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Autore: monalisasmile    07/10/2018    1 recensioni
Seconda parte della trilogia Eär Lindë (Il Canto del Mare).
Continua il viaggio di Jill alla ricerca di risposte, ma mentre la guerra s'avvicina le domande paiono moltiplicarsi. Qualcosa dentro di lei preme con sempre maggior insistenza: forse la chiave del suo passato o, forse, il flagello che porrà fine a ogni cosa. Che legame ha il dono di Dama Galadriel con tutto ciò?
Ma Jill non è l'unica ad essere tormentata dai dubbi: Legolas ha scorto qualcosa di ciò che si nasconde nell'animo della Corsara e teme di perderla. Vorrebbe poterla legare a sè, ma sa che il suo spirito libero non si lascerebbe mai incatenare. Probabilmente nemmeno dai suoi sentimenti.
Mentre le ombre si addensano e gli ostacoli si fanno insormontabili, alcuni dovranno fare delle scelte, altri superare i propri limiti. E qualcuno dovrà fare un doloroso sacrificio.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Legolas, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 6

 

Frodo assisteva in disparte all’ennesima schermaglia tra Sam e Smeagle. Era contento di vedere che almeno per il momento il suo giardiniere aveva deciso di deporre l’ascia di guerra e smetterla di avvilire quella creatura penosa.
“ Penoso…”
Era in questi termini che vedeva Smeagle, così come se stesso ogni qualvolta si specchiava in un rivo: un essere penoso e debole nel corpo quanto nello spirito. Sam lo rimproverava spesso perché quasi non mangiava e dormiva solo quando il suo fisico cedeva sotto il peso di quel fardello.
“L’Anello…” pensò, ma subito distolse la mente da quell’idea, conscio di quanto ormai fosse sensibile al richiamo dell’oggetto oscuro.
Chiuse gli occhi e adottò il metodo che aveva affinato negli ultimi giorni per tenere la mente lontana dalle spire dell’Anello di Sauron: pensava a Jill, fantasticando su meravigliose avventure che la sua eroina dai capelli rossi aveva o avrebbe compiuto. E funzionava.
Frodo sorrise, inspirando profondamente l’aria fresca e godendo dei raggi tiepidi del sole che gli accarezzavano il volto. Nei suoi pensieri, però, quella brezza era invece un impetuoso vento caldo e salmastro, che spettinava i capelli e gonfiava le vele di una maestosa nave. Il ponte dell’imbarcazione era chiazzato qua e là dalla spuma del mare e la prua era intagliata in un’avvenente forma femminile. E lì, con lo sguardo rivolto in un punto lontano sull’orizzonte e la postura fiera di una condottiera, stava la sua coraggiosa Corsara. Il vento s’insinuava nella sua blusa bianca e nei lunghi capelli rossi, che sferzavano l’aria come lingue di fuoco, ma lei non se ne curava, poiché i suoi pensieri erano rivolti alla prossima meta.
“Sicuramente un’altra grandiosa avventura…”
Un suono attirò la sua attenzione, distogliendolo dalle sue fantasticherie. Incuriosito ma guardingo, strisciò tra gli arbusti e la bassa vegetazione fino a giungere in un punto in cui aveva una buona visuale dell’altopiano, subito raggiunto da Sam e Smeagle. Sotto i loro occhi sfilava un battaglione simile a quello che avevano incontrato di fronte al Cancello di Mordor.
-         
Chi sono? – bisbigliò Sam.
-         
Uomini malvagi, servi di Sauron. – sibilò Smeagle – Li hanno chiamati a Mordor. L’Oscuro raduna tutti gli eserciti, tra poco sarà pronto. –
-         
Pronto per cosa? –
-         
Per fare la sua guerra – sentenziò la creatura raccapricciante – l’ultima guerra che ridurrà tutto il mondo nell’ombra. –
Un brivido percorse la schiena di Frodo, il cuore stretto in una morsa di disperazione.
-         
Dobbiamo muoverci. – sentenziò – Andiamo, Sam. –
-         
Padron Frodo – lo fermò il giardiniere – guardate! Sono Olifanti. – disse colmo di meraviglia.
L’Hobbit osservò le gigantesche creature dal naso ondeggiante e le lunghe zanne bianche. Ricordava di averne osservato colmo di stupore le rappresentazioni nei libri di suo zio Bilbo, ma dal vivo parevano ben più maestosi e possenti. Sorrise, eccitato quasi quanto il suo compagno di viaggio.
-         
Nessuno a casa vorrà crederci. – bisbigliò Sam.
Un rumore alle loro spalle li distolse dai loro pensieri e Smeagle arretrò nella vegetazione, allarmato. Un attimo dopo, centinaia di frecce cominciarono a fioccare sull’esercito di Mordor, colpendo i soldati e le colossali bestie.
Pochi minuti dopo, Frodo e Sam vennero legati e incappucciati da coloro che avevano teso l’imboscata: i Raminghi dell’Ithilien.

-          È vero, non si vedono molte donne tra i Nani. – stava spiegando Gimli a una divertita Eowyn – In effetti sono talmente simili nella voce e nell’aspetto che spesso vengono scambiate per uomini Nani! –
Lei rise, voltandosi a incontrare lo sguardo di Aragorn, che cavalcava poco dietro dell’animale montato da Gimli e da lei condotto per le briglie.
-         
Hanno la barba – bisbigliò lui, mimando il folto pelo sul mento con la mano.
La sua risata tintinnò ancora, fresca come l’acqua di un ruscello.
-         
Questo a sua volta ha dato origine alla credenza che non esistano donne tra i Nani – continuò Gimli – e che i Nani, ecco, spuntino dalle buche del terreno. – mimò scherzando amabilmente – Il che naturalmente è ridicolo. –
Un istante dopo il cavallo su cui montava il Nano scattò in avanti, disarcionando il suo maldestro cavaliere tra le risate della folla.
-         
Non è niente, non è niente – blaterò lui, tentando di rimettersi in piedi – Non abbiate paura! L’ho fatto di proposito! –
Eowyn si affrettò al suo fianco, senza smettere di ridere.
Jill la osservò voltarsi in direzione di Aragorn e pensò a quanto bella e serena fosse quella principessa sotto i raggi del sole del mattino, che ne baciava la pelle candida e i lunghi capelli biondi come spighe di grano.
“ Si vede che è innamorata di Aragorn.”
Quel pensiero anziché farla sospirare le colmò il cuore d’amarezza: prima o poi il sorriso di Eowyn sarebbe stato offuscato dalla consapevolezza che il cuore dell’uomo di cui s’era invaghita apparteneva già a un’altra fanciulla. Arwen era la figlia di Elrond, Signore di Gran Burrone, e si diceva che fosse la più avvenente di tutte le fanciulle elfiche: aveva una pelle candida come la neve, setosi capelli corvini e due saggi e luminosi occhi grigi come la bruma del mattino. La chiamavano Stella del Vespro perché era bella come la prima stella che compariva al calar del sole. Ed Aragorn ne era totalmente, irrimediabilmente innamorato da diversi anni.
La Corsara fece una smorfia, pensando che nessuno avrebbe potuto reggere un simile confronto. Rivolse di nuovo la sua attenzione all’espressione infatuata di Eowyn e per un attimo vi intravide qualcosa di diverso. Pensò allo sguardo che aveva visto Aragorn rivolgere ad Arwen e corrugò la fronte, assorta.
“ A che pensi, sorella?” la raggiunse un pensiero non molto lontano: una volta che il popolo di Rohan aveva lasciato la città di Edoras, incamminandosi verso il Fosso di Helm, Huan aveva preso a spostarsi con loro, a debita distanza per non mettere in allarme i cavalieri.
“ Penso che la principessa Eowyn sia una donna piuttosto contorta.”
“ Avverto il tuo interesse nei suoi confronti.”
Jill si chiese cosa in quella fanciulla destasse tanto la sua attenzione.
“ Forse non sono abituata a vedere donne tanto risolute da queste parti.” pensò con una vena di sarcasmo.
Da quando era giunta nel palazzo di Edoras aveva avuto modo di osservare e ascoltare diverse volte la principessa di Rohan e da subito aveva percepito una certa affinità: Eowyn era una donna indipendente, sicura di sé e intelligente, nonché un’abile spadaccina desiderosa di dimostrare il proprio valore, apparentemente sprezzante del pericolo.
“ E della morte…”
La certezza di quel pensiero la turbava. Osservò ancora quella figura sottile e sorridente, ma in quel momento le sembrò incrinata, come una statua di cristallo in cui si andavano aprendo tante piccole crepe. A quel punto nello sguardo infatuato che rivolgeva ad Aragorn le parve di scorgere una richiesta di aiuto.
Istintivamente i suoi occhi saettarono avanti, oltre la carovana degli abitanti di Rohan, fino a posarsi sulla figura che sostava dritta e sicura come un faro tra i flutti. Si chiese con che tipo di sguardo lei lo osservasse. Arrossì, al pensiero che forse gli rivolgeva le stesse occhiate infatuate che Eowyn riservava al Ramingo.

Sentendosi osservato, Legolas voltò il capo, incrociando lo sguardo di due occhi profondi e pensierosi, che subito saettarono lontano.
Il principe di Bosco Atro sorrise, intenerito dal rossore che imporporava le gote della Corsara, tanto valorosa sul campo di battaglia quanto impacciata in quello sentimentale.

-          Dov’è lei? –  domandò Eowyn con garbo al Ramingo che conduceva il cavallo accanto a lei – La donna che vi ha donato quel gioiello. –
Jill osservò Aragorn aggrottare la fronte, perso in foschi pensieri, e provò una vena di compassione per entrambi: nella sua mente se li figurò tendere la mano verso l’oggetto del loro desiderio che, per diversi motivi, non riuscivano ad afferrare.
-         
Mio signore? – ripeté la principessa.
Quando rispose, la fronte di Aragorn era solcata da rughe di afflizione.
-         
Sta andando nelle Terre Immortali con ciò che resta della sua stirpe. –
Eowyn parve scottata dalle sue parole, o forse dal suo sguardo tormentato, e allungò il passo.

“ Sorella!”
Il richiamo improvviso di Huan quasi la fece sobbalzare.
“ Maledizione, Huan, a momenti finivo col sedere a terra come Gimli! Che succede?”
“ Ho appena staccato la testa a un Orco che montava un Mannaro. Credo che sia un esploratore.”
“ Dannazione!” imprecò lei, voltando lo sguardo verso la carovana di donne, bambini e anziani alle sue spalle che avanzavano lentamente sul terreno brullo.
Strinse i pugni con rabbia. Non aveva dubbi su chi fosse il mittente e quali fossero le sue spregevoli intenzioni.
“ Maledetto Saruman! Aggredire tante persone indifese con una simile imboscata… intende trucidare tutti gli abitanti di Edoras senza lasciar loro la possibilità né di fronteggiarlo né di proteggersi! Vigliacco!”
“ Che facciamo, sorella?”
Jill sorrise maligna.
“ Massacriamoli.”

Legolas avvertì il tocco della mente di Jill e la vide raggiungerlo al galoppo del suo bianco destriero.
“ Huan ha intercettato un esploratore” gli comunicò smontando da cavallo “ una squadra di Mannari si sta avvicinando rapidamente. Dobbiamo avvertire subito gli altri e dire a re Theoden di organizzare la cavalleria per fronteggiarli. Altrimenti quest’allegra scampagnata fino al Fosso di Helm si tramuterà in una maledetta carneficina!”
Legolas annuì, serio.
“ Cavalcherai con me?”
“ No” gli rispose con un sorriso sghembo “ Mi intralceresti.”
Lui sorrise divertito e lei ricambiò il gesto, per poi allontanarsi di corsa, le gambe agili e veloci come quelle di un lupo.

Aragorn vide Jill allontanarsi e poi Legolas montare a cavallo e raggiungerli al galoppo.
-         
Huan ha intercettato un esploratore. – riferì al gruppo in testa alla fila di profughi – C’è un folto drappello di Mannari in avvicinamento. Credo Saruman gli abbia dato l’ordine di tenderci un’imboscata prima che potessimo trovare riparo presso il Fosso di Helm. –
-         
Maledizione. –
-         
Chi è questo Huan? Un altro membro della vostra Compagnia? – volle sapere il sovrano.
-         
Sì. – gli rispose il Ramingo – Lui e Jill sono… particolarmente affiatati. –
-         
E dov’è questo Huan nel momento del bisogno? –
-         
Sicuramente molto vicino. Credo che Jill gli stia andando incontro per fronteggiare insieme i Mannari. – si scambiò un’occhiata d’intesa con Legolas, che annuì.
-         
Molto bene, allora non ci faremo cogliere impreparati dall’agguato di Saruman. –
Re Theoden diede rapide disposizioni e i soldati montarono a cavallo, mentre Eowyn ricevette l’ordine di scortare il popolo di Rohan al Fosso di Helm. La udì protestare, desiderosa di combattere e dimostrare il proprio valore con la spada in pugno. Ma il sovrano fu irremovibile.
Aragorn le lanciò un ultimo sguardo prima di raggiungere il resto della cavalleria: la sua figura era fragile eppure il suo cuore ardeva fiero e coraggioso come quello delle più grandi regine.
Poi voltò il cavallo e galoppò verso il campo di battaglia.

Decine di Mannari calarono feroci sulla cavalleria di Rohan.
Theoden infilzò un Orco e subito alzò la guardia per proteggersi dalla bestia che tentò di staccargli un braccio. Strattonò il cavallo e la lancia di un cavaliere infilzò il Mannaro, che crollò a terra. Il re si voltò per fronteggiare l’avversario successivo, quando udì un ululato.
Vide un enorme Lupo correre giù dal rilievo, le fauci irte di denti dischiuse in un ringhio famelico, in tutto simile alle terrificanti bestie che si diceva avessero fiancheggiato gli oscuri signori Morgoth e Sauron nelle prime ere del mondo.
Dapprima pensò che fosse un’altra bestia inviata da Saruman per trucidarli e un brivido gli percorse la schiena; poi s’accorse dell’esile figura che lo cavalcava, la spada sanguigna levata verso il cielo, i capelli rossi che sferzavano l’aria come uno stendardo. Si gettarono sul primo Mannaro: il Lupo strappò la gola alla bestia con un solo morso, lei trapassò l’Orco. Un altro avversario incoccò una freccia, ma non fece in tempo a puntarla che la Corsara gli fu addosso con un balzo, disarcionandolo con un calcio e rimanendo in groppa al Mannaro. La bestia tentò di disarcionarla e morderle le gambe, ma lei lo ferì, lo strattonò per fargli perdere l’equilibrio e gli tagliò la gola. Il Mannaro stramazzò a terra morto, lei atterrò con sicurezza e si diresse verso l’avversario successivo.
Theoden osservò il Lupo affiancarsi alla Corsara e pensò vi fosse qualcosa di speciale che li legava: correvano entrambi protesi in avanti, le bocche spalancate in un muto grido di battaglia, letali, veloci e straordinariamente coordinati, quasi fossero un'unica entità.

Legolas abbatté il Mannaro che stava per balzare su Gimli.
-         
Questo conta come mio! – protestò il Nano.
Sorrise, divertito dallo smisurato orgoglio del compagno, e incoccò un’altra freccia. Il dardo saettò nell’aria con un leggero sibilo, centrando la gola di un Orco.
Una fanciulla coi capelli rossi gli lanciò uno sguardo di fuoco.
“ Era a questo che alludevo. Pensa ai tuoi Orchi, che io penso ai miei!”
Nascose un ghigno: non credeva possibile vi fosse qualcuno che potesse competere coi Nani in orgoglio e testardaggine.

Jill mozzò di netto la testa di un Orco, poi mise a fuoco la figura di Aragorn, che ne stava disarcionando un altro a suon di testate. Sorrise perfida.
“ Aragorn se la cava piuttosto bene.” pensò compiaciuta.
Si voltò in cerca di un’altra testa da far rotolare a terra, ignara che alle sue spalle le cose non stavano procedendo come credeva.

La battaglia era finita e l’altopiano era costellato di cadaveri: Mannari e Orchi, cavalli e cavalieri. Troppi, purtroppo.
Legolas osservò le bestie superstiti fuggire disordinatamente su per le alture e cercò con lo sguardo i compagni. Gimli aveva divelto l’ascia dall’ultimo avversario, Jill stava ripulendo la lama della sua spada sanguigna e Huan stava annusando i cadaveri dei Mannari, forse in cerca di un premio per la sua prestazione.
Un’assenza catturò la sua attenzione.
-         
Aragorn! – chiamò – Aragorn! – ripeté, spostandosi tra i cadaveri e cercandolo con lo sguardo nella speranza di non trovarlo steso a terra.
Gli occhi di tutti saettarono sul campo di battaglia, ansiosi di trovare il coraggioso e saggio erede di Isildur. Un brivido d’inquietudine attraversò il corpo dell’Elfo, che istintivamente s’avvicinò alla scarpata rocciosa che si gettava nel fiume.
Legolas s’affacciò al dirupo, tallonato da Gimli, Jill e Huan. Una risata soffocata lo fece voltare verso un Orco steso a terra, gravemente ferito.
“ L’ho visto combattere contro Aragorn.” riferì Jill.
-         
Cos’è successo? – gli si rivolse Legolas in tono duro.
L’Orco non rispose, continuando a sghignazzare tra i fiotti di sangue che gli uscivano dalla bocca.
-         
Dimmi cos’è successo – ripeté Gimli in modo più persuasivo – e ti faciliterò il trapasso – aggiunse sollevando l’ascia sulla testa del moribondo.
-         
È… è morto – balbettò faticosamente – ha fatto un piccolo capitombolo dal dirupo. – sghignazzò.
Legolas avvertì il sangue gelarsi nelle vene e la furia e il dolore montargli in petto. Si chinò sull’Orco, afferrandolo brutalmente.
-         
Tu menti. – quasi sibilò a denti stretti.
Non poteva esser successo veramente. Quell’immonda creatura gli stava certamente mentendo. Decise di ignorare ogni prudenza e di sondare la mente di quell’essere moribondo per vedere da sé cos’era realmente accaduto. Vide attraverso gli occhi dell’Orco il loro scontro a cavallo del Mannaro, fino al tragico epilogo: Aragorn rimaneva incastrato alle cinghie della sella dell’animale e insieme scomparivano oltre il ciglio del burrone. Un attimo dopo tutto si fece scuro: l’Orco sghignazzò ed esalò l’ultimo respiro.
Lo gettò a terra con sprezzo, notando che teneva qualcosa in una mano. Schiuse le dita prive di vita, trovandovi  il ciondolo che Arwen aveva donato ad Aragorn come pegno del suo amore.
Incapace di accettare quanto la mente dell’Orco gli aveva rivelato, si s’affacciò nuovamente al ciglio del dirupo, guardando di sotto insieme a Gimli e il re di Rohan: qualche decina di metri di roccia più in basso il torrente scorreva impetuoso, schiaffeggiando le sponde pietrose.
Una parte dell’Elfo avrebbe voluto gettarsi immediatamente di sotto a cercare il suo più caro amico. Ma la parte più razionale mise a tacere quel folle istinto: nessuno avrebbe potuto sopravvivere a una simile caduta. Se anche avesse avuto fortuna, il suo corpo non era in vista, segno che la corrente impetuosa del fiume l’aveva trascinato via.
Nessuno disse una parola.
Poi un soldato si avvicinò al sovrano, in attesa di ordini.
-         
I feriti suoi cavalli. – parlò re Theoden – I lupi delle terre selvagge torneranno. Lasciate i morti. –
Legolas lo fulminò con lo sguardo, le labbra serrate. Una parte di lui avrebbe voluto urlare il suo risentimento. L’altra invece credeva non dovesse biasimare un sovrano per aver preso la decisione più spiacevole ma lungimirante: risparmiare il tempo delle sepolture per organizzare al meglio le difese del Fosso di Helm e proteggere la popolazione che vi aveva cercato rifugio, fiduciosa del fatto che il loro re li avrebbe protetti.
Strinse i pugni, ben conoscendo i doveri e le responsabilità di un monarca che, in quanto tale, doveva anteporre il proprio regno a tutto, finanche ai propri sentimenti.
-         
Vieni – lo esortò con garbo re Theoden.
Da quando si conoscevano, sia lui che Aragorn erano sempre stati esposti ai pericoli. Sapeva che era molto probabile che uno dei due perisse durante una missione rischiosa o sul campo di battaglia e in cuor suo paventava il giorno in cui avrebbe dovuto piangere sul corpo del suo defunto amico, come aveva già fatto su quello di tanti altri compagni che l’avevano fiancheggiato.
“ E allora perché non riesco ad accettarlo?”
Legolas voltò le spalle al dirupo, il cuore stretto in una morsa.
Solo allora alzò lo sguardo e si accorse che Jill aveva gli occhi sbarrati. 

Avvertì il tocco di Legolas su un braccio e si riscosse dai propri pensieri.
“ Jill, dobbiamo andare.”
Lei spostò lo sguardo dal suo volto contrito a quello scuro di Gimli, che teneva il capo chino e andava borbottando qualcosa, forse una preghiera.
“ Jill…” ripeté lui non ricevendo risposta “dobbiamo and…”
“ È colpa mia.”
“ Cosa è colpa tua?”
“ Se Aragorn è caduto. L’ho visto lottare contro quell’Orco in groppa al Mannaro, ma non gli ho prestato troppa attenzione e gli ho… voltato le spalle!”
L’espressione della fanciulla pareva inorridita dalle sue stesse parole.
“ Jill, non l’hai spinto tu giù da quel dirupo.” le disse lui pazientemente “ È stata una fatalità.” le accarezzò delicatamente una guancia, l’espressione addolorata “ Una tragica fatalità.”
“ Che io avrei potuto impedire!” protestò lei “Ero lì, Legolas!” indicò col dito un punto poco lontano dal dirupo “ Avrei potuto aiutarlo! Invece…” strinse i pugni fino a farsi sbiancare le nocche “ Invece ero troppo presa dalla mia battaglia, tanto da non rendermi conto che un mio compagno era in difficoltà…”
Il principe di Bosco Atro sospirò.
“ Probabilmente non avresti potuto fare nulla per impedire quanto successo.”
“ Come fai a dirlo?”
“ E tu?”
Jill strinse la mascella, ma non rispose.
“ La vita è piena di “se”, ma non possiamo cambiare quanto è già avvenuto, non possiamo tornare indietro nel tempo. Tuttavia possiamo decidere cosa fare con quello che ci viene ancora concesso. Ora quello che possiamo fare è continuare il nostro cammino e far sì che la dipartita di Aragorn non sia stata priva di valore. Ora” la guardò dritta negli occhi “quello che possiamo fare è proteggere questa gente come lui stesso avrebbe fatto. So che stai soffrendo, tutti noi sentiremo la sua mancanza. Enormemente.” si portò una mano al petto “ Ma il mio cuore mi dice che non possiamo desistere proprio ora che il bisogno incalza. E il tuo, Jill?”
La Corsara chiuse gli occhi, traendo un profondo respiro. Lo esalò lentamente.
“ Anche il mio mi dice di non arrendermi.” disse con decisione riaprendo gli occhi.
“ Va bene, allora…”
“ Andrò a cercarlo.”
Legolas inspirò a fondo.
“ Jill…”
“ Mi hai chiesto cosa dice il mio cuore.” alzò il mento ostinata “ Ebbene, mi dice che Aragorn è ancora vivo.”
“ Anche con la più grande delle fortune dalla sua parte non può sopravvivere a quelle rapide, Jill: la corrente è troppo forte e le sponde ripide e rocciose. Mi dispiace, ma temo che il suo corpo potrà riposare solo una volta a valle, diverse miglia lontano da qui.”
“ Lo so, per questo vado a cercarlo: avrà bisogno di aiuto.”
I cavalieri erano rimontati tutti in sella, re Theoden attendeva pazientemente i superstiti della Compagnia. Legolas le afferrò le spalle.
“ Jill, sii ragionevole. Ammiro la tua determinazione, ma questa volta non c’è tempo per seguire l’istinto, dobbiamo fare ciò che ci siamo ripromessi entrando a far parte di questa Compagnia: salvare la Terra di Mezzo, proteggere tutta questa gente dallo sterminio.”
“ Non intendo venir meno alla mia promessa: questa gente, la Terra di Mezzo, noi tutti abbiamo bisogno di Aragorn. Ma ora è lui che ha bisogno del nostro aiuto ed io non posso abbandonarlo!”
“ Maledizione, Jill!” le strinse le spalle “ Non puoi per una volta fare semplicemente come ti viene chiesto?!”
“ Io non voglio fare semplicemente come mi viene chiesto.” gli rispose lei, il tono duro e lo sguardo glaciale.
“ Questo s’è capito, tu non vuoi mai seguire i consigli di qualcun altro, bensì sempre e solo la tua testa cocciuta e avventata!” sbottò lui “ Ma questo non è il momento per le leggerezze: c’è una guerra che incombe, esseri malvagi e folli che intendono sterminare intere popolazioni stanno sguinzagliando i loro eserciti con l’unico scopo di distruggere tutto ciò che incontrano. Non posso permetterti di scorrazzare da sola per queste brughiere che pullulano di Orchi, Mannari e chissà quali altre diavolerie!”
“ Perché?” lo sfidò con uno sguardo sfrontato “ Ho forse bisogno del tuo permesso?”
Legolas si raddrizzò, staccando le mani dalle sue braccia, come se fosse stato scottato.
“ Hai detto bene” proseguì lei “ faccio sempre di testa mia, cosa che fin ora mi ha tenuta in vita, nonostante tutto. Quindi continuerò a seguire i consigli del mio cuore anziché gli ordini di qualcun altro.” fece una reverenza esagerata “ Col tuo permesso, principe, prendo congedo.” e si voltò per avvicinarsi a Huan.
L’Elfo la guardò montare sulla groppa del Lupo e rivolgere un cenno di commiato a re Theoden e a Gimli. Poi Huan balzò in avanti, spostandosi da una roccia all’altra con agilità, diretto verso il torrente.
Legolas la osservò dalla cima del dirupo, ma gli occhi della Corsara restarono ostinatamente puntati verso il corso d’acqua, attenti a non incontrare il suo sguardo. Gimli gli si affiancò.
-         
Sai – proruppe – non immaginavo che anche tu potessi arrabbiarti a quel modo. –
-         
Come, scusa? – gli rispose Legolas, l’espressione ancora accigliata e la fronte solcata da rughe di preoccupazione.
-         
Non ho la tua età, ma non sono mica nato ieri, sai? Immagino che tu e Jill abbiate avuto una bella discussione telepatica, o come diamine comunicate voi, giusto? –
Sghignazzò dello sguardo perplesso che l’Elfo gli rivolse.
-         
Amico mio, forse non te ne sei accorto, ma quando si tratta della piccola Jill diventi particolarmente espressivo. E non è difficile intuire il motivo per cui avete litigato. – accennò al torrente – La nostra impulsiva Corsara ha deciso di cercare Aragorn, forse perché convinta che sia ancora vivo. – scosse la testa abbattuto.
-         
Hai centrato il punto. –
-         
Immagino tu abbia tentato di dissuaderla. –
-         
Certamente! È una follia pensare che possa essere sopravvissuto a una simile caduta. E anche se ce l’avesse fatta, la corrente del fiume gli avrà frantumato le ossa contro le rocce delle sponde. – si portò le mani alla testa, accucciandosi a terra – È una follia. Eppure lei non ha voluto darmi retta e non ho potuto fare nulla per impedirle di andare a cercarlo. –
-         
Da quel che so, Jill ha perso molte persone a lei care. Suo padre è stato ucciso, la sua città bruciata e la popolazione massacrata, Saruman l’ha tradita e mutilata e per un pelo non perdeva anche Gandalf. Non è strano dunque che si aggrappi anche alla più flebile speranza che Aragorn sia ancora vivo. –
-         
Lo so… -
-         
E non penso dobbiamo preoccuparci della sua incolumità nell’immediato. Sono certo che lei e il Lupo siano in grado di badare a se stessi e che presto ci raggiungeranno al Fosso di Helm. –
-         
Lo so… -
Il Nano gli batté una pacca sulla spalla.
-         
Non ti va a genio l’idea di separarti da lei, vero? –
-         
Per niente. –
-         
E di non avere influenza sulle sue decisioni… -
-         
Vorrei solo poterla aiutare e proteggere… - rispose in tono angosciato – Ma lei non vuole il mio aiuto e sfugge ai miei tentativi di tenerla lontana dai pericoli. Anzi, ogni tanto mi vien da pensare che lo faccia apposta a cacciarsi nei guai! –
Gimli scosse la testa, sorridendo sotto i folti baffi.
-         
Amico mio, non ti invidio per niente: ti sei innamorato di una donna davvero impegnativa! –
Legolas gli rivolse un altro sguardo sconvolto.
-         
E non guardarmi con quell’espressione stralunata! – rise il Nano – Te l’ho detto che quando si tratta di Jill sei estremamente eloquente: persino un ebete si accorgerebbe degli sguardi rapiti che le rivolgi! –
-         
Non è per quello che sono sbalordito. Mi hai chiamato “amico mio”. –
-         
Oh – bofonchiò Gimli – Davvero? Magari hai sentito male. –
-         
Due volte. – ghignò l’Elfo.
-         
Oh. – distolse lo sguardo impacciato – Abbiamo fatto attendere anche troppo sire Theoden, sarà il caso di rimontare a cavallo e dirigerci verso il Fosso di Helm. Santi numi, c’è una battaglia alle porte! –
Legolas si fermò accanto al destriero.
-         
Ti aiuto a montare in sella, amico mio? –
Il Nano imprecò fra sé e sé per tutto il percorso fino al Fosso di Helm.

Jill s’acquattò sulla riva del fiume, sondando con attenzione il terreno.
Dopo minuti che parvero ore si raddrizzò: nulla. Un’occhiata a Huan le fece capire che anche la sua ricerca era stata infruttuosa. Eppure avevano setacciato con attenzione le sponde di quel rivo per un paio di miglia, fino al punto in cui la corrente s’indeboliva. Più avanti un rombo ovattato dalla vegetazione preannunciava la presenza delle rapide.
“ Maledizione!” imprecò verso il cielo.
Sperava di trovare qualche traccia che potesse ricondurre al Ramingo come era accaduto nel caso degli Hobbit al limitare della Foresta di Fangorn, ma non v’era segno di Aragorn lungo quelle sponde. Se solo avesse potuto evocare un incantesimo…
Se!” pensò con frustrazione “ Se avessi ancora la mia voce riuscirei forse a fare un incantesimo di localizzazione, ma io non ce l’ho più la mia dannata voce!” balzò nell’acqua, desiderosa di poter urlare a squarciagola “ Me l’hanno strappata via!” menò un pugno nell’acqua “ Come mi hanno strappato via la mia casa, la mia gente, mio padre! E ora” volse uno sguardo disperato verso l’acqua che scorreva attorno alle sue gambe, le braccia abbandonate lungo i fianchi “tu vuoi portare via Aragorn…”
-         
Chi sarebbe questo Aragorn? –
Jill alzò lo sguardo, incontrando un volto…blu.

 

 

 

Continua…

 

 

  
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