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Autore: lmpaoli94    10/10/2018    0 recensioni
Anno 3542
I nemici stavano per arrivare nel regno degli uomini.
Per proteggersi, i tre re e le due regine della valle di Alandor costruirono una muraglia intorno alla città di Lurcom.
Una piccola muraglia che racchiudeva tutti i tesori, le ricchezze e la storia della città.
Ma la muraglia non sarebbe rimasta in piedi senza l’aiuto della compagnia del Guerriero Orientale.
I sei re avrebbero avuto bisogno di ogni aiuto possibile per distruggere una volta per tutte il male che avrebbe per sempre distrutto l’ultimo reame libero della città antica.
“Sono qui… Stanno per attaccarci…”
P. S.: Storia ambientata nella mia città natale: Lucca. Spero che la mia storia vi piaccia.
Buona Lettura!
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU, Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il sole era sparito da molti giorni.
I contadini della zona pregavano e pregavano il Dio Onnipotente che tutta la malvagità che ardiva in quelle terre, potesse scomparire all’istante.
I reali di Lurcom avevano ascoltato le paure dei loro abitanti costruendo la muraglia intorno alla città.
Ma questo sembrava non bastare ai poveri abitanti.
Le paure si erano completamente impossessati di loro.
Molte persone si erano suicidate per paura di venire catturate, o peggio ancora uccise, dal nemico: I Muridir.
Tra i cinque reali che comandavano la città, la regine Elisa era la più preoccupata.
< Questo scempio deve concludersi immediatamente! > aveva tuonato in Piazza Santa Maria Bianca.
< Maestà, la paura sta attanagliando le nostre menti… >
< Non vi dovete preoccupare minimamente. Il nemico è molto lontano. >
< Ma quando arriverà dinanzi alla nostra muraglia? Saremo pronti a fronteggiarli? >
< Qualsiasi cosa succeda, vi do la mia parola che le mura che proteggono questa città, non saranno minimamente scalfite. >
Ma le parole della regina non sortirono alcuno effetto.
Gli abitanti erano in preda ad una crisi isterica.
Chi avrebbe potuto aiutarli?
< Signori, la muraglia che abbiamo costruito non è servita a niente > fece Re Jacopo.
< Una muraglia così bassa non servirà a tenere lontano i nemici. >
< E allora cosa potremmo fare, secondo voi? >
< Dobbiamo aumentare le nostre difese incominciando dagli uomini. >
< Re Donato, anche se avremmo migliaia di uomini che difenderanno la nostra terra, non saranno pronti… Il nemico è alle porte. >
< E allora voi cosa pensate di fare, Regina Maria? >
La regina dagli occhi celesti rifletté su come poteva salvare il suo popolo.
< Dobbiamo trovare dei validi uomini… Ed io so già chi prendere in considerazione. >
< Dovremmo chiedere aiuto ad uno straniero?! > tuonò Pietro furioso.
< Uno straniero che diverrà nostro alleato. >
< Vi ricordate cos’è successo l’ultima volta che ci siamo alleati con qualcuno? Per poco il nostro regno… >
< In quel momento abbiamo fatto un errore di valutazione… Ma questa volta non succederà. Avete la mia parola. >
La saggezza della Regina Maria non venne scalfita da nessuno.
Essendo anche chiamata la Regina giusta, ogni sua parola veniva ascoltata con ammirazione.
< Che cosa intendete fare? >

Appena furono rivelate le intenzioni della regina Maria, gli altri regnati scoppiarono in una risata fragorosa.
< Nove persone? Cosa credete che possano mai fare contro un esercito di migliaia di Uru – Kai? >
< Mi piacerebbe vederli alla prova > fece Re Pietro.
< Li vedrete molto presto… Infatti stanno già arrivando qui. >
< Che cosa?! >
< Li avete chiamati senza il nostro dovuto consenso?> tuonò Re Donato.
< Non c’era tempo di aspettare… Sono partiti qualche settimana fa’ e tra pochi giorni saranno tra noi. >
< Questo non è un valido motivo. >
< Potete benissimo rimandarli da dove sono venuti, se volete… Oppure potreste mettere da parte l’orgoglio e darmi retta almeno una volta. Che ne dite? >
Gli altri quattro regnanti confabularono tra di loro.
< Abbiamo altre alternative? > domandò la Regina Elisa.
< O questa, o arrendersi al nemico. >
< Lurcom non si è mai arreso al nemico! >
< Allora dovremmo allearci con la compagnia dei nove, caro Pietro. >
Indispettito dalle parole della sovrana Maria, Pietro abbandonò la riunione dei regnanti per rifugiarsi nella Chiesa di san Martino.
< Non vi preoccupate, Maria. È sempre il solito brontolone > fece Elisa.
< Ma io non mi preoccupo… Quando questa guerra sarà finita, vedrete che sia lui che tutti voi, mi ringrazierete. >
< Ma dovremmo tenere gli occhi bene aperti… Questi stranieri noi non li conosciamo. >
< Assicuro io per loro, Re Donato. >
< Molto bene. Da questa notte possiamo dormire sogni tranquilli, giusto? >
< Senz’altro. Le nostre mura e i nostri nuovi alleati ci aiuteranno nell’impresa contro gli Uru – Kai. >
 
 
Una volta che il consiglio dei regnanti fu concluso, Maria non perse ulteriore tempo a parlare agli abitanti della città in Piazza San Michele.
< Noi regnanti e voi cittadini dovete darci una mano in questa impresa… Se riusciremo a rimanere uniti in tutte le avversità, saremo invincibili. >
< Il nemico ha le ore contate. >
Un grido di felicità si levò tra la folla di contadini intenti a sfidare una pioggia battente che stava colpendo l’intera città.
< I cittadini sono dalla nostra parte, Regina Maria. >
< Non avevo alcun dubbio, Re Jacopo… Dobbiamo solo avere un po’ di fiducia in noi stessi. Vedrete che andrà tutto bene. >
< Siamo con voi, Regina. >
L’alleanza dei quattro regnanti fu solidificata grazie alla guerra che ormai era prossima.
Solo Re Pietro non ne voleva sapere nulla.
< Credono che un gruppetto di nove creature molto diverse tra di loro possano sconfiggere un nemico come gli Uru – Kai… Devono essere completamente impazziti se sperano di superare una simile impresa. >
< Ma è anche vero che questa città non è mai caduta nelle mani del nemico…>  
< Questa volta sarà diverso… E poi tu cosa ne vuoi sapere? Sei solo il mio consigliere. >
Inorridito dalle parole del suo sovrano, il consigliere di Pietro non si azzardò a dire nemmeno una parola senza il suo dovuto permesso.
< I nostri presunti alleati saranno qui tra pochi giorni… Voglio sapere immediatamente se le nostre mura sono abbastanza resistenti per una guerra simile. >
< Manderò alcuni vostri soldati a perlustrare tutto il vostro territorio, maestà. >
< Pietro, sei qua dentro? >
Re Jacopo si inoltrò nelle vie buie della Chiesa di San Martino.
< Che cosa volete da me? >
< Vogliamo avere il vostro permesso di perlustrare il vostro territorio. >
< Permesso negato. I miei uomini lo stanno già facendo al posto vostro. >
< Molto bene… >
Re Jacopo e Re Pietro si squadrarono con sguardo pieno di avidità.
I due regnanti non erano mai andati d’accordo per il semplice fatto che Pietro voleva espandersi in tutta la città.
Ma gli altri regnanti, soprattutto Jacopo, avevano sempre resistito grazie a numerosi accordi presi in passato.
< Qualcosa non va, Re Pietro? >
< Va tutto a meraviglia, Re Jacopo. >
< Perché non fate come noi e sposate la causa della Regina Maria? >
< Preferisco combattere da solo… Non mi piace avere degli alleati. Anche se in molti occasioni servono, preferisco non averne. >
< Le alleanze sono molto importanti. Fanno sì che si mantenga l’armonia tra il vostro regno e quello degli altri. >
< Io sto bene in pace con me stesso… Già è molto dura sopportare le vostre decisioni, figuriamoci se mi metto ad allearmi con qualcuno. >
< State sbagliando, Re Pietro. Io e tutti gli altri vi vogliamo bene… Siete voi che siete molto restio. >
< Se avete finito con le vostre congetture e le vostre parole senza senso, vi consiglio di andarvene immediatamente. Ho molte cose urgenti da fare. >
< Certo. Nessun problema > disse infine Re Jacopo prima di uscire dalla Chiesa di San Martino e venire scortato da alcune guardie.
< So benissimo qual è la strada che devo intraprendere per tornare nel mio territorio > fece adirato Re Jacopo alle guardie di Re Pietro.
< E’ solo per precauzione, maestà. Ordini di Re Pietro. >
< Potete dire a Re Pietro di risparmiarsi una simile fatica. >
< Va bene. Come volete voi > disse il capo delle guardie di Re Pietro lasciando andare il sovrano Jacopo.
 
 
Mentre il sovrano Jacopo vagava per le vie affollate della città per tornare nel suo territorio, s’imbatté in una grande scritta scolpita sui mattoni all’infuori di Porta Santa Maria:
 
 
  Fuerit evolutus emptor benedicta
 
 
“Cinta muraria benedetta… Spero che i nostri protettori possano vegliare su di noi in eterno.”
   
 
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