Anime & Manga > Lupin III
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Autore: ThiefOfVoid    05/10/2018    3 recensioni
E' passato poco meno di un anno da quando Alexis ha lasciato l'Interpol e si è unita alla banda di Lupin III, cambiando per sempre la sua vita. Ma non immagina neanche che cosa sta per accadere. Siamo sicuri che i nemici che credono morti lo siano davvero? E come si evolverà il suo rapporto con Jigen?
Sequel di Interpol no more.
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jigen Daisuke, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Non ci è voluto molto per convivere Lupin a prestarci la macchina, e nel dubbio porto con me la Canon. Il ristorante è magnifico e la cena più che soddisfacente, a base di specialità tipiche toscane dall'antipasto al dolce, tutto accompagnato da del buon Chianti. Usciti dal ristorante facciamo un giro in centro, e rimango completamente sopraffatta dalla bellezza del Duomo, specialmente della cupola del Brunelleschi, a cui credo dedicherò molti scatti. Come ogni volta in cui passiamo del tempo da soli ce la prendiamo molto comoda, e anche se è già piuttosto tardi, riprendiamo la macchina e saliamo fino al Piazzale Michelangelo. Osservo a lungo il paesaggio, stregata dalla sua bellezza, per catturarlo poi in uno scatto che potrebbe essere fra i migliori che abbia mai fatto. È tutto così tranquillo...troppo considerando che quell'assassino è ancora al mondo. Mi incupisco tutto d'un tratto, riflettendo con lo sguardo perso nel vuoto. Quando e dove colpirà? Purtroppo non posso dirlo con certezza, ma è passato già diverso tempo dall'ultimo tentativo, e di certo non è ben contento del fatto che io sia ancora al mondo, come tutti gli altri del resto.

"Stai cercando di capire se dobbiamo stare all'erta?"

Sorrido istintivamente alle parole che interrompono il mio flusso di pensieri "Siamo sicuri che tu non sappia leggere nella mente e non l'abbia mai detto?"

"O forse, più semplicemente, ti conosco troppo bene" controbatte con sicurezza ed orgoglio

"Non che mi dispiaccia" puntualizzo ancora sorridendo. Entrambi appoggiati alla balaustra, intrecciamo lentamente, e dolcemente, le dita dell'uno con quelle dell'altra, mano nella mano per trasmetterci forza "Sono stanca di tutto questo, e dopo un anno di apparente pace è ancora peggio. Non ero pronta ad una cosa del genere, e forse non lo sono ancora"

"Ce la caveremo, come sempre"

“Lo spero Daisuke, lo spero davvero tanto. Abbiamo ancora troppe cose da fare, no?” sorriso debolmente, cercando di spezzare un po' la tensione

“E una migliore dell'altra” puntualizza soddisfatto “Non immagini neanche che cos'ho in servo per noi”

Tutto d'un tratto mi rendo conto che qualcuno si sta avvicinando a noi, e visto che a quest'ora è strano trovare qualcuno al piazzale, reagisco con decisione e sono pronta ad usare una delle mosse di arti marziali che ho imparato in passato, ma una mano ferma mi afferra il braccio “Dovreste stare più attenti voi due piccioncini, avrei potuto essere un soggetto ben poco amichevole”

“Papà? Che diavolo ci fai qui!?”

“Non mi sembra questo il modo di accogliere il tuo vecchio...o tuo suocero, a meno che non ti stia antipatico”

“E' ovvio che la reazione sia questa se mi fai spaventare così, Jason” rispondo apparentemente seccata

“Guarda il tuo cellulare” lo avevo messo in silenzioso una volta usciti. Ho diverse chiamate perse “Lupin si era preoccupato, così, visto che già ero nei paraggi, mi ha mandato le vostre coordinate e mi ha chiesto di verificare che non fosse accaduto nulla di male. Ma Piazzale Michelangelo è uno sfondo di tutt'altra natura”

“Come mai sei qui? Le cose a Barcellona si sono complicate?”

“Purtroppo sì Alexis. Hanno tentato di aggredirmi l'altro giorno, e mi sono messo in contatto con tua madre per avvertirla di stare attenta. E' stata lei a consigliarmi di aggregarmi in un modo o nell'altro, e visto che lei ha ancora alle costole la scorta e che tuo zio non mi sembra tanto disponibile ad una tregua...”

“Rimaniamo solo noi e i nostri vari rifugi, è ovvio” conclude Jigen

“Quindi ci darai una mano con il prossimo colpo?” chiedo speranzosa, considerando la mia curiosità di vederlo in azione

“Naturale, sarà un onore ammirare la maestra dell'hacking al lavoro”

“Così mi lusinghi fin troppo” mi ritrovo in estremo imbarazzo

Considerando che è arrivato qui in taxi per destare meno sospetti, Jason si mette alla guida, mentre noi due ci sediamo dietro. Comincio a sentire la sonnolenza ora, ma resisto fino ad arrivare al rifugio. Una volta scesa dalla macchina, vado dritta nella nostra stanza, scusandomi prima con Lupin per le chiamate perse. Lascio che Jigen parli con suo padre, non so perché Jason lo abbia chiamato a se, ma è giusto lasciare un po' di privacy

POV JIGEN

Non so di cosa voglia parlarmi mio padre, anche se in parte ho un sospetto, ma aspettiamo che Alexis sia fuori portata, e abbiamo premura che anche Lupin non ci senta.

"Allora, come va la tua ricerca?"

"Non ho avuto ancora modo di guardarmi attorno. Siamo arrivati da poche ore, e fare un giro a ponte vecchio prestando attenzione alle gioiellerie era troppo sospetto"

"Capisco. È mattiniera?"

Mi sfugge una leggera risata "Per niente. Quando c'è da svegliarsi presto l'unica sono le cannonate"

"Sei fortunato allora. Se domani non avete programmi nella prima mattinata hai tutto il tempo di andare a controllare qualche gioielleria, alcune aprono piuttosto presto" mi lascia il foglietto su cui si è segnato tutto "spero che possa esserti d'aiuto"

"Comunque vada lo sarà. Grazie"

La risata di Lupin interrompe malamente la nostra conversazione "Ho sentito bene? Avete nominato le gioiellerie di Ponte Vecchio?"

"Che motivo ci sarebbe, se mi permetti?" Rispondo indifferente, cercando di nascondergli le mie intenzioni. Non voglio che interferisca con le mie azioni

"Bhe, per un regalo ad Alexis" sembra riflettere per un momento "o per un anello di fidanzamento" in un istante si forma un inequivocabile sorriso sul suo volto, che mi da tanto l'idea che stia già tramando qualcosa "era ora vecchio mio! Te lo dicevo io che bastava trovare quella giusta per vedere il matrimonio come la migliore delle esperienze" continua con un tono di voce troppo alto

"Parla piano, razza di idiota" lo fermo praticamente sussurrando "prega solo che non ti abbia sentito"

"Mi è venuta un idea per la proposta. Potresti-"

"Non voglio saperlo. Fammi il favore di starne fuori. È della mia ragazza che stiamo parlando, saprò pur meglio di te quale scenario sarebbe adatto no?"

"E allora a cos'hai pensato, saputello?" Controbatte quasi seccato

"Ho una vaga idea in mente" in questo momento realizzo rapidamente quale potrebbe essere il luogo più adatto "ma se dovessi dirmi che rimarremo ancora a Firenze o che per lo meno ci ritorneremo nel giro di un mese, allora ho le idee molto chiare"

"Bhe, potremmo dover passare qualche giorno a Venezia, ma farò in modo di riportarci a Firenze per il fatidico giorno. Ma che hai in mente di preciso?"

"Questo non te lo posso dire"

"Non puoi, o non vuoi?" aggiunge mio padre, scherzando

Sorrido leggermente al pensiero di quanto mi capisca nonostante anni di lontananza. Salgo anche io, raggiungendo Alexis che già sembra prossima ad addormentarsi

"Non avevi bisogno di tenerti sveglia, sei stanca, dovresti farci attenzione"

"Volevo solo assicurarmi che andasse tutto bene...se hai bisogno di parlare di qualsiasi cosa sono qui ok?"

Scuoto leggermente la testa, amorevolmente spazientito dalla sua cocciutaggine "Lo so dolcezza, ma i miei sfoghi possono aspettare quando una bella donna è così stanca"

"Ma sentilo, il solito adulatore" finge esasperazione, ma il suo sorriso la tradisce

"Eppure non ti ho mai sentito lamentarti" rispondo sicuro, baciandola

"In ogni caso certe cose non possono aspettare, rischiano di toglierti il sonno"

"Al momento sto bene, davvero. Se dovessi avere bisogno te lo farò sapere, ora riposa però”

Inutile dire che non prende sonno finché non mi sdraio accanto a lei e lascio che si accoccoli. Rimango sveglio con la sua testa appoggiata al mio petto per un po', pensando al da farsi domattina. Dovrò uscire piuttosto presto, badando a non svegliarla, ma ho bisogno anche di una scusa plausibile per quando si accorgerà della mia assenza. Ora che ci penso c'è un bar pasticceria di cui si parla molto bene non troppo lontano da qui, e questo potrebbe fornirmi la scusa perfetta per giustificare il fatto che non mi troverà accanto a lei.

Una volta pronto, lascio un biglietto ad Alexis in modo che non si preoccupi ed esco, andando dritto prima in pasticceria, considerando che apre prima. Sono circa le otto e mezza, e anche se le strade non sono completamente deserte è tutto abbastanza pacifico. Una volta entrato sto quasi per prendere una classica brioche, ma considerando che siamo a Firenze e che giustamente Alexis è interessata alle specialità tipiche, opto per una congrua porzione di quaresimali per entrambi. Pacchetto alla mano, mi dirigo verso ponte vecchio per entrare nella prima gioielleria che trovo fra le consigliate. Non c'è nessuno oltre a me, il che è piuttosto snervante da una parte ma vantaggioso dall'altra. Potrei ricevere domande sgradite, ma allo stesso momento ho tutto il tempo per valutare bene ed eventualmente andarmene con l'anello giusto in fretta. Devo ammettere che c'è una vasta scelta, ma vengo colpito da un anello di oro bianco, incastonato con diamanti e un'acquamarina. Non solo credo che lo apprezzerà esteticamente, ma anche per la simbologia che c'è dietro nel caso dovesse conoscerla. Nemmeno io mi aspettavo di arrivare a tanto, ma ho fatto attenzione anche a questo aspetto, e l'acquamarina è legata alla stabilità, oltre che essere associata al coraggio e alla liberazione da ansie e paure. È perfetto. Senza pensarci due volte vado a pagare e torno poi al nascondiglio. Quando finalmente arrivo cerco di nascondere l'anello al meglio prima di preparare il caffè per entrambi, comportandomi come se nulla fosse.
 

POV ALEXIS

Apro lentamente gli occhi al suono della sveglia con un lamento, non è certo il mio momento preferito della giornata. Noto però subito di essere da sola, ma vedo un biglietto sul suo cuscino che mi consola e che in un certo senso mi da anche una scusa per poltrire a letto per aspettare la colazione. E' incredibile come Jigen non smetta mai di viziarmi. Riflettendo però comincio a chiedermi quando faremo il sopra luogo per il colpo. Non potendo usare i miei soliti sistemi ed essendo però fondamentale avere certezze sul livello di sorveglianza non possiamo fare altro, anche se il drone è sicuro ho bisogno di sapere come muovermi preventivamente per evitare di farci scoprire. Da una parte spero che sia presto, perché in un certo senso è pur sempre una tappa turistica di pregio, ma dall'altra spero che sia fra qualche giorno, perché temo che dopo il colpo dovremo lasciare Firenze, e viste le notizie dell'ultimo periodo potremmo non tornarci per diverso tempo. L'arrivo di Jason mi ha spiazzata, non lo nego, e in un certo senso mi ha quasi terrorizzata. Se è stato costretto ad andarsene devono aver usato l'artiglieria pesante, ho bisogno di più dettagli per suggerire a mio zio come proteggersi al meglio. Sarà anche dell'Interpol, ma quella gente è esperta ad approfittare anche dei più brevi momenti di solitudine di una persona che vogliono morta. Mi cambio velocemente, rendendomi presentabile, e scendo al piano di sotto. Sento l'odore del caffè che tanto amo e Jigen parlare, ma a voce talmente bassa da non sentire una parola di quello che sta dicendo

“Sai se Alexis è sveglia?” percepisco a malapena arrivata in fondo alla scala, si sta rivolgendo a suo padre

“Puoi parlare anche a voce un po' più alta, nemmeno un cataclisma può svegliarmi”

“E' sempre meglio essere sicuri, anche se pensavo di doverti buttar giù dal letto a forza”

Ci scambiamo un casto bacio, che da parte mia è anche un silenzioso ringraziamento per avermi viziata ancora una volta, ma i miei dubbi tornano ad assalirmi mentre zucchero il mio espresso "Non voglio rovinare il momento, ma come hanno agito di preciso Riez e i suoi? Vorrei dare qualche indicazione a mio zio per aggiustare la scorta, sempre che se la faccia dare"

"Questa volta è stata anomala. Riez in persona è venuto a cercarmi, e sulla pistola aveva il silenziatore" lo guardo torva, molto preoccupata da ciò che ho sentito "fa sul serio. Rispetto a Gavez è più subdolo, è meno spettacolare e quindi è meno facile capire di essete sotto attacco"

"A meno che non si sia in gruppo, per questo sei qui"

"Esatto. Tua madre è abbastanza al sicuro, le scorte della CIA sono estremamente ben preparate, e lei stessa è abile ad identificare anomalie attorno a lei. Tale madre, tale figlia"

"Devo convincere paparino a farsi affidare una scorta, o per lo meno ad evitare di isolarsi. Riez è quasi più pericoloso da solo, ma se la sua vittima è in mezzo a troppe persone non si arrischia ad agire. L'ultima volta che lo ha fatto le cose non sono andate benissimo, ma Gavez era ancora vivo e quindi lo ha obbligato ad agire così. Se ha lui il comando però lo evita"

"Pensi davvero che tuo zio si azzardi così tanto?"

"Zio Koichi non vuole essere intralciato quando lavora, e bacchetta un sacco gli agenti che gli vengono affidati. D'altro canto se lo può permettere, i suoi piani sono ben pensati, anche se quelli di Lupin sono sempre di una spanna sopra. Inoltre ha molta esperienza, sa bene come difendersi e anzi è più forte e potenzialmente pericoloso di quanto possa sembrare. Come se non bastasse è davvero molto cocciuto, a meno che non si tocchino le giuste argomentazioni"

C'è un breve attimo di silenzio, prima che Jigen si unisca inaspettatamente al discorso "Ti dispiacerebbe farmi provare a parlarci?"

Lo guardo sorpresa "che hai in mente?"

"Tu non preoccuparti. È già arrivato a Firenze che tu sappia?"

Annuisco semplicemente dopo aver controllato dal mio cellulare, tengo illegalmente sotto controllo i dati di imbarco per una destinazione d'interesse “Paparino è atterrato all'Amerigo Vespucci questa notte, e da quanto riesco a capire si appoggerà al commissariato San Giovanni per la collaborazione con la polizia italiana”

"Perfetto, grazie dolcezza" nel frattempo, avendo finito il caffè, prendo uno dei quaresimali e lo mordicchio lanciandogli nello stesso momento uno sguardo torvo "Aw, non ti fidi di me?"

"No, non è questo. È solo che forse è il caso di avvertirlo, così forse non ti arresta"

"E presentarmi lì senza effetto sorpresa? No grazie"

Scuoto la testa, spazientita ma divertita allo stesso tempo "Poi è Lupin quello incosciente"

Non ho idea di come voglia far ragionare lo zio, ma spero solo che sia efficace. Non credo nemmeno di poterlo seguire, Lupin ha bisogno di aiuto per la parte tecnica dell'organizzazione del colpo. È tutto un'incognita, ma confido che Jigen possa far sì che io non debba preoccuparmi del mio secondo padre. Perché lo zio è tosto quanto si vuole, ma nemmeno lui può dirsi al sicuro se è la mafia a cercarlo.

POV JIGEN

Aspetto circa tre ore prima di agire. Non è prudente per nessuno dei due parlare in commissariato o lì in zona, quindi sfrutterò l'ora di pranzo per allontanarci da lì, sperando che mi dia ascolto. Dopo essermi fatto dare il numero da Alexis mi metto in contatto con suo zio, dandogli alcune indicazioni del caso dopo avergli chiarito chi gli stia scrivendo

Arrivo in centro con estrema puntualità. Alla fine ho deciso di non indossare nulla di diverso dal solito, in fin dei conti non accade spesso che ci riconoscano quando siamo all'estero, è più frequente che succeda negli Stati Uniti o in Giappone. Durante la mia attesa mi accendo una sigaretta e ho appena il tempo di finirla quando Zenigata arriva in piazza. Mi faccio vedere senza dare troppo nell'occhio ed entriamo prendendo un tavolo appena dentro per poter essere più sicuri. Ci comportiamo come due amici che si ritrovano per pranzo, come in un certo senso siamo in effetti, anche se la nostra è una situazione più controversa. Ordiniamo ciò che più ci aggrada, e poi non indugia ad iniziare il nostro discorso "Cosa c'è di così importante da volermene parlare di persona?"

"Vuoi scherzare vero? Siamo di nuovo braccati, di cosa dovremmo parlare?"

"Riez e i suoi collaboratori ancora non sono a Firenze"

"Ma arriveranno presto, garantito, sempre che non siano già qui sotto falso nome. Hanno fallito con mio padre a Barcellona, vorranno sicuramente la rivalsa, e saranno ancora più aggressivi a causa del tentativo fallito. Devi almeno fare più attenzione, ma sarebbe meglio che ti facessi dare una scorta"

"Non voglio intralci mentre lavoro ad un caso, e la scorta lo è eccome. Pam ne è la dimostrazione, si lamenta di continuo”

"Hanno già cercato di ucciderti una volta, e guarda com'è andata a finire" sembra che già questo basti a farlo ragionare "La differenza è che non ci sarà sempre Alexis a salvarti la pelle, oltre che non è il caso di mettere a repentaglio la sua vita. Se ti dovesse succedere qualcosa, chi l'accompagnerà all'altare?" non contento sfodero la mia arma segreta

"A-altare?"

"Sì, hai capito bene. Doveva essere una sorpresa non solo per lei, ma anche per i suoi famigliari, per tutti possibilmente, ma non è andata proprio così. Ho intenzione di chiederle di sposarmi, è solo una questione di tempo"

"Dove e quando?"

"Il giorno del nostro anniversario, fra circa un mese, e se possibile qui a Firenze"

“Alexis che si sposa...sto proprio cominciando ad invecchiare”

“Sì bhe, non è ancora sicuro”

“Lo è invece, tanto in fin dei conti lo sappiamo bene tutti e due che accetterà di sicuro, non aspetta altro”

Cerco di troncare l'imbarazzo come posso tornando senza esitazioni sull'argomento principale “In ogni caso, Alexis ha già sofferto abbastanza per aver perso suo padre in maniera così violenta, non credo che sia il caso di farle rivivere l'intera esperienza da capo”

Dopo le mie ultime parole sembra riflettere per qualche istante, e probabilmente ho centrato il bersaglio, ho toccato un nervo scoperto "È ovvio che io non voglia far soffrire Alexis. Ma è da qui che nasce il mio astio per la scorta. Voglio mettere fine a questa faccenda, per rendere giustizia a mio fratello, ma anche per me e per Alexis. La scorta potrebbe impedirmi di farlo al meglio. Ma probabilmente hai ragione, senza rischio solo di farle del male senza rendermene conto"

"Sono convinto che anche con la scorta riuscirai a lavorare al meglio. Da quando una minuzia come questa è in grado di fermarti?"

"In effetti non hai tutti i torti"


 

Viste le circostanze decidiamo di non separarci, così da garantirci una certa sicurezza a vicenda, nonostante il fatto che 'per un ispettore di polizia sia cosa disdicevole'. Potrei controbattere che essere figlio di una ex ladra e avere una nipote nello stesso ambente ambiente non sia tanto meglio, ma tengo il mio sarcasmo per me. A pranzo finito ci dirigiamo verso il commissariato e all'inizio sembra essere tutto tranquillo. Quando Zenigata però decide di prendere una scorciatoia le cose si complicano. Sarebbe stato più sicuro rimanere sulla strada principale, che essendo più frequentata scoraggia chiunque ad aggredirti. Nemmeno il tempo di fare questa considerazione e noto uno degli sgherri di Mondini. Anche lui a quanto pare è di nuovo libero, e Riez gli da fin troppa fiducia. Abbiamo già avuto a che fare con lui ai tempi di San Marino e i suoi uomini, se le cose non sono cambiate nel frattempo, non sono proprio degli assi della malavita. Faccio presente la cosa con un cenno al mio interlocutore, che mi regge il gioco e rimane impassibile pur avendolo intravisto. Quando il malcapitato e poco efficiente cane da guardia fa per avvicinarsi e intimorirci non mi faccio trovare impreparato, e lo disarmo con un'unica e semplice mossa, nonostante il corpo a corpo sia punto più forte di Alexis che mio.

"Credevo che Riez si sapesse scegliere meglio gli alleati, o forse voi altri vi sopravvalutate?"

"È inutile che canti vittoria, presto sarà qui, e potete stare sicuri che farete un orribile fine"

Tento di approfittarmi della sua enorme ingenuità per avere più dettagli in merito "Ah sì? Quanto presto?"

"Tre giorni, non di più"

"Grazie amico, ora sì che la nostra vita sarà davvero difficile" concludo senza nascondere quanto tutto questo mi diverta


 

Zenigata decide di arrestarlo e anche di proseguire da solo, perciò torno senza esitazione nel nostro nascondiglio, ancora piuttosto stupito di questa tregua da parte sua nonostante io sia consapevole che quando c'è di mezzo sua nipote è così che va. Appena entrato però colgo già gli stralci di una situazione molto comica. Alexis era rimasta qui per finire di preparare ciò che le serve per il colpo, e questo a quanto pare prevedeva di finire il settaggio del drone. Vorrebbe provare a verificare se l'hacking a distanza funziona come deve, ma Lupin non accetta di fare da cavia con un suo dispositivo. Osservo la scena dall'entrata del soggiorno, troppo divertito per interromperla “Eddai, non fare il guastafeste, se anche il sistema non fosse più recuperabile non è che ci perdi molto, hai un cellulare di fascia medio-bassa”

“E questa ti sembra una buona giustificazione per usare proprio il mio cellulare per verificare che tutto funzioni a dovere!?”

“Che ti succede vecchio mio? Non ti fidi di me?”

“No, non quando tu stessa dici di aver bisogno di fare una verifica”

“Avanti, se dovesse andare male avrai una scusa per farti un regalo” Lupin però è irremovibile “Eddai, almeno lasciami controllare se il drone aggancia il dispositivo”

“Ti ricordo che il solo aggancio del dispositivo non comporta alcuna modifica, al massimo mette in luce una falla della sicurezza” a furia di sentirla parlare di tecnicismi qualche cosa mi rimane in testa

Subito lascia perdere Lupin e sposta il suo sguardo speranzoso su di me “Allora, com'è andata? Lo hai almeno smosso un pochino?”

Mi accomodo e le do l'agoniata risposta “Sono riuscito a fargli realizzare che la scorta per lui è necessaria”

In un attimo mi butta le braccia al collo e si sposta, sedendosi sulle mie gambe “Almeno tu mi dai soddisfazioni”

“Che altro ti aspettavi con il buon gusto che hai?” controbatto con un sorriso sicuro

“Poi sono io quello con un ego eccessivo, vero?”

“Peccato che lui se lo possa effettivamente permettere, Lupin” interviene Alexis senza usare mezzi termini, in un'amichevole presa in giro

Ora che siamo consapevoli che Zenigata sarà al sicuro, possiamo continuare con i preparativi del colpo con più tranquillità, anche se fra tre giorni le cose andranno a complicarsi. 
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Angolo dell'autrice

Recap dovuto: Alexis è nella banda da un anno. Dopo un colpo a Tokyo, parizialmente fallito per mano di Fujiko, Alexis e Jigen incontrano per caso Conan e si scopre che Charles Wood è di nuovo in attivià. Alexis cerca di capire cosa sia tramando, e scopre che Riez è in realtà ancora vivo e che sta mettendo in pericolo la vita di suo zio. Una volta raggiunto e salvato, gli rivela ciò che lei ha scoperto. Ripartono poi per New York per un colpo al Brooklyin Museum. Zenigata li segue e raggiunge, ma Wood è pronto a colpire. Alexis, per tenere a sicuro lo zio, viene colpita da uno dei coltelli da lancio dell'hacker avversario e cade in coma per alcuni giorni a causa della gravità della ferita. Dopo aver "incontrato" il padre, che la sprona a non lasciare la sua vita, riesce a riprendersi. Di nuovo a Tokyo per rifugiarsi momentaneamente, Alexis migliora i suoi sistemi con un drone. Quando è tutto finalmente pronto partono per raggiungere Firenze, ma sull'aereo incontrano Conan e gli altri, anche loro diretti in Italia per una lunga vacanza.

E' passato un anno. Io non ho parole per definire quanto la quinta sia stata tremenda. Non ho mai avuto blocco peggiore di questo, tutto essenzialmente dovuto alla pressione, nemmeno la tesina riuscivo a scrivere. Studia sotto il continuo incubo della matura, prega che esca mate e non fisica, diventa pazza per ideare e scrivere la tesina (finita tipo una settimana prima dell'inizio delle prove scritte), scegli l'università per non fare di nuovo idiozie...la fine insomma. La cosa peggiore è che nemmeno dopo la maturità sono riuscita a riprendermi. La mia ispirazione non ne ha davvero voluto saperne. Che ci crediate o no questo capitolo è stato partorito in un anno fra i (pochi) momenti liberi in cui i pianeti hanno deciso di allinearsi e permettermi di fare. In compenso ora sto mille volte meglio, erano anni che non avevo voglia di fare, di studiare. Chissà, forse i tragitti giornalieri in treno mi ispireranno un po'. 
Mi dispiace davvero per essere stata così assente, ma non è stato molto carino nemmeno per me. Questa storia mi è mancata, Alexis mi è mancata, ma spero di rimediare d'ora in poi.
Spero che, nonostante tutto, vi sia piaciuto anche questo capitolo

  
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