Anime & Manga > Ace of Diamond
Ricorda la storia  |      
Autore: merty_chan11    01/10/2018    1 recensioni
È il compleanno di Chris ed Eijun non vuole presentarsi a casa sua senza prima riuscire a preparare una torta al cioccolato. Ma l'impresa si rivela più ardua del previsto e dopo dieci tentativi, Eijun è costretto ad andare fino in fondo.
Riuscirà Chris ad apprezzare le sue scarse doti culinarie?
Dal testo:
[...]
«È stato difficile, prepararla?»
Eijun annuì vigorosamente.
«Ne ho bruciate sette. E fatte esplodere due. Una di queste poi mi è caduta in terra.»
Chris rise e prese a mangiare la nuova fetta di torta che Eijun mise con cura sul suo piatto, ormai sull’attenti e pronto ad ascoltare le mirabolanti avventure che aveva vissuto con il forno quella mattina.
[...]
Buona lettura!
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Chris Yuu Takigawa, Eijun Sawamura
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Chocolate cake


 

«Sei sicuro che funzionerà?»

«Fidati di me. Quando si tratta di cioccolato, Chris diventa peggio di una fogna.»

Miyuki era seduto sul tavolo della cucina con le braccia conserte e osservava Sawamura con sguardo preoccupato, senza nascondere il suo sconcerto.

Eijun era concentrato nella delicata operazione del decoro della torta che gli era valsa sudore e fatica -era stato il decimo tentativo, quello, tentativo che era seguito all’esatto momento in cui Eijun aveva tolto la torta dal forno e l’aveva rovesciata a terra per la contentezza- eppure, tutto il duro lavoro stava andando in fumo. 

Di nuovo.

«Aspetta» Eijun alzò la testa di scatto e nel farlo fece cadere la panna montata della sacca a poche sul pavimento.

Miyuki sgranò gli occhi alla vista di quel macello. Dell’ennesimo, per giunta. Eijun trovava quelle reazioni un po’ esagerate. Insomma, era tutta la mattina che impiastricciava la cucina di farina e cioccolato e panna. C’era davvero bisogno di essere così melodrammatici?

«Hai dato della fogna al mio ragazzo?»

«Lo diventerà per davvero se dovrà assaggiare quella cos- Fermo!» 

La sacca a poche fu strappata dalle mani di Eijun con tanta forza che il lanciatore quasi si sorprese ad osservare la scena che si stava svolgendo in quella stanza.

«Avevamo detto che-

«Che non mi dovevo intromettere, ma solo supervisionare. Sì. Ma se proseguiamo ancora in questo modo» e nel dire ciò, Miyuki indicò il disordine sconfinato di quella cucina «Rischi di distruggere tutto. E di finire per il prossimo compleanno. Cibarsi con torte dell’anno precedente non dovrebbe portare alla morte, ma chi siamo noi per voler sfidare il destino?»

Eijun borbottò tra sé e sé ma non poté che essere d’accordo. Era quasi mezzogiorno e lui era in ritardo. Avrebbe ancora dovuto prepararsi e passare nella sua stanza a prendere il regalo per arrivare da Chris giusto in tempo per il pranzo.

Non poteva perdere tempo e lasciò Miyuki al suo lavoro.

Il più grande stava decorando la torta con fare maniacale e con una precisione probabilmente dovuta a tanti e tanti anni di pratica. C’era una netta differenza tra i decori appena fatti da lui e quelli provenienti dalle mani di Eijun che avrebbe voluto sprofondare. Chris l’avrebbe notato in un millisecondo e avrebbe sicuramente chiesto chi avesse fatto quell’obbrobrio; e il tutto sarebbe dovuto terminare con Eijun che gli raccontava ogni cosa per filo e per segno mostrando la sua totale incapacità ai fornelli. 

Non che ci fosse niente di male, a fare la figura dell’ignorante davanti a Chris. Gli era capitato spesso di rivolgersi a lui per qualche consiglio o per qualche spiegazione, ed Eijun non poteva sicuramente scordare il modo in cui il viso dell’altro si illuminava e cominciava ad articolare la sua risposta come se fosse chissà quale divulgatore. Chris era sempre sembrato così intelligente, ai suoi occhi, preparato su ogni singolo argomento che Eijun, per una volta, voleva sorprenderlo.

Sapeva che a Chris non sarebbe importato nulla di quella piccola vista, eppure Eijun voleva che fosse tutto perfetto, che ogni minimo particolare fosse sistemato per quel giorno importante. Almeno per quel giorno.

«Ecco qua» Miyuki concluse la decorazione facendo girare il vassoio della torta con un gesto della mano.

«Ci voleva molto?»

“Tiratela di meno” avrebbe voluto rispondergli, ma Eijun non poté che rimanere piuttosto soddisfatto, e sorpreso, dal lavoro dell’altro.

La torta non sembrava nemmeno più un disastro. Le parti bruciacchiate erano state coperte con la panna in disegni così ben costruiti che non poté credere al fatto che fossero stati realizzati nel giro di un quarto d’ora. Sopra, al centro di un cerchio di altre decorazioni di panna e fragole, vi era la targhetta di cioccolato bianco che portava il nome di Chris scritto in una calligrafia pessima che aveva valso a Kuramochi circa cinque minuti prima di capire cosa ci fosse esattamente scritto sopra.

Non era portato, per usare la sacca a poche.

Eijun guardò prima la torta, poi Miyuki, e poi di nuovo la torta, gli occhi che brillavano come il sole.

«Wow» pronunciò sinceramente colpito. Miyuki poteva essere un idiota patentato, ma quando faceva qualcosa di bello, Eijun era sempre il primo a riconoscergli il merito.

«Sei una specie di guru della cucina o-»

«Fuori di qui» fu la sua risposta categorica. Miyuki aveva le braccia incrociate al petto e lo guardava come se fosse una causa disperata.

Cosa che forse era davvero. 

Lanciò uno sguardo rapido alla cucina, ed Eijun non poté fare altro se non seguirlo.

La stanza sembrava appena sopravvissuta ad un terremoto. 

C’era farina sparsa ovunque, sulle mensole e sui fornelli e sul grande tavolo di legno che stava al centro della stanza. Per non parlare del pavimento. Eijun era sicuro che fosse sempre stato di un giallo tenue; ora, invece, era come se fosse coperto di neve. E la farina non aveva risparmiato nemmeno loro; perfino Miyuki, che era lì solo per evitare che mandasse tutto a fuoco, era ricoperto di farina dalla testa ai piedi. E di cioccolato. E di burro e uova e di panna.

Era come se fosse diventato lui, la torta, ed Eijun non era da meno.

«Miyuki senpai» Eijun si voltò verso di lui, un’espressione seria in viso «Hai tutto il mio rispetto per saperti destreggiare nell’arte della cucin-»

«Ti prego, per il mio bene e per quello degli altri: non toccare mai più i fornelli.»

Miyuki lo accompagnò alla porta tra mille proteste da parte sua ma, alla fine, Eijun si ritrovò fuori dalla mensa con la torta riposta in una scatola sulla mano.

L’aria autunnale di mezzogiorno lo colpì al viso con una carezza che lo fece rinsavire.

Non si era accorto del caldo che aveva avuto dentro la cucina. In confronto alle temperature che ormai si apprestavano ad abbassarsi con la stessa calma con cui le foglie degli alberi impiegavano per cadere, quel luogo era sembrato la camera magmatica di un vulcano.

Eijun si riscosse, scuotendo la testa da una parte all’altra e prese ad avviarsi verso la sua stanza.

Sarebbe andato tutto bene, ripeté a se stesso. Chris avrebbe apprezzato i suoi sforzi, il suo regalo, e la sua pessima torta.

Sì, sarebbe andato tutto bene.

 

 

La giornata a casa di Chris era stata piuttosto tranquilla in confronto all’inferno della mattina, trascorso a correre tra i recipienti dei vari ingredienti e il forno, e facendo attenzione a non inciampare nella farina.

Il pranzo era stato piuttosto ricco ed Eijun non aveva potuto fare a meno di abbuffarsi. Ciò che i genitori di Chris avevano preparato era stato la fine del mondo. Tra una portata e l’altra, Eijun si era sentito così bene che la mano di Chris che raggiungeva la sua da sotto il tavolo poteva definirsi l’ultimo scalino prima della felicità assoluta.

E quando aveva pensato di essere ormai pieno, erano giunti i dessert. C’erano torte e bignè e dolci di altri generi, tutti rigorosamente al cioccolato in ogni sua sfumatura: fondente, al latte, bianco, al pistacchio o all’arancio. Eijun non andava pazzo per quei gusti, preferendo maggiormente il classico cioccolato con le nocciole, ma aveva fatto uno sforzo per Chris e aveva mangiato quanto più poteva. 

Adesso era pomeriggio inoltrato e entrambi erano stravaccati sul divano, intenti a guardare film e a mangiare il dolce che avevano conservato per ultimo: la sua torta.

I genitori dell’altro avevano insistito per consumarla a pranzo, ma Eijun si era voltato da Chris ed era bastato un solo sguardo per fargli capire che avrebbe piuttosto preferito fare ottanta giri di campo di corsa.

Non si era accorto di quanto amasse quell’intesa, di quanto apprezzasse il fatto che Chris non avesse bisogno di parole, per comprenderlo appieno. Era un qualcosa di cui andava fiero e geloso allo stesso tempo, quasi volesse mostrarla a tutti ma avesse comunque paura che potessero portargliela via.

Eijun stava giocando con la sua forchetta mentre osservava l’altro di sottecchi, cercando di scorgere un minimo di reazione alla sua torta.

Chris continuava a mangiarla con foga come se qualche ora prima non avessero rischiato di esplodere per il troppo cibo.

Eijun ebbe quasi il timore che lo stesse facendo per più per cortesia che per vero piacere.

“Andiamo, se ti fa schifo dillo e basta” pensò mentre Chris stava ormai per terminare.

Dopo averla assaggiata, Eijun si era dovuto ricredere: la torta era effettivamente meglio di quanto pensasse. Certo, la consistenza non era una delle migliori, e magari avrebbe potuto aggiungere più zucchero ma, per essere stato uno dei suoi primi esperimenti -o il decimo, circa- era andato tutto a meraviglia.

Ma non gli importava del suo giudizio.

Aveva bisogno di quello di Chris, ora. 

Non si era nemmeno reso conto della preoccupazione che lo assalì quando dall’altro non provenne alcun tipo di reazione. 

Non era sconosciuto il fatto che Chris fosse un vero patito del cioccolato. Eijun aveva sentito tanti racconti provenire dai suoi compagni di squadra e aveva chiesto fino a far perdere la pazienza perfino a Nori che tipo di cioccolato Chris preferisse; non mancarono poi le menzioni sul fatto che per Chris, il cioccolato, era un po’ come l’aria per qualsiasi essere vivente.

Doveva mangiarlo sempre, almeno una volta al giorno, e sebbene i suoi genitori l’avessero educato ad apprezzare quelli più pregiati, a Chris non importava. Una volta Eijun l’aveva addirittura sorpreso mentre era intento a mangiare una barretta presa dal discount vicino alla scuola.

Nonostante queste sue preferenze, però, Eijun aveva comunque paura.

E se non gli fosse piaciuta? E se non fosse stata abbastanza? E se fosse stato lui, quello a non essere abbastanza?

Già poteva vedere, proiettata nella sua mente, la figura di Chris che si alzava dal divano con sguardo deluso e gli comunicava che non aveva più intenzione di proseguire la loro relazione. Poi si alzava per andare via e questo, per Eijun, fu forse il punto che ebbe meno senso: Chris non poteva andare via da casa sua, no? Non era  soltanto ciò che facevano nei film comici per allentare la tensione? 

Il maggiore concluse la sua fetta qualche secondo dopo, mentre lo sguardo di Eijun saettava dalla torta rimasta sul tavolo a Chris.

Gliela si doveva leggere in faccia come se fosse un libro aperto, tutta la sua preoccupazione. Nemmeno per le partite si sentiva così sotto pressione, dannazione.

Ma quando Chris curvò le labbra in un sorriso, tutti i suoi timori scomparvero.

«Posso prenderne un’altra fetta?»

Eijun avrebbe voluto mettergli nel piatto tutta la torta per la contentezza. Anzi, sarebbe andato appositamente al supermercato per comprare gli ingredienti in modo da rimettersi ai fornelli per preparare tutto ciò che Chris gli avrebbe chiesto.

«Grazie per averci provato» il giovane festeggiato prese a giocare con la sua forchetta quando sollevò lo sguardo verso quello di Eijun.

Gli occhi di Chris, splendenti come l’oro stesso, gli ricordavano vagamente il colore della scatola a forma di cuore che avvolgeva i cioccolatini che lui gli aveva regalato.

Forse ne stava avendo abbastanza, di dolci.

Dopo una seconda occhiata, però, gli occhi di Chris, illuminati dalla luce del pomeriggio, parevano ora della stessa sfumatura con cui i raggi del sole tingevano il mondo al mattino, sommergendo qualunque oggetto e luogo e persona sfiorassero col il loro tocco impercettibile e immergendo tutto in un manto d’oro ricco di magnificenza.

«È stato difficile, prepararla?»

Eijun annuì vigorosamente.

«Ne ho bruciate sette. E fatto esplodere due. Una di queste poi mi è caduta in terra.»

Chris rise e prese a mangiare la nuova fetta di torta che Eijun mise con cura sul suo piatto, ormai sull’attenti e pronto ad ascoltare le mirabolanti avventure che aveva vissuto con il forno quella mattina.

«La prima volta ho sbagliato manopola» gli confessò quasi con fierezza, e Eijun fu esortato a continuare perché perché Chris aveva cominciato a ridere e cielo, avrebbe detto qualsiasi cosa pur di sentire quel suono ancora e ancora.

«Insomma, quel forno ne aveva tre. Si può sapere per quale motivo li costruiscono con tre manopole? E poi sembrano tutte uguali! La seconda volta ne ho girata una e ho spento tutto. Io e Miyuki siamo rimasti un’ora ad aspettare per poi renderci conto che il forno non stava funzionando.»

Eijun vide Chris poggiare il piatto della torta sul tavolino per reggersi lo stomaco.

Non l’aveva mai visto in condizioni simili. Mai. Chris non era sicuramente uno che non lasciava sentire la sua risata, quando vi era l’occasione. Certo, non era rumoroso come Kuramochi o come Miyuki, ma non era nemmeno impercettibile come Haruichi. 

Però, in quella situazione…sembrava ci stesse davvero provando gusto ad ascoltare i suoi bizzarri racconti alle prese con l’arte culinaria.

Eijun aveva avuto paura per tutta la mattinata, convinto che Chris avrebbe rifiutato ogni singolo dolce che avesse provato ad offrirgli ed invece fu sollevato. Per quella reazione, per quella risata così genuina che pareva aver fatto giungere già una primavera ancora lontana.

«Miyuki deve averti ucciso.»

«Mi ha tirato addosso una padella» commentò lui al ricordo di quella schivata di fortuna, e Chris rise ancora più forte, costretto a nascondere il viso dietro una mano.

Eijun rimase per un attimo a guardarlo rapito, quasi che Chris fosse stata la creatura più bella su cui avesse mai posato lo sguardo.

Aveva impiegato settimane, per preparare tutto alla perfezione: era andato a comprare il regalo tempo prima, con Ryousuke e Kuramochi, regalo che Chris aveva subito indossato e che aveva contribuito a far aumentare la sua distrazione. Il maglione bianco che Eijun gli aveva dato prima gli stava d’incanto. Sembrava un angelo, o una qualche creatura mistica dei boschi, anche se Eijun non fu proprio certo che quel tipo di folclore funzionasse in quel modo.

Poco gli importava, se poi Chris era felice.

Aveva speso intere giornate a cercare le ricette più disparate per preparargli quella piccola sorpresa e nulla era stato più appagante del vedere il suo volto illuminarsi mentre soffiava le candeline con le stelle che Eijun gli aveva comprato.

Era stato tutto così semplice ma allo stesso tempo così…speciale. Avevano trascorso una bella giornata, piena di cibo e dolci e film che spesso interrompevano per qualche coccola.

«La prossima volta possiamo prepararne una insieme» propose Chris mentre concludeva anche la sua seconda fetta.»

«Anche se sono quasi certo che Miyuki ci tirerebbe addosso tutti gli arnesi della cucina.»

Eijun, che stava continuando a sorridere quasi fosse stato benedetto da chissà quale entità, si riscosse e realizzò appieno quelle parole.

«Aspetta un attimo» fece, le mani in avanti per indicare all’altro di fermarsi «Tu, Chris Yuu Takigawa, l’uomo dei mille talenti, mi sta ora confessando che non sa cucinare?»

«Esatto.»

«È il primo segno dell’apocalisse, questo?» Eijun si guardò intorno con fare melodrammatico «Siamo per caso tornati al 2012?»

Chris scosse la testa e ridacchiò, prendendo la mano del lanciatore tra la sua.

«Sono fortunato che almeno il mio ragazzo sa come preparare i dolci.»

Eijun avrebbe voluto rispondere. Davvero. Ma il tono con cui Chris pronunciò le parole “mio ragazzo” e il modo in cui il suo viso sembrava essersi addolcito ulteriormente, superando qualsiasi limite possibile ed immaginabile, lo mandarono definitivamente in cortocircuito.

Si riscosse soltanto quando Chris si chinò su di lui per baciarlo, ed Eijun non perse tempo a rispondere a quel gesto.

Le labbra di Chris sapevano di cioccolato, ora, e di zucchero e di panna e di tanti altri sapori che lui non avrebbe saputo identificare al momento perché la sua mente era piena solo di Chris e del suo profumo, di Chris e della sua risata, di Chris e dei suoi abbracci sul divano sotto le coperte, scambiati mentre guardavano i film ed Eijun non poteva fare a meno di commuoversi.

Era stato un idiota, a preoccuparsi per quella giornata. Eppure, non poté fare a meno di notare che sembrava tutto più bello, tutto più magnifico e così luminoso che Eijun aveva deciso che avrebbe portato quel momento ovunque.

«Allora dovrò insegnartelo io» pronunciò Eijun quando Chris si fu staccato da lui per andare a riporre la torta sul tavolo della cucina.

«Miyuki non va bene, per queste cose. Io sono meglio.»

«Non ne dubito» gli rispose il maggiore, avvicinandosi al lettore dvd per inserire un nuovo disco.

Quando lo schermò proiettò ciò che stavano per andare a vedere, Eijun sgranò gli occhi.

Chris si sedette accanto a lui e ricoprì entrambi con l’enorme coperta di lana che avevano lasciato cadere in terra.

«Bambi, adesso?» commentò il lanciatore accoccolandosi comunque sul petto dell’altro che lo circondò con un braccio «È una crudeltà».

«Ma io sono qui per consolarti.»

Chris si chinò su di lui per posargli un bacio sulla fronte, e Eijun borbottò tra sé.

«Ci tieni davvero a vedermi piangere? Non rispondo di me stesso, con questo film.»

«Allora vorrà dire che dovrò aumentare la dose di abbracci, no?»

Chris gli sorrise in un modo così genuino che fu impossibile non ricambiare. Eijun sentì le sue labbra incurvarsi quasi in automatico ed entrambi si voltarono, pronti ad iniziare quel film strappalacrime che avevano visto insieme chissà quante volte.

E, cos’erano un po’ di lacrime in confronto a tutte le coccole che avrebbe ricevuto? Poteva farcela. Eijun cominciò a ripeterselo nella sua mente fino a quando lo schermo del televisore non iniziò a trasmettere le prime scene del cartone animato.

Sulla casa era calato il silenzio, interrotto soltanto da ciò che proveniva dall’apparecchio davanti a loro.

Ma Eijun era distratto, concentrato solo sul battito del cuore di Chris contro il suo orecchio, in un ritmo così rilassato e naturale che ben presto il lanciatore si ritrovò a dover lottare per vincere il sonno.

Si stava così bene, in quel posto; tra le sue braccia, sotto le coperte, intenti a guardare un film per bambini che gli avrebbe logorato l’anima. Ma Chris sarebbe stato lì, come sempre. Anche per le cose più stupide, Chris lo avrebbe sempre aiutato a risollevarsi. 

Eijun si ritrovò a pensare, mentre il film ormai procedeva senza che lui se ne curasse, alle molteplici situazioni in cui Chris c’era stato, per lui. A tutte le occasioni in cui una sua parola di conforto era servita a sostenerlo, a permettergli di guardare il futuro.

Fu per questo motivo che Eijun pronunciò le seguenti parole senza alcuna connessione a quanto stessero facendo. Lo fece soltanto perché era grato di averlo al suo fianco, grato per tutto ciò che Chris aveva fatto per lui e il maggiore meritava di saperlo.

«Sono felice» disse soltanto, due parole che racchiudevano un mondo intero di espressioni che Eijun sperò che Chris potesse capire.

Il più grande abbassò lo sguardo per poterlo osservare e sembrò che il suo sorriso fosse diventato ancora più dolce di quanto non fosse già.

Si chinò per dargli un altro bacio sulla fronte ed Eijun chiuse gli occhi, nascondendo metà del viso sotto la calda coperta.

«È stato il miglior compleanno di sempre» gli confessò il ragazzo, e, anche se non poté vederlo, Eijun fu certo che Chris stesse ancora sorridendo.

«Grazie.»

Si addormentò così, con il suono di quell’unica parola e il battito del cuore dell’altro ormai divenuto simile ad una ninna nanna.

Quando si svegliò la mattina dopo, non erano più sul divano; ma Eijun era ancora tra le braccia di Chris, assopito profondamente, e questo fu tutto ciò che ebbe importanza. 

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Ace of Diamond / Vai alla pagina dell'autore: merty_chan11