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Autore: Dave Coraan    04/10/2018    0 recensioni
Tratto da una campagna di D&D. Raiyko, dopo aver perso la memoria, riesce a fuggire dalla fortezza di Divenfall. Il mondo che lo aspetta fuori però è completamente in crisi. Fra lotte di potere, un passato da scoprire e minacce celate, Raiyko dovrà decidere cosa è giusto o sbagliato per poter far tornare la pace e l'ordine nel regno di Kaos.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LA FIAMMA NELLA NOTTE
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Raiyko, Aequitas e Yotta si alzarono tardi quella mattina. Non dormivano su un letto da chissà quanto tempo, e cedettero alla sua morbida tentazione. Uscirono dalla reggia senza fare colazione, con la speranza di recuperare parte del tempo perduto. Passarono quel che restava della mattinata a chiedere varie informazioni agli abitanti del villaggio. Vennero presto a conoscenza del fatto che il popolo di Kabila aveva nominato un capo villaggio, il suo nome era August, in sostituzione a Lord Ramsus, che a quanto pareva non riscuoteva una buona fama tra gli abitanti. Parecchie volte venne accusato da quest’ultimi di pensare più ai suoi interessi che ai loro, ultimo, ma non meno importante, fu quello di dichiararsi pretendente alla corona e andare contro Divenfal. Essendo il villaggio vicino alla capitale e privo di qualunque difesa, il popolo temeva una punizione da parte di Ten. Raiyko e gli altri non riuscivano a condividere i timori degli abitanti di Kabila, ma ne potevano comprendere le ragioni. Provarono a persuaderli dall’idea di sottomettersi a Divenfall, ma non insistettero troppo. Aequitas non tollerava il fatto che Ramsus stesse calpestando così la volontà dell’intero villaggio, era su tutte le furie. Raiyko lo tenne a bada e lo convinse ad aspettare la cena per discuterne direttamente con Ramsus che, magari, aveva una valida motivazione.
«Lo spero vivamente per lui! A me ormai sembra chiaro che sia lui il “cattivo” di cui parlava il vecchio pazzo!»
«Ora stai saltando a conclusioni troppo affrettate. Non penso che Ramsus abbia tutti i torti a voler cambiare le cose…»
«Raiyko, sarei d’accordo con te se avesse deciso di mettere a rischio solo sé stesso, ma lui sta mettendo a rischio l’intero villaggio solamente per i suoi sporchi fini, non per un bene più ampio!»
«Beh, ma in teoria non c’è alcun pericolo.» Intervenne Yotta.
«Questo è quello che dice lui, però intanto vuole il nostro aiuto! Se prima non mi convinceva, ora proprio mi disgusta!»
«Ripeto Aequitas, aspettiamo di sentire la sua versione dei fatti stasera a cena.»
«Bene! Ti avverto però, se non trova una valida motivazione io lo consegno al capo villaggio, sia chiaro!»
«Siamo d’accordo!»
Passarono il resto della giornata a cercare altre informazioni ma la situazione rimaneva sempre sfavorevole per Ramsus. Del vagabondo nessuno pareva sapere niente, affermarono addirittura di non averlo mai visto. In compenso scoprirono, tramite August, il nome del capo tribù degli orchi; un certo Crodon. Inoltre, nel villaggio si vociferava di una strana entità che vagava indisturbata per la Piana. Le descrizioni combaciavano con la figura che li aveva svegliati di notte. Nel villaggio la chiamavano “Il Viandante”. Il tardo pomeriggio, poco prima di cena, Raiyko e gli altri raggiunsero il cimitero del villaggio. Non era molto grande; per lo più vi erano lapidi stilizzate e solo una mostrava relativa importanza. La statua, alta circa quattro metri, raffigurava un uomo immenso con un’ascia poggiata su di una spalla. L’epitaffio recitava così: “Qui giace Il Cavaliere Nobile Tax. Possessore della Windaxe. Difensore e Lord di Kabila. Eroe di Kaos.»
«Che vergogna, è riuscito addirittura ad infangare il nome dei suoi antenati.» Commentò freddamente Aequitas. Dopo qualche minuto di silenzio i tre lasciarono il cimitero e si diressero verso la reggia per prepararsi alla cena.
La tavola era imbandita di innumerevoli pietanze: a sinistra si partiva con diversi piatti a base di carne, a seguire vi erano dei pasticci ripieni, pane e focacce cotte al forno, verdure di mille colori e per concludere frutta di ogni tipo. Ramsus li accolse con un caldo benvenuto, era seduto a capo tavola e li attendeva con estrema impazienza. Probabilmente sperava in una loro risposta.
«Prego, venite. Mangiate pure e non fate complimenti!»
«Grazie.» Rispose Raiyko, e insieme a Yotta si mise a mangiare.
Aequitas non toccò cibo e, per tutto il tempo, rimase a guadare storto il padrone di casa.
Ramsus infine si pulì la bocca con il tovagliolo. «Qualcosa vi turba, Aequitas? Il mio cibo non è di vostro gradimento?»
«Tu, non sei di mio gradimento!»
«Aequitas!» Lo fulminò con uno sguardo Raiyko.
«Che c’è?!? Io non riesco a fingere come voi! Non voglio portare oltre questa farsa!»
Uno dei maggiordomi tentò di intervenire ma Ramsus con un semplice gesto gli fece capire di restare al suo posto. «Mi fareste la cortesia di spiegarmi che cosa sta succedendo?»
«Che il tuo villaggio ti odia e tu sei un bastardo! Ecco cosa!»
«Quello che il mio compagno sta cercando di dirle…» Aggiunse Raiyko cercando di raffreddare la situazione. «È che oggi al villaggio abbiamo sentito solo brutte voci sul suo conto, e ci domandavamo se fossero vere e se voi ne foste a conoscenza.»
«Ora capisco.» Ramsus si massaggiò le tempie. «Non so cosa vi possano aver detto quei bifolchi, ma io sto facendo il loro bene. Sono solo troppo ottusi per capirlo. Credevo invece che voi foste di più larghe vedute, ma a giudicare dal temperamento del vostro amico deduco di essermi sbagliato…»
«Che cosa hai detto, scusa!?!» Aequitas si alzò in piedi.
Ramsus fece lo stesso. «Ho detto che se condividi il parere di quegli ottusi bifolchi allora non sei degno di portare l’anello che hai al dito!» Ramsus allungò la mano contro Aequitas, che cadde subito in ginocchio. Yotta e Raiyko si alzarono immediatamente in piedi. Da ogni poro di Aequitas cominciò a uscire sangue andando a tessere un unico grande filo che convergeva nella mano aperta di Ramsus. Due maggiordomi si scagliarono contro Yotta ma in men che non si dica l’Eidolon comparve e si frappose tra lei e i suoi assalitori e, con due semplici colpi, li mise al tappeto. Ramsus allora allungò l’altra mano verso di lei e iniziò a succhiare anche il suo sangue. Raiyko disperato cercò nelle tasche qualcosa che potesse usare come un’arma; la mano destra entrò in contatto con tre piccoli pezzi di metallo. Erano gli anelli. Ne estrasse uno e se lo mise al dito. L’anello si illuminò cogliendo di sorpresa Ramsus che venne distratto quel tanto che bastasse per permettere agli altri due di interrompere l’attacco magico.
Un’aura verde circondò il corpo di Raiyko, dalle spalle gli crebbero due immense ali nere, il suo anello brillava come non mai. Puntò la mano aperta contro Ramsus, davanti a lui si generò un’ampolla vuota con ai suoi fianchi due strani liquidi: uno rosso e uno verde, che galleggiavano a mezz’aria. Entrambi i liquidi entrarono nell’ampolla e si mescolarono fra loro. Raiyko prese in mano l’ampolla e la gettò direttamente nel camino. Ramsus, che fino ad allora era rimasto paralizzato a guardare, seguì con la testa l’ampolla che, s’infranse nel camino, riversando il liquido nel fuoco e facendo scaturire una vampata, seguita da una gigantesca esplosione. Prima che le fiamme potessero inghiottirli tutti, l’Eidolon tirò su Aequitas e Yotta e volò a tutta velocità verso Raiyko. Nel momento in cui Yotta toccò il braccio di Raiyko; lei, l’Eidolon e gli altri due sparirono nel nulla per ritrovarsi, subito dopo fuori dalla reggia che era completamente in fiamme. Per lo sforzo Yotta svenne, restando riversa sulla strada, l’Eidolon era scomparso. Raiyko, tornato normale, si guardò l’anello che portava al dito: la gemma era di un bel verde smeraldo e sulla parte liscia riportava il numero tre. Ci fu un’altra esplosione; una parte del tetto franò e il lato destro della casa cedette, facendola crollare per buona parte. Tutto il villaggio uscì a vedere formando un cerchio intorno alla reggia in fiamme.
«Che cosa è successo?!» Domandò Aequitas, tossendo per il fumo.
«Non lo so, credo sia stato il potere dell’anello!»
«Almeno ora sappiamo che non conviene usarlo in luoghi chiusi.» Ironizzò Aequitas.
«Guardate!» Esclamò la folla.
Raiyko ed Aequitas voltarono la testa in direzione della casa. Dalle fiamme incandescenti uscì una giovane donna dai capelli rossi e indomabili, alcune parti del suo vestito andavano letteralmente a fuoco e ai polsi portava quelle che sembravano a tutti gli effetti delle manette. Fece qualche altro passo oltre la dimora per poi accasciarsi al suolo, priva di sensi.   
 
   
 
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