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Autore: darklove94    09/10/2018    1 recensioni
Caro lettore, sta per immergersi in un mondo di storie e racconti tratto da sogni e pensieri in cui realtà e fantasia sono mescolati in una dilettevole soluzione di vita.
Ho scritto queste pagine per attirare non solo un pubblico adulto ma per far assaporare la creatività del mio animo anche a chi di libri non ne legge e chi è ancora un frutto acerbo dinanzi alle difficoltà e ai momenti di gioia dell’esistenza.
Spero possa essere un prezioso svago e un buon traghettatore della mente verso orizzonti inesplorati di sé stessi.
Si goda il viaggio.
Eugenio Damone
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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<< Sei pronta per la sorpresa? >> le chiesi divertito e impaziente di svelare la carta migliore della serata.
<< Prontissima! Adoro le sorprese! >>  disse guardandomi con il suo sorriso contagioso.
<< Ormai sai che sono una persona dolce ..ma non c’è niente di più dolce di lei! >> e arrivando a destinazione con un gesto di benvenuto le dissi << Ecco, ti presento The Monkey’s ice cream! >>

The Monkey’s ice cream è la più importante gelateria della mia città. Nasce nel 1950 per merito del signor Blaise che, avendo la grande passione per i gelati, inizia a venderne i primi con l’aiuto di un semplice carretto. Nel 1962, però, il signor Blaise decide di aprire un piccolo bar che, in seguito, diventa ciò che oggi tutti conosciamo. Ma perché The Monkey’s ice cream? La risposta è semplice: un porta fortuna donato al signor Blaise a forma di scimmia che non solo dà il nome alla gelateria ma ne è anche un originale simbolo.

Oggi il gelato che produce, deliziosamente e finemente artigianale, è alla base dei prodotti che offre. Inoltre la gestione della gelateria da qualche anno è passata nelle mani del figlio del signor Blaise che continuando la tradizione di famiglia, di un gelato soffice e cremoso, ci ha aggiunto importanti e sfiziose novità. Tra le tante quelle più interessanti sono l’apertura di altre “filiali del gelato” sparse in vari paesi e centri commerciali e un “ristorante del gelato” aperto da meno di un anno ( e situato di fronte alla gelateria principale) in cui si servono varie pietanze calde o fredde riempite di gelato casalingo.

<< Allora che ne pensi? Non ti vedo così entusiasta.. >>
<< Beh, non so che dire… >> disse. Ma mentre inziava a mancarmi il fiato aggiunse << Non mi hai stupita. Di più! Davvero oggi mi stai viziando! >>
<<  Non esageriamo. Non ho fatto nulla di che >>
<< Grazie lo stesso. Grazie di tutto! Ti voglio bene. >> mi disse per la prima volta con occhi lucidi e diversi dal solito.
<< Te ne voglio tanto anche io! >> le risposi << Ora però che ne dici di svaligiare anche questo “ristorante”? >>
<< Sono completamente d’accordo con te! Facciamo spazio e addolciamoci come se non ci fosse un domani >> commentò felice più che mai.

La sala del The Monkey’s ice cream gourmet, luminosa e decorata si unisce al mondo reale mediante due ampie vetrate sulle quali è inciso in tutto il suo fascino il logo di casa. Si entra in un regno incantato, in una sorta di luogo magico e fantasioso: tutto è governato dalla luce che, delicata ma allo stesso tempo fredda e bianca, fa sì che si accenda in ogni persona il desiderio di un gelato. Ad essa si aggiungono elementi come finti alberi piccoli e verdi che si intrecciano con motivi variopinti assorbiti dalle pareti di un cremoso color ocra; inoltre, non appena si è all’interno della sala, ci si può stupire ed ingolosire di sfiziosi dolcetti al gelato esposti nelle vetrinette dei banconi.

<< Buonasera! >> dicemmo entrando nel locale.
<< Buonasera ragazzi! Prego, accomodatevi! >> ci disse gentilmente la cameriera di turno.
<< Grazie >>
<< Siete in due giusto? >>
<< Si >> rispose Kristen.
<< Seguitemi da questa parte, prego >> indicò la ragazza e in quel breve tratto notai un piccolo ma importante particolare: Kristen teneva stretta la mia mano.

Mi voltai verso di lei ma in quello stesso istante fui richiamato all’attenzione dalla cameriera che ci disse << Eccoci al tavolo! Vi prendo il menù. Sono a vostra disposizione ma intanto scegliete con calma >> e in un attimo, dopo averci consegnati il listino delle prelibatezze in tutta rapidità, si dileguò tra gli altri tavoli ricchi di clienti.
Ci sedemmo l’una di fronte l’altro e abbozzai un lieve sorriso mentre osservavo Kristen intenta ad ammirare e studiare ogni minimo particolare di quel posto.

<< Perché stai sorridendo? >> mi chiese rendendosi conto che la stavo guardando.
<< Perché tu sei felice. E poi sono contento che ti sia piaciuta la sorpresa! >> risposi.
<< Si e tanto! Grazie ancora. Non ricordo l’ultima volta che ho trascorso una serata così intensa e bella >> confessò.
<< Per te questo ed altro! >> dissi e aggiunsi << C’è una cosa che dovrei chiederti >>
<< Beh. Io sono qui chiedi pure >>

In quel momento, però, mi resi conto che non era giusto parlare di ciò che era accaduto pochi minuti prima e che forse era solo un gesto senza pretese e secondi fini e improvvisai per portar via quel pensiero.
<< Cosa prendi? Io non so mai cosa assaggiare ogni volta che vengo qui >>
<< Non saprei. C’è davvero tanta roba qui che prenderei di tutto! >>
<< E se prendessimo una coppa maxi? >> proposi.
<< In cosa consiste? >>
<< Beh sono vari gusti a scelta messi in una coppa per due persone. Sinceramente non l’ho mai provata ma stando qui con te stasera ho una compagna di diabete >> ironizzai.
<< Sei sicuro di farcela? >> mi chiese << Finirei per mangiarla tutta io! >>
<< Hai di fronte un killer di gelati. Potrei mangiarla solo io e non te ne renderesti conto! >>
<< Ho la strana sensazione che tu mi stia sfidando >> affermò guardandomi con uno sguardo pronto alla battaglia e un accenno di sorriso nascosto dalle sue labbra.
<< Io? No, ti sbagli. Ho già vinto! >>
<< Non ci scommetterei caro mio! Vada per la maxi coppa ma i gusti li scelgo io >> concluse fiera di sé.
<< Va bene. Spero solo che non mi uccidano. In caso contrario è stato bello conoscerti >> dissi scherzando. << Da bere thé, cola o una bella bottiglia di latte cioccolatoso? >>
<< Bella domanda. Ma so che gusti prendere quindi vada per il latte >>
<< Okay. Molto bene allora chiamo la ragazza >>
<< Okay >>
<< Siete pronti per ordinare, ragazzi? Ditemi tutto! >> esordì nuovamente la cameriera avvicinandosi al nostro tavolo.
<< Abbiamo deciso di comune accordo di farci molto male >> dissi scherzando.
<< Non so se mi faccia piacere o meno >> affermò la ragazza stando al gioco.
<< Prendiamo una coppa maxi e una bottiglia di latte e cioccolato. Per i gusti sceglie la signorina! >>
<< Molto bene. Immagino abbia scelto anche i gusti, giusto? >>
<< Certo! >> rispose Kristen.
<< Mi dica allora! Sa che può sceglierne quattro? >>
<< No, non lo sapevo ma la ringrazio per aver risposto in anticipo alla domanda. Allora facciamo gusto Oreo, Ferrero Rocher, Nocciola e Zuppa inglese. Si può così, giusto? >>
<< Certo! Il tempo che in “cucina” lo preparano e vi servirò. Per ora basta così? >>
<< Si grazie. Per ora va bene così >> dissi.

Gustammo quella coppa così deliziosa pian piano e contemporaneamente dedicai il tempo al racconto della storia della gelateria e di come questo marchio sia diventato, in poco più di mezzo secolo, il miglior gelato artigianale dell’intero Paese; ma soprattutto le raccontai della mole di turisti che ogni fine settimana alimenta la fiamma della cittadina per concludere poi lasciando il locale e dirigendomi verso ciò che non mi sarei mai immaginato.
 
 
<< Scusami se non ho una vera e propria camera per gli ospiti >> dissi a Kristen mostrandole il divano-letto a lei riservato nel soggiorno di casa.
<< Non ti preoccupare. È già tanto ciò che hai fatto in questa giornata! >> cercò di eliminare le mie preoccupazioni.
<< La nota positiva, però, è la smart TV. Puoi guardare di tutto! >>
<< Possiamo, vorrai dire. Qui c’è spazio per entrambi! >> disse << Io non ti mangio mica! E poi vorresti lasciare sola una fanciulla? >>
<< No, hai ragione. Che gentleman sarei se lo facessi?! >> le risposi nascondendo la mia confusione. Ciò che avevo cercato di rimuovere qualche ora prima si stava materializzando nuovamente e a questo punto non potevo non chiedermelo: tra noi stava nascendo qualcosa?
<< Dai su, cosa aspetti? Ti voglio vedere qui in pigiama in men che non si dica e poi ci guardiamo un bel film horror come piace a te >> ironizzò sapendo che di certo non è il mio genere preferito.
<< Va bene signorina. Ma che sia chiaro solo fin quando ti addormenti! >>
<< Okay. Sarai il mio orsacchiotto vivente >> disse sorridendo.
<< Certo! >> e così dicendo mi diressi verso la mia camera prima e in seguito in bagno. Giunsi lì in pochi istanti ma non potevo non pensare alla situazione che si stava creando e ciò che avrei dovuto fare se i miei pensieri non fossero stati ingannevoli.

Furono cinque minuti di agonia sentimentale in cui non feci altro che pensare a un ipotetico “NOI” da ambo le parti, a ciò che provava lei e ciò che sentivo io guardandola e sfiorandola con i miei pensieri. Così decisi che non potevo restare nell’oblio, nella sensazione straziante di essere chiuso nelle mie paure e tornai da lei deciso a rischiare per la prima volta in vita mia.

<< Eccomi >> esordii non senza imbarazzo.
<< Bel pigiama! >> disse Kristen con l’intenzione di prendermi in giro.
<< Non commentare ti prego! >>
<< Perché? Sei così cucciolo! >>
<< Solo perché sarò il tuo orsacchiotto, giusto? >>  dissi sorridendo alle sue parole.
<< Non solo, ma dato che ci sei vieni qui e abbracciami forte forte >> rispose modificando la sua voce rendendola simile a quella di una bambina.
<< Siamo in modalità tante coccole noto >>
<< Si! >> Urlò spinta dalla felicità
<< Allora mettiti comoda e godiamoci il film >>

Dopo il cinema (qualche ora prima) guardammo il secondo film di giornata al caldo di casa mia e comodamente seduti sul letto mentre le nostre braccia, attratte dal momento, erano unite dalle mani che vibravano con una sola frequenza.
Non riuscivo a smettere di guardarla: il suo profilo delicato e dolce, quegli occhi scuri che riflettevano i bagliori del televisore e le labbra rosee e silenziose mi tenevano lontano dalla trama dello schermo ma costruivano quella del cuore. E così, improvvisamente, distolsi la quiete del momento e senza rendermene conto le dissi << Sei bellissima >>

Speravo che quelle parole risuonassero senza energia nella mia mente ma non fu così: qualche istante dopo inarcò le sopracciglia e alzò solo lo sguardo dicendomi << A cosa devo queste parole? >>

Mi sembrava di soffocare, di aver distrutto un momento speciale e forse preteso troppo da un qualcosa in cui iniziavo a credere solo io. Credevo di aver perso tutto in pochi secondi di follia.
<< Quali parole? >> feci finta di non aver detto niente.
<< Non mentire, ti ho sentito bene >>
<< Okay si. Non so che cosa mi sia preso >> iniziai sperando in un finale positivo << Ti chiedo scusa per aver rovina… >>
<< Shhh non dire più niente >> mi fermò con queste severe parole << speravo da tanto di ascoltarle! >>
<< Adesso stai mentendo tu >> replicai
<< Mai stata più sincera >> disse addolcendo il tono della voce.

Ero sempre più spaventato e confuso da ciò che stava accadendo ma ormai non desideravo altro che l’inevitabile.

<< Non guardarmi così, non resisterei a lungo ai tuoi occhi >>
<< Lasciati andare >> disse << Rendiamo questa giornata irripetibile! >> aggiunse stringendo le sue braccia al mio collo e avvicinando sempre più le sue labbra alle mie.
<< E se fosse un errore il nostro? >> chiesi convinto che il destino fosse stato avverso.
<< Sarebbe il più bello di tutti >>
<< Allora così sia >>
   
 
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