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Autore: Shireith    02/10/2018    3 recensioni
La morte, del resto, è davvero strana: ti travolge come una forte folata di vento, e poi, l’attimo dopo, così com’è arrivata allo stesso modo se ne va. È il dopo che fa più male, perché della persona che ti ha appena lasciato rimane tutto tranne quella persona. Un giorno prima ha una casa, un lavoro, una famiglia, degli amici, degli effetti personali, e il giorno dopo niente di tutto ciò gli appartiene, solo il nulla. A quel punto, tutto ciò che si è lasciato alle spalle non fa che riportare alla memoria dei suoi cari la sua dipartita.
(Shuichi/Jodie, James!death)
Writober, giorno 2: nuvole (lista rossa)
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Black, Jodie Starling, Shuichi Akai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Writober 2018'
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A te, che una volta chiamai padre



 Una macchina si fermò sul ciglio della strada, di fronte a quel luogo a cui tutti gli esseri umani desiderano poter sfuggire. Le nuvole, d’un grigio scuro, s’ammassavano in cielo come api sul miele, e da esse cadeva una pioggia non troppo fitta, che tuttavia dominava il panorama cittadino da svariate ore. Era come se qualcuno avesse previsto il futuro e ordinato alla natura di comportarsi di conseguenza, in rispetto di colui che tanto aveva dato.
 Jodie, in realtà, non sapeva dire se preferisse il sole o la pioggia: la pioggia era malinconia, sentimento che ben si adattava a un giorno come quello; ma forse ulteriore malinconia era l’ultima cosa di cui avesse bisogno, e, al contrario, un raggio di sole l’avrebbe aiutata, per quanto possibile, a rasserenare l’animo. Ma probabilmente non aveva neanche importanza, perché l’unica cosa che l’avrebbe mai potuta aiutare a superare la perdita e andare avanti era il tempo; lo stesso tempo che, inoltre, sarebbe stato la causa stessa del suo dolore durante quegli interminabili mesi che si sarebbero susseguiti. Il tempo sarebbe passato lentamente, avvalendosi di ogni suo secondo di libertà per raggiungerla, insinuarsi in lei e ricordarle ciò che aveva perso e non sarebbe tornato mai più. Un collega. Un datore di lavoro. Un amico. Un padre.
 Shuichi uscì dalla macchina subito dopo di lei. Affondò le mani nelle tasche del lungo cappotto nero e si volse a guardarla. La sua figura si ergeva fiera, un inno alla donna forte e indipendente che era e sarebbe sempre stata, nonostante tutto e tutti. Ed era in parte proprio l’amore di James ad averla resa così, benché la maggior parte dei meriti spettasse comunque a lei. Eppure, era innegabile l’aiuto che James, soprattutto dal punto di vista emotivo e parentale, le aveva offerto.
 Anche Shuichi si concesse quel momento di silenzio per riflettere su quanto anche lui, sebbene il loro rapporto fosse meno intimo di quello con Jodie, nutrisse una profonda stima nei confronti di James. L’uomo l’aveva da sempre supportato, gli aveva insegnato molte cose, e gli aveva sempre dimostrato rispetto e amicizia. Un amico e un collega, insomma, ma anche un esempio professionale da seguire. La sua scomparsa, avvenuta come un violento schiaffo in pieno volto, l’aveva particolarmente turbato.
 Ma Jodie, quel colpo, l’aveva accusato ancora di più, come una lama affilata che la lacerava nel profondo, superando la carne come fosse polvere e arrivando a scavare nei meandri del suo cuore ora in pezzi. Il suo dolore era più vivo, più acuto. Non l'aveva ammesso ad alta voce perché si vergognava ad apparire debole e fragile persino di fronte a Shuichi, ma l'uomo sapeva tutta la sofferenza che si celava dietro quello sguardo all'apparenza impenetrabile. Lo sapeva eccome, perché ci era passato anche lui, con suo padre. La morte, del resto, è davvero strana: ti travolge come una forte folata di vento, e poi, l'attimo dopo, così com'è arrivata allo stesso modo se ne va. È il dopo che fa più male, perché della persona che ti ha appena lasciato rimane tutto tranne quella persona. Un giorno prima ha una casa, un lavoro, una famiglia, degli amici, degli effetti personali, e il giorno dopo niente di tutto ciò gli appartiene, solo il nulla. A quel punto, tutto ciò che si è lasciato alle spalle non fa che riportare alla memoria dei suoi cari la sua dipartita.
 Una di quelle cose e persone che James si era lasciato alle spalle era proprio Jodie: la più preziosa, e che ora avrebbe sofferto più di tutti.
 Shuichi compì un gesto poco in linea con la sua persona, che dimostrò per l’ennesima volta quanto ci tenesse a lei: le mise una mano sulla spalla, che strinse con poca forza, quanto bastava a ricordarle che lui era lì, e soffiò: «Andiamo?»
 Jodie annuì.
 Insieme s’incamminarono lungo il sentiero che portava al cimitero, raggiunsero il cancello principale e finalmente furono dentro. Di lì, la via procedeva in più direzioni lungo lo stesso modello di stradina ciottolata. Jodie e Shuichi ripresero a camminare imboccando la via principale, finché non fu il momento di svoltare a destra e poi di nuovo a sinistra. Quando infine si fermarono, si trovarono al cospetto della lapide sotto la quale James avrebbe riposato in eterno. Su di essa vi erano incisi il nome, la data di nascita e la data di morte. Non v’era nessun tipo di dedica, nessuna lista di aggettivi che ne elencasse i meriti. Jodie aveva ritenuto che fosse meglio così, e Shuichi era d’accordo: non c’era qualcosa che potesse davvero catturare la grandezza di una vita come quella di James Black.
 E poi, ancora una volta, Shuichi dimostrò che i sentimenti di Jodie significavano più di qualsiasi altra cosa, per lui. Benché in contrasto con il suo atteggiamento solitamente serio e disinvolto, l'uomo le cinse la vita con un braccio e l’attirò forte a sé. Jodie non ce la fece più: sovrastata dal vuoto che sentiva crescere dentro di lei, si abbandonò al compagno e tra le sue braccia pianse tutta la sua frustrazione.



A te rivolge questo pianto tua
figlia, fiera di potersi definire tale.
Addio, papà.






* * *





E niente, sono naufragata anche qui, a quanto pare.
È un po’ strano ripescare questa sezione dove prima leggevo soltanto, soprattutto perché non seguo né il manga né l’anime da tanto tempo e non so minimamente cosa stia succedendo ora. Ma, in ogni caso, questi due sono ancora nel mio cuore, e probabilmente non se ne andranno mai (inserire frase cliché), dunque eccomi qui.
Ci tengo a ringraziare tutti quelli che hanno letto fin qui, e, non avendo nient’altro da aggiungere, vi lascio!

   
 
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