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Autore: Lily97    07/10/2018    1 recensioni
Capelli scuri arruffati, di sicuro incantati da qualche stupida magia; occhiali rotondi, rotti.. sempre rotti; un sorriso a trentadue denti anche quando da sorridere non c'è proprio un bel nulla; fisico mozzafiato, andatura fiera e sicura; una risata snervante.
Si, sono tutte caratteristiche che Lily Evans conosce alla perfezione. Purtroppo a queste si accompagnano un carattere infantile, un ego spropositato, l'inclinazione a scatenare risse coi Serpeverde e, dulcis in fundo, una domanda. Quella DANNATISSIMA domanda alla quale la ragazza risponde da più di sei anni con la stessa identica frase, ossia che preferirebbe di gran lunga uscire con la Piovra Gigante che essere accompagnata ad Hogsmeade da LUI.
Il risultato? Semplice.
Una vita d'inferno.
Ma allora perché la Caposcuola non cede alle avances ed accetta l'invito?
Semplice pure questo.
Lei è Lily Evans. Lui è James Potter e sono l'uno l'opposto dell'altro.
Ah.. e si odiano.
Genere: Angst, Guerra, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio, Ordine della Fenice, Severus Piton | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Chapter 7

Erano passate due settimane dall'inizio dello svolgimento della Pozione e a Remus sembrava già di essere tremendamente in ritardo.
Lui ed Emmeline avevano già messo a bollire il Sangue di Drago, che avrebbe dovuto continuare a stare su fuoco lento per tutta la durata della pozione. Si erano procurati lo Sciroppo di Elleboro, l'Artemisia e le Zanne di Serpente. Mancavano la Mandragola (Madama Sprite le stava allevando proprio in quel momento) e l'Aconito, perché ancora non erano riusciti a fare una gita nella Foresta Proibita.
"Sta andando tutto secondo i piani" lo tranquillizzò Emmeline, la quarta volta che Remus sospirò, rigirando il mestolo nel calderone. "Lunedì andremo a cercare l'Aconito insieme a Marlene e Sirius. L'unica cosa che potrebbe andare storta è il Sangue di Drago, che però mi sembra a posto".
Il grifondoro abbozzò un sorriso. "Sì, scusa. Il problema è che non me la cavo benissimo con Pozioni e vorrei evitare di farci prendere una T" si giustificò.
Emmeline rise. "Se pensi di andare male, guarda i miei voti. L'anno scorso ho preso solo due sufficienze e se non fosse stato per Lily, Lumacorno mi avrebbe sbattuta fuori da Hogwarts a calci nel sedere".
Il malandrino ridacchiò. "Allora, credo non credo sia stata l'idea dell'anno quella di metterci insieme".
Le guance pallide della ragazza si colorarono di un delizioso rosa. "Scolasticamente parlando" ci tenne a precisare Lunastorta. Si diede mentalmente un pugno in un occhio. Sapeva alla perfezione che esistevano delle frasi particolari che venivano decodificate dal cervello femminile e che potevano essere fraintese nel peggiore dei modi. Non era mai stato un ragazzo espansivo come James o Sirius. Anzi, per dirla tutta lui non era espansivo per niente. Era uno molto io-e-la-mia-solitudine, cosa per la quale i malandrini lo prendevano in giro. Sapevano che l'amico fosse molto riservato e a volte esasperatamente timido; a differenza dei due Casanova, Remus non aveva mai avuto una ragazza durante tutti gli anni ad Hogwarts e la cosa, in realtà, non gli pesava. Preferiva rimanere da solo, circondato da amici, senza impegnarsi in qualcosa che non avrebbe mai potuto portare avanti. Non era un ragazzo normale, lui. Avrebbe fatto bene a ricordarselo sempre.
"Sì, forse hai ragione" annuì la Vance, nascondendosi dietro la cascata di capelli biondi ed allungandosi per prendere la penna d'oca.
"L'anno scorso mi è capitata una ragazza di Corvonero davvero, davvero strana. Magari la conosci, Ruth Miller" sviò il malandrino.
Emmeline annuì, comprensiva.
Quella era una ragazza molto diversa dalle altre. Per prima cosa, era fidanzata con Xenophilius Lovegood, anche lui personaggio abbastanza eccentrico, che parlava con le statue e sosteneva di vedere Nargilli sulle teste delle persone (nessuno aveva ancora afferrato l'esatto concetto di Nargillo). Secondo, Ruth credeva profondamente nella magia delle sfere di cristallo e delle pozioni vegetali e passava la maggior parte del suo tempo nella torre di Divinazione o nei sotterranei con Lumacorno.
Quindi, la grifondoro non fece molta fatica ad immaginare le ore di Remus insieme alla Miller. "Forse posso capirti. Io sono capitata insieme a Piton".
Lupin storse un angolo della bocca. Quella era un'altra storia.
Se ci fosse stato James insieme a loro, si sarebbe scatenato un acceso dibattito sulla percentuale di intelligenza presente nel cranio del Serpeverde.
Entrambi, però, sapevano perfettamente che Severus Piton non era uno studente qualunque: tralasciando il fatto che era un maleducato, voltafaccista e vile, era un ottimo pozionista e sicuramente aveva un livello sorprendentemente alto in Incantesimi, giacché ne aveva inventati alcuni di sana pianta.
"Lasciamo stare Severus. Ho sempre paura che James spii in continuazione qualsiasi studente della scuola" la buttò sul ridere.
"Lo chiami per nome" notò la ragazza. "Anche dopo quello che è successo con Lily..".
Remus sorrise. "Non sono mai stato come James" disse, mescolando il Sangue di Drago, gli occhi fissi a guardare il nulla. "Odio Severus per quello che ha fatto a Lily. Avrebbe potuto evitare, perché sapeva che lei ci sarebbe rimasta male e che tutt'ora ne è ferita. Diciamo che credo fermamente nel cambiamento di una persona e nel fatto che si debbano concedere seconde possibilità".
Emmeline lo osservò. Sapeva che era diverso dagli altri malandrini: non era mai stato impulsivo come Sirius o rancoroso come James e neppure pauroso come Peter; il suo ruolo era quello di riappacificare le cose, di portare calma dove gli amici creavano disordine.
All'inizio non era riuscita a capire come potesse far parte di un gruppo così eterogeneo da lui, ma in quel momento aveva compreso che, nella loro amicizia, ognuno aveva il proprio ruolo per assicurare l'equilibrio dell'insieme, se non dell'intera casa dei grifondoro.
"In sette anni che siamo compagni, non credo di aver mai parlato così tanto con te" gli disse, abbozzando un sorriso lieve.
Lupin la fissò "Hai ragione" commentò, leggermente stupito. "E' un po' ridicola come cosa, no?".
"Decisamente" rise lei. Tentennò qualche secondo, rigirandosi una ciocca bionda tra le dita. "A volte potremmo uscire, se ti va" propose.
Il sorriso di Remus si congelò e le spalle si irrigidirono.
Emmeline notò il cambiamento repentino del compagno ed arrossì violentemente, delusa ed imbarazzata. "Cioè.. tutti insieme, intendevo".
I muscoli in tensione del malandrino si rilassarono leggermente. "Ma certo" accettò, lievemente distaccato. "Tanto di solito ci troviamo sempre ai Tre Manici di Scopa".
La bionda annuì, poi si guardò intorno, impacciata. "Senti, ti dispiace se ti lascio finire da solo? Alice mi aveva chiesto una mano prima, pensavo di finire qui presto e invece..".
"Sicuro! Ci vediamo dopo".
"Ciao" e si affrettò a lasciare l'aula.
Remus sospirò, passandosi le mani tra i capelli. Perché non poteva avere una vita normale? Sarebbe stato tutto più semplice, se solo lui fosse stato normale. Avrebbe potuto rispondere si e sarebbero usciti insieme la domenica. Come se fosse la prima ragazza ad essere rifiutata dal bel malandrino: non solo James e Sirius erano additati come i più bei giovani del castello; anche lui rientrava nella lista degli irraggiungibili.
Emmeline era carina, forse gli sarebbe anche piaciuta, ma non così.
Mentre la sua testa si riempiva di elucubrazioni, qualcosa di argenteo si posò di fianco al calderone.
Remus fece un salto sulla sedia per lo spavento, quando il piccolo cervo incominciò a parlare, con la voce di James.
"Davvero patetico" disse, prima di scomparire in cerchi aggraziati.
Sollevando la testa, incontrò gli occhi ambrati dell'amico, a qualche banco di distanza, seduto scomposto e semi sdraiato sul banco, con un braccio che reggeva la testa, che altrimenti sarebbe piombata sul legno. In mano reggeva ancora la bacchetta con la quale aveva evocato il suo Patronus.
"Quando ti deciderai a dire sì a qualche povera ragazza?" gli domandò.
Lunastorta lo ghiacciò con la sola forza dello sguardo. "E tu quando imparerai a non intrometterti negli affari degli altri?".
"Come faccio se sei a due metri da me?".
"Se davvero avessi voluto farti gli affari tuoi, non avresti origliato nemmeno a dieci centimentri di distanza" brontolò Lupin, imbronciato.
"Non dirmi che non hai accettato il suo invito perché sei pieno di studio, perché non ci crederei" lo ammonì Potter, sedendosi di fianco all'amico.
"Ancora una volta, mi sento in dovere di ricordarti che non sono affari tuoi".
"Vuoi farti monaco? Perché se fosse così giuro che ti lascerei in pace, comprendendo la tua ardua, ma coraggiosa scelta" disse James "Credo, invece, che tu lo faccia solo, innanzitutto, perché sei un emerito idiota" Remus lo guardò male "e in secondo luogo, perché non riesci ad accettare il fatto che sei una persona normale che può fare cose normali" abbassò il tono della voce, in modo che solo loro potessero udire la conversazione.
Lunastorta strinse le labbra, severamente. "Io.. non sono una persona normale. Apprezzo i vostri sforzi per convincermi, ma credo di sapere chi sono".
James roteò gli occhi. "Tu ti fai troppe paranoie, Remus. Non ti sta godendo la vita solo per delle tue macumbe mentali ingiustificate".
Lupin sbuffò. "Non mi va di parlarne adesso".
"Tu non ne vuoi mai parlare. Morirai vergine" concluse il malandrino.
L'amico avvampò, imbarazzato. "Non mi sembra il caso di discutere di queste cose ora!" sibilò.
Decise che era proprio l'ora di levare le tende dall'aula di Pozioni ed andarsene. Incantò il mestolo, che continuò a mescolare senza il suo aiuto.
Prese la sua borsa e marciò fuori dai sotterranei, seguito da Potter.
"Non potrai fuggire dal tuo destino" gli urlò l'amico nelle orecchie.
Il Lupo Mannaro si voltò. "Puoi smetterla di far finta di essere la mia voce interiore? Ti riesce davvero male".
James avrebbe risposto, se entrambi non si fossero fermati ad osservare a bocca aperta una scena davvero insolita: Sirius, mezzo inginocchiato sulla rampa di scale e la McGranitt, qualche gradino più in alto, con una mano alzata a livello del volto del grifondoro, a palmo in alto, sul quale era appoggata una crêpes al prosciutto.
Ramoso e Lunastorta osservarono i due interessati con perplessità. Entrambi sembravano piuttosto convinti nel non lasciar perdere il pezzo di cibo.
"Professoressa" implorò Black "la prego. Non le cambia nulla, ora".
Lo sguardo affilato della donna lo trafisse come una freccia. "Quello che vorrei sapere è come lei si sia impossessato di una crêpes al prosciutto in orario lontano ai pasti. E' andato nelle cucine?".
La folla di presenti trattenne il respiro: tutti erano a conoscenza delle regole del castello e quella di non avvicinarsi alle cucine degli elfi domestici era una delle più rigide.
Il colore sulle guance di Sirius sfumò leggermente verso il grigio. "Le ho già detto di no, professoressa".
La McGranitt assottigliò gli occhi pericolosamente e James seppe che se non fosse intervenuto, l'amico sarebbe stato espulso su due piedi.
Corse verso la donna. "Professoressa, aspetti!" esclamò. La McGranitt si voltò verso di lui e l'espressione arcigna parve distendersi un poco.
"Potter, spero che il suo sia uno degli interventi più intelligenti della storia della magia perché giuro che se lei mi ha interrotto o peggio ancora, se dovessi scoprire che lei è complice del suo compare tanto affiatato, sareste esplusi ancora prima di dire arrivederci".
James distese un sorriso sornione. "Sicuramente arrivederci non sarebbe la mia ultima parola, ne stia certa" osservò.
Dietro di lui Remus scosse il capo, rassegnato.
"E poi, prof, crede veramente che Sirius possa essere tanto idiota da infrangere una delle regole del suo codice di comportamento?" domandò.
L'espressione della donna confermò che, in realtà, era sicura che Black fosse un totale deficiente.
"Lei mi ferisce. Perché, vede.." continuò il malandrino, con una strana luce che brillava negli occhi ambrati "se dovesse davvero accadere che Sirius venisse espluso.. o che io venissi cacciato, la casa Grifondoro si troverebbe nella brutta situazione di rischiare di non vincere la Coppa di Quidditch per il settimo anno di fila e so che per lei sarebbe terribilmente increscioso, soprattutto viste le continue frecciatine del professor Lumacorno riguardo una nostra possibile sconfitta".
Seppe di aver fatto centro quando vide le labbra della McGranitt assottigliarsi tanto da andare a formare un'unica linea pallida. Non esisteva al mondo una donna più competitiva di Minerva McGranitt, almeno non nel contesto del Quidditch. Nonostante credesse di non darlo a vedere, era la fan numero uno della squadra rosso-oro ed ogni anno si separava a malincuore della Coppa quando doveva essere rimessa in competizione tra le Case.
La professoressa respirò molto profondamente. "Molto bene" disse "Black lei può andare, ma senza la crêpes!" ci tenne a precisare, rigida, prima di voltarsi ed allontanarsi.
Black e Potter rimasero sulle scale, in silenzio. "La prossima cazzata e giuro che ti ammazzo" ringhiò Remus, avvicinandosi.
Sirius scoppiò a ridere. "Eddai Remmi! Sorridi alla vita" gli disse "non saremo giovani per sempre".
L'amico scosse nuovamente il capo. Ultimamente era diventato capace di fare solo quello.
All'improvviso, il ghingo si cancellò dal volto del Black.
"Maledizione" sibilò tra i denti, dirigendosi verso le scale che portavano alla torre di Divinazione. "Regulus!" abbaiò, minaccioso.
Un ragazzo dalla bellezza mozzafiato e così simile a lui si girò, facendo mulinare i capelli lunghi e ricci intorno al viso pallido.
Due paia di occhi di ossidiana si incrociarono e si scrutarono con ferocia.
"Lasciala stare!" gli ordinò Sirius, indicando con un cenno del volto una ragazzina di Tassorosso, in messo al gruppo di Serpeverdi.
"Oppure?" ghignò l'altro, stringendo il volto alla ragazza, che iniziò a singhiozzare.
"Oppure ti faccio volar fuori di qui".
Il fratello minore scoppiò a ridere. "Tu? Non farmi ridere. Il traditore del proprio stesso sangue che cerca di minacciare il fratello? Sei sempre stato il più rammollito, non cercare di essere ciò che non sei".
"Tu.." ruggì Sirius, scagliandosi contro Regulus.
James fu veloce a precedere l'amico e bloccarlo da dietro. "Non fare cazzate" gli consigliò, lottando contro l'amico che tentava in tutti i modi di divincolarsi.
"Lasciami andare, James! Lo devo ammazzare!" gridò il Black, rosso in volto.
La cerchia di Serpeverde ghignò. "Non sei neppure capace di scollarti Potter" lo canzonò Avery.
La Tassorosso incominciò a piangere quando Tiger le avvolse le braccia intorno al petto, stringendola con forza. "Lasciami" lo pregò, inutilmente.
"Più si agitano, più sono eccitanti" commentò questo, osservandola famelico.
"Tiger, levale le mani di dosso o giuro che mollo Sirius e ti spacco il naso" intimò James, paonazzo per lo sforzo.
"Siamo in sei, voi in due, cosa credete di poter...?" rise Nott, ma non fece in tempo a finire la frase che venne sbalzato in aria e rimase appeso ad una trave. "Tre, idiota" disse piatto Remus.
I Serpeverde si scambiarono un'occhiata. Erano comunque in maggioranza, ma nessuna persona intelligente si sarebbe mai messa contro tre malandrini su quattro: erano incredibilmente abili in Difesa Contro le Arti Oscure e poi conoscevano molti trucchi per arrecare il pù alto numero di danni nel minor tempo possibile.
Regulus sibilò tra i denti. Lasciò andare di scatto la ragazza, che cadde malamente sulle ginocchia. "Molto bene" ringhiò. "Non finisce qui, Sanguesporco" disse, rivolto al fratello.
Sirius si agitò ancora, tra le braccia di James. "Non vedo l'ora di spaccarti la faccia, verme" rispose con altrettanto disgusto.
Il gruppo di ragazzi fece dietrofront e se ne andò, lasciandoli in mezzo al corridoio insieme alla Tassorosso.
"Ehi". Remus si sedette di fianco a lei "E' tutto finito. Vuoi andare in Infermieria?" le chiese gentilmente.
La ragazzina scosse il capo. "D-dormitorio.." balbettò, tremante.
Il malandrino annuì e la aiutò ad alzarsi. "Vieni".
La accompagnarono davanti al ritratto dei Tassorosso e la lasciarono con alcune compagne di Casa.
"Io lo ammazzo" sibilò Sirius, quando si furono allontanati.
"Non pensavo si potessero spingere a tanto. Merlino, era una bambina.." commentò Lunastorta.
"Siamo in guerra, Moony. Non c'è più nulla da dare per scontato. Giuro che la prossima volta che fanno un passo falso, altro che tenere Sirius. Scateniamo una bella rissa".
Il volto del Black si distese in un sorriso amaro. "Non vedo l'ora. E' da troppo tempo che non picchiamo qualcuno".
Lunastorta gli rifilò un'occhiataccia. "Ecco perché non mi sembra davvero il caso di ricominciare. Sai, dovresti prendere...".
Non seppero cos'avrebbe dovuto prendere, perché una furia umana di nome Alice li investì di peso, senza ovviamente spostarli di un centimetro.
"Ehi, folletto" la salutò James, scompigliandole i capelli. "Cercavo proprio voi!" esclamò lei, senza rispondere. "Avete un vestito?" domandò a bruciapelo.
I malandrini si scambiarono uno sguardo perplesso. "Ne ho un baule pieno, ma non riesco a capire a cosa ti possano..." replicò Sirius.
Alice lo interruppe, alzando gli occhi al cielo. "Non intendo vestiti normali" sbuffò. "Ma non avete letto?!" chiese strabuzzando gli occhi nocciola.
"Ehm.." fu la brillante risposta dei tre.
"Oddio, ma siete fuori dal mondo!" urlò la Prewett, infervorandosi.
Sirius la prese per le spalle e la obbligò a fermare quel suo saltellare su e giù in preda all'agitazione.
"Okey, Prewett, spegniti che mi fai girare la testa. Ci vuoi spiegare o preferisci continuare a gridare frasi sconnesse?".
Finalmente la grifondoro si bloccò. Frugò nella borsa a tracolla e ne estrasse un foglio spiegazzato.
I tre ragazzi si sporsero per poter leggere.
"E' uno scherzo!" esclamò James, inorridito. "Ti prego, Remus, dimmi che non ho letto bene".
"Stavo per chiederti la stessa cosa" rispose l'altro. "Sirius dove vai?".
"Magari la McGranitt è ancora in vena di espellermi. Io non ci vado ad un ballo" decretò, pronunciando l'ultima parola con lo stesso disgusto che avrebbe provato nel baciare Mocciosus.
La grifondro sbuffò sonoramente. "Black, non fare scenate da primadonna!" gi intimò, improvvisamente aggresiva.
Il giovane si bloccò di colpo, voltandosi molto lentamente. Avanzò minaccioso fino ad arrivare a qualche centimetro dal naso di Alice, che però non si fece intimorire anzi, strinse gli occhi a fessura e restituì lo sguardo carico di sfida.
"Prima di tutto" iniziò Sirius "un Black non partecipa a festicciole da donna ed in secondo luogo, non c'è scritto da nessuna parte che la partecipazione è obbligatoria.. nel caso lo fosse, sono certo che non sarà un problema cambiare le regole".
Le guance della grifondoro avvamparono di nuovo. "Ma tu ti sforzi per essere indisponente o ti viene particolarmente naturale? E poi saresti nel dormitorio da solo, siccome i tuoi compari verranno. Vero ragazzi?".
Remus e James, tirati in causa così d'improvviso, si lanciarono un'occhiata di pericolo imminente ed iniziarono a balbettare frasi sconnesse.
"Mmh.. veramente io dovrei.."
"Beh, ecco.. se proprio dovessi scegliere.."
"Forse ho un impegno.."
"Giusto, quella cosa..".
"Oh insomma! Non so nemmeno perché io sia anche venuta a chiedervelo! Significa che passerete la sera di Natale soli" e detto questo fece retrofront, imbestialita.
I tre malandrini rimasero a guardare la scia di odio e malevolenza che la ragazza si lasciò alle spalle.
"Un ballo di Natale?" domandò quindi Ramoso.
"Probabilmente Silente era sotto effetto di stupefacenti" commentò Sirius "In sette anni tutto regolare e adesso inizia a prendere a testate i
muri".
Remus annuì. "Deve esseci una particolare ricorrenza" rifletté.
"Non me ne frega nulla delle sue ricorrenze. Non mi metterò mai un fiore al taschino dello smoking. E poi non sono mai stato con una ragazza in posizione verticale per più di due minuti di fila".
"Sirius!" sbottò Lunastorta, tirandogli una gomitata nelle costole.
"Io non dico bugie" si giustificò questo, alzando le mani in segno di resa.
James, invece, notò qualcosa appeso sul muro a qualche metro da loro e si avvicinò, curioso.
Era lo stesso foglio che Alice aveva sventolato per cinque minuti di seguito come se fosse una bandiera, però la differenza era che in quel momento finalmente riusciva a leggere ciò che c'era stampato sopra. "In onore della seconda visita ad Hogwarts del professor Chasm e dei suoi figli, Eros e Naith, verrà organizzata una cerimonia Natalizia. Ci auguriamo che, chi non dovesse rincasare per le festività, abbia piacere ad unirsi alle celebrazioni".
Appena sotto le parole, erano state tracciate delle linee dolci che, ad intervalli regolari, si intrecciavano per formare due figure danzanti vicino ad un albero di Natale.
"Ehi, ma io li conosco!" esclamò James, frugando nella memoria. Il nome del professore non gli era per niente nuovo. Aveva sentito parlare di lui qualche anno prima dai suo genitori, quando avevano discusso sulla potenzialità che avrebbe rappresentato come alleato nella battaglia contro Voldemort.
Si ricordava perfettamente le parole della madre: "Non so quanto sia vantaggioso avere Chasm dalla nostra parte. Comunque vada, è sempre lui ad avere il coltello dalla parte del manico".
Chissà se sarebbe riuscito ad incontrarlo e farsi un'opinione a riguardo.
"Mi pare di aver letto di lui sulla rivista I grandi Maghi della Storia.. credo che abbia scoperto molti incantesimi notturni" meditò Remus, alle sue spalle.
"Sirius, tu sai chi è?".
"Potrebbe anche essere il gemello di Silente, non verrei comunque".
Ramoso sbuffò. "Per favore! Neanche a me va di partecipare ad un ballo. Lo trovo alquanto ridicolo! Ma i miei genitori hanno detto qualcosa riguardo a lui che intendo scoprire. Sei con me?".
Gli occhi ambrati del malandrino si scontrarono con quelli neri dell'amico.
Si fissarono per interminabili secondi, nel completo silenzio.
Poi, Felpato sospirò. "Solo se accetterai di essere la mia dama".
Il grifondoro gli indirizzò un bacio volante. "Sei la donna della mia vita" disse in modo seducente.

 
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"Dov'eri?".
Marlene alzò lo sguardo su Alice, che entrò dal ritratto sbattendo furentemente la porta.
"IO LI ODIO!" ruggì con tutto il fiato dei polmoni. Si sedette di schianto sul divano, facendo sobbalzare Lily, alla quale cadde il libro che stava leggendo.
"Cos'è successo?" le domandò.
"Potter e Black! Ecco cos'è successo" spiegò alterata.
La rossa alzò gli occhi al cielo. "Potter e Black, hai detto? Allora sono d'accordo con te, qualunque cosa abbiano fatto" commentò.
Emmeline le rifilò un'occhiataccia. "Magari prima di appoggiare accuse infondate ci potremmo informare sull'accaduto. Cos'hanno fatto?".
"Non vogliono venire al ballo" spiegò Alice.
Lily la osservò, tentennando. Come avrebbe detto alla ragazza che anche lei non ci sarebbe stata? Le feste -e in particolar modo i balli- non l'avevano mai entusiasmata. Anzi, non ci trovava nessun senso logico, a parte quello di eccitare tutta la componente femminile, che ancora sperava nell'avvento del Principe Azzurro.
Emmeline, al contrario, strinse le labbra, per evitare di sorridere. "Sono ragazzi, Ali. E' logico che non vogliano venire".
"Potrebbero almeno sforzarsi; non succede tutti i giorni di avere il professor Chasm a scuola" borbottò questa, attirando l'attenzione della rossa.
"Andrà anche il signor Chasm?!" ripeté, sorpresa.
Era uno dei migliori maghi di tutti i tempi. Non solo aveva inventato degli incantesimi incredibilmente utili riguardo la Difesa contro le Arti
Oscure, ma aveva scritto anche bellissimi saggi che Lily aveva divorato in poche settimane.
"L'uso del verbo andare e non venire è stato puramente casuale, vero?" domandò minacciosamente Alice.
La grifondoro si morse il labbro inferiore. Aveva già dato per scontato che non sarebbe andata, ma in quel momento l'interesse nel conoscere il signor Chasm l'aveva infiammata a tal punto che avrebbe potuto anche ripensarci.
Nello stesso istante, il ritratto venne spalancato nuovamente.
"E va bene, Alice, ci siamo" disse James, dando una gomitata scherzosa a Sirius, che annuì.
Gli occhi della Prewett si illuminarono. "Siiiii!" esclamò al settimo cielo. "Grazie ragazzi! Lily?" domandò, poi.
Le guance dell'amica si infiammarono. "Già il fatto che Potter e Black saranno presenti mi spinge a rinchiudermi nella mia stanza".
Ramoso le lanciò uno sguardo di traverso. "Ottima idea, prima che ti venga in mente di rovinare qualcosa con una delle tue scenate".
"Oh Dio" sospirò Marlene, passandosi una mano sugli occhi.
"Scusa? Quindi mi vorresti dire che preferiresti che non venissi?!" s'informò.
"Tutte le persone normali se lo augurerebbero" rispose.
"Bene" fece Lily, furibonda. Si voltò verso le amiche "Direi che dovremmo comprare dei vestiti per il ballo" affermò, soddisfatta, lanciando un'occhiata di sfida in direzione di James.
Il ragazzi assottigliò gli occhi, pericolosamente. Poi, le sue labbra si distesero in un sorriso che non prometteva nulla di buono. "Non te ne pentirai" commentò, anche se alle orecchie di tutti suonò invece come una velata minaccia.

 
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Non esistevano al mondo molte cose che avrebbero mai spaventato Lily Evans. Non la si poteva considerare alla pari di una ragazza qualunque: lei non urlava davanti ai ragni, non scappava se vedeva un serpente, né si volatilizzava in presenza di un fantasma. Le storie horror la intrigavano, il buio la affascinava e non trovava per nulla terrificanti i topolini. Tutto ciò sicuramente grazie a Potter e alla sua banda di scalmanati che, in sette anni, erano riusciti a plasmare una vera e propria guerriera, che si portava alle spalle qualsiasi tipo di esperienza orribile ed agghiacciante. Però nessuno è perfetto ed anche la temeraria Caposcuola aveva il suo tallone d'Achille: la Foresta Proibita.
L'avrebbero potuta ricoprire di fango e vermi per interi giorni o fatta nuotare in vasche di tarantole, ma nulla l'avrebbe spaventata più che l'entrata nella misteriosa foresta ai piedi di Hogwarts. Giravano parecchie storie sul conto di questa e nessuna possedeva un lieto fine. La cosa, però, che più intimoriva la rossa grifondoro, era il senso di immensità che la Foresta proponeva. Poi anche il fatto che si diceva che girassero a zonzo i peggior maghi della storia non aiutava a farla piacere, ma i ragazzi erano abbastanza sicuri che quelle fossero solo dicerie inventate da persone che volevano tenerli fuori.
Quindi, quando sentì la voce di Frank che proponeva di andare a cercare l'Aconito il giorno seguente, sputò tutta l'acqua che aveva in bocca sulla faccia di Alice. "Lily!" esclamò questa, facendo un salto all'indietro.
"Uhu.." sibilò malevolo Potter "qui c'è qualcuno che se la fa sotto" disse, conoscendo il punto debole della Evans.
Questa lo gelò con lo sguardo. "Non me la sto facendo sotto" ripeté "Mi ha solo preso alla sprovvista". Non avrebbe mai ammesso che, in realtà, avrebbe aspettato insonne l'indomani, augurandosi un qualsiasi accidente che l'avrebbe potuta sviare dallo svolgere il compito. Soprattutto non l'avrebbe fatto davanti a Potter, che sembrava invece elettrizzato nell'entrare nella Foresta per Lumacorno. Non si sarebbe mai perdonata se lui andato e lei no. Dannato orgoglio Grifondoro.
"Quindi ci vai?" chiese Alice titubante.
Lily roteò gli occhi, esasperata. "Certo che ci vado" sbuffò, cercando di apparire il più noncurante possibile.
Evidentemente non le riuscì tanto bene, perché l'intero gruppo la osservò sarcastico, soprattutto Sirius, che non riuscì a nascondere un sorrisetto beffardo.
Assottigliò gli occhi smeraldini. "Pensi che non riesca ad entrare nella Foresta, Black?".
"Sono sicuro che non riuscirai a starci dentro per più di due ore" rispose lui.
"Scommettiamo?" lo sfidò Lily.
Gli occhi di ossidiana del giovane Black luccicarono.
"Se Sirius vince verrai ad Hogsmeade con me" propose James, intromettendosi senza alcun apparente motivo.
La Evans non lo degnò neanche di uno sguardo. "Mi sembrava che fosse una cosa tra me ed il tuo amico, Potter. Quindi taci" lo zittì.
"Se vinco io" iniziò Sirius "prima di tutto, aiuterai me e Marlene nella pozione di Lumacoso". La grifondoro schioccò la lingua contro il palato, stizzita dalla poca voglia del malandrino. "Secondo, metterai in punizione Mocciosus per una settimana.."
"Non posso mettere in punizione le persone a caso!".
"Ssh Evans, non ho ancora finito. E terzo, saremo noi a scegliere il tuo vestito per la cerimonia di Natale".
Remus e James strabuzzarono gli occhi nello stesso istante e Peter addirittura si soffocò col pezzo di pane che aveva in bocca.
Vestire la Evans?! Ma era diventato completamente pazzo?!! Nessuno aveva mai osato tanto.
Il viso rosso della ragazza confermò le loro aspettative. Già si immaginava a camminare in mezzo agli studenti con un vestito a forma di ciliegia, oppure mentre indossava il costume da Valchiria o, peggio, con qualcosa molto vedo e vedo.
"E se non accettassi?" chiese.
"Daresti solo la conferma della tua codardia" affermò il Black.
Lily strinse i denti. "Bene" sibilò "Se vinco io, però, dovrai girare per la scuola, per una settimana, con i capelli fucsia, vestito di verde. Inoltre, dovrai dare ripetizione agli alunni in difficoltà ed aiutare la McGranitt a sistemare le aule dopo le lezioni".
James scoppiò a ridere sommessamente, immaginandosi il migliore amico dedito alle faccende domestiche di Hogwarts. Se la Evans non fosse stata la persona più irritante sulla terra, in quel momento l'avrebbe certamente baciata.
L'amico socchiuse gli occhi, meditabondo. "E sia" disse.
Entrambi tesero la mano destra, allacciandole e stringendosi a livello del polso. "Siete degli idioti" commentò Remus, estraendo la bacchetta.
"Tu fallo e basta" ordinò l'amico.
Con un sospiro, Lunastorta appoggiò la punta della bacchetta sulla pelle del malandrino e subito iniziarono ad apparire delle scritte in bianco, lievemente luminose, che riprtavano le parole della scommessa.
Quando queste scomparvero, i due si separarono, lanciandosi occhiate storte.
"Faremo in modo che domani ci sia tutta la scuola ad assistere alla tua disfatta" ghignò Sirius, infilzando una patata arrosto e ficcandosela in bocca.
"Non sarà me che vedranno perdere" commentò Lily, non meno aggressiva.
James e Peter si scambiarono uno sguardo d'intesa, soffocando i sorrisi sul nascere.
Sarebbe stata una giornata davvero interessante.


Ciao dolci Potterheads!
Buona domenica, prima di tutto. Spero vivamente che voi non la stiate vivendo come me (reclusa in camera, avvolta da circa diecimila coperte, col té caldo.. a preparare un esame). Potrei - e vorrei - spararmi!
Comunque!!
Ecco il nuovo capitolo! Che ne pensate??
Mi ha fatto davvero piacere ricevere i vostri commenti! Siete stati davvero gentili, soprattutto perché avete scritto solo belle cose! :)
Beh, fatemi sapere che ne pensate di questo capitolo e del prossimo! :)

Un bacio,
Laura :)
   
 
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