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Autore: Dalia95_KittyCat    30/09/2018    2 recensioni
Due coppie apparentemente improbabili e la città più famosa del mondo come scenario. Violet Miller è una giovane con la sindrome di Asperger, che vive tranquilla in un'isolata villetta di New York, volutamente sola e senza quasi neanche un amico. Benjamin Gillespie è un attore, star di blockbuster e film d'autore, in cerca di un po' di pace nella frenetica Grande Mela a causa di folle accanite di fan e paparazzi che gli stanno alle calcagna. L'incontro tra i due sarà a dir poco esplosivo ... Irving Mercer è il personal trainer e migliore amico di Benjamin, Elektra Cross un'eccentrica commessa in un negozio di abiti da sposa e coinquilina di Violet. Anche loro non potrebbero essere più diversi. Ma si sa, gli opposti si attraggono, e l'amore arriva sempre dove e quando meno te lo aspetti!
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Tutto Può Capitare In America  
 
  1. L’incontro
 
Era un bellissimo giorno di metà maggio nella città più bella del mondo, ovvero New York City. Le strade erano più trafficate che mai, e il sole era ancora ben lontano dal tramonto. Era un pomeriggio di primavera, Violet Miller era appena scesa giù nel negozio di elettronica della zia con la quale lavorava, e prima aveva dato da mangiare a quella peste di Malkin, il suo splendido gatto nero. Terminato il suo turno di lavoro, uscì dal negozio e all’improvviso sbatté violentemente la zucca contro qualcuno. Quel qualcuno non era altri che … il famoso attore Benjamin Gillespie, la giovane star di Hollywood più amata di quel momento. Non le pareva vero, uno degli uomini più desiderati da donne in tutto il mondo, era praticamente davanti a lei. Violet strabuzzò gli occhi per circa tre volte di fila. Da parte sua, lui la fissò nei suoi occhi di un azzurro cristallino come le acque delle Maldive, il suo dolce sorriso sulle sue labbra rosee leggermente contratte (doveva averlo sicuramente riconosciuto) e i lunghi capelli di un castano chiaro con sfumature dorate raccolti in una folta coda di cavallo, tenuta ferma da un fiocco viola.  Era senza dubbio la più bella ragazza che mai avesse visto, pareva una di quelle modelle che compaiono nei cataloghi dei costumi da bagno o dell’intimo femminile. Tuttavia gli abiti che portava non le rendevano affatto giustizia. Si avvicinò il più possibile a lei, e le sorrise. Indossava un’elegante giacca color crema e sotto una camicia bianca, i suoi capelli biondo miele erano particolarmente vaporosi in quel momento (probabilmente si era appena fatto uno shampoo) e due occhiali nuovi di pacca, degli Oakley, celavano i suoi occhi castano scuro. Sia Violet che Benjamin passarono una mano sulle proprie teste, massaggiandole. Avevano preso proprio una bella craniata!
“Porca miseria” esclamò Violet, e gliele avrebbe anche suonate di santa ragione se non si fosse accorta in tempo di chi aveva davanti
“Scusami, non volevo” sorrise lui, cercando di scusarsi. Ma le parole gli morirono letteralmente in gola, nel vedere la bellezza della giovane donna
“Non fa niente” rispose Violet, rivolgendogli un sorriso dolcissimo, da quanto era forte l’emozione di avere l’uomo dei suoi sogni di fronte a lei. Se al posto di Mister Divo di Hollywood ci fosse stato qualche bruttone lo avrebbe mandato a quel paese, poiché detestava la gente che le andava addosso o anche solo che la sfiorava, avendo la sindrome di Asperger. Ma siccome era Benjamin, non meritava altro che un dolce sorriso!
“Vuoi salire su da me, per mettere un po’ di ghiaccio sulla botta onde evitare che si formi un bernoccolo?”  le domandò il ragazzo
“Tu vivi qui? Non sapevo!” era a dir poco sbalordita
“Solo temporaneamente. Voglio prendermi un po’ di relax e stare lontano da riflettori e fotografi assillanti”
“E per quanto?”
“Qualche mesetto”
“Interessante. Comunque ho del ghiaccio di sopra da mettere sulla zucca”
“Come preferisci, signorina … come ti chiami?”
Violet esitò un pochino, e poi rispose: “Non ha molta importanza sapere come mi chiamo”
“Così come non ha importanza sapere che hai una celebrità davanti a te?”
“Oh, beh, per quello sì, mi importa eccome. D’accordo, io sono … Violet Miller” fu la timida e mesta risposta di lei
“E’ un nome stupendo. Perché non me lo volevi dire?”
“Non ho detto che non mi piacesse il mio nome. Ho detto solo che sono una che passa sempre inosservata, più trasparente dell’aria”
“Mi dispiace tanto”
“Oh, non devi preoccuparti per me. Ci sono persone che stanno peggio. Più che altro a volte con gli estranei mi presento con degli pseudonimi perché sono molto diffidente”
“Beh, è comprensibile. Fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio. In ogni caso, fingi di non avermi incontrato, e soprattutto, in alcun modo, non dire a nessuno che io sono qui. Non vorrei ritrovare la casa che non è neanche mia assaltata di fan, stalker e giù di lì. Non ti conosco ma conto sulla tua discrezione”
“Non lo dirò a nessuno. Lo giuro”
“Sapevo che potevo fidarmi di te” si voltò, pronto per tornare su in casa, ma prima le rivolse un dolce sorriso “Spero di rivederti presto, Violet”
“Anch’io” rispose lei con un sorriso ancora più dolce. In quel momento Benjamin si sentì quasi mancare. Non aveva mai visto un sorriso così genuino e sincero, e soprattutto non aveva mai incontrato una ragazza così bella. Tuttavia gli abiti che indossava non la valorizzavano per niente: una maglia esageratamente larga e lunga e un paio di calzoni smunti e sicuramente datati, più shabby che chic. Ma comunque si intuiva che c’era del potenziale sotto.
 
 
Mister Divo, anzi, voglio dire, Benjamin visto che detestava essere chiamato in quel modo, pensava intanto a qualche strategia di seduzione. Andare a sbattere contro di lei volutamente, sedersi su una panchina sperando che lei passasse vicino, fischiettare, mettersi un profumo di quelli più intensi addosso? Era proprio a corto di idee. Alla fine decise che sarebbe stato meglio solo farsi trovare davanti a lei, fingendo di passeggiare.
Violet si affacciò al balcone, e guardò il sole che stava tramontando. Buttò per caso lo sguardo sulla strada e …lo vide che passeggiava senza una meta proprio sotto casa sua. Decise di scendere apposta giù per Benjamin, il quale finse di non averla vista uscire dal portone della casa e l’aspettò pazientemente fuori.
“Eccomi, Mister Divo” trillò con voce squillante
“Ti prego, non chiamarmi in quel modo, lo detesto. Io sono un ragazzo come tutti gli altri. Non importa che io sia celebre in ogni singolo angolo del globo terracqueo e che non ci sia nessuno che non abbia mai sentito almeno una volta il mio nome, anche solo di sfuggita. Un giorno sono Romeo, un altro Re David d’Israele, un altro ancora Francesco Giuseppe d’Asburgo, ma nel cuore e per gli amici resto pur sempre e solo Ben”
“Che linguaggio aulico e forbito: globo terracqueo! Fai come gli Asperger” ridacchiò Violet, e dentro di sé pensò che il giovane, nonostante la fama che aveva acquisito in così pochi anni di carriera, rimaneva una persona semplice e solare, felice sì di poter interpretare ruoli così diversi tra di loro sullo schermo e soprattutto differenti dal suo carattere e dal suo stile di vita, e felice di essere una celebrità. D’altronde, quella del cinema è tutta finzione, così come la televisione e il teatro. Perfino il suo sorriso era sincero, e trasmetteva calore e tranquillità.
“D’accordo, non ti chiamerò Mister Divo. Sarebbe come dare dell’inglese ad un americano! Allora, Re David, qual buon vento ti porta qui a Manhattan?”  A quelle parole Benjamin scoppiò a ridere, sfoderando uno dei suoi sorrisi più belli che si mise in evidenza i suoi denti perfettamente bianchi. Violet fu quasi sul punto di svenire davanti ad un così dolce sorriso. Lo aveva visto più volte nei film o in qualche spot pubblicitario, ma di persona era mozzafiato. Anche la sua bellezza dal vivo emanava qualcosa di … divino. D’un tratto ricordò che Benjamin di recente aveva pubblicizzato un profumo, il The One For Men di Dolce & Gabbana un tempo sponsorizzato da Matthew McConaughey: lui, più sexy che mai, sdraiato a torso nudo su un divanetto dorato, con i muscoli scolpiti messi in risalto da un olio particolare che veniva generalmente messo a sportivi o modelli le volte in cui la massa muscolare doveva essere evidente e sensuale. Violet aveva guardato quello spot da YouTube almeno una decina di volte di fila da che l’aveva scoperto per caso in tv.
“In realtà io sarei proprio di origine inglese, almeno, mio padre è inglese, mentre mia madre è greca. Se proprio lo vuoi sapere, mi sto attualmente rifugiando a casa del mio personal trainer, nonché il mio migliore amico, per starmene un po’ in tranquillità, lontano da paparazzi e compagnia”
“E per quanto intendi restartene qui isolato?” domandò Violet, facendo gli occhioni dolci
“Non lo so, qualche mese” mormorò Benjamin. In realtà la sua vaga risposta era dovuta al fatto che quello sguardo magnetico lo stava letteralmente rapendo, e quindi per quel motivo non seppe più cosa dire “Comunque ci rivedremo presto, mia cara. La casa del mio amico è molto vicina alla tua, sai?”
“Ti prego, non chiamarmi mia cara. Non sono affatto la tua cara!” s’irrigidì lei al solo sentire quel vezzeggiativo
“Oh, come desideri” replicò Benjamin facendole l’occhiolino. Se lui non voleva essere definito “Mister Divo” e lei “mia cara”, così sarebbe stato.
Quando ritornò su in casa, Violet pensò che il suo idolo era davvero un ragazzo semplice e umile come aveva lasciato intendere da un’intervista riguardante una rappresentazione teatrale di “Molto rumore per nulla” di William Shakespeare, dove interpretava Claudio. Il giornalista gli aveva posto questa domanda tra le tante: “Pensi che la tua bellezza sia fautrice del tuo successo e della tua fama?”
Le era piaciuto tantissimo il sorriso dolcissimo che Ben aveva assunto verso il finire dell’intervista. Era uno dei suoi marchi di fabbrica, oltre alla sua vaporosa chioma di riccioli d’oro. Non era affatto tutta apparenza e niente sostanza come aveva ingiustamente accusato qualcuno, anzi. Quella gentilezza e umiltà che lasciava trapelare dalle interviste era vera. Soprattutto era sincero e molto spontaneo, e con un gran senso dell’umorismo, per questo si era guadagnato da subito la simpatia di tutti.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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