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Autore: lmpaoli94    01/10/2018    4 recensioni
Non mancava niente nella vita di Phoebe Grey.
Due genitori che l’amavano più di ogni altra cosa al mondo.
Amici che gli rimanevano accanto in ogni momento del bisogno.
Ma dentro di lei c’era qualcosa che la turbava.
Un qualcosa che da lì a poco sarebbe esploso trascinando tutti coloro che gli rimanevano accanto in un vortice di pericolo e di disperazione.
E tutto per colpa di suo fratello.
Come ne sarebbe dovuta uscire?
Ci sarebbe stato qualcuno disposta ad aiutarla?
Dal capitolo cinque:
«Phoebe…»
«Ti prego di non abbandonarmi… Non ho più voglia di rimanere sola…»
«Ma sei sicura che io e tu…»
«So che non mi vuoi. Però ho bisogno di te… Ti prego.»
«Non è che non ti voglio. È solo che non volevo incasinarti la vita più del dovuto… Volevo lasciarti nei tuoi spazi. Farti vivere la tua vita… Ma poi ho capito che ho sbagliato pienamente.»
Nel sentire quelle parole, il cuore di Phoebe batté all’impazzata.
«Adesso però basta parlare» fece la ragazza asciugandosi le lacrime con la mano di Erik e baciandolo sul collo contemporaneamente «Vieni con me.»
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anastasia Steele, Christian Grey, Nuovo personaggio, Phoebe Grey, Theodore Grey
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dopo quella notte passata tra la rottura definitiva della sua famiglia e tra le braccia di Erik, Phoebe si svegliò con i raggi solari che gli si posarono sui suoi occhi celesti.
Era da molto tempo che non si risvegliava così felice e spensierata.
Soprattutto quando accanto a lei riposava il suo amore inconfessato Erik.
«Buongiorno, Phoebe» disse il ragazzo aprendo gli occhi.
«Buongiorno a te, Erik.»
I due ragazzi si guardavano con occhi pieni di piacere e d’amore.
«Hai dormito bene?»
«Benissimo» replicò la ragazza sorridente «Era da molti mesi che non dormivo così bene.»
«Sono molto contento» rispose Erik piombando addosso a lei.
«Che cosa vuoi fare?» domandò Phoebe con tono malizioso.
«Voglio ancora le tue coccole.»
«Avanti, Erik. Dobbiamo alzarci. Sono le dieci passate.»
«E quindi? Siamo all’inizio delle vacanze di Natale… Possiamo rimanere ancora a poltrire un po’.»
«Invece no» rispose Phoebe cercando di placare l’insistenza del ragazzo.
«E perché scusa?»
«Perché ho molta fame… che cos’ha in mente di fare il padrone di casa per la sua ospite?»
«Te l’ho detto… Voglio le coccole.»
«Ma quelle purtroppo non si possono mangiare» replicò Phoebe divertita.
«Devo vedere cosa ho in dispensa.»
«La faccenda non è molto rassicurante.»
«Tranquilla. Troverò qualcosa.»
S’eppur a malincuore, Erik si alzò dal suo letto completamente nudo mostrando il suo sesso agli occhi di una Phoebe inerme.
«Ma cosa fai?!»
«Sto andando in cucina a vedere cosa ho in dispensa.»
«Completamente nudo?»
«E quindi? Questa è casa mia.»
«Ma se dovesse venire qualcuno in casa tua?»
«Tu aspetti qualcuno?»
«No…»
In quel momento, Phoebe voleva più che mai che i suoi genitori si presentassero dinanzi alla porta della casa del suo nuovo ragazzo per dirgli che aveva ragione e che il loro rapporto si era ricostruito.
Ma le favole non sono sempre reali nella vita.
La povera ragazza doveva evitare di pensarci ulteriormente per evitare di essere triste.
«Phoebe?»
«Cosa…»
«Tutto bene?»
«Sì… va tutto bene…» rispose la ragazza mentendo a se stessa pensando a vestirsi.

«Per stamattina ti dovrai accontentare di un succo d’arancia e di alcuni biscotti aperti da chissà quanto tempo.»
«Va bene. Me ne farò una ragione.»
«Purtroppo non sono abituato a fare colazione in casa.»
«Nessun problema.»
Erik intravedeva nella ragazza il problema che stava sussistendo in lei.
«Phoebe, non credi che dovresti ritornare dai tuoi genitori?»
Nel sentire quella richiesta, Phoebe si bloccò di colpo.
«Per quale motivo?»
«Non puoi continuare a vivere nell’ombra del rimorso…»
«Io non ho nessun rimorso, Erik» replicò Phoebe con tono duro « Quello che dovevo fare l’ho fatto. Ho la coscienza apposto.»
«LO so. Però se tu provassi a parlare con loro…»
«Non ci pensare nemmeno. Fine del discorso.»
Erik avrebbe volentieri continuato ad insistere.
Ma sapeva bene che avrebbe peggiorato solo la situazione.
«Odio quanto sei cinica.»
«Non è colpa mia se sono vissuta fino ad ora in una famiglia che non vuole guardare la realtà dei fatti…»
«Va bene. Mi hai convinto.»
«Bene… Cambiando discorso, non senti nemmeno freddo a rimanere solo con le mutande?»
«La casa è abbastanza riscaldata, non credi?»
«Se lo dici tu…» rispose Phoebe distogliendo lo sguardo e alzando gli occhi al cielo.
«Lo sai? Sei la prima ragazza che non vuole vedere il suo amato completamente nudo.»
Nel sentire quelle parole, Phoebe divenne pallida in viso.
«Amato? E da quando in qua?»
«Sarai pure cinica e testarda, ma non sei capace di mentire a te stessa.»
«Touchè, signor Erik.»
«Signore? Ahahah… E poi ho notato un’altra tua curiosa caratteristica.»
«E sarebbe?»
«Alzi molto spesso gli occhi al cielo… Hai paura di guardarmi?»
«Non so perché lo faccio... Ho imparato da mia madre quando ero ancora piccola. Anche lei lo fa spesso… E non so perché mio padre ne è sempre divertito.»
«Secondo me potrebbe farlo eccitare.»
«Mio padre scoperebbe mia madre in ogni singolo momento della giornata. È mia madre che gli impedisce tutto ciò.»
«E in questa cosa a chi somigli? A tua madre o a tuo padre?»
Phoebe rimase in silenzio alcuni secondi.
Non sapeva cosa dire di fronte ad una domanda del genere.
«Ti ho forse fatto una domanda troppo privata?»
«Più che altro dire una domanda pungente… In questo momento ho una voglia matta di scoparti. Ma allo stesso tempo vorrei fare la brava bambina.»
«Nessuna donna è brava come dice di essere… Nemmeno quando dorme.»
«Cosa?! e tu cosa ne vuoi sapere?» replicò Phoebe dandogli una pacca sulla spalla.
«Allora comincia a toccarmi… voglio capire che effetto ti faccio…»
La notte precedente sembrava ormai un lungo ricordo.
Quella mattina era come se tra di loro fosse nato un rapporto molto speciale.
Un rapporto che avrebbe cambiato per sempre la loro vita.
Phoebe acconsentì alla richiesta del ragazzo, cominciandogli a tastare il suo petto nudo.
«Allora? Che cosa senti?»
«Sento il tuo calore… un calore che mi è sempre stato familiare…»
«E poi?»
«IO… sento…»
«Vuoi fare ancora l’amore con me?»
IL cuore di Phoebe cominciò a martellargli all’impazzata.
Non si era mai sentita così prima d’ora.
«Erik… io…»
Ma mentre stava per confessargli tutto il suo amore, un rumore attirò la loro attenzione.
«Chi potrebbe essere?» domandò il ragazzo adirato.
«Vatti a vestire. Apro io.»
«Ma Phoebe…»
«Fai come ti ho detto. Non voglio che ti vedano nudo.»
Negli occhi di Phoebe s’intravedeva un pizzico di gelosia.
«Sei per caso…»
«Sì, potrei diventarlo… Adesso vai.»
Dopo avergli dato una sculacciata amichevole, Erik tornò in camera sua per obbedire alla richiesta di Phoebe.
Una volta che Phoebe aprì la porta, il suo sguardo si perse nel vuoto.
Non avrebbe mai creduto che quella mattina si sarebbe ritrovata dinanzi la sua famiglia al completo.
«Mamma… papà… Theodore…»
«Possiamo entrare?» domandò sua madre con voce flebile.
«Sì… venite…» rispose la ragazza dopo alcuni secondi.
«Grazie.»
Anastasia, dopo essere entrata con suo marito e suo figlio, fu l’unica ad aver salutato come si deve la sua secondogenita.
«Come stai?»
«Molto bene, mamma.»
«Spero che non abbiamo interrotto qualcosa» fece Christian con tono pungente.
«No, papà… non preoccuparti» replicò Phoebe con sguardo adirato.
Mentre padre e figlia si squadrarono con sguardo malevolo tra di loro, Erik fu molto sorpreso di vedere la famiglia della sua nuova fidanzata.
«Buongiorno a tutti» disse con sorriso tirato.
«Buongiorno a te, Erik» rispose Anastasia sorridente mentre Christian lo fissava con sguardo rabbioso.
«Posso offrirvi qualcosa?»
«No, grazie. Siamo venuti qui per parlare con Phoebe» rispose Christian.
«Ok… Volete che vi lasci soli?»
«Sarebbe gradito.»
«Assolutamente no» intervenne Anastasia «Christian, lo vuoi capire o no che questa non è casa tua?»
«Ho bisogno di parlare con nostra figlia per alcuni minuti per chiarire questa faccenda. Potrei desiderare che questa faccenda rimanga in famiglia?»
«Non c’è bisogno che Erik se ne vada… Sa tutto di questa faccenda.»
Lo sguardo di Christian si fece più cupo e tetro.
«Immaginavo… Hai avuto tutto il tempo per raccontarglielo stanotte, non è vero?»
«Stanotte ho riposato in pace, papà. Insieme con Erik.»
«Cosa?»
«Hai capito bene. Ho dormito con il mio nuovo fidanzato.»
Se fosse stato per Christian, sarebbe piombato addosso al malcapitato Erik e l’avrebbe ricoperto di pugni.
«Quindi tu…»
«Non sono più vergine, papà… Contento?»
Al contrario di Theodore e Anastasia che si godevano la scena completamente divertite, per poco Christian non ebbe un infarto.
Sapere che sua figlia aveva fatto sesso lo faceva impazzire.
«Non so cosa mi trattenga dal prendere a schiaffi tu e Erik…»
«Perché? Non abbiamo fatto niente di male» rispose Phoebe con tono canzonatorio.
«Ah sì?»
«Adesso basta, Christian» fece Anastasia con tono ferreo «Non siamo venuti qui per questo.»
«Anastasia, non so se…»
«Vuoi davvero voltare le spalle a tua figlia per sempre? È questo che vuoi?»
Ma Christian non rispose, spostando lo sguardo verso suo figlio.
«Theodore…»
«Sì, papà.»
Da quando l’aveva rivisto, Phoebe aveva intravisto negli occhi di suo fratello una luce diversa.
«Phoebe, non so da dove iniziare…»
La giovane ragazza rimase in completo silenzio fissando intensamente suo fratello.
«Ho lasciato per sempre Karen. Dopo quello che era successo, ho finalmente aperto gli occhi, capendo definitivamente che stavo sbagliando tutto della mia vita.
Non potevo sopportare di non rivederti più.
Non potevo credere che ti stavo mettendo contro la tua famiglia… la nostra famiglia…
E dopo aver parlato con mamma e papà, abbiamo deciso di chiederti scusa… tutti assieme.»
Phoebe fu molto colpita dalle parole di suo fratello, ma non era ancora del tutto convinta.
«C’hai messo tutto questo tempo per riaprire gli occhi?»
«Beh, ecco…»
«In questo caso potremmo dire meglio tardi che mai» intervenne Anastasia.
«Già… meglio tardi che mai…»
«E poi siamo vicini a Natale… Diveniamo tutti più buoni, no?»
«E chi te l’ha detto questo?»
Le domande pungenti e lo sguardo corrucciato di sua sorella stavano per mettere in imbarazzo sempre di più il povero Theodore.
Tutti i presenti aspettavano il perdono di quella ragazza che tardava ad arrivare.
Ma sapevano anche che il cuore dolce di Phoebe si sarebbe riscaldato da lì a poco.
«Phoebe?»
«Dimmi, Erik.»
«Cosa…»
IL giovane ragazzo non riusciva a trovare le parole giuste.
Non vedeva l’ora di rivedere Phoebe felice e completamente rilassata dagli ultimi avvenimenti.
«Sì, siamo vicini a Natale… Si diventa tutti più buoni… Sì passano le giornate in famiglia… Presto ci sarà il pranzo che racchiuderà tutto quello che ci lega… Ed io non vedo l’ora che ciò avvenga.»
Nel sentire quelle parole, Theodore cominciò a sorridere.
«Quindi vuoi dire…»
«Vieni qui, fratellone. Non vedevo l’ora di riabbracciarti.»
I presenti non riuscivano a credere ai loro occhi.
Finalmente Theodore e Phoebe si erano definitivamente riappacificati.
«Aspettavo questo momento da sei mesi, sai?»
«Mi dispiace, Phoebe… Per essermi comportato come uno stupido.»
«Adesso basta ripensarci» fece Phoebe accarezzandogli il viso «L’importante che tu abbia capito la lezione di vita.»
«Fidati… Non farò mai più un simile errore.»
Dopo aver rinsaldato il legame tra suo fratello, adesso toccava a sua madre.
«Tesoro. Sono contenta che tutta questa storia si sia conclusa definitivamente» fece Anastasia abbracciando sua figlia.
Ma adesso toccava al padre.
A colui che era stato il primo a rinnegarla.
Colui che era stato il primo a non credere in lei.
«Papà…»
«Phoebe…»
Dopo essersi guardati a vicenda con sguardo indifferente, fu Christian a fare la prima mossa e  a riabbracciare sua figlia.
«Mi sei mancata moltissimo, sai?» fece l’uomo cercando di nascondere i suoi occhi lucidi «Mi dispiace per tutto quello che è successo tra di noi.»
«Tranquillo. È tutto passato» lo rassicurò sua figlia.
«Bene.»
Dopo che Anastasia aveva fissato ogni singolo movimento di suo marito, fu alquanto sorpresa di vederlo esprimere un emozione a lui sconosciuta.
«Purtroppo dobbiamo andare… Io e tua madre dobbiamo andare al lavoro per una riunione importante… Spero di rivederti a casa uno di questi giorni…»
«Certo, papà.»
«Phoebe, non è che tu ed Erik potete venire…»
Ma Anastasia non riuscì a completare la frase.
Era troppo emozionata dopo essersi riappacificato con sua figlia.
Vedere la sua famiglia unita le scatenò in lei un’emozione fortissima.
«Sì, mamma. Saremo presenti al pranzo di Natale.»
«Splendido! Non vedo l’ora che arrivi quel giorno! A presto!» replicò Anastasia fiera come non mai.
«Ciao, sorellina.»
«Ciao, fratellone. Ci rivediamo a casa.»
«Non vedo l’ora» replicò Theodore con sorriso sincero.
Una volta che Anastasia e Theodore lasciarono l’appartamento del ragazzo, Christian rimase alcuni minuti in più in compagnia dei due ragazzi.
«Papà, c’è qualche problema?»
LO sguardo di Christian si spostò verso Erik.
«Ti avverto: non fare soffrire mia figlia. Altrimenti…»
«Papà!»
«Non ho detto niente di male» replicò l’uomo con tono innocente.
Una volta che si ritrovò sull’uscio della porta, lo sguardo di Christian si addolcì improvvisamente.
«Siete una bellissima coppia… Mi ricordate me e Anastasia quando eravamo più giovani… Spero che possiate essere felici come io lo sono con mia moglie.»
Le parole di Christian sembravano quasi una benedizione.
Parole che i due ragazzi non avrebbero mai dimenticato.
«Si fidi, Signor Grey. Non farò mancare niente a sua figlia.»
«Lo spero bene, Erik… Ci vediamo» disse infine Christian lasciando soli i due ragazzi.
«Phoebe…»
«Dimmi, Erik.»
«Come ti senti?»
La ragazza ci mise alcuni secondi prima di rispondere, fissando intensamente la sua nuova dolce metà.
«Come una persona rinata dalle sue ceneri… E tutto grazie a te, Erik.»
«Ti amo… Phoebe. Ti amerò sempre.»
«Anch’io, Erik. Più della mia stessa vita» replicò Phoebe immergendosi in uno dei loro tanti abbracci e baci indimenticabili che avrebbero sancito per sempre una relazione destinata a non finire mai.
   
 
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