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Autore: DezoPenguin    08/10/2018    1 recensioni
Elementary My Dear Natsuki parte quinta. Natsuki si avvicina alla verità sulla morte di sua madre, ma lo sguardo della Corte d'Ossidiana è caduto anche su di lei. Mentre Shizuru accetta di investigare sulla morte di un nobile straniero, ha il suo inizio un gioco di inganni con in palio il destino di entrambe.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Natsuki Kuga, Reito Kanzaki, Shizuru Fujino
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Elementary My Dear Natsuki'
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9.

"Merridew è morto?" non era una risposta intelligente, ma esprimeva il mio punto di vista.

"Sì, signorina Kuga, Merridew è morto. È stato trovato ucciso nel suo giardino l'altra notte."

"E voi pensate che Natsuki abbia qualcosa a che fare col delitto?" Shizuru c'era arrivata prima di me. "Reito, questo è assurdo!"

Kanzaki la ignorò.

"Credo che voi possediate un coltello, signorina Kuga? Fatemi il favore di mostrarmelo."

"Non hai bisogno di un mandato prima di poter aprire gli armadi nelle case altrui?"

"In caso non l'abbiate notato, il vostro stivale destro non è casa vostra, signorina Kuga. È nei miei diritti perquisire un sospettato, ma se insistete con il rispetto delle formalità, vi farò arrestare e condurre a Scotland Yard, dove una collaboratrice della polizia potrà effettuare la perquisizione."

Sospirai e tirai fuori il coltello dallo stivale.

"Ecco. Goditelo quanto vuoi – preferibilmente in un posto dove non posso vederti."

Lo tenni prendendolo per la lama, Tate lo prese e lo porse a Kanzaki.

"Una lama di sei pollici," disse. "La lunghezza è quella giusta, ma questa arma ha un taglio solo."

Posà il coltello sul tavolo.

"Comunque, non è necessario un genio per concludere che gettar via l'arma di un delitto è utile, e questo coltello prova che siete a vostro agio con una lama di questa misura."

"Kanzaki, stai cercando di dire che pensi che io abbia ucciso Maupertuis e Merrydew? La tua bambinaia sa che vai in giro con un'arma da fuoco in tasca?"

"Sono morti due uomini, signorina Kuga. Questa non è cosa su cui fare battute."

"Strano che tu lo dica, allora, perché l'unica cosa che sento sono battute. Battute niente affatto divertenti."

"Allora forse vi piacebbe spiegarci il vostro interesse nel defunto barone e nella Corte d'Ossidiana?"

"Non ho alcun interesse in tutto questo," mentii, "a parte il fatto che Shizuru è stata assunta per investigare l'omicidio del barone e io l'ho seguita come al solito."

"Davvero?" rispose lui. La sua espressione era sprezzante, perfino disgustata dal mio tentativo di ingannarlo, e non sprecò tempo a dirmi perchè.

"Allora forse c'è la chiaroveggenza tra i vostri talenti, perché è stato portato alla mia attenzione che avete fatto delle domande negli ambienti della malavita, sulla Corte, il Barone Maupertuis, e certi altri individui, poco dopo il nuovo anno. Vorrei che il sergente Tate avesse la capacità di indagare per me diversi mesi prima di un crimine, sarebbe una capacità davvero preziosa."

Come diavolo—? Il pensiero finì prima di cominciare. I pettegolezzi viaggiavano con la velocità di un fulmine, e anche se sapevo che Porlock e un paio di altre mie fonti non avrebbero mai tradito un cliente, avevo fatto domande qua e là e in alcune occasioni avevo interrogato persone che non erano necessariamente degne di fiducia.

E ora ne pagavo il prezzo.

Lanciai un'occhiataccia a Kanzaki.

"Non penserai davvero che me ne vada in giro ad ammazzare la gente?"

"È impossibile," disse Shizuru in tono piatto. "Natsuki non farebbe mai una cosa del genere."

Trattenni un sussulto. Era bello che avesse fiducia in me, ma viste le circostanze in cui mi trovavo, mi sembrava malriposta. Mi fece sentire male per lei.

"Voglio sapere che interessi avete in questa faccenda," abbaiò Kanzaki. "Cosa sapete della Corte? Cosa volevate sapere del Barone Maupertuis?"

"Qualunque cosa abbia chiesto, sono affari miei, non di Scotland Yard," ribattei.

"Questa è un'indagine per omicidio, Miss Kuga. Non pensate di nascondermi qualcosa —in particolare quando siete la principale sospettata."

"Non ho ucciso nessuno."

"Reito, guardatemi," lo interruppe Shizuru mentre lui prendeva fiato per un'altra domanda.

"Che c'è, Shizuru?" ringhiò lui.

"Vi ho detto che era impossibile che Natsuki abbia commesso quei crimini. Non parlavo in senso figurato, ha un alibi."

"Cosa? Chi?"

Shizuru sorrise.

"Io. E di solito sono un'ottima testimone. Alle undici e trenta, la notte dell'omicidio, la baronessa Maupertuis diede la buonanotte a suo marito e lo lasciò, ancora vivo, nel suo studio.

Natsuki è ritornata a Baker Street alle dieci e mezza, è andata a letto poco dopo, e posso testimoniare che non è uscita da qui almeno fino alle quattro del mattino, quando sono andata a letto io stessa."

"Mi sono sempre chiesta se dormivate davvero," dissi, ma ero veramente felice che non lo facesse. Reito Kanzaki, da parte sua, non era felice per niente. Curvò le spalle, con aria sconfitta.

"Il patologo della polizia ha confermato le ipotesi del dottor Arbuthnot confermando che il barone è morto verso l'una," ammise.

"Quindi dovrete cercare il vostro assassino da qualche altra parte."

"E Merridew? È uscito in giardino alle otto, secondo i suoi domestici. Alle dieci, preoccupati perché non l'avevano visto rientrare, sono andati a cercarlo e l'hanno trovato morto."

Ridacchiai.

"Stai avendo una brutta giornata, Kanzaki. Dalle sette e un quarto alle otto e mezza sono stata a cena da Mai, il ristorante di Limehouse. La proprietaria, la cameriera, l'uomo con cui stavo cenando, e probabilmente diversi clienti abituali testimonieranno che mi trovavo lì. Quindi, a meno che Merridew non abbia passeggiato in giardino per più di un'ora prima di essere ucciso, sarebbe stato impossibile per me pugnalarlo a…dov'è che vive, a proposito?"

"Kensington," Disse Shizuru. "Questo rende l'alibi ancora più solido, vero?"

Non potei fare a meno di sorridere.

"La giornata continua a migliorare, vero, Kanzaki?"

"Infatti il chirurgo della polizia dice che Merridew è stato pugnalato attorno alle otto e mezza, il che significa che il vostro alibi era già valido ancor prima che ci ponessimo il problema del tempo che sarebbe stato necessario impiegare per arrivare a casa sua."

"E ora che abbiamo sistemato la questione, Reito, vi dispiacerebbe dirmi perché vi siete presentato qui a quest'ora tanto sconveniente, per accusare la mia amica e socia occasionale di un crimine tanto grave, senza altre prove a parte i pettegolezzi della malavita?"

Ora che la questione della mia libertà era stata sistemata, la voce di Shizuru era diventata dura e tagliente. Potevo solo immaginare come si sentisse; lei vedeva Kanzaki come un collega e un cliente regolare, in un rapporto basato sul reciproco rispetto per le loro abilità, e lui ora aveva fatto irruzione a casa sua e sputato accuse contro la sua amica senza alcuna esitazione o cortesia.

Mi aveva perfino puntato contro una pistola! Forse lei era stata ferita, forse si era perfino sentita tradita dalle sue azioni? Insultata dal modo in cui le conclusioni di lui si riflettevano su di lei? Di qualunque cosa si fosse trattata, era il genere di errore che cambiava le relazioni in modo significativo. Anche se Kanzaki si fosse scusato, cosa che dubitavo avrebbe fatto, le cose tra loro non sarebbero tornate come prima.

Per quanto mi riguardava lui non mi era mai piaciuto molto, quindi una volta superato lo shock e disposto del pericolo causato dalle sue accuse, le cose erano tornate come erano sempre state. Effettivamente, mi sentivo ringalluzzita dal modo in cui era stato buttato giù dal suo piedistallo.

"Voglio ancora sapere su cosa state indagando e perché," mi disse Kanzaki. A quanto pareva non avrei avuto scuse da lui.

"Si dice che accettare le delusioni faccia bene," ribattei. "Visto che non sono più sospettata di aver piantato un coltello nella schiena di Maupertuis e nel non so che cosa di Merrydew, non vedo perché dovrei dirtelo. Ora se volete scusarmi, me ne torno a letto. Ci sono persone che la notte dormono. Il tuo sergente sembra averne bisogno."

Feci per alzarmi, e Kanzaki fece un passo avanti, interrompendomi.

"Miss Kuga, non capite l'importanza di tutto questo? Anche se non avete ucciso quegli uomini, resta il fatto che qualcuno aveva interesse nel farlo, e i suoi motivi e i vostri potrebbero essere collegati. Sapete qualcosa della Corte e del Barone che noi non sappiamo, ed è vostro dovere condividerla con noi."

Lo fulminai con lo sguardo.

"Non vedo perchè."

"O forse pensate che la vostra lealtà vada a vostro padre? Siete la figlia dell'industriale tedesco Gerhart Kruger, vero?"

Questo mi confuse.

"Sì, ma…che cosa c'entra mio padre?"

"Negate che state lavorando per lui?"

"Non gli parlo da quando avevo cinque anni! Non ho contatti con i suoi rappresentanti fin da quando ho compiuto diciannove anni lo scorso agosto e lui mi ha tagliato i fondi. Perché lui dovrebbe essere rilevante?"

"Ha perso più di centomila sterline nel crollo della compagnia di Giava e Sumatra in quanto era uno dei principali investitori. Anche se è un milionario, quel genere di perdita deve aver bruciato, specialmente se sospetta che ci siano state manovre poco chiare che hanno portato al crollo."

"Quindi sospetti che io sia stata impiegata da lui? Che abbia scavato per scoprire gli affari sporchi della Corte, trovato le prove delle manipolazioni e delle truffe, e che infine abbia usato un coltello per insegnare ai coinvolti il prezzo da pagare quando si frega un Kruger?"

Cedetti e risi.

"Shizuru dice sempre che un detective deve avere immaginazione e suppongo tu debba essere un ottimo detective. Nemmeno Barrington avrebbe potuto inventarsi qualcosa del genere!"

Lo sguardo di Kanzaki divenne tagliente, e il suo cipiglio più profondo.

"Non apprezzo le vostre  prese in giro, Miss Kuga. O pensate che cercare di trovare l'assassino di due uomini, un nobile e il figlio di un nobile, sia divertente?"

"E io non apprezzo di essere tirata fuori dal letto alle quattro del mattino e accusata di quei delitti sulla base di prove trascurabili. Non apprezzo di essere minacciata con una pistola da qualcuno che in teoria rappresenta la legge, o di essere umiliata davanti a Shizuru."

"Dovete essere sottoposto a molte pressioni, per venire qui in questo modo con così poche prove," disse Shizuru.

Ma certo! Quella rivelazione mi esplose nella testa. Avrei dovuto capirlo prima, anche se le circostanze non favorivano i ragionamenti logici. Di certo la pressione su Kanzaki era enorme! Perché la Corte d'Ossidiana avrebbe dovuto sprecare tempo con scagnozzi e carrozze che potevo sconfiggere o evitare, quando potevano mettere la polizia contro di me!

Forse avrei dovuto essere impiccata-il Primo Distretto forse credeva che fossi davvero colpevole di quei crimini. O, e sarebbe stato più pratico, non sarei dovuta arrivare viva al processo, forse mi avrebbero trovata suicida in cella, o vittima di un crimine da parte di un'altra prigioniera. Dopotutto, una giuria avrebbe potuto considerarmi innocente nonostante gli sforzi della Corte.

Davvero una bella pressione!

Non che fossi così comprensiva nei confronti di Kanzaki. Dopotutto aveva ceduto alla pressione. Quello non era un atteggiamento equo da parte mia, per esempio forse gli era stato ordinato di arrestarmi, e sarebbe stato licenziato per insubordinazione se si fosse rifiutato. Tuttavia non mi sentivo tanto disposta a perdonare le sue azioni nei miei confronti. Era bizzarro come funzionavano quelle cose.

Kanzaki, da parte sua, aggrottò la fronte, essenzialmente confermando la deduzione di Shizuru.

"Vogliono delle risposte subito," ammise. "Due membri della Corte d'Ossidiana morti nel giro di due giorni, presumibilmente per opera della stessa persona, o gruppo di persone. Sospetto che questo stia mettendo sulle spine molte persone importanti, che si chiedono chi sarà il prossimo."

"A meno che, naturalmente, non si tratti della Corte che dispensa 'giustizia' su membri che l'hanno scontentata, e ora stanno cercando una copertura."

Parte di me voleva parlare. Sapevo, al contrario degli altri, che Maupertuis era stato uno degli Anziani della società e quindi era estremamente improbabile che il suo omicidio fosse stato 'un lavoro interno'. Questo puntava i sospetti sugli estranei che, come me, avevano subito un torto dalla Corte, o forse su un gruppo rivale in competizione con la Corte per la stessa vittima

Ma comunque, realizzai, non era necessariaente vero. E se Maupertuis e Merridew avessero offeso in qualche modo il Principe di Ossidiana? Una specie di colpo di stato, forse-la storia era piena di ministri, cancellieri, e nobili che si ribellavano contro i loro sovrani. In tal caso, punire i colpevoli e incastrare me avrebbe potuto essere stato il loro piano fin dall'inizio, sventato dal coinvolgimento di Shizuru nel caso e dal lungo rapporto di lavoro che Kanzaki aveva con lei.

Mi girava la testa. Tutto quel giro di complotti e contro complotti era troppo assurdo! Non avevo idea di come Shizuru potesse tenere tutte queste cose in testa in modo ordinato, io avrei avuto bisogno di uno schema solo per tenere il conto di chi e quando pugnalava alle spalle chi. Stavamo ancora speculando su chi ci fosse in gioco, figuriamoci sapere quello che aveva fatto.

"Avete interrogato l'amante del barone?" stava chiedendo Shizuru. Lei, d'altro canto, era nel proprio elemento, discutendo con professionalità con l'ispettore come se si fosse lasciata alle spalle tutte le spiacevolezze. Guardai Tate, lui mi sorrise timidamente e si strinse nelle spalle, con aria comprensiva. Forse lui, io e Yukino Chrysant avremmo dovuto formare un club per gli aiutanti dei detective.

"Robin Grayle? Sì, è un'attrice di Drury Lane. Non ha il talento di Ellen Terry, a giudicare dalle critiche, ma ha il viso e la figura per essere quello che è, il costoso ornamento di un ricco gentiluomo. Non abbiamo trovato prove che non sia altro che quello che sembra. Anche se la morte del Barone Maupertuis l'ha privata di un generoso protettore, dubito che avrà problemi a rimpiazzarlo, più che rattristata sembrava scioccata dalla notizia, e non credo che sia tanto brava come attrice da interpretare la parte della donna coraggiosa. Ah, ed ha anche un alibi per la notte del delitto: lei e un gruppo di suoi amici attori hanno presenziato a una festa al Rule's Cafe per celebrare il successo della loro nuova commedia, e il party è cominciato alle undici per finire alle tre del mattino. Abbiamo interrogato i testimoni, e le loro versioni collimano."

"Questo sistema uno dei punti in sospeso," riflettè Shizuru. "Avrò il permesso di esaminare la scena dell'omicidio Merridew?"

Kanzaki aggrottò la fronte.

"Sapete cosa penso del fatto che siate coinvolta in questo caso, Shizuru," disse. "Non posso impedire alla Baronessa di concedervi l'accesso alla sua casa, ma non avete queste libertà da Merridew."

Per questo te l'ha chiesto, testa di legno, pensai, ma non lo dissi. Non subito, comunque.

"Se davvero volete che io non interferisca in questa faccenda," rispose lei, mantenendo un tono dolce che io non sarei stata in grado di ottenere, "allora Scotland Yard non dovrebbe insistere ad accusare di un crimine le persone che sono sotto la mia protezione. Prima la mia cliente e ora Natsuki; mi state rendendo impossibile ritirarmi dal caso in buona coscienza, anche se Natsuki vorrebbe che lo facessi."

Kanzaki mi rivolse uno sguardo insospettito. Potevo facilmente indovinare i suoi pensieri: perché vuole che Shizuru ne stia fuori? Ma in quel momento non era a lui che era rivolta la mia attenzione. Non quando Shizuru aveva detto quel 'sotto la mia protezione'. Che diavolo significava? Sotto la sua protezione? La Corte era un mio problema e lei lo sapeva bissimo (ora, per lo meno, visto che Kanzaki aveva rivelato il mio interesse). Se non altro, ero io che avrei dovuto proteggerla dalle conseguenze delle mie azioni. Non le avevo chiesto niente!

Mi ritrovai a stringere furiosamente i pugni, e dovetti letteralmente mordermi il labbro per evitare di alzarmi in piedi e aggredirla a parole. Arrabbiata com'ero, almeno avevo un minimo di senso per quanto riguardava il tempo e il luogo, non avrei mai mostrato i miei panni sporchi in presenza di Reito Kanzaki e Tate. La parte più pragmatica del mio cervello ci mise del suo, facendomi notare che avrei fatto meglio ad attendere ed ascoltare se avessi voluto sapere qualcosa di utile riguardo l'omicidio di Merrydew e di come avrebbe potuto essere legato ai miei problemi. Seguire quei crimini sarebbe stato il modo migliore di arrivare fino al Principe di Ossidiana, mentre Porlock rintracciava Lautrec.

Quindi chiusi il becco. Per il momento.

E comunque la frase di Shizuru sembrò funzionare. Che fosse stato convinto dalla sua argomentazione o che semplicemente si sentisse in colpa per la falsa accusa, lui cedette.

"Va bene, vi scriverò una lettera di permesso così gli agenti vi daranno accesso alla casa e alla scena del crimine. Posso usare la vostra scrivania?"

"Prego," rispose lei. Avevamo buttato via tutti gli appunti presi durante il nostro lavoro di decifrazione, quindi se avesse voluto ficcanasare, non ci sarebbe stato nulla da vedere. Scrisse e firmò la lettera e la tese a Shizuru.

"Così va bene?"

Lei la lesse, lo sguardo che correva sulle pagine.

"Oh, sì, andrà bene senz'altro."

"In tal caso ce ne andiamo, visto che stiamo solo perdendo tempo qui, a meno che-" Kanzaki si voltò verso di me "non siate in grado capire, signorina Kuga, che parlarci del vostro interesse nel Barone Maupertuis e nella Corte d'Ossidiana potrebbe aiutare la causa della giustizia."

"Non credo proprio."

"Bene. Ma ricordate che non sarete in grado di mantenere questo atteggiamento per sempre. Trattenere delle prove è un reato."

Si voltò con un ringhio e marciò fuori dalla porta, con Tate che lo seguì mentre guardava lui, me e Shizuru con espressione confusa. Sapevo come si sentiva. In qualche modo, non pensavo che Kanzaki facesse molte confidenze al suo aiutante, sia riguardo la pressione a cui era sottoposto sia riguardo al resto. Non che io mi trovassi in una situazione migliore, ma almeno non chiedevo aiuto a qualcuno nascondendogli, al tempo stesso, delle preziose informazioni.

Quando la porta si chiuse alle spalle di Kanzaki, comunque, sapevo che mi sarei sfogata. Stranamente mi sbagliai, almeno all’inizio.

"Come ha osato?" La sua voce era poco più di un sussurro, ma riempì l’aria della stanza come un grido.

"Come ha osato venire a casa nostra ed accusare Natsuki di quelle cose? Di essere un’assassina?"

Le mani di Shizuru erano posate sulle cosce, strette a pugno, e mi accorsi che stava letteralmente tremando di furia.

È davvero rimasta più turbata di me! Pensai, stupefatta. Io ero stata sorpresa, spaventata, poi arrabbiata, ma lei…

"Shizuru?" dissi, esitante.

"È intollerabile!"

"Shizuru?" ripetei.

"Non permetterò che—"

"Ehi, Shizuru!"

Alzò la testa di scatto e per un attimo i suoi occhi sembrarono stranamente vitrei, il loro vivido colore scarlatto sbiadito nella sfumatura smorta ed opaca del sangue rappreso. L’attimo seguente sembrò tornare in sé, il suo sguardo si concentrò su di me, invece che attraverso di me.

"Chiedo scusa, Natsuki. Mi dispiace davvero di aver causato tutto questo."

"Per l’amor del cielo, Shizuru, non è colpa vostra. Certo, lavorate spesso con Kanzaki ma lui non è sotto il vostro controllo. E non è colpa vostra se sono stata trascinata in tutto questo. Credetemi, avrebbe bussato alla nostra porta anche se voi non aveste accettato il caso Maupertuis, anche se non mi aveste mai chiesto di aiutarvi."

"Se non avessi mai—?" Sembrò perdersi per un altro mezzo secondo, il che stava cominciando a preoccuparmi davvero. Il modo in cui stava reagendo era davvero strano, e mi accorsi che doveva essere rimasta sconvolta non solo dal fatto che ero stata messa in pericolo. Dal tradimento, forse, di Kanzaki che aveva deciso di indagare su di me, la sua amica? O forse c’era qualcosa nel modo in cui aveva detto ‘casa nostra’ – il fatto che lui si fosse presentato alla nostra porta in piena notte con le sue accuse l’aveva fatta sentire più invasa di quanto sarebbe stato logico.

"Volete una tazza di tè?" offrii, nervosamente.

Lei scosse la testa.

"No, sto bene per il momento." Alzò lo sguardo, incontrando il mio. "Dico sul serio, Natsuki."

"Non è un bel modo di cominciare la giornata," notai.

"No, davvero."

Poi, naturalmente, cominciarono i guai, proprio come mi aspettavo. Una volta superata la tempesta emotiva, l’attenzione di Shizuru si diresse su uno dei dettagli significativi di quella conversazione, vale a dire:

"Nonostante la sua sconvolgente mancanza di giudizio in questo caso, Reito è un buon investigatore ed i fatti che presenta sono affidabili. Voi sapevate di questo caso ancor prima che diventasse un caso."

Non dissi nulla. Viste le circostanze, dubitavo che avrebbe aiutato la mia causa.

"È per questo che lo avete sostenuto, incoraggiandomi ad abbandonare le indagini?" continuò.

"No."

"No?"

Infilai le mani in tasca e camminai su e giù davanti al caminetto.

"In parte è così, lo ammetto. Sei mesi fa ci sarebbe stato di più, cioè il fatto che non volevo che ficcanasaste nei miei affari. Ora, però… "

Tirai fuori una mano dalla tasca e mi passai le dita tra i capelli.

"È come vi ho detto prima di andare ad incontrare Porlock. So quanto queste persone possano essere pericolose perché le conosco da già da molto tempo. Questo è un mio problema. Non ha nulla a che vedere con il vostro caso – è stato un mio problema da prima che vi incontrassi."

Rimisi la mano in tasca.

"Non voglio vedervi ferita, Shizuru, e non riuscirei a sopportarlo se vi accadesse qualcosa a causa di un affare in cui io vi ho trascinata."

"Voi non mi avete 'trascinata' nel caso Maupertuis. La baronessa Maupertuis mi ha legittimamente assunta come consulente investigativa. Voi non avete nulla a che fare con tutto questo."

"Se sapessi che qualcuno ha scavato una fossa in mezzo alla strada, e poco dopo sentissi che avete intenzione di prendere quella strada, mi sentirei in colpa se non vi avvertissi, anche se non vi avessi suggerito apertamente di andare da quella parte."

Shizuru annuì lentamente.

"Capisco cosa intendete."

"Allora voi—"

"Ma," mi interruppe, "per allargare la vostra analogia, potrei avere dei buoni motivi per prendere quella strada, visto che la mia decisione di imboccarla non dipende da voi, motivi che sono più importanti del pericolo di cui mi avete avvisata."

"Motivi? Quali motivi? Lavorare per una donna che non amava il marito e che probabilmente starà meglio senza di lui? L’eccitazione di risolvere un caso difficile e l’esaltazione mentale che ne deriva? La vostra reputazione come detective? Non ne vale la pena, Shizuru."

"Voi ne valete la pena, Natsuki?"

"Huh?" fu la mia brillante risposta.

"Il Capo Ispettore Kanzaki di Scotland Yard ha appena fatto irruzione in queste stanze alle quattro del mattino con l'intento di arrestarvi per due omicidi. E lo avrebbe fatto se non aveste avuto un alibi-e lui si accerterà di verificare se eravate davvero da Mai all'ora che avete detto. E non vi lascerà in pace, continuerà ad indagare sulla vostra connessione al caso perché potrebbe formare una parte rilevante dell'intero quadro. L'unico modo di fermarlo è dargli la soluzione, in modo che la vostra parte rilevante diventi solo una piccola nota a piè di pagina."

Non ero sicura che fosse così irrilevante, ma non era quello il punto.

"Kanzaki non mi preoccupa, anche se mi ha puntato contro una pisto—maledizione, si è preso la mia derringer! Tate non me l'ha restituita!" realizzai. Raggiunsi in fretta il tavolo e recuperai il coltello.

"Posso farli arrestare per furto? Mi farete da testimone, vero?"

Shizuru ridacchiò, probabilmente a malincuore.

"Quando li rivedremo gli chiederemo di restituircela, presumendo, naturalmente, che Natsuki abbia il regolare pemesso di detenere un'arma del genere."

"O possiamo considerare chiusa questa faccenda," dissi in fretta, strappandole un'altra risata. Si ricompose in fretta, però.

"Dovreste essere preoccupata, questa è una cosa seria. A meno che non stiate cercando di dirmi che Reito è l'ultima delle vostre preoccupazioni?"

Non risposi. Non ne avevo bisogno.

"In tal caso," continuò lei, "È vitale che continui le indagini."

"Shizuru—"

"Natsuki, anche se capisco che voi non volete confidarmi i vostri segreti, e che state cercando di proteggermi al meglio delle vostre abilità, dovete capire che non ho intenzione di voltarvi le spalle."

"Dannazione, non è la vostra battaglia."

"Sì, lo è," disse lei, con calma fermezza. "I miei motivi non sono quelli di Natsuki, ma esistono."

"Queste persone sono pericolose, Shizuru."

"E i Cunningham di Reigate non erano pericolosi quando voi avete strappato le mani del loro figlio dalla mia gola? O Cairns, o Hope, quando li abbiamo arrestati in queste stanze? Il caso Openshaw non ha forse riguardato una società segreta dedita agli omicidi? Perché questo è diverso?"

Non avevo modo di risponderle in modo soddifacente, invece mi diressi verso la porta della mia stanza, la aprii, ed entrai.

"Perché quelli non venivano per me," mormorai, mentre mi sbattevo la porta alle spalle.

  
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