Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug
Ricorda la storia  |      
Autore: Eridian    04/10/2018    2 recensioni
Al telegiornale infatti avevano annunciato che un nuovo supercattivo era in città. Erano riusciti a filmarlo:
"Papillon mi ha concesso il potere di impadronirmi di oggetti e persone a mio piacimento. Cominciate a tremare."
Con un ghigno inquietante, il suo corpo di allungò verso una piccola chiesetta abbandonata lì vicino. Questa si illuminò per qualche istante di viola, lo stesso colore del costume del supercattivo, poi tornò al suo colore naturale. Tutto normale, se non fosse che la chiesetta si sollevò di qualche metro in aria, per poi ricadere a terra con un forte tonfo. Puntava dritta verso la via del centro, pieno di persone: essendo la festa del paese, erano tutti lì a festeggiare.
--
Ladybug, ormai con le lacrime agli occhi, si mise a urlare.
"Presto, scappate! Allarme Akuma! Dovete andarvene da q..."
La voce le si spezzò a metà. Dalla sua gola non uscivano più parole.
Le lacrime ormai scendevano sul suo viso.
--
"È entrato in centro." indicò la chiesa, ormai all'inizio della via principale. Le vetrine dei negozi erano coperte da schizzi di sangue. "Non riusciremo a farli scappare tutti."
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Allarme Akuma
 
 
 
Questa storia non si svolgerà nella grande Parigi, ma in un piccolo paesino da qualche parte nel mondo.
 
Questo paesino era composto semplicemente da un centro, ed una periferia.
Nell'ultima si trovavano palazzi e villette; il centro invece era una lunga via con la strada in ciottoli, piena di negozi di gioielli, vestiti, di frutta e verdura, e anche di bar e gelaterie. A esattamente metà della grande via del centro, si trovava una grande piazza con una basilica: questa zona era sempre molto affollata.
 
Voglio parlarvi ora di due persone in particolare: Marinette e Adrien.
Questi due ragazzi abitavano in periferia.
Marinette viveva in un palazzo a due piani, e sotto al suo appartamento si trovava la panetteria dei suoi genitori. Ma al posto che amare farina e forno come i suoi genitori, lei adorava la moda; spesso infatti, la si trovava seduta alla sua scrivania davanti alla macchina per cucire.
Adrien, invece, abitava in una grande villa proprietà di suo padre, Gabriel Agreste, un famoso stilista. Il ragazzo posava spesso davanti ai fotografi, usato infatti come modello dal padre.
 
I due ragazzi erano in possesso di due gioielli e due kwami, che consegnavano loro poteri magici da usare contro supercattivi: Marinette era accompagnata da Tikki, il kwami della coccinella, che le donava, infilandosi negli orecchini che la ragazza portava sempre, il potere della creazione, oltre che una tutina rossa a pois neri, e uno yo-yo magico. Il suo nome da supereroina era Ladybug.
Adrien, al contrario, aveva il potere della distruzione, donatogli da Plagg, il kwami del gatto nero, che per farlo entrava nell'anello sull'annulare della mano destra del ragazzo. Il suo costume era tutto nero, con un campanellino dorato sotto al collo, una cintura a fargli da coda, e delle orecchie da gatto sul capo. Anche lui, come Ladybug, aveva un oggetto: un bastone argento che poteva allungarsi e restringersi, usare come arma o come semplice aiuto per spostarsi più velocemente da un tetto all'altro. Il suo nome da supereroe era Chat Noir.
 
 
Era una sera come tante: Marinette era alla scrivania a cucire ed Adrien, con un po' di tempo libero, era al pc, sul Ladyblog, a tentare di scoprire chi fosse la sua amata Ladybug.
Entrambi avevano la televisione accesa, e da questa ad un certo punto arrivò una notizia.
Al telegiornale infatti avevano annunciato che un nuovo supercattivo era in città. Erano riusciti a filmarlo:
"Papillon mi ha concesso il potere di impadronirmi di oggetti e persone a mio piacimento. Cominciate a tremare."
Con un ghigno inquietante, il suo corpo di allungò verso una piccola chiesetta abbandonata lì vicino. Questa si illuminò per qualche istante di viola, lo stesso colore del costume del supercattivo, poi tornò al suo colore naturale. Tutto normale, se non fosse che la chiesetta si sollevò di qualche metro in aria, per poi ricadere a terra con un forte tonfo. Puntava dritta verso la via del centro, pieno di persone: essendo la festa del paese, erano tutti lì a festeggiare.
 
Dalle loro case, Marinette e Adrien avevano capito ciò che il cattivo aveva intenzione di fare, e subito si trasformarono, diretti in centro.
Si trovarono su un tetto del centro, osservando quante persone avrebbero rischiato se fossero rimasti lì.
Non troppo lontano intanto videro la chiesetta che si muoveva saltando, non troppo velocemente, verso dove si trovavano loro.
"Se non lo fermiamo e non facciamo scappare tutti quanti, ci saranno decine di morti!" disse Ladybug a Chat Noir.
Corsero in direzione dell'edificio.
Saltarono, e con lo yo-yo e il bastone iniziarono a colpirlo, senza ottenere risultati.
La chiesetta saltò di nuovo e fece per schiacciarli, posizionandosi sopra di loro. Chat Noir, con un balzo felino, prese Ladybug e riuscì a spostarla poco prima che fosse troppo tardi. Era strana la sua Lady, lo aveva notato. Le mani tremanti, il sudore a imperlarle la fronte, il respiro veloce. Che fosse... paura?
Effettivamente non erano riusciti nemmeno a rallentare la corsa della chiesa, ed era sempre più vicina al centro, dove ancora nessuno si era accorto di ciò che stava succedendo.
 
Già quell'edificio aveva creato danni seri: molte macchine erano state schiacciate, alcuni alberi abbattuti, e aveva lasciato dietro di sé anche alcuni feriti e... vittime.
Che fosse per questo che la sua Ladybug era così impaurita?
"A mali estremi, estremi rimedi." si disse Chat Noir. Poggiò a terra Ladybug, dopo averla salvata, e corse incontro alla chiesetta.
"Cataclisma!" urlò, portando la mano al cielo. Sporse il braccio in avanti, pronto a colpire e cancellare quel cattivo. Ma lo mancò.
La chiesa infatti si era alzata pochi istanti prima che Chat Noir potesse colpirla, e questo era caduto a terra, sbilanciato, creando una voragine nell'asfalto davanti a sé.
Ladybug corse ad aiutarlo ad alzarsi.
 
"Ho sprecato la mia occasione." esitò qualche istante e poi: "Ladybug, dobbiamo evacuare il centro, subito!"
 
Veloci come mai, aiutati dal bastone e dallo yo-yo, superarono la chiesa e arrivarono sui tetti del centro.
Ladybug, ormai con le lacrime agli occhi, si mise a urlare.
"Presto, scappate! Allarme Akuma! Dovete andarvene da q..."
La voce le si spezzò a metà. Dalla sua gola non uscivano più parole.
Le lacrime ormai scendevano sul suo viso.
Le persone l'avevano sentita però, lei e il tonfo vicino della chiesetta. Capendo, si fecero prendere dal panico, e corsero tutti verso la piazza del centro, per scappare dalla furia distruttrice della chiesa, che aveva appena creato un'altra famiglia di vittime.
 
Erano felici, Ladybug e Chat Noir, di vedere le persone andarsene, ma subito questo spiraglio di allegria venne coperto da una nube di panico.
La gente scappava, si, ma non si preoccupavano gli uni degli altri. Chi cadeva a terra, spinto dalla folla terrorizzata, veniva lasciato indietro, schiacciato, ucciso.
 
I nostri eroi si spostarono verso la piazza del centro, dove si trovava la grande basilica. In quella piazza si trovava molta più gente, che veniva spinta dalla folla che cominciava a scappare.
Ladybug scese tra la folla.
"Vi prego scappate!"
Le persone la guardarono, ancora confuse.
Un altro tonfo, urla disperate.
"Scapp..." di nuovo la voce non uscì.
Con il suo yo-yo tornò sul tetto da cui era scesa, e si avvicinò a Chat Noir.
"Cos'è successo!?" chiese ormai in preda al panico.
"È entrato in centro." indicò la chiesa, ormai all'inizio della via principale. Le vetrine dei negozi erano coperte da schizzi di sangue. "Non riusciremo a farli scappare tutti."
Vide il viso di Ladybug corrugarsi e coprirsi maggiormente di lacrime.
 
Ormai anche la piazza era piena di gente urlante e disperata.
La chiesetta fece un ennesimo balzo, e altre urla disperate si sentirono in lontananza.
Chat Noir urlava dal tetto, tentava di far mantenere la calma a più persone possibile, fallendo.
La folla aveva iniziato a scarseggiare sulla via accanto alla chiesetta assassina, e finalmente stava uscendo da quel centro maledetto.
 
Ladybug provò di nuovo. Saltando, con lo yo-yo prese una delle macchine ancora salve parcheggiate lì vicino. La sollevò in aria e lanciò contro la chiesetta, senza vedere però se l'avesse colpita o meno, dato che se non fosse saltata con lo yo-yo di nuovo sul palazzo sarebbe caduta tra la folla. Tornata sul tetto corse con Chat Noir verso la chiesetta.
Con orrore videro quantità enormi di sangue sparso sulle vetrine e sotto alla chiesa, ma non solo: notarono accanto all'edificio la macchina lanciata poco prima da Ladybug. Questa infatti non aveva colpito il nemico, ma al contrario aveva schiacciato e ucciso alcune persone che stavano per scappare.
Ladybug si paralizzò. Tremava, piangeva, e aveva il respiro veloce, come i battiti del suo cuore.
 
Chat Noir andò davanti a Ladybug, che era paralizzata, senza saper cosa fare.
Lui la prese per le spalle, e scosse leggermente.
"Ladybug, forza riprenditi! Serve il tuo aiuto! Solo tu puoi fermare questo orrore e riportare tutto alla normalità!" un altro tonfo. Videro altre persone morire. "Usa il tuo potere, ci serve il tuo aiuto Ladybug!"
Ma non ricevette alcuna risposta. Allora la abbracciò. Strinse il suo capo sul suo petto con una mano, e l'altra la mise sulla sua schiena, stringendola a sé.
"Andrà tutto bene, vedrai. Risolveremo tutto. Insieme. Ma ora devi riprenderti, e usare il tuo potere. Forza!"
 
- - - -
 
Una farfalla bianca, pura, volò via dal magico yo-yo della ragazza.
Prese l'oggetto creato dal Lucky Charm, lo strinse tra le mani.
"Ti prego, fa che funzioni. Ti prego."
Chat Noir mise una mano sulla sua spalla, per darle coraggio 
"Miraculous Ladybug!"
Avvenne la magia. Il sangue sui negozi sparì, la chiesetta tornò dove da sempre era stata, e le macchine distrutte si ripararono.
Ma ciò non bastò a far tranquillizzare i due eroi.
Le vittime infatti erano ancora stese a terra, e non si rialzavano.
Scesero a controllare. I morti rimasero morti. Chi schiacciato dalla folla, chi dalla chiesa, chi dalla macchina lanciata da Ladybug.
Già. Alcuni di quei corpi erano sue vittime, lei lo sapeva bene. E non riusciva a perdonarselo.
 
Bip-bip
 
Ancora poco e Chat Noir si sarebbe ritrasformato. Ma non poteva lasciare Ladybug in quelle condizioni.
Allora la prese tra le sue braccia, con un braccio attorno alle sue spalle e l'altro sotto alle sue ginocchia, come una principessa. La sentiva tremare e singhiozzare tra le sue braccia.
"Qui abbiamo finito. Non possiamo più fare nulla."
"Chat Noir... loro..." non riuscì a dire altro, e non riuscì più a guardare. Si strinte a Chat Noir, chiudendo gli occhi e poggiando il capo sul suo petto.
 
Era rischioso, ma non gli importava.
Saltando sui tetti di quel paesino la portò fino alla sua villa, appena in tempo, perché appena entrato dalla finestra nella sua camera si ritrasformò.
Si diresse al letto. La mise sotto alle coperte e si stese accanto a lei, stringendola a sé.
Chiuse gli occhi proprio mentre anche lei tornava sé stessa.
La strinse al suo petto.
"Dormi, Milady. Domani sarà passato tutto."
E con quella bugia, si addormentarono, uno abbracciato all'altra.
 
 
 
 
 
 
Ehilà! È la mia prima volta su questo fandom.
Spero davvero di non avervi annoiati con questa fic!
Questo emh… racconto(?) l’ho sognato una notte, e ho deciso di provare a buttarci giù due righe.
E… niente!
Lascio a voi la parola, se avete voglia di commentare!
Baci!
Dudi_Mouri
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug / Vai alla pagina dell'autore: Eridian