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Autore: Angel TR    10/10/2018    2 recensioni
Cosa succede se Lili e Asuka decidono di vestire i panni delle detective/pettegole e riprendere – quasi – tutti i partecipanti del Sesto Torneo?
Codesta meravigliosa principessa possedeva numerose doti, tra le quali una spiccata propensione per la lotta… Asuka, non ridere, lo sai che ho ragione. Il mio stile è sicuramente più aggraziato del tuo… ma quale tramandato da generazione in generazione! Significa solo che combatti come una vecchia.
{ Questa storia partecipa alla Challenge "Pagine di una storia infinita" indetta da molang su EFP.}
Genere: Azione, Commedia, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Asuka Kazama, Emily Rochefort, Lei Wulong
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Belle Époque'
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Videoregistrazione n°4, Ultima Fase a Gironi


Avvertenze: per ottenere questo importante pezzo del puzzle, ho dovuto trattenere uno degli indiziati, un partecipante al Torneo di nome Feng Wei, età stimata attorno ai trenta, precedentemente accusato di svariate aggressioni in alcuni dojo cinesi. Il sospettato ha agito in modo strano, come se si aspettasse l’intervento della polizia e non ha opposto resistenza. È sembrato sorpreso quando gli ho riferito che era stato denunciato dai proprietari dei dojo, come se credesse che il motivo del mio arrivo fosse un altro.
Da tenere sott’occhio. Ricordatemi di interrogarlo in seguito. Non andate voi: è un individuo pericoloso.
Agente Lei Wulong


«Asuka, a me il capellone cinese non piace per niente» commentò Lili diffidente, seguendo l’amica con lo sguardo.
Asuka scoprì i denti in un ghigno esultante. «Nemmeno a me. Finalmente gliela farò pagare.»
Lili sembrava preoccupata. «Non sarei così spavalda se fossi in te. Baderò io a lui.»
Asuka si voltò di scatto. «Cosa?! Stanne fuori, Bionda» urlò.
Davanti a quella reazione, Lili scrollò le spalle. «Mi ringrazierai, camionista» si lusingò, sbattendo le lunghe ciglia bionde, un angolo delle labbra sollevato in un ghignetto soddisfatto.
Asuka si limitò a sbuffare per manifestare il proprio dissenso. «Tu pensa ai tuoi problemi» bofonchiò.
La bionda ridacchiò. «Steve Fox? Ho intenzione di conoscere il mio avversario» fece maliziosa, sbattendo le lunghe ciglia e inarcando le sopracciglia. Poi sollevò il mento altezzosamente. «Gironzola sempre con l’amichetto del cuore di Kazama.»
Finalmente Asuka si sedette al suo fianco sul letto con un balzo, facendo cigolare le molle. «Cos’hai intenzione di fare? Guarda che ti becchi una denuncia per molestie, Oca» l’avvisò ma un angolo delle sue labbra si stava alzando. I neuroni della bionda si mandavano KO a vicenda: era sempre uno spasso scoprire cosa nasceva da quegli scontri.
Lili si voltò con uno scatto e i lunghi capelli biondi frustarono il viso di Asuka che sputacchiò. «Ho un piano» rivelò la bionda con fare conspiratorio, nemmeno fosse l’agente 007. Una luce pericolosa danzava nei suoi occhi azzurri delineati dalla matita rosa. Asuka si batté una mano sulla fronte per tutta risposta. Lili a volte non si rendeva conto che le persone non pendevano dalle sue labbra, in febbricitante attesa di un suo comando e questo significava una sola cosa: guai. Solitamente, era proprio lei ad apparare le situazioni: ”Che ci volete fare, è straniera, è occidentale, sapete come sono… “ era il suo cavallo di battaglia preferito.

Non solo è straniera, è pure scema. Una combinazione fatale, pensò Asuka Kazama, osservando la schiena flessuosa di Lili scivolare verso la porta del pugile, il videoregistratore infilato nella blusa. Come se Fox non se ne accorgesse! Ma poi, perché si era fissata con quello?
Sporse leggermente la testa per vedere il pallido pugno di Lili bussare. La testa bionda – lo stesso biondo platino di Lili – di Steve Fox fece capolino dall’uscio e un sopracciglio curato s’inarcò alla vista della ragazza.
Quanto può essere pettegolo un ragazzo che va dall’estetista?, si chiese Asuka, mordendosi un labbro. Il suo sguardo passò dalla figura atletica del pugile, che ora si poggiava allo stipite della porta, a Lili, dritta come un fuso sui suoi tacchetti bianchi.
«Kami» mormorò Asuka, guardandoli. «Sono identici! Nessuno capirà mai chi abbia vinto tra i due» si fermò, mentre un’idea folle prendeva forma nella sua testa. L’immagine di Lili travestita da Steve Fox la fece scoppiare a ridere e dovette nascondersi per non essere scoperta. Kami, i capelli biondi acconciati da una buona leccata di mucca! Troppo spassoso!
Il suo sorriso si spense subito quando Lili scomparve dietro la porta di legno. «Che i Kami salvino Steve Fox» mormorò.


Interrogatorio di Feng Wei, agente Lei Wulong.

Lei Wulong ridusse gli occhi a due fessure. «È la prima volta che si blocca...» commentò. Assestò un leggero colpo con la mano al televisore grigio e quadrato, lo schermo nero come se non fosse sintonizzato adeguatamente. «Non può essere finita qui, è troppo breve. Ci dev’essere un quinto filmato da qualche parte» aggiunse, pensieroso. Ignorò completamente il sospettato che, seduto alla scrivania del detective, seguiva ogni suo movimento con quegli occhi neri a mandorla come quelli delle iene quando, sghignazzando avidamente, pregustano un pasto abbondante.
Finalmente, Lei Wulong si voltò a fronteggiare l’indiziato, delle rughe a solcargli la fronte aggrottata. «Signor Feng, lei mi nasconde qualcosa» accusò, piazzandosi le mani sui fianchi. Feng Wei si limitò a sostenere lo sguardo indagatore del detective. «Rinfreschiamoci la memoria: Emilie Rochefort doveva battersi contro Steve Fox e va a parlare con lui per ottenere informazioni riguardo a Jin Kazama. Asuka Kazama doveva battersi con lei, signor Feng. La signorina Rochefort mostrava forte diffidenza nei suoi confronti, era piuttosto preoccupata per la sua amica. Perché, signor Feng? Manca inoltre il video della discussione tra Steve Fox ed Emilie Rochefort. Ah, dimenticavo, manca la solita custodia dove le due partecipanti lasciavano le registrazioni con le indicazioni per trovare i video restanti. Qualcosa mi dice che lei sa dov’è il biglietto.» per un attimo, commise il grosso errore di dare la schiena a Feng Wei e si perse la luce predatoria che balenò nei suoi occhi.
Wulong posò le mani sulla scrivania, sporgendosi in avanti per incontrare gli occhi inespressivi del lottatore. «Allora?» incitò, inarcando un sopracciglio scuro. La lunga coda di cavallo gli scivolò da una spalla muscolosa.
A Feng Wei quasi scappò un ghigno.
Condividevano la stessa nazionalità, per cui rispettava il detective, ma sapeva che non avrebbe avuto scampo se avesse deciso di ingaggiare un combattimento. Feng Wei era un maestro; Lei Wulong un poliziotto con una buona conoscenza delle arti marziali.
Lo avrebbe semplicemente polverizzato.
«Non saprei dirle, agente» rispose serenamente.
A Lei non piacque quella risposta. «Mi sembra di capire che Asuka Kazama avesse un conto in sospeso con lei, signor Feng» incalzò.
Feng scrollò le spalle possenti. «Io non ho conti in sospeso, agente.»
Un brivido scese lungo la spina dorsale di Lei Wulong. Dove diavolo aveva lasciato la pistola? Era sicuro di averla riposta nella fondina: perché era vuota? «Dov’è Asuka Kazama, Feng Wei?» chiese lentamente, mentre un orribile sospetto iniziava a stringergli il cuore in petto.
Un sorriso sinistro piegò lentamente le labbra sottili del cinese. «Ottima domanda, agente.»
Lei Wulong restò immobile a fissarlo mentre processava quelle parole; poi, un colpo alla porta. «Agente Wulong? Abbiamo recuperato un possibile indizio. Credo che voglia vederlo» informò una voce.
Il detective si ricompose. «Lasciatelo nel mio ufficio. Grazie» rispose dopo un momento. Quale che fosse il documento, quell’interrogatorio si era rivelato irrimandabile. Si sistemò il nodo della cravatta. «Mi dica dove si trova Asuka Kazama, adesso» intimò. Aveva avuto a che fare con i peggiori farabutti di Hong Kong… allora perché doveva controllare il tremito nella propria voce quando si rivolgeva a Feng Wei? Cosa c’era di così terribile in quell’uomo da fargli sorgere l’urgenza di scappare a gambe levate da quella stanza?
Ancora una volta, Feng Wei si limitò a sostenere il suo sguardo con quegli occhi scuri da iena. «Non saprei, agente.»
Il poliziotto si trattenne dal portarsi una mano alla fronte che minacciava di scoppiare. «Cambiamo domanda: dov’è Emilie Rochefort?»
Di nuovo, quel ghigno sinistro che lasciava intravedere l’abisso nell’anima di Feng Wei. «Immagino insieme alla sua “amica”» commentò.
Wulong giocherellò nervosamente con le sue lunghe ciocche scure. «Com’è entrato in possesso di questo oggetto?» chiese, cercando una breccia nella corazza del combattente.
«Onorevolmente» fu la sua criptica replica. Alzò il mento, in un gesto di alterigia che Lei Wulong aveva visto compiere da Lili milioni di volte; eppure, mentre Lili sembrava semplicemente una ragazza un filo arrogante intenta a nascondere la sua vulnerabilità, Feng Wei lo sfidava a giudicarlo.
Ecco la mia breccia. L’onore, esultò Wulong, badando bene che non trapelasse dai suoi occhi.
«Lei mi parla di onore, signor Feng, eppure non vuole dirmi come ha sconfitto Asuka Kazama» insinuò. Era chiaro che l’aveva battuta: ora restava da scoprire che fine avesse fatto.
Uno spasmo attraversò il viso di Feng. «L’ho sconfitta, semplicemente, eliminandola dal Torneo» rivelò.
Eliminandola definitivamente? «Dove si è tenuto l’incontro?» incalzò l’agente. Improvvisamente, la temperatura in quella stanza asettica, composta da tinte grigie e fredde che creavano disagio nei sospettati, calò di botto, facendo drizzare i peli sulle braccia dell’uomo. Non mi piace dove sta andando a finire quest’interrogatorio. Feng Wei è convinto di non aver fatto nulla di male. Per questo, è un individuo doppiamente pericoloso.
«Nel Teatro Noh» affermò l’indiziato, il tono fermo.
Lei Wulong premette sul ricevitore e comunicò: «Mandate una squadra al teatro»
Feng Wei scosse la testa nera lentamente. «Non troverete niente» avvisò ma Lei Wulong si era già gettato la giacca sulle spalle e si avviava verso la porta.
Si girò per scoccargli un’occhiata con aria di sfida: sapeva bene che questo avrebbe stuzzicato l’uomo. «Lo vedremo, Feng» ribatté, sbattendo la porta alle sue spalle.
«Una perdita di tempo, agente Lei Wulong» commentò Feng Wei a bassa voce, sorseggiando il bicchiere d’acqua seduto alla scrivania, come se fosse a casa sua.


Angolo autrice: Feng è uno di quei personaggi che non mi è mai andato a genio e mai mi andrà. È un montato. Mi fa paura quasi quanto Dragunov lol Intanto cosa si saranno mai detti Lili e Steve? Che fine avrà fatto Asuka? Cosa sarà quel documento? Perché Asuka vuole per forza prenderle da Feng? P. S. Avete notato che ho scritto a volte 'Wulong' invece di 'Lei'. È perché i nomi cinesi prevedono prima il cognome e poi il nome. Mi sembrava giusto usare anche il nome per conferire una certa familiarità al personaggio mentre per Feng Wei ho usato sempre o il cognome o nome e cognome insieme. Che buffo. Le cose che apprendi guardando i drama dell' "Estremo Oriente" (perdonatemi l'espressione eurocentrica) xD

  
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