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Autore: Wasabi    04/10/2018    2 recensioni
Senza alcun preavviso prese la tazza di latte bollente gettandola addosso a Sebastian, che non batté ciglio nonostante l' elevato calore del liquido. Si limitò a guardare la sua camicia bagnata, per poi sospirare con melodrammatica esasperazione. -Oh, cielo. Perché dovete sempre essere così dannatamente infantile?-***Fanfiction scritta per l' inktober! Tema di oggi : FOOD! Grazie a chi leggera'! Buona lettura!~
Genere: Dark, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Ciel Phantomhive, Sebastian Michaelis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~ QUEL MAGGIORDOMO, LATTE E MIELE~





Era tutto il giorno che continuava a girare e rigirare tra le mani alcuni dei numerosi documenti che giacevano sparpagliati sul tavolo del suo ufficio.
Ultimamente c' erano state molte irritanti situazioni di cui si era dovuto occupare per conto della regina e queste cose avevano fatto precipitare il suo umore.
Era chiuso in quella stanza da tutto il giorno , troppo concentrato sul da farsi, e aveva finito anche per saltare i pasti. Aveva bevuto solo qualche sorso di Earl Gray che Sebastian gli aveva prontamente preparato, pur di indurlo a mandate giù qualcosa, assai preoccupato per i problemi a cui il corpo di un fragile essere umano poteva incorrere. Aveva continuato, rammentandogli che avrebbe dovuto fare almeno tre passi al giorno per godere di buona salute.
Tuttavia il suo padrone lo aveva ammonito con un cenno della mano, interrompendo il suo monologo con fare stizzito.
-Basta così. Non ho voglia di starti a sentire, Sebastian. Ho molto lavoro da svolgere. Torna in cucina ad impicciarti delle faccende che ti competono.-
Tuttavia la replica del maggiordomo non tardò ad arrivare.
-Sono desolato di doverla contraddire. Ma vede, lei occupa per forza di cose il primo posto nella mia personale lista delle faccende in questione. Ha forse il coraggio di negarlo, Bocchan?-
Replicò di rimando, scrutando il padrone con il suo solito sorriso diabolico. Tuttavia non aggiunse altro e sparì dalla camera, lasciando un imbronciato Ciel al lavoro. Dopo qualche ora però, il ragazzino cedette, troppo assonnato e stressato da quella giornata che avrebbe solo voluto dimenticare. Si addormentò letteralmente con la testa sui fogli. Fu l' ultima cosa che ricordò, prima di essere svegliato da un aroma lieve e dolce, che conosceva assai bene. Aprì lentamente le palpebre, mettendo a fuoco quella che riconobbe essere la sua camera da letto.
In piedi accanto a lui, Sebastian lo guardava con l' aria di qualcuno che aveva appena vinto una scommessa. Reggeva tra le mani un vassoio con una tazza di latte caldo, accanto ad un elegante vasetto contenente del miele.
-Come immaginavo, siete crollato a causa del sonno e delle poche energie.- Disse, mettendo metaforicamente il dito nella piaga, per evidenziare il fatto che avesse ragione.
Ciel sollevò un sopracciglio, mentre la forte irritazione per essersi mostrato così vulnerabile prendeva il sopravvento. Senza alcun preavviso prese la tazza di latte bollente gettandola addosso a Sebastian, che non batté ciglio nonostante l' elevato calore del liquido.
Si limitò a guardare la sua camicia bagnata, per poi sospirare con melodrammatica esasperazione.
-Oh, cielo. Perché dovete sempre essere così dannatamente infantile?-
Ciel incrociò le braccia al petto, facendo un sorrisetto vittorioso.
-Te lo sei voluto tu questa volta. Chi ti ha ordinato di scaldarmi quel latte, poi?- Lo accusò, gonfiando le guance per fare quella che avrebbe dovuto essere un' espressione arrabbiata…ma che su di lui risultava incredibilmente adorabile.
Sebastian trattenne a stento una risata, nel vedere il suo padroncino fare la voce grossa.
-Beh, dopo questa giornata dominata dal suo cattivo umore, penso di dover perlomeno ricambiare il suo scherzo di cattivo gusto.- Detto ciò, prese il dosatore del miele facendogli gocciolare sulla camicia da notte e sulle gambe quel nettare giallo.
-Sei stupido o cosa , Sebastian? Adesso sarai tu a dover pulire tutto. E' un ordine.-
Ciel lo guardò con un sorrisetto furbo, aspettandosi di vederlo andare a preparare la vasca per il bagno.
Era davvero convinto di poter aver il pieno e totale controllo, in qualsiasi frangente, di un essere infernale travestito da maggiordomo. Tuttavia non era mai molto saggio istigare a oltranza un essere millenario come lui. Sebastian sorrise serafico, poi fece un lieve inchino e i suoi occhi color cremisi brillarono.
-Yes,my Lord.-
Non fece ciò che il suo padrone si aspettava. Si appoggiò invece sul letto e gli afferrò velocemente una gamba per poi avvicinarla al volto e iniziare a lambire il miele. Gustò appieno l' espressione sbarrata di Ciel, che comprese quanto fosse diventata pericolosa per lui la situazione, nel momento esatto in cui lo vide leccare la sua gamba dal ginocchio all’ interno coscia. Ma quando aprì la bocca per ordinargli di smettere, venne fermato dalle dita guantate del maggiordomo, che si premettero con forza sulle sue labbra.
-Mmmph!! - Mugugnò qualcosa , senza che potesse uscire alcuna parola dalla sua bocca, mentre Sebastian lo osservava con l' espressione di un gatto che stava per saltare su un topo.
Gli sollevò la camicia da notte ,scoprendone il petto candido, che si era sporcato anch' esso di miele. Poi assaggiò il sapore della sua pelle, alternando baci fugaci alla lingua.
Il respiro di Ciel , assai rapido per la sorpresa e il timore, iniziò lentamente a calmarsi.
Dal giorno in cui era stato violato e distrutto nell' innocenza assieme a suo fratello, era stato per un bel po’ repellente al contatto fisico. Solo dopo molto tempo gli incubi ricorrenti di quelle mani avide e quelle risate sporche lo avevano abbandonato. Per questo non avrebbe mai immaginato di poter provare piacere nella situazione che stava vivendo.
Tuttavia comprese che la bocca di un demone non era nulla in confronto a ciò che un umano poteva immaginare. A Ciel sfuggì un ansito nel momento in cui la lingua di Sebastian si soffermò su un capezzolo. Ormai era totalmente in balìa del peccato capitale chiamato lussuria.
Giaceva inerme ,facendosi divorare dal demone, mentre sentiva delle forti pulsazioni al bassoventre invaderlo e aumentare sempre di più. Improvvisamente pensò di morire , provando una sensazione a lui ancora sconosciuta.
Prima che potesse capire appieno cosa fosse, riversò il suo seme sulle coperte. Infine, tanto esausto da non riuscire a tenere le palpebre aperte ,cadde nell'oblio.
**********

L' indomani si svegliò incredibilmente riposato. Dopo essersi destato e aver messo a fuoco la sua camera da letto, rammentò gli avvenimenti della notte precedente e si portò con uno scatto improvviso le mani sulla veste.
Con suo enorme stupore, osservandola bene, la trovò candida e immacolata. Anche le lenzuola erano pulite come sempre e sul suo corpo non sembravano esserci segni imputabili a ciò che ricordava fosse accaduto.
Mentre si interrogava in cerca di risposte, sentì Sebastian bussare alla porta della sua stanza per poi osservarlo fare capolino.
Vide l' ombra del maggiordomo allungarsi sul suo letto, per via della luce che filtrava dal corridoio come accadeva ogni mattina.
-Signorino, il sole è già alto e numerosi impegni l' attendono - Disse, andando ad aprire le tende delle due grandi finestre ancora chiuse. Ma prima che potrete iniziare ad elencare le numerose portate che aveva preparato per la colazione di quel giorno, Ciel lo interruppe.
-Sebastian. La scorsa notte….- Iniziò, senza riuscire a continuare, ma l' altro terminò la frase al posto suo.
- ...Vi siete addormentato sul tavolo da lavoro, così vi ho portato a letto. Avete continuato a dormire sodo per tutta la notte, Signorino-
Sebastian si fermò accanto al letto, osservandolo nella sua solita posa professionale, senza dire altro. Tuttavia dopo alcuni secondi di interminabile silenzio, in cui il conte continuò a domandarsi se non si fosse sognato tutto , pose una domanda.
- Qualcosa non va, Bocchan?- A quelle parole il ragazzino si riscosse, ammettendo che non essendoci alcuna prova evidente , doveva per forza di cose essere stato solo un sogno ambiguo, causato dalla fame e dalla stanchezza.
- No...nulla. Che fai lì impalato? Sbrigati a prendere i miei vestiti.-
Il demone eseguì, obbediente, ma nel momento in cui si voltò per raggiungere l' armadio un sorriso beffardo e inquietante si dipinse sulle sue labbra.
Sussurrò qualcosa, sogghignando ,senza farsi sentire.
- Quanta candida innocenza. Che perfetto maggiordomo sarei se non riuscissi neppure a fare cose come queste?-
  
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