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Autore: roro    12/07/2009    21 recensioni
«Vorrei poterti aiutare».
«Nessuno può aiutarmi, Kagome», sussurrò lui in risposta, allungando una mano verso il bento.
«Ma…».
InuYasha le sorrise. «Continua a prepararmi da mangiare e tutto andrà bene, d’accordo?».
Kagome avrebbe voluto spiegarglielo, che la vita degli umani è breve – che avrebbe dovuto separarsi da lui, che il tempo insieme sarebbe finito presto –, ma preferì voltarsi e annuire piano. Parlare era impossibile: la voce le tremava troppo, per sostenere un discorso.

[Una semplice - e forse un po' sciocca, chissà - raccolta, principalmente basata su Missing Moment post-finale e piccoli slice of life AU]
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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*\* Allora. Salve.
Alcuni di voi probabilmente mi conoscono - lo spero, almeno ò.ò -, altri aprono una mia storia per la prima volta in vita loro, e si domandano perché mai una pazza come me abbia deciso di postare un qualcosa. ._.”
*La pazza - che è anche una ritardataria cronica, da un po’ - chiede scusa, in primis. Ci teneva a dirlo*
Dunque.
Questa raccolta, perché di una raccolta si tratta, è nata senza una vera ragione: pensare fa male, e pensare all'ultimo capitolo di InuYasha, per chi è come me, può risultare dolorosissimo. Indi, ho deciso di aprire una nuova raccolta in questa sezione, sperando sia cosa gradita - non uccidetemi ò.ò, per favore. çoç
Quindi... Non ci saranno molti nessi tra le varie Shot: potranno essere delle InuYashaXKagome - e molte lo saranno -, ma potrei anche concentrarmi su di un unico personaggio, o su di una diversa coppia. Probabilmente mi lascerò consigliare, e do la possibilità anche a voi lettori di contattarmi e chiedere. L'elaborato che ne scaturirà sarà alla persona che chiederà dedicato <3, anche se non credo ci sia qualcuno così autolesionista da volere un mio regalino XD.
Questa prima Shot è nata senza premeditazione. Ho immaginato la scena e l'ho buttata giù.
Va detto che è un missing moment ambientato dopo il finale: quello che i fan hanno sempre sognato ma mai visto, insomma <3.
Ringrazio chi leggerà e, in special modo, chi commenterà, perché la mia carentissima autostima necessita di pareri XD.
Ringraziando, mi congedo U.U */*

 

 

 

{PS del 12/08/2011: uh. Sono… due anni e un mese, che questa raccolta esiste.

Non ho alcuna intenzione di revisionare i primi capitoli: ho storie in condizioni ben più disperate, e dedicarmi a sistemare questa raccolta, che tutto sommato è quasi decente, mi sembra stupido. X° Lo farò, ma non ora.

 

I capitoli, come avevo già premesso qui *indica l’introduzione*, sono parecchio slegati tra loro, e la gravidanza di Kagome è affrontata a più riprese in vari modi: questo perché ce li vedo a litigare per il sesso del nascituro, ma so anche che poi Kagome sclererebbe per scegliere un nome ad InuYasha gradito. u___u”

 

“Fairytale” è… Fairytale, punto. Il nome del mio portfolio, dei vari blog che ho aperto negli anni. Fairytale mi ha fatto ridere e piangere, e fluffeggiare come poche cose al mondo. X°

 

Quindi… niente. Volevo solo salutarvi.

Ho sistemato l’HTML dei primi due capitoli – oddio, mi domando che problemi avessi con NVU, dato che il font è grande quasi come una casa(!) – e nient’altro. Così, per hobby.

 

Spero che la fan fiction sia di vostro gusto, un abbraccio. <3

 

 

 

 

 

fairytale;
Personaggi: InuYasha, Kagome, InuYashaKagome.
Avvertimenti/Note: What if?, Romantico, Introspettivo, Generale. Fluff.
[905 parole circa]

A Emiko.
Lei sa perché <3.
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

«Un maschio».

«Una femmina!».

«Ho detto», ricominciò all’improvviso InuYasha, guardandola con espressione irata. «Ho detto che sarà un maschio. E lo sarà, certo che lo sarà».

Se la cosa la indispettiva, di certo Kagome non lo diede a vedere, perché si voltò, ricominciando a dividere le erbe mediche da quelle velenose, così come le aveva insegnato la vecchia Kaede. Un po’ di qua, un po’ di là. Lentamente. «Sarà una femmina», ribatté all’improvviso, senza tuttavia osservarlo. «Dopotutto». Si sfiorò eloquentemente il ventre, poi sorrise. «Dopotutto, è qui. Dentro di me. Credo che il mio legame sia più intenso del tuo, o sbaglio?».

InuYasha ringhiò, indispettito, accucciandosi all’improvviso per terra – lei ridacchiò. Le ricordava il vecchio Hachi, il cagnolino che abitava nella casa accanto alla sua scuola media, e che era solito guardare incuriosito le donne incinte, avvicinando il piccolo nasino alle loro enormi pance. Era un bel cucciolone – sospirò, malinconica –, chissà che fine aveva fatto.

«Sarà maschio», continuò InuYasha con aria saccente, sedendosi nuovamente sui talloni per guardarla negli occhi. «Non può essere altrimenti».

Kagome inarcò un sopracciglio, scostandosi una ciocca di capelli corvini dal volto accaldato. L’estate era una brutta stagione, per essere quasi pronte al parto. Pregò con tutta se stessa di non dover dare alla luce il bambino – la bambina, si corresse d’impulso – proprio in quell’irritante periodo. Sentendo un rantolio irritato, sollevò gli occhi verso l’hanyou. «Sei un sessista», borbottò infine.

«Un sessista?». InuYasha sbatté più volte le palpebre, nel tentativo di riordinare le idee. «Cosa significa?», rantolò, sconfitto, quando si rese conto di non aver mai avuto a che fare con quel termine.

Lei rise, inclinando il capo di lato e portandosi le mani sul ventre, quasi a volerlo difendere. «Significa che discrimini un sesso in favore di un altro», biascicò, sperando di aver dato la risposta giusta. In ogni caso – nell’eventualità che quanto appena detto fosse solo un’enorme stupidaggine – lui non l’avrebbe mai saputo. «Tu preferisci un maschio ad una femmina, quindi sei sessista».

La guardò con aria irritata, mentre le orecchiette si muovevano. Poi sbuffò, sollevando gli occhi verso il cielo nel disperato tentativo di riprendere il controllo. «Non preferisco un maschio ad una femmina».

Kagome si lasciò sfuggire una risatina nervosa. «Hai appena detto che vuoi un maschio: non significa che preferisci un bimbo ad una bimba?». Lasciò andare l’erba medica per lanciargli un’occhiata più penetrante. «Allora? Non ti sembra un atteggiamento sessista, il tuo?».

«No».

Sbuffò. «InuYasha, non fare l’infantile e ammetti di preferire un maschio».

«Voglio un maschio», concesse lui, posando una mano sul ventre di Kagome – tremò appena, scoprendo che il tessuto del kimono era molto sottile e che riusciva quasi a sentire il calore della sua pelle – e carezzandolo distrattamente. «Voglio un maschio, sì, ma un motivo c’è».

«E sarebbe?».

Lui arrossì, Kagome lo guardò perplessa.

«Nulla. Fingi di non aver sentito».

«Oh, no. No, no e poi no». Incrociò le braccia sul petto, alzandosi quel tanto che bastava per riuscire a guardarlo negli occhi. Poi ridacchiò, palesemente divertita. «Hai parlato, mi hai incuriosita, ora finisci».

«Ma-».

Aggrottò le sopracciglia, puntandogli un dito contro. «Niente ma. Non osare dire ma, o sta’ certo che non avrai vita facile». Un minimo dolore al ventre la colse impreparata – si morse il labbro inferiore, costringendosi a continuare a guardarlo. «Ti decidi a parlare?».

InuYasha abbassò gli occhi e mugugnò qualcosa, torturandosi le mani.

«Non ho capito nulla», lo interruppe Kagome. «Ripeti».

«Perché se nasce un maschio poi avrà modo di difendere sua sorella, in futuro», urlò lui tutto d’un fiato. E si alzò in piedi. E si alzò in piedi perché era imbarazzato, e non voleva farle vedere le sue gote arrossite. Ed era imbarazzato – e non voleva farle vedere le sue gote arrossite – perché si vergognava assurdamente di quel pensiero così poco da lui. Se l’avesse saputo Miroku, gli avrebbe di certo riso in faccia.

E avrebbe fatto bene: del resto, se fosse stato il monaco a rivelare un pensiero così umiliante, l’avrebbe preso in giro a vita. Era logico.

«Carino».

Si voltò di scatto verso Kagome, dimentico delle guance rosse e del senso del pudore che gli urlava di scappare via. Lei sorrideva, contenta.

«È un pensiero davvero carino», dichiarò, guardandolo. «Davvero», ripeté, per sottolineare il concetto. Poi si inclinò leggermente in avanti – le loro bocche si incrociarono per un lasso di tempo forse troppo bene, e InuYasha la guardò, arrabbiato. Lei rise, in attesa di essere baciata di nuovo. «Sei tenero».

«Non dirlo più, non sono tenero».

«Certo”, ribatté ironica. «Non sei un amore. E non hai appena fatto il pensiero più dolce del secolo».

«No», confermò lui. Poi si lasciò ricadere a terra, guardando il cielo. «Non sei pentita, vero?».

Kagome lo guardò perplessa. Gli si avvicinò di nuovo, decisa a scostargli una ciocca di capelli dal volto. «Non sarò mai pentita», sussurrò, carezzandogli la guancia con dolcezza. «Mai. Non mi pentirò mai né di essere tornata in quest’epoca», prese fiato, poggiando il capo sul suo petto e stringendo tra le dita il suo abito, «né di questo». E si toccò il ventre, allegra. «Quindi non pormi domande stupide e abbracciami».

«Oggi fa caldo, Kagome. Abbracciandoti potrei – non so, tsk. Magari potresti cominciare a sudare e dimenarti! Potresti chiedermi di lasciarti andare”.

Sorrise, poi gli afferrò il polso affinché le circondasse la vita. «Mai».

E sorrise, lasciando che l’opprimente arsura di quella giornata s’intensificasse ancora un po’. 

 

   
 
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