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Autore: Ily Briarroot    02/10/2018    4 recensioni
Raccolta partecipante a Writober: un prompt diverso ogni giorno per una raccolta ispirata all'autunno.
#1: Invito. Il sorriso determinato di Shiho lo fece sentire a casa dopo tanto tempo. Lui non se ne accorse, ma ne fu contagiato.
#2: Inverno. Si osservano negli occhi senza fiatare, immobili, mentre desiderano ardentemente che una raffica di vento porti via ciò che li divide. In questo momento più che mai.
#3: Insonnia. Hai goduto quel momento a pieni polmoni, così come l'estasi racchiusa in quella sigaretta. Se non puoi averla tu, non deve farlo nessun altro.
#4: Segreti. È questo il momento in cui prendi la giacca ed esci di casa, per iniziare a vivere una vita che si è annullata dal giorno in cui lui è sparito.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo, Shiho Miyano/Ai Haibara
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Invito 
#prompt1

 
A Mari Lace, 
che mi dà sempre una spinta in più per creare
con la nostra coppia di sempre!

 




Aveva fatto avanti e indietro più volte, prima di decidere di fermarsi e respirare regolarmente nel vano tentativo di calmarsi. 
Si era agitato a quel modo poche volte nella sua vita e non riusciva a realizzare il motivo per il quale il suo corpo gli stesse facendo percepire quei sintomi, così, tutti insieme.  

Il cuore che palpitava frenetico sembrava volesse sbucargli dal petto, mentre la tensione dei tendini e dei muscoli iniziava a fare male. Il fastidioso peso in gola non scompariva, né riusciva a deglutirlo, allo stesso modo dell'ossigeno che si rifiutava di arrivare ai polmoni.

Shinichi Kudo non si trovava mai in situazioni di difficoltà; la sua mente acuta e perspicace lo aveva sempre salvato da situazioni ben peggiori.

Tuttavia, nei dintorni non vi erano assassini pronti a ucciderlo, né situazioni che potessero metterlo in serio pericolo. 
Tirò fuori dalla tasca della giacca blu una piccola busta rettangolare, rigirandosela tra le dita. 

Il detective non si era accorto che ciò che stesse provando era semplicemente un'emozione. Pura, bella, entusiasmante. 
Si era sentito tranquillo nel momento in cui aveva ricevuto la notizia; contento, certo, ma tranquillo. 
Adesso, invece, era cambiato tutto. Si sentiva quasi ridicolo mentre tossiva nervoso, preda di una situazione carica di un'adrenalina particolare. 

«Ti sei fatto attendere, detective»

Una voce familiare lo fece sobbalzare sul posto, il cuore perse un battito. In quel preciso istante, gli venne da ridere di se stesso. 
Quando si voltò, la giovane donna dagli occhi limpidi lo osservava affettuosamente. 

Il sorriso determinato di Shiho lo fece sentire a casa dopo tanto tempo. Lui non se ne accorse, ma ne fu contagiato. 
Ricambiò il suo sguardo e le si avvicinò, mentre le gambe si muovevano da sole, quasi come fossero fatte di legno. 
«Beh, non mi sarei perso questo momento per nulla al mondo»

Più la raggiungeva, più riusciva a distinguere ciò che la ragazza stringeva tra le braccia. Ed eccolo lì, il motivo di quell'agitazione, di quella sensazione che non gli permetteva di respirare da un po'. 

Il bambino più bello che avesse mai visto dormiva beatamente tra le pieghe della stoffa azzurra della copertina, le dita minuscole strette a pugno. 
Shinichi non se ne accorse, ma i suoi occhi brillavano di una luce forte, un'emozione che non aveva mai provato. 

«Ehi, finalmente ci conosciamo» mormorò, sfiorandogli appena la pelle delicata del viso. Ogni sorta di disagio o imbarazzo sparirono all'improvviso, lasciando il posto a un altro tipo di sensazione. 
Shiho allargò il sorriso, notando la sua espressione concentrata unicamente sul bambino. Lo guardò negli occhi blu, finché lui non se ne accorse e sollevò il volto verso l'amica. 

«Sono contenta che tu abbia ricevuto il mio invito. Il dottor Agasa mi aveva detto che eri fuori da mesi per un'indagine e non era sicuro di riuscire a rintracciarti»
Shinichi ricambiò la sua espressione, scuotendo la testa. 
«Il professore ha avvisato Ran e lei... beh, mi ha dato la busta con l'intenzione di minacciarmi, nel caso in cui non fossi venuto almeno a salutarti»

«Dovrei sentirmi lusingata?» gli rispose ironica, ritrovando il clima di tanto tempo prima attraverso quella provocazione. 
L'amico ridacchiò, senza allontanarsi un secondo dal piccolo che, nel frattempo, gli aveva afferrato il dito. 
«Sarei venuto ugualmente» rispose, ritrovando la sincerità di quelle parole. «Volevo conoscerlo. I miei calcoli erano esatti, hai visto? Ti avevo detto sarebbe nato in autunno»

Shiho gli lanciò un'occhiata eloquente, dopodiché rise con lui, lasciandosi trasportare dalla felicità del momento. Felicità che non avrebbe mai creduto di poter raggiungere. 

Shinichi si interruppe per primo, osservandola mentre lei non se ne accorgeva. 
«Ehi» riprese, finché non catturò nuovamente la sua attenzione. «Perché hai voluto che venissi oggi? Mi era sembrato di capire che la festa per lui fosse domani. Almeno, hai scritto così ad Agasa e Ran...»

La ramata abbassò un secondo lo sguardo, presa leggermente alla sprovvista. Attese qualche attimo prima di rispondergli. 
«Volevo che lo vedessi tu prima degli altri. D'altronde, sei stato il primo a scoprire la sua esistenza, qualche mese fa. E ci sei riuscito solo perché sei un detective ficcanaso, non farti strane idee» aggiunse poi Shiho, maliziosa. 

Shinichi fece spallucce, grattandosi la guancia con la mano libera.
«Credo l'avrebbe capito chiunque al mio posto, no?»
«No, decisamente» gli rispose lei, tornando a sorridere. Incrociò di nuovo i suoi occhi, notando la solita espressione innocente. Quella non era cambiata. «Comunque, sei stato tu a salvarmi la vita. Non potrò mai ringraziarti come si deve»

Il ragazzo rimase di stucco, gli occhi sgranati, il cuore che non cessava un solo secondo quel movimento frenetico. Anzi, riprese ancora più forte. 

Non le rispose, ogni parola sarebbe stata inutile. Le mostrò il sorriso più bello del mondo, ricco di quella sicurezza che le aveva sempre trasmesso, di quella protezione unica che sapeva infonderle. Colmo dell'emozione di poterla vedere sotto quella nuova luce e, soprattutto, consapevole di quel legame che non si sarebbe spezzato mai. 
  
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