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Autore: Lya    12/07/2009    5 recensioni
"Siamo gentili, arroganti, codardi e coraggiosi. Siamo unici e irripetibili, ma incredibilmente simili... Chi per orgoglio, chi per sacrificio, chi per sbaglio, o per amore... chi perchè non può fare altro. Siamo diversi, certo. Ma quando hai perso l'appiglio che avevi, o non sei mai riuscito a trovarlo...siamo tutti cuori sperduti..."
ULTIMO CAPITOLO: La Rosa e il Papavero :"Dovrai attirarla, confonderti tra la folla e allo stesso tempo emergervi. Per tutta quella gente non sarai altro che uno degli invitati... ma per Lei... devi essere l'unico papavero nell'immenso e monotono campo di grano..."
Fanfic dedicata alla mia coppia preferita, HidanxHinata.
Genere: Romantico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Akatsuki, Hidan
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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capitolo2 Rieccomi con un altro capitolo, dopo così tanto tempo. Grazie a chi mi segue e non vede l'ora di sapere come si svolgerà questo tanto atteso rapimento! XD


  CUORI SPERDUTI


     Capitolo 4:

La Rosa e il Papavero




"Dovrai attirarla, confonderti tra la folla e allo stesso tempo emergervi. Per tutta quella gente non sarai altro che uno degli invitati... ma per Lei... devi essere l'unico papavero nell'immenso e monotono campo di grano. Capisci cosa intendo?"
Hidan rivolse un ghigno al compagno "Sì sì, capisco. Non ti credevo capace di certe profonde similitudini, sai, uomo nero?"
"Ascolta e non prendere per il culo. Sii certo di aver trovato la ragazza giusta, e poi colpisci. Con quei tuoi grandi occhioni non sarà certo un problema per te."
Hidan sogghignò di nuovo. "Certo, nessun problema. Ma spiegami ancora una cosa: perchè diavolo cerchiamo di rapire una principessina proprio in un giorno tanto importante? In mezzo a tutta quella folla di snob?"
"Rifletti! Come ti sembra fattibile un rapimento a casa Hyuuga?? Là persino le assi del pavimento hanno gli occhi! Non preoccuparti, quei ricconi saranno fin troppo preoccupati della propria apparenza per accorgersi della mancanza di una ragazzina. E non stropicciarti la camicia!!!"


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La musica si concluse, finalmente.
Hinata sorrise al proprio cavaliere, cortese e informale. Come doveva essere.
Con un inchino si congedò e uscì dalla pista senza farsi notare.
..Si guardò intorno irrequieta.
Non si ricordava di aver notato nessun muretto, tanto era tesa al suo arrivo. Intorno a sè non vedeva altro che una moltitudine di signore e signori, signorine vestite in bianco e giovanotti tirati a lucido.
Dopo qualche istante lo trovò: era un muretto in mattoni, addobbato con vasi di gigli bianchi.
Vi si diresse fingendo disinteresse.
"Hinata!"
Si sentì afferrare per un braccio.
"Papà!"
Lo sguardo di Hiashi aveva un cipiglio di rimprovero che la inquietò "Dove stai andando?"
Hinata fissò lo sguardo all'abito del padre, risentita. "Da nessuna parte."
Il padre incrociò le braccia e le rivolse una lunga occhiata indagatoria. Infine sciolse le braccia "Bene allora. Vieni con me. C'è una persona con cui terrei che facessi quattro chiacchere."
Hinata abbassò lo sguardo..."Sì, papà..." disse, e camminando lentamente lo seguì attraverso la folla e il suo mormorio.
Lanciò un'ultimo sguardo al muretto... Come un segno di saluto, un addio.
La serata sembrava essere tornata noiosa e rigida proprio come pochi minuti fa...

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Hidan si aggirava nervosamente nel piccolo spiazzo erboso celato da un muretto in mattoni sul quale erano stati posizionati ordinatamente dei vasi fioriti. Osservò per qualche istante quegli splendidi gigli bianchi, per poi voltarsi verso la siepe che gli nascondeva la vista del lago.
La musica ed il chiacchericcio erano ancora facilmente distinguibili, e risultavano fastidiosi ed invadenti, lì dove le luci gialle e rosate della festa erano scomparse, lasciando posto ai raggi tenui e argentati della luna.
Hidan si maledì per aver scelto un luogo così poco sicuro...Ma era il solo che fosse riuscito a trovare.
Sarebbe bastato un grido e...
Hidan digrignò i denti.
E poi, non era detto che sarebbe venuta.
Certo, era riuscito ad incuriosirla...ma una come lei. La figlia di un uomo così duro e severo...era estremamente improbabile che lasciasse perdere i suoi doveri di "principessina"... questo kakuzu non lo aveva incluso nel proprio piano.
Stava cercando freneticamente di ideare una mossa, qualsiasi cosa pur di non abbandonare la missione. Non si sarebbe mai perdonato una sconfitta.
E se per questo, nemmeno Kakuzu gliel'avrebbe fatta passare liscia...!
Altro che una stupida consegna...
Una voce familiare lo distolse dai suoi pensieri. Si avvicinò al muro, per sbirciare in un buco tra i mattoni...

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Intorno ai due ricomparvero quegli sguardi. Rancore e invidia.
In quell'istante, Hinata ebbe la netta impressione che non sarebbe mai cambiato nulla...che quella cerimonia, quei festeggiamenti, non avessero alcun significato.
"Papà..."
"Eccoli"
Davanti a loro,  sorridendo, Ian e quello che doveva essere suo padre sorseggiavano il contenuto di due eleganti calici di cristallo.
"Oh, Hiashi!"
Disse il signore, un uomo dagli abiti sfarzosi e il volto gioviale.
Hiashi salutò sorridendo.
"Hinata, già conosci Ian, mi sembra"
Ian le rivolse uno sguardo audace.
Hinata rimase impietrita per un secondo.
Hiashi
l'aveva portata a far "quattro chiacchere" con il padre di un pretendente già incontrato sulla pista da ballo. Questo non poteva significare che...
"Papà, dovremmo parlare"
"Hinata, non essere scortese. Il signore ci teneva molto a fare la tua conoscenza."
"Ma..."
Il signore le si avvicinò e le prese il mento tra le dita. "Oh, sì. è carina come mi dicevate. Davvero molto carina."
"Assomiglia molto alla madre" continuò quello "spero solo...che non abbia anche i suoi stessi problemi. La salute cagionevole intendo... è terribile quando una ragazza così giovane se ne va, non è vero Ian?"
Il ragazzotto annuì energicamente.
Hinata osservò il padre...lo sguardo di lui si rabbuiò e il suo sorriso si fece amaro.
Come osava quell'uomo, per quanto ricco potesse essere, ostentare tanta indelicatezza?
Decise di sottrarsi ad ulteriori apprezzamenti "Mi dispiace, signore " cominciò, in un tono non troppo cortese "Ma penso che tra tutte queste  giovani di buona famiglia riuscirete facilmente a trovare ragazze più belle, ricche e in buona salute di me. Vogliate scusarmi" e dopo un educato inchino, Hinata corse via... la folla di convitati finse di ignorarla, sdegnosa, mentre scompariva gettandosi nella calcaglia intorno al tavolo del buffet.
Hiashi la seguì " Hinata!"
La ragazza si fermò, senza voltarsi.
"Hinata" continuò Hiashi "Torna
immediatamente e scusati con Ian e suo padre del tuo increscioso comportamento. Sono persone di alta società! Non capisci cosa significherebbe per te? Fare parte di una famiglia prestigiosa come quella? Avresti tutto quello che la vita ti può offrire, Hinata"
"Tutto, papà?" rispose lei di rimando
. Hinata si voltò, gli occhi velati di lacrime, e Hiashi, per un lungo istante, riconobbe il lei lo sguardo della madre. Tutto questo...era davvero ciò che è più giusto per lei? Eppure, non aveva fatto altro che il suo bene. Non capiva quali opportunità poteva perdere?
"Ma a che prezzo?" gli occhi di lei si fecero più limpidi, quasi supplici "Vorrei solo...essere amata davvero, per quello che sono, e non per il cognome che porto, papà. So che può sembrare infantile, o sciocco se vuoi, ma...non lo avresti voluto anche tu? Poter scegliere per te stesso? Sono adulta ora. Penso di sapere ciò che è meglio per me."
Hinata fissò gli occhi del padre, in cerca di qualcosa, qualsiasi cosa. Un rimprovero, un cenno di comprensione. Ma vi lesse solo confusione  e sbigottimento.
Senza pensarci, si voltò e corse via.

Hiashi la guardò andarsene, senza fare nulla per fermarla.
"Tale e quale a sua madre..." si disse, mentre, riassumendo il suo cipiglio nobiliare, tornava silenzioso sui propri passi.

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Hidan non credeva ai propri occhi. La principessina che si ribellava e correva via, infilandosi tra i cespugli, offrendogli così una succulenta e imperdibile occasione di compiere il proprio piano? Per Jashin, quella bimba non sapeva cosa aveva fatto.
Trattenne a stento una fragorosa risata. Però! In gamba la ragazzina! Di certo non l'avrebbe mai creduta capace di un gesto del genere. Si era finalmente accorta di quanta falsità e invidia si aggirasse attorno a lei sorseggiando vino costoso e parlando di politica?
Tutte quelle ragazze non facevano che invidiare il suo vestito e la sua bellezza, mentre i ragazzotti e gli adulti persino fingevano di non essere attratti dalla sua scollatura.  Che squallore.  Quella ragazza sembrava essere l'unica, delicata rosa tra tutti quei rovi. 
Sogghignò ripensando alle parole di Kakuzu..."E io sono l'unico papavero"  si disse, mentre leggero come un gatto raggiungeva la propria preda camminando tra le siepi.



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Scusate, sembra quasi che lo faccia apposta a tirarla così per le lunghe XD (forse è vero :P) ho intenzione di disegnare qualcosa riguardo alla mia storia. Non vedo l'ora di scriverla per poter andare avanti...
La situazione si prospetta interessante.

EDIT: NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO T^T disperazione!!! ho scritto l'intero capitolo successivo in un attimo di ispirazione, non ho salvato ed è saltata la luce!! NOOOO...non ci posso credere...lo avevo scritto benissimo T^T *disperandosi in un angolo* devo superare lo shock...e provare a riscriverlo...


  
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