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Autore: Sophie_moore    08/10/2018    2 recensioni
Questa storia fa parte della serie "Writober - RWBY's Alternative Universes"
Artclass!AU
Weiss era la Regina di Ghiaccio.
Ed era considerata tale da chiunque, all’accademia, tanto che aveva iniziato a pensarlo anche lei.
Dipingeva usando i colori freddi, i bianchi, i blu, gli azzurri, qualche viola. Usava spesso il gesso per le sue sculture, cosa che le faceva avere sempre le punte delle dita bianche.

Spero che questa storia vi piaccia!
Un abbraccio!
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Pyrrha Nikos, Weiss Schnee
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'RWBY's Alternative Universes'
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Questa storia appartiene alla serie “Writober – RWBY’s Alternative Universe”

Prompt: Statua
Personaggi: Weiss Schnee/Phyrra Nikos

Galeotta fu la statua

Weiss era la Regina di Ghiaccio.
Ed era considerata tale da chiunque, all’accademia, tanto che aveva iniziato a pensarlo anche lei.
Dipingeva usando i colori freddi, i bianchi, i blu, gli azzurri, qualche viola. Usava spesso il gesso per le sue sculture, cosa che le faceva avere sempre le punte delle dita bianche.
A volte la chiamavano Elsa, a volte non la chiamavano proprio, preferendo starle lontano: Weiss aveva quell’aria da nobildonna che non riusciva a scrollarsi di dosso, perciò, dopo due anni, aveva smesso di combatterlo.
Non che le importasse, comunque.
Si era convinta che se nessuno aveva piacere di fare amicizia con lei, non era lei ad avere qualcosa di sbagliato, ma gli altri: non aveva bisogno di qualcuno che si faceva intimidire o che aveva paura di lei, non avrebbero portato a nessuna relazione costruttiva.
Però c’era una persona a cui teneva particolarmente.
Phyrra Nikos era, forse, il suo opposto più eclatante.
Alta, imponente, dai lunghissimi capelli rossi e l’anima calda.
Weiss aveva sempre voluto avere a che fare con lei, cercava di stare sempre nella sua stessa stanza o nel suo stesso corso, perché Phyrra era una persona famosa, una figlia d’arte.
E, come lei, era spesso evitata e lasciata in disparte, considerata troppo in alto per chiunque.
Così, quando la professoressa Goodwitch annunciò che avrebbero dovuto creare una statua di almeno venti centimetri d’altezza in coppia, Weiss sentì un brivido.
Era il suo momento. Si avvicinò elegante verso Phyrra e le sorrise luminosa.
Si aspettava che Phyrra la rimandasse indietro, invece ricambiò il sorriso e si spostò leggermente, lasciandole il posto per sedersi.
«Io sono Weiss Schnee.»
«Lo so. E io sono-»
«Phyrra Nikos. Lo so.»
Si guardarono un momento, Weiss che sentiva il cuore batterle veloce nel petto.
Phyrra, quindi, si mise a posto una ciocca di capelli dietro l’orecchio e afferrò il blocco da disegno.
«Hai qualche idea, Ice Queen?» le chiese. E Weiss non provò fastidio, né insofferenza, solo gioia: sulle labbra di chiunque, quel soprannome risultava dispregiativo mentre sulle labbra scarlatte di Phyrra era dolce, carico di stima.
Si rese conto che quella ragazza aveva dovuto soffrire una solitudine schiacciante, molto differente dalla propria. Era così dispiaciuta per lei che combattè con l’istinto di abbracciarla.
La consegna della professoressa era quella di creare una statua, partendo da una citazione di uno dei loro romanzi preferiti, in modo da imparare a rendere fisico qualcosa che era stato relegato alla carta.
Nessuna delle due ebbe un’intuizione durante le ore della lezione, ma non ne furono dispiaciute.
Era un’ottima scusa per potersi rivedere e studiare insieme, e chissà, magari diventare anche amiche!
  
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