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Autore: RedelNord    07/10/2018    1 recensioni
E se Robb Stark si fosse alleato con Daenerys durante la sua guerra? E se i Karstark non lo avessero abbandonato? E se Arya avesse preso parte alla riconquista del Nord? The North Remembers è un'avventura di calibro epico che vi trascinerà in una delle storie più amate di tutti i tempi e ve la farà vivere come nessun altro potrà fare.
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arya Stark, Jon Snow, Robb Stark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 “Siamo desolati di violare il tuo lutto, ma ritieni di poterci concedere udienza questa sera?”Azzardò Lothar Frey. “Con piacere” disse Robb. “Non è mai stato mio desiderio creare inimicizia tra noi.” “Né è mai stato mio intendimento esserne la causa” aggiunse la regina Talisa.  -Né è mai stata mia intenzione tagliare il collo a tuo padre!- Mik non poté fare a meno di pensarlo, quanto avrebbe voluto uccidere quel vecchio bastardo! Se Walder aveva mandato quel' inutile insetto a trattare con loro era chiaro che non aveva preso troppo bene la decisione di Robb di sposare un'altra donna. A Mik non piacevano i Frey ma non poteva negare che erano stati molto utili alla causa fino a quel momento e che sarebbero potuti ancora servire, perciò conveniva tenerseli amici. Anche se dover apparire servile non era mai stato nella sua natura, almeno con chi lui non voleva apparirlo e o esserlo. Altre persone poi si fecero avanti per porre le loro condoglianze al Re del nord finché questi non congedò anche sua moglie. Robb si voltò, erano rimasti solo Mik e lady Catelyn. Poco dopo Mik si ritrovò a camminare con il re e la madre di questi nel parco degli dei. “Vi sono grato per la lealtà che mi avete dimostrato ser Karstark.” Il ragazzo si sentì lusingato e disse: “potete pure chiamarmi Mik vostra maestà. In ogni caso io non tradirò la causa in cui credo. Io non vi abbandonerò sire.” Il re gli rivolse uno sguardo pieno di gratitudine e poi aggiunse: “sarete odiato da tutta la vostra famiglia per questo, Mik.” Il nipote di lord Rickard lo sapeva ma non gli importava, era sicuro di aver fatto la cosa giusta. “Se per ottenere ciò che voglio è il solo prezzo da pagare allora non mi preoccupo.” Robb proseguì rivolgendosi a tutti e due i suoi ascoltatori: “Lothar sembra ben disposto, e questo è un segno di speranza. Abbiamo bisogno dei Frey.” Stavolta fu lady Tully a rispondere: “questo non vuol dire che torneranno con noi.” Mik annuì e il re lo imitò. Le cose non stavano andando bene per niente: i Lannister erano riusciti a creare un' alleanza con i Tyrell, una con i Martell e loro non riuscivano nemmeno a mantenere una promessa fatta con un vecchio bavoso e tirchio. Inoltre anche i Karstark, tranne ovviamente le truppe di Mik, avevano abbandonato il re. “Avrei dovuto scambiare Sansa con lo Sterminatore di re, proprio come mi avevi suggerito” disse Robb rivolgendosi alla madre. “Il tuo pensiero era rivolto alle battaglie, e giustamente. Nemmeno un re è in grado di pensare a tutto.” Rispose lei.
“Battaglie” mugugnò Robb mentre si dirigevano tra i grandi alberi del parco degli dei. “Ho vinto tutte le battaglie che ho combattuto, eppure sto perdendo la guerra.” Mik fu terrorizzato da quelle parole ma esse dicevano la verità, ciò che serviva era una svolta favorevole; e riallacciare i legami con i Frey era già un passo importante. Anche se tutt'altro che una svolta decisiva. Robb continuò: “Gli uomini di ferro tengono Grande Inverno ed il Moat Cailin. Mio padre è morto, come Bran e Rickon e forse anche Arya. Mik allora intervenne dicendo: “signore lasciate che mi occupi io degli uomini di ferro, riconquisterò Grande Inverno per voi!” Robb lo guardò ma dal suo sguardo non trapelava neanche un briciolo di assenso. “No Mik ho bisogno più che mai di te, qui e ora. Non posso affrontare tutte queste cose da solo.” Mik comprese e si zittì, anche se dentro di se covava un profondo rancore verso gli uomini di ferro. Lo aveva sempre covato ma ora era ancora più elevato. Il re continuò: “Madre, c'è qualcos'altro che devi sapere.” “E devi saperlo anche tu.” Disse poi rivolgendosi a Mik. Lady Catelyn chiese: “si tratta dello Sterminatore di re?” “ No di Sansa.” Il nipote di lord Rickard non poté fare a meno di notare che la madre del re aveva uno sguardo pieno di incredulità mista a terrore, e lui aveva già capito cosa stesse pensando e ne ebbe la conferma quando lei chiese a Robb: “Lei se n'è... andata, Robb?” “Andata?” Lui parve scosso. “Morta?Oh, madre, no, non è questo. Non le hanno fatto del male, solo che... un corvo messaggero è arrivato l'altra notte. E io... non ho trovato la forza di dirtelo, non fino a quando tuo padre non avesse raggiunto il suo riposo.” Robb le prese una mano. “L'hanno fatta sposare a Tyrion Lannister.” Calò un silenzio che presto si rivelò breve: “Tyrion aveva giurato di scambiarla con il fratello “ disse Catelyn annientata. “Sansa e Arya, tutt'e due. Le avremmo riavute se in cambio gli avessimo ridato il loro prezioso Jaime... Il  Folletto aveva giurato davanti a tutta la corte. Come ha potuto sposarla, dopo aver detto ciò che ha detto al cospetto degli dei e degli uomini?” Mik scosse piano la testa, come era possibile che lady Catelyn si fosse fidata di un Lannister? Non gli piacque ammetterlo ma era vero ciò che si diceva: gli Stark sono veramente degli ingenui. Eroici e coraggiosi senza dubbio ma degli eroi ingenui comunque. Robb disse: “Tyrion Lannister rimane fratello dello Sterminatore di re. Infrangere giuramenti è qualcosa che i Lannister hanno nel sangue.” Lady Catelyn aggiunse: “avrei dovuto lasciare che Lysa scaraventasse giù quel piccolo mostro dalla Porta della luna. Povera Sansa... perché hanno voluto farle una cosa simile?” “Per Grande Inverno.” Robb aveva risposto senza esitazione. “Adesso che Bran e Rickon sono morti, la mia erede diretta è Sansa. E se dovesse accadere qualcosa a me...”
“Non ti accadrà nulla!” Lady Catelyn strinse la mano di suo figlio. “Non potrei sopportarlo. Mi hanno portato via Ned e i tuoi cari fratelli. Ora Sansa è sposata, Arya è perduta, mio padre è morto... Se dovesse succederti qualcosa, io impazzirei, Robb. Tu sei tutto ciò che mi rimane. Sei tutto ciò che rimane del Nord.” Il re rivolse un veloce ma eloquente sguardo a Mik poi si rivolse di nuovo alla madre: “Non sono ancora morto madre.” Di colpo, la lady di Delta delle Acque fu in preda al terrore. “Non è necessario combattere le guerre fino all'ultimo sangue. Non saresti il primo re a fare atto di sottomissione, e nemmeno il primo Stark. Thorren Stark si sottomise a Aegon il conquistatore per preservare la sua gente dal fuoco dei draghi.” “Aegon aveva forse ucciso il padre di Thorren?” Robb ritirò la sua mano da quella della madre. “Io non mi piegherò a Joffry Lannister.” Mik notò che il re era risoluto e fermo nelle sue convinzioni ed era questo che contava. “Ho il permesso di ritirarmi?” Chiese Lady Catelyn. Robb annuì e lei si allontanò. Mik allora si rivolse al re, mentre guardava ancora la madre di questi andarsene, e disse: “forse lo scambio di prigionieri con i Lannister ci avrebbe permesso di chiudere un fronte. Anzi ne sono più che sicuro.” Robb lo guardò: “No.” Disse, “i Lannister non avrebbero barattato il Nord con lo Sterminatore di re, inoltre ho intenzione di marciare su Grande Inverno quanto prima.” Mik si girò verso il suo sovrano e chiese: “davvero?” “Si” rispose questi, “una volta recuperati i Frey torneremo a Nord e ci riprenderemo le nostre terre.” Mik allora disse: “signore potremmo trattare con gli uomini di ferro. Potremmo dare loro ciò che vogliono in cambio di un'alleanza militare, se tutto ciò che vogliono è la Costa Pietrosa potremmo concedergliela.” Robb lo guardò storto, “loro mi hanno tradito, non vogliono solo la Costa Pietrosa, e inoltre è infruttuoso ragionare con loro. L'unica cosa che capiscono è il ferro. -Noi non seminiamo.- No infatti perché sarò io a seminare, seminerò la terra dei loro cadaveri. Ma Theon no!” “Oh no, ho in mente qualcosa di più divertente per lui, qualcosa al livello di ciò che ha fatto. Lo farò scuoiare vivo e appenderò la sua pelle marcia ad uno stendardo e la porterò come vessillo.” Mik vide una rabbia incontrollata nello sguardo del re qualcosa di inumano. Poi accadde qualcosa che lui non si aspettava: Robb crollò sulle sue ginocchia e cominciò a piangere coprendosi la faccia con le mani. Mik capì che era il momento di andarsene, e fece così.

Quella sera al desco se Robb appariva distaccato, Edmure affranto e Mik pensieroso. Lothar lo Storpio fece da contraltare a tutti e tre. Fu molto cortese: porgendo a Catelyn delle delicate condoglianze per la perdita del padre e dei due figli minori, lodando la vittoria di Edmure al Mulina di Pietra, quella di Robb ad Hoxcross e porgendo i complimenti a Mik per il modo in cui aveva risollevato il morale dei suoi soldati e li aveva convinti a proseguire la guerra. Quando ebbero finito di cenare Lothar disse che prima di passare alla questione alleanza,  bisognava affrontare un'altra questione non meno importante: raccontò di come Grande Inverno fosse stata saccheggiata e bruciata, Mik notò che il re era sconvolto; chiese molte volte se si sapesse qualcosa su Theon ma niente era certo. Almeno stando al resoconto di Lothar, inoltre ora i superstiti erano al sicuro a Forte Terrore. Mik dubitò grandemente di questa cosa, se c'era una cosa di cui fosse sicuro era l'inaffidabilità dei Bolton. Non perché fossero degli incapaci, al contrario, perché erano fin troppo svegli. Abbastanza da tradire senza farsi scoprire. Erano furbi, oltre che orgogliosi e sanguinari e vivere sotto Ramsay Snow, almeno secondo Mik, non è ciò che si può definire vivere tranquilli. Ad ogni modo una volta finito anche questo racconto Lothar,  sotto grande pressione di re Robb,  passò al problema matrimonio: “il lord mio padre rinnoverà il giuramento di fedeltà al re del Nord, a condizione che sua maestà porga le sue scuse di persona... faccia a faccia.” A Mik balenò subito un pensiero e si affrettò a ribattere: “un momento, io non sono d'accordo!” disse alzandosi dalla sedia posta al lato sinistro del re. “Perché lord Frey vuole che sia il re a venire a scusarsi. Non gli basta una lettera?” Lothar parve indignato, lady Catelyn si giro verso Robb, il suo sguardo era privo di espressione ma Mik avrebbe giurato che lei fosse d'accordo con lui. Fu il re a rompere il silenzio: “ser Mik, lord Walder ci sta offrendo delle condizioni accettabilissime. Inoltre è a me che spetta la decisione.” Mik fece per rispondere ma le cose de voleva dire non poteva dirle in presenza di Lothar ed in ogni caso non lì. Così si sedette. “Non ho mai avuto intenzione di creare inimicizia tra noi.” Disse il re rivolgendosi a Frey, “I Frey hanno combattuto valorosamente  al mio fianco ed io desidero averli ancora con me.”

-Già per farne fuori quanti più possibile-  pensò Mik sistemandosi gli ondulati capelli castani sopra la fronte e lisciandosi la sua corta barba da ventenne. “La tua cortesia mi lusinga, maestà. Il lord mio padre ha posto i seguenti termini: l'unione di lord Tully con mia sorella Roslin: una fanciulla di sedici anni. Disse Lothar.”  Edmure si agitò sullo scranno. “Non sarebbe meglio se prima la incontrassi?” Lo sguardo di Mik si spostava a seconda di chi parlava, voleva tenere d'occhio Frey. Era sicuro che dietro questa svenevole manifestazione di cortesia ci fosse qualcosa di oscuro e letale pronto a scagliarsi sul suo re. “Mi spiace mio lord ma è desiderio del lord mio padre che questo matrimonio avvenga immediatamente.” proprio mentre Edmure stava per replicare intervenne Catelyn: “mio fratello ha appena perso il padre. Ha bisogno di tempo per il lutto.” “Roslin è una fanciulla luminosa,” insistette Lothar. “Potrebbe rivelarsi proprio ciò di cui Edmure ha bisogno per superare il dolore.” “Lasciaci riflettere qualche istante.” Disse Robb. Lothar allora chino il capo e uscì dalla sala. Edmure era furibondo: “Quello che ha detto non ha alcun senso. Perché dovrei lasciare che sia quel vecchio bavoso a scegliere la mia sposa? Io sono il suo lord è lui che deve obbedirmi!” “Sai che è un uomo orgoglioso” disse Catelyn. “E noi lo abbiamo ferito.” -Già e purtroppo non è ancora morto- pensò Mik. Guardando Robb si rese conto di come fosse frustrato, stressato: stava osservando il tavolo con uno sguardo perso, mentre sua madre e sue zio discutevano. “Non accetterò di essere coperto di vergogna nel mio stesso castello. La mia risposta è no.” Robb allora prese la parole e lanciò a suo zio un'occhiata cauta: “non ti darò alcun ordine zio.” Lo sguardo di Robb era eloquente: aveva bisogno dei Frey, non poteva permettersi di perdere anche loro. “Ma se rifiuti, lord Frey lo prenderà come un insulto. E ogni speranza di riallacciare i nostri legami con i Frey sarà perduta. “Questo tu non puoi saperlo.” Ribatté Edmure. “ Frey ha sempre voluto darmi in sposa una delle sue figlie. Non ha alcuna intenzione di lasciarsi sfuggire un'occasione come questa. Quando Lothar gli porterà la nostra risposta allora vedrai che starà alle nostre condizioni.”  “Non c'è il tempo materiale per tutte queste trattative.” Disse Mik, anche se era riuscito a capire che il discorso di Edmure non poteva funzionare non lo disse subito e preferì non aggiungere altro. “Io devo tornare al Nord.” Le mani di Robb si serrarono a pugno. “I miei fratelli sono morti, Grande Inverno distrutta, la mia gente sterminata. Non posso restare qui seduto ad aspettare un matrimonio che potrebbe avere o non avere luogo.” “ Deve avere luogo” disse Catelyn. “Edmure, ti garantisco che non sono più disposta di te a sopportare le lamentele di Walder Frey. Al tempo stesso vedo ben poca scelta. Senza questo matrimonio la causa di Robb è perduta. Fratello... noi dobbiamo accettare.” Edmure sentendosi gli sguardi di tutti addosso alzò le braccia al cielo e disse: “che gli Estranei vi portino alla dannazione! E va bene, la sposo quella ragazza, la sposo. Per fare ammenda.” Fuori dalla sala Robb si diresse verso Mik e disse bisbigliando: “Ti devo parlare.” “Esattamente tra mezz'ora nei miei appartamenti, mia moglie non ci sarà.” Mik notò che era visibilmente stressato e stanco. Il re fece per andarsene ma si fermò dopo aver fatto due passi e si girò di nuovo verso di lui. “Assicurati di non essere seguito. Va bene?” Mik annuì, annuì anche Robb e poi se ne andò.

Dopo poco tempo passato solamente a fissare la clessidra della mezz'ora Mik uscì dai suoi alloggi per recarsi a quelli del re. La stanza di questi si trovava più in alto di quella di Mik perciò l'erede di Kharold dovette salire molti gradini prima di arrivare agli alloggi di Robb. Quando fu davanti alla porta della stanza alzò la mano come per bussare ma la porta si aprì prima ancora che lui potesse battere anche solo un colpo. Il volto del re non era molto visibile, nella stanza l'unica fonte di luce proveniva da un paio di candelabri appena distinguibili, in mezzo all'oscurità, posti sopra una mensola al di sopra del caminetto. “Entra” disse Robb.  Mik entrò cautamente e si mise a sedere su una poltrona vicino al caminetto. Si guardò introno: la stanza era piuttosto piccola, non il genere di stanza che si addice ad un re. Dietro la poltrona di Mik si trovava un tavolo con sopra una mappa dei sette regni e attorno delle sedie, davanti a lui invece c'era un'altra poltrona su cui stava seduto il re, esattamente dietro di esso si trovava il letto ed al suo interno: la regina. “avevate detto che saremo stati soli” disse Mik indicando con la testa la regina distesa sul letto. Robb si girò per guardarla ma poi si rivolse di nuovo a Mik: “ora dorme, non ci può sentire.” Forse era vero ma a Mik non piaceva troppo parlare in privato con una persona non compresa nella conversazione. Robb si mise ad armeggiare con il caminetto e di lì a poco tempo riuscì ad accendere il fuoco. Ora con la luce del fuoco Mik riuscì a distinguere meglio le forme degli oggetti in quella stanza, notò anche che dietro la poltrona del re a sinistra del letto si trovava un'altra porta, Mik pensò che desse su una specie di balcone piccolo, dopotutto quasi tutte le stanze lo avevano. Riuscì a vedere anche cosa indossava il re: portava solo una vestaglia chiusa da una corda del medesimo colore, i piedi nudi sul tappeto nero che ricopriva il pavimento di tutta la stanza. Mik invece indossava un farsetto nero attillato, che gli metteva in mostra la muscolatura possente, imbottito di pelo di lupo tinto di bianco, delle brache larghe grige e degli stivali corti neri. Il re era impassibile e fissava il fuoco: nei suoi occhi si poteva leggere un grande concentrato di emozioni, ma era visibilmente: triste, preoccupato, stressato e stanco. “Che c'è maestà?” Chiese Mik. Robb si girò verso di lui: gli occhi sbarrati ed il corpo rigido, afferrò un rotolo di pergamena che si trovava sulla mensola del caminetto e lo porse a Mik che lo lesse, le ultime parole erano queste : è indubbiamente la massima potenza del continente orientale.            Mik alzò gli occhi dalla pergamena e non riuscì a credere a ciò che aveva appena letto. Robb stava ancora fissando le fiamme nel caminetto. Ci fu un silenzio piuttosto duraturo che venne poi rotto dal re: “lei è la nostra unica speranza.” Disse continuando a fissare il fuoco. Mik non riusciva a crederci, dei draghi, draghi veri. Certo avere un drago alla testa del proprio esercito significherebbe essere invincibili. Ma un pensiero lo colse: “perché dovrebbe accettare di allearsi con noi? Noi non abbiamo niente da offrirle.” Robb allora rivolse lo sguardo verso Mik: uno sguardo carico di divertito disaccordo: “Daenerys ha a sua disposizione un'imponente esercito è vero. Ma per arrivare fin qui le serve una flotta, cosa di cui al momento è sprovvista.” Mik allora capì, capì ciò che il re voleva offrire a Daenerys. “Dunque volete fornirgli una passerella fino al Trono di Spade in cambio del suo appoggio militare?” Robb continuò a guardarlo e disse: “Daenerys non riesce a gestire al meglio la sua situazione come dominatrice dell'est, perciò sarà più propensa a venire qui a governare. Del resto rimane questo il suo sogno.” A Mik sovvennero alcune perplessità: “ma se Daenerys non è in grado di tenere l'est e lei lo sa, allora perché dovrebbe accettare di venire?” Robb si limitò a sospirare. E dopo essersi messo meglio a sedere rispose: “hai ragione. Hai ragione.” “Ma Daenerys sa che sta perdendo il suo tempo la ad Essos, e sa inoltre che è meglio sfruttare questa occasione ora che si trova al massimo della sua potenza. Perché un giorno potrebbe perdere tutto, e allora sarebbe troppo tardi per una riconquista del trono.” Si fermò per riprendere fiato. Poi rivolse il suo sguardo al tavolino che si trovava tra la sua poltrona e quella di Mik, afferrò la caraffa che vi si trovava sopra e riempì i due bicchieri di vetro, che si trovavano lì con la caraffa, con ottimo vino di Arbor. O così, almeno lo presentò a Mik prima di porgerglielo. Robb scossa leggermente la testa poi bevve un sorso, dopo parlò: “inoltre, se qualcuno dovesse aiutarla a riconquistare il trono quel qualcuno potrebbe ottenere un compenso per i suoi meriti.” Mik bevve un sorso di vino, poi parlò: “dunque volete aiutarla a massacrare i Lannister in cambio di un posto come Primo Cavaliere?” Robb tolse il bicchiere dalle labbra: “No.” Disse con un'espressione indignata, “io voglio fornirle i mezzi per detronizzare i Lannister ma non la voglio obbligare a nominarmi Primo  Cavaliere.” Mik riscontrò delle piccole incongruenze che ebbe l'ardire di far notare al re: “possiamo anche offrire a Daenerys il nostro appoggio ma non siamo sicuri che potrà mai delegarvi Primo Cavaliere.” Robb non si scompose, si limitò a versare altro vino nella sua coppa. Mik allora gli porse anche la sua. “Daenerys sa di non essere una sovrana esperta. E di conseguenza potrebbe essere più propensa ad affidare metà del potere a qualcuno che di continente occidentale se ne intende. Qualcuno di cui si fida. Qualcuno che la aiutata a realizzare il suo sogno.” Dopo aver detto questo il re si porto la coppa alle labbra e bevve ancora. “Dunque siete certo che Daenerys affiderà il potere a voi?” Robb bevve tutto il vino che era presente nel suo bicchiere, poi mentre se ne versava ancora rispose: “più che certo.”  “Ma non sono io ad ambire a questo titolo.” Mik bevve il suo vino poi posò il bicchiere sul tavolino e chiese con aria perplessa: “e allora chi?” Robb era in procinto di versare altro vino nel suo bicchiere ma la caraffa era vuota, allora poso la coppa sul tavolino e disse: “tu.”
“Servirai come primo cavaliere della regina.” Mik era confuso e non riusciva a capire: “ma signore, lei affiderà la carica a qualcuno di cui si fida.” “Infatti.” Rispose Robb: “Sarai tu ad offrire la nostra flotta a Daenerys, sarai tu a trattare con lei. E così lei affiderà il potere a te a guerra finita.” Il re sembrava molto sicuro di se, Mik al contrario era perplesso e preoccupato. Tentò di riaprire la conversazione ma il re lo batté sul tempo. “Puoi ritirarti Mik, ho finito.” Mik si alzò chino il capo per salutare il re e uscì dalla stanza. Raggiunta la sua camera guardo fuori dalla finestra: stava piovendo. Pioveva sul maniero ma nessuno poteva sentire. Si le piogge erano sopra di loro ma non c'era un'anima che potesse sentire.

 


Un grandissimo ciao fans di Game of  Throns! Sono il vostro RedelNord, ed ecco a voi un nuovo capitolo. So di essermi fatto attendere, e chiedo perdono a tutti. Comunque ecco a voi il capitolo 3. Spero vi piaccia e ci vediamo presto con un nuovo capitolo... Ciao! 

P.S. Ho detto “capitolo” un po' troppe volte.       

   
 
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