assoluto senso di abbandono.

 

 

****

 

 

 

Il riflesso sulla superficie del tavolo lucido è quella di un uomo che ha un disperato bisogno di sonno. È arrivato al quinto giorno senza chiudere occhio. Sta usando tutta la sua abilità per allontanare da sé la normale necessità fisiologica di dormire. È necessario, con la sua nave piena di ribelli pronti a tagliarli la gola.

E Lando sembra davvero non volerlo mollare un istante. Kylo Ren si chiede quando si deciderà a fare la sua mossa. Intanto lo osserva vuotare il quindicesimo bicchiere di distillato del Frutto del Sole.

“Roba per signorine innamorate” ha commentato non appena gliel’ha offerto. Ma adesso sembra gradire. O forse si sta semplicemente accontentando.

Ubriacati pure. I tuoi pensieri si fanno cristallini…

“Non so come ringraziarti, Ben. Presto potremo ripartire. E non abbiamo avuto vittime.” Lando lo dice con la massima naturalezza. È sempre stato un grande attore.

Ben lo scruta tentando di ricordare com’era vent’anni prima. Stai sbiadendo, Calrissian.

L’ipocrisia ha l’intensità di una coltellata. Troppe cose sono accadute dall’ultima volta che si sono incontrati. Mantelli colorati, camicie dalle fantasie assurde. Tutto in formato bambino. Continua a pensare ai suoi regali e a quanto lo rendessero felice, soprattutto se accompagnati da riproduzioni accurate ma innocue di armi da fuoco.

Ora sta solo aspettando che Lando Calrissian smetta di fingere. I caccia dei ribelli sono stati riparati. I feriti sono stati curati. E lui è stanco e deve tornare da Rey. È inutile che resti lì a continuare quella ridicola farsa.

Giorni interi a scrutarsi, accompagnati dal silenzio di Chewbacca. Ma Kylo Ren li sente sussurrare tra loro. E si chiede quanto sappiano gli uomini a bordo circa la sua identità.

“Non mi hai fatto le domande piu ovvie, zio Lando” gli dice senza smettere di fissarlo. È ora di smetterla. Tutte le carte sono sul tavolo. Devono solo scoprirle.

L’uomo gli lancia un’occhiata, poi si riempie di nuovo il bicchiere, attendendo che lui vada avanti.

“Come ho ottenuto questo Star Destroyer, per esempio. Perché non sono con la Resistenza. Quando è stata l’ultima volta che ho visto Luke. E altri piccoli dettagli che dovrebbero incuriosirti.”

Il sorriso di Lando svanisce rivelando la sua vera età. “Non sono più quello di una volta, ragazzo.”

Già. Una volta avresti finto meglio.

“Hai idea della situazione in cui ti trovi?” gli domanda Kylo Ren. Se avesse voluto, avrebbe potuto ucciderlo ogni volta che si sono trovati soli.

“Sì, e tu?” Beffardo come sempre. Lo scherno è qualcosa che si porterà nella tomba.

È stanco di perdere tempo. Kylo Ren si alza e lascia quella che una volta era la sala in cui i capi del Primo Ordine pianificavano nuovi attacchi alla Repubblica. Lando lo segue senza parlare nel turboascensore.

Rey.

Che importanza ha il resto? Rey è nel medlab. Sta dormendo, stordita dai farmaci, mentre i droidi tentano di salvarle la vita. Ce la farà. Ce l’ha già fatta. Neppure lui capisce come. Cerca la sua mente ma non riesce a trovarla. Sembra distante come non lo è mai stata. L’idea che lei scivoli via lo terrorizza più del blaster di Lando puntato contro di lui.

“Ho ucciso mio padre. Sai anche questo?” gli chiede senza voltarsi. “Perché pensi che mi farei scrupoli con te? ”

Il suo silenzio è inquieto. “Sì. Tua madre me l’ha detto. Ma ora sei solo. Sei vulnerabile.”

Davvero? Kylo Ren vorrebbe quasi che ci provasse. Sarebbe divertente vederlo tentare di prenderlo prigioniero.

“Perché stai fingendo perfino con i tuoi uomini? A loro non l’hai detto. Vuoi davvero provare a prendere la nave e a consegnarmi ai ribelli?”

“Io pensavo che ci avresti uccisi tutti” sottolinea Lando. “La ragazza… avevano detto che era venuta a battersi con te.” Il blaster di Lando torna nella sua fondina. “Dopo la disfatta di Crait, quando tua madre mi ha chiesto aiuto, mi ha pregato di una sola cosa. Proteggere quella ragazzina a costo della vita. Lei è ciò che resta dei Jedi. Hai idea di quanto lei sia importante per la Resistenza?”

Hai idea di quanto sia importante per me?

Non c’è stato alcun compiacimento nel sentirle pronunciare quelle parole assurde, ottenebrata dal veleno. Solo panico.

Ti amo, Ben.”

Non lo pensa davvero. Non ci crede davvero. Ma Kylo Ren ha bisogno di tutelarsi.

E Ben Solo ha bisogno di tutelare lei…

“Non è un ostaggio, vero?” chiede Lando.

“Che domanda stupida…” Ciò che sta accadendo sulla Finalizer è piuttosto ovvio. La verità è che ha provato più volte a lasciar andare Rey. Nessuno dei due ha voluto saperne davvero.

“Ho vissuto a lungo, tanto da non stupirmi piu di niente, Piccolo Combattente Stellare” dichiara Lando sorridendo e lisciandosi i baffi grigi. Sentirsi chiamare in quel modo dopo tutto quel tempo gli provoca una sensazione di disagio, ma Kylo Ren sa come nasconderlo. “Ne ho viste di cose strane, in vita mia. Ne ho viste davvero tante. Ma mai strane quanto questa.”

Davvero? Cosa vedi? Niente altro di ciò che succede da millenni, in ogni angolo dell’universo.

È una trappola a cui nessuno sfugge. Ora è maldestramente successo a loro. Deve fare in modo di uscirne, prima che sia tardi. Ferma l’ascensore. Presto sarà tutto finito.

“Leia me lo aveva detto. Era certa che lei ti avrebbe salvato da te stesso” insiste Lando. Quello è un colpo basso. Salvarlo non è lo scopo di Rey. Non è giusto che lo sia. Luke si è arreso. Dovrà farlo anche lei.

“Questo è un armistizio?” chiede al vecchio contrabbandiere.

“È quello che hai deciso anche tu, no? Non ci hai fatti prigionieri.”

Dunque si tratta di questo. Una tregua armata tra due capi. Gli sembra l’atteggiamento più sensato da tenere. Non è Lando il suo nemico, adesso.

“Il primo dei miei generali mi ha mandato addosso dei cacciatori di taglie. Sono tra due fuochi. Avere ostaggi della Resistenza è totalmente inutile.” Non pretende che Lando capisca. Le sue priorità sono altre, ma liquidare Hux e riprendere il proprio posto è diventato improvvisamente fondamentale.

“Quindi presto saremo ancora nemici. E lei?” chiede Lando. “Ha tradito? Ha scelto di stare dalla tua parte?”

Quella domanda lo fa inspiegabilmente infuriare. Rey non tradirà mai i suoi compagni. Non è nella sua indole. “Sai benissimo che non è così. Ma c’è qualcosa che dobbiamo fare. Poi suppongo che ognuno ritroverà il proprio schieramento.”

Kylo Ren esce dall’ascensore e Lando lo segue scuotendo la testa. “Perché qualcosa mi dice che non andrà così? Quello degli amanti infelici che si uccidono a vicenda è un finale che preferirei non vedere.”

“Probabilmente nessuno sarà lì per vederlo.” Kylo Ren lo dice con estrema freddezza, ignorando la sensazione che lo accompagna fin da quando lui e Rey si sono scontrati sulla Starkiller.

Io non voglio che lei muoia. Dovrei volerlo, ma non voglio. E l’oscurità grida per richiamarmi al dovere e spingermi a liberarmi di lei. Ma non lo farò mai. Lei deve vivere.

Lando è teso. Ha percepito la minaccia. Eppure non era quella la sua intenzione. Parla troppo tra sé e sé, negli ultimi giorni. Il mondo esterno alla sua mente sta davvero perdendo importanza. Si rende conto in quel momento che è lei a tenerlo ancorato alla realtà.

“Quali sono le tue intenzioni?”

“Perché dovrei dirtelo? Continuate pure la vostra piccola rivolta. Non mi dà alcun fastidio. E se il Primo Ordine subirà danni, renderete le cose ancora piu facili per me.” C’è qualcosa che Hux, nella sua smania guerrafondaia, non ha mai capito. Il suo esercito, l’intero apparato militare, la conquista dei sistemi e la distruzione della Repubblica non sono altro che uno specchietto per le allodole. Un mezzo per un fine più grande che la sua mente pragmatica si rifiuta di vedere. “Che c’è? Sei deluso, zio Lando?” Il vecchio amico di un tempo deve essersi concesso le stesse illusioni di Rey. E lui non ha neppure la scusa dell’idealismo. Probabilmente, quando lo guarda, non riesce a vedere altro che il bambino che era una volta. “Pensavi che sarei tornato tra le fila della Resistenza? In memoria di mia madre? Ci ha già provato lei. Ed è più attraente di te. Mi dispiace. Sono diventato esattamente ciò che mia madre pensava che fossi…” Le porte dell’ascensore si aprono sulla plancia.

Lo sguardo di Lando scorre incredulo sul ponte di comando popolato di droidi. “Questa nave è magnifica” lo sente dire con un filo di voce.

Kylo Ren si concede un attimo di orgoglio. La sua ammiraglia ora è completamente diversa dalle altre. Non ha più bisogno di supporto umano. Esattamente come lui. “Quanto ti costa soffocare il tuo desiderio di uccidermi?” chiede all’improvviso.

Lando si volta verso di lui e non ha la minima esitazione nel rispondere. “Parecchio.”

Kylo Ren sa cosa vede in quel momento. La morte di Han Solo. Niente altro che la morte di Han Solo. Ma c’è anche l’immagine di quel bambino di un tempo a frenarlo.

“Potresti farlo ora. E saresti un eroe” lo incita Kylo Ren.

“Potrei, è vero” Lando abbassa la testa e si concede un lungo sorriso. “Ma, se tuo padre fosse vivo, non me lo perdonerebbe mai.”

“Ma lui non è vivo e tu vendicheresti il suo assassinio.” Gli sembra incredibile dover sottolineare l’ovvio. Il passato è morto. Il Piccolo Combattente Stellare che Lando adorava è scomparso da anni.

“Non aspettarti che la liberazione arrivi da me, Ben.” La risposta di Lando gli fa l’effetto di uno schiaffo. È come una goccia d’acqua gelata sulla sua coscienza. “Avrei voluto farti saltare la testa. Lo vorrei anche ora. L’avrei fatto, se non avessi visto traccia di rimorso. Ma non è quello che meriti. Meriti di stare male come stai ora e di conviverci per il resto dei tuoi giorni. Non potrai avere né perdono né compassione. Resta vivo e accettalo.”

È vero. Ha desiderato che lui sparasse e mettesse fine a tutto. Sono istanti con cui convive da tempo. Ma, rapidi come arrivano, si dileguano fino alla volta successiva.

“È il momento di fare uno scambio equo” dice avvicinandosi a una delle postazioni. Da uno scomparto a pressione prende due datapad e li porge a Lando. “Questa nave è una miniera di informazioni sul Primo Ordine. Così Hux imparerà che non è una buona idea mettere una taglia sulla mia testa.”

Lando lo fissa incredulo ma lui non ha nessuna intenzione di concedergli spiegazioni. Hux ha dalla sua l’esercito. È sempre stato così. Il rischio di un disastroso golpe militare in piena guerra è sempre stato dietro l’angolo. Quando tornerà, dovrà trovare il generale in una posizione più critica rispetto a quella in cui l’ha lasciato.

“Tu e i tuoi uomini ve ne andrete prima possibile” continua. “Raggiungerete gli altri su Batuu. Ci rivedremo ancora durante l’ultima battaglia. È piu vicina di quanto credi.”

Sa che Lando vorrebbe chiedergli come sappia che la Resistenza si è radunata su Batuu. Hanno già combattuto su quel pianeta, un anno prima. È stato l'inizio del cambiamento. È incredibile quanto tenda a sottovalutarlo. Anche lui sembra convinto che si sia dato a una sorta di eremitaggio, disinteressandosi di tutto ciò che accade.

“Perché fai questo?” gli domanda invece Calrissian prendendo i datapad dalle sue mani.

È il momento di dirlo. Non importa quanto faccia male. “Perché, in cambio delle informazioni che ti ho dato, tu porterai Rey con te. Lo farai prima che si svegli e senza discutere.”

Non riesce ad avere il controllo sulla propria voce spezzata. Era previsto. Sapeva benissimo che avrebbe sofferto come un animale da soma sotto i colpi di un pungolo elettrico.

“È quello che lei vorrebbe?” Lando lo guarda come se solo in quel momento si rendesse conto di chi ha davanti.

“Non importa. È piu al sicuro con voi.” Non intende discuterne. Lei deve andare via. Non ha intenzione di farle del male. Ormai è diventata una certezza. Ma finirà per fargliene comunque, perché è quasi una legge scritta.

“In mezzo a una battaglia continua, con un esercito di fortuna?” gli fa notare Lando. “Lei è un simbolo. Riaverla indietro ci infonderebbe coraggio, ma…”

“Ma cosa?” Un simbolo. Un vessillo da sbandierare. Rey non è solo questo. Ma, se può tenerla al sicuro, tanto vale che rivesta quel ruolo.

Gli occhi di Lando non gli si staccano di dosso. E lui detesta sentirsi sotto esame.

Kylo Ren ha bisogno di prendere fiato per arrivare fino in fondo. “Si sta attaccando troppo a me. Tu sai cosa succede alle persone che mi amano. Deve starmi lontana.”

“Comodo.” La risposta di Lando è lapidaria e divertita.

Comodo? Non si aspettava nulla di simile. Non pensava che ci sarebbe stato da discutere anche sulla decisione migliore per lui, per Rey e per la Resistenza.

“Ti sei gettato col Falcon contro il fuoco nemico per salvarla” continua Lando. “Non sono stupido, Ben.”

Vattene…

“Se non vuoi che le accada qualcosa di brutto, forse dovresti prenderti la responsabilità di proteggerla. Distruggerla o allontanarla, come hai fatto con gli altri, non ti porterà a niente. Pensi di poterlo fare?”

Vattene!

Non può chiedergli una cosa simile. E non può permettersi di scandagliare i suoi sentimenti come se non si fossero mai mossi da Chandrila e lui fosse ancora Ben Solo che ha bisogno di un consiglio saggio. Vuole restare vicino a Rey. Non vuole farle male. Ma sa che accadrà. Questa è la verità più assoluta che abbia mai accettato. Lei è l’unica persona della cui sopravvivenza gli importi.

Non reagisce quando Lando gli poggia una mano sulla spalla, né lo scrolla via, come ha fatto solo pochi giorni prima. Lo trova un gesto perfino confortante. Forse sta impazzendo davvero.

“Per quanto mi riguarda, se qualcuno dovesse chiederlo, ho incontrato il figlio del mio vecchio amico Han. Si è impossessato di uno Star Destroyer, sottraendolo al Primo Ordine. E ho lasciato l’ultima Jedi al sicuro, con lui e con Chewbacca.” L’espressione di Lando è ferma decisa. Kylo Ren respinge indietro i pensieri confusi ed emotivamente fragili che rischiano di far riaffiorare ulteriori ricordi sgraditi. Ben Solo è morto. Non può permettersi di dimenticarlo.

Non è vero. Per lei sono Ben. Con lei sono Ben. Sempre.

“Ti aspetteremo prima che la guerra finisca per affrontarci o combattere insieme” continua Lando. “E adesso non commuoverti. Non va d’accordo con la maschera che ti sei costruito. Kylo Ren.”

“Forse verrò a distruggere le vostre truppe su Batuu prima che tu possa accorgertene.” Al momento gli sembra l’idea più brillante che abbia avuto negli ultimi giorni. Se non altro, veder bruciare quella feccia ribelle tra le fiamme migliorerebbe il suo umore.

“Forse” risponde Lando con un mezzo sorriso. “Hai ancora un po’ di quel liquore? Non era male, anche se più adatto al palato di una ragazza. Ogni volta che ti viene voglia di accumulare altri sbagli ti converrebbe versartene un bicchiere. E ricordarti che puoi sempre tornare indietro. Che sei sempre tu, dopotutto.”

“Lo pensava anche mio padre. E questo è stato il suo errore più grande.” Non vuole parlare di Han Solo con lui. È atroce. Ma sa che nulla può ferire di più Lando Calrissian, quindi ingoia il proprio dolore e colpisce.

“Tu credi?” Lando toglie la mano dalla sua spalla. “Chi ha sbagliato, davvero? Tu o lui?”

Non lo so. Non lo so più.

“Torna sulla tua nave e restaci.” Non vuole più trovarselo davanti. La sua presenza rende la situazione ancora più precaria. “Ti farò avere qualche bottiglia.”

 

****

 

Il quinto giorno del suo sonno malato Rey torna bruscamente con la mente nel suo “qui e ora”. Non c’è più luce. Non ci sono visioni. Il mondo le si restringe intorno e ciò che la sua mentre scruta non va oltre le pareti della Finalizer. Non riesce a muoversi e capisce che non potrà farlo per un pezzo.

Tutto, purché mi lascino tutte e due le braccia.

La nostalgia si fa feroce. Se solo non fosse mai partita… Se solo fosse rimasta con Finn e gli altri…

Dura un attimo o forse ore, poi si rende conto che i suoi pensieri si stanno semplicemente mescolando a quelli di Ben.

Lando. Quello è Lando Calrissian. Cosa ci fa lì? Uno dei vecchi compagni di Leia. Li ha aiutati dopo la battaglia di Crait quando erano allo sbando e dovevano raggiungere l’Orlo Esterno senza essere individuati dal Primo Ordine.

Sì. Perché in quei giorni Kylo Ren era furioso, spietato, assetato di sangue e ci stava dando la caccia. E io…

Lando Calrissian. Cosa sa Lando di Kylo Ren? Si ricorda di lei? Si sono parlati solo un paio di volte. Perché si trova lì? Sta litigando con Ben? No, non proprio. Non dovrebbero neppure trovarsi nella stessa stanza. Ben si è arreso alla Resistenza? No, Ben preferirebbe morire piuttosto che piegare la testa. È un dannato testardo. E allora? Non capisce. La sua mente è solo una nube confusa e spessa.

Non ha idea di cosa sia successo. È riuscita ad arrivare a bordo della Finalizer? Deve svegliarsi. Deve rimettere insieme i pezzi. Non ricorda. Sa solo di essere viva.

Cerca ancora. Cerca altri appigli che possano ancorarla alla realtà. Chewbacca è lì. I suoi pensieri sono lineari e articolati. Le sembra quasi di sentirlo parlare la sua lingua. Le dice “Non morire anche tu. Non voglio perdere un’altra amica.”

Le viene da piangere, ma non può fare nemmeno quello. E allora guarda altrove.

Ci sono altre persone a bordo. Chi sono? E cosa cambierà al suo risveglio? Hanno le insegne dei ribelli sui caschi da pilota. Si affannano intorno a degli X-Wing per riparare ogni guasto. È certa che non sia un sogno eppure le sembra ugualmente una situazione incredibile.

Dopo sette giorni Rey cerca la mente di Han, innocente e addormentato vicino alla sua bara…

No, è una capsula medica. Solo una capsula medica. Io sono viva…

Pensieri di bambino. Gli stessi che lei ha avuto per tanti anni, intensi come i suoi. “Voglio la mamma. Voglio andare a casa. Non voglio stare qui.”

Sì, lo porterà a casa. Lo porterà da sua madre. Non importa quanto sia portato all’uso della Forza. Non vuole che conosca morte e battaglie. Non vuole che si senta solo. Non vuole che diventi come lei e Ben.

La mano di Ben sulle sue piccole spalle è una visione di estrema dolcezza, totalmente inaspettata. “Vai a dormire. Resto io con lei.”

“Quando si sveglierà, Maestro? Perché si sveglierà, vero?” La voce di Han è spezzata dalle lacrime. Vorrebbe rassicurarlo. Dirgli che lei lo sta ascoltando e che tornerà presto. Ma è Ben a farlo per lei.

“Non lo so, Han. Ma lei è Rey. Tu non la conosci ancora bene. Ma ha la testa dura ed è attaccata alla vita con le unghie e con i denti.”

È questo che pensi di me? Vorrebbe che fosse vero. Una parte di sé ha paura di tornare cosciente. Ha paura del dolore fisico. Allora vola via di nuovo e trova Chewie e Lando.

Il Wookiee vorrebbe partire. Ha nostalgia di casa. Manca da troppo tempo. Ma resterà per lei.

“Non c’è posto per noi, vecchio amico” gli dice Lando mentre si prepara a imbarcarsi su uno dei caccia. “Non lo vedi? Sono bambini che giocano alla guerra. Imitano i loro eroi, si tengono stretti i vecchi miti. Ma sono ragazzi che vorrebbero essere adulti. È il loro tempo, non il nostro. Dobbiamo solo aspettare che si stanchino. Tu riportaci la ragazza appena puoi. Ma intanto, veglia su di lei.”

Riportarla indietro? Non crede sia possibile. Non senza Ben. E non c’è posto per Ben fra loro. Non è questa la lezione che ha imparato su Tatooine? Anche se la nostalgia la uccide, per ora, come Chewbacca, neppure lei può tornare indietro.

No, stupida. Non è la nostalgia. È il veleno che ti sta uccidendo. Non perderti in pensieri assurdi. Devi soli ricordarti di sopravvivere.

Il giorno dopo c’è silenzio. La Finalizer si è svuotata. Rey sente il respiro di due esseri umani e un Wookiee. Sono loro. Sono di nuovo loro. I vagabondi di quell’assurdo viaggio. Sprofonda nel sonno. Si sente al sicuro. Non vede nulla. Riposa. Quello è il dolce ronzio della nave che salta nell'iperspazio. La luce stellare sommerge i suoi pensieri come una ninna nanna.

Ha smesso di calcolare il tempo che passa, quando finalmente apre gli occhi. Un corpo estraneo le causa un dolore costante nella gola. Si sente soffocare. La sua vista è offuscata, le sue braccia e le sue gambe si muovono sconnesse. È sveglia e deve uscire di lì. Ha bisogno di aria. Il coperchio della capsula si solleva riconoscendo il cambiamento nei suoi segni vitali. Rey si strappa con violenza dalla gola il tubo che l’ha aiutata a respirare. Emerge dal liquido bluastro che l'ha avvolta nel suo sonno. Respira, poi tossisce.

“Rey!” È lì. Lui è lì. Sente le sue braccia intorno alle spalle. Vorrebbe dirgli di lasciarla. Si sta sporcando i vestiti con quella robaccia che la ricopre e che odora sintetico e malato. Tenta di sollevarsi, ma non ce la fa. Ogni suo singolo muscolo trema in modo convulso.

“Con calma, tesoro.” La voce di Ben è ovattata e distante. “Non avere fretta. Respira profondamente. Il peggio è spassato.”

Tesoro? Mi hai chiamata tesoro? Sei impazzito?

Accetta il suo aiuto, si alza, inciampa, lui la sostiene. Avviene tutto in pochi secondi ma le sembrano infiniti. È orribile non avere il controllo sul proprio corpo. E stavolta non può nemmeno dare la colpa a lui, come su Takodana È seminuda e si sente gelare. I suoi piedi scivolano sul pavimento mentre i droidi medici si avvicinano e li circondano.

Ben la fa sedere in terra ma non smette di stringerla. Ed è una sensazione piacevole in un momento spaventoso. Le sue braccia circondano il suo corpo e quello che sente sul viso è il suo respiro. La vista, finalmente, le si schiarisce e il suo viso le appare inspiegabilmente la cosa piu bella su cui abbia mai posato gli occhi.

La bacia e non ci sono visioni, né sorpresa, né dubbi. È solo bellissimo. Si stringe a lui e si perde in un momento infinito. Gli passa il braccio destro intorno al collo rendendosi conto di non riuscire a muovere l’altro, ma in quel momento non importa. Non sa quanto duri. Vorrebbe non avere bisogno di riprendere fiato.

“Non farlo piu. Non devi più lasciarmi, hai capito? Non ti azzardare a morire, Rey. Non farmi una cosa del genere.” È una supplica sussurrata. Non è da lui. Si ripete che non è da lui. Ma va bene lo stesso. Forse non è mai stato tanto sincero.

“Scemo ” gli risponde poi gli bacia ancora le labbra. “Ho freddo.”

Non riesce a smettere di tremare neppure quando la sua stretta si fa più forte. Dopo un attimo si ritrova avvolta da una coperta termica. L’assiduità dei droidi è commovente ma totalmente inutile. Smetterà di tremare solo quando il suo organismo si sarà liberato di tutti i farmaci che l’hanno tenuta un vita. Si rannicchia contro il suo petto, aspettando. Le piace essere stretta. Le piace che lui le accarezzi il viso e le baci la fronte. È quello il suo posto nel mondo? Non ricorda nemmeno perché dovrebbe odiarlo.

“Cos’è successo?” chiede. Ha paura di addormentarsi di nuovo.

“Non ricordi?” Le dita di Ben corrono fra i suoi capelli bagnati e le fanno l’effetto di una dose di spezia raffinata.

“No.” Una stretta allo stomaco arriva improvvisa mentre cerca di cogliere frammenti di quanto è accaduto. “Ho ucciso il pilota. Ho ucciso il loro capo. Ho preso i comandi. E ho cercato di arrivare allo Star Destroyer. Non mi ricordo altro.” La sensazione sì. Quella la ricorda benissimo. Ma non vuole pensarci. Non ora. Non in quel momento di pace assoluta.

“Non preoccuparti, adesso. Sei al sicuro. Ricorderai tutto quando starai meglio.”

Così incoraggiante… così gentile… Non smettere mai, Ben.

“E ho ancora il mio braccio.” Pende inerte al suo fianco, ma almeno è ancora al suo posto. Prova a muovere la punta delle dita. Solo l’indice ha un piccolo sussulto. Ci vorrà tempo. Ma lei non è il tipo di persona che si arrende facilmente. “Ehi…”

“Cosa?” Adora l’apprensione nella voce di Ben. Non le è mai successo che qualcuno si prendesse cura di lei in quel modo.

“Barba incolta. Capelli in disordine. Non profumi nemmeno come al solito. Cos’è questa trascuratezza, principe di Alderaan?” Lo sa benissimo. Lo ha sentito. Lei è stata il suo pensiero fisso. Non ha avuto il tempo e neppure la voglia di preoccuparsi di se stesso.

“Se stai scherzando vuol dire che stai davvero meglio.”

Potrebbe abituarsi a quella sensazione di dolcezza. Per renderlo gentile deve rischiare di farsi ammazzare? Ne varrebbe comunque la pena. Scosta la coperta e trova finalmente il coraggio di spostare gli occhi verso la spalla sinistra. Nonostante non risponda agli impulsi nervosi, non ha un brutto aspetto. C’è solo una cicatrice ancora fresca a ricordarle il punto in cui è stata colpita. “Almeno adesso c’è una certa simmetria” riflette tra sé.

“Dovrai startene buona per un po’, lo sai?” Ben le sta parlando come se avesse di nuovo cinque anni. Non è certa che la cosa le piaccia. “Finché non ti sarai ripresa del tutto.”

“Un po’… quanto?” Le immagini che hanno accompagnato il suo sonno cominciano a riemergere. La donna dai lunghi capelli scuri. I suoi compagni. Non può perdere tempo. Non ne hanno così tanto.

“Quanto sarà necessario” chiude il discorso Ben.

Lei vorrebbe protestare ma un droide medico si intromette prima che possa aprire bocca. “Signore, sarebbe opportuno controllare i parametri vitali della paziente.”

Non ne ho voglia.

Se potesse se ne resterebbe accoccolata fra le sue braccia per sempre, ma sa che è necessario muoversi, rimettersi in sesto. Se solo le fosse concesso ancora qualche minuto... Se la smettesse di baciarle le labbra e la fronte forse sarebbe più semplice.

Questo cosa vuol dire? Io e te… cosa siamo ora? si chiede Rey prima che una massa enorme di pelo e grugniti le precipiti addosso e la strappi dalle braccia di Ben.

“Piano, Chewie. O dovranno rimettermi lì dentro.” Di una sola cosa è certa, in quel momento. Non vorrà più vedere una capsula medica in vita sua. Tenta debolmente di liberarsi, poi si accorge di Han, con gli occhi rossi di pianto.

“Rey, stai bene?” le chiede il ragazzino.

“Quasi.” Si è preoccupato per lei. Lo ha visto. Lo ha sentito. E saprà ricambiare, un giorno.

Sente gli occhi di Ben addosso mentre i pochi amici che le restano le si stringono attorno.

Non sente piu rabbia, dolore, tristezza arrivare da lui. Possibile che in quel momento sia totalmente felice? Rey gli sorride. Si sente a casa. Su quella nave portatrice di morte, costruita dal Primo Ordine, si sente finalmente a casa.

 

****

 

È un po’ come quando, da bambino, si tuffava nell’acqua leggermente salata e profumata della grande vasca di marmo del giardino dei Naberrie. Non ricorda molto dei suoi parenti su Naboo. Era troppo piccolo, ma riesce a rievocare quella sensazione.

L’acqua era fredda e piacevole, nella calura estiva, mossa da piccole onde artificiali che lo cullavano facendolo sentire rilassato e felice. Era un mondo liquido e fluttuante. Il cielo azzurro, oltre il velo dell’acqua, sembrava talmente vicino da poterlo toccare.

Ora sta provando una sensazione simile. Ed è tutto assolutamente sbagliato.

Si spruzza l’acqua sul viso sentendo fuggire via la stanchezza. La scavarifiuti ha ragione; si è trascurato troppo. Tra i ribelli a bordo, il dover tenere d’occhio Lando e lei, così in bilico tra la vita e la morte, non ha pensato a se stesso.

Qualunque cosa fosse, è svanita.

Se lo ripete, fissandosi allo specchio. Si dice che è stata una pazzia. Come tutte quelle che ha fatto da quando Rey è tornata nella sua vita.

Se lei fosse morta…

Sa bene cosa ha provato. È consapevole di essersi appellato al Lato Chiaro della Forza come se fosse una divinità dispensatrice di miracoli. “È una dei tuoi figli. Salvala. Non portarmela via. Non farla morire. Io non posso perderla.”

Il senso di vuoto, l’orrida impressione di precipitare nel nulla, sono state sostituite da una sensazione di sollievo che ha spazzato via tutto il resto.

E adesso?

Ti amo, Ben…”

Lei non ricorda, ed è meglio così.

Deve andare avanti. Non può tornare sui propri passi. Si trova ad un bivio ed entrambe le vie che potrebbe imboccare sono senza uscita.

La perderò comunque.

Potrebbe seguirla. Salvare i suoi compagni. È ciò che Rey vorrebbe. E poi? Non gli resterebbe che vederla correre da loro. Perché Rey sceglierà sempre coloro che lui disprezza. Deve andare avanti. Cercare l’ultima forma di potere. E poi resettare quell’enorme, insensato disastro che ha avuto inizio con la sua nascita.

Ma lei deve vivere. Senza di me. Lontana da me. Io non posso…

Perché hai tanta paura di essere felice?”

Felice?

La voce di suo nonno gli accarezza la nuca. Vorrebbe chiedergli come potrebbe esserlo. Lui e Rey sono avversari posizionati su schieramenti opposti. Potrebbe convincerla. Potrebbe tentare di nuovo di sedurla con il Lato Oscuro. Sarebbe l’unico compromesso possibile. L’unico modo per lasciarla viva e tenerla al suo fianco. E lui ha bisogno che lei sia viva. E ha bisogno che lei sia al suo fianco.

Ma non così. Io non voglio che la sua luce si spenga. È assurdo. È surreale. Ma non voglio più che si converta.

“Quelli come noi non sono fatti per essere felici.” Non sa se stia rispondendo a suo nonno o semplicemente parlando con se stesso. È qualcosa di cui è consapevole da tutta la vita.

Sposta gli occhi sul cristallo kyber spezzato, appoggiato sui vestiti di Rey, piegati con cura. Glielo restituirà presto, insieme alla sua spada. E le cederà di nuovo il suo alloggio, quando lascerà il medlab. Anche se ci sarebbe posto per entrambi. Ma è una deriva che non può permettersi di abbracciare.

Eri felice, un’ora fa, quando lei ha aperto gli occhi.”

Perché mai dovrebbe negarlo? Non c’è nulla che possa nascondere a suo nonno.

Sì, lo era. È stato un momento di perfetta tenerezza. Di quelli che un mostro non può concedersi. Perché si dissolvono nel nulla e il retrogusto di un’illusione spezzata è aspro e cattivo.

Imprigionare un momento e cristallizzarlo… se solo si potesse…

Rey lo ha sfidato. Lui ha accettato. Userà il suo potere come aveva previsto. Ma intanto…

So che finirà. Non posso essere felice. Ma posso almeno fingere per un po’.

Se deve qualcosa a quella ragazza, è il momento di saldare il suo debito. Lo farà non appena lei starà meglio. Tra le cose impossibili che lei gli ha chiesto da quando si conoscono, ce n’è una che può farli vivere in un’illusione necessaria per almeno un po’ di tempo. Finirà nel sangue. Era previsto fin dall’inizio. Ma ne sarà valsa la pena, se potrà portare con sé un ricordo eterno.

 

 

 

 

 

 

   
 
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