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Autore: Robinatar    09/10/2018    1 recensioni
È la prima volta che scrivo una storia, spero vi piaccia.
Vorrei far ruotare l'attenzione di come la propria vita possa cambiare (o finire) da un momento all'altro, e aiutare qualcuno a riflettere come scrivere sta facendo con me.
Una tipica giornata comune, una giornata tipo, stravolta completamente. Ma perché?
Genere: Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Fu strano. Fu il primo cadavere che vidi. Giaceva senza pensieri sopra a quel lenzuolo disteso sul pavimento, come in pace. O almeno, questa fu l'impressione che mi fece a prima vista.. donando uno sguardo veloce, si poteva cogliere la paura nei suoi occhi rimasti aperti, la bocca non perfettamente serrata e un puntiglioso odore acidulo e rivoltante.” Non era bello pensare queste cose di una persona morta, ma non credo che ovunque si trovi se ne faccia qualcosa dei complimenti. Ho sempre un po’ creduto nella resurrezione, perciò spero solo abbia una rinascita decente, forse è triste che non mi venga in mente altro ma credo sia tutto ciò che mi possa interessare. Sicuramente non erano di mio interesse il suo colesterolo o il suo colore preferito, l'ultima cosa che mi interessa è perché. Perché è morto? Avrà avuto a mala pena 72 anni, moro con capelli un po’ sbarazzini e occhi verdi, un gran peccato. Fisico mingherlino, qualche muscolo sviluppato qua e là ma niente di particolare. Perché ucciderlo in questo modo? Perché in un modo così calcolato e ad una distanza relativamente breve? Perché un'arma con si particolare? Ogni giorno alle 20:30, il signor Erson preparandosi per la sua passeggiata serale con il cane andava in bagno, faceva pipì ammirando il parco sotto casa dalla finestra di fronte a sé, immaginando ogni giorno la strada diversa che avrebbe fatto; si vestiva comodo, indossava le scarpe da ginnastica bianche a righe blu che gli regalò sua figlia pochi mesi prima, prendeva il guinzaglio, qualche biscotto per cani e scendeva giù. Si divertiva con Maggie, la sua cagnolina. Dopo averla portata al parco allungando la strada sempre di più alternando la fresca brezza estiva a quella gelida invernale, la lasciava correre nel parco dei cani insieme ai suoi amici. Una cagnolina molto socievole, giocherellona e golosa, per questo portava sempre i suoi biscottini con sé. Tra un biscottino e l'altro, si preparava per tornare a casa. Dopo aver fatto i suoi bisogni Maggie tornava da lui, aspettava che le rimettesse il guinzaglio e sapeva che sarebbero tornati a casa di lì a breve. Uscendo dal parco, il signor Erson passava sempre di fronte al bar si sua figlia, Louise, prendeva un caffellatte decaffeinato, faceva due chiacchiere e tornava a casa. Era una persona molto metodica, appena aperto il portone posava le chiavi nel mobile a destra, chiudeva la porta, toglieva il guinzaglio a Maggie e le dava da mangiare, per poi preparare la cena anche per sé stesso. Finita la cena, andava a dormire. Queste sono tutte le informazioni che abbiamo raccolto di una sua giornata tipo, tramite le varie testimonianze, ma quel giorno la sua vita finì guardando il parco dalla finestra del bagno.
   
 
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