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Autore: _Macchan_    01/10/2018    0 recensioni
Brian è il nostro personaggio principale, un ragazzo con così tanti zii che, se glielo chiedeste, nemmeno lui saprebbe dirvi quanti sono e più di una decina tra fratelli e cugini.
Figlio di un Licantropo e di uno Shadowhunter, in questa raccolta daremo uno sguardo alla sua vita tra momenti presi dalla sua infanzia e altri dalla sua adolescenza, senza un particolare ordine cronologico.
Alcuni capitoli potrebbero presentare rating rosso, tag e rating della storia verranno modificati, se necessario, quando questi verranno pubblicati.
Contributo personale al Writober 2018
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Sono con i miei fratelli, ma non riesco a rimanere concentrato sulla loro conversazione. La mia attenzione continua ad essere catturata dai gruppi di ragazze, molto più rumorose del solito.

Si respira aria di fine scuola, in queste ultime settimane. Non avevo mai notato, prima, quanto gli ultimi giorni potessero essere caotici.
Quest’anno l’atmosfera sta contagiando anche me. Incolpo il mio ragazzo, per questo. Louis non sta facendo altro che parlare del ballo, da talmente tanto tempo che ormai mi sembrano mesi.

Argomento che, sospetto, sia al centro di quasi tutte le conversazioni degli ultimi tempi. Quelle entusiaste delle ragazze e quelle dei ragazzi, ormai così evidentemente al limite del panico che hanno smesso di essere divertenti. Ammetto di non essere un’eccezione da queste ultime.

Ho trascorso tutto il giorno a riflettere sul modo migliore di invitarlo, senza arrivare a prendere una decisione. Dovrei chiederglielo durante la pausa pranzo? Scarto subito l’idea. La pausa inizia tra pochi minuti, non riuscirei a preparare cosa dire. Anche questa è un’altra paranoia che mi hanno messo in testa le amiche di Lia. La scorsa settimana le ho sentite dire di come avessero rifiutato inviti per “non essere abbastanza romantici” e non riesco ad impedirmi di pensare che potrebbe succedere lo stesso a me.

“Se non smetti di pensarci ti esploderà la testa!” Mi prende così alla sprovvista, sventolandomi una mano davanti alla faccia, che il mio primo istinto è quello di scattare all’indietro.
La risata di Lia mi dice che non sono riuscito a mascherare completamente la mia reazione. “Sai, vero, che Baby Lou accetterà anche se glielo dovessi chiedere nel peggior modo possibile?” “Esiste un modo peggiore per chiederlo?!” devo avere un’espressione davvero terrorizzata, se i loro sguardi divertiti sono da considerare un indizio. Scommetto che lo hanno fatto di proposito.

Non rimango molto a rimuginare sulla cosa perché in quel momento qualcuno mi dà un bacio sulla guancia “Non lo stavate tormentando troppo, vero?”
“Lo stavano facendo” mi volto verso il mio ragazzo, con un leggero broncio che sparisce subito di fronte al suo sorriso.
Lia ride soltanto. “Glielo stai dicendo come se ti aspettassi davvero che ci dica qualcosa al riguardo!”
“Beh, sperarci non mi ha mai fatto male” faccio spallucce, prendendo Lou per mano e dirigendomi verso il cortile interno, dove di solito mangiamo quando c’è bel tempo.

I due guastafeste ci seguono, continuando a ridere e bisbigliare tra loro fino a che non abbiamo preso posto come al solito, con LouLou accoccolato tra le mie gambe, la schiena contro il mio petto, mentre chiacchiera con mia sorella, seduta a gambe incrociate di fronte a noi.
Mangio svogliatamente, di nuovo perso nei miei pensieri su come invitarlo, quando un pizzicotto sul braccio mi riporta alla realtà “Mi stai ignorando. Perché?”

Non so se sia stato il suo broncio, che trovo adorabile, lo stress accumulato o che altro ma mi ritrovo a parlare prima ancora di averlo realizzato coscientemente “Vieni al ballo con me?”
Faccio una smorfia al suono delle mie stesse parole. Se il mio obiettivo era un invito romantico, ho appena toppato alla grande.
Resta in silenzio abbastanza per farmi iniziare sul serio a temere una pessima reazione ma, per fortuna, scoppia a ridere facendomi rilassare all’istante. “Era questo che ti preoccupava tanto? Certo che vengo al ballo con te, scemo”

  
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