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Autore: Zomi    01/10/2018    1 recensioni
A fine agosto Sanji aveva realizzato il suo sogno.
Con sguardo fiero e sigaretta fumante che pendeva dalle labbra, fissava l’interno del suo locale animarsi con la luce mattutina, in attesa dei clienti ormai diventati fissi dal non troppo lontano giorno in cui aveva inaugurato la sua pasticceria.
*Fanfiction contenete coppie strane. Il Forum consiglia la lettura a un pubblico con un alto tasso di sospensione dell'incredulità. Può presentare tracce di latte e frutta a guscio*
{FanFiciton partecipante al Crack&Sfiga Ship's Day indetto dal Forum FairyPiece}
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Altro Personaggio, Sanji, Un po' tutti
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Resistenza era una parola chiave per Sanji.
Era il segreto per giungere a casa sano e salvo dopo ogni singola giornata di lavoro.
Era il mantra non troppo ritmato che sussurrava al suo Io interiore ogni volta che vedeva entrare nel locale la banda di deficienti in pronta laura a rovinargli la giornata.
Bonney e Bibi escluse, loro erano delle principesse.
Si ripeteva di resistere a ogni lancio di coltelli e saccapoche con cui Pudding provava a difendersi quando il biondo osava, oh indegno uomo che calpesta la terra!, entrare in laboratorio disturbandola nel suo trip lavorativo.
Resistere, resistere a ogni singola moina che Niji rivolgeva a Cosette seduto al suo bancone, imbrattandogli la visuale col suo sguardo da lumacone bavoso, ma che la sua aiutante ramata sembra apprezzare.
Resistere a ogni bizzarra ordinazione, resistere a ogni richiesta strampalata dei clienti, resistere a ogni singola mattina in cui deveva aprire l’All Blue Pâtisserie e ritrovarsi davanti Eustass-coglione-Kidd a scaricare imprecazioni e materiale nel retro bottega.
Resistere.
Si, Sanji se lo ripeteva e si aggrappava a ogni richiamo con cui invoca il suo mantra, ma sembrava sempre più difficile applicarsi, figuriamoci riuscire a resistere, allo scenario che lo induceva all’idrofilia in quella mattina di caldo autunnale e che faceva bella mostra davanti a lui, lungo il bancone.
-… e quindi vai in palestra?- allungò la mano a misurare il bicipite teso.
-No- ghignò strafottente, ravvivandosi i capelli di fiamme con la mano libera –Merito del lavoro e di qualche scazzottata al sabato sera-
-E a proposito di lavoro- tentò di separarli Sanji –Non ne hai da fare? Da qualche parte? Lontano da qui?-
-Giornata libera- ghignò quello, allungando una mano ad arricciare una ciocca di capelli di Pudding –Sono certo non ti dispiacerà se la passo con questo bel bignè-
 
La risatina acuta risuonò civettuola in tutta la pasticceria, costringendo Sanji ad armarsi dei piatti vuoti abbandonati sul bancone, pur di sfuggirne.
Con sbuffo non troppo celato, rovesciò i piattini nel lavabo dietro il bancone, asciugandosi ringhiante le mani nel grembiule mentre tornava lungo il ripiano.
Non riusciva a trovare una logica al quadretto che brilluccicava di ormoni sessuali nel suo raggio d’azione, e se solo pensava chi vi era come protagonista…
Lanciò una sola occhiata alla ragazza civettuola e in trip di dolcezza, non riuscendo a trattenere i conati di vomito.
Kami del cielo, ma che le era preso?
Troppo lavoro? Troppo stress? Troppo Ichiji?
Armeggiò con la macchina del caffè, rimuginando bestemmie e perplessità, voltandosi poi verso la clientela.
-Credo che le darò la settimana libera- borbottò tra sé e sé, posando una tazzina di caffè nero e amaro davanti la commensale che occupava il bancone, a pochi metri dal duo flirtante.
–Posso portarti altro?- l’occhiò preoccupato –Una brioche, un kraffen… un coltello appuntito con cui sgozzarlo?-
-Non disturbarti- sospirò quella, mento posato sulle dita intrecciate e sguardo ceruleo perso sulle righe grigie del giornale –Mi basta questo caffè- alzò distrattamente la tazzina, facendola ondeggiare sotto gli occhi attenti di Sanji –Se gliela lancio addosso credo di regalargli qualche punto di sutura- sorrise con labbra oblique –Se ho abbastanza mira anche cinque-
Il biondo sghignazzò, posandosi al bancone ad osservarla.
Sembrava tranquilla e calma, posata come sempre nel suo completo scuro di pantaloni e giacca.
Per nulla turbata dal teatrino di piccioncini che le tubavano accanto.
-Se vuoi posso chiedere a Pudding di tornare in laboratorio- si sporse ad accarezzarle un braccio.
Reiju sorrise intenerita, ma negò col capo.
-Lasciala fare- sospirò, piegando sofferente lo sguardo alla giovane pasticcera che rideva e sfiorava ammaliante l’energumeno rosso che non smetteva di pavoneggiarsi con lei –Magari lo fa per avere qualche sconto sulle consegne-
-Magari stare troppo con Ichiji le ha folgorato i neuroni- sbuffò piccato lo chef.
Davvero non capiva: perché la sua aiutante in seconda aveva deciso di provarci senza vergogna e con sfrontata spudoratezza, con quel scaricatore di porto di Kidd?
No capiamoci: K-I-D-D.
Non lo disprezzava per il suo fare rude e privo di eleganza, e il suo lessico più colorito di una gay pride immerso nella tempera?
Perché? Perché ci provava con il rosso?
Eppure sapeva che era stato l’ex di sua sorella, e per quanto si ostinasse a fregarsene della vita privata dei suoi fratelli, era a conoscenza che lei ancora si frequentasse con quell’idiota di suo fratello Ichiji.
Quindi, ancora… perché?!
Con occhio attento, studiò come la castana elogiava la prestanza fisica del rosso, non smettendo mai di accarezzarlo e di ridere a ogni sua singola battuta da rimorchiatore di gallina.
Resistere, si ripetè, doveva solo resistere e non dar di stomaco.
-E nelle sere in cui non partecipi a zuffe di strada- sfrafallò le lunghe ciglia Pudding, sporgendosi verso Kidd, stringendo le braccia sotto i seni evidenziandoli –Cosa ti piace fare?-
-Oh tante cose piccola- si leccò le labbra il rosso, ipnotizzato dall’ondeggiare naturale del seno della pasticcera –Divertirmi con le ragazze di certo-
Resisti, Sanji, resisti a quest’oscenità di flirt!
-Oh, ragazzaccio!- ridacchiò Pudding, colpendolo con un lieve tocco di dita, che non staccò dalla pelle del ragazzo –E che tipo di ragazza è il tuo tipo di ragazza?-
-Bhè…- scioccò la lingua sul palato Kidd, gli occhi scesi sulla scolatura della pasticcera –Ragazze come…-
-Tettone, possibilmente poco vestite e con il grado intellettuale inferiore a quello di un pollaio vuoto- parlò tagliente e senza invito Reiju, tazzina alle labbra e occhi puntati al giornale –A ben pensarci, credo siano solo le tette la parte più importante-
-Tsk- storse il naso Eusatss, guadagnandosi un’occhiata assassino da parte di Sanji per aver osato replicare con quel gruttuale suono a sua sorella –E tu che ne sai?-
-Kidd siamo stati assieme… ricordi?- sospirò Reiju, voltando pagina del giornale –Conosco i tuoi gusti-
-Magari sono cambiati!- sbottò colpito sul vivo.
-Ovviamente!- spalancò gli occhi con fin troppo fare ironico –Prima cercavi donne viziate e capricciose come me- si portò una mano al petto –Mentre ora cerchi… donne mentalmente instabili e che possono ucciderti nel sonno?- alzò un sopracciglio squadrando Pudding.
-Ehi!- sibilò quella, mentre Sanji tentava di non ridere nel tirarla leggermente indietro dalla linea di fuoco della ex coppia.
-Non ti ho mai definita viziata- battè un pugno sul bancone Kidd, fulminandola con lo sguardo.
-Credo fosse il sottotitolo del “Non posso trattarti come meriti!”- non lo degnò di sguardo Reiju, continuando a consultare il quotidiano –In fin dei conti ho sempre disprezzato i Mercoledì Pizza e i Venerdì Play Station giusto? E quanto mi annoiavo a passeggiare nel piccolo parco sotto casa tua… una vera noia!-
Le narici del rosso esalarono un denso respiro caldo, che vibrò tagliente nell’aria attorno al bancone.
-Sanji kun ce l’hai l’assicurazione sul locale vero?- bisbigliò Pudding premendosi sul capo chef, che non si lasciò invadere dalla felicità di sentire le sode forme della castana premersi su di lui solo per la paura che l’energumeno rabbioso osasse far qualcosa a sua sorella.
-Sai bene che intendevo!- sbottò incarognito –Tu meriti di meglio che qualche stupida pizza e Final Fantasy XV al venerdì sera!-
-Magari per me il meglio era proprio la pizza e Final Fantasy!- vociò la rosa, sollevando gli occhi finalmente dal giornale, incrociandoli con quelli ardenti dell’ex.
-Magari- sbottò acida e rabbiosa –Io amavo quelle serate semplici e importanti- deglutì scostando gli occhi e nascondendosi dietro alla frangia color confetto -… e amavo anche con chi le passavo-
Il silenzio calò rapido al bancone, stringendo i due pasticceri, chi schifato nel sapere cosa un energumeno privo di tatto e charme fosse riuscito a far provare alla propria sorella, chi attento agli sguardi carichi di parole inespresse che il suo detto energumeno lanciava alla sorella sopra citata.
Due.
Due minuti di silenzio.
Due minuti resistette Pudding prima di abbattere il suo mattarello sul bancone.
-E allora?!?- sbottò –Non ho flirtato con questo ammasso di muscoli e rincoglionimento per niente!- si lanciò sul ripiano,a ferrando Kidd per la canotta e scuotendolo –Se lei non si smuove nemmeno con la gelosia, allora muoviti tu!- lo minacciò con il mattarello.
-Glielo dici o no che la ami?!? Cosa credi? Che nessuno l‘abbia notato come la guardi?!-
-Di che stai parland…-
-Zitto Sanji san!-
-Si mia diletta~♥-
Il mattarello si schiantò ancora contro il bancone, un po’ troppo vicino alla mano con cui Kidd si opponeva alla presa assassina della pasticcera.
-Va da lei e baciala!- ordinò quella, occhi omicidi impiantati contro il ragazzo.
-Cosa?- grugnì in imbarazzo.
-Cosa?!!- si schiarì la gola Reiju –Non credo di essere d’accordo, io…
-Tu stai zitta!- strillò ancora –Non ne posso più di caffè neri e cornetti vuoti: sono una pasticcera, e le tue colazioni sono una blasfemia alla mia arte!- alzò il mattarello e agitò Kidd nell’altra mano.
-Vai!- ringhiò –Vai e la baci!- indicò la ragazza tremante sullo sgabello e con occhi increduli puntati su di loro –E la baci bene!-
-Pudding chan non credi di star esagerando?- provò un armistizio Sanji, avvicinandosi con mani alzate.
Fosse mai che a quella pazz… dolce ragazza, le venisse in mente di lanciargli contro la sua arma.
-Se si sono lasciati un motivo ci sarà no?- tartagliò –Magari è meglio cos…-
-Te ne stai zitto?!- latrò Kidd –Lascia parlare la pazza!-
-Ehi!- un colpo di mattarello su una sua mano.
-La ragazza, intendevo la ragazza- agitò la mano contusa il rosso, alzandosi dal suo sgabello.
Con passi calcolati e lenti, si avvicinò a Reiju, impettita sul seggiolino con le mani unite posate sulle ginocchia, gli occhi cerulei fissi su quelli d’ambra di Kidd che le si impiantò davanti.
Deglutì a vuoto un paio di volte, si schiarì la gola, allungò e ritrasse la mano tre volte consecutive, si riavviò i capelli con tutte e dieci le dita e…
-Tentenna ancora e il mattarello lo sentirai su per il cu…umpf!!! Sanji san non osare mai più zittirmi con il tuo grembiule!!!-
… e si sporse in fine a unire le sue labbra con quelle di Reiju.
Un bacio piccolo, casto.
Appena accennato, che fece colorare di porpora le guance dell’avvocatessa.
-Bravo- annuì Pudding, sguardo severo e irremovibile su entrambi –Ora chiedile scusa e baciala ancora-
-Ma l’ho appena fatto!- sbottò Kidd, alzando le braccia e voltandosi verso la pasticcera –Cosa cazzo vuoi da me?!?-
-Ha detto baciala!- ringhiò Sanji –Ascoltala per la miseria! Vuoi morire per colpo da corpo mattarelloso?!?-
Kidd storse il naso. Tutte a lui capitavano.
Lui che voleva solo passare la mattina a guadare Reiju da lontano, rimpiangendo i giorni che avevano condiviso ma certo che la sua fosse stata la scelta giusta.
Peccato che quella rottura di balle di pasticcera pazza e il consanguineo della sua bella si fossero messi in mezzo.
-Scusa- sbottò a mezza voce –Non volevo che per stare con me rinunciassi, cazzo ne so- si grattò la nuca in evidente imbarazzo –A concerti alla scala, fottute cene reali e…
-Venerdì Pizza- soffiò Reiju, le mani alzate ad incornicargli il volto –Il Venerdì Pizza è la mia cena reale e sentire te cantare sotto la doccia il miglior concerto-
Le bocche tornarono ad unirsi, ritrovandosi e abbracciandosi dopo troppo tempo.
Le mani scivolarono lente sui fianchi morbidi di Reiju, mentre le gemelle riscoprirono l’intreccio con i capelli rossi di Kidd.
Le labbra si scambiarono parole dolci, le lingue i tocchi mancanti, i respiri gli ansimi singhiozzanti di una passione mai sopita e il mattarello il cranio di Kidd.
-Ma che cazzo?!?-
Si voltò a intercettare il braccio ancora teso di Sanji.
Il respiro mozzato dalla rabbia e la dolce Pudding trasognante e vittoriosa per aver riappacificato i due giovani.
-Non nella mia pasticceria!- tuonò il biondo –Ho sopportato anche abbastanza per oggi e non voglio di certo vedervi limonare sul mio bancone-
-E sul retro?- ghignò provocatore il rosso.
-Kidd giuro che ti ammazzo! Io ti… Reiju basta baciarlo, cos… no, no no… BASTA!!!-
Resistere, Sanji doveva solo resistere.
Se lo ripeteva a ogni ora del giorno, anche mentre scacciava dal suo locale la sorella sorridente e il suo rosso accompagnatore.

 
   
 
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