India
Adhara Rune & Gabriel
Perseus Morgan
-
Non hai ancora dato la notizia alla tua famiglia, vero? –
India
annuì, girandosi tra le mani la pergamena sulla quale
lei ed Elizabeth avrebbero dovuto lavorare per il corso di Antiche Rune
della
scuola di Magiarcheologia.
-
Lo sai che stai rimandando l’inevitabile? –
Annuì
nuovamente sotto lo sguardo serio dell’amica, che
sembrava aver completamente perso di vista il motivo per cui si erano
riunite
in biblioteca quella domenica mattina e aveva dirottato il discorso
sull’argomento “proposta di matrimonio”.
-
Mi preoccupa la loro reazione – ammise sottovoce.
-
Che tradotto significa che a preoccuparti è la reazione di
tuo padre e di quell’imbecille cerebroleso che ti ritrovi
come fratello
maggiore. –
Già,
Jude era in cima alla lista dei suoi problemi da un bel
po’ di tempo.
-
Mia madre è forse l’unica persona che potrebbe
capire … ma
si schiererebbe contro mio padre e mio fratello per me? Di questo non
sono
affatto sicura. –
Elizabeth
le prese la mano, stringendola gentilmente, prima di
sorriderle: - Non dimenticarti della tua altra
famiglia. Se loro sono troppo stupidi per accettare te e la persona che
ami noi
saremo comunque pronti a sostenervi. –
Le
sorrise di rimando, incredibilmente grata per quelle
parole.
Da
quando era entrata nel Club aveva trovato ciò che per lungo
tempo aveva ritenuto le fosse negato: qualcuno che
l’accettava per quello che
era senza alcun preconcetto o condizione.
-
Glielo dirò appena torneremo a Londra per la pausa di
metà
semestre. –
-
Brava ragazza, se ti dovesse servire una mano per uccidere
Jude e occultare il suo cadavere fammi un fischio … ci
sarà pure qualche
sarcofago che beneficerebbe di un nuovo occupante in una delle piramidi
che abbiamo
esplorato. –
-
Sei sicuro che ti vada di farlo? –
Gabriel
la prese per mano, attirandola a sé e osservandola con
circospezione dall’alto in basso. – E tu sei sicura
di essere pronta ad
affrontarli? –
No,
non lo era minimamente, ma prima o poi quel confronto era
inevitabile e rimandarlo non avrebbe avuto minimamente senso.
-
Entriamo, farli aspettare troppo non aiuterà certo a
migliorare l’umore di questa cena. –
Era
stata sua madre a insistere dopo aver saputo la notizia,
decisa a far andare d’accordo entrambe le parti di quella
sconclusionata
famiglia che si prospettava all’orizzonte, e alla fine suo
padre aveva
inaspettatamente deciso di acconsentire alla cosa. Persino Jude,
visibilmente
contrariato, era stato costretto a presenziare e gli era stato intimato
di
tenere ben a freno la bocca ed evitare qualsiasi commento che rendesse
la cena
sgradevole o imbarazzante per i futuri sposi.
Trovarono
ad accoglierli proprio sua madre.
Audrey
li accolse con un sorriso smagliante, abbracciando
prima la figlia e poi riservando lo stesso trattamento al futuro genero.
-
Sono contenta che abbiate accettato l’invito, anche se
immagino che alla redazione della Gazzetta del Profeta in questo
periodo sia
complicato ritagliare un po’ di tempo con tutto quello che
sta succedendo. –
Gabriel
annuì, sorridendo grato per aver intavolato subito un
discorso in terreno neutrale.
-
Già, lavorare agli sgoccioli dell’elezione del
nuovo Primo
Ministro è estenuante, in redazione sembra che il tempo non
basti mai. –
-
Il direttore della gazzetta è sempre Carmichael? –
chiese il
signor Rune, improvvisamente interessato.
-
Sì, signore. È un ottimo direttore, anche se
confesso che
certe volte è da prendere un po’ con la dovuta
cautela. –
Alexander
rise.
-
Era così anche ai tempi della scuola, prende molto
seriamente il suo ruolo, ma lavorare al suo fianco ti
spianerà certamente la
strada ai vertici della redazione. –
-
È quello a cui punto. –
India
notò lo sguardo che passò sul volto del padre e
seppe
che con quella singola affermazione Gabriel si era appena conquistato
un
briciolo della sua stima.
Suo
padre amava la determinazione e l’ambizione sopra ogni
altra cosa.
Forse
le cose sarebbero migliorate sempre più con il passare
del tempo.
*
-
Jude è riuscito a non fare nemmeno mezzo commento per tutta
la durata della cerimonia, sono impressionata –
considerò Scarlett, prendendo
sottobraccio India e sottraendola alla presa del suo neo marito, - Non
essere
avido, Gabriel, l’avrai per te per tutta la vita …
puoi lasciarmela per un pochino
– aggiunse davanti all’occhiata dell’ex
Corvonero.
-
D’accordo, ma cerca di riportarmela in tempo per il taglio
della torta. –
-
Farò del mio meglio – asserì.
Dopodichè
fece volteggiare India e mosse i primi passi di
danza sotto gli occhi increduli dell’amica.
-
Vuoi ballare? –
-
Certo. Diamo qualcosa di cui parlare a quei vecchi
Purosangue brontoloni. –
E
di certo una coppia di donne che volteggiavano sulla pista
da ballo avrebbe attirato i loro sguardi anche se una delle due non
fosse stata
in abito da sposa, poco ma sicuro.
Gabriel
raggiunse i suoi amici nell’angolo opposto della sala,
intenti a bere e chiacchiere tra loro, e venne accolto da una serie di
sorrisi divertiti.
-
Ed ecco lo sposino, Scarlett ti ha già soffiato tua moglie?
–
Rise,
scuotendo il capo e borbottando qualcosa che suonava
molto come “imbecille” all’indirizzo di
Hades.
-
Piuttosto dove hai lasciato Freya? –
-
Oh, è con Kate e le altre a spettegolare – disse
facendo
spallucce.
Capitava
di rado che Kate e Scarlett tornassero in Gran
Bretagna e quando lo facevano tutte le ragazze si riunivano in una
sorta di
concistoro e si scambiavano informazioni che impiegavano ore e ore di
chiacchiere incessanti.
Notò
tuttavia che era presente anche Olivia tra il gruppo e
pertanto rivolse un’occhiata curiosa a Killian.
-
Come vanno le cose tra voi tre? –
Il
ragazzo si strinse nelle spalle, buttando giù lo champagne
tutto d’un fiato, - Al solito, in modo un po’
impacciato ma sta diventando meno
strano di volta in volta. –
-
Non ti invidio per nulla. –
-
Non so -, ribattè il moro, - dopotutto tu hai un cognato che
fa sembrare la mia una situazione allegra e rilassata. –
Non
ribattè.
In
effetti se non altro la situazione di Killian era
temporanea e si limitava a quando sia Nova che Olivia si trovavano
nella stessa
stanza, a lui toccavano anni alle prese con Jude.
Il
pensiero gli fece improvvisamente venire una gran voglia di
bere.
Tese
la mano con decisione.
-
Dai un bicchiere anche a me, ne ho bisogno. –
*
Anna
Victoria Morgan
– 2011, Corvonero.
Alther
Morgan
– 2012, Serpeverde.
Andrew
Morgan
– 2012, Tassorosso.
Sophia
Clarissa Morgan
– 2013, Corvonero.
William
Morgan
– 2016, Grifondoro.
-
Un’altra volta? –
Elizabeth
sgranò gli occhi, incredula, e a India non restò
altro da fare se non scoppiare a ridere davanti
all’espressione dell’amica.
-
Già, ma io e Gabriel abbiamo deciso di fermarci con lui.
–
-
E vorrei ben vedere, tra poco diventerà un asilo
… e io che
già con due mi metto le mani nei capelli, non so come tu
faccia con sei
bambini. –
-
Diciamo anche sette, Gabriel conta come uno di loro. –
La
voce del marito, messo all’erta dal sentirsi nominato,
giunse dal salotto.
-
Cos’è che ho fatto io? –
-
Nulla, perché hai la coscienza sporca? –
-
Assolutamente no, amore mio. –
Riusciva
quasi a vedere la faccia da schiaffi di Gabriel
mentre le sorrideva malandrino.
-
Scommetti che ha lasciato un caos in salotto? –
-
Non scommetto su qualcosa che so già che si
avvererà. –
-
Alther, Andrew! Insomma volete smetterla di lanciarvi palle
di neve e rientrare in casa? Finirete con il prendervi un bel malanno!
–
Scosse
il capo davanti ai gemelli che la ignoravano bellamente
e continuavano a infilarsi neve in ogni anfratto del pigiama.
-
D’accordo, l’avete voluto voi,
intercetterò le letterine di
Babbo Natale e gli dirò di non portarvi nulla
quest’anno. –
Quella
minaccia bastò a placarli lì dove ramanzine e
ipotesi
di febbri da cavallo non erano riuscite.
-
No, i regali noooo … noi siamo bravi –
protestò Andrew,
mettendo su un delizioso broncetto.
-
Se siete tanto bravi allora entrate in casa, levatevi questi
vestiti bagnati e correte a farvi un bagno caldo. –
Alther
mollò la palla di neve che aveva ancora in mano e prese
sottobraccio il gemello, per poi fermarsi sulla soglia di casa e
guardarla con
espressione seria.
-
E tu prometti di non scrivere nulla a Babbo Natale? –
-
Lo prometto. –
-
Va bene … l’ultimo che arriva in bagno
è una femminuccia! –
-
Anna hai preso tutto per lo scambio culturale? –
La
maggiore dei suoi figli annuì, mostrandole il baule
già
pronto e la gabbietta lì accanto … peccato solo
che fosse vuota.
-
Dov’è finita Molly? –
-
È nella gabbietta – replicò, alzando
appena lo sguardo dal
libro che teneva tra le mani.
-
No che non c’è, la gabbietta è vuota.
–
Anna
aggrottò la fronte, perplessa, guardandosi attorno per
cercare la sua gatta. Eppure era certa di averla chiusa al sicuro in
vista del
viaggio.
Quando
dall’interno del baule provenne un miagolio contrariato
si battè una mano sulla fronte.
-
Ma certo, l’ho chiusa per sbaglio nel baule, che testa!
–
Aprì
il baule e ne estrasse una Molly soffiante e visibilmente
oltraggiata.
-
Quella gatta verrà santificata, poco ma sicuro –
asserì Gabriel,
osservando la figlia che la chiudeva questa volta nella gabbia giusta e
usciva
di casa.
India
annuì, osservandola a sua volta con la fronte
aggrottata.
-
Credi che se la caverà a Ilvermorny? –
-
Va in America mica in guerra. –
-
Lo so, ma è … -
-
Al massimo si perderà una decina di volte prima di imparare
la strada all’interno della nuova scuola -, la
rassicurò cingendole le spalle
con un braccio, - Tu piuttosto pensa alla pace che respireremo
… potremmo
persino andarci a fare quella famosa crociera. –
Già,
quella sì che era un’ottima idea dopotutto si
erano
meritati nove mesi di assoluto relax.
Spazio
autrice:
Salve!
Siamo
giunti anche all’ultima delle OS della raccolta e con essa
alla pubblicazione
imminente (roba di qualche minuto insomma) del sequel di cui vi avevo
accennato
al termine di “Il gioco degli invisibili” che
troverete pubblicato come “The
Riot Club”. Spero di ritrovarvi anche lì e grazie
nuovamente per la vostra
partecipazione sia alla storia che alla raccolta.
A
presto
spero.
XO
XO,
Mary