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Autore: ArjaBu    30/09/2018    0 recensioni
I PRIMI 8 CAPITOLI SONO STATI CORRETTI GRAMMATICALMENTE
-Questa è la storia di come sono cresciuta, è la storia di come la mia famiglia non di sangue ha riacquistato la sua Erebor,grazie all'aiuto mio e di un coraggioso Hobbit.
[dal testo]
-Cosa farete- chiese mio padre interessato.
-Ho messo su una compagnia. Noi tre e altri due nostri cugini e altri 6 amici e un ultimo verrà scelto da Gandalf- disse Thorin
-Hey, e noi?- chiese Kili rabbuiandosi
-Volete venire?- chiese confuso Thorin.
-Ma certo Zio!- tuonarono i due fratelli. Lui li guardò commosso, con un cenno breve della testa.
-Posso venire anche io Zio?- dissi subito io
-Thyra...- mi ammonì mio padre
-Snorri, è maggiorenne, può scegliere, e onestamente le farebbe bene-
lo fermò mia Zia
-Ma...- disse mio padre
-Papà, lasciami andare. So difendermi.- dissi accorata io prendendogli le mani.
-Non ho nulla da ridire- disse Thorin lanciandomi un occhiolino orgoglioso.
Guardai gli altri due . Dwalin sorrideva, Balin aveva gli occhi lucidi e annuiva.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Compagnia di Thorin Scudodiquercia, Kili, Nuovo personaggio, Sorpresa, Thorin Scudodiquercia
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7

Il terrore serpeggiava dentro di noi, il sangue che pulsava nelle vene rimbombava nelle mie orecchie.
Guardai giù vedendo Bolg che ora era sceso dal suo mannaro e guardava con una scintilla di pura malvagità nell’occhio sano nella direzione di Thorin, lui lo fissava con astio e sfida.
Una gioia selvaggia si aprì sulle labbra sottili rivelando una fila di denti appuntiti.
-Attaccate!- Gridò in lingua nera.
Un branco di mannari si accanì sul tronco degli alberi che ci ospitava.
Le bestie saltavano cercando di agguantarci per i piedi.
Ori era impietrito su un ramo sotto di me e non si muoveva.
-Ori, spostati da lì!- urlai Il povero nano tremava come una foglia.
La creatura sotto di lui che tremava febbrilmente a ogni salto, la bava che colava dalle fauci aperte.
A ogni salto si avvicinava sempre di più al lembo del mantello del mio amico.
-Ori, sta arrivando, dammi la mano. Devi salire!- lo pregai con una paura che ormai mi annebbiava la mente.
Ori mi guardava con terrore ma non sembrava volersi muovere.
D’impulso scivolai sotto , sul suo ramo.
Presi in mano la mia ascia, e quando vidi ricomparire la bestia caricai con tutta la forza che possedevo, l’arma sul suo muso.
La bestia guaì di dolore e quando la liberai cadde a terra morta.
Ori imbambolato e tremante era aggrappato saldo al ramo e balbettava frasi incomprensibili.
-Forza, alzati, dobbiamo salire!- lo esortai prendendolo per il braccio, con poca grazia.
Il nano si risvegliò dal torpore in cui era piombato e si arrampicò subito dopo di me ai rami superiori.
Raggiungemmo la cima degli alberi e nelle piante accanto anche i nostri compagni.
Sotto nel frattempo c’era un nuvolo di mannari e di orchi che incitavano le bestie ad abbattere gli alberi dove ci eramo rifugiati.
Vidi con la coda dell’occhio Gandalf che armeggiava con delle pigne e le accendeva con il bastone.
Le lanciava giù e in attimo la sterpaglia prese fuoco, le bestie guaivano scontente e frustate allontandandosi velocemente accompagnate dagli orchi che urlavano rabbiosi. -Ragazzi, prendete!- Gandalf ci tirava le pigne infuocate in mano.
Io ed Ori le rigettammo giù dal nostro abete.
Ora, un fumo tossico si ergeva nell’aria facendoci tossire e lacrimare gli occhi.
Non vedevamo molto.
Ma in quel preciso momento sentimmo delle urla, totalmente cieca guardai le nubi di fumo con angoscia.
Un vento di inizio autunno arrivò e portò con se via un po’ del fumo. Mi morì un urlo in gola, Thorin caricava contro l’orco chiamato Bolg con una rabbia mai vista prima. Era sceso dall’albero e ora si stava immolando pe noi.
Guardai impotente colui che ormai era parte della mia famiglia, andare incontro a morte certa. Su una roccia troneggiava la bestia, ritta in piedi, postura fiera. In mano una lama rozza e scura. Lo sguardo maniacale e un felicità selvaggia serpeggiava su quel volto ostile e crudele.
Sorrise, e mi partì un brivido lungo la schiena. Aprì le braccia come invito . Attorno a lui i suoi scagnozzi si gustavano la scena urlando parole nella loro odiosa lingua. -Thorin!!!- sentìì urlare Dwalin
-Zio!- era Kili
I miei piedi non volevano muoversi, ero aggrappata a un ramo e non riuscivo a distorgliere lo sguardo dalla scena. Era tutto a rallentatore, una scena drammatica. A ormai pochi centimetri di distanza, Bolg si lanciò caricando col manaro contro Thorin, la bestia lo fece cadere dandogli una musonata.
-NO!!- Urlai sconvolta.
Ma Thorin fu di nuovo in piedi, con coraggio, la lama di orcrist splendeva di un blu acceso, essa era puntata sull’orco , l’altra mano aggrappata allo scudo di quercia. Lo sguardo determinato. Bolg allora lo schernì con una risata gutturale.
E parlò nella lingua corrente. -Sei patetico Scudo di Quercia. Morirai- disse quelle ultime parole con un tono dolce. Sadismo allo stato puro, pensai agghiacciata. La bestia accarezzò la sua lama come se si volesse pregustare la scena pezzo per pezzo.
-Non, se ti ucciderò io, Figlio di Azog- il nano sputò quelle parole come se fossero veleno.
Il tono non sfuggì all’orco che ora lo fissava minaccioso.
La mascella contratta. Nell’occhio la morte.
-Tu, feccia nanica ,pagherai per quello che hai fatto a Mio padre!-
-Avrei voluto avere il piacere di finirlo, ma non è stato merito mio- lo schernì a denti stretti Thorin.
Bolg sorrise trionfante e caricò di nuovo il mannaro , Thorin fu di nuovo a terra.
La bestia gli buttò la spada lontano. Gli era ormai sopra e ringhiava. Thorin riusciì a scivolare via, ma la spada era lontana.
Bolg allora caricò di nuovo. Impotente tolsi lo sguardo dalla scena pronta a sentire le urla di Thorin, ma ciò non avvenne. Bolg emise un ringhio arrabbiato.
Guardai di nuovo e la scena si era arricchita di un nuovo menbro.
Bilbo, il piccolo mezuomo, con un coraggio da leone stava uccidendo il mannaro, parandosi tra lui e Thorin. Il nano era privo di conoscenza, steso a terra.
Pregai con tutto il cuore che non fosse morto. I miei amici erano rimasti in silenzio, ma immediatamente caricarono anche loro in aiuto degli altri due. Io e Ori scivolammo più in fretta che potemmo giù dall’albero in aiuto della compagnia.
Mi trovai sul campo di battaglia ad affrontare gli orchi e i mannari. Uccidevo e sgozzavo ormai da un tempo che mi pareva infinito. Ero esausta, e la gamba mi tirava. Il sudore mi colava sulla fronte. I capelli bagnati e sporchi di sangue nero e di polvere.
La notte era ormai arrivata, e il cielo era sgombro, la luna torreggiava su di noi, era una notte pacifica, cosa che contrastava alquanto contro la battaglia che imperversava metri più sotto. Caddi a terra a causa di un colpo che non vidi arrivare, ero troppo stanca per combattere, sentivo la sconfitta su di noi.
Un verso stridulo accompagnato da un vento fortissimo ci raggiunse allora. Vidi l’orco che mi aveva assalito prima volare via tra le zampe di una maestosa aquila reale. Fiera e determinata.
Avevo sentito parlare di loro, naturalmente ma era la prima volta che mi imbattevo in loro. Se non fossi stata sconvolta dalla rappresaglia orchesca probabilmente ,sarei rimasta in adorazione di quegli animali grandi e fieri. Guardai ora i mie compagni, erano vivi tutti, liberati da quelle meravigliose creature. Una a una , allontanarono gli orchi e i mannari.
Vidi in lontanaza Bolg battere in ritirata con quei pochi orchi rimasti. Caddì a terra esausta ,mentre mi sentivo prendere la vita da quancosa di appuntito. Alzai lo sguardo e per poco non tirai un urlo, stavo volando , una delle aquile mi aveva preso tra le zampe e mi stava portando via. Addocchiai al lati e vidi altri esemplari che tenevano tra le zampe i miei compagni. Vidi Kili che divertendosi come un matto aveva le braccia distese per aria e urlava di gioia. I capeli lunghi che turbinavano con il vento. Beh, almeno lui si divertiva pensai tra me e me.
Al mio fianco c’era Fili che invece non se la passava tanto bene. Aveva un colorito grigiastro e si teneva una mano sugli occhi e una sulla bocca. Risi brevemente alla scena. La notte era calma e tranquilla, ora le nubi avevano fatto ritorno e offuscavano un po’ la Luna. Il paesaggio da basso stava cambiando, ora sorvolavamo le montagne appuntite. La neve che copriva le vette. Era una visione mozzafiato.
L’aria però era leggermente troppo per me, iniziavo a sentire freddo. Come se avesse parlato l’aquila alzò le zampe e mi portò fin sopra alla pancia, un chiaro segno che avrei dovuto aggrapparmi al pumaggio e sistemarmi sulla sua schiena per coprirmi dal vento. Un po’ traballante arrivai alla meta e mi sistemai tra il piumaggio. L’animale gridò in approvazione e io le accarezzai la base della testa enorme come segno di ringraziamento.
Mi abbandonai al tepore e osservai il cielo sopra di me.

N.D.A

Ciao Fanciull* ecco a voi il capitolo nuovo! Grazie tante a tutt* per l’interesse che mostrate per questa storia! Sono felice che vi piaccia! Come sempre se volete commentare fatelo pure, apprezzo ogni tipo di recensione , basta ovviamente che siano critiche costruttive! ;)
Alla prossima!
Eireen
  
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