Storie originali > Introspettivo
Segui la storia  |      
Autore: Roni    01/10/2018    1 recensioni
una ragazza, amante della scrittura, si innamora del suo professore di letteratura. storia semplice, banale, ma può l'amore esserlo? esso si rivela sofferenza e tormento e purtroppo lei è la sola a farne le spese. a seguire, una serie di missive che la ragazza scrive alla se del futuro, ammonendola, redarguendola e coccolandola tra parole di sostegno e pensieri malinconici per i ricordi.
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Cara me stessa,
Sì, ancora.

Mi piace che questa lettera, da te scritta, verrà un giorno riletta con maggiore consapevolezza; quando questo dolore che ti porti sulle spalle volgerà al suo termine. Voglio che, quando riprenderai tra le mani questa missiva senza indirizzo, saranno cambiate un po’ di cose. Ora però devi scrivere, è giunto il momento di esorcizzare il demone che ti sussurra nelle orecchie tutto il suo malessere, lo stesso che ti offusca l’esistenza. Metti nero su bianco, vomita sul foglio, sfogati come mai hai fatto prima e sii sincera; sia con la te di adesso sia – soprattutto - con quella che sarai tra qualche tempo… voglio che dopo, tu abbia un carico meno pesante a cui badare.

Dunque, silenziato il cellulare, messi in pausa per un po’ i tuoi doveri e concediti qualche attimo per prenderti cura di te, del tuo giardino interiore , che, negli ultimi tempi, è stato ingrigito dall’inverno dei tuoi ripetuti fallimenti personali, ma che , adesso, hanno tutta l’aria di essere un nuovo trampolino di lancio. Da dove cominciare? Ricordi? Senza remore, a mo di flusso di coscienza, lascia semplicemente che le parole vengano a te. Inizio con lo scrivere che son passati tre anni, tre, da quando hai abbandonato una vita vecchia, di rancori e brutture e te ne sei innamorata di un’altra, più ricca, più tua. E ora, ora questa vita fatta di carte e inchiostri ti apre uno squarcio nel petto e ti mette in pausa.

A malincuore.

La vita che ti sei scelta, forse un po’ incoscientemente, non ammette soste e forse, anche per questo, hai corso fino a perdere fiato, fino a perdere la forza. Ti sei innamorata di lui così come hai sempre pensato di innamorarti : senza speranze. Hai fantasticato sul suo modo di insegnare; hai sempre voluto dimostrare a te come si può arrivare al cuore di una persona impegnandoti in quello che vi accomuna. Poi, hai visto di che pasta è fatto il suo cuore : di egoismo, avrei detto prima, ora dico che è fatto di momenti sbagliati, come il tuo. Eppure la parte più sofisticatamente ingenua di te pensava che lui non sarebbe affatto stato il tipo da “ti scopo e ti saluto”, tuttavia, non appena ha cominciato a veder vivo il tuo interesse, ha subito stroncato la tua vena sentimentale, portandoti coi piedi per terra, su un terreno fatto di chiodi, su un tappeto ove pulire dai piedi gli ultimi residui di dignità. Sì, ti sei sentita priva di autostima, ancora una volta, ti sei sentita sbagliata e, ammettilo, stai dando davvero poco, pochissimo alla tua persona; perché stai lasciando che, quel male inabissatosi sotto le speranze di un nuovo percorso, emergesse per ferirti più a fondo.

La sola prospettiva ti sta annientando. È come se, adesso, tu fossi alla ricerca di un motivo che ti spinga in avanti, perché lui, lui non lo è più, men che meno adesso, perché tra voi si è realizzato qualcosa. Non come volevi, non come sentivi, ma si è realizzato. E adesso, tutto quello che fai, non è più un “tendere verso” lui o un livore che ti spinge a raggiungerlo: quel che senti di fare è allontanarlo con tutte le ragioni che hai, poiché la sua opinione di te è stata sporcata dalla realizzazione di quello che, per te, è stato un atto di amore, per lui, semplice sfogo.

Pensavi di poterla e saperla gestire, abbandonandoti a quegli attimi di pura condivisione di un piacere che hai radicato nel cervello e che fatichi a scacciar via. Per te era amore. È amore. Ma col passar dei giorni, col vuoto dei suoi silenzi, ti sei resa conto di quanto fossi sola in quel sentimento e che lui mai e poi mai vi avrebbe preso parte. E così, son passate tre settimane, tre settimane in cui hai sperato in un minimo cenno da parte sua e che, non prendiamoci in giro, ancora attendi. Indefessamente. Lui è sparito, lui non vuole una relazione e, mia cara, quando un uomo dice di non volere una relazione, significa che CON TE non la vuole; anche perché, bastano un paio di gambe nuove a fargli vorticare i cervello. Ora che lo scrivi, ingurgiti saliva e amarezza, perfino i tuoi si spalancano un po’ di più al pensiero di quanto tu sia stupida e sola, sola a credere in un risvolto positivo. Stai sperando, bhe, passerà anche quella. Anche la speranza.

Tutto finisce, quindi, anche questo dolore, consolati, non è ancora il momento delle lacrime , c’è già il cielo che sta piangendo al posto tuo. Tre settimane, dicevamo, tre settimane fatte di cuticole ammazzate, di drammi, di abboffate senza controllo e successivi sensi di colpa, finchè, ecco sopraggiungere l’invito a far lezione a casa sua, con tutti gli altri allievi. Lui che non ti guardava di striscio, lui che non aveva alcun interesse verso il tuo operato, lui che sembrava aver perso ogni attestazione di stima nei tuoi confronti. Ammettilo, non vi guardavate per nulla, ma non eri a disagio, perché lui…lui rappresentava tutto ciò che ti ha sempre insegnato. Dì la verità, a te dispiace di più la perdita della stima, piuttosto che la perdita, o meglio, il mancato amore. Casa sua è sempre stata uguale a quella che hai immaginato, ma non riesci a discernere se ci tornerai ancora o non ci andrai mai più. È uguale a lui, casa sua, lo rispecchia perfettamente. Ed ecco che arriviamo al momento saliente di tutta la lettera, il momento che stavi attendendo così impazientemente: l’altra. Sì, la sua compagna vive ancora a casa con lui nonostante si fossero separati, ma questo, per te, non è nulla di nuovo. Quello che c’è di nuovo, è che hai potuto vedere sotto ai tuoi occhi cosa sono loro due, in cosa si sono trasformati e in cosa e in chi hai il timore assoluto di rivederti.

Era un mese che non andavi sul suo profilo social, poche cose nuove ci sono, qualcuna riguardava il suo doversi lasciare alle spalle quel che “è stato”. Da lì sei andata a ritroso, tra i suoi vecchi ricordi, tra tutte le foto che aveva insieme a lui, spulciando tra tutte le cose che lui le aveva scritto, tutte le dediche, le promesse, tutti i “ti amo, bimba” e …SEI SPROFONDATA DAL DOLORE. Ti sei immedesimata in quella donna che, inspiegabilmente, senti così affine a te. Vorresti parlarle, vorresti consolarla, vorresti farle capire che siete in due ad esser la parte lesa; che entrambe non siete riuscite a rimanere nel cuore di un uomo che amate, chi per un motivo, chi per un altro. E se lei è stata spogliata della convinzione che, un giorno sarebbero stati ancora assieme, tu sei stata spogliata e basta. Quanta pena provi per lei, abbracci il suo dolore perché lo senti maggiore del tuo e, anche perché il tuo non vuoi vederlo. Siete in due a soffrire e la stringi forte: lei sta patendo più di te. Leggendo le vecchie dediche che le faceva lui, in cui decantava un amore sincero e ritrovato, ti sei chiesta, tra mille lacrime, come fosse possibile che, i sentimenti così profondi avessero un interruttore. Era dunque mai stato amore tra loro due? Lui è mai stato capace di amare? No, credo di no. Se finisce così, no.

Povera lei, così triste, così silenziosa, così serrata in una sofferenza che non vuole mostrargli, che tu sei riuscita a vedere perfettamente. Perché sei così solidale con lei? Eppure dovreste essere rivali. No. Non ci riesci. Avete perso entrambe ed entrambe siete parte di un male che non sai quando smetterà il suo moto perpetuo, ma che, almeno tu, sai riconoscere.

Ti sei concessa questa giornata per stare male, per incidere su carta il turbine mal mostoso che ti elettrizza il cervello e che stai sopprimendo a tutto spiano. Mentre ti scrivo, prendo delle pause che mi riportano agli abbracci, ai baci, all’attrazione sessuale tra me e lui e la speranza di veder consumata la mia prima volta con lui. Ripenso al sogno fatto stanotte , ripenso a lui che mi tocca, mi bacia, mi cerca…poi ritorno alla scrivania asettica illuminata da un bianco bagliore e mi rendo conto di quanto lavoro resta ancora da fare su te stessa. Col cuore triste seppur certo che prima, quanto prima, qualcosa cambierà. Tutto il mondo soffre per amore, pur tuttavia, nessuno ne è mai morto. Certo, ne moriresti, ma sei ancora qui, no? A voler essere felice a tutti i costi. l’amore è un cuore che si mette in moto, viaggia e vince. Chi ha il coraggio nell’esprimere apertamente i propri sentimenti vince sempre, ricordalo. Per cui, non ti rammaricare, piccola mia, se mentre tu gli porgevi il cuore, lui ti restituiva il favore con un “non prendertela se voglio altre donne”. Tu, dalla tua parte, hai la nobiltà d’animo. Lui, non odiarlo, non è il bastardo di turno, è solo uno che non può battersi in una battaglia ad armi pari, perché non siete sullo stesso piano. Lui non può mettersi contro chi possiede la grandezza di un amore. Lui se ne lusinga, certo, ma si stringe nelle spalle, mentre tu, ora, ti stringi nel petto. E il tuo pensiero va ancora una volta a quella donna. Dio solo sa quanto vorrei darle una pacca sulla spalla e dirle :

“ lo so, è difficile, io stessa immaginavo di esser tanto speciale come allieva, quanto tu immaginavi di esserlo come sua compagna. Ed eccoci qui, indifese eppur forti, stanche eppur curiose di una rinascita, distrutte eppur consapevoli che la vita è un orologio sempre carico. Le lancette ci cammineranno addosso e, per quanto ferme, ci sarà sempre la volontà di buttare un piede avanti all’altro. Si incespica un po’, con passi caduchi, all’inizio e sicuri man mano. Per cui, cara altra donna ferita che non sai nemmeno che esisto, la mia preghiera risolutiva va anche a te. Ho accettato tutto di lui, ho preso tutto di lui e non potevo escludere te, visto che ne hai fatto parte così tanto, per tanto. Ti auguro di riprenderti, di non farmi sentire dispiaciuta ogni volta che ti penso e che credo di vedere la mia me tra un paio d’anni. Siamo fatte d’amore, siamo cuori ammalati e menti ebbre, sappiamo di cosa sia fatto l’amore senza che esso ci baci a fior di labbra”.

Queste parole di incoraggiamento vanno a lei, ma vanno anche a te che sei all’inizio delle tue nuove esperienze. Quando riprenderai questa lettera, essa saprà come risollevarti, perché fidati, quando la rileggerai, starai benissimo : avrai trovato un equilibrio, un lavoro e la felicità che adesso ti manca. Ma rilassati, accadrà, accadrai.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Roni