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Autore: PrimbloodyBlack    06/10/2018    0 recensioni
(la pubblicazione continuerà su Wattpad) Skye faceva parte di una della famiglie più importanti del regno. Suo padre, braccio destro del re, l'aveva educata ad una vita di sfarzo e lusso. Tutto ciò che voleva era suo, le bastava solo chiedere. Ma l'unica cosa che lei voleva era l'unica che non gli era concessa. Essere libera.
Dopo la morte della madre Margaret, il padre sprofondato nella depressione, aveva riposto tutto il suo amore morboso verso la figlia. La teneva chiusa nell' enorme dimora impedendole di uscire e quindi di cercare marito. Aveva ormai raggiunto i diciassette anni ed ogni donna della sua società aspirava ad uno sfarzoso matrimonio. Ma a lei fu negato anche di amare. Tentò più volte di fuggire ma sempre in vano.
Solo una volta si era avvicinata alla libertà ma un incontro alquanto magico aveva cambiato tutto.
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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[PARTE 1 - Danza coi Lupi]

[PARTE 1 - Danza coi Lupi]        

~ * ~

Skye Carter. Questo fu il nome datole quando nacque in quella gelida notte d'inverso. I suoi occhi azzurri riflettevano lucenti la luce lunare e i suoi cappelli neri come la pece erano nascosti dal morbido telo che l'avvolgeva. Una donna dalla chioma corvina come la sua, la teneva affaticata tra le braccia, mentre sul suo volto si allargava un sorriso.

"Sei un miracolo amore mio." le disse con un filo di voce, "La mamma ti proteggerà sempre."

Ma c'era dolore nei suoi occhi. La consapevolezza che il loro tempo insieme era limitato, che non l'avrebbe vista crescere, che non avrebbe avuto la possibilità di ammirare la donna che sarebbe diventata.

"Figlia mia, ti darò il mio fardello, ma tu sarai forte perché sei parte di me. Ti cederò la mia forza perché tu possa annientare il male con la tua luce e ti donerò il mio cuore così che tu possa vivere."

Con le sue labbra morbide e rosate baciò la fronte della piccola e come se avesse paura che potesse dissolversi davanti a lei la abbracciò con più intensità cercando di trasmetterle tutto l'amore che provava. "La mamma ti ama e mi dispiace."

17 anni dopo

Quella mattina d'estate, per Skye doveva essere un giorno come tutti gli altri, passato a leggere libri su luoghi che non avrebbe mai visitato o ballando nella sua stanza su melodie da lei cantate. Si prestava come un qualunque giorno. Lucas, suo padre, era come suo solito nel suo studio a sistemare le ultime carte prima della sua partenza. Molte volte il re gli aveva offerto degli alloggi per lui e Skye al castello, così da evitargli ogni volta il viaggio, ma lui ha sempre preferito vivere in periferia ed isolato dal resto della civiltà. Intanto Skye girava senza una meta per la casa, ricordandosi che quel giorno sarebbe arrivata la nuova governante, una donna giovane aveva sentito dire. Lei ci sperava veramente, le ragazze sono più facili da ingannare rispetto a donne di una certa età con varie esperienze. Non sapeva perché Lucas avesse scelto una donna giovane, se fosse stato vero, aveva ipotizzato che forse l'aveva fatto per lei, così da interagire con una persona vicino la sua età. Più che sperarci voleva crederci ciecamente che il padre avesse finalmente fatto una cosa per lei. 

Era già passata un ora da quando la nuova governante sarebbe dovuta arrivare e l'agitazione di Lucas stava salendo. Non voleva assolutamente partire prima che fosse arrivata così da poterle esporre le regole della casa. Dopo un attesa di altri venti minuti, Skye seduta su uno dei tre divani della sala, sentì il rumore di una carrozza avvicinarsi. Chiuse il libro e poggiandolo al tavolino davanti a lei si alzò per affacciarsi alla finestra. Finalmente era arrivata.

Quando la donna scese Skye notò subito la formalità con cui era vestita. Indossava una stretta giacca nera che ne metteva involontariamente in risalto il grande seno e una gonna lunga e blu che le copriva completamente le gambe, tanto che si vedevano a malapena le scarpe nere opache. Teneva i capelli biondo cenere legati in una cipolla, scoprendole il viso e mostrando i suoi alti zigomi e le sue lunghe ciglia. Uno dei servitori la accolse dentro la casa mentre un altro era andato a prendere i suoi bagagli. Si chiamava Emilia ed era la sua prima esperienza. Skye gioì silenziosamente nel sentirglielo dire. Si era messa ad origliare dietro la porta mentre lei parlava con il padre, ormai troppo in ritardo per perdere altro tempo. Si affrettò a dirle che Skye aveva spesso momenti di follia e che non era autorizzata ad uscire. Assicuratosi di questo l'uomo si sbrigò a prendere le sue valige e a raggiungere la sua carrozza con fretta e furia. Ma la nuova governante non aveva davvero dato peso alle sue parole. È solo una ragazzina in preda a fantasie amorose. Pensò la donna.

Ma Skye era più che una ragazzina innamorata come credeva lei. Durante i quindici anni di prigionia aveva avuto modo di conoscere più affondo quei visi sporchi e segnati dalle rughe che si aggiravano per la casa. La cuoca della casa, Lucinda, le aveva insegnato a cucinare, il vecchio Harald le aveva insegnato ad usare l'accetta, ma Lucas li aveva scoperti e licenziato l'anziano uomo. Ancora lo rimpiange. Poi l'anziana Ruth, che spesso andava a farle visita, le aveva insegnato un po' di medicina. Era particolarmente affezionata a Skye in quanto era stata la sua levatrice. Ma la cosa che più amava era cavalcare. Lucas glielo aveva sempre negato in quanto donna, ma quando si recava dal re, di nascosto chiedeva sempre agli stallieri Colin e Omar di farla cavalcare. Il padre vantava di una grande stalla con almeno una decina di cavalli. A volte invitava alcuni suo amici di corte e si divertivano a fare della gare di corsa. Skye se ne stava sempre lì a guardare attraverso la finestra la figura del padre che sprigionava felicità da ogni dove. Poi quando tutto finiva si ritingeva di quell'aura scura che a lei faceva paura.

Ma per quanto lei lo temesse non aveva mai smesso di sfidarlo. E fu così che ebbe uno dei suoi momenti di follia, come diceva lui. Da una parte le dispiaceva per Emilia, era appena stata assunta e per colpa sua avrebbe presto perso il lavoro. Ma almeno lei è libera, si diceva.

Quella stessa notte, quando Emilia e gli altri servi della casa andarono a dormire lei si preparò. Controllò se il portone fosse stato chiuso a chiave come il padre aveva ordinato di fare, ma inutile dire che lo era, così come tutte le finestre. Ma Skye sapeva che c'era una porta inutilizzata che non veniva mai chiusa e che lei aveva ormai varcato una decina di volte. Per questo sgattaiolò in cucina ed entrò nel ripostiglio dove c'era il cibo. Lì una porta vecchia e rovinata dava al giardino. Senza esitazione girò il pomello e si ritrovò davanti ad una lunga distesa verde. Quando si girò per vedere la casa, non riuscì a percepire quel calore che un tempo sentiva. Provò disprezzo e rancore e la notte profonda faceva apparire la casa ancora più morta.

Io non appartengo a questo posto...

Poi si diresse verso la stalla da Leila, una puledra bianca che lei aveva proclamato come sua. Fece molta difficoltà a salire in groppa, non c'era più Colin ad aiutarla. Con grande sforzo riuscì a salire e dopo aver esultato per la sua impresa si ritrovò fuori al cancello della sua dimora.

Non posso andare in città, rischierei di essere riconosciuta come l'ultima volta. Non mi resta che attraversare il bosco e cercare un villaggio in cui restare. Almeno fino a quando non avrò una meta precisa.

Ma subito una grande paura la attraversò per tutto il corpo facendola rabbrividire. La levatrice durante le sue visite le aveva raccontato alcune storie su come alcuni cavalieri del re si erano spesso persi nei meandri di quel bosco. Tanto che prese il nome di Il Bosco delle Anime Perse. Le leggende dicevano che una volta un re in visita dal nord, durante il suo viaggio dovette passare attraverso il bosco. Durante la notte tutti i cavalli e alcuni dei servi furono uccisi brutalmente da un'entità maligna. Dopo l'accaduto alcuni esploratori curiosi si insidiarono nelle sue profondità, e non fecero più ritorno.

"È tutto vero signora Ruth?"

"Certo che no piccolina." la rassicurò accarezzandole il viso." Sono solo delle storie risalenti a tantissimi anni fa"

"Ma c'è ancora qualcuno che va nel bosco?" chiese curiosa.

"No non ce né alcuno motivo. Adesso ci sono le strade e poi le carrozze come quelle di papà non riuscirebbero a passare, sono troppo gradi" ridacchiò l'anziana.

"Ah giusto sono tanto grandi" rise Skye e facendo un gesto con le braccia per mostrare la loro grandezza.

Erano solo storie per spaventare i bambini ma lei ne era sempre e comunque rimasta affascinata. Si sentiva attratta da quel posto. Era come se fosse vivo e la chiamasse. A volte di notte sentiva il bisogno di affacciarsi alla finestra della sua camera e guardare verso quella fitta rete di alberi. Era come se qualcuno la osservasse nell'ombra. Anche adesso che aveva difronte quel bosco sentiva come se una forza sovrannaturale la stesse spingendo al suo interno.

Con il cuore in gola tirò fuori la torcia e con il fuoco che le mostrava la via, si addentrò nel bosco. La luna era così luminosa quella notte che se anche lo torcia si fosse spenta sarebbero riuscita benissimo a vedere. Più si addentrava e più era affascinata da ciò che vedeva. Scorse più di una volta qualche volpe e ne rimase meravigliata. E non gli fu difficile seguire il sentiero, era privo di ostacoli e la presenta di Leila un po' la rassicurava. Dopo quella che le sembrò un'ora si fermò e si sedette su un albero caduto. Non era abituata a cavalcare così tanto e ciò la stancava. C'era un silenzio tombale, a volte si sentivano dei fruscii in mezzo alle foglie cadute ma Skye aveva constatato che erano solo scoiattoli e altri piccoli animali. 

Non si era mai sentita così bene. Era come quando da piccola si sbucciava le ginocchia. Inizialmente c'era spavento ma poi grazie alle premure della madre si rasserenava e si abbandonava all'abbraccio di quest'ultima. Adesso era come se quel bosco la stesse proteggendo. Proteggendo dalle manie possessive di Lucas. Lei lo amava ma provava anche del risentimento nei suoi confronti. Lo provava anche per la madre Margaret perché l'aveva abbandonata, ma non voleva ammetterlo.

Era così rilassata che per poco non si addormentò. Sgranò gli occhi non appena vide che era circondata da piccole lucine che si illuminavano ad intermittenza.

"Delle lucciole! Che meraviglia" disse entusiasta. "E guarda quante sono!"

Restò ferma immobile per non spaventarle. Era quasi ipnotizzata. Fu la rottura di quella quiete che la fece tornare il se. Notando degli strani movimenti e animali che correvano. Poi senti in lontananza un ululato straziato. Si alzò all'improvviso e le lucciole sparirono nello stesso modo in cui erano comparse. Leila iniziò ad avere un atteggiamento strano, era infastidita da qualcosa.

"Shh... Va tutto bene" disse la ragazza avvicinandosi al cavallo. Grazie a quel contatto la puledra si calmò ma Skye era ancora turbata da ciò che aveva sentito. Stava cercando di valutare se tornare indietro ma il terrore di dover ritornare in quella casa la fece desistere. Risalì sul cavallo e continuò a seguire il sentiero incurante del doloroso destino che si era appena scritta da sola.

 

|revisionato: 29/06/2020|

 

   
 
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