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Autore: Juls18    05/10/2018    6 recensioni
Il richiamo ad un'antica tradizione sconvolge il pianeta di Wonder. La regina del regno della Luna ha deciso, infatti, che a occuparsi dell'istruzione della sua giovane figlia Milky sarà una principessa reale, scelta appositamente per l'occasione, una "Principessa Istitutrice" appositamente scelta da un gruppo di sette saggi. Questa scelta porterà con se lo stravolgimento della vita di due principesse, di due regni, e di due famiglie reali. Chi otterrà il compito, poi, dovrà vivere per tre anni nel regno della Luna, a stretto contatto con la giovane principessa e anche con il principe Shade, erede al trono. Un posto ambito da molte principesse. Ma chi otterrà il compito, sarà preparato alle conseguenze che ciò comporterà? E soprattutto, alla fine dei tre anni, sarà solo la giovane principessa Milky ad avere imparato, o anche la sua istitutrice?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Milky, Nuovo Personaggio, Regina Maria, Rein, Shade
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 8

 

L’unico rumore all’interno della grande sala era il tacchettio dei tacchi della principessa e il frusciare della sua gonna. Tutto sembrava fermo e immobile, tranne la coppia reale, che procedeva lentamente verso il trono. Moon Maria poteva sembrare, all’apparenza, la solita, calma e tranquilla regina che era sempre stata, ma dentro di lei tremava di angoscia. Odiava quelle occasioni formali, ma soprattutto, odiava dare in pasto una giovane a quelle bocce fameliche che erano i suoi nobili sudditi. Non le erano sfuggite le occhiate nervose alla porta prima dell’arrivo dei due giovani principi, né i bisbigli di certi individui. Sapeva che alla fine questo momento sarebbe giunto, dopotutto era da più di un mese che gli inviti per quella sera erano stati spediti, ma quando aveva pensato a quella serata, non si era certo immaginata di vivere i drammi dei giorni precedenti. Rein aveva appena riacquistato il sorriso, e lei la metteva in una situazione di stress. Si detestava per ciò che aveva fatto, ma sapeva che non avrebbe potuto impedirlo. Aveva pensato di annullare tutto, ma sapeva che sarebbe stato peggio. Sapeva che l’intero regno, o per meglio dire, l’intero mondo di Wonder parlava di ciò che era successo, se avesse cancellato la presentazione ufficiale a corte, sarebbero girate ancora più voci, e in quanto sovrana, non se lo poteva permettere. Quando le porte si erano aperte, i suoi dubbi furono per un attimo cancellati dai sorrisi radiosi che si sprigionavano dal volto della giovane e di suo figlio. Ma dopo un fugace attimo, si era accorta che la mano di Shade era stretta saldamente a quella di Rein, e che, nonostante il sorriso, la camminata della principessa mostrava, a tratti, tutta la sua agitazione. Tuttavia, quando la coppia si ritrovò di fronte a lei, e eseguì l’inchino per renderle omaggio, Moon Maria vide negli occhi turchesi che la fissavano una luce di determinazione che le fecero svanire tutti i dubbi. Quella serata sarebbe stata un successo. E senza esitare, diede il via alle danze

-Principessa Rein, benvenuta in casa mia-

-E’ un onore maestà-

 

La contessa Trudy Gaumont guardava con aria scettica la giovane principessa. Aveva accettato l’invito a corte solo perché sapeva di non potere rifiutare, anche se si era ritrovata stranamente curiosa verso quella giovane donna che aveva fatto così tanto parlare di se in quella settimana. Una principessa del regno del sole, la “turchina” spesso definita per distinguerla dalla sorella gemella, la “rossa”, molto misteriosa quanto affascinante. Trudy doveva ammettere che la giovane quella sera era veramente incantevole. Quell’abito le donava alla perfezione, un azzurro che le faceva risaltare la carnagione e non infastidiva assolutamente con i suoi capelli, meravigliosamente raccolti in un’acconciatura, per quanto semplice, terribilmente regale. E per finire quella parure di diamanti, che invece di ingoffarla, la illuminavano, rendendola il centro dell’attenzione. Tuttavia, quella semplicità osteggiata, la insospettiva. Si era aspettata una persona pomposa e con l’aria di superiorità, dopotutto era una principessa, e le principesse lo erano per principio, invece ostentava semplicità e affabilità e, soprattutto, calore. Qualcosa le diceva che potevano diventare molto amiche. E questo la insospettiva ancora di più

-Contessa di Gaumont, non mi aspettavo di vedervi stasera-

-Come potevo resistere alla tentazione di non vedervi, conte Gurganaish? Non me lo sarei mai perdonato-

-Vi ho detto che siete una terribile adulatrice?-

-E io ho detto voi che so quanto adorate essere adulato?-

Il conte, un uomo sulla quarantina, con indosso un pesante strato di belletto che lo faceva sembrava cadaverico, le sorrise

-Solo da voi-

Il conte le prese la mano, e le diede un bacio. Trudy faticò a trattenere un brivido di disgusto, ma si trattenne. Per quanto il conte di Gurganaish fosse disgustoso, e non solo per i suoi centoventi chili, era un uomo terribilmente potente, e che conosceva i segreti peggiori di ogni membro della nobiltà. Era meglio tenerselo amico, che contrariarlo

-Allora, contessa, cosa mi dite della principessa dello scandalo?-

-Stupenda oserei dire-

-Concordo… anche se ha troppo un’aria di candore attorno a se, non trovate-

-E’ un Altezza Reale, sarebbe grave se non l’avesse, non vi pare?-

Il conte ridacchiò.

-Concordo. Ma troppa purezza nasconde sempre dell’oscurità-

Trudy sentì che quella frase, più che alla principessa, era rivolta a lei. Si voltò verso l’uomo, guardandolo dritto negli occhi

-Se avete qualcosa da chiedere, fatelo senza problemi, conte. Lo sapete che per voi non ho segreti-

-Arguta come sempre. Si dice che siate sparita negli ultimi tempi-

-E invece sono proprio qui, di fronte a voi. Ho solo passato molto tempo nella mia tenuta, signor conte-

-Ma avete totalmente abbandonato la vita di società, si dice, e si parla anche di uno strano incidente…-

-Mia madre non è stata molto bene, nell’ultimo periodo. Ecco il motivo della mia sparizione. Non me la sono sentita di abbandonarla in un momento così delicato-

-Non ne sapevo niente-

-Non sempre ci sono cose di cui si ha piacere parlare, signor conte. E ora, se mi volete scusare, ci sono alcuni amici che desiderei salutare-

Detto questo se ne andò, veloce. Il cuore le batteva forte. “Si parla di uno strano incidente…”  Come era possibile? Come aveva fatto quell’uomo a sapere dell’incidente? E se lo sapeva lui… in quello stato, non si accorse di quell’uomo che le si era parato di fronte, e a cui andò a sbattere contro

-Oh, perdonate io…-

-Trudy?-

La giovane alzò gli occhi e si ritrovò a osservare due occhi nocciola che conosceva fin troppo bene

-Thomas-

 

Il conte Philip di Hoteval si sentiva fuoriluogo in quelle occasioni. Troppe persone lo innervosivano, il rumore delle chiacchiere lo infastidiva, e le occhiate delle giovani lo mettevano sempre a disagio. Ma quando l’invito della corona era arrivato non aveva potuto rifiutare, anche se ne avrebbe avuto ogni diritto, visto il periodo che stava passando. Ma il conte era un fedele suddito della corona, e quando la regina lo convocava a palazzo, lui aveva sempre onorato quell’invito e l’onore che gli veniva concesso. Non che fosse un membro di spicco della società ma ogni volta che era andato ad un evento di corte, la regina o il principe avevano sempre trovato qualche secondo da dedicargli e questo era tutto ciò che un uomo come lui poteva desiderare. Quella sera, poi, aveva un altro motivo per trovarsi lì, ed era la sua accompagnatrice.  La giovane donna al suo fianco, che stava fissando estasiata la sala, le persone che erano presenti, e da quando erano entrati, la giovane coppia reale

-Se continui a fissarli così penseranno che non tu abbia mai visto un reale in vita tua, Charlotte-

-Ma è la verità Philip. Non sono mai stata a corte-

-Si che sei venuta a corte-

-Avevo sei mesi quando sono stata presentata a sua maestà! Non vale-

-Per noi conta lo stesso-

Charlotte guardò suo cugino con un finto broncio, ma non essendone capace, si ritrovò a sorriderli. Più che cugini, sembravano fratello e sorella. Da quando Charlotte era rimasta orfana, dieci anni prima, erano stati gli zii a crescerla e a prendersi cura di lei e nonostante la differenza di età tra i due, l’affetto e la complicità che li legava erano indissolubili. Charlotte aveva compiuto i diciotto anni sei mesi prima, e quella era la prima occasione formale cui presenziava. Quando era andata a chiedere a Philip di portarla con sé, sapeva che il cugino non glielo avrebbe negato come favore, e infatti il suo desiderio era stato esaudito. Era una ragazza timida e un po’ impacciata, ma aveva deciso di lasciare da parte la timidezza per una sera e andare a corte.

-Credi che riusciremo a parlare con la principessa?-

-Non siate sciocca, giovane contessa. Noi comuni mortali non abbiamo accesso alla cerchia ristretta dei reali-

Charlotte sentì Philip irrigidirsi e lei, si spaventò

-Non sapevo aveste una così giovane e deliziosa cugina, Conte di Hoteval. Volevate tenercela nascosta?-

La coppia che si era avvicinata ai due era quanto di più sgraziata si potesse vedere insieme. Lui, era decisamente troppo basso e tarchiato, lei troppo alta e scheletrica. Per nascondere i loro difetti si erano camuffati dietro pesanti stradi di tulle, lei, e dietro un tessuto cucito troppo stretto, lui.

-Charlotte, permettimi di presentarti i visconti Dunnel. Teodore, Patricia, vi presento mia cugina, la contessa Charlotte di Amondgnac-

I due si inchinarono in una specie di inchino, e Charlotte fece lo stesso.

-E’ un piacere conoscervi-

Disse con un filo di voce, mentre chinava la testa al suolo.

-Oh, un vero incanto di fiorellino, signor conte-

Disse il visconte Dunnel. L’uomo stava guardando sua cugina come se fosse un dolce. Disgustato, l’uomo sapeva che doveva allontanarsi prontamente da quei due discutibili esemplari di nobiltà. E l’occasione si presentò proprio in quel momento, come giunta dal fato. Un giovane valletto, si avvicinò al conte, e gli bisbigliò qualcosa all’orecchio

-Volgiate perdonarci, signori visconti. Ma siamo richiesti-

-Chi osa portarvi via alla nostra piacevole compagnia?-

Chiese Patricia, mentre si sventolava con un ventaglio grande quanto il suo busto

-Sua maestà la regina, che ha espressamente richiesto di potere conoscere mia cugina. Se ci volete scusare-

Philip prese saldamente la mano della cugina e la trascinò via. Dietro di loro, si sentì, non troppo malcelato, lo sconcerto dei due giovani visconti

-La regina vuole parlare con quella mocciosetta e non con noi? È uno scandalo!-

-Dove sono i miei sali? Credo di stare per svenire-

Philip si concesse un sorriso soddisfatto sul volto. Non era un uomo vendicativo, e si riteneva uno capace di non provare sentimenti di cattiveria verso nessuno. Ma sapere di avere sconvolto la vita dei alquanto discutibili visconti Dunnel, gli concesse un sorriso pieno di soddisfazione.

 

Rein non era abituata ad essere al centro dell’attenzione, di solito era la principessa ignorata nelle occasioni formali, mentre l’attenzione era concentrata tutta su sua sorella Fine. In quella occasione, invece, sentiva gli occhi di tutti i presenti su di lei, che la scrutavano e la guardavano, in cerca di qualche segno di debolezza o cedimento, o solo per una non celata curiosità. Era l’attrazione principale della serata, dopotutto, e anche se cercava di non farlo vedere, era molto nervosa. Soprattutto, era molto nervosa alla vista dei nobili in fila, pronti per fare la sua conoscenza e per parlare, anche seppur brevemente, con lei. Dalla sua posizione sopraelevata riusciva a vedere tutto. Il trono della luna, infatti, era posto su una specie di piattaforma appoggiata al muro di fondo della sala. L’avere un trono in posizione elevata rispetto al normale livello della sala era una cosa piuttosto comune in ogni castello. Essere in alto, infatti, permetteva a chiunque fosse presente in sala, e, soprattutto, in qualsiasi punto della sala, di potere vedere il re, o in questo caso la regina e la sua famiglia. Ma la cosa valeva anche al contrario. Dal luogo del trono, infatti, si aveva una perfetta visuale della sala e Rein, appunto, stava ammirando il numero di presenti con cui avrebbe dovuto parlare. E la cosa la stava facendo agitare leggermente. D’un tratto, sentì la presenza, ormai confortevole, di Shade al suo fianco. Il principe le si era avvicinato, e osservava fisso la folla dei suoi sudditi davanti.

-So che non è la prima volta che ti trovi in questa situazione ma, mi raccomando, sta attenta. La mia corte sa essere… terrificante-

Rein ridacchiò

-Posso farti una confessione, principe?-

-Tutto quello che vuoi-

-Ogni corte è terrificante-

Shade rimase in silenzio per qualche secondo, poi si lasciò andare ad una leggera risata, che coinvolse anche la turchina. I due si guardarono di sottecchi, cosa che provocò ancora una risata.

-Bene, visto che sei preparata, direi che prima iniziamo, prima finiamo. Sei pronta?-

La turchina annuì

-Principessa, posso avere l’onore?-

Shade le si era inchinato, e allungò una mano verso di lei. Rein si inchinò a sua volta e afferrò la mano del principe

-L’onore è tutto mio-

I due scesero la piccola scalinata che li portò al normale livello della sala, e si fermarono lì, in attesa. I primi ammessi a conoscere personalmente la principessa erano già pronti, così come il ciambellano di corte, che aveva il compito di presentare alle altezze reali chi stava per porgergli gli omaggi. Il principe e la principessa erano fermi al loro posto, mentre sopra di loro, seduta sul trono, Moon Maria li osservava. Ad un cenno di Shade, la cerimonia cominciò

-Il conte e la contessa di Fosmore-

Una coppia anziana si avvicinò ai due reali. Arrivati ad una distanza di un metro, si inchinarono.

-Principessa Rein, lasciate che vi presenti uno dei migliori consiglieri che abbia mai avuto, era a suo tempo consigliere di mio padre, ed è stato una delle mie guide e mentore durante i miei primi passi nel mondo della gestione di uno stato. E ovviamente, la sua incantevole come sempre, moglie, la contessa di Fosmore-

La coppia, decisamente lusingata dalle parole di Shade, si inchinò di nuovo, sorridendogli grati.

-E’ un onore fare la vostra conoscenza-

Disse semplicemente Rein, sorridendo.

-Il giovane principe esagera elogiando il mio operato, ma ammetto che da vecchio cortigiano, le lusinghe di un giovane principe fanno sempre piacere. Principessa, è un onore fare la vostra conoscenza e permettemi di dirvi che siete ancora più bella di quel che dicono-

-Vi ringrazio-

I conti presero congedo, e subito un’altra coppia era pronta per le presentazioni.

-Se continua così credo di potercela fare-

Shade si volse verso la turchina

-Temo di deluderti, Rein. Credo tu abbia conosciuto le prime e ultime persone gentili in fila-

Rein gli rivolse un sorriso sarcastico

-Stai cercando di spaventarmi per caso? Perché servirà di più-

Shade rise mentre rifece un cenno al ciambellano

 

 

Dalla sua posizione elevata, Moon Maria osservava tutta la sala e tutti i presenti. Era impressionante il numero di conti, baroni e visconti che avevano accettato l’invito a corte. Addirittura, persone che non si facevano vedere a corte da più di dieci anni, erano venuti, tutti per scrutare la giovane “principessa dello scandalo” come qualcuno aveva ribattezzato Rein. Tuttavia, tra la marea di curiosi e pettegoli, vi erano alcuni elementi che valeva la pena di fare conoscere alla giovane nuova principessa. E non appena aveva avuto la conferma del conte di Hoteval e aveva saputo che anche la giovane contessina, sua cugina, sarebbe venuta, aveva dato precise istruzioni. Gli Hoteval erano da sempre stati una famiglia leale alla casata reale, e l’integrità del giovane conte era stata sempre elogiata. La cugina, invece, appena diciottenne, era un giovane e fresco viso nel mondo della corte. La ragazza, infatti, aveva debuttato in società solo cinque mesi prima, e ancora non era stata corrotta dalle dinamiche di corte, e, soprattutto, non aveva avuto modo di essere coinvolta o irretita dai peggiori soggetti che la sua corte, purtroppo, offriva. Per questo aveva dato precise istruzioni di fare in modo che i conti fossero presentati a Rein. E la regina sperava, con tutto il suo cuore, che il buon cuore di Rein li potesse conquistare e, soprattutto, che la coppia potesse diventare una sostenitrice della principessa. In questo modo, almeno, Rein avrebbe potuto contare su degli alleati, se la situazione lo avesse richiesto, anche se la donna sperava, con tutto il suo cuore, che una situazione del genere non si verificasse mai.

Una giovane coppia si stava avvicinando alla coppia reale, scortata da un valletto. Shade li fissò, incuriosito. Il volto dell’uomo lo conosceva, solo che non riusciva a ricordarne il nome. Mentre la giovane, non sapeva assolutamente chi fosse. L’unica certezza era che lei era decisamente giovane, forse una nuova debuttante, e stava guardando assolutamente meravigliata ogni cosa, ma soprattutto lui e Rein. Lui era alto, quasi quanto il principe. Aveva dei capelli castani scuro tagliati corti e una barba perfettamente curata che gli incorniciava i delicati lineamenti del volto, ma che grazie a quello strato di peluria, gli dava un’aria di autorità e rispetto. La stessa aria che trapelava dagli occhi grandi, di un castano scuro molto intenso. Camminava dritto, sicuro e aveva degli abiti assolutamente impeccabili e ordinati. Era un uomo che faceva prevalere due sentimenti, rispetto e consapevolezza, che erano due caratteristiche che a Shade  piacevano molto in un uomo. La ragazza al suo fianco, invece, mostrava una radiosità contagiosa e assolutamente giustificata dalla sua età. Aveva dei lunghi capelli castano scuri, raccolti in una semplice acconciatura fermati da dei fermagli a forma di fiori. Il suo viso, leggermente a cuore, era totalmente oscurato dagli occhi grandi, anch’essi castani ma più chiari rispetto all’uomo, e con una luce dentro che li facevano brillare ancora di più. Indossava un abito di un delicato colore verde, forse un po’ troppo ampio per la sua piccola figura, ma nonostante questo la giovane si muoveva con grazia e delicatezza, cosa che colpì Rein.  vedendoli arrivare, sia Shade che Rein furono pervasi dal desiderio di sapere chi fossero

-Il conte Philippe di Hoteval e la contessa Charlotte di Amoundgnac-

Disse il ciambellano, e la giovane coppia si fece avanti. Con una grazia infinita, i due si inchinarono all’unisono

-Grazie per essere venuti questa sera a palazzo-

Disse semplicemente Shade alla coppia

-L’onore è nostro, altezza. Ed è un onore potere presentare i nostri omaggi alla principessa del regno del sole-

Rein gli sorrise, riconoscendo un genuino benvenuto

-Grazie per le vostre parole, signor conte-

Il conte osò solo in quel momento posare lo sguardo sulla principessa. Alla vista del suo sorriso e dei suoi occhi luminosi, si bloccò, estasiato. Mai aveva visto una donna così bella. Il conte rimase immobile per qualche secondo di troppo. Sentì sua cugina dargli una piccola stretta alla mano, e si riscosse. Balbettando, continuò a parlare

-Principessa, vorrei avere l’onore, se mi permettete… vi presento mia cugina, la contessa di Amoundgnac-

-Molto lieta, contessa-

-E’ un onore altezza-

Rispose la giovane con una voce leggermente tremante. Rein riconobbe in quel momento una esitazione e una emozione che aveva visto capitare alle giovani che erano presentate a corte per la prima volta. Anche Shade dovette riconoscerlo

- Contessa, è la prima volta che venite alla mia corte?-

La ragazza annuì, sorridendo al principe

-Esatto maestà, o almeno, è la prima volta che posso ricordare-

Shade sollevò un sopracciglio

-Avevo appena sei mesi quando venni qua la prima volta, ma come potete immaginare, ero troppo piccola per potermene ricordare-

Shade si ritrovò ad annuire. Era di certo una ragazza molto giovane, emozionata e forse, anche leggermente stordita dalla serata, ma dopo una prima esitazione, aveva parlato con voce chiara e sicura, per niente intimorita di parlare con il suo principe.

-Allora spero che il castello e la serata sia di vostro piacimento, contessa -

La giovane annuì

-E’ tutto meraviglioso altezza. Anche se devo ammettere che nessuno può competere con la principessa. Siete in assoluto la donna più bella qui stasera-

-Charlotte!-

Le disse suo cugino, leggermente imbarazzato per ciò che la ragazza aveva appena detto. Non si poteva essere così diretti con un colloquio con i reali, soprattutto, Charlotte non avrebbe mai dovuto continuare a parlare così liberamente. Avrebbe dovuto sorridere, ringraziare il principe e poi si sarebbero dovuti congedare. Tuttavia Rein si ritrovò a sorridere, lusingata dalle parole della giovane, e si affrettò a prestare soccorso alla giovane

-Conte di Hoteval, per favore, non siate così duro con vostra cugina. Dopotutto, non ha fatto assolutamente nulla di male-

Rein si avvicinò alla giovane, che resasi conto di ciò che aveva detto, era arrossita e aveva abbassato lo sguardo. La principessa si dovette leggermente chinare per potere vedere gli occhi della ragazza

-Non nascondete il volto, contessa. Un complimento, quando sgorga dal cuore, non è mai fuori luogo. E poi, è piacevole conoscere qualcuno che, come me, trova tutto nuovo per la prima volta. Possiamo condividere la stessa emozione, e saperla di condividerla con voi è una cosa che mi riempie di felicità-

Philip osservò meravigliato Rein. Non solo aveva perdonato Charlotte, ma era anche riuscita a rimetterla a suo agio e a farla sentire in quel momento, una delle donne più importanti di tutta la sala, dato che la principessa l’aveva accomunata a lei. E sapeva che quello, per Charlotte, sarebbe stato il ricordo più bello di quell’evento. Charlotte aveva gli occhi che le brillavano per la gioia. Si inchinò alla principessa, e le sorrise.

-Grazie altezza-

Rein le sorrise ancora e le fece un occhiolino, poi si voltò e si ridiresse al fianco di Shade.

-Conte, contessa, sia io che la principessa saremmo lieti di continuare a parlare con voi, ma temo che degli impegni richiedano la nostra presenza ancora per un po’-

Philippe e Charlotte si inchinarono e si congedarono. Prima di andare via, però, Philip, spinto da un impulso improvviso, si ritrovò a parlare direttamente con la principessa

-Altezza, perdonatemi la sfacciataggine ma… posso sperare di avere l’onore di un ballo più tardi? Per me sarebbe un onore-

Rein lo fissò un attimo meravigliata. Shade, al suo fianco, si irrigidì. La turchina lo guardò di sottecchi, ma Shade non incrociò il suo sguardo. Così, si ritrovò a prendere una decisine

-Sarà un onore per me-

Philip le regalò un suo raro sorriso, si inchinò e si allontano con Charlotte, che meravigliata del suo comportamento, di solito così chiuso e privo di qualsiasi iniziativa, lo fissò con la bocca leggermente aperta, lo stupore più sincero dipinto sul suo volto. Quando la coppia si fu allontanata, Rein si ritrovò a bofonchiare

-Mi ha preso alla sprovvista. Io… credi che abbia…-

-Non hai fatto nulla di male, anzi. Di sicuro avrai altri nobili che ti chiederanno di ballare con te. Poi il conte d’Horval sembra un brav’uomo-

Rein annuì. Aveva percepito una leggera tensione nella voce di Shade.

-Volevo solo accertarmi di non avere contravvenuto a nessuna regola di palazzo-

-Alcuna-

-Bene-

-Dopotutto è l’uomo che chiede ad una signora di ballare, qui nella mia corte si fa così-

-Una donna non può chiederlo?-

-No, almeno che non siano casi eccezionali. Fa parte del cerimoniale di corte. Solo gli uomini possono fare inviti-

-Oh, non lo sapevo-

Rimasero in silenzio per alcuni secondi, una tensione sempre più crescente tra loro. Per cercare di spezzarla, Rein provò a riprendere il discorso

-Peccato però. Immagino quante giovani vogliano ballare con il proprio principe e quanto debbano soffrire, nella speranza di un tuo invito-

-Saranno perennemente deluse allora temo-

-Come mai?-

-Io non ballo mai agli eventi di corte… nessuna eccezione esclusa-

Il tono duro di Shade chiuse definitivamente la conversazione. Il principe fece un cenno al ciambellano, e le presentazioni ripresero, in un clima molto teso.

 

Trudy fissava quel sorriso sornione di Thomas e si ritrovò a sorridere

-Come fai ad essere sempre così dannatamente sorridente?-

-Devo contrastare contro il tuo perenne cattivo umore dopotutto-

Trudy gli scoccò un’occhiataccia, prima di sorridergli. Conosceva Thomas fin da quando erano bambini. Le loro madri erano amiche e spesso aveva trascorso serate e pomeriggi a giocare. Si volevano bene come fossero fratelli, avendo creato quell’amicizia che raramente si trovava, ma quando succedeva, era destinata a durare fino alla fine.

-Allora, è un miracolo vederti a corte. Sei sparita per un bel pezzo, lo sai?-

-Ho avuto da fare-

-Qualcosa di interessante spero-

-Sono stata con mia madre-

-Sta bene?-

-Ora si-

-Mi fa piacere. Sempre fissata con l’idea di combinare un matrimonio tra noi due?-

Trudy roteò gli occhi, in segno di esasperazione

-Ovviamente. Parla in continuazione di te, solo di te e del tuo ruolo prestigioso a corte, della posizione che copri, delle immense ricchezze che sicuramente stai accumulando e, cito testualmente “le innumerevoli occasioni di potersi mettere in gloria agli occhi del principe e di guadagnare i suoi favori”-

Thomas ridacchiò.

-C’è solo un altro uomo di cui parla così tanto, ma almeno con lui non mi stressa con la storia del matrimonio-

-Chi è questo villano che osa avere usurpato il posto nel cuore di tua madre che prima era tutto ed esclusivamente mio?-

-Il tuo datore di lavoro, non che tuo migliore amico, almeno da quello che dicono le voci-

Thomas alzò gli occhi al cielo, esasperato

-Shade, sempre e solo lui!-

Trudy ridacchiò. Sapeva che Thomas non lo diceva mai seriamente, ma adorava stuzzicarlo con la sua proverbiale rivalità con il principe.

-Almeno per te, nel tuo cuore, ci sono solo io, vero?-

Gli domandò Thomas, sfoderando il suo sguardo da cucciolone e fissando la ragazza dritto nei suoi occhi verdi. Trudy era un vero incanto. I capelli biondi lunghi, erano raccolti in una splendida treccia molto vaporosa, che la contessa portava adagiata su una spalla. Lungo tutto la treccia, come a formare una cascata, erano state poste delle perle, che formavano una parure con gli orecchini e con la collana. Quella sera indossava un vestito di un lilla pastello, molto delicato, che le lasciava scoperte le spalle, dato che aveva una profonda scollatura a barchetta. I suoi grandi occhi verdi, in quel momento, lo stavano guardando con uno sguardo languido

-Ovvio che sei sempre nel mio cuore, chi vuoi mai che te lo porti via?-

Il ragazzo le sorrise, anche se qualcosa, nel volto di Trudy, lo fece improvvisamente tornare serio

-Tutto a posto Trudy?-

-Certo-

Trudy spostò lo sguardo verso la sala, distogliendo lo sguardo da Thomas. Trudy era brava a mentire, aveva affinato la tecnica ormai, dopo gli ultimi anni. Ma sapeva che con Thomas certi trucchi non potevano funzionare. La conosceva troppo bene per sapere quando qualcosa non andava. Sperava solo che non insistesse con le domande, perché se c’era qualcuno in grado di farla parlare, quello era proprio lui.

-Sai, non sembri tranquilla. È successo per cas…-

-Perché non usi il tuo potere e mi presenti alla famosa principessa dello scandalo?-

La domanda colse di sorpresa Thomas, che fissò la sua amica incerto

-Principessa dello scandalo?-

Trudy alzò gli occhi al cielo

-Thomas, la principessa Rein. Non dirmi che non hai mai sentito le voci dell’ultima settimana. Dannazione, ci sei in mezzo a tutta questa faccenda!-

-Sinceramente, non sono mai stato qualcuno che prestava attenzione ai pettegolezzi, e dovresti saperlo, e soprattutto, nessuno conosce veramente Rein. Non sanno che ragazza incredibile sia. È buona, dolce, gentile… l’ultima cosa che si merita è che ci siano delle voci contro di lei-

-Rein? da quando in qua puoi chiamare un’altezza reale per nome?-

-Da quando ho avuto l’onore di avere l’amicizia della principessa-

-Ne parli come se fossi un uomo innamorato-

Thomas ridacchiò, scuotendo la testa

-Non dire cavolate Trudy. Ma  devi credermi, Rein è veramente una bellissima persona. Se la conoscessi te ne accorgeresti-

-A me sembra solo una opportunista-

-Trudy!-

-E’ la verità. Avrebbe potuto rifiutare l’incarico, non aveva nemmeno partecipato alla selezione. Invece si ritrova ad accettare scatenando il putiferio che è successo. E per cosa poi, se non avere l’opportunità di allontanarsi dal regno del sole e di allontanarsi dall’ombra della sorella, e, in questo modo, avvicinarsi a Shade? E se mirasse al trono? Ci hai pensato?-

Thomas la fissò a bocca aperta, poi scoppiò a ridere.

-Trudy, Trudy, Trudy… mi sei veramente mancata, lo sai? Se solo sapessi quante cavolate hai detto una dietro l’altra, in una volta sola… Rein, mirare al trono? Questa è bella-

Trudy incrociò le braccia al petto, indispettita.

-Le donne sono capaci di qualsiasi cosa, ricordatelo-

-Non Rein. Fidati di me su questo, Rein non è qui per il trono. Anche se, lascia che te lo dica in confidenza, se Shade riuscisse a conquistare il cuore della principessa, farebbe il colpo del secolo. Sarebbe una regina meravigliosa-

-Thomas! Come puoi dirlo?-

-Dopo che l’avrai conosciuta, te ne renderai conto-

-Non sono così importante da potere avere questo onore-

Disse leggermente sarcastica la contessa. Thomas la fissò e improvvisamente un sorriso che non prometteva niente di buono, fece capolino sul volto del conte, un sorriso che lei conosceva fin troppo bene, e che in quel momento voleva dire solo una cosa: guai, per lei.

-Thomas, cosa hai in mente?-

-Sono o non sono il capo delle guardie di sua maestà il principe? Tua madre su una cosa ha ragione, ho un certo potere qui, sai? Vieni con me-

Thomas afferrò la mano di Trudy, e iniziò a trascinarla con sé

-Thomas, ma cosa fai!-

Parecchi in sala si voltarono a vedere cosa stesse succedendo, e trudy sentì il rossore salirgli sulle gote.

-Thomas, lasciami ti prego. Ci stanno guardando tutti-

-Ignorali. Io lo faccio sempre-

Fu la semplice risposta del conte. Intanto Thomas si era avvicinato veloce al ciambellano, e prima che potesse annunciare qualcuno, lo aveva zittito con un colpo della mano.

-Ora procedo io, se non vi dispiace. e’ una richiesta ufficiale dai piani alti, se capisce cosa intendo-

Thomas sorrise all’uomo, che lo fissò incapace di dire qualsiasi cosa, poi procedette veloce e in pochi secondi, si trovò davanti a Shade e a Rein, con la mano di trudy sempre stretta tra le sue

-Perdonate l’intromissione, altezze, ma dovevo farlo. Per una volta, faccio valere il mio ruolo qui a palazzo-

Shade lo fissò torvo

-Thomas… che stai combinando?-

-Sto facendo un favore ad un’amica, e, cosa più importante, presentando a Rein una delle persone più sincere, schiette che io conosca, nonché una sorella per me. Rein, è un onore presentarti la contessa Trudy Gaumont, amica intima di famiglia nonché, una mia probabile fidanzata che con molto garbo e tatto, alla sola età di dieci anni, mi disse che piuttosto che sposare me si sarebbe fatta rinchiudere in una torre-

-Thomas!-

Trudy diede uno schiaffo sul braccio del conte, cosa che lo fece scoppiare a ridere. Rein e Shade fissarono i due perplessi, poi Rein si lasciò andare ad una risata, e anche Shade. Trudy, mortificata, si imporporò tutta

-Perdonatemi contessa, non sto ridendo di voi, lo giuro-

Disse Rein, cercando di contenere le risate e di darsi un contegno. Trudy si limitò a farle un cenno con la testa, ancora rossa in viso. La contessa, poi si spostò da Thomas, finalmente libera dalla sua stretta, ed eseguì un inchino perfetto

-Chiedo scusa per questa testa vuota, altezza, ma permettetemi di presentarmi, come si deve. Sono la contessa Trudy di Gaumont delle terre dell’ovest. È un onore fare la vostra conoscenza-

-Un viaggio decisamente lungo, contessa, per essere qui stasera. Grazie per avere accettato il nostro invito-

-E’ stato un onore essere omaggiata con il vostro invito, altezza, non potevo assolutamente rifiutare-

-In più ha avuto l’occasione di rivedere me, che ovviamente basta a giustificare il viaggio, non è vero Trudy?-

-Sarei stata meglio senza averti incontrata, credimi-

-Conosco perfettamente la sensazione, contessa, credetemi-

Le disse Shade, provando subito una forte empatia con la giovane contessa. Dopotutto, se entrambi avevano avuto la disgrazia di avere come amico Thomas, il minimo che lui potesse fare era darle tutto il suo appoggio e sostegno. Tuttavia Thomas, per niente poco colpito dal gesto di Shade, incrociò le braccia al petto e fissò minaccioso il suo principe

-Ehi… ricordati che quello che ti guarda le spalle sono sempre io-

-Per fortuna che nel mio castello di pericoli seri non ce ne sono-

-Mi stai per caso insultando, principe da strapazzo?-

-Come potrei mai permettermi, conte da due soldi-

Rein fissò sconsolata Trudy

-Ecco a cosa partecipo quasi tutti i giorni. Ma è un piacere fare la vostra conoscenza. Spero potremmo diventare buone amiche-

Trudy fissò gli occhi sorridenti di Rein. Chinò la testa in avanti

-Grazie per le vostre parole, principessa-

Detto questo, fece un inchino più profondo inchino a lei e a Shade e si congedò

-Ehi Trudy, aspetta…-

Le disse Thomas, ma la donna si era già allontanata. Il conte la fissò, perplesso

-Giuro che di solito non è così-

-Forse l’hai messa in imbarazzo, non credi?-

-Non dire cavolate Shade. Io e Trudy ci siamo fatti di peggio… non lo so, mi sembrava… ma lasciamo perdere, probabilmente il viaggio l’avrà stancata. Bene, altezze, perdonatemi, vado a cercare qualcosa da mangiare, sto morendo di fame. Ci vediamo dopo-

E veloce come era arrivato, Thomas sparì. Shade si portò una mano sul volto

-Giuro che se non gli volessi bene, lo avrei già fatto allontanare dalla corte-

-Dovrai concordare con me però che Thomas ha un grandissimo pregio -

-E quale sarebbe? Sul serio, sono curioso-

-E’ vero-

Shade la fissò, gli occhi spalancati per la sorpresa. Ma si ritrovò ad annuire alle parole di Rein

-Non potrei essere più d’accordo. Ma rimane sempre un idiota, un uomo vero, ma… idiota-

Rein si lasciò sfuggire una risata, e sul volto di Shade comparve, anche se per pochi secondi, un bellissimo sorriso.

 

 

Le presentazioni ufficiali erano ormai terminate. Chi aveva avuto l’onore di parlare con la giovane coppia reale, stava riferendo a chi non ne aveva avuto la possibilità e in tutta la sala si erano formati dei gruppi di persone che stavano chiacchierando. I commenti, in generale, erano tutti positivi nei confronti di Rein. la principessa era riuscita là dove la regina Moon Maria aveva sperato: per un modo o per un altro, aveva abbagliato la sua corte. E tutti stavano riferendo proprio questo: il suo sorriso, il suo calore sincero, avevano fatto colpo, conquistando i conti, duchi, marchesi e baroni che avevo avuto il piacere di poterle parlare. E dopo quell’impresa la turchina si era accomodata vicino alla regina, in un’apposita poltrona che era stata messa vicino al trono. Al centro si trovava la regina, alla sua destra il trono del principe e alla sua sinistra si trovava Rein. Di solito quello era il posto occupato da Milky, nelle poche cerimonie a cui aveva partecipato, ma quella sera le era stato categoricamente proibito di potere partecipare, e il posto della principessa, era andato alla principessa.  In quel momento Rein stava prendendo fiato, godendosi quell’attimo di tregua che gli era stata concessa. Shade, al contrario, dopo avere riaccompagnato Rein vicino alla madre, si era affrettato a scendere di nuovo, e stava parlando con alcuni uomini, alcuni dei ministri del suo gabinetto

-Spero sia andato tutto bene-

Disse Moon Maria alla giovane, strappandola dai suoi pensieri

-Tutto perfetto. Solo non credevo fosse così…-

-Stancante?-

Rein annuì. La regina le sorrise, materna

-Sei stata bravissima. E da quello che ho potuto vedere da quassù, tutti sono stati entusiasti di te-

-Ho solo sorriso e ringraziato-

-Un sorriso può smuovere gli animi, ricordalo sempre-

Un valletto si avvicinò alla regina, e le bisbigliò qualcosa all’orecchio. Quando si fu allontanato, si voltò verso Rein

-Temo mia cara, che la tua pausa sia giunta al termine. È ora di tornare al nostro lavoro-

La regina si alzò, e come un magnete, tutti i presenti si zittirono e si voltarono ad osservare la loro regina

-Signori, signore, che le danze abbiano inizio-

Un fremito di eccitazione si propagò in tutta la sala. Da una porta nascosta, fecero il loro ingresso dei musicista e per ultimo, anche se non per importanza, comparve il maestro d’orchestra. I musici si inchinarono alla famiglia reale, poi presero i propri posti, in una zona ben precisa della sala, e quando ogni strumento fu accordato e tutti furono pronti, seduti ai loro posti, il maestro si mise loro di fronte e si voltò verso la regina. Moon Maria fece un gesto con la mano, e il maestro diede il via ai suoi musici, che iniziarono a suonare. La dolci note di una ballata si levarono e la sala ne fu piano piano investita. Le coppie presero posto al centro e iniziarono a ballare. La regola avrebbe imposto che il primo ballo fosse fatto da una coppia reale, ma al palazzo, tutti sapevano che il principe non ballava mai durante le occasioni formali e la regina, anche a causa della sua salute, aveva rinunciato a questa abitudine ormai da tanto tempo. Rein stava osservando le coppie seduta al fianco della regina, e si gustava lo spettacolo, in silenzio. La regina, invece, aveva spostato lo sguardo su suo figlio. Shade era vicino a Thomas, i due stavano parlando, e sembravano non curarsi di ciò che stava avvenendo loro attorno. Il volto di Moon Maria si offuscò per un attimo

-Credevo che questa volta Shade avrebbe fatto un’eccezione-

-Come maestà?-

-Il primo ballo… speravo che Shade avrebbe danzato con te, per aprire le danze. L’etichetta lo avrebbe imposto. Ti sta facendo un torto, lo sai? Sei una principessa ospite nel nostro castello, avrebbe dovuto ballare con te. Anche se spero, che magari, in un altro momento della serata…-

-Mi dispiace deludervi maestà ma… mi ha detto che non ballerà-

Disse Rein, il tono di voce leggermente malinconico. Moon Maria si voltò a guardarla, leggermente stupita per il tono usato della turchina. Rein non la stava guardando, stava guardando in direzione di Shade, lo sguardo velato come dalla tristezza

-Tutto a posto tra voi due?-

Rein si voltò a guardare la regina. Arrossì leggermente, prima di annuire

-Assolutamente si-

-Cosa mai…-

-Chiedo perdono maestà, scusate l’intrusione-

Il lord ciambellano si era avvicinato alla regina, cogliendola totalmente di sorpresa

-Lord Kentor, volete farmi prendere un colpo al cuore?-

-Vi chiedo perdono maestà, non vi volevo spaventare-

-Cosa desiderate?-

-La principessa Rein è richiesta-

-Rein?-

La regina si voltò verso la turchina, che si era alzata dalla sua sedia

-Immagino ci sia qualcuno che voglia danzare con me-

-Esatto principessa. Il principe ha detto che non ci sono problemi, anzi, ha detto che così la principessa potrà divertirsi-

Rein fece un sorriso di circostanza e si affrettò a scendere la scalinata, seguita dal lord ciambellano. La regina fissò sbalordita Rein, e si affrettò a cercare con lo sguardo suo figlio. Non trovandolo, chiamò un valletto

-Chiamatemi subito mio figlio-

-Certo maestà-

Mentre la regina aspettava Shade, vide Rein raggiungere il conte Philip di Hoteval, parlare un poco con lui, e non appena la musica finì, li vide prendere il posto in sala per il prossimo ballo.

-Ma cosa sta succedendo?-

 

Rein si trovava al centro della pista da ballo, pronta per danzare con il conte. Sembrava più nervoso lui di lei, e anche se all’inizio avevano chiacchierato un poco, ora lui era molto silenzioso. La turchina sperava che il conte spezzasse quel silenzio che stava, a poco a poco, diventando imbarazzante, dato anche che quasi tutti i presenti in sala si erano voltati per vedere lei e il conte che avrebbero ballato, e molti già stavano parlando di quell’accaduto.  Fu la musica, tuttavia, a salvarla in quel momento, perché fece capolino nel loro silenzio, e il conte, come svegliatosi all’improvviso, si riscosse

-Volete farmi questo onore, principessa?-

Rein non rispose, si limitò ad alzare la mano, affinché il conte la prendesse e iniziassero così a danzare.  Philip non perse tempo, afferrò la mano saldamente nella sua, e passò il suo braccio attorno alla vita di Rein, avvicinandola a se. Rein si lasciò guidare dal conte, e iniziarono a ballare.

-Vogliate perdonarmi, altezza. Temo di essere un compagno decisamente poco adatto-

-Non direi conte. Stiamo ballando e anche molto bene, direi-

Il conte le sorrise, grato per quelle parole

-Non sono, però, un ottimo comunicatore. Temo di non sapere intrattenere un’altezza reale con la mia misera conversazione-

-Perché, di cosa credete parliamo noi altezze reali?-

-Sicuramente di… sono certo che…-

Rein ridacchiò, guardando il conte balbettare

-Vi assicuro, conte, che non abbiamo argomenti esclusivi di conversazione. Di solito ci lamentiamo di quanto sia noioso passare intere giornate a provare abiti o a studiare lunghe cerimonie che probabilmente non affronteremo mai nelle nostre vite-

Philip la guardò con gli occhi granati, prima di sorridere

-Dovrete pensare in questo momento che sono uno sciocco-

-Niente affatto. Siete stato onesto, e questa è una cosa rara in questo mondo-

-Vi ringrazio… in effetti, la mia Lucille, dice sempre che mi faccio problemi molto più grandi di quanto in realtà non siano, e del tutto infondati a volte-

-Le donne vanno sempre ascoltate, conte, siamo divulgatrici di verità-

I due scoppiarono a ridere, mentre continuavano a ballare.

-Non sapevo aveste una donna nel vostro cuore. Come mai siete venuto senza di lei stasera?-

Il conte si fece un attimo scuro in volto e restò in silenzio. Rein percependo la tensione, si diede della stupida per avere fatto una domanda così personale

-Vi chiedo scusa, non sono affari miei, non volevo…-

-La mia Lucille è venuta a mancare un anno fa, ormai. Sono un uomo vedono, maestà-

Rein sentì il suo cuore fermarsi per un attimo

-Sono desolata, non volevo farvi ricordare una cosa così dolorosa-

-In realtà, è un ricordo che porto sempre con me, non avete fatto assolutamente niente di sbagliato, altezza. Sono stato io a nominarla, voi non avete colpe. Dopotutto non avreste potuto saperlo-

Fecero alcuni passi in silenzio. Fu il conte a spezzarlo

-Grazie per essere stata così gentile con mia cugina. È la prima volta che viene a corte e si è lasciata andare con voi prima. Grazie per averle perdonato la sfacciataggine-

Rein scosse la testa

-Non dovete ringraziarmi. Ha una spontaneità tale, che credo le si possa perdonare qualsiasi cosa. Siete fortunato ad avere una cugina così solare al fianco-

-Avete ragione. Sapete, da quando sono rimasto vedovo, si è sempre presa cura di me. Si è sempre assicurata che non passassi troppo tempo immerso in ricordi o nella tristezza, e ha sempre cercato di farmi avere un buon’umore. A messo a soqquadro una casa, ha rivoluzionato ogni cosa, ma ha portato gioia e allegria, e devo ammettere, ci voleva proprio-

Rein gli sorrise

-Quando qualcuno ci vuole così bene, dobbiamo ringraziare gli dei-

-Assolutamente d’accordo con voi, maestà-

I due si sorrisero, poi rimasero in silenzio. Tuttavia, non fu un silenzio carico di tensione o di agitazione. Fu un silenzio piacevole, tra due persone che avevano condiviso qualcosa, e che si lasciavano cullare dalla musica.

 

Shade era accorso subito al fianco di sua madre.

-Madre, che succede? Non vi sentite bene-

-Sto benissimo..-

-Allora cosa...-

-Cosa hai detto a Rein?-

Shade la guardò perplesso

-Come?-

-Rein, la principessa che vive nel nostro castello, con cui hai passato un’ora prima a parlare. Che le hai detto?-

-Niente!-

-Allora spiegami questo-

Moon Maria indicò la sala e precisamente la coppia al centro che stava ballando. Shade fissò i due, poi distolse lo sguardo, tornando a guardare sua mamma

-Non le ho fatto niente-

-E allora come mai era così strana prima e, soprattutto, cos’è questa storia del “così la principessa può divertirsi”?-

Shade fissò sua madre negli occhi, poi abbassò lo sguardo, colpevole

-Sai che io non ballo-

-Avresti potuto fare un’eccezione, anzi, avresti dovuto-

Shade tenne sempre lo sguardo abbassato, ma la regina non aveva finito

-Avresti dovuto ballare con lei. È una altezza reale, nostra ospite. Il cerimoniale per cui ti batti tanto e che obblighi chiunque a rispettare prevedeva che tu ballassi con lei, per primo-

-Se lo avessi fatto domani tutti avrebbero parlato di questa cosa e avrebbero continuato anche per le prossime settimane inventando chissà quali storie e ricamandoci sopra chissà cosa. Ecco perché non ho ballato con lei. Non si merita altre chiacchiere-

Moon Maria guardò suo figlio, e un sorriso dolce le si dipinse sul volto

-Non puoi proteggerla da queste cose. Fa parte nel nostro mondo, lo sai-

-Ma ora è una mia responsabilità. Non farei mai niente per metterla a disagio-

-E costringerla a ballare con degli estranei non lo è?-

-E’ stata lei ad accettare un invito per prima-

-Come?-

-Il conte d’Hoteval. L’ha presa di sorpresa, invitandola, e lei ha accettato. Mica potevo impedirglielo, dopo tutto-

-Almeno questo spiega quello che sto vedendo-

Shade si voltò, e puntò lo sguardo nello stesso punto di sua madre. Rein stava volteggiando leggiadra tra le braccia del conte nel centro della pista. Era incredibile come anche da così lontano, Shade vedesse il sorriso sul volto della turchina, un sorriso che in quel momento era rivolto a un altro uomo. Anche il conte stava sorridendo, e nel vederli così, Shade sentì qualcosa insinuarsi dentro di lui, in modo forte e prepotente. Moon Maria si accorse subito del cambiamento del figlio e in quel momento, decise di agire, decise di fare una cosa, che mai si sarebbe immaginata di fare a suo figlio.

-Dopo tutto devo darti ragione. Sembra che si stia divertendo-

-Così sembra-

-Mi sembra anche normale, dopotutto-

-Che cosa vorresti dire?-

-Oh, niente di speciale…-

Shade continuò a guardare i due, che stavano continuando a ballare, allegri.

-Che cosa volevi dire, mamma?-

-Immagino che a Rein non dispiaccia ballare con il conte d’Horval. E’ sicuramente uno degli uomi  più rispettosi del regno, è educato e da quello che vedo un ottimo ballerino. E poi…-

-Poi?-

-E’ un bellissimo uomo, non trovi, per di più così irreprensibile, dalla reputazione immacolata, un uomo di sani principi e ideali. E’ senza ombra di dubbio una delle scelte migliori, in fatto di uomini questa sera con cui ballare. L’unico che conosco che gli possa rivalere come rispetto e reputazione siete tu e Thomas. Ma tu non balli e Thomas deve fare il suo dovere quindi… Ma da quello che vedo non ci dobbiamo preoccupare con simili discorsi.  A Rein sta piacendo ballare con lui non vedi? Guarda come sta sorridendo-

Shade, lo sguardo sempre fisso su Rein, si fece sempre più cupo man mano che sua mamma parlava. Si era trovato d’accordo con lei, e la cosa lo stava facendo arrabbiare, invece che calmare. Rein  era decisamente bella quella sera. Il vestito, i gioielli, il sorriso… era difficile staccarle gli occhi di dosso. Senza rendersene conto, Shade si trovò a scendere le scale, veloce. Non badò a nessuno, si diresse veloce verso la pista da ballo. La folla si aprì automaticamente al suo passaggio, e tutti osservavano curiosi il principe. Shade non badò a nessuno di loro e continuò la sua marcia. Anche quella volta, sembrò che il destino si mettesse di mezzo. Nell’esatto momento in cui Shade aveva messo piede sulla pista da ballo, la musica era cessata, le coppie si erano fermate, e alcune si stavano dirigendo al di fuori della pista, mentre altre erano pronte a prendere il loro posto. Ma alla vista del principe, tutti si erano fermati, immobili. Le coppie presenti ancora sulla pista, si affrettarono ad inchinarsi e ad allontanarsi. Rein e il conte di Hoteval erano fermi, immobili. Shade non disse niente. Si mise al fianco della turchina e allungò una mano verso di lei. Non le chiese niente, perché non c’era bisogno di chiederle niente. Il principe sentì lo sguardo di Rein addosso, ma non la guardò. Era fermo, immobile, solo la mano tesa tra di loro tremava impercettibilmente,  in una implicita richiesta, quasi una preghiera

“Vuoi ballare con me?”

 

La mano protesa davanti a lei aspettava.  Non la stava guardando, ma sapeva che era impaziente di sapere la sua risposta. Piano piano sentiva che tutti gli sguardi della sala si stavano posando su di lei, e sapeva che, in un modo o in un altro, tutti avrebbero parlato di ciò che sarebbe successo. Per questo motivo, forse, o forse proprio per la voglia di ballare con lui che le era nata dentro, senza pensarci, afferrò quella mano, e si lasciò andare. Il silenzio ora si era fatto assoluto. L’unico rumore era il suono dei loro passi, dato che si stavano apprestando a raggiungere il centro della sala e a mettersi in posizione. Non ci fu bisogno di parole tra loro. Shade si fermò e la fece volteggiare, fino a trovarsela davanti a se. Senza esitare le afferrò la vita con una mano, portandola vicino a lui, mentre l’altra mano, già impegnata con quella della turchina, strinse ancora di più la presa. Rein si limitò a farsi trasportare, e poggiò la sua mano sulla spalla del principe. Ora erano perfettamente l’uno di fronte all’altro e si guardarono negli occhi. Rein cercò di afferrare i pensieri che potevano passare dentro la testa del principe, ma si trovò incapace di riuscirci, e si perse nello sguardo intenso di Shade. Le sembrava che lui la stesse guardando con una intensità che non le aveva mai visto prima. Sentì il suo cuore aumentare in modo esponenziale i battiti del suo cuore e un leggero rossore imporporarle le guance. Sarebbe rimasta ferma solo ad osservarlo, ma Shade ruppe quel momento di perfetta immobilità. Il principe, infatti, distolse lo sguardo da Rein, e fece un piccolo cenno con il capo al direttore d’orchestra. Fu tutto quello di cui ci fu bisogno. Un piccolo, semplice, cenno del capo, e la macchina si mise in moto. Il direttore si girò verso i suoi musicisti e con un leggero, ma deciso colpo di bacchetta, diede il via alla musica. Le note di un valzer presero vita dagli strumenti e in perfetto tempo con la musica, Shade fece un passo, iniziando così la loro danza. Per Rein fu tutto, assolutamente, perfettamente straordinario. Non badò ai suoi piedi, non badò ai passi da fare, si lasciò guidare da lui. Tutto ciò che fece fu guardarlo negli occhi, e vi si perse dentro. La stanza, la folla che li stava osservando, tutto svanì. Fu come se si trovasse sospesa a metà tra un sogno e la realtà, l’unica certezza era data dalle note della melodia e dalle forti braccia di Shade, che la sostenevano e la circondavano. Era come una magia. Ad un tratto, Shade le sorrise e senza preavviso, la mano che la teneva per la vita lasciò la presa, e Rein si ritrovò a volteggiare, in una piroetta. Il vestito della turchina si aprì, in una meravigliosa ruota di tulle azzurro e Rein ebbe la sensazione di trovarsi in un mare morbido azzurro che la accoglieva, avvolgendola. Quando ritornò tra le braccia di Shade, si lasciò andare ad una risata spontanea, sincera e quasi liberatoria, mentre Shade si limitò a sorriderle. Era un sorriso che si vedeva poco sul volto del principe, era un sorriso rilassato e che veniva dal cuore, un sorriso che Rein faticava a ricordare di avergli veramente mai visto sul volto. Sarebbero potuti andare avanti così, a ballare, ancora per molto tempo, forse per tutta la notte, ma all’improvviso, lo sguardo di Shade fu catturato da qualcosa, e quando spostò lo sguardo su ciò che lo aveva distratto, in un punto dietro le spalle della principessa, il suo sorriso si spense. E in quel preciso momento, l’incanto finì. Per Rein fu come tornare improvvisamente sveglia e consapevole su dove si trovava, sul chi era, con chi era, e cosa stava facendo. Anche Shade sembrava esserne pienamente cosciente, e qualcosa tra di loro si era come spento. Ben presto le note del valzer si avviarono alla loro conclusione, e dopo poco, si spensero e il ballo tra i due, finì. Shade lasciò la presa sulla principessa e si allontanò da lei, veloce, di qualche passo. Le fece un piccolo inchinò, a cui Rein rispose prontamente, poi lui si voltò e se ne andò, lasciandola lì, al centro della pista, sola. La folla si riaprì al suo passaggio e il principe si fece strada tra le facce sconvolte, perplesse e basite dei suoi sudditi. Li ignorò tutti, e si diresse veloce verso la scalinata, che fece in pochi passi e poi si sedette al fianco di sua madre. Moon Maria era impassibile, il volto una perfetta maschera che non mostrava nessuna emozione. Non disse niente al figlio, e lui non si rivolse a lei. L’unico movimento fu un gesto, la regina appoggiò la propria mano su quella del figlio, protettiva. Tutto sembrò immobile ancora per qualche secondo e Rein, ancora ferma al centro della sala, non sapeva che fare. Fu Thomas a salvarla. Le si avvicinò, si inchinò e allungò una mano verso di lei

-Principessa, posso avere l’onore del prossimo ballo?-

Non la lasciò neanche rispondere, le afferrò la mano e si mise in posizione. La musica tornò a risuonare nella sala, e Thomas diede il via al loro ballo. E come per magia, tutta la sala sembrò riprendere vita, anche se ora nessuno non faceva che parlare di una cosa sola: il ballo tra i due giovani principi.

 

Charlotte stava fissando a bocca aperta sua cugino, poi la principessa e infine il principe, in un moto perpetuo. Non riusciva a credere a quello che aveva appena visto

-Non avevi detto che il principe non ballava mai?-

-Infatti-

-Eppure lui… con la principessa…-

-Sembrava arrabbiato quando è venuto a prenderla nella pista da ballo?-

-Davvero?-

-Si… non ha rivolto uno sguardo alla principessa, ma ha fissato me come…-

-Come?-

-Come se foste di troppo, non è vero?-

Philip si voltò di scatto e si ritrovò a fissare la contessa Trudy di Gaumont.

-Contessa di Gaumont se non sbaglio…-

Trudy fece un piccolo accenno di assenso con il capo

-Sono onorata che conosciate il mio nome-

-Conosce praticamente ogni albero genealogico del regno-

Disse Charlotte, alzando gli occhi al cielo, in segno di esasperazione

-Obbligava anche me a farlo ma troppi nomi e poi-

-Charlotte-

Philip non aveva alzato la voce ma era stato diretto e fermo nel pronunciare il nome della cugina. Lei arrossì e voltò lo sguardo

-Chiedo scusa-

Trudy si affrettò a sorridere alla giovane, poi spostò lo sguardo sul conte

-Se c’era una certezza nelle occasioni di corte, era che il principe non ballava mai. Eppure questa sera abbiamo visto una sorta di miracolo. E tutto per merito della principessa appena arrivata. Ditemi conte, dato che avete ballato con la giovane principessa, che impressione avete avuto di lei?-

-Con tutto il rispetto, contessa, non credo sia una cosa che vi riguardi-

Trudy spalancò gli occhi, leggermente offesa. Non era abituata a uomini che non le raccontavano qualcosa, di solito aveva il potere di farsi dire ogni cosa volesse.

-Perdonatemi la mia era solo semplice curiosità non intendevo…-

-Non sembrava. Per quanto vi possa riguardare, sappiate che la principessa è stata molto cortese e gentile durante il nostro ballo e anche con mia cugina Charlotte, sorvolando su una sua buona dose di mancanza di buon senso. Non trovo niente di strano nel fatto che il principe abbia voluto ballare con lei. Dopotutto si tratta di un evento ufficiale della corte, e come da cerimoniale, quando un’altezza reale è in visita o ospite del palazzo, il principe ha l’obbligo di ballare con lei. E ritengo abbia scelto il valzer perché è assolutamente un ballo regale. Non trovo nulla di sospetto in questo. E se sua altezza reale il nostro principe era arrabbiato con me, è perché io stesso ho contravvenuto alle regole, chiedendo un ballo alla principessa, e lei, molto generosamente mi ha concesso questo onore. Questo è ciò che vi spetta di sapere, contessa. Se volete tramare o mettere in giro pettegolezzi strani, andate a cercare altrove. Io non mi presto a queste macchinazioni. Charlotte, andiamo-

Detto questo il conte fece un inchino a Trudy, e poi, veloce, i due si avviarono. Trudy sentì le guance diventare sempre più rosse, e sentì anche qualche bisbiglio dietro di lei, di qualcuno che aveva visto e sentito tutto. Tuttavia non si fece sorprendere troppo dall’imbarazzo e a testa alta, si avviò vicino alla pista da ballo. Tuttavia, mentre camminava, non riuscita a non pensare a ciò che quell’uomo le aveva detto. Lei non era una pettegola, era solo in guardia. C’era qualcosa in Rein che non la convinceva, e dallo sguardo che aveva visto su Shade, si era decisamente allarmata. Trudy aveva già visto quello sguardo prima. Sapeva cosa voleva dire quando un uomo guardava così una donna quando era tra le braccia di un altro. Forse era stata l’unica ad osservare Shade durante il ballo della principessa e del conte. E aveva visto, quella gelosia che era esplosa prepotente. E lei lo sapeva bene… la gelosia voleva dire che c’era un sentimento dietro. E quello che preoccupava Trudy era proprio quello, il sentimento nascosto. Perché se era ciò che lei temeva avrebbe potuto portare terribili guai al regno. Soprattutto se dietro c’era la manovra di una donna che aveva un desiderio ben preciso: il trono.

 

Philip aveva lasciato la sorella alle cure di una anziana coppia amica di famiglia e si era allontanato dalla sala. Aveva bisogno di allontanarsi dal rumore, dalla confusione e dalla folla. Aveva bisogno di riflettere. Non si incolpava per avere parlato in modo così duro a quella donna. Dopotutto aveva fatto ciò che ogni fedele suddito avrebbe fatto: aveva difeso il suo principe e la corona. Anche se nel suo cuore sapeva che più che il principe, aveva voluto difendere la principessa. Aveva capito cosa voleva insinuare la contessa, che Rein avesse fatto come una sorta di incantesimo sul principe, ammaliandolo. E non poteva permettere che qualcuno pensasse male di quella meravigliosa creatura che era Rein. tuttavia si domandava come potesse, dopo una sola serata, avere già preso le parti della principessa, in una fazione che sapeva si era creata quella sera stessa. Era entrato subito tra i suoi sostenitori, ne era rimasto abbagliato, stupito, conquistato dal primo sorriso che lei gli aveva rivolto. Solo un’altra volta gli era successa una cosa del genere, e alla fine quella donna l’aveva sposata. Senza rendersene conto aveva stretto i pugni talmente tanto che sentiva le unghie infilarsi nelle carne della mano. Che cosa gli stava succedendo?

 

Rein e Thomas stavano volteggiando tranquilli nella sala, ignorando gli sguardi della gente e godendosi quell’attimo di pace

-Grazie-

Disse ad un tratto la turchina a Thomas, rivolgendoli un sorriso

-Dovere… e poi scoprirete, cara la mia principessa, che sono un ballerino migliore dello scorbutico lassù-

Rein gli sorrise, e lui le fece l’occhiolino. Lentamente anche altre coppie presero posto sulla pista tornando ad animare la serata.

-Mi dispiace avere rovinato l’atmosfera-

Rein fissò Thomas, perplessa

-Come scusa?-

-Il repentino cambio di umore di Shade. Perdonami, ma lo dovevo avvertire. Stavate decisamente attirando gli sguardi di tutti quanti, in modo poco piacevole se me lo consenti-

Rein sentì le guance imporporarsi

-Non stavamo facendo niente…-

-Solo ballando come se il mondo attorno a voi non esistesse. Credimi, eravate assolutamente incantevoli da vedere. Non ho mai visto Shade così rilassato e felice… credo di non averlo mai visto ballare, lo sai? Ma stavate attirando un genere di chiacchiere, come ti ho già detto, per niente gradevole, te lo assicuro. Sono dovuto intervenire e avvertirvi. Meno male che Shade mi ha visto… ma temo di doverti delle scuse. Non volevo rovinarti il ballo-

-Non l’hai fatto-

Fecero qualche altro passo in silenzio. Alla fine, Rein arrivò ad una conclusione

-Vi invidio, lo sai?-

Thomas alzò un sopracciglio, non capendo il senso di quella frase.

-La vostra amicizia-

-Oh, non esagerare Rein. Insomma, chiunque nella mia posizione avrebbe…-

Rein scosse la testa, decisa

-Shade è fortunato ad avere un amico come te. Avete un’amicizia speciale, ve la invidio tanto-

Thomas la fissò un po’ stupito e perplesso. Poi si lasciò andare ad un sorriso.

-Grazie per le tue parole-

Non dissero più niente, e continuarono a ballare. Quando la musica finì fecero ancora un ballo insieme, poi Thomas la accompagnò verso la scalinata, dove doveva lasciarla. Quando fece per salutarla, Thomas le fece un inchino

-È stato un onore ballare con voi stasera, principessa-

-Grazie per avermi fatto compagnia-

-È stato un dolce dovere-

Rein lo guardò perplessa e questa volta fu il turno di Thomas di ridacchiare.

-Non avrai pensato sul serio che io non avessi degli ordini precisi per la serata, vero? Diciamo solo che un principe iper protettivo mi ha chiesto, se la situazione si fosse fatta critica, di occuparmi di te, e di fare in modo di farti sempre avere un sorriso sul volto-

Rein, con gli occhi sgranati, spostò lo sguardo verso Shade, che stava parlando con sua madre, e non aveva mai posato lo sguardo su di lei dopo il loro ballo. Una parte di lei si sentì tradita dal principe, non voleva essere considerata una bambina che non sapeva comportarsi in società, ma subito quella sensazione se ne andò, lasciando crescere un sentimento di gratitudine nei confronti del principe. Non la stava ignorando, stava facendo in modo che non si divulgassero troppe chiacchiere inopportune.

-Puoi farmi un favore, Thomas?-

-Certo Rein, dimmi tutto-

-Riferisci al tuo principe che sono stata benissimo questa sera. Hai portato brillantemente a termine la tua missione, signor conte-

Thomas le sorrise e si inchinò

-Ovvio che ho eseguito bene il mio compito. Dopotutto sono il miglior uomo, conte e capo della guardia reale di tutto il regno, anzi, di tutti e sette i regni-

Rein scoppiò a ridere assieme a Thomas.

-Oh Thomas, se non ci fossi la vita sarebbe decisamente molto più triste qui-

 

La risata improvvisa e forte di Rein fece voltare Shade. Rein e Thomas stavano ridendo e scherzando, e il principe si lasciò andare ad un sorriso. Thomas aveva mantenuto il suo impegno, far si che la serata passasse in modo sereno e tranquillo per la turchina. E Thomas lo aveva fatto, fin troppo bene, salvando così non solo lei, ma soprattutto, salvando lui. Cosa gli era passato per la testa di ballare di ballare con Rein. Quando l’aveva vista ballare con il conte di Hoteval, così rilassata e sorridente qualcosa gli era scattato dentro. E agendo d’impulso, l’aveva messa in pericolo. Eppure ballare con lei era stato come… come perdersi in un sogno. La musica era partita, e lui non aveva più pensato a niente, se non agli occhi della ragazza. Ci si era perduto nell’azzurro intenso del suo sguardo, e non aveva prestato attenzione alle persone intorno a loro. Era un miracolo che avesse incrociato lo sguardo di Thomas. Lui lo aveva fissato, e lo aveva avvertito. Tutti i presenti avevano visto come stava ballando e c’erano molti che bisbigliavano e indicavano. Si era lasciato andare, troppo, e così facendo si era scoperto, ma ciò che più era pericoloso, era che aveva fatto si che Rein diventasse un bersaglio e questo era una fatto gravissimo. Per questo, non appena si era fermata la musica, lui si era allontanato, arginando il più possibile le voci. Aveva raggiunto sua madre e si era seduto, cercando di mantenere un’aria tranquilla e impassibile. Eppure dentro di se era un fuoco, di rabbia e frustrazione, tutta rivolta contro se stesso. Come aveva potuto abbassare così tanto la guardia non lo sapeva. Sperava solo che non avesse combinato un danno irreparabile. Anche se con la sua corte non si poteva mai sapere con esattezza. Sentiva gli sguardi e udiva i bisbigli della sala, ma sapeva anche come ignorarli. E, soprattutto, sapeva di avere sua madre come alleata. Non aveva fatto altro dopo il ballo, era rimasto seduto, a chiacchierare con la madre, che non gli aveva chiesto o detto nulla di quanto accaduto. E  per fortuna,  ormai, la serata stava per volgere alla sua naturale conclusione. Come se fosse stato tutto programmato al secondo, quando la musica finì, la regina Moon Maria si alzò dal suo trono, e quello fu il segnale. Il direttore d’orchestra si inchinò ai reali e con un gesto veloce congedò i suoi musicisti e se stesso. Tutti i presenti in sala si voltarono verso il trono e attesero. Quando Moon Maria fu certa di avere l’attenzione su di se, parlò

-Miei cari sudditi, a nome mio e dei miei figli, vi ringraziamo per essere venuti qui stasera a averci deliziato della vostra compagnia. Come tutti ben sapete, il motivo di questa serata è uno solo, ed un  motivo ben preciso. Sono lieta, a nome mio e della mia famiglia, di dare il benvenuto alla principessa Rein del regno del Sole, nonché la nuova Principessa Istitutrice di mia figlia, la principessa Milky. Sono certa che accoglierete la principessa nei vostri cuori come un membro della mia famiglia, e che la farete sentire bene accetta nel nostro bellissimo regno.

A quelle parole seguì un applauso. Quando il rumore si spense, la regina riprese a parlare

-Ora, dopo questa piacevoli ore di divertimento, è il momento di tornare ai nostri doveri. Che la Dea della Luna accompagni il vostro sogno e vi protegga-

E con quelle parole, la serata era finita. La famiglia reale si alzò, e si avviò verso la porta. Rein, che si era avviata con loro, si ritrovò di fianco a Shade. Il principe, infatti, si era fermato ai piedi della scalinata e l’aveva aspettata. Senza dire una parola le aveva afferrato la mano e così come erano entrati insieme, uscirono insieme dalla sala. Era un semplice gesto di cortesia, essendo Shade il solo principe presente in sala, nonché uno dei padroni di casa, era suo dovere scortare un’altezza reale, nonché sua ospite, fuori dalla stanza. Tutti lo sapevano, sia i presenti, che la stessa Rein. Eppure, vedendoli andare via così, qualcuno aveva già in mente cosa dire o fare. Dopotutto, una corte non è tale, senza qualche pettegolezzo e con quella serata, di pettegolezzi, ne sarebbero di sicuro stati messi in circolazione molti.

 

Arrivati al primo piano, Rein prese congedo dalla famiglia reale e si diresse verso le sue stanze. Nonostante tutto quello era successo, si sentiva bene, felice e rilassata. Era da tanto che non rideva e ballava così, era da molto che una serata di corte non la faceva stare così bene. E il ballo con Shade… era stato un momento strano, ma bellissimo. Mai le era capitato di provare una sensazione del genere ballando con qualcuno. Sapeva che Shade era un ballerino eccezionale, ma quella sensazione, ciò che aveva provato… ma non ebbe tempo di riflettere più di tanto perché Dreamy la stava aspettando, impaziente. La tempestò di domande  sulla serata, i vestiti, le persone presenti, se aveva sentito qualche pettegolezzo… Invece che esserne infastidita, Rein si trovò a ridere e a scherzare, mentre la sua cameriera l’aiutava a svestirsi e a scioglierle i capelli.

-Sono contenta che sia stata una bella serata per voi, principessa-

-Lo sono anche io-

-Sono lieta che vi troviate così bene qui al castello-

Dreamy le sorrise e Rein si trovò a ricambiare

-Lo sono tanto anche io-

Rein vide che uno strano sorriso era comparso sul volto di Dreamy.

-Dreamy, cosa succede?-

La giovane sembrava indecisa. Era come se volesse chiederle qualcosa ma fosse trattenuta dal farlo. Seduta nella poltrona del suo salotto personale, Rein osservava il dibattito interiore della giovane, a metà tra il divertito e il preoccupato

-Andiamo Dreamy, se devi chiedermi qualcosa, fallo e basta-

-Come è stato il ballo con il principe?-

Rein fissò a bocca aperta la sua cameriera

-Come fai a…-

-Tutto il castello ne parla. Un valletto della sala lo ha riferito ad una guardia che è subito scesa nelle cucine per dirlo ai presenti e poi… il passaparola è stato rapido. Ma non voglio sentire dei pettegolezzi quando posso chiederlo direttamente a voi… allora? Come è stato? Bellissimo immagino-

-Si…-

Fu tutto quello che disse Rein, sbalordita e frastornata

-Lo immaginavo. Tutte noi cameriere ci siamo sempre dette che il principe doveva essere un ballerino eccezionale ma, sa, non avendolo mai visto ballare… neanche con Milky, cioè con la principessina, si lascia andare. E invece… con voi! Due altezze reali, chissà quanto eravate belli insieme. Sono così contenta per voi. Deve essere stato bellissimo, come un sogno, dopotutto parliamo di ballare con un principe vero e… principessa state bene?-

Rein, investita dal fiume in piena delle parole di Dreamy, si ritrovò frastornata.

-Si certo, perdonami, sono solo un po’ stanca, credo-

-Ovviamente siete stanca, e io sono imperdonabile. Il mio compito è prendermi cura di voi, e invece, vi tengo sveglia con le mie domande. Non eravate nemmeno tenuta a rispondermi e invece… siete veramente buona con me principessa, lo sapete? Ma ora sarà meglio che vi lasci riposare. Buonanotte principessa-

-Buonanotte Dreamy-

Disse Rein, senza avere bene capito cosa fosse successo. Dreamy aveva detto e fatto tutto lei, lasciandola lì, senza parole. Così il castello sapeva già. Dopotutto doveva immaginarselo, sapeva che certe cosa viaggiavano veloci in una corte, solo che lei non ci si era mai ritrovata nel mezzo. Tuttavia era inutile preoccuparsi ora di quello, la cosa migliore era dormirci sopra, così si alzò e si diresse nella sua camera, dove si buttò sul letto. Si sentiva stanca e desiderosa di riposare, ma il sonno tardava ad arrivare. Dopo essersi girata un paio di  volte decise di alzarsi, sbuffando. Decise di provare a prendere una boccata d’aria fresca, così si diresse verso la balconata, indossando, come protezione dal freddo, la vestaglia. L’aria era particolarmente piacevole quella sera, e la luna splendeva nel cielo stellato, illuminando il giardino. Rein si sedette sulla balaustra, appoggiando la schiena contro una colonna. Il contatto con il marmo freddo le procurò un brivido lungo tutto il corpo, ma l’aria tiepida la riscaldò subito. Si stava piacevolmente rilassando, quando qualcosa di inaspettato la sorprese. In un modo molto poco principesco, lo stomaco della turchina brontolò. Rein si accorse solo in quel momento di avere fame. Non aveva toccato cibo dal pranzo,dopotutto, presa da tutto il resto. Il problema era che era notte ormai, e di sicuro tutti stavano sicuramente già dormendo. Tuttavia, era certa che se fosse scesa in cucina, avrebbe trovato. Doveva solo riuscire a sgattaiolare di nascosto di sotto, senza farsi vedere, in camicia da notte e vestaglia. Era un piano folle, e si ritrovò a scuotere la testa, come a scacciare via quell’idea, ma la fame era decisamente troppa. Così, si affrettò a rientrare e si diresse veloce verso la porta, la decisione già presa. Aprì piano e sbirciò il lungo corridoio. Era vuoto, così, si affrettò a percorrerlo, veloce. Invece di aprire la porta che l’avrebbe condotta verso il salone principale e alle scale principali del palazzo, si fermò all’incirca a metà del corridoio e iniziò a cercare. Aveva saputo da Dreamy che all’incirca in quel punto c’era una porta che conduceva ad una scala di servizio che portava direttamente in cucina. Infatti, essendo il castello una struttura grande e complessa, erano state create queste scale e percorsi in modo da facilitare il percorso di cameriere e valletti. E ora, quelle strade, sarebbero state di enorme aiuto alla principessa. Non dovette cercare molto, perché ad un tratto Rein vide una scanalatura nella tappezzeria del corridoio. Vi passò sopra la mano, fino a quando non sentì una rientranza nel muro. Infilò la mano dentro e tirò decisa verso di se. La porta si aprì facilmente, senza emettere un suono, ed eccola apparire lì, una scala. Veloce si affrettò ad entrare, richiuse la porta dietro di se, e si affrettò a scendere. Il cibo la stava aspettando, e il suo stomaco lo richiedeva con urgenza.

 

Shade non dormiva. Era nel suo appartamento alla sua scrivania e controllava dei documenti del regno. Appena tornato dal ballo si era liberato del pesante e scomodo abito da cerimonia e aveva indossato qualcosa di comodo, e si era messo al lavoro. Ormai era più forte di lui, il lavoro era diventato talmente tanto parte della sua giornata, che non riusciva a staccarsene per troppo tempo. Sentiva troppo su di sé il peso del suo ruolo per lasciarlo andare anche per una sola serata. Eppure qualcosa gli impediva di concentrarsi a dovere. Si alzò e prese a camminare, avanti e dietro, un foglio tra le mani, cercando di leggere qualcosa del misterioso mondo dei trattati della politica. Tuttavia non riusciva. Aveva bisogno di qualcosa per concentrarsi. Si avviò veloce verso la porta che conduceva al corridoio e la aprì. Sapeva che le guardie di turno quella notte si trovavano nella stanza proprio di fronte alla sua, dall’altra parte del corridoio. Tutto quello che doveva fare era chiamarle, ma qualcosa lo trattenne. Per una strana sensazione, decise di non chiamare nessuno. Chiuse la porta dietro di se, e percorse veloce il corridoio degli appartamenti reali. Arrivò in un lampo alle scale e con passo veloce le fece, arrivando al piano terreno dopo pochi secondi. Ormai il palazzo era in penombra, e la sala del trono era chiusa. Le tracce del ballo erano ormai state cancellate, ogni traccia della festa sparita, e la tranquillità della notte regnava nel castello. Conoscendo perfettamente il suo palazzo, Shade trovò con facilità la strada che lo avrebbe condotto ad una piccola scala di servizio. Non era una scala molto usata, non portava ai piani superiori, era solo un piccolo collegamento tra le cucine e il piano terreno, una scala che usava solo la servitù. In quel momento Shade aveva bisogno di un bel the caldo, e forse qualcosa da sgranocchiare, e sapeva che le sue cucine gli avrebbero regalato tutte e due le cose che desiderava. Aveva bisogno proprio di una bella tazza di the per potere poi tornare e concentrarsi sul suo lavoro.

 

Thomas non poteva permettersi il lusso di dormire. Aveva ancora dei compiti da portare a termine prima del cambio della guardia, che sarebbe avvenuto tra sette ore. Almeno, come capo delle guardie, aveva il diritto ad un appartamento privato e anche se non era comodissimo o con delle rifiniture particolari, era caldo e accogliente, e soprattutto si trovava al piano terra del palazzo e in più era vicino ad una grande sala di allenamento dove la mattina poteva riunire le guardie e dare loro le istruzioni della giornata, o, più semplicemente, poteva dedicarsi ad una cosa che amava con tutto se stesso: allenarsi con la spada. E per finire, aveva anche un collegamento diretto con la cucina, cosa che in quel momento stava ringraziando infinitamente. Infatti, dovendo ancora lavorare per altre due ore, aveva un disperato bisogno di caffè e sapeva dove il cuoco lo teneva. Così si avviò veloce. Quando fece per aprire la porta che conduceva al piano dei sotterranei, e quindi alla cucina, la vide socchiusa. Quello era strano, perché sapeva che dopo la mezzanotte ogni accesso al piano principale veniva chiuso, e a farlo era il custode notturno del palazzo, che si assicurava di chiudere tutte le porte. Il suo addestramento da soldato entrò in azione e si fece guardingo. Qualcuno era nella scala. Thomas aprì piano la porta, e vide l’ombra di un uomo che scendeva. Gli andò dietro, piano, cercando di non farsi udire. La figura arrivò al pianerottolo e si sentì il rumore di una porta che si stava aprendo. Prima che gli sfuggisse, Thomas gli arrivò alle spalle, e gli puntò contro la spada.

-Spero tu abbia una valida motivazione per non farmi usare questa spada. Chi sei e cosa vuoi?-

La figura, che si era irrigidita sentendo la punta della spada contro la sua schiena, si rilassò e si girò verso di lui

-Idiota, sono io-

-Shade?-

-No, l’idiota che ti ha dato fiducia e ti considera un buon amico. Certo che sono io-

-Cosa ci fai qua giù?-

-Sono nel mio palazzo, posso andare dove voglio-

-Cosa ci fai qui a quest’ora di notte?-

-Voglio solo una tazza di the-

-Perché non te la sei fatta portare?-

-Volevo fare due passi…-

Thomas lo fissò, leggermente perplesso

-Volevi fare due passi?-

-Cosa ci fai tu qui invece?-

-Caffè-

I due si guardarono. Thomas si affrettò a riporre la spada, dato il cessato pericolo e si avvicinò al principe

-Dovresti dormire ogni tanto sai?-

-Anche tu-

-Io ho del lavoro da fare…-

-E io devo solo mandare avanti un paese-

Thomas fece per rispondergli, ma un rumore di pentole cadute a terra li fece voltare. I due si guardarono e pensarono la stessa cosa. Nessuno doveva esserci a quell’ora in cucina. Thomas riestrasse la spada e si fece avanti. Shade si mise dietro di lui. Non avevano bisogno di parlare per agire, sapevano perfettamente che strategia usare e come comportarsi. Thomas aprì la porta ed entrò con il principe subito dietro di lui. La cucina era al buio. L’unica fonte di luce proveniva dai fuochi delle caldaie che servivano per portare l’acqua calda in tutto il castello ed erano sempre accese. Qualcuno si muoveva piano tra i vari ripiani, e sembrava sollevare qualcosa da terra e appoggiarlo sui lunghi banconi della cucina. I due si mossero in silenzio. Ad un certo punto si divisero. Thomas, armato della spada, sarebbe arrivato alle spalle dell’intruso, mentre Shade si sarebbe messo di fronte, facendo da esca e da diversivo. Si misero in posizione e poi Shade parlò

-Non muoverti e non pensare di scappare se non vuoi che una lama ti perfori il torace. Chi sei e cosa vuoi?-

La figura, presa di sorpresa, lanciò un grido impaurito e lasciò cadere ciò che teneva in mano, un coperchio che, cadendo sul pavimento, provocò un forte rumore. Ma se la sorpresa della figura misteriosa fu tanta, niente poteva essere paragonato alla sorpresa dipinta sul volto di Shade

-Rein?-

 

 

 

 

 

*****************************************************

Buonasera a tutti!

Come avevo promesso, eccomi qua, tornata! Ed eccoci al famoso ballo. Spero di non avere disilluso con questo capitolo, ma una cosa ve la posso dire: non sarà l’ultimo. Quindi, preparatevi, ne avete ancora da vedere e da scoprire.

Poi, spero che le prime impressioni dei nuovi personaggi vi piacciano. Si, avete immaginato bene, non ho perso tempo ha parlare di qualcuno che poi avrei fatto sparire, e posso assicurarvi che diventeranno presto molto importanti per la storia. Ammetto che la parte che preferisco è parlare dei nuovi arrivati, anche perché hanno delle storie bellissime, almeno per me, e spero veramente che vi possano conquistare come hanno fatto con me.

Infine, non per importanza, voglio dirvi che la parte più bella è stata scrivere dell’incontro tra le scale tra Shade e Thomas. Giuro, avevo il sorriso sulle labbra immaginandoli lì nel buoi, in quella situazione, e alla fine quando trovano Rein… volevo terribilmente continuare il capitolo con il dopo, ma mi sono resa conto che il finale era meglio così. Forse voi mi vorrete uccidere, ma, dovrete aspettare… anche se ormai lo sapete.

Come sempre, io sono lusingata, emozionata, commossa dai vostri messaggi e dalle recensioni. Grazie, grazie come sempre, non solo perché amata questa storia, che è la cosa importante, ma perché avete ancora la pazienza di aspettare me, che credetemi, è il regalo più bello che possa ricevere. Ormai lo sapete, lasciate un commento se mi volete fare sapere opinioni, pareri, critiche, ogni cosa è bene accetta, e grazie anche solo chi legge la storia e trova il tempo di dedicarmi un po’ del suo tempo.

Un bacione a tutti dalla vostra

Juls

P.S : dato che sono una scrittrice pazza, io mi sono disegnata una piantina del castello della luna… tutti i piani più il giardino… perché avevo bisogno di vedere come fare muovere i miei personaggi in modo realistico. Lo so che sembra follia, ma avevo bisogno di creare un luogo reale nella mia testa per scrivere questa storia, quindi ho queste piantine… che vorrei condividere con voi ovviamente. Sapete come fare ad inserire delle immagini nel capitolo? Io tutte le volte che ho provato ho fallito… se potete aiutarmi ve ne sarei terribilmente grata, perché credo possa essere di aiuto anche a voi per vedere o sapere come nella mia testa si svolge l’azione, e quindi avere un’idea più chiara anche voi. Ovviamente se non vi interessa, fa niente. Ma se comunque sapete come fare a mettere una immagine ditemelo, ve ne sarà eternamente grata.

Ciao a tutti e buona serata

 

 

  
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