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Autore: Vanya Imyarek    07/10/2018    2 recensioni
Setne è tornato in vita, ha il potere del Libro di Thoth a disposizione, e Chad e Penelope hanno solo idee piuttosto vaghe sul cosa fare.
Nella situazione più complicata e pericolosa che si siano trovati ad affrontare finora, i due doppiogiochisti si ritroveranno alle prese con morti viventi, divinità imprigionate che tentano di scappare, strategia militare, bambini dai poteri incredibili, e psicologia applicata in pessimi modi.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Servi del Kosmos'
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                                     CHAD

DI  COME  SIAMO  ARRIVATI  A  QUESTA  REGISTRAZIONE

 

 

 

 

 

Adesso si tornava alla Piramide Arena. Era l’unica cosa sensata da fare, no?

 Becky ci aveva già preceduti. Stava riferendo a Thoth l’esito del nostro scontro, ma appena ci vide, strillò allegramente e ci corse incontro.

 “Ce l’abbiamo fatta! E’ finita! Abbiamo vinto!” esultò, abbracciando prima me e poi, più brevemente, anche Penelope. Io mi sforzai di sorriderle, Penelope le rivolse semplicemente uno sguardo stanco e confuso.

 Eh già. Di tutta quella faccenda, lei era quella che ne era uscita meglio: era partita ritrovandosi senza famiglia o appoggio o idea di cosa fare, braccata da tutte le fazioni di una guerra che non capiva, e pian piano aveva trovato un posto dove stare, gente che cercava di aiutarla, una migliore comprensione di quel che stava succedendo, la possibilità di fare le sue scelte e di diventare una parte attiva nel conflitto. I suoi legami e le sue certezze erano stati ricostruiti, non distrutti. Era ovvio che fosse così felice. Ne aveva tutto il diritto.

 Thoth si dimostrò un po’ più comprensivo dello stato d’animo di chi invece si sentiva uno straccio, cominciando da un invito al barbecue. “Vi sentite già in grado di dirmi cosa sia successo?”

 Fu già una sorta di conforto poter mettere qualcosa sotto i denti e spiegare tutto … a modo nostro, senza fretta o interrogatori incalzanti. Thoth ascoltò in silenzio e senza la minima interruzione.

 “Quindi, possiamo dare ragione a Kebechet, qui” concluse alla fine. “La vostra missione ha avuto successo. Certo, non è stata indolore o priva di perdite … ma il Maat regge ancora. Se voi due – voi tre, devo dire a questo punto – aveste fallito, le perdite sarebbero rimaste lì, e probabilmente state ben peggiori. Ricordatevene sempre, anche se non sarà facile accettarlo”

 Grazie tante. Dovevo sforzarmi, per tenere lontane dalla mente le immagini di quei poveretti trasformati da Setne. Per non considerare poi tutta la faccenda di Maisie, e Dakao … per l’appunto, ci stavo pensando. Per poco non vomitai tutto quello che ero riuscito a mangiare.

 “E quindi, adesso che succede?” intervenne Penelope. “Ci sarà un consolidamento del Maat? E noi che fine faremo? Dopo tutto quello che è successo, casa nostra e i Campi sono fuori discussione …”

 “L’equilibrio è già molto più saldo di quanto non fosse fino a poco tempo fa” confermò Thoth. “L’intera faccenda di Setne … è stata come la formazione di un muscolo: uno spezzamento temporaneo, per ricreare un legame più forte”

 Non fosse stato per le precedenti rassicurazioni del dio, avrei pensato che quei termini fossero decisamente riduttivi. Ma, come era già stato detto, quel che contava alla fine era il successo, no? Almeno per rispetto alle vittime.

 “Quanto a voi due, direi che vi spetta la decisione”

 “Tra quali possibilità?” replicò la mia socia.

 “Potete dichiarare che il vostro tempo come miei assistenti è concluso, e andarvene ad affrontare il mondo per conto vostro. Potete decidere di rimettervi al giudizio degli dei o dei mezzosangue per le vostre azioni: sappiate che io sarò sempre disposto a garantire che ogni vostra azione è stata compiuta al mio servizio. Oppure potete rimanere qui”

 Ci scambiammo un’occhiata. Naturalmente, sapevamo quale fosse la cosa ‘responsabile’ da fare: andare al Campo Mezzosangue o al Ventunesimo Nomo e spiegare tutto.

 Ma poi? Sempre ammesso che non ci avrebbero uccisi a vista, una volta che avessimo affrontato qualunque processo avessero in mente per noi … che sarebbe successo? Avendo agito per ordine del dio dell’equilibrio, probabilmente ci avrebbero assolti, ma a nessuno sarebbe passato per la testa di perdonarci davvero. Il Campo non ci avrebbe riaccolti, e noi ci saremmo trovati punto a capo.

 “Cosa comporterebbe restare qui?”

 “Diventare miei assistenti a tempo pieno. Aiutarmi a monitorare lo stato dell’equilibrio, tenervi pronti a intervenire in caso una crisi simile a quella di Setne si riaffacci, collaborare nelle mie ricerche e assicurarvi che la biblioteca e il laboratorio siano in ordine. I ragazzi qui non aiutano molto da questo punto di vista”

 Agh!” protestò Coriolanus, il che suonò un po’ a vuoto perché aveva appena abbattuto un becher con una pallonata.

 “E questo fino a quanto durerà?” chiese Penelope.

 “Dipende da voi. Può essere per pochi giorni, finché non avrete trovato una sistemazione migliore, può essere per il resto della vostra vita. La scelta, e le sue conseguenze, saranno interamente vostre”

Non scambiai nessuna occhiata con Penelope, non ci fu un mutuo e tacito accordo. Fu una scelta che ognuno fece per conto proprio.

 Io che potevo fare nel mondo esterno? Ero un ragazzo con presunti disturbi mentali, una pessima reputazione, un anno di scomparsa di cui rendere conto alla polizia, un’istruzione decisamente incompleta. Che possibilità avrei avuto, se avessi abbandonato la Piramide Arena?

 Se fossi rimasto, invece … avrei avuto un tetto sulla testa e dei pasti garantiti, certo, ma avrei anche avuto una vera e propria occupazione. Votarmi definitivamente al servizio del Kosmos: non sembrava la scelta più logica? Dopo tutto quello che avevo fatto, mi sentivo come se lavorare per l’equilibrio fosse diventato parte integrante della mia identità.

 E durante la prossima crisi, per la prossima missione … magari avrei saputo gestire meglio le cose? Bilanciare i danni, in modo da riparare in qualche modo al mezzo disastro che era stata questa nostra prima impresa? Non potevo esserne sicuro. Data la natura del lavoro, sarebbe potuta anche andare a finire peggio. Ma era sempre meglio che non provare, no?

 Altro motivo per restare, Becky. Ci eravamo presi cura di lei fino a quel momento; alla Piramide, aveva trovato una nuova casa, un posto dove si sentiva davvero bene accetta, e dove poteva manifestarsi liberamente: come avrei potuto lasciarla da sola con Thoth e i babbuini? Non che loro fossero una cattiva compagnia, certo … ma io c’ero da più tempo. Non potevo pensare di mollarla per una qualunque cosa, come aveva fatto suo padre.

 “Ci sto” conclusi. “Rimango qui”

 “Stavo per dire lo stesso” commentò Penelope.

 Mi sembra tuttora strano non esserne stato affatto sorpreso. In tutto il mio ragionamento, non avevo preso in considerazione la mia socia, ma a pensarci, non era perché la stessi ignorando: era perché davo per scontato che avremmo preso la stessa decisione. Un modo di pensare ridicolo e forse anche piuttosto pericoloso, ma era così tanto tempo che lavoravamo insieme, che condividevamo ogni aspetto di quell’impresa sempre più stressante, malgrado litigi e vedute diverse, che non riuscivo a pensare di agire separatamente da lei. Non so se per Penelope sia stato lo stesso, ma … be’, semplicemente, per me le cose stavano così.

 Thoth accettò con un sorriso; Becky fu così contenta che congelò il posto da cima a fondo, e le ci volle qualche ora per rimuovere tutto il ghiaccio.

 E questa è la nostra posizione corrente: Piramide Arena. Lo so che stiamo correndo un rischio a dirvelo, che è possibile-probabile- che vi fiondiate qui armati fino ai denti ad affermare la vostra idea di giustizia alla faccia della protezione divina, ma … ne parleremo più avanti. Dico solo che meritate di fare, anche voi, le vostre scelte.

 La vita è stata piuttosto monotona da quando ci siamo trasferiti qui: nessuno ha cercato di conquistare il mondo, scatenare guerre intestine o sconvolgere altrimenti l’ordine delle cose; il nostro ruolo è stato essenzialmente quello di bibliotecari e assistenti di laboratorio. Non è particolarmente difficile, Thoth spiega le cose con abbastanza completezza da evitare incidenti letali, stiamo imparando sufficienti cose in sufficienti materie che qualora volessimo andarcene di qui, tra qualche anno non avremmo problemi a fingere di aver terminato almeno il liceo.

 Becky è ancora in giro e alterna tra darci una mano e renderci le cose molto più complicate quando decide di sperimentare con i suoi poteri del ghiaccio; sta diventando sempre più potente, grazie anche al fatto che, a quanto abbiamo saputo, adesso il suo sentiero si è diffuso ed è seguito da ben cinque persone in tutto il mondo. La sua partecipazione alla battaglia contro Setne le ha fruttato un bel po’ di popolarità, e di venerazione, o almeno più di quanta ne aveva all’inizio.

 Recentemente si è messa a parlare di una sua idea, di avventurarsi nella Duat e aiutare le anime smarrite a raggiungere il Tribunale del Giudizio: resta pur sempre una divinità degli inferi, e quello le sembra qualcosa che va fatto, visto che Osiride e Anubi sembrano non averci ancora pensato. Thoth ha approvato a gran voce, e la dea bambina ha iniziato le sue prime incursioni per familiarizzarsi con il territorio; tenetevi pronti a un’ondata di spiriti che hanno ritrovato la strada, da quelle parti.

 Probabilmente vi sembra una vita più serena di quel che meritiamo, e quello che stiamo per dirvi non vi solleverà il morale: abbiamo fatto qualche ricerca riguardo alle sorti dell’esercito di Setne. Un po’ perché volevamo monitorare il rischio di rappresaglie, un po’ per curiosità verso quelli che sono stati i nostri presunti compagni d’avventura. Sappiamo che Mortimer l’avete catturato voi, è stato l’unico abbastanza leale o stupido da fermarsi a combattere. Gli altri hanno tutti lasciato gli Stati Uniti: sospettiamo che Regina abbia aperto un qualche portale per un qualche posto in Europa, e che da lì abbiano preso strade diverse.

 Luciano e Hazelle sono riusciti a filarsela in Italia, a Roma, e cercano di giostrarsi tra studi e due lavori a testa per permettersi detti studi e l’affitto di un appartamento striminzito e malconcio: una conclusione interessante al loro sogno di prendere il controllo di nazioni intere sfruttando la stupidità di Setne.

 Regina lavora come inserviente in un parco divertimenti da qualche parte in Inghilterra, sotto falso nome: tiene un profilo abbastanza basso da essere stata la più difficile da individuare, e vive un po’ più dignitosamente visto che non studia e deve mantenere solo sé stessa.

 Calvin, anche lui sotto falsa identità, è stato il nostro ritrovamento più recente: sta in una casa famiglia in Francia, ed è già considerato un ragazzino turbolento e problematico. Ci credo, con i geni di Ares misti a quello che ha visto succedere.

 Non sappiamo se siano ancora in contatto tra loro, di sicuro non hanno provato a comunicare con noi, ma come potete vedere, hanno tutti vite relativamente normali anche se piuttosto deprimenti. Se ritenete che vadano perseguiti, dovrete farvi le vostre ricerche, temo: siamo stati vaghi sui luoghi apposta per non dare loro problemi.

 Che altro aggiungere? Gli unici di cui non sappiamo molto siete voi. Le difese del Campo Mezzosangue e dei Nomi ormai sono estese anche a noi, abbiamo potuto al massimo informarci sul vostro andamento scolastico e lavorativo, ma quello dice solo che siete tornati a un certo livello di normalità per i mezzosangue. Non abbiamo modo di sapere come abbiate gestito la faccenda con i vari piani alti divini, o come il casino che è stata la battaglia finale sia stato sopportato dagli altri semidei e maghi.

 No, non stiamo cercando di riallacciare i contatti, sarebbe a dir poco ridicolo. E’ che a furia di parlarne, a forza di chiederci come ve la stesse passando, abbiamo iniziato a discutere di come non sapeste davvero niente di quel che era successo davvero: la storia della guerra contro Setne doveva avere parecchi buchi di trama, per voi, senza le informazioni sul nostro reale coinvolgimento. E abbiamo deciso che ve lo dovevamo.

 Voi ragazzi … non siete mai stati altro che amichevoli, gentili e accoglienti nei nostri confronti, pronti a considerarci parte dei vostri amici. Noi avremmo voluto esserlo sul serio, ma le circostanze non erano esattamente dalla nostra. Però non potevamo semplicemente ignorarvi e lasciarvi all’oscuro, non dopo tutto quello che abbiamo passato, non dopo tutte le volte che avete combattuto al nostro fianco o cercato di aiutarci per essere sabotati in cambio.

 E’ solo questo, davvero. Non stiamo chiedendo il vostro perdono, non siamo così stupidi da pensare di ottenerlo, non stiamo neanche chiedendo scusa: non abbiamo fatto altro che quello che era necessario fare. Certo, alcuni errori sono stati frutto di semplice incompetenza, ma non è il genere di cosa che puoi aggiustare con uno ‘scusa’. Volevamo solo farvi avere il quadro della situazione, quello completo.

 E niente, non credo che nessuno dei due abbia altro da aggiungere. Queste saranno le ultime parole delle nostre registrazioni. Se qualcosa vi pare ancora poco chiaro, se volete dirci chiaro e tondo quello che pensate di noi, se volete ammazzarci … siete liberissimi di provare a farlo, anche se non avrete certo bisogno di questa autorizzazione.

 Del resto, vi abbiamo detto e ripetuto dove trovarci, no?

 

 

 

 

 

 

Ladies & Gentlemen,

è finita. E’ davvero finita. Dopo tanti anni, ho concluso anche questa serie.

Devo dire, fa uno strano effetto. Una serie che inizialmente doveva essere radicalmente diversa, e che anche dopo aver cambiato trama ha continuato a rinnovarsi. Sapete che quando ho pubblicato la prima storia, Kebechet non era ancora stata inclusa? E il finale era originariamente un pelino più allegro, senza tanti morti ammazzati, e con dei Servi del Kosmos in grado di combinare meno casini. La cosa è cambiata perché col tempo, mi sono resa conto che un doppio gioco simile avrebbe dovuto avere conseguenze psicologiche non indifferenti.

E che altro? E’ conclusa anche questa. Probabilmente è l’ultima fanfiction che pubblicherò: d’ora in avanti, mi sono definitivamente spostata sulle originali, anche se di diversi generi. Se qualcuno vuole dare un’occhiata anche a quelle, ne sarei solo felice. Ma intanto ringrazio tutti voi che avete letto, che avete inserito le storie di questa serie tra le seguite o preferite, e recensito. Un ringraziamento in particolare va a Farkas, che si è preso la non indifferente briga di recensire ogni singolo capitolo fin dalla prima storia, e fenris, che ha seguito costantemente fin dall’inizio.

 Grazie davvero, a tutti voi.

 

 

(Altro spiegone sull’idea originale per questa storia).

Per l’equivalente del capitolo finale della saga … be’, era quello meno sviluppato, dato che non ho neanche mai iniziato a scriverlo. E in più sono anche passati diversi anni. C’era comunque uno scontro finale con Setne, e so che a un certo punto Penelope riusciva a separarsi accidentalmente dal gruppo principale, a essere creduta morta, e a fare un ritorno trionfale con un esercito di morti riportati temporaneamente in vita. Verso la fine, ci sarebbe anche dovuto essere l’inizio di una relazione vera e propria tra Chad e Penelope, che qui è stato completamente sorvolato, in cambio di due persone incredibilmente stressate ed emotivamente distrutte. Poi se voi avete voglia di leggere qualcosa tra le righe, chi sono io per impedirvelo?)

 


  
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