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Autore: daphtrvnks_    10/10/2018    5 recensioni
- In pochi ancora lottavano, serravano i pugni ed in un tacito urlo invocavano e pretendavano la libertà su quel mondo oramai non più loro.-
- Tratto dal terzo capitolo:
'Che ti importa chi io sia, ne hai fatti fuori più di mille senza chiedere loro il nome.'
Come avesse fatto a distinguerlo da un terrestre qualunque potevano saperlo solo i sopravvissuti, l’odore della pelle di quei mercenari era percepibile a lunga distanza; aspro e metallico, si mischiava al sudore ed alla terra, una fraganza maschile forte, di quelle che ti fanno girare la testa assieme ad un bruciore alle narici che si espande fino ai polmoni riempendoti la testa ed il cuore di terrore.
I passi, pesanti come quelli di giganti e la voce scura, batteva nei timpani simile a tuoni.
Genere: Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bardack, Bulma, Chichi, Goku, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Aleggiava la morte per le strade, difficile non notarla e passare indisturbati tra i corpi ammassati di terrestri e saiyan, vittime e carnefici, amalgamati insieme nel sangue.

Un unico fiume che lasciava indietro le razze e gli ideali, scorrendo tra i detriti dei tecnologici edifici di un tempo e cadendo come pioggia nei tombini. 

Non c'era tempo per pensare, non quando la fame come una tigre in agguato li osservava deteriorandoli dall'interno e trafiggendo con le sue zanne i loro stomaci vuoti.

L'incombente silenzio ed i furtivi passi di qualche avventuriero; sopravvissuto, lui o lei, alla miseria, in cerca di qualche avanzo di cibo. 

Svegliati da una notte tragica, un mattino senza sole coperto dalle nubi. Sotto, tra la rabbia e le lacrime non più versate sui cadaveri, si rifugiavano, in una metrò affollata di uomini e donne, i terrestri scampati alla lunga falce del dio degli inferi.

Per resistere e difendersi, non cedendo mai alle intemperie di quella devastante epoca, superando gli inverni nel gelo, bruciando libri, le estati nell'afosità del sottosuolo.

In pochi ancora lottavano, serravano i pugni ed in un tacito urlo invocavano e pretendavano la libertà su quel mondo oramai non più loro.

Stanchi i figli dei grandi eroi, di coloro che si erano sacrificati sulla germogliosa terra del loro pianeta, rimanendone uccisi e lasciando in eredità la sofferenza ma anche lo spirito e la forza che erano riusciti a tramandare nella futura generazione.

2048.

Segnato in grande su una delle pareti, sopra il capo degli ultimi feriti.

29 anni rinchiusi come topi in gabbia, senza via di fuga.

Una giovane ragazza appuntava su uno sgualcito diario dei numeri, rifletteva facendo avanti ed indietro cercando di non schiacciare i piedi e le gambe dei soldati fermi e sofferenti, il dolore era lancinante e li udiva gemere e contorcersi contro le mattonelle dure, sbiadite del loro vermiglio rosso.

Equazioni, calcoli complicati e scritte illeggibili, sapeva la sua calligrafia fosse delle peggiori ma, lei, figlia di un rinomato scienziato, non se ne faceva scrupoli, nessuno avrebbe mai capito.

Di quei sette miliardi di persone appena il due percento era riuscito a non perire; nascite in calo, frequenti morti per le battaglie o infenzioni, malattie o semplici suicidi.

Quasi tutti analfabeti, che importanza aveva l’istruzione se da un momento all'altro il tuo petto sarebbe potuto essere perforato dalla mano di uno di quei Saiyan?

La matita recuperata accidentalmente in una delle frequenti ricognizioni sulla città di Tokyo. Mancavano le sostanze prime, medicazioni e tutto ciò che sarebbe potuto servire.

La loro casa era quella e la ventenne, oramai, in una piccola parte del suo cuore, lo aveva accettato.

Era nata lì, come gli altri. Si lasciavano raccontare dai vecchi come fosse la Terra prima dell'invasione: la pace, i verdi prati e la vita felice.

Coloro che non conoscendo il vero significato di quella parola avevano imparato a viverne senza, rimpiazzandola con la speranza.

A malapena alcuni sapevano come fosse la realtà sopra le loro teste, vigliacchi, troppo spaventati per voler davvero sapere come fosse l'aria pulita o quanto davvero grande potesse essere uno spazio.

'Quanti erano?'

Chiese ad uno degli uomini: steso contro la superficie in pietra egli stringeva una fascia sporca contro la ferita alla coscia, il viso madido di sudore, dignignava i denti brandendo nelle sue mani il coraggio necessario, i capelli d'ebano corti dinanzi e più lunghi dietro, una o due cicatrici sull'occhio e la guancia ad adornarlo.

'Quattro, gh.. ah, dannazione!'

Maledì dopo aver fatto un nodo troppo stretto, la divisa di un verde scuro, la maglia piena di fori ed un pantalone militare ricucito in più punti. Puntò i suoi occhi lucidi in quelli blu cielo della donna; una delle poche scienziate, figlia del dottor Brief e sergente in comando di uno dei battaglioni della Ribellione.

'Oh… siete voi, Bulma.'

Asserì quello che si rivelò essere un ragazzo di qualche anno più grande, ella sospirò ed annuendo appena segnò il numero facendo attenzione a non calcare troppo sul foglio.

'Quattro… cinquanta uomini, ne sono tornati solo trentacinque. Cosa è andato storto stavolta?'

Sbottò, il piccolo diario venne riposto con la matita nella tasca del suo camice bianco, l’altra si posò sul muro per avere un appoggio stabile. Anche lì, oltre ai gemiti sommessi e le urla di chi in lontananza si faceva medicare con ortodosse pratiche, regnava il silenzio. Chi mai avrebbe parlato? Eppure erano molti, duecento lungo tutta la vecchia metropolitana, chi nei vagoni cercava riposo ed altri fermi a rimirare il nulla.

'C'era quel Kakaroth, una furia e noi…'

Non continuò, non avrebbe avuto senso. Spostò più volte le iridi nere alla ricerca della tenente; una ragazza bassa e dai capelli lunghi e lisci, carboni ardenti al posto degli occhi ed un carattere da far mettere i brividi.

Reggeva, ella, gli eserciti del sud, le sue tattiche erano eccellenti, una stratega nata e Yamcha, ecco il suo nome, la ammirava profondamente.

'Sapevo che sarebbe stato troppo avventato, quella matta non mi ascolta mai.'

Mormorò Bulma, si guardò anche lei intorno, cercando quella piccola figura e non trovandola. Una stretta al cuore, l'ansia si impossessò del suo corpo scuotendola con violenti brividi, la pelle diafana quasi mai al contatto dei raggi solari impallidì maggiormente.

Lei e Chichi erano unite da un legame profondo, nonostante i disguidi e le personalità oltraggiosamente orgogliose si volevano bene, come sorelle, unite braccio e mente nella conquista di ciò che stava loro di diritto.

'Dov'è…'

Lasciò sfuggire dalle labbra, la bocca le si schiuse quando la vide arrivare tra la penombra ferita al braccio sinistro, eppure rideva. Rideva sguaiatamente come posseduta da qualche demone, sì, molti non avevano retto ed erano diventati folli ma chi viveva lì era un guerriero nell'animo e la corvina non era da meno.

Le andò incontro lanciandosi come una furia, sorpassò la gente accalcata e le si piazzò a qualche centimetro iniziando la sua ramanzina, non avrebbe dovuto.

Sapeva Bulma che ad ogni spedizione il peso dei caduti piombava sulle fragili spalle di Chichi, lasciando ogni volta, senza farlo davvero con cattive intenzioni, che la condottiera di chiudesse nel suo guscio di ferro.

Ma doveva.

'Che diamine ti è saltato in testa!? Ti rendi conto, era un suicidio!'

Non era riuscita a fermarla prima che andasse, aveva portato con sè gli uomini nel lato est della città, lì dove la seconda coalizione dei Saiyan abitava sotto il controllo di Kakaroth.

Perché non erano i soli a lottare, i Saiyan combattevano contro loro stessi, una guerra tra i combattenti d'elite assieme quelli della stirpe reali dei Vegeta e quelli di infimo livello, le terze classi col figlio del generale Bardack.

Chichi rise ancora, come se quello che la turchina le avesse detto fosse stata una delle sue più squallide battute.

'Sai Brief anche Achille aveva un punto debole!' 

Una lacrima sfuggì dal suo occhio destro percorrendo lo zigomo rosato, per un attimo all'amica venne il dubbio che fosse febbricitante.

'Che stai farneticando…'

Confusa, preoccupata ma anche arrabbiata per la sua sconsideratezza. Posò una mano sulla sua spalla iniziando a scuoterla appena, la tenente calmò appena le sue risa e mordendo il labbro già rosso da qualche colpo subito si avvicinò al suo orecchio, scostandole con gentilezza una ciocca dei suoi crini.

'La coda.'

Bisbigliò, come fosse un segreto, una cosa sporca e rozza che non doveva essere rivelata ad anima viva, la entusiasmava.

All’inizio la più grande non capì, socchiuse gli occhi e per un secondo rimase in silenzio, colta dalla curiosità si allontanò per poterla osservare meglio. Era messa male; sulle labbra appariva un taglio, diverse ferite sul viso, una alla tempia attirò la sua attenzione e poi il braccio, la spalla sinistra smussata, la giacca blu scuro strappata, sangue ne sporcava il tessuto. Le chiese come lo avesse scoperto ed ella saccente rispose:

'Ho combattuto; quel bastardo ha slegato la coda nel tentativo di acciuffarmi e non appena gliel'ho tirata ha ululato, l'ho tenuto fermo finchè Lunch non lo ha sparato dritto in fronte.'

Rise ancora e scuotendo il capo alzò un braccio, a mani nude la sua prima vittoria. Aveva capito che quel Saiyan non fosse forte come gli altri e questo aveva giovato a suo vantaggio, nella tasca del suo pantalone apparve della peluria scura, aveva tagliato la coda a quell'alieno, un segno del fatto che quei mostri non fossero indistruttibili.

La turchina rimase allibita ma riprendosi le urlò, come una madre ai propri figli: 

'Curati il braccio o ti entrerà un'infezione, idiota!'

La vide sghignazzare, farle un piccolo occhiolino e poi sparire nel buio del sotteraneo, così come era venuta era andata via.

Sembrò riprendere vitalità: avevano ancora una speranza e ne era certa, avrebbero potuto farcela.


//Yay!

Eccomi qui tornata con una long! Non ho idea di quando aggiornerò ma spero presto, beh, da un salto nel passato con la scorsa storia qui si passa direttamente al futuro. Un universo alternativo simile a quello di mirai! Trunks ma che vede qualcosa di completamente diverso: i saiyan sulla terra divisi in una lotta tra guerrieri d’elite e quelli di terza classe, la ribellione dei terrestri e due donne in carica! 

Insomma, ce ne saranno di belle, spero che vi piaccia e sono curiosa di sapere cosa ne pensiate!

-Daph



  
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